Fiera Letteraria - Anno VI - n. 3 - 28 gennaio 1951
Domenico 28 Genn aio 1951 "" M l~cfol~~~~U>. nmX:!~ rmaio ... E con questo '/... <t <I (t Un marinato ... E questo ntarlnaio C mio ftgllo!. .. > Lt\ .signora urla va. Violent.1 :.pruuJ. come d'un piovasco, di quando m quando batte, •ano ai vet.rl. Non pioveva, no. Paurosi e prorondl gli se.rosei aeu e ondate rc.impcvn.no suue SCOlliCre m– \1lslbill, rute ra dici stesse del monte. Era la casa rossa tra le àgavl: con le pcr~ane verdi, col tetto di arde.sia: con un lato che strapiombava sugli scogli. Ernno gli anni che w1 ronzio crescentA: dent.ro un orecchio, Il slnlstro. ml preparava a quella sordità totale del mede.simo che gli toglie oggi di poter ascoltare checchessia , e non ml impediva allora, ahimè, d'essere Intr onato nell'orecchio opJ:)0$to ad opera delle voci consuete data la perfezione degli altopar– lanti , già allora perfetta. Ma la sl.gnora non urlo.va pcrchè sapesse della mia lnclplentc sordità e nemmeno per vincere con la sua voce 11 fragore inter mit– tente del mare: o per chetare l'Insolente ri– torn ello delle ssfume, sul vetri. Urlava pcr– chè era andata In turln perchè dicevano che e teneva 1n cua un marinato >, e per dlmo– strarml che codesto marinalo era suo figUo, cosa di cui ero perfettrunent.e convito, tan to più in quel momento. L'accusavano, a quel che capivo, d'aver cresciuto il ragl\ZZOper cert i suol scopi... non chiari..., comunque tutt'alt ro che materni. La 5ignora, ml avevan detto, era nata di madre lnglese e solo sulle carte e sul po.s– sapo rto era citta dina spagnola, dato che aveva sposato uno spagnolo, che l'aveva piantat a dopo due anni per and are a com– battere In Marocco. sturo di litigare con lei. Da diciannove anni viveva a • • • nella e&&a ros.sn appena al dlsopra degll scogli, a un grido dal raro : Il cui guardiano , tut– tavia, le dava qualche volta Il buongiorno con una bandierina bianca e bleu. Vlvev11 riverita da tutti, sfott uta da tutti, liti– gando un po' con tutti: beneftcando I po– veri che tra le àgavl e l pino.stri dlscende– vano fino al cancelletto verde, semprechè le parlassero o le chlcdeMCronoti.zie d'u su ftgloèu, si, di suo flgllo. Quello e che U mare le aveva dato >, un giorno. NotWe. ora. Notlzle, le dovevan ch1cdere. Perehè Il ragazzo. che le serviva 11 tl ln guanti di ftl bianco e non anco diciottenne aveva strappnto la coppa Margherita al Vo– gatori Voltrl - con gli nitri sette, si sai - da dieci mesi era In Mnrina . Cl ern nn– dato volontari o. Em un rago.u.o - era pro– prio quello che lei aveva sognnto che rosse... Scriveva che gli aveva tatto bene la gin– nastica, e rompe.re con l'accetta le àgavl lungo Il sentiero : (tutte le volte che un qualche togllone rlsecchlvn) . e E' un meraviglioso ragazzo, Il mio.... Creda... Lei non lo conosce, non l'ha mal visto... •: ml scusai di non averlo visto. e Tutti . In paese, gli vogllon bene. Lo si nota subito. la domenica·. davnntt Rlla pasti cceria Sclaccalugn: è Il più bello di tutti! ... Ne sono 0eral •= gridò. e EMcre In madre di un marlnl\lO: di un vero mnrl– nalo ! di uno che domnnl dovrà rront egglnre Il nemico!... Lei non sa che cosn sin que– st'orgoglio... Esser madre! esser... la mndre ... di un flgllo... cosi nito, cosl torte ... No, non lo saprà mal... per quanti studi abbia fatto •· e No. certo, comprendo •• dissi e .. la ne- rezza materna ...> (Ml guardò con astio. quasi con odio)... e Solo una donna ...>, ml contusi. e può essere... la madre ... d'un ma– rinalo ...> Misi un sospiro, anche, desolato di non poter partor ire mar inai. Soffro di uno strano male davvero: già !lllorn ne sof– frivo: di stran e a &sen.ze della psiche. M'ln– colgo, certe volte, a ripetere le parole stesse di chi ml parla, come potrebbe tare un demente, come tra.'IClnato da una dellbera– zJone e da una forza non mia. Pati sco.... quel tanto d'Impera tivo che U dlsco~ di chi ml parla comporta. seauo ed imito gli atteggiamenti dell'Interlocutore. ne partecipo U sentire. a momenti. tirato giù. nel vortice stran o d'una stran a automaticità di rtrlessl. Uno smarrimento ... un'a.uenza dello spi– rito .. una tota le amnesln. Pure. già In quell'anno , un orgasmo Indicibile s'era Im– padronito di mc: I flgll! I tratelll!. .. non sapevo come chiamarli : trate lll... è vocnbolo che natur