Fiera Letteraria - Anno V - n. 34 - 3 settembre 1950

Domeni ca ~ scu enìb rc 1950 LA FIERA LETTERARIA Pa11ina 7 GALLERIA. ]DEI._ GJOVANI IV1US[CISTJI M IO ZAFRED ITINER ABIO Not a biografica F ~r~c!:;.::.:.~ 1 ; :~~ • . ~ r.'~ùn •~· ~t 1 ~0~· 1 i."tr~ RA le più solenni sgob- SI Nf o N IAPER TRI'"'STE Trieste1asentiiinZalredap- ~c:~{~:::i1~f ;rrf L :1f~f.:~~~:r.~r:::~~r~i ::~~to1:i~n! e>ia~1: ei~ ~~~= dedizione attiva, ,,quale ml che e cl strapp a dal nostri PlC- ne di causa, e talor a .:on una ~~t! 11 :1~e~d~f t~~t!~ !; 1 1nl:C~ti '( 26 luglio 1950 > del e cr:.ntl ramm emorava certe sfaticate coll dolori, e ci fa suoi, e ci fa certa eco nella. voce. opachi dalla veglia saluta u .di novembre> (sette liriche sotto 11 solleone lungo 1 vJot,- fr~teJll_di ~utt-ele patrie •:!lm- Forse suggestionato da que- custode delle chiavi che apre di Montale) di Mario za!red , toll cars1c1,·senza un mo d·ac- battute>. .- stl pensieri, vidi In quell'ace!- il magazzino attrezzi>. So incluse verso la fine dl an qua, senza una .tregua verde. Male di Tr ieste , che e poi dentoso pianismo dei e Canti quanto Zatred sgobba, nella ciclo lirico di contemporanei E ravvisai nelle Uriche di Ma- davvero male In tanta roba d1 di novembre> , gru, Ponti o sua stanzuccia con I suoi at- glf!0~8t eria za!redlana m. SI ~. 1 ·~-n~~~tom:i: p~ia:~:: ~r; ;f :i~ 0 :~~1m::; :gN~~n:~ ~a1: 1 b1~tr !eW•1~:~1~a~r:~; t~:~~~UE~u~gl~~~b~fvosg: vs~~~ presentò, al suo primo apoa- mare, assai più vlno e terra- una. cel'ta d!!ftcoltà. dl espri- Pazienza, ma Za!r ed e Trles~e nel cantieri attorno gli scafi rlrc come un blocco informe no >che dl Liguria. Nella scor- mer•., 1n una tendenza al ra- mi parvero davvero affatto rossi dl minio. Batte accanito di Pietra dura, ostlle, quù. e tfcata e a!ta stellata pp.rte pia- glonare pignolesco e arido. A conglobati nella storta del le sue e brocche> e batte drit– là solcata da fenditure, as;.ira nlstlca, In qualcosa di tan atl- cui tuttavia qualcuno sa ov- e Canti >. E a un certo mo- to : la sua nave !llerà dritto e allontan ante tn una sp2cle camente Insistente, di ro·,t no- vlare con la caparbl.l volon- mento vi camminai dentro sul mare. Cosl appronta, l'ho dtr.bbagllo solaré alquanto ta- sament e testa rdo, di comola- tà, Corse acuita plU nelle aros- comodo, o megllo in una Icllce visto appront are , la Quarta stldloso. La definii senz'altro cluto spirito di contradd 1 zlo- se e poliglotte società commcr- scomodità, come quando da Sinfonia. Che debba giungere musica e calcarea> , cat·slca ne, scoprii senz'altro algul\nto clall, nel corrldòl delle azle!l• bambino mi divertivo in Pun- a una piccola !lotta slnlonlc a? appunto, e ben più e dura> di noi tri estini, ma triesti ni è assicurative', nel cantieri e to Franc o a camminar e !ra Non ha ancora ventott'a nnl !;:c:~~ : ·r~~ f:aénod~l ~~~ ~~,~~~~~o c::è~:O~~e~lt !