Fiera Letteraria - Anno VI - n. 3 - 28 gennaio 1951

Pag.4 prlamente maschile (e però dnlla. Carla 8010 captnblle), emanava ver!ìo l vlvenu tutti un'allegra e direi un'affettuosa cordlnlltè. gratitudine. L "intenso vigore dl sua vl&.a si specehlava nella nostra, data per altrettan– to allegra, per altrettanto sana, In quel cir– colo dl approssimazioni o d1 non-in sJstenze gtoconde che contraddistinguono l'avver&io– ne ad ognJ conato critico propr la della JtU– bert.à. Nello JSgUardo, nel sorriso, un mi&tero sereno: qualche coa di certamente amJche– vole, di fraterno: fl.irso un atoco, un gioco di fanchùlo: a cui la disciplina Io siava segretamente preparando? LA FIE RA L ETTERARIA Il Iniracolo di S. Gallo ~nelle il gallo di Meloni ha la 11.10 coda, come tutti f gallt dt que1to mondo. E tra.Ltando,t dl un gallo che ha. vl11to un. prcmfo d.'artc di mezzo mlllo11e la coda è natural.mente polemica, Eraoamo partiti da Taranto con la .sen,wOne che le re~ni del pubblleo vtr.a Meloni /ou cro meno grar;I e categoriche di quelle ddl anno ,co,,o vera<> PfrandeUo. Nel giorni ieguentl lnwee &Ono.scappate f11ort le tcrlt~ 1ul muri. Il Comitato organluatore st è premurato di mandarci le /otovro/ic di que.ste gu,«ne e oioe battaglie murali. Un nostro oortae lettore taranti110, Waltu Francuchlnl, et ha inviato una lettera., In cui ri 1plega il punto di 11tata UgU obbill'ttorl. « Le scritta ,ono .statecontro IL" gallo" di Gino MtlOnl e Inneggianti a Ruben1, Tiziano, Ral/aello ... lt pubblfco d! Taranto è dato d.'aca>nloconFra.nce1co Flora qi.1andoque,tt ha af/ermato che tornero11no Il Tllplendere neUe tele e nelle ,tat11e le belle /orme ... >. Non et ruta, per do'1erc Vk)rna.lùtlco, che pubblicare I due documenti più bntclantt deUa battoglfa: Il e Gallo• df Meloni, e la. .sapida.caricatura popolare di q11e1r.o gallo I. divisione a nave "Pola": dite vostre con– dfalont *· Poco dopo lo • Zara • au·ammlra glla: • Nave "Pola " Informa essere stat.a colpita da un siluro a poppa. No.ve est rerma , . E Supermarlna. Roma, fratta nto: e Da rl• lcvamentl radiogonometrici rllmlta che unità nemica sede comando complesso oro 17.46 tra&metteva ad AICMandrla , miglia 40 da Capo Crio rotta 240o ,. A 76 mJ1lla dalla •Veneto*· allora. DI quali navi è questione? Non certo di navi da batt.a.glla: • perchè una. sola di queste navi cl r!Julta uscltn da Alessandria , Insieme alla nave portaerei...• Una più una ra due. e ... E l'ultima volta che è stata vi.su . era molto lontana ». Le navi da batt.ngllo. Jngle.sl tanno ostriche sulle carone alla. fonda, nel porto d'Alessandria . E' questo 11 loro senso. U loro compito. Oli Inglesi non arrischiano volentieri le IoM navi da battaglia contro gll incrociatoti Ita– liani. Troppe ne hanno (lii perdute nel mari. per poterai permettere di farne uscire tre da Alessandria. • Alle 20.38 si conferma l'ordine allo "Z-a.– ra" di andare col ''F'tume" e con Ja squa– driglia caccia, la nona. a soccorrere u "Pola"•· Alle 20.53 dallo • Zara • all'Ammiraglia è rltro.smesso un nuovo radiotelegramma del •Pola•: cDa nave "Pola" a nave "Zara•·. Oolplto da 111luro al oe.ntro, Allagati I tre compartimenti apparato motore prora , cal– daie quattro-cinque et. sel~sette. Chiedo as• slstenza e rimorchio•· Poco dopo le 21 si distinguono dalla pian • eia della e Veneto• le due grandi sasomc . 05Cure degli incroclatorl e zara> e e Flu • me• che accostano a dritta, Invertendo 1n rotta . seguili dal quat.tro caccia della nona. tipo • Alfl.erl•• In linea di fila. llomen ica 28 Gennaio 1951 sgro.zlato che c'era dentro 11 tuffò .nel ma.• re. dl&ecse nel profondo. L'aviatore tngle.c aveva risalito la linea della e Veneto men • tre che tutt.l abbadavano a quegli altri , at bombordleri: aveva virato ad alto nel pan • demonio del tiri: l'aveva r:ldfsce:.a In con– trorotta. con esattezza Intrepida. silurando di prora. Ferito a morte, era sparito nel mare . Lo • Zara e Il , Fiume ,, ~egultl dal ca.; . eia, vla3&lavano n lumi spenti nel buio, coi 203 sull'a.sbe, le torr:1 a brnndeggio zero, cl~: aenza nemmeno I colpi In canna. co– me Il reaolamento di serv1z:lo in guerra molto opportunamenW: pr«crlve: (contro I 381 delle navi da bat"8gUa non ce la fan . no. contro ti zanzarume Imprendibile del cacclat.orpedlnlere sarebbero altrettante sal– ve aprecate, butt.ate Inutilmente alla. notte). Ignari ancora della sua pos1z:lone preci.sa, stavano tuttavia per poter raggiungere ti • Pola •· solo e fermo nella tenebra a po. che miglia più In là. Dal nero enigma. del mare alcuni razzi rossi . a 100 di prora . li e Pola> 58gll91ava Il punt.o. In quel mede• simo momento ... una luce subita, come au· scltala da spettri, investi lo e zara,, Il • Ftume •: il cieco e accecante splendore d'una cognizione Impreveduta, inesorabile. Erano . a meno d.ldue miglia, Il e Oreyhound » e JI e Or:ltfln >, e ln poun:ult or enemy -:le• stroyers >. con rotta inversa , dunque , alla. rotta della formazione ltallana. Allora , solo allora. le nere saaome delle navi da batta.