almente ml ripugna , dato Il Cllt• tlvo uso che ne tanno tut ti I consumatori di vocaboli. F'1.gll,.. è cosa che non arrivavo a capir che tosse... dato ... che non ne avevo ancora combinati... neppure sotto nome nlle– no. Pure l'RtliOSClaera quella : rrat elll-figll. La R"uerral la l[Uerra adoltal... Non cono– scevo. in mc. I tigli: conoscevo In me. nella mia anima e nella mJa carn e. la guerra: nella mia dkpc raz.lone (e direi nella mia morteL .. la morte di ehi ml era stato tolto dalla 1ruerrn. e ... Pcrchè. vede?. lo sento che mio figlio san\ un eroe... lo san\ ! >, grldnvn la si– gnora: e è un ragazzo che arriva a far tutto ! •· Sapeva rar e il giardini ere. governa– VILlo yacht , ha salvnto una bambin a a Va– rlttottl... e Ha visto le rocce? ... •· e Quali... rocce?...•· ree!, sconturb ato dRIIR nuova Idea. in un accresciuto sibilare del vento, fuori. e Le rocce del sentiero : I grndlni del sen– tiero: per ve.nlr qui, per dtsce.ndere f\no al cancelletto... della Ca.M del Faro ... >. e ... Ah si. nel giardino ..>. e Non è un giardino, U mio! > urlò: e non wno donna da vivere in glardlno t... chiusa In una villa •· e fece una smorna di spre– gio. e come un canar ino In una gnbbla. E' Ja casa del mare, questa: e fuori c'è 11 ma– re! c'è la natura , fuori! e gll spiriti agitati dalla natural-- La scogliera, le rocce..>, Non bastand o le vere, (da ultimo attivai a comprendere). ne avevn ad esse aggiunto di finte: U ragazzo aveva aiuta to alcuni mura– tori a collocarle : imparata l'arte, ne a,•eva collocato altre da solo. e _.Ringrazio la volontà divina >, C081 dls– sc e d'a,•erml dat o per ftgllo un ragazzo si– mile. Ma quella che mc lo hn tolto ... neppur lei lo avrà ...> Era strnordinarla mente pal – lida: sconvolta dall'ira . e Noi Lo sento. L3 volontà dlvlnn non vuole... che mio fl.gllo ml sta tolto! Lei non lo a,•rà. La Marina, lo ha...• e calcò sulla Marina, con qucl- 1•a~nto sint attico cnratizznntc. che è di certe Jl.nguc del Nord. s ·era venuti a un punto... che dnvvero non caplvo più quale di noi due ragionasse , quale ,:taglon85Se. Rinunziai ancol't\ una volta. ,.pertanto, n esternare I desideri che da qualche tempo albergavano In me, cICM! 1 'V&! motivi di quella mia vlslta e delle .,,..i)recedentl (sognavo una camern -st.udJo nel– la vtlla, per l'autunno). come pure a chie– derle nonehè a sperarne ulteriori Indicazio– ni sul ragau.o . Del quale d'altronde. , a par– te I motivi di fraternità o paternità sopra C6post1.non m'importava un neo secco. Ero tutta\'la lncuriosito. e Quella> ... chi era? Mal E perehè diceva che le ave,•a tolto Il ftiillolo? Conoscevo la slgnorn da un anno. Parla· va perfettamente il tedesco. oli.re che l"l.n– glese: le due lingue deL. due-. genitori. Lo spagnolo doveva conoscerlo per sentito dlre 1 per quello che s'era sentita dire dal ma– rito. nel corso del lor lltlgl pre-M arocco n marlto ... credo che lei gli rispondesse per le rime, In Italiano e In que.lln specie di es~ran to paraconlugale che sono, In certe occutoni e per certe donne, le unghie. Sul terreno della convivenza sacra. cioè obbli– gatoria . non lii può escludere che le tre lin– gue sorelle <Italiano. spagnolo. e.spérant o) arrivino qualche volta molto felicemente al– la rima . Mi aveva.no suggento di rivolgermi " lei per delle com•ersuloni In tedesco, in In– glese. (Dentro dl me c'era già quell'altro L A FI E R A LETTE R A RI A GALLERIA DEGLI SCRITTORI ITALIANI CARLO EMILIO GADDA sogno, però: rantasticavo d'un alloggio, di una sedia a sdrnlo, nel supposto paradlso della ca.sa ). Udito il motivo della mia vt<a, ero la prlma. strinse molto termn mente le labbra. lmpRllldl. Ml squadrò da capo a piedi. Non ne volle sapere, delle conversa– zioni. Si disse lieta d'nvermi conosciuto. Parve più serena. M'Invitò a rltornnre per un tè, ml fece presente che In queste cose, cnro professore. g.11studi non vogllnn dir Prima divisione nellanotte stridere della frenata Imprevedu ta ml ag– ghiacciò. La terribile giravolta non tu tut – ta,•la tale che quella mncchlna, Improvvi– samente appa rsn ruor dalla gnllcrln del Ma– rallo, si catapult asse di là. dal parapetto nel vuoto. Nemmeno si rovesciò sulla strnda: In curva era largn, la strada ampia, In quel pwito. Dopo una rotazione di 180 gradi che di Savona, verso cui correva, le voltò Il ra– diatore verso Genovn. un paracarro ne bloc– cò repe.ntlnnment.e In strlsclnta e la fermò finalmente del tutt o: a prezzo della inco• lumltò. sua propria, però, e d'un tremendo acclacco al parafango di lei, al posteriore slnlstro. Il guaio tu che n pochi passi dopo il parncnrro c'ero lo, dopo un salto, nel quale avrei voluto esser gatto, mentre ero semplicemente un professore di lntlno . * nulla: quel che conta è questo...