~~= ~~~e n!t~ :rld~t~t :f 1gn;,~or~ '. ~~: ~~ l~~J~n ·gu! 1~~ga~I.' ~f1!1~: 1 t'1~~~n~~v6~~ ;~:~;~ çti quella, U confessat a cttazlo- sco In una e gosttlna d1 Ba- Italo Svevo insegni a ~ropo- cinta di zibibbo dai sacchi rl- davvero far cantare Trieste ne slataperlana di cinque Jnn, sovlzza, quando nella ser.l or· slto. Caparbia volontà, cne !I- gonfi presso gli hangars , ~ at-- att raverso la sua macchina dopv, della Terza Sinton!a mat inoltrata, con · gambP ntscc per aver rnglone •m che tendevo l'arri vo del e V~sta> sintonica? (e Canto del Carso:,) . La v:>cepiene di chUometrJ, di dtscor- senza ragioni lampanti, quan- da Istambul, del e Cleopatrn > Trieste oggi, decapitata dal ·vagava sperduta come un rere a scatti e a mezze risate. to piuttosto coUa metodica In- dal Pireo, e del « Rosandra > suo retroterra , vive alla. glor– c cantar e di ubbriaco >, e !'a- contrappunta ti talora .:a 'lCA.1- ststenza, colla manovra spa- da Yokohama. natn , di elemosine e di speran– sp:·ezza di Montale, si 1rrls:I- che coretto di contadini di zlata, a raggio Potente e lon- 1 • In quelle curiose angola- ze. Guarda dlf!ldente al .suol diva addirittura in certe tra - lassù. tano . Par late a un triestino ture di cielo squadrate dal artisti. e non sa gran chè dl !UP. irresplrat.e ' In un ?SCil• Le lirich e intanto ml peae- di sottlgllezze letter arie, e retlcolatl potenti delle :p·u al- essi. Essi se ne scappano. ,\ un lare lmbronctaio !ra acu~l e tra vano nelle oS.Sa, ne ~ro n presfu,Io tmPanieretc ncil'!m- t.tss!me, torse pencola ~n :i.mu- certo momento, per non mo– gravl, In un segmentarsi aP• poco a J>OCO, ln un lento, '1111 bo.razzo più disarma~. Ma di- sica inverosimile, un tentati - rlr:?. Ma lei non scappa da puntlto , quasi un gra!!lan !ilcuro processo di ass.orJ:>lmen- tegli di ponti, di gru, d i nnv: vo di musica qua.le è soltanto, essi. E tanto meno da Za!red. vocale, plù che un vero canto. to, imbevuto per ... ::ne. Er sugli scali vernlclatl di San !orse, 11 ciclo del e Canti>, che E dico e lei >, non tanto la sua Ma 10. lena del lavoro lnve- forse Il male di Trieste , di Marco e di San Rocco, e 11 oggi Marlo hn ln~ubblamente gente di ogal, torse un po' &tendomi, e scaricando::! :..: quella piccola patri a. a cul, suo viso sl lllumlnerà. e c. superato? Ma vi e certamen- sbandata e !In troppo !rnm– tro tutta la miglior volontà per dirla con Slatape t·, -r \'O• parlerà di s~o padre, che e nn• te Più Trieste che nelle pun- mista, quanto Il suo umore. possibile. conquistai la mate- gllamo bene per l'anima In vigava col Lloyd >, e parlerà genti « Poesie croat e> per so- la. sua leggenda. , ria, 1n una specie di brutale tormento che cl ha data> , e di terre lontane con-cognlzlo- prnno, !lnuto e viola. Ma.tutta CilULIO v1ozz1 iblioteca Gino Bianco Non'si p11ò ·pathu-e cou 1n·ems10ue cli una "scuola ro– mana,, IJer 11011 couf'ondere con 1111 raggr uppitm.-nto definitivo i pittori romani IJernascita o per elezione Del pittori emllianl va se– ,na.Jato DlnO Lanaro (un 'fe– neto che rialede a Milano) lo. cui distesa capacità • poetica al filtra In paesaggi .rlposatJ e quleU, tra\'ersatl da• un ,morbi– do re,ptro , elaborati• con un omore del mesUe-re-che non po– chi fra t gtonnl pouono ln - vldiargll. · Pra alt emlllanl veri e pro– pri ·ricorderemo la pervicace te– nercua e ostinazione di Rlchet– U, l~oroaa contempluione di Bertocchl (ll quale continua. sulla ■trada dl certi ottocmtl – aU bolognesi e Il cUl amore del paesa1rto diventa flno astrat – to nel ,tuooo elettl1co del colo– ri), la aeecheua di Bruno Saet– ti , ablltsslmo negli tmpaaU, ca– pace dl ln.Soapet\8,te profondi tà poeUche e del tutto libero da lnRuense e gluoco di tendenaa, la senalbllltà di CoIT&do Coro.z– u. e le opere, lnoltre , del Mar– iOW, del manto vano Luppl, del Santacrooe e della Rluo 1 I. GARIBALDO MARUSSI A IT A1'1GIJARDIA N EL L 'AR TE SACRA (Continuaz. dalla I. pa.g.J postezz.