-– glla si disegnarono come ritagliate dalla. carta sul nero plano del mare, al di là del due caccia, fattlsl portatort dJ quella. perdizione non presaatta: la luce. Durante l'estate e l'autunno Vittorio se– guitò a scrivere a sua eml\dre > e alla Carl& delle lungh e lettere, c.l<MI d'una paa1,– na. e tre quarU: (per lui era una lungheua nat.allzta) : una calllgre.fia da 600laro, abba– ~ regola.re e rotonda: eu e.rrort erano pochlsslmi: Carla me ne volle far leggere Più d'Una. Diceva d8ila sua \lit.o, dello sue reat– denze effimere, cicalava d'alzi, di tiro e di telémotrt. un po' a vanvera e gaJ,vo oenaura. Nelle lettere o·cra qualch e volt.a un fiorelli– no appassito, appiattito. La sl.gnora le ba– ciava, le sue, la Carla ne pla.ngeva, delle sue: oppure Viceversa. Mai che le baclaS&e– ro o ne plange&SOl"O in uno stuso storno. Spesso una fotografi a: una nuova tmmaat• ne dell'amato lontano, con cui l'amato si ripresentava al ricordo, all'amore, esprt.me• va u desiderio rtstco d1 avvtc1na.rsl t.1&1ca– mente alla ragazza, alla « mamma >. Quello che non manc ai di desumere dalla tcono– gràtlca sequenza tu 11 graduale avvicina– mento del giovane al suo « impiego mlll• tare >. Nelle fotografie con be.rtttto U mio sguardo di llnoe - (lince professorale, ae volete, ma llnce) - non mancò di Ienere, le prime volte, C.R.E.M., sulla ta.scla. del ber• retto stesso: Cç,rpo Reale F.qulpaili Mar1t– tlml. Dopo qualche mese, e lo feci notare alla sl&nora, lessi Erre Marin a, Regia Ma– rina. La lettera dava d'altronde conferma: da allievo a martnaJo, da alllevo cannonie– re a eo.nnonie.re . La Carla, del mutamento , era più che In• formata: cl aveva preso una sbronzetta. anzi. dal dispiacere di vederlo pa.rttn, anche dall a Spei:ta. A m1a tnu.puta, a lnsa.put& del barbiere. di Aldo, della signora Sclaccaluga. del dottor Oarlboldl steaso, era corsa in au– to Infinite -..-oltealla Spezia, tn quel aeme– atre, con l'AprUJa in fuga sul Bracco: Alla Spezia: a cercar di stanare il auo cremino , 11suo bel mitragliere, cannoniere. Lo aveva scarroztnto un po' do.ppertutto lungo le ri– ve del OoUetto, dovunque le ven.1.ssefatto, s'Intende. a norma delle proibizioni millta.rt , che per Jet non co.!titulvano ostacolo, ma per lui sl, data la divi.sa . Lo aveva portato nel rtstorantl con le tovaglte, con. le botti• glie e I bicchieri Ì:11 cristallo, con le posate vere , d'argento: gU aveva fatto ingollar dat– terl a Lértct, e dUJ e mitili a Porto venere. Non ml \!'Olleperò dlr dove, n~ come, !03• .sero finite le coae: certo In un bel luoao, e nel mJaUore dei modi. «Forte e gentile >, ml dlMe: è il titolo d'un vecchio rom.amo di una donna. Forte era lui, gentile, anche, lut, un mitra gliatore del C.R.E.11,f avesse mal avuto 60tto canna. « n mnre me Io ha dato , 11 mare lo avrà! ...•• gridava certe volte la pazza, aa• girandosi spettlnaUsslma per 11 suo salotto, tutto affollato del .sorridenti ritrnttl di Vlt– torto come di altrettanti fiori di egual na~ tura ma di bellezn. individua . e Il mare al, Jet nol.M •• strideva, e .• .La guerra.I Le. guer• ral.... Ohe s:i pretende dalla guerra? ... Fari. tutto quel che può, tutto quel che deve, la suerral ...>. Un cano, fuori, abbaiava. Le due domeailcbe dal ventre a balconcino (non erano lnctnte, era.no fatte cosl) pungevano Je mani su quel ventre, su quel balconclno1 si rtUravano spaventate: tacendo 11 segno della croce, si riducevano a dire Il 1"038.rio In cucina Erano due, non più tre. La Carla, tn quel ctornt, ebbe occa.slone di fumare più. del solito, dl bere più del solito: bevve del Pedronl, del Mattini , ma. anche molto whJaty, molto brandy, molto maraschino e del rhum . n rhum era piaciuto tanto a Vittorio! Che allegrezza. U mattino di Na– tale, a Urici! buttb via la sigaretta, ml auardb. Ruppe a plarigere. Si abbandonò. L'ondata piena del capelli voleva nMCOnderle U volto: ricade• vano, dal volto chlno, come fronde d'un sa• !Ice piangente, Jl&el, &eto31, luminosi, Ri– dlsse I nomi, rlpet6 tutti t nomi , presa come da un al.nghJozzo convulso: e Zara, Fiume, Pola: tutta la prima dlvl$lone_ >, 1mpl0l'a– va. « .. .L& nona squadrtalla cacciatorpedinie – re •· segultb tra Il pian to, singhiozzando : «Alfieri, Gioberti, Carducci, Or1o.nl •· LI volle chiamar tuttl, non ostante Il con– vulso, come per un appello, un r:lto la Veneto la tredicesima squadriglia: Gra • natlere fuciliere a precedere, Bersaa:Herc Alpino a seaulre. L'attacco aereo si acatenò pe.r la seconda volt.a, al crepuscolo , da. un cielo aenza nubi e senza paoe: nel quale nessun caccia italiano nè tedesco ero. In volo. Il bollei.tino di guerra numero 297, dopo -aver tuonato battaglia, e battaglia dura. enunciò: e Molti uomini degli equipaggi so– no stati salvati •· omettendo U complemento di agente . .