>. e si bat• te con l'Indice la fronte, e ... un giovane marinalo semianalfabeta può impara re lo Inglese molto più alla svelta e con molto più profitto d'un vecchio proressorc rim – bambito ...• Ml dichiarai d'accordo con lei e tln da quella prlma vlslta le diedi sempre ragione in tut.to. torse in consegucnz3. del– l'automMicltà di riflessi: (di cui ho detto>. Quanto all'alloggio-studio per l'aut unno non ebbi ardire Il parlargliene, udita la di lei opinione sugli studi, nè nllo.ra nè Poi: ven– ne l'autun no. passò l'inverno, passò la prl• mavern, nnchè c·ern un secondo autunno alle viste. Ma non osaJ. Andavo di quo.ndo In quando a trovarla. In quella primavera cl tu un giorno, e questo giorno è e unn dllta • (nel senso del manunll di storln pa– trln): e questa data è Il 10 giugno 1940. anno XXII . Come cittadi na spagnolo... e 1)01.... di origine tedesca! le lasciarono la vllln: misero In non cale li nome Inglese della. mlldre che del resto era Finger. An– davo di quando In quando a rlverlrln, con un sogno e con una speranza nel cuore, e con molta paura a manifestarle il mio nnl· mo, che difatti non manl!estnl. Ml piaceva discendere nel solleone ti sentiero delle roc– ce di puddinga, come d'un caro e caldo se pure arti ficioso Presepio: di cui tossi un umile pastore, U piit umile e il più dlscosto, con In sua sampogna. dnllc dolorose ore del mondo. Guardavo nbbngllato, Il mare, le squam me d'oro del suo eamnglio senza pace. Sostnvo lungo Il sentie ro, ad ogni stra piom– bo sul mare. Amnvo le àgavi e le loro spi– ne, cosi truci su quella costa arfocata, nelln plenezz.n del meriggio: ml diletta vano con mille !orme non pens.'lte le grasse piante spinose verde pisello, o verde sot.tnccto, che un gtnrdlnlere sapiente nvevn inserito nella luce e nel snsso, contro 11 sole, davanti al cobnlto del mare: veneravo l'Irraggiungibile guizzo del ramarro che ogni volta, n metà Il sentiero, mi trnversavn Il pnsso come una folgore verde, genfu., locf. Racconto di Carlo Emilio Gadda Il pe7.ZO di paracarro che s'era svitato dnlln sun rndlcc e m'era schizzato o torse rotolato contro un piede, non so come, la– cerò In scnrpn, tanto che ml ritrovai n san– guinare dal malleolo. Ml aveva preso di striscio. Dalla lunga Aprlllll color granato usci, pallldn. una rngazzn stupenda. con una tàz:7.crndi capelll scuri fln sulln fronte ma– gnlflcamentc pettin ati, viventi, e orn, certo, alqunnto esagitati dalla glravolt.'\, che non era .stata quello che cl voleva, per loro. Non ml disse nulla: m'Invitò n salire con un gesto rcrmo e garbato delln mano. con un .sorrlso In cui c'ern dello scherno , o .solo rorsc del gloco:avevo una pnura maledetta, perchè vldl subito che doveva essere lieve cd alnta . in quel punto.~ euforica e messa In volo dal cok-talls. Ma del sangue , molto ml parve, usciva dnlla scnrpa, ml stava ln– zuppnndo Il cnl.zlno. Zoppicavo dal dolore. Il terrore (Ingiustificato) d'un dlssangunmen – to ml prese. Il suo pararango pesto lei lo degnò appenn d'uno sguardo, san, dopo nvcr– ml sorretto a sRllre, avviò, girò 11 volante , rimise in lstrnda In dnnnnta Aprilia, par– ti come snettn: le mie Implorazioni di non correre, macchè. le nccogllevn con delle ri– satine rom. crudeli. Ml portò ,in paese nlla tnrmacla Garlboldl : lvi ml tu tolta la scar – pa, la cRl.za,chiusi gli occhi: lavarono con alcool: mi agguantò la gnmba. lei stes.sn , ml lavò e ml bru ciò con unn mnnata dl ovatta zuppa d'alcool, si, di ovatta dl cui aveva lacerato lei stessn l'Involucro sotto U viso del titolare cstereratto , n cui tolse al– Lresl di mano ln bottlglln , del cui conten uto ml tu prodiga come tosse acaun frcscn. e A non e'/! blsognu dl sprecarne tanto >, disse 11 Oariboldl con la sun voce strnscl– cntn. con gli occhi fuori dnlln test.a. e Non si preoccupi, dal momento che 11le– lo pago subito >, rlbattè senza levnre il capo, e seguitava