Fiera Letteraria - Anno VI - n. 15 - 15 aprile 1951

LA FIERA LETT.ERA ANNO VI • 'N. 15 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELLE ART I E DELLE SCIENZE ROMA • 1S APRILE 1111 SI PUBBLICA LA DOMENICA Direttore VINCENZO CARDARELLI QUESTO NUMER O L. 50 UNA INDICAZlON É ATTUALE IL SAGGIATOREMODERNO :*; * ftuesfo 111ut1e1•0 è dedicato 11 ESSERE MODERNI CARAVAGGIO Volontà di sperare dl JlOJJER'.1 1 0 C.il1~'.l1J"l\Tf Aoche l'es sere moderni è un fatt,, di rispetto e di compre~eione dei valori della propria cultura i ti · li 1 • ELL'ESTATE del 1942, al succe.sso. E' pegno di uno lo tentacolare della. foll\a, cht' Sf19fJ e flr CO f & N cln un momcnt.o in poclrlca convivenza In terra e non permetta a Satana di in- put le sorti della auer- di una resurrezione in Cli lo. vade.rla, di allargarla. lnfatL!, FORTUNATO BELLONZI · BERNARD BERENSON · GIAN ra potevano de,tarean• Da tali premesse dedva al che C06a è !tata la !urlo,, N ON sappiaJno bene quanta importan– za abbia, malgr.ado sia un problc· ma che assilla molla parte ignara o non iJ:nara dell'uomo di oin:i. Meglio sarebbe dire che non ci intcrcso;l. molto di saperlo, ziaccbè nelle ore in cui l'uomo vive tempi che minano le sue basi spirituali, in cui, O,R'ni J?iorno, rappresenta una battaglia per sottrarsi alle false verità sempre allettanti, una battaglia per nov s1narrirc la Speranza che ci guida e arric– chisc; un probl ema come questo, assai in– dicativo e civile, lo vo,R"liamo dire aperta• menu. ci sembra rclc,R"atoai secondi po– sti; cd in realt à lo è, se si pensa alla preoccupazione che esso dcsta,•a nelle ,R'C· ncrazioni appena anziane o.ud, nei eon• fronti di quanto ora preoccupa tutti coloro che realmente si e impcKnano ». Comunque. essere moderni, or,:ri non si– gnirica pill la medesima cosa d'un tempo assai recente. La modernità dell'ope ra, del pensiero, del costume. quando dopo l'altra guerra l'Jta·lia si prepar ò -ad essere nazione mo– derna, siKnificava la rottu ra dei valori tradizionali stilistici e morali. Era for.st' una esperiem:a necessaria, un co\J>o di testa salutare, ma non possiamo O.R'.R'i aval• la.rio se non come episodio, ben sapendo che la modernità reale, non consiste nè nella rottura delle forze tradizionali, nè nella facile invenzione di ltKi:i arbitrarie. Anche l'essere moderni è un fatto di rispetto e di compren sione dei valori spi– rituali della propria cultura. Rendere que• sti valori vivi, dar loro voce che propone le soluzioni salvat rìci pill eterne. di volta in volta consapc,•oli della nostra stor ia intima e della Storia, è la vera modernità. è la modernità unica e non vana, pcrchè da essa. come problema del tutto epider– mico, di i:custc..e di sensibilità. si passa ::i~~i!~:s:i~ 0 ~ 0 i:P:~n~it~ ~~1 ~:~tea!:~tti At.BERTO DELL 'ACQUA - GIUSEPPE FIOCCO -GIAN LUIGI ~:ue:':~ta:~~=~eP;: ~:t~~ri~ii:l~ar~:n :i~:: ~~~a.c~~m~a u~navS:~ 1 ~! ~~: ~;: 11::. 0 t:~~t~bilf.uc11i eterni e, nella so-- GIOVANOLA . ROBERTO LONGHI • S. SAMEK LUDOV IC~ ::a:/ 1 ~rt!!~t!: ~,t~: ::. d:~a 8 ~~~'!i~v':~ia; O B~ ~~~resr:~iC:. : 0 d~a:~ E' l'ora dunque che, anche i r"esidui di f ACHILLE ~fARAÌZA .