-Sono state lnmtte al nemico perdite non ancora completam ente preci• sate, ma certamente gravi•· Il nemico. In• ratti, perd.è l'aereo silurante che avevo. ap• plcclcato il siluro In soltopoppa all'astuccio di sinistra esterno della e Veneto•· duro.nte l'accostata a dritta di questa: mossa searo • gnata. quant'altre , ahimè, che flnl per piaz– zarne la mole proprio dove meno btsoenava : e cioè sulla rotta dello squalo. Bersa.1llato dalle mitragliere di bordo. l'aereo col di- Il tenente d'armi, a due pasal da Vittorio. ebbe ancora ll tempo di aillabare quattro nomi : Warsplte - mormorb atterrito - Va– llant • Formldab le • Barham.. . La linea delle folgori divampò ro.,,aa. fuor della notte lungo la catena spaventosa delle navt, 60- pra le fiancate delle quattro. Vittorio al r:lcusb d'abbrivldlre, e L'incrociatore - pen. si> - Regia Nave Fiume>, gli parve leggere, sulla fasci& (recida del proprio cuore. I tre– mendi ululati furono loro addosso, la bor• data piena della Vallant: 11 tessuto del mon– do, o.llora, si lacerò : Vittorio arrivava a ca• pire che si lacera va con lui. con ogni auo viscere, dent.ro. con ogni possibilità di segui• tare ad o.mare. a conoscere. Portaerei la nostra marina non armava, SI era veduta l'lmpouibllltà di costrulme. e Via, via s.lgnorlna...>, le dissi. «Quante storie!>. Un'angogcla terribile aveva preso me pure . n rtcognlt-ore lnglC$«!.alle 18,15 ~ In cielo, sinistro àlbatro sulla formazione italiana. Segna.la BI suol che « le forze navali italiane si stanno radunando, , come difatti nvvle• ne: «che sono costituite da una nave da battaglia, sei Incrociatori, undici cacclato r• pedlnlere, naviganti per rotta 300, alla velo• cltà di 14•· Più precisi di cosi... e Alle 18,51 11sole tramon ta In una superba fantasma– goria di luci e di ombre. Verso ponente l'orizzonte; è velato da nubi chiare, a. disc– ani lrregola.rl , le quali si colorano sucees– !lva ment.e di sanguigno, d.1 viola, di vlolet· to, man mano che sole scende. scende, sotto l'orttzonUI del mar e>. La Veneto sembra faticare azzoppata: manti ene impavidamen – te la rotta. Oli tncroclat.orl, non meno im– pavidi da destra e da sinistra la proteggono. Non la protenono .se non imperfettamente dal cielo, tuttavia. «Otto uccellacci del ma– tauaurio le volteggiano di poppa, a un palo di miglia o poco meno, per Inferirle, non appena possibile. Il oolpo di grnzla >. CARLO E.lULLIO GADO,\ (Per concu,tone tul Circoli, di Cultur4 dl Taranto}. Partitole il tta:llo, la 511Doranon et m.os– .se pii}. Sventolb a lungo il taaoletto mentre Vittorio risali va il sentiero, di.spariva e rtap. parlva col suo svelto J)&SSO, dietro 1 pinastri e le àgavl. Pianse. Non molto, Era donna torte. Non si m06Se più. l11Cire dal canoel· letto verde era per lei un atto tmpoulblle , vietatole da un rituale mapoo, direi, come ae al suo valica.re la soglia del cancello ... Vittorio dovesse valicare. .. la aoglta ... del• l'amore... o della conoscenza, per sempre. Era , la sua, una specie di clausur& voJon. ta.da , con lutto, ch'ella s'era Imposta finehfi dUJ'U&e la dlsctpllna del ttallolo . Da quan– do te erano state riferite certe storte.. oerte chiacchiere, odiava: odiava tutti, tn paeae, compreso Alfredo, U parrucchiere.ondulato. re, compresa la signora Sclaocalup, del re• sto, pettegola numero uno, diceva. varcare, uacendo, la soglia di marmo verde di U– rtd del canceJJlno ridipinto tresco era cosa e più forte di lei •· del suo amore di Madre . Non una volt.a, In quello scorcio del '40, mi fece più ll nome della Carla. Frequen• tavo tutte e due. Della Oarla, certo, pen• sava tutto il bene che una suocera pub pen– sare di .un& nuora: la Carla, a lei, le au• gurava ... tutto ti bene che una nuora suole augurare a una suocera. L'accusa che la Carla le moveva ... era accusa dL.. dannun– zianesimo : pur di str&pparle 11auo amore .., Io aveva indotto a co.scrtvenl volontario nel Reali Equlpant Marlttlm.1... con la le-n del '21!, m~ntre avrebbe potuto att-endere la le• va '23. Per un r1P1coo, per una 1eJ011a da stnp. uponeva il auo ra,uao (auo, clo6 dJ Carla) al rlachio mort.ale della ,uena , mentre lei, Carla, con un som o, oon una parola a mez:zo, avrebbe potuto 1.m.boeoarlo mille volte, ammanigliata com'era. Prefe– riva, la befana!, di vederlo aoendere aan.