a bruciarmi, a lavare. Quella che le avcvll tolto 11 figlio era Carla: era nota a tutta In Riviera e In tutto Il Snvonese per le sue costose e re– pentine st.ravaeanze. La sua automobile e crlmin!lle •· I suol mlllonl di nepote dJ plrnt l - (pirati di terrnrerma renn lssl– ma) - accendevano lunghe scie di bestem– mie di strndlnl e di guidator i di macchine lungo l'Aurelia: e Il Oolto >, s'era. lnftnm– mato a sua volta di lettere di protesta di padri di rnmlglln con figlioletti l!Ule strn– de: presso co.rtettlerl e pnstlccerl, nl con– trnrlo, vogntorl e pnrrucchlerl per slgnorn e camerieri, presso garagist i e riforn itori di benzina a,•cva una buona stampa , tanto OA.RLO EMILIO GADDA e Non è Qulstlone di pngare: è che poi si resta scnzn, capirà ...: se ne càplt.a uno al giorno ... > brontolò. Intnnto era venuto 11 dotto re. Non crn una cos.'\ lfti\VC: le ossn, I tendini, Il muscolo, mesi: mn una ventlnn di giorni et volevano. E davvero cl vollero. ~\r~~ \e last~ ~h~n ~~ ~l!a1~~: ~=:~e n:: ,·crttl, la rngazza e la macchina e 11 pro– rumo del milioni erano \'enutl press'a poco dn Blnasco. Prodigio cd ornam ento Insigne di RMera, Incremento alberghiero e turi– stico. omaggio allo splendido mare di Ligu– ria, l'auto della Carla, detta anch e e la mi– lanese> o e la matta •. lii tirava dietro tut.to un claksonnan te corteggio d'altre automo – bili In corsa. Da stag nanti nebbie e dalle rl\'c del fumiganti cana li la matta ern dt– SCC!$a ftno a.I Oolfo, come unn tromba d'aria: dalla metropoli clmmerla ftno nl mare degli Splnohl, del Centurio ne. del D'Orla. JI prefetto dl Savona e Il federale d'Im – perla avevnno finito per doversi occupare di lei. e ne avevano avuto in cambio, e si potre bbe dire ln compenso. l'uno, sposo rcuce. dodici lenzuola con orlo a giorno di Monza. l'altro. amat(lre prestante. quattro pezze di Zegna Ermct1eglldo di Blcll11per quattro magnifici tameurs, senza contare gli tnvltl, Sulle curve e cont.rocurvc dell'Aurelia, là dovunque e.Un svolta e risvolta per non tl- 11lre contro il monte, o nel tumul to bl.\nco del mare oltre le scogliere percosse dalla libecciata, mentre 11 pavimento lltradale si bagna di tutti gli spruzzi ricadenti e delle rrustate alte dell'ond11. nll'usclta da gnlle– rle gocclolantl o repentinamente gelide nel– la primavera, l'Aprilia della Carla entrt\\'a In gara con locomotori te~ rdl, coronati di silenti Iampl 111fronte. Premonitrici suone – rie, la barra calata. bloccavano la Carla al passan t: ma 111barr a, vanlto appena. li Crn. stuono del diretto, andava ad alto da soln, 10 zelo della campanellerla si taceva: l'A– prilia ritoglieva n pa.sso a1 diretto, supc • ravn i locomotori Inesorabili. Alln loro slcure1.zn rotolante o alla pe– santezza sorda Irru ente nella tenebra si nc– compngnava una disperata corsa lungo lo arco del Oolro, la. sbronza leggera e a mo– menu alata della Carla . Che la ragaz.zn, sotto Il pungolo di più d'un Ideale, oltrechè del vcnt•annl. per te– ner cheti cert i ideali o meglio per rar pas– sare certi di!placerl. in certi giorni di par– ticolare umor nero o di più accentata sca– rogna si. sbronzlcchiasse un tantlneUo, que– sta notizia la te.nevo dal barbiere. come an – che da Aldo. lo MlRkcrman della caffetteria Scl11ccnluga. Fu proprio questa medicina o propiziazione seara màn tlcn, un giorno. che ml mandò In Carla per cosl dire tra le brac. eia : un giorno... quando le discipline pre- belliche del Lunglmirnnte non erano anco– ra pervenute a sbenzlnare totalmente le m:techtne, o nlmeno non ce l'a\'Cvi\ll rntt:1 con In Carla, a chiuderle l'Aprilia 1n garage. La e matta >, ml spiegò Il barbiere grat – tando, era bene ammanigliata: talchè... di certi decreti del governo... potevo. pensare che tacessero un'ecce.zlone per lei.... scf4 'a me capfase, lei la mi capf,cc , co' f scagf ch'4 a oà a. prende •u Jrc1co .. •a se ne po ' b4te u belln ... >. Come ciò non bastasse, In prevlslonc tor – se del peggio, d'un qualche colpo mancino del Rinoceronte, la solerte fanciulla aveva Lrovo.to li modo d'Infilarsi volontaria 1n t'a o. Cruce Russa, vnle n dire Croco Ro&s.'