-i e lsplrnzlone tt\ll cho ricordano I nostri trcccntis tl. n Vletna m (Indocln al è pre– sente con un certo numero di opere che p.irteclpano della tm – dlzlone Indiana e cinese. Nol non slamo entusiasti delle pit– ture del più fnm0&0 artista mo– derno di quel p:i.cse: Lc-Van– Oe. Troviamo I suol quadri di– gnitosi, ma manierati e man• canti d'un profondo senllmen• to rellgio:soe pittorico. sono ln– \'CCC d'un grande Interesse, ma non possiamo dilungarci a Ulu– st.rarle, tutte le conquiste del– l'artlglanato in Indocina: lnc 4 che, lntngll In legno, porcella– ne, tessuti. suppellettili dome– stiche ed eccle.sla.sttche. In tut• te le pitture Indocinesi di de– rivazione occidentale. spcelnl– mente parigina, rtscontrlamo Il prevalere del problemi tecnici e delle ldeogro.rle europee a de– trimento dello. forza espressivo.e rapprcscntaUm del soggetti re– ligiosi, che non cl sembran('l plttorlcnm cntc riusciti . Fra 1 rep:irU delle Flltpplne dello.Coren, dcll'Indone.sln e del• l'Afrlcn Settcntrlonnto. ricor– diamo particolarmente ti dipin– to del Trittico della Mo.donna con l Mnrtlrl coreani. Abblnmr– lelto (non ricordiamo do\'e} che Il popolo corea.no non ha nes– suna carnt terb tlca etnico.In co– mune con I popoli dell'cstrem,. oriente, ma piuttosto qualcoso di consanguineo con gli unghe – resi. Cl hn colpito cosl la so• mlgllnnz.. '\ di certi co:,tumlnl d! certi colori ,•l\'ncl (specie I ver– dl} con quelli del rolklorn un– gherese. La Seconda Sezione della Mo– stra è rl.servata. alle altre re– gioni dell'Africa, all'Oceania , alle popoladont nordiche del Cnnadà e ·a quelle primiti ve del– l'Amerlcp. 4'tlno. . TUttl questi reparti e.spon.gono opere d'un grande Interesse arusuco. Spe– cie rra I primitivi ,·edlamo spo– sarsi, cor:. una forza· artistica e una effteaclo. rnp.Prescntati ve. nctevoll, I modi stiUstlcl del ,•a– ri ;,aesl con gli alU contenuti ieJJgtosl del cattolicesimo. n reparto del Congo Belga è, forse, Il plìl ricco e Il pi~ ,·nrto dello. Mostra. Abbiamo nmmlrn– lO sopratutto In st.raordlnarin e Vin Crucis ~ dovutn n1 pitto• rl Plllplr l, Mkulu. Bela e llu n– gn. I quo.Uro nrtlstl hcmno di– pinto contcmporanenmente eia• scun quadro. Questi primitivi , cosl ricchi dJ fc\ntasln, pur con ,In loro n.sse1un di prospettiva e con le loro sproporzioni, SO• no riusciti n darci del piccoli mlrr.coU di sentimento religioso ~r.urJgurnto.sl In opere d'arte dalle grade,·ollsslme armonie , nelle loro dls.wnnnze. QunnU flr• tlsll astra tti d'Europa cd Ame• rlc:i snrebbero felici di aver di• plnto quelle vaste cornlcl de– corath•e di cui è adorna ognl Staz.lbne di quella cVln Crucis>. e qunnU e: fauvcs,, sono supe– rati dnl quattro sunnominati con le loro