• ·plnante nel maro, finire dilaniato dagli squali, piuttosto di concederlo «alla vita-., alla sua «desi.lnu.lone naturale •· E la vi– ta, la deatlnazlone, era lel: Oarla . E come e de&Unazlone naturale • d'un allievo m1tra– aUere del O.R.E.M.... era quanto dJ meglio Fu In quei giorni pure che la Carla , ln un momento del suol, reee pa.rtlre dalla fl. nestra aperta sul vtate, tra un eucalipto t l'altro, due delle m11uor1 tra aedte del PQetn : cPlù che l'amore > e «La Olorla •: e captò cosi la 142. contravvenzione di Riviera, per– chè l'Amore fini senz'altro sulla ~sta di un ciuco, e la Olorl• su quella del di lui pa-: drone l'ortolano. Il rhum. il i:hum! Era pia– ciuto tnn to a Vittorio, & Lérlcf. a Natale, alle Palme !, la prima. volta che glie lo ave– va tatto provare anche a lui. poverino I... Ohe luce, quanta luce!, nelle riviere tncan– taUI del1'ltallal Ma l'incrociatore lascerà te rtve, le riviere. con la fiamma. sull'albero , l'incrociatore I... A finestra spalancata. la se.n• ~~::fanc:n~tel~!:':~el ,e ~~:~~~e del- Fi/teri , fflffl arnt the ckad nurn.•, eheat Yo 110 1,10 and a botUe o/ rhum ... Il ritornello del marinai. nel romanzo di Stevenaon. Fu In quel storni proprio , a metà gen– naio '41, che la mla. attenzione aveva per– cepito ... dalle fotografie ph.\ recenti... un ul• tenore avvicinamento all'c impiego•· La. f&• seta del berretto ml aveva palesato il pro. fitto, i progressl del ragazzo: la. progred ita disciplina: Re1rfa Nave: Inforcai 111occbialt: Relia Nave Fiume . hnsal che ogni nome 41:l nave di Sua Maestà Britannica è prece– duto dalla sJgta H.M.S. Hls Malesty Shlp , «Sono arrivata appena in tempo a veder• IO u.clre dal Mar PlccolOI• - Carla anst– mavt.. e La prima dlvlalone mi ~ amata !Ot– to «li occhi, lungo li canale, sa, davanti 1 tenazz:I del castelld . Avevano girato il pon• te... aa. bene... c'è Wl ponte atre vole". Lo devo proprio a zacconetttlM. > (Zacoonet.tl, un contramm1rqllo che le aveva reso poa• albile la sita, fino in fondo, tino a Taran– to). eOaro Il mio barbone col 1allont di oro I... > gll occhi dello. Carla sfo.villavano. Ansimava. «Oli incroctatort con la bandle• ra al picco, in a.sset.to da combattimento> , cosl favoleggiò, «gU equipaggi sehleratll ...> (Se l'era .sognato, magari. ..) eOh ragazzl, ragazzi I..••· Le &I velarono 1u ooehl. Una straordinari& agitazione la. tenev&. rum.avo., Era Il 23 marzo '41. La squadra aveva. raagiunto Oaudo, aveva invertito la rotta. Nave ammlraa:lla. la Vittorio Veneto. RadJo– telegramml di Superm arlna, Roma . davano come avvistata dallo. rlC01nlzione aerea una forza no.vale nemica d'apprezzabile entità: ma l'avvlat.amento rlau.ltava In.Sicuro, l'inter– cettul.one det dispacci radio avversari insuf• Uclente ad ottenere sicurezza. SI, una forza c'era, nel mare. ch e tona fosge, questa tor• za; dove esatta mente dislocata, e donde e dove movesse, era, è ovvio, un segreto ci– trato del nemico: il Comando comunicava In cifra, e in inglese, con Alessandri a, con Creta . Doveva tratt.aral del quat tro Incrocia . tori di Prtdham•Wlppel: Orlon e Ajax , Olouce.,ter e Perth : 36 pezsl da sci pollici contro I 24 da 8 del Trieste, della 3. Dlvi• slone. Niente paura . slcchè. Il durlssimo attacco che la Vittorio veneto aveva subito. aJle UUO. combinato di bom– bardieri e d'aerosllurantl e il siluro avuto a poppa In accostata , denunciavano, t vero, la presenin d'una porto.ere! sul mare . vedu– to n tipo degli apparecchi attaccanti, Swordflah, In dotazione alla Fleet Alr Arm. La ricognizione Inglese a,·eva analitica– mente Insistito suna nostra Squadra , mentre la ricognizione nostri\ non aveva Insistito sulla Inglese. sia perchè la Squadra Inglese non doveva esserci, sia perchè 1 nostri rlco• gnltort non c'erano, la ricognizione Inglese aveva talmente lnslatlto. da raggiungere la oertez.znche le nostre navi da bat taglia fos– sero tre: mellus abund&re quam detlcere. - I due Incrociatori della ottava DMslone (Gari baldi-Abruzzi.) erano vtslbllt dall 'alto, molto alto, data la sagoma, come battle-ShlpS : errore consueto e addirittura dove1"060. Alle 18 aulla via di ritorno , la Veneto dov6 ridurre la velocità . Rlduaae a l&. Sullo. ve• locltà dell'ammiraglia , 6 ovvio, si rltrovb a scadere la velocità. della squadra. Fortemen· te appoppata. da sinistra, la Veneto navta&• va ln ttmona.nlo con le sole due macchine e le .sole due eliche di destra. Aveva Imbar– cato di colpo, dopo 11 siluro, quattromila tonne llate d'acqua: e aveva perduto l'elica di sinistra esterna , Il cui ast uccio era stato colpito a una met.