Fiera Letteraria - Anno VI - n. 10 - 11 marzo 1951
Pag. 4 LA FIERA LETTERARIA LETTERE D'AMORE * Rac conto di Pia d' A Lessandria /) -..... iblioteca Gino Biancò /. (;f I/ Domeni ca Il Mano 1951 Guadag~nare il Paradiso * Raeronto diTitomanlioManzella - Come farvelo capire, ma– dre mia, che Il poveretto non ha la minima J)06$ibllttà di pqarml I Lo so to... nemme• no una Ura possiede ... - Smettila, ftgllo caro! Tu sei &empllcemente pronto a credere, a commuoverti. E quello ti prende tn giro. & non val t.u a cercarlo ... - Ma sono andato ..• - E non mJ. clJcl nulla? Scommetto che non era 1n casa! - L'avete lndovtnato. Non era In cua. . . - disse don Raparello, tu rfando le parole in un sorrlao. La madre guardò il ftgllolo, con una smorfta d1 tutto il V'lso: voleva mrutrarsl lronl• ca, ma In verità cercava di na– scondere I pensieri che la so• pra.tracevano (,. . ftgllo be· nedettol. .. set un vero san– to. .• daresti la camlcla per aJutare gli altrl. . . ti rldur– ranno all'clemOd\nL .. cl vuo– le anche un poco di fermez. za... ). - Non sarà mal 1n casa per te. - Se aveste visto, madtt mia! Apre Il piccolino. e C't papà? • - domando. e Credo di no. Aspetti, vado a lnfor– marmJ dalla :,orelllna •· E scappa. - E mJ racconti Queste co– se? 'n ~ tanto dlfflclle caplrt che ti padre avri. dato l'or– dine di dJre... - S1, al. starno d'accon:to Ascoltate. Il plcoollno ~ rltor– nl\t() subito con la sorellina Che vt dtco dJ Questa? Un vero anctoletto: m•~ parso di trovarmi davanti a un Qua– dro di Raffaello! Capelli biondi, occhioni azzurri lnt.el – llRentl e dolcwbnl. e Lei f! pad re Paoarello? • - doman– da: e alla mia a.!fermazlom m'Invita a oasaare in salotto . Allora le dico a bruciapelo : e DI' a papA.che desidero par– lan:i:11:so che ~ ln ca.581•. La nloclna mt 1rnsrda soalancan– do ,rii occhi. Poi tenta un•e- 1trem1t SAlvHza. rlcorttndo a unA. frase di Amrelo Musco: e Chi le ha f'ftCCOntatoque– sta favolA?• E ride convuJ– H. e anera dl contagtu, ..,, l'affann0&0 rtdacchlare, chP le contrae ti viso 1n tante ru– flhe da vecchina. e Eh, pa,. puocto è uscito da qualche ora e forse non venà prima delle dieci I :io Cosl dicendo batte ripetutamente le clilla. perch~ !ente 11 dlvampare del volto, che al fa scarlat.to ftno all'lnverodmlle. Allora li Ma– ligno ml ha tentato (... 1D nome del Padre, del F'l(lllolo e dello Spirito santo ... , e con cuore cattivo le susaur– nù , fts.sandola con forza: e Sei una cara bamblna e dici bu– gie! Non te ne vergogni?• po– vera piccola: ml pentii aubl– to di averla tormentata. Di– ventò ancora più scarlatta e gll occh'1 le si riem.plrono dJ lacrim e. - Ma che cosa ti rlspose? - domandò, la madre con lm• putenza. - Ml rispose, con una VO• clna strldula, soffocata dallo stono dJ dover tingere: e Scu– si, lei è forse li mio confesso– re?• Ed IO a bul.stere: e Bra• va, tu vaJ ln chiesa a conte.a– aartJ? :io E lei a ribattere con fon.a: e Certamente! • A que– sto punto fui catt.lvo: e E al• lora vorrei sapere, vorrei sa– pere che cosa dltal aJ t.uo confeasore, quando ali rac– conterai di questa mia visi– ta• M1 guardò spavent.ata .. . - E poi? - domandò la madre, tormentata dalla cu– rtosltà. DRAGO - e OU raccont.erb la ve– rità I • - ml rispose. Intanto lo mJ ero accomodato nel aa– lotto, che fa anche da ampio stucUo, ben de&o a !aria n– ntt11.. Sedetti, dJcendo alla p\cc1na: e Se permet.U, u;iet.. terò tuo papà :io. E lei: e Fac – cla pure; ma l'avverto che avrà un bell'aspettare: verrà molto tardi :io. Ed lo a lru:lst.e– rere: e Non ho fretta, non ho da f&re :io. E la bambina: e Al– lora le dò un'annata del Cor– riere dd pfccolt e passeri 11 tempo senr.a annolaral •· e La· ada atare - dJco lo - non potre.ate tenennl compa,mla tu e Il tuo !ratelllno? • e Per– chè no? Se le fa piacere. Ma noi slamo ragazzi anUpat.1- cl.