\: slcchè, da un giorno o.ll 'Rltro, era cnLru.t:l di slancio nell'ospeda le del Co.vaUertdl Va– razze. dove prCl!ttlvn un cncomlnblle scrv:– zJo. Avevn un unico diretto, ml glurò 11 bar – biere, quello·di sbatter le porte dietro di sè, come unn tolatn del vento maestro. o·ru– tronde. In attesa della guerra. per tutti que– gli lllanzonl c'era solo quRlcbe smagrito ma– terasso un letto sl un letto no. con qualche mosca ln congedo t1ppesa al muri , n.vanZBla dall'estat.e anno XXI. L'Aprilia slittò In curva sull'Mfalto ap. pena vemlcJato dal plovRSChl,mentre muti lampi scmbravnno fuggire a spengersl, Rl largo di Portofino , nelle lontannnze del mn• re. Il sereno, sopra Capo Noli, st apriva. Lo In questi giorni di mia deecnza su di unn scdln n sdraio, un clmlse - longue, molto chlllsc e molto longuc, col riverbero del ma– re sugli occhi e Il tepido tremolio del mn– rezzo sulle pnrctl della stnnzn , In Carln venne quotldlllno.mente a trovarmi. Fu la mia visitatrice Irruente , avrebbe voluto es– sere la m\n pnzlentc. Infer miera: (vlsltate gli lnrenn ll tanto più se llete stati voi :ad azzoppnrll). Il mio pledonc lmpacchett-ato, ruclato. deposlt.Ato sopra un plinto di cu– scini. pnrevn, nel mezzo dello. came.rn , un pezzo raro di Mooro: delle curve ellssol• dal!, ovaloldl, como quelle d'una lngessatu– rn: wt Iperboloide snrclnlforme, bianco. etnl• nente su qunttro cuscini nella luce, nl cen– tro dell'at tenzlono di Lutti. Eri\ e Il piede rerlto>. Carla, ohi lo trattava con disinvoltura : wt salutino appena all'entrare, e come va?> una rapida gunrdata· di traverso, come et può gettare a Wla pentola che dove star sul toco altre sei ore pe.rchè Il\ salsn si con– densi. Poi, poco a poco, la convert.a.zlone 81. nv– vlavn. Lei. con un crollo del capo, o con un suo pettin e, butta va addietro o ricompo– neva. rlpcttlnandoll , i magnl ftcl cape.Ili. Ac– cendeva una sigaretta. Poi, poco a poco, Gadda: una sostanza modificata d ll'interno La sua grande bravura è nel linguaggio capace di rendere la cresc ita abnorme delle situa• zioni; il pericolo è che que sto linguaggio divenga il despota incon ti·ollato di un delirio Carlo Em ilio Oadda. A è stato attribuito po– chi giorni fa, come è noto, Il Premio Ta – ranto per la nnrratlva. Una giuria evidente mente troppo eterogenea, e sensibile in al– cuni di suol componenti di ln!luenze palesemente extra lett erarie che dcpr eehiamo, ha preteso di diminuire l'lm– porton.zn della. manif esta• zJ.one sottillunndo rlno a di– chiarare: e non assegnato., Il premio, e decretando Jt\ corr espons ione di tre cento m11a lire n Gndda. A noi preme subito saluta.re questo scrittore come il vJnc11m·e vero e più che com•tucent c, non già e non tanto a suo onore. (chè egli pu~ cin– gers i di altri tltoU1 rua 3 vanto del p.re.m~o ste.."50. Il primo libro di Gndd a tu pubbli cato unn ventina di anni ta: e La Mo.donna dei tuosofl > <Solarla) un.<\ rac– colta di rncconti, se co.sl 51 può dir e. o meglio di pret.estl. di Imp ressioni, di dl·:aga.tlo– n1 che dettero subito la mi– sura della suo. arte anche se non l'esatta deftnl z!one della sua perso nalità. Dll al– lora altri tre volumi (ed uno esemplare) uscirono nelle collezioni di scarsa ttn.t .uro di e Solarla> e poi di e Let– tera.tura>: I e Disegn i mt– Innelll > dell' c Adalgi.:,a > ap– parvero. ultimi lo volume, ne.I Quaderni Le Monnler In prima e seconda edizione ; quattro anni fa uscirono al– cune puntate di un romanzo di ambiente romauesco sulla rMst.a fiore ntina di Bonsn n– U. Negli ultimi tempi si è vi.sta spesso la ttrrun di Oad– da sulle rivl.ste e Pnrn gone > e e L-A >, e parttcolo.rm cnte segnaliamo uno scritto dal titolo e Come lavoro> . Un autor e. perciò, di tan– ta stima. e Interesse da par– te della critica e del lettori di gusto, di quanta scat·sa dltfuslo ne tra t comuni com– pratori di libri. Scritto re dir– flclle e ricchissimo . tra I pn.). vJ\'l e sorprende nti che li\ odierna situazio ne letteraria cl propong a, dei ph) lrrego– larl. Imprevedibile al punto da mandar e nll'arta ogni ra– gionata. previsione sul suo conto. Chi abbia con lui tn– millnrità e confidenza lo co– nosce Umldisstmo e riguar – doso tino :allo scrupolo. ce– rimo nioso, tor se, e sch ivo; chJ legga certe sue pagine avverte 11 tumultuoso di.sor– dine di una mncehlna ad nl– Usslmo pot.cnziale (che rea– lizza poi secondo una inter– nn misura ) oppure l'ira di– struttrice e fin troppo per – suasiva di un vulcano ln eru– zione. Ma. potrà essere smenti to da pagina a pa– glnn, da