à. n mare, tmmoblle; la luce ancora piena di quel tramon to di marzo Investiva do. sl– nlstra-avanil lo. formazione tWlana , che aveva rotta & trecento gradi, con nancbe1· rtamento della prima divlslone e del sud· detti caccia sulla destra, della terza a stnl · s•ra. La terza erano 11 Trento e il Trieste n Bolzano, o la sua squadrlglta. la dodici, oarab inlere Corazziere Aacarl. In Jlnea sul- e Intorno & nol ,. scrive l'Ammlragllo, e è la aran pace 5erena della sera: Il mare è come una tavola dipinta: riflette, In t-ono attenuato , I colori del cielo In fiamme. Le navi procedono silenziosamente nella dire– zione del sole già. scomparso, e tutt-o indur• rebbe alla calma ed alla serenità, se non cl rosse la Imminente minaccia di quegli 01·• dlgnl di morte *· Se non cl rosse auerrn, ci sarebbe pace: nel cielo e nel cuori. Alle 19,SO I'• Alpino*, ultimo sulla scia della •veneto>, segnala con urge11m che gli n.erel sono \llclnLsslml. Da ordigni di morte non si pub sperare che !'avvicinamento. E' unn man ia deg)I ordigni, si direbbe.. Tra le cortine di nebbia ne1·a del caccia. alle ro.dlcl del coni -luce pro1e,t.ati veno l'al– to. ventagli o lame che sembrano tagliare a rette la notte. prlnclplono a crepitare m!– traglle re. Le vampe verticali delle artiglie– rie contro aerei, I loro cannoni do 100 che orrcndnmente latrano al cielo. Il pandemo– nio, Il dissennato frastuono. • Il romore del– la battaglla », o per meglio dire della spa– ratoria, e copre Il rombo del motori de1ll aerei che si avvicinano alla formazione t . • Immersi come slamo nella nebbia, che è diventata più densa, non vedinmo In– torno a noi se non le scie luminose del t.rac– clantl che si perdono in alto nelt°o:.curltà; e non riusciamo a dlsttnauere se non ad Intervalli 111 Incrociatori dal due IMI, non ostante la loro vicinanza e le loro grandi dimensioni ,. Cos:l l'Ammiraglio . L& • Veneto • esce Indenne dall'attacco: senza nuovo danno dopo Il primo, cl~. ::: suol ufflelnll macchinisti e Il suo persona1e di macchina l'hanno riporto.la a 19. l·'Am– mlrngllo riceve dal profondo In pla.nclo. l'an– nun cio eche le condizioni delle macchine di destra con.sentono dJ aumentare lo. velo– cità fino a 19 nodi,. Il ePola • è stato cclptto da un siluro. SI Intercetta do.Ilo • Zara • : eDa comando Incontri e scontri D0110 " La regina e gli insorti,, Egregio rig. Dire ttore, Me.si /a, tn OCC0610ne del mio dramma Irtne Innocente, Il e Mondo> accanto all 'ortfeolo df C. Alvaro pubblicò una noli– clna a.nonlma la quale ml co– .strln.te a ,crivere a quel ,ett i• ,nana le la. 1eguente lettera: « Egregio ,ig. Direttore , ~ l– l'ultlmo numero del tuo gior– nale ml vie11e attribuito fl /at– to non onorevole di avere .-,1. terato per opµortunl1-mo (e e/OC in olata dell'Anno Santo !) li jlnale della mia commedla Irene Innocente, fntTOdvce11do in eHo un prete che in una prima ste.wra del lavoro man– cava. La ciTco1ta11.a è comple– tamente Jal1a. La commedia e .sempre .Jtata com·~ ora . Rt– t.engo che lei stesso sarà Ile• to di indicare Il nome di .!hl l'ha Ingannata raccontandole la suddett.a to.ndonla >. Il « Atonao • pubblicò la mia tt!:~aén1~Pferl::~i~d~:Ch~ fot l'opporlunl1mo all'Alvaro , 1&0• to campione dei famosi egra– nelli d'l11een10 •· glu.ttomcntc con.rlderoto come un maeitro in materia. Egli aTriOOal pro– digio di /trr pa.tmre la .tte..~a 1ua opitTa (L'uomo è /orte) pri – ma come atto ct'accusa contro U comuniimo e motfvo di be– nemerenta rl.tpe.tto al ftuci- !~;:, ~~~;;a~o~/r~mr,I, ,C:.,d~ mio e motivo dl benemerenza rl,petto al comuni&mo. Sono prove che evidentemente la– sciano traccia nella 1a/ute d1 un uomo, /or&c è que1ta l'ori– gine dl quel costante livore che e la cara.tterlstlca più In– teressante del suoi 1critti. Gra.:te della pubbllca.ttone e eordfall taluti, UGO BETTI Risentimenti di Bartolini tollneaie. Slcch~ la mia curlo – .,,M di cono.tetre II nome deJ bugiardo rima.se lntoddl,Jatta, Allora la.sciai correre. Ma ora, con u.11.'ln.sllte,ua ohe comln – cfa a e.uere ecce11fva, in oe– ca.slone del mio recente dram . ma La Regina e 111In.sorti, è un Alvaro che firma ad otare di accusarmi dl opportunt1mo politico, e per di phi sovven – zionato! E cori mf vedo pro• r.Zrva:''~~to li a tr!~~ 0 ;::co~~ Riceviamo una lunga lettera di una bugia, 0 Jone, Ptvvto di Luigi Bart.ollnt della qua– di una lnslnua.."'lone basata 10 • le, data la lunghezza. pubbll· f!~n;:~~~n~~i/ t:t::nr:a::io~~f! ~~i::~lO~~Uir ~:;~Ut~~C ne :,~:a~1:, 0 : 0 ;::e~':;:~te;,j~ ~ ro Direttore della Fiera , altrimenti della Notte di Me- Un ftero art icolo, d'un tal :~n;Af::::.ns~m"t:ra~tr!