•. :io La guardai bene: I suol bca:11 occh1 auurrl erano tan. to triatl. e Che Intendi dire per ra1tnzz.l antipatici? :io E qui parlò sottovoce: e Noi sla– mo raiiaal antipatici, pereM siamo poverelli. Una volta, quando c'era. mammuccia, e vivevamo asaal meglio, tutU cl accarezzavano e cl acco– glieva.no con gioia! Bravi. bravi, gridava aempre zia Ca– terina, quando andavamo a farle vlstta, avete !atto bene a venire! - E non pa.rllamo, pat, della zia Bettina: cl ab– bracc!ava e cl voleva man– giare a baci! Spe350 reatava-– mo a cua sua, dormivamo con Jet; e con che gioia, la matti– na, cl !l\ceva 11bagno! A vol– te, credevamo quuJ. di eaaer flgllolettt auol. . . Ora tutt1 hanno paura di noi I :io - e Pnura? Ma che dici?• Ol!S• aerval. eEcco, se non è pau– ra, è Umore, ~ preoccupa.,to. ne che noi possiamo chieder loro qualche cosa. Anche st non domandiamo nulla, per– ch6 papucclo cl ha prctlblto d1 far conoscere agli altri I no– atrl bisogni, temono sempre che noi cl lascJamo sfuqtre qualche deaiderlo. . . Allora, ogni nostro desld~rto era su– bito accontentato dalla %la Caterina, sempre felice quan– do poteva procurarci una gioia. AdC$1o, sol perchè mio fratello. quello più grandetto di me. è andato da le!, con la speranza di avere I aoldl per 11 tranvnl, li 1Jlomo dopo la zia gli ha acrltto UnA leHe– ra. per dirgli che è bugiardo e falso: che lei ha capito tutti l auot raggiri per ccpparle ..• no. si dJce. carpirle: per car– pirle I aoldl per il tranval Una lettera con mo!U rlm – proverl. cbe hanno fatto o\angere Il mio fratellino, che è un raguzo coraggioso e non piange mali Quando c'era mammuccia. Invece. le lettere della zia Caterina era– no piene di paroline dolci e tenere, di baci e di 1nvlt1 .. , Adesso. per esemp io, non ,'1lo~ le più che le facciamo delle lmprovvtaa.tel Una volta, ae facevamo questo, c1 accoglie– va ridendo: Che bella sorpre– sa! Che bella sorpresa! - Ora diventa troppo nervosa e quindi c1 ha preq:ato dl anda– re da Jet, soltanto quando rlcevlamo Il suo invito. Non parliamo. poi, della zta Bet– tina! Prima eravamo, per lei, l bambini più bell1 e p1ù cari di quceto mondo: ora nem• meno lei si fa più vedere a cua nostra. Quando cl vede, vuol soltnnto sapere che cosa fil papueclo, che cosa ha ven• duto. E otml volta !!Iarrabbia. Papucclo ha venduto la mac • china da scr'\vere, e !A.zia Bet– ttn11.a brontohLtt!; ha vendu– to Il violino, che l!gll suonava cosl bene, e mammucclA l'a– scolt.ft.va con tanta gioia. e da BetUna a gridare; papuc– clo ha venduto un bell'ab:to nero. chiamato ,mocchlnghf, e z.111. Bettina a protest are. Poi papucclo ha venduto I li– bri migliori. e la zia I\ non flnlrl a più con le sue dlmis– slont. . . Ma pn.pucclo non si dispera per questo: st dlspe– ra, quando vien ;1;enlt a casa nostra per chiedere denaro e itrlda d1\Vantl alla portA... • Qu~to ml raccontava la ptc– dna. mentre 11 fratellino la iruan:IRva con aria sgomenta, pensierosa... Allora., cara madre mia. ml son sentito co– al umiliato, cosi avvilito da– vanti a quelle creaturine. che la sventum ha messo cos\ precocemente al cospetto del– la vita, ml son sentit o cosl, dlre't qua.st . colpevole. che a momenti ml sarei getta to al loro piedi per chieder pen:to– no! Cl guardammo con la ba.mbln1L:cercai di 110rtderle, e lo dissi: eDomanda al tuo napucc lo ae ~ dtsoosto a par– lare con me: debbo dirgli una Co.!a che gli farà piacere•. La olccollna senti che no!l mentivo e. aen:r.'altro. &I al– lontanò. seguita dal fratelll- TI TOMA.,."'i'LIOM.A."ZELLA (Contl~na 4)
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