Introduzion e a te– sto, da. pezz i autoblogrnflcl a racconti, da pagine ad an– nota.zJonl. Se ne accorgerà chi riprenda a leggere 11 ll• bro di Gadda. torse piO.svolto ed unitario <certo scritto con la ma ggiore parteclpazlone e una. fiducia. ancora, che ln– dlrtzzava la ricerca anche verso l'osservazione ed am– pWJcaztone dei dati obbiet– tivi della vita, del panorama, )f di LEO N E Pl ll lO N J del rapporti ed affetti uma– ni, mentre l'iro nica o pole– mica lnter prctazto ne che già si insin uava . il genera le scon– tento non era allora doml – rumtc , non lnturiava >. quel e Castello di Udine • che è. a mio avvlso, uno del più alti Ubrl che siano usciti ln Italia dalla guerra del '15-'18. SI vedano qui gli scompensi tra ln premessa (e Tendo al mio fine > > e Il testo e le note e la seconda par te del volu• me (e Croc iera mediterra– nea>). Scompensi. si badi bene, di stile, o megUo dJ mezzi stilistic i. cioè diversità dl scelta ne.I tes.,uto lingui – stico e cUtferente adegua – mento del med e.simo alla porzione del rea le che si prend eva In esame. Scom– pens i sttustlcl che sono 11suo stile: termine vasto e con– clusivo. somma di tu tto Il lavoro e dell"unico problema che Il nostro scrittore si pro– pone . A parlare del suo baroc – co e poi del suo ora scarno ora gonfio tecnicismo, a dire del suo Ungua.ggto auUco o dialetta le, milan ese o roma– no o toscano o composito. oppure delle sue lnvenzlonl dJ vocabolario <un vocabo• !arto sempre vivo nella rlco– stl'uzione complessiva co– munque riacquisti le sue pa– role) non si indicano che parti , elementi , sezlonl sLllt– stlch e di un suo più vasto procedim ento. Ondda par te dal centro di un nucleo reale ed esatta.– mente dcl1neato nel suol con– torni: lnizja. la sua avven – tur a nel pleno possesso del ter mini di verità e di vero.sl– mtgllanza: poi di li tanto si muove e lnventa, to.nto si preoccupa e si sugges tiona , tanto propone e Inte rpreta, tanto si insinua e scava ed Rmplla nelle dlrcz.lon1 più varie, sino n modltlcnr e dal – l'Interno la sosta nza stessa e la forma della realtà che vedeva. La deforma, la gon– fia oppure la svuota e dis– secca. procede ad un nuovo to.gUo dei contorni e del li – miti, si pone su un plano di fantasiosa tnvenztone, la.– sciando però a chi legge la traccia di quel suo ma nieri– stico procedimento di inver– sione. E ne risulta una do– lente verità um ana. Natura lmente Il mezzo principe che Gadda possiede per questa co.struzlone totale è Il linguaggio; li motore è ben altro. E' l'Ironia che guida ogni sua parola. e at– to, è la ribellion e controllata ma mal sopita, è l'amarezza. del suo giudi zio compl essi– vo. la dlsperaz!o ne del suo sguardo sul mondo . Ho sem– pre diffidato di chi mani- tes ti diletto , e soltanto di– letto. alla lettura di Ondd a perchè egli è lo scri ttore più amaro che oggi lo conosca in Italia., pcrchè In lui non è alcun complaclmento, ma vera sofferenza . Scnmpo cd evasione egli tro va solo nella suggestio ne che In lui Il lin – guaggio esercita . Una evasio– ne rormale . dunque, e qui è il suo rischio. Se U e Castello di Udine > SCB'tlò U termine più alto e fer mo del suo primo rivelar– si, certo l'c Adalglsa > è 11 li– bro di maggior respiro . di più viva esperienza, di abi– litò. maggiore: 11 llUOcapo– lavoro . E otteneva ancora dalla osservazione ironica della realtà e del co.stum1 sii effetti e le sfumature più sottili, più persuasive, l per– sonaggi più caratt.cristlcl, le paglne maggiori. Chi scor– der à e 11conccrt-0 del cento – venti professo ri >? Ma poi col romanzo roma– nesco uscito per qualche puntata. su e Letteratura>, e Qucr pasticc iaccio brutto de via Merulana >, ecco l'iro– nia vestirsi di Polemica verso effetti di grande rilievo, tra– scinando però talora Il lin– guaggio ad eccessivi tumlsml e ossessive esercitazioni. OP• pure a una sua veste trop– po apertamente mancante di pietà . Oli ultimi sparsi scrlttt di Gadda. si confermano ricchi e movimentati ma tali da a!