• GARIBALDO ,-.fARUSSI - ALFRÈDO timo e Democrazia (ed. Co- cali sembra dire-: ecco. .so- cderoutement• dalle vie del un eslelismo moderno che la condizione muniti., 1950). Tale libretto no a portata delle loro mani btne? Cosi. Il paege e 1 la cl- umaÌ1a dell'uomo d'og~i non può toll~rare PETRUCCI · LIONELLO VENTURI portava ~punt.o li tlt.olo di I mezzi della salvezza e I rrut- vlllsatlon la plus hautement stnza un leggero senso di ridicolo, cadano e Ch.latlanlsme et Democra- ti della redenz.lone. Basta che dl.trertncti d'Europc » è dlven- ~~~s~oa~~~~I: c~:e:;i:ci ~: p!obree;~b~ 1 i'q~~f~ ll.:. . ....;.;=========================:J I~~·· t!rd~d :Ose~:~::.1(1~~~ ~!!n,::~~~o v:,!:n:~eL~~~f~~ ;~~ch"'1 11 ~rr:ell~ai::. 0 a·· a<:r 1 ~ dovremo tornare molte volte, non veni:a colo saaalo (piccolo di mole, no dell'ldCAle crlstlaoo •· Dio manica sono riapparsi nelle fo• frainteso o scambiato con le povere po- ma rlcch.ls.slmodl amblz.lonO: stesso vuole che l'Ideale d<'· rtl'lte, nelle acque. net monti, )emiche provinciali di coloro che, ira cLcs drolts de l'homme et hl mocratlco si sparga nt'I mon- nel cielo; Helmbold torna • modernità e modernismo, confondono le lo! nat.ureUe•• che ora n- do: polcht e Il regno di Dio brandire vigorosamente U cof• lingue, cercando d'avvalorare una ,•ana aura come seconda parte del- non è avaro :1: e dunque e la no e getta l'allarme. che per• retorica di og~i, che è poi la stessa che, l'edlr.lone Italiana già citata comunione che è Il suo privi- corre C'lffieun zig zag elettri- certa scolastica \'erbosità italiana ostentò La. poslzlone Ideologica di Ma- legto soprannaturale non è da co la natura, rlsvegllandone 1~ ed os1cn1a in tutti i tempi con Kretta ritaln è nota. In origine cal• Dio conservata gelosamente. 0-'CUrt rorze sopite. cccit;ì. vinl.st.a, egli passò a un cat- Egli vuole che sl diffonda e 011 altri popoli, afraeciatl Non si tratta del resto di chiarire t.ollccslmo di lndiriu:o tradl- al rifranga al di fuori del I!- sull'orlo dell' abts.so, hanno vl- i1 sl,rnificato più o meno aleatorio di un :::eh: ~i:,ra;:, t~:di:;:! ~~U ~!,;~:ue~~· 5;~~~ 1 ,! ~: f~m~:;~:;: 0 , sp== ;!~!~2~!~7::1i~F~ ; ~~~~·tiJ~:lf;l ;~:~;~;~I~ ~!:~;:~l: ~1.J:;h .. E:~: 1 Af.::r~~= :~'.'!:;:.:;:;J?i: non aherata, o per una cultura che non berai!, Improntata. • un ae- pertet.t.o rispetto alla suprema mania, ha al.taccato e lrul- ripieghi sui prop ri luo,R"hicomuni, non ner 060 atono· di conciliare re- perfezione del Regno CclCbtc. dio.Lole più aoUde scorte api- vuol dire altro che essere presenti a se llalone e e lalct.smo », dogma le forme politiche in cui può rituali accwnulate dal 'tempo st essi. al proprio tempo, al sign ificato più di fede ~ mlt.o del e proe:res- Irreggimentarsi Il regno terreno e dalla cultura nella nulone semplice e la direzione più ra,R"ioncvol!! 10 •· come nel secolo scorso fu hanno In ,cè una. intrlnscc1:1tedesca. Cosi. quando. alla tr· de11eproorie azioni. lntao In Prancia dall'ala mo- possibilità di per!ezlonnmento, ne. ci si è provati a gettarvi Una definizione a ciò che, ncUa condotta derat.a, del cattollci. Non c·è che MarltaJn rappresenta co- un occhiata. si ~ vt&t.o eta,• civi1e d1 una società è ovvio e pacifico, dissidio sostanzi.aie tra Chle- me un tendere verso una me• tutto non era plu che C&GI, non ci pare proprio che abbia ragione di aa e Stato, co111;e non c'è dls- ta, come una camm1no oriz- polvere e rovina. L'incendio essere; appunto per questo, quando, mo-- aldlo IOStanzlale tra Il com- t.ontale, non un procedere a del Relchst.ag ha preso