~':t: ~~ ::~~s~~b~=n~~ll:c»;it; ver ,piegare quak:ho cosa ~l - .tcu.ta di teSJere l'apologia del cinquanta di.legni da n~ espo • &ti rectntemente, alla Gian Fen-arl di Milano , pa- denl– grarmt quale uomo. Denigrar . ~~rt~~1; ~e::n.,~1:f:t'1 6e!~tl n 1 ":i~ 1 t%nt ~:;~re~ 1$';, egrtgfo Direttore , la CO.!a non .tta con e mf lu.,fngo, mvece. di IUppOTre che Ello mede,t– ma no,i. voglia ,wn pubblica• re la 1eguente mia rettif.ea e dichiarazione. Era u1ta vol– ta che lo, da poeta, &eguico l'a/Orl,mo di Ntetuche seeo,1- ::ot!'c1ci;a1: itrtr,e!: :~:/ 1 ~ coloro che, c/Jettfvamente non meritano rllJ)Osta in quan~ to roppre,entano f piiL bau, arnesi di u11acucino artistico mercantuco: di quel mercan– ti che pagano i critici aizzan– doli contro di 111e,allo scopo dl riuaclrc /lnalmente (u11ava• na 1pe.ronzo.lJ a strozzarmi; coltringencto111l a ,vendite, op– pure a ripiegam.entl dl vele. Era, ad ogni modo, una vol– t.a che · fo, nobile cavaliere, credevo l'arengo arti&tfco e let – terario non com.po1to d'fnf[ni – ti trofftcanti. Ma, a mie nobi – li tpUe, avendolo appruo , Ila limitato a poche, ma sentlu rilpolte, le mie gfrutlf[eatts11 - me lettere: quelle che un r,lor• 1;/i v;r~~'t!dts~rciec'fth':i~:ò ricevuu. E, d'altra f::rte, i :=ir,:ai;ut~~f~riar~ u,,,:~ 1ono ri11lltore tutti eguali. V1 .to110, coslochè, ,ornionl cht. /anno i santi e regalano t, lo- ~tf6t,,';'indfm'::.fe agg,~1e,/;'::c~n~ ti; mentre io ho sempre re• spinto le llUinqhiere propa,tt dl mutuo soccor&0 fnoltratemt da parecchi; le ho respfntt sempre rlsponde11do che me 11e fnftscllio tUi giudiz i eritici pa. ga.tl . Am:I, ed a qua11to pare, ormai la funz.lone d'un eccu • &Ivo -numero df crltld s•~ ridot – ta a quella di mercanteggiare la penna. Bi blio9ra lia di Carlo _Euailio Gadda E. del re&to, I critici Itali dovrebbero la.sciare ,tare 1 ,upposti di/tut dell 'uomo e non .servirti del pretuto df lodare le sau opere per tentare d'abbattere l'uomo lst euo co- Gfu~g~t':;;eg~ued~~e d~f/:0 per.,one alle mie calcagna, elle /a ,orrtdere gl1 Intenditori del– le arti e tul le lettere , nonchè f COnQ,fcftorl dtl ntanegglo. D'altra parte, è aneli,: vero che io potrel smorzare i matu!gr,i• sti mediant e. robu.tte qutrtle: ma ltu clo lt querele ad altrol. Ecco tutto , mentre, egregio Di– rettore, La prego pubblicare la. presente dichiarazione a reW- e ARLO EMILIO GADOA ~ nato a ?dilano il 14 novembre 1893. E' laureato in tngesnerta ed ha ha elitrclt.ato pel' alcun i anni la professione men• tre, dedicato.si al atomalismo, veniva afferma.ndoat intorno al 1930 fra gll ecrittort più sla:nlfle&Uvl e sin• aolar1 del gruppo fiorentino di Solan4 . Nel 1935 ha l'into Il Premio Basu tta e nel 1"2 un premio dell'Accademia d'Italia. Le trecentomila lire e l& medaglla d'oro dol Premio Taranto, usegnate 1U per il ra.oconto e Prima di– visione c11 notte >. rlchlamano ancora una volta l'atten– zione del grosso pubblico su uno acrlttore che ba sempre servito, silenziosa.mente, la letteratura e ohe, out, su «CA.Balà >, Il foglio fiorentino di Piero Santi, dl le• llont di portamento stilistico doJla narrativa ltallana.. Oadda ha pubblicato in volume: La Mado nna def /llo,o/1, Firenze , e Solarla> , 1831. Il Ctut ello dl UdfM, Firenze, e Solarla >, 1934. Meravtolfe d'Italia, Firen ze, Parenti , 1939. L'AdalgUC : D!Segnt milane si, Flrenze, Le Monnler, 19H, seconda edtzJone 19-45 (Quadern1 di Letter atura e d'Arte, 8>. Ha pubblicato fra l'alt ro in rlvtate : Arte del Belli , Poeski, Quaderno I, pp. 60-68. Qum- 1xutlccfaccfo brutto de Vla Menlla11a, eLette.ratu• ra >, 1946 • Incompleto. · Come lavoro, Paragone, 2 (Letterat-un ), febbraio 1950 pp. 8-22. Ha tradotto : l't nnclsco Oòmez de Quevedo, Il mondo com'6, In «N.. 1·• rator1 Spagnoli>, n cura di Oarlo Bo, Milano, Bom– pianf. 1941. pp. 311·390. Alonao Jeronlmo de Salu Barbadlllo, Il viaggio cU #9• geua, 1n «Narra«>rl Spagnoli>, pp. 187-222. Sul particolare lavoro di Oadda, su l'lmpe1no che sempre vi mette, sulle raalon l da cui part.e, molte pagine sono &t.ate acrltte, ma.