– tac ctare nuova perplessità sugli sviluppi dell'arte sua , sul suo estro, sul suol ob- biettivi. Come se in quel par – ticolare procedimento che ri– cerca la crescita abno rme delle situ azioni proposte non tosse più. una esigenza uma– na n guidare Il linguaggio, ma. al contrnrlo, caso stesso despota. incontrollato di ogni sviluppo: un a sor ta di pazzla lette raria <e mal una cifra, contro li parere di alcuni> le premesse per un delirio dl emcae tsslma e persuasiva drammatic ità. ma tonte. al– tresl, di sgomento. Cl torna in mente ora e li cast.elio di Udine> , le pagine stra.vaganti della prem essa e l'unità del cinque capitoli: quasi che l'aderenza a una vicen da da narrare eserciti auto maticamente In Gadda un con trollo ma ggiore e una esigenza fun zionale nel con– fronti del lingua ggio, e la di– vagazione. Invece. lo esa lti e lo esas peri. E' che, diva gan– do. 11 nucleo vero nel quale si POne all'Inizio da ogni sua ricerca è la prima persona, l'c lo>. per semp re subito fuggirne scontento, lnsoddl– sratto. sgomento, senza tut– tavia volerlo dare a vedere. Ma forse dalla ma turità. di Gadda si possono atte nd ere ancora. I frutti migliori. la perfetta tecnica che possie– de. gli Interessi vasti. vari e umani della sua personalità . uniti ad un equilibrio e ad una fiducia che certament.c potrà riacqui stare. possono darci le pagine narrative più rllevantl di questi anni. LEONE PlC OIONI Biblioteca Gino s·anco Pàg. 3 principiò a conftdarml le sue pene, n dlrml del suo amore, dc' suo! drles. Non era certo per mc, quest'amore: come non ero IO il dispiacere per far passare 11 quale tracannava del Pcdronl. Dopo 1 primi giorni ml portò a leggere alcune letterlnt dell'amato: torso nell'Intento di distrarmi, !orse perchll volevfl ostentare anche a me, Infermo, la bellezza e In e qualità superior e • dell'amato. A poco, n poco , ricostruen do dal dati le lor cause. le loro connc.sslonl, ricol– locando In un ordine certi tatti solo In ap– pnrenzn dlsglunU, avvicinando nomi. e volti, venni a confermarmi nella mia nozione, a lntegrarln In una storta: cioè n risapere da le! quello che Aldo e Il barbiere m·avevnno già raccontato a modo loro, quello che l\ve,•o colto, passando. dallo bocche di tutti : daJ barcaioli radunati a crocchio, la domenica , le mani In tasca, davanti alla pasticceria SclaccRluga, oltre la palma, allorchè la. ve– devano passare di volnta. <Dan·autor ltA e dal buoni alrnbetl del vigile aveva oramai estratto , in un anno, otto contravvenz ioni. Dopo ogni contravve nzione lo prendeva sot – to braccio, e quasi ad estern argli una dove• rosn gratit udine volevn pagargli un cognac. n ,,tgUe prendeva un cappello da non dire. Il cnppcllo ottavo le valse una denunc ia per tent.Ata corruzione di pubblico utflclal e: ft.n– chè non intervenne li prefetto ). Dopo le prime visite le si sciolse la lin– gua. Sbrigato con un semplice sguardo Il pezzo raro sul cuscini. diceva: e Io le ho tolto il figlio? Che figlio? E' matta .• CMI so,n,enno che lei pure la chiamavano la matta) . e Prima di tutto.., Vittorio... è tanto suo figlio quanto è mio. Perchè glie l'han – no lnsclflto davan ti al cancclllno , a strlllare dalln fame, che aveva un a.nno s1 e no: che a momenti glielo monglavnno I topi ... Sa, quel topnccl della spazzatu ra. Mncehè .zin– gara! Non s'è mal snputo e.ho le zingare ... abbandonino i 0gli n quel modo, ma le par possibile? Sono piuttosto loro a portarli vta a un'altrn , se gli ra comodo,... o se gli man – ca 11 bambino . Olle l'ha lasciato li qualch e vagabonda, una qualche povera diavola di chissà dove discesa, una che non aveva cosa dargli , e non poteva portarselo a Mar– siglia ... chissà! L'unica cosa certa è che è un meraviglioso ragazzo, questo lo deve ri• conoscere anche lei... per professore che sia ... >, e Io.. non l'ho mal visto>. e Voi professori non vedete mal nulla di quel che è vivo. Solo i morti v'interessano ...> e Beh, I morti . cert.e volte, sono piil vivi del vivi...>. e Sflrà. Non discuto. Certe volte... SI, tor– se. Certe volte: non di Vittorio, però: che l più vivo di tutti I vM; e di tutti I morti .., • Una subita tristezza le passò negli occhi: negli angoli delle labbra . torse, un trem ito amaro: come delle nuvole n primavera su verdeggianti frumenti. Guardò verso la fl – nestra, verso fuori, dove doveva esserci Il mare . e Quella vecchia mentecatta sostlene che è Il mare ... che glie lo ha dato... Ml dica lei, professore , se n mare può mal aver in– gravldnto una vecchia .... pazza. per giunta .. > e Vent'anni rn non era vccohla... e nem– meno pav..za. mngarl ...