le tff• dernilà, è divenuto apptl1ativo preciso di plto e nat.urale • dell'uomo e la gplrale, In circolo. L'anima ~ rlftcantl propot"tlonldella com• ben individuabili atteg,R"iamenti, il suo si- sua meta goprannaturale. ORI e naturaUter • cristiana: dun• bustlooe del ,r~ A questo ,R"nificato è di,•enuto meccanicam ente un peccato orll(inale non con.se- que ha In ~. gettatavi come punto, gli altri popoU si ao- altro nei confronti di que11osuo naturale gue uni svalutazione del com- un seme dalla gru.la divina. no guardati intorno, ln pn- ~~i dfnu~~c~i:i.~izi:O:n i:~ss~i:!1c t:f~: ::, 1 :i~d~~~~t 1 ~1 ::ai:: ~u=:: 11 :~~rt~~a~ 1 :~~: g!eu~ te~Jai~~r:..:1~at· l ~~!o s~~c s~1,~ifi::;I~~!vot ~::l,tc cosa ~~l~~ l;r:r:n:a uen~n!;:~~:7.~~: ::::~1 dcarls~af:- te:~~:n, ~~ ROBER TO CA~~, GUGLIELMO nT&OSI la natura umana da mettere delllqnlo, che si strappl al bu· (Continua a pag. 2) In gtuoco questa stessa na~u- UN LIBRO ALLA Sl!-1'1 IMANA PRESEN1A 1 U DA CARl,U BO ... An1bi9uità deHa condizione umana di DIEGO FABBRI ITEHHA' LA MORTE E AVHA' I TVOI OCCHI ( EDIZIONI EINAUDI) ra • da contestare all'uomo li , diritto a servir$! leggermente di &è. e della propria opera terttna; nè. quindi. come vor– rebbe la tradizione più rlglc!a, specblmenu protestante . lo condanna a un drammaUco e 60litarlo lavoro di rlscat.to , at– taccato come a un uni~ fUo di speranza alla necessità del– l'aiuto dMno, del gratuito In– tervento della Orazia, dell'au– :zlllum Gratiae per giungere al rbcatto della persona. Proces– so. 1n ogni modo, i cui ter– mini sono P!(lltl fuori dal mon– do. e che dal mondo riceve so– lo 1'occu lone • manifestarsi e Oggi, è più ardua la via per giunf!:ere alla persuasione di quelÌa per giunge,·e alla salve~ zc. gi4 scontata. riflelterann-0 un4 tematica e un g111to gid e.st ,tcnU, cioè inril'teranno J)trchi a poeta tlrutti un poe– ,c gui noto_. finga a sa al.esso di non sapere quel eh~ già aa. A /aria breve, gU intcrvent t dottrinari, pr4Uci - sia pure en,reui d4 un conau.,o del più competenti coUeghf, del CAaLO ISO <continua a. par, 2) a ftpprodare a una conclusio– ne. In code.sta prima veduta. la colpa originale è nelle ma– ni del Ubero arbitrio un mf"7.- 7.0 di sah·uu e di concllla– &lone. L'ooera e,spUca.ta dal– l'uomo sulla terra, In quanto 11eguft. t precetti della legge naturale e 11laconfortata dal– lit fede nell'atto benigno del Cri.sto, che 1n &è cancella e aMOlve l peccati, è destinala Vita delle tombe etrusche iblioteca G'no f;3ianco I può e,sere anche d'accordo con Cantini nel S giudicare retorica (la rctòrfca come oppo.sta alla persuasione) la Jedc di Maritain in uno e buona volo11td :. - co,"apevole o i,lcoruape– vole - che dovrà J[nire per "uidare il mondo veno Il bene, e .,alvarlo. Benchè 110n ,S'"" del tutto "lusto co11,lderare questa e buona volontà. > ,oUanto come un deus-cx-mnchlnn $Chematlco e Irrazionale, otu11,i– tta a tutti i co.,tl e, h1 .,o.,ta11za.illu.,orio e a.,tratto. E' J[n troppa evidente, percllè occorra h1$Utervl, e/te dietro quel deus-ex-mnchlno, dietro quel e bene> pfi, a.ucrlto che indagato, lifarltahl vede e chiama, lm• pllcftame,1te, in suo aiuto, tutto quel patrimonio di dottrlria, di UJ)erien:a vf.uuta e vivente (I santi e ''= loro opere crl$tiane J, trltto quel J[UJso di Jede e d1 ,n>eran:e incarnate - drammatiche , peran.ze, dun– Que/ - che .!Ono oramai da $t'COli nella vita perso– nale degli uomini e forma110 U te.uuto delle .,ocietà oroa11i.uate. Mi pare. cioè, che 0'1Vf. qtumdo ,1 d.ice cristiano .s"frlte11dadire proprio tutto quedo e ,wn oc.corra, og,tl volta • .,peci/Icore df più. Eppure - rima11e vero - la .,,r çnua speranza d1 Marlta'1t t,i u11a taumaturgica vittoria della e volo11ta buona • pud es.,ere accu.,atu, come, di/atti, lo è data, di irroglo,levole ottimi.mio. amd addirittura c:U e a,igs– ll.!rtlo >: siate buoni e tutto verrd da. .!è,· al male del mo,ido op1xmete il vostr o bene, alle a,tiuie e alle violenze dell'orrore OJ)J>Oncte la .,erenltd: e l'ottirnfnno di chi è certo d1 vfrcrc t1clla verltd:. TropJ)O poetioa oppo,lzfone - si potrebbe osservare - quando ,1 pe,ui che I co.,iddettt rappre.,entantl dd e male> cre– do,w - e $J>eSJO si11ccrr.m1c11te con qualche buona ragion e dalla loro - di cammina re ,ulla retta via almeno quanto lo CTedono I ve,silll/erl del cbens >. Non $0lo: ma 1uce11do dalla po,lzione teoretica e ,cendendo a quella pra ti ca fa quella elle impegna pfù la volo11ta che l'httellfgcnta J, 110n è abatto convhl• ce,1tc dirt> a qualc11110 che non pud più credere: cred i; e a Q11alc1tuo elle tton .,a più. sperare: .fPera. VI rlspo11. derd "hc è proprio quello che 110n pud o norl .sa piia /ar t'. E allora? Sl dovrd: per qucdo rtnuncMre a. im• prlmcre una volontà di JJ)t'rÒn.zaa chi non l'ha -piU? Si dovrà. rfrrnuciare ad avr r lede in una correllte d1 autentica 1)nstuuio11e che raccolga molti attorno a 1ma vcrltd comune, o ci ai vorrà accontentare di quella po$lzione estremamcmte JOflQCtt iva. an2'f priooto r fn,h1dacabile fpo.!izlone, me lo co111enta il Cantin i, t'8"C112ialme-11te ri11unciata11aJ secondo cui e morale, .farebbe e un agir e improntato a $0{1erenza ed es-J)C• rienza proprie. che qui11dt si astiene dal giudizio • dall'in Scgnam ento Jondato sulla .,aplenza esteriore. sulla tradl zio11e inerte, ma paua direttam ente ad a1nare •'l No,1 credo. No11 lo credo per"11t, ,w,wJtante le parole, fo pe11.Jo che qunlu11que $J)t':ran..;a, qualunque Jtato di e caduta » che ,la davvero preludio a una e ,a lvezza •· si ba.,; .,empre, co11.~ap'170lmente o 110,in una certa sapienza eJteriore (dottrina >. in un qualche rosa che .!tia al dì Ju.ori e al di $Opra di qu,f che .,, e. Se non to,.,e cosi che co&a .,igniJfcfi.erebbe e amare >1 !.'amore l1a u11 ,e,iso .!t>ltat1to se ,1 conth1ua a dar e u11 valore a quel elle è /uorf di noi: agli altri. e il primo e altro » e proprio rap11rc&1"11tato da quella e ,a. pfe,1za• che oauuno considera rome veri tà . Ma qual 'i queda sapienza a cui .,, te11de? E' pc, ogmmo la sapienza che guida alla $alveua? o al– meno. si CTede.ci it fll11dc che lo sia? No11 ml pare. Eppure l'uomo .!i muove . .!I agita nell'In tento dt ri• Jcattarsi. diciamo pure di .!a/vani/ fSe .!l e.,clude la C.!istenzlalUtica PO.!tzio11e - i,1crte e anarchica - di rhi ha ormai accettato di co11,umar$1 ,e,ua SCO.!te-J Chi d muot•e. rhi oob cr. a9lrà, comu11quc, credendo 111quel che Ja: iba9 licrd Jcdt., rta 11eavrd u,1a. irra~ .tionale. dogmatica, cieca o adratta ... Sarebbe logico rhe /o.!1t. co.,i, e in!Jlce non è co.sl : l'uomo di 0991 no,l crede mai ftno in Jondo a quello che Ja. Questo i certamcntr il lato più sconcertante

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