&slmament.e 1n sede dl recensione del IIU0I \'0lwnl. R&cc01Uere, ora. e condensa.re un gludl• zto aulla sua arte, in poche rtshe, non à taclle. eScri ttore difficile e ricchlsaimo tra I più vivi e aorprendentl che la odierna situazione lette raria cl propon p > come scrlvova Leone Plcelonl, In un lmpegnat.o articolo sul ePopolo , del 25 aprile 10$0,moltissimi aono ancora quelli fra l !et• torl nostri, adu.snll a leg:aere di tutto e di tut-tt, che si ,ano avvlcin&tl al suol libri, e che, avvlctnattsl , abbiano saputo avvertire vlbrulonl di capolavoro. La parola non ti wctt.a dalla penna. a.strat.t.amente, perchè Oadda. pur compllcato, scont.ros:o, irto di motlvl polemici e sati rici ha dato «con la sua &0ffocata lat-anza romantica e la sua insofferenza d'ogni abban dono effusivo, con Il auo li– rismo e la suo. acerba e alquanto stri dula Ironia • (Sa• pegno, uu . It ., voi. m. Firenze, Ln Nuova Italln , 19-18, p. 482) pagine, corno quelle del Crutello di Udine, di eno– tevole valore umano e poetico•· In realtà. molte sono Luttora le perplfl65ltà sut modi e sugli sviluppi dell'arte sua, e ai capisce che vi possano essero degli 5e0mpenal nel vari giudizi del suol crlttcl, alto stes.,o modo, font, che .scompensi stlll&ticl si notano ln o.lcune sue pnaln e. E si po.rla, nl\turalment e, del suo tecnlclsmo, del suo barocco, del suo Ung:uag1lo aulico o dialettale, e delle sue Invenzioni di vocabolario. come della sua «dlsperll– iJone del suo sa:u,nrdo sul mondo •· della sua sofferenza ed amarezza. (Piccioni). Oltlamo volentieri rrn I suol crttlct Carlo Linatl, che pensan do alla tonna del suo umore e della sua sln– ta.sAI ba ricordato U DoM1 e Il Lucinl; Bonaventura Tecc.ht, che parla della. suo. po.&Sionedell'esattezza (e SI potrebbe far vedere a.nelle mcslio come questa pa5'1one arrivi allo. punt lgltoslt.à grnrnmntlcale, con rl!erlmentl a. paradigmi e a !orn\e dell& grammatica, e col rin· forzo anch e n noto a piè di po.glna • In Maestri e amici , Pescara, Tempo n06t.ro , 1932, pp. 199•205 - ilà nelln Tribun a del 4 novembre 1931); Giacomo Devoto ( Ana- 11,, di 1tlll.sttca, In Annali Se. Norm. Sup, di Pisa • S. ll , v, 3, Bologna, 1938; e crr. per questo le postllle del Oadda In «Le tteratura •· 2 aprile 193'1); G. Contini (Esercf~ di lettura Flrent.o, 1939); A. Oar1lulo (Lett. lt. del 900, l'artJfldo st rt.acatt..a. in arte - con le lst.a.nzedell'espres– Firt.nu, 1940, pp . 567-580); P. Pancrazi (Le Mera vi– glie df e, E. o., 1n Scrittori d,'oggf, Bari , 11M2,pp. 303. 308, e poi 1946, Voi. 4.); W. BIM l <Primato , 15 tebbr nlo 1943); A. Boeelll Cc prosa barocca, mista. di modi lllu– sLrl e di modi dla.lettall e gereo.11;un austo macaro11fco per cui la malinconia di quel sentire, passando al vn• allo di una. flloaorta Ironicamente punt11Uosa, diventa eetro, umore; e In cui la tradlz1one della escapiglia– tura> lomba.rdn, dal Dossi al Luclnl, a1ncontra e ta– lora si fonde - nel momenti miglior!, quando anch e sionismo e del aurrea.Jl&mo• Enc. Jt. app. II , 19<18, p. 1012); O. De Robertl s (e ... uno scrittore nuovo ocrlo è. Faclll non si 6 mo! quando sl comlnela, e si porto. una forte promessa ; meno al è d.& artJ.st1 co:mpllcatl, Bjblioteca Gino Biaf;lco dalla pagina Irta e do. un più lrt-o riso. Gndda è di questi, arrivato poi tardi alle lettere , e umoril,'t.O,seb• bene nostro, e wnano, sano . Osserva nelln. oomune real• t-à cose elle a un occhio quieto sCug lrebbcro: e non si contenta. di dirle in una forma spicci:,: le complica, dicendo, con un linguaggio ruvido, acum inato, pieno di i.trldorl. Gli nm:mti delle delizie (o supplizi) del par – lar toscano, chiamati a giudicarlo , gli volterebbero senz•rutro la faccia. E avrebbero In loro parte di rn.• alone. Ma ancho Ondda ha Ja, sua p1,rte. a scrivere coet. E noi gli troveremo un vicino, J&hlcr... •· Scrittori del Nooecento, 3. Edlz. Firenze, Le Monnlcr , 1946, pa– gine 325·329, a proposlto de La Madonna del /Uoso/1. E vedi a.oche di De Robertls , In recensione nl ca,t cllo di UdJnc, lb. pp, 329·334. e Un libretto di guerra asciuttG quant.'era pOSlllblle alle sue esuberanti e Irregolari qua– lità di scr:lttorc, e sottilmente venato di canto tra grlalo e Violetto, se vogliamo esprimerci con I mezzi deUa plt· tura, che al libri dl guerra nnora apparsi aggiunge certo qualcosa, qualcosa di nuovo e, direi, d'lnnspettato ... •> Mn sul rapporto tra dialetto e lingua nello ,;tlle di uno scrttt-ore come Oa.dda <e come Vlnnl e Pea) cfr. lo. post.ma. di Eru1co Falqul eDal dialetto nlla lingua >, nella raccolta «Trn racconti e romanzi del Novecento> , Meaalna, D'Anna , 1950.Falqul ha avuto spe&10occasione di tomaie sullo 11tlle,sulla scrittura, sull'arte di Oo.ddn sulle sue « manlo • ed «ubbie>, sul suo ,.cromntlsmo vernacolo• (e ...quell'alt rn prerogativ a del po))Olo mila• nesc che con.slstc nell'eplt etare e che in C. E. Gaddn sta giungendo a. conseguenze estr eme...>, Prosatori t narratori del Novecento Italiano > Torino. Eina udi 19~ . p, 107; « ...come umore e come fantMln l'lnsoffe renta di o. 11t-o. ngli nntlpodl di ogni demluratn . La sun po– lemica antlurbanla tlcn, antlborghese e nntlburocrRtlcn prende color:! molto più acceal e Irosi...