>. e Vuol rnrc la dannunziana . A questi luml dl Junnl > Al:tò le spalle. e Recita d'Annun– vJo sognando: o gioca a farci ln sonnambu– la. Io l'ho avuto dal marc i n mare me lo ha dn.tol Povera scemai Con la sua entasi di cretina chi crede di poter persuadere, ml dica? ... In tanto, noti, n cancelletto, è voltato verso tcrrn: contro un sasso. cont.ro Il mon– te: proprio dRlla parte opposta del mare : nnche per raro della letteratura , ml pare a mc, è preferibile voltarsi dRla parte giu– sta . Una mattlnn l'han trovato Il, quel fa– gotto, dorato appena dal primi raggi del mncaco •· Volevn dire del sole: era Il suo modo dl esprimersi. e Povera creatura! ... chlMà la fame ! > e M'lmm9,IJlnO gli t;trillll mi par di &en• tlrlt ancora, dopo dlclott 'annJ, gli lh, e 1U ahi ... lei e le suo tre serve dementi ... n marito lo ero.appena scappato ln Marocco.. > e L'ho sentito... Avevnno degU afJart In Mnrocco.... > e Nessun n.rrare: a!Lro che metter OlbU– tcrra tra .sè e lei...> e Lei lo hn raccolto, dopo tutto, lo ha tat– to battezzare ... ». e No, niente bnttcsl mo, perchè è turca: e perchè l'avevano già battezza to..... chisù. chi... > La. voco le i.mori, chinò U capo, rt– tlcttè un nttlmo , seria. e Beh, sl, l'opera buona. l'avrà ratta , Jo ammetto . Lo ha tenuto , lo ha Ingozzato di P&Pl>C fluo a tarlo vomitare. Lo ha velltlto, lo ha calzato , lo ha mandBto a. scuola, dove non ha Imparato che scemenze...> e Oli ha Insegnato un po' d'Inglese... Oli nvrebbc Insegnato li tedesco...>, obleLtaL e Non lo ha adottato, però .... E allora che flgllo è? Adesso. che è un pcu.o di glovanot- ~~11~;!~ de~sg glro~ ~rr:lc~~':. :m ~ !r: a~ scivolare ... O11.asons, n'appuyons polnt ...>. e Non direi, 1>lgnorlnn, le I>OMo garan– tJrc...•· e Garantisca qualchccos'Rltro a qualche– dun'Rltro .... DI certe storie ... voi profeS&Orl, benchè professori , non ne capite proprio nulla ... E poi Aldo è mio... Ho avuto la sua .promc&aa... )}er sempre ...>, e Promessa da ... >. e No taccia dello spirito. Promesse da marinalo quelle sl ranno nlln Madonna, den– tro la tempest.a. col verde di ootto, col fra.n– gen~ In coperta ... Io non sono la Madonna: è plu probabile che sia 11 diavolo, Invece, un diavolo che ha cambiato sesso... > e Lo credo. Il mio piede ne è più che per– suaao... >. e Lo accmmno, In paese, di !Rrsl montare dRllc belle donne! DI Rver un debole per le donne generose! E le donn e generose, lo crede?, saremmo lo e la megerl\! Povero n– gllolol caro Il mio Vitto rio adorat.<>I > e ba– ciò un qualch e cosa, come un'lmaglne d'un Santo: ma doveva. es.sere più verosimilmente 11 ritratto di, Vittorio. e Ma guardi se è possibile, guardi lei!,... se un rago.zzo simile può tarsi mantenere dal– le donne!. ..>. E ml squadernò sotto U no.so una qua– rantina di fotografie di Vittorio, che me lo prescntnrono, l'una dopo l'altra , in ogni foggia penllat.a, Impensata: le fogge splen– dide di giovinezza, comunque: a metà busto , soln testa, Cd Intero: nudo e vestito : vestito In borghese e vestito da. marinalo . Con la tuta. In bicicletta . Al tennis. Tra u scogli, sorridente e cnlmo, con una canna da pe– sca: di cui solo Il primo tratto era conte– nuto nella rotograna . Era certamente un ragazzo magnifico. un volto e un corpo da e campione della stir– pe>> da pubblicarne le fatte zze o la tonna sulln e Difesa della razza>, a lato a quelle d'un negrlclatto lo camuso pubblicate nella medesima pBglna a cont rasto. L'aveva e for– giato> o per più ltnllano dire fucinato ov– verosia scodellato In su' mamma, zingara o no, ma WlO. vagabonda d1 sicuro. Una certa stizza Invidiosa. m'aveva preso, all'Idea di dover tributare omnggt, per mero obbli– go di con.esta verso l'amatrice, a quello sconosciuto minchloncello: poi, però, le to– t,ografle ml disnrmarono. Biondo, alto, li felice nttlmo della sua vtta corporea un ob– biettivo d'occaalone aveva avuto ln destrez – za di coglierlo, slcchè l'lmaglnc SCI ne ar– chiviava, oramai, nel tormentati archivi del cuore della Carla. Ln celere guardata della macchina totograllcn lo aveva raggiunto durante disciplina, In eleganti impegni del– le muscolature e delle torme, t.ecnlcl o gln– nlcl: sulln tolda d'un cacciatorpedin iere o di qualche CO&adi simile. Dal vtso, daall occhi, al d!Mpra d'Qitnl attrattiva pl(l pro-
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