altro fcst0$Ccompo– sldo nl decorative di anlmall e rtorl. QuesU dalla naturn sono stati suggerlU, ma sono stati poi rlln ventati con fnnta!lc composlth'e e con accordi to– nali da quesU nrtlsll prlmlltvl , \'ernmente orU.StJ. Qui bisognerebbe lllusb-arc anche le preziose statuette W metallo dl cui è pieno questo reparto. E bisognerebbe SCl'lve– rc del grnndc ,-alore espressivo delle \'Mtc compo.,lzlonl pitto– riche ablaslne, ma cl manca lo spatlo. A propo.,lto dell'Arte crl.stlana del popoll prlrnlti, 1, cltlamo questo brano d1 mons. Sorln, vicario apo.stollco dl Port Mo– re.sby (Papua.sia): e Quando lo scrittore lsplrnto Invita la lu– na al " Benedicite " della terra , non le chiede di rar rum c10 del sole! e In vece dJ una • grigia uru– rormttà ", che riduce tutta la ~~J~ ~~:!rui :1au: 11 !u~~ ; sn. tonde a consacrare " tutte •· le qualltà degli ·1ndlvtdul, del seMI e delle 8Chlattt , n quella gu·sa che li sole fa sbocciare dappertutto t nort secondo le loro proporzioni; la lc,ro fl.slo– nomln e le loro torme naturali. e Bediciù omnia opera Domt– nt Domino! Oli angeli, la ba– lena e I buoi. E la ranocch ia? Anch'essa; ma non 'per fare U bue. Non lnctuamo la: sono i;IA troppi quelli che l'Imita.no, l'or– gogllo li gon!la e ll perde. e SI Unge forse l ' eba.no con la calce e l'avorio col cnrbo– ne? Cl si contenta di lucidarli e si lascia loro li colore na– turale ch'è quello che U rende preziosi, essendo dentro di es• si e non soltanto alla SU• perflcle. • Anima del nero; anima del bianco: l'una e l 'alt.rn son da mo, ambedue sono ei;ualmen• te belle. SI dovrà forse, per permettere loro di lodare Dio, maschera rle come a carnev ale? • Noi iApplamo che Dlo ,•uo- le \'edere tutU a trar profitto dal " talenti " che Egli dl.st.rt – bulscc a ciascuno. Se quln dl dà o. un malese Il talento di pirografare una pipa o una zuc– ca, 111 reputerà ,forse offeso nel vederlo eervirsl dello ate.sso ta– lento per ornare U Tabernacolo del Suo DIVino Figlio? Anche se U dlsegno ~ mancino , oon rappresenta un atto di omaggio Mllgloao della mano che lo trac– cia e dello tiplrl to che l'ha ldelito? -. e L'aniJlla papuas!ca è presen. te, nelle prime mantre.stazlon1 ancora tutt 'a!fatto lntantlll di un'arte, che stenta a merita re tal nome. e Ma U bambino ha.una· ma– dre; la Chiesa e la madre non dispreuan o, ma· osscrvnno ln– ,·ece amorosamente· 1 di.segni che 11 bambino ba tracciato con mano ancora incerta. Sa che 11 bambino si farà. grande e la sua mano diventerà !erma : a nol chiede d'aiutarlo. Vuole pure che glielo conduciam o conti– nuamente 1n chiesa queato ranclulllno dell'arte. Chè se, perchè egli balbetta ancoro, de– forma U SS.mo Nome dJ ~ sù nel t.entaUvo di pronun ciarlo si do\lJ'i lmporgll di tacere? s·a~Tà ~n ~!~mar lo o da fargli co- • No, non dobbiamo mostn r– cl grett.J col pretesto che lo.de – corazioni d'arte pap uaslca rion sono belle e, di conseguenza, non sono degne d1 prendere par te al culto, nè di dar glo– ria a_ Dio. Non l'è certamente di plu la merce doulnn le Ohe viene dal nostri paesi e che si vede talora sul nostri altari! ,. ROMEO LUCCHESE

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