• lb. p. 176: e ...scrittor maccaronlco e 7)(Utlcheur tra I più dotntl >: e ...o.ttraverso Il bar occhismo coagularsi della e succes• slonc cinetica delle immagini >, egli si compiace di por • tare ! dalla esfumo.tura espresslvn piuttosto blandi\ , schenosa. > al cachlnno violento, dalle gergalltà. più pltt-oresc.be ai tecnicismi pi(). astrusi. Pur di aument are t'errtca.cla. e l'Icasticità della scrtttura in rapporto emu– lativo con l'lnsoraere dclln. fantasia . Oo.dda ricorre a oant sorta di &0lectsml, ncologlsml, esotismi, dlRlettRllsml, ira 11latl e onomri.topee. Nè arretra di fronte nll'ortogra• na e alla punte11gtatura plil. logicamente ghlrlbblzzose che sia mal stato dato Incontr are tra I Moderni , In lm· brlanl , Dossi, Lucinl, Fald ella, Panzlnl e Baldlnl. Llnaut vive e lingue morte, prosa e poesia. oro e carbone, u– sonanze e dissonanze. tut.to egli adopera e Immette In una slmbloal dirotta e babelica. Ln stessa da cui è preso , ln18Clnnto, e che a volte sembra. 11tlnper trnvolgerlo ...•· a proposito di Adalgi10., lb. p. 226>. E Sl potrebbe continuo.re . citando o . Bellone! (La letteratura italiana conte-mporan•a, 1940: «C. E. G. che delle C06e più umili e consuete !o. «meraviglie • nei suol periodi mescolando parole nntlehe e modeme con vo• caboli scientific i In wio stile di rilievo ft\ntnstlco ... • e Carlo Bo (Nuovi Stud i. Firenze . Vallccchl, 19'46) ed altrt ancora fra I nOl!llrimlgllor1. Riteniamo sii\ sumclente quo.nto slstemnto fra vlrgolcU.e per un primo ortentn– mento del qunlwique Iei.tore che legga Oadda per In prima volta ed, eventualmente, scandalizzato . non vo– glia capirlo, e cnplre, soprattutto. di che nusce e di che s'alimento. l'arte sua, che è sofferenza o torm,n to e non tutta Ironia, e che pub genera.re equtvoco per chi non aapplo. teg1ere a tondo nella sua na,ura . con,i– glleremmo. per Questo, anzitutto (prim a d'ogni cosa su!ll, ln lettura di eCome lavoro • (Paragone, 2, 19M>, un paz• zesco saggio che può aftncclnr nuove perplessità. ma che pub suggerir l'idea di paragonar il suo modo di scri vere tumultu080 a una valanga. che precipiti a valle, mn che é un autentico e somlgllo.nte - o.nche se oo– lemlco - autor:ltmt.to di un letterato della sua fc,rn (eHo Incredibilmente sofferto, Indelebili Ingiurie ho po• lito nella vita , do. ecrlmlnall narci.slstl •· dal epavoni òcllnquentl >, come Il chiamo nel mio linguaggio In– terno... Ho dovuto costruire lo. mia pensonalltà , se ;,er– sona è. con glt sclàveri d'uno. tra dizione genetica non pura venuti dalll\ querce e dal pino, germanico o gal• llcn: nel duro carcere d'un educntor:lo borrom elo.no -trl– dentln o, dove gli n.ntldotl lnlcnll resultaron o. n volte. non meno tòsslcl della d1sclpllna catech1stlca. Alla. vin delle Oallle. nelle sere di pll\nura, si aprivano i miei sogni di b3nlblno ... ml delizio.vano, al di là degli epl– ronémi del dres.snge, le mlser:lcordl srumnt ure d'ogni gentll ena, e del sottile pensiero. Perduto nel sogni det– l'lntnnzl n: o dissanguato dalln noia o dlmcntlcnto dallo sguardo di Dio: !netto a vlvtrt, nonchè a compren dere, la plat.tltudine del rituale eotldlano. o. fronteggiare la «millenaria malizin •· Dallo spettaco lo d'un a edilità pac• chiana , curulo o plebeo., rifuggivo con lo mie speranze alle qucrcl, al pini. ..>. Per questo a Carlo Emmo Oadda si dovrà voler bene. RENZO FRATTA.ROLO rt~~l!~n~~!.ntr~r,tJ~~~~°"~e~ uomo, nel suo ,ettfmanale. An– ::tchi parlare. tùlle mfe lettere ~~i:hr:::tta'!/;:,ttre~; ml Jacctano dlscmor e, non. ie pubblicano? Pubblicandole, co– stituirebbero il mto monumen • to: co,nprt,e quelle che qual – cuno ha dovuto altaccar&l sul• l'ouo del collo. La &aiuto cordtal11utnCe LUIGI BARTOLINl Roma, 13 genna io I95i. ~rnord.lno.ria susoetltbJ . lii.A di Luia:1,Bo.rtollnl dram- , mai.lzza certamente l'intenzfa. ne d'ogni giudizio che lo rl– guRrdo. come cl sembra evi– dente nnche ln questo. lctter n nella qunle esso esagera cer– tnmtnte la portata. delle con. slderazlonl dell'articolo lncr1• minato. D tono di questa let• tera è certnment.e quello del nobile cn,·nllerc pronto sempre ado1F~5;"~f 1 ifa:::: 0 cnostro desiderio far notare una volta per tutte. che la letterntura e l'arte Italiana non sono fntte di un solo cavaliere e di una accozzAglift di Ignobili lra!fi– cantl. antl , nella ben dUfl:col– tosa esistenza dclln vita lette– raria ed artistica ttnllnnn, ae ~•~lW:,!e~':ns~~~a;,! ::~ 0 ~:: mm,fmen te, lo spirito d.l sacri • flclo e lo. serenità dell'lntel• lettuo.le rapp resentano gene – ra.Jmente Wl discreto esempio di clvllltà.

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