Fiera Letteraria - Anno V - n. 25 - 18 giugno 1950

L A FIERA LETTERA R IA Domen ica 12· gi-;,gno•I 950 Il, ilfE~S1GGIQ III (;lfi.llU ,ES PEGVl' sP ''1)E~ BORE dei s ·uoi misteri • Sono pagine in cui il magistet·o dell'arte non conta p ,ù, o almeno passa assolutumente in seconda linea; il loro fascino è dato dallll realizzazione di uno stato perfetto, ma essenzialmente e solo interiore, come ne.Io stato Ili suntità * di VALERIA LUPO - . ·.- .. ,,,,,. .,. .. ,,,-. RENE' CHAR • • · .\ poesia senza memoria . 1 ' , N EL suo reeent1s.slmoe Po.- canto e l'Impulso all'ailonc, fra alla parola con la colncldcnia lo , ~ nomml'L dc la nouvcl- In. pcwlbuttà di espressione Il- eua di tutte le facoltà dello apt- _;J! ~h!'~t~t~~':~~: 1 ~:.: ;cz~Ò~c la =~~ IIA a1f,~~~~. rltom:~~~!~e ti mondo nella P<l· ~ interpretazione nelle sue linee Coincidenza. che non è più scm- rolo, deve essere e aiirandlr le essenzlall di quella materia nul- pllce t.raaposlzlone o trad uzione .sang des ge.stc.a >; ll poeta e dé• da e bruciante che è per ogni dl un moto lnterloro In equtva- bolse son sllence lntérleur et le contemporaneo e la Jltt.érature Ienu rantasUcl . In lui Il punto reparUt en théàtres :t allo stesso non trlée, In Uttérnture cn t,raln che decide della parola è Io modo che nella sua azione svl– 'dc se ratre :t, Oacl.3.n Plcon, do- st.esso che decide del gesto; l'n- luppa un Intimo nodo di ener– po a\·er consta tato nel Poeti more che la ptega al colloquio, gla Interiore. maggiori della nuova genera - e alla po.sslbllltà di slgniflcazlo- Poco peso ha, nelle liriche di zlone una comune resistenza ne unh•ersale, è lo stesso amo- Char, la memoria; la sua In– allo stato lirico, si chiede e N'y re che lo Inserisce nella realtA. aerzlone nella realtà avviene a-t-ll donc plus d'avenir pour Da molto tempo, la poesia è nell'Lstante, attraverso Il felice la poésle easentlelle, peut-on di- stata Intesa come un meuo di abbandono a un oggetto capace re: celle qui s'émcrvellle du mon- penetrazione spirituale: ma ap- di realluare In sè una Intensa dc, chantc et. s·enchante de son punto questo suo cara ttere, che concentrazione di slgnl!lca tl e chant? :t. E rlSpondc: e L'oeu- doveva darle più protende glu- di valorl we lsolée et magnl!lque de Re- stlflcazlonl umane, è quello che e: Je n'al rlen retcnu, slnon né Char est. lt\ pour garantir cet al limite l"ha trasformato. In una l'anglo rwant d'Une rencontre :t; avenlr :t. sol!tarlo. avventura, o In uno ma questo Incontro e la sua ve– Esaminando, negli raltrl poe- strumento esaurito nel perre- rità apre una J)C)Slllbllltà di pe– ti, Il carattere comune di que- zlonamento del auol meul di netra:done totale; e si nous ha– sta reslstenza allo stato lirico, conqulsta. E' stata cosl e.speri• bltons un éclair, 11est le coeur è ractle riconoscerlo nella vo• mentata la poesia come cono- de l'éternel :t. Questo genera la Ionl.t\di non sottrorsl alle lstan - sccnza dell'a5SOluto; In poes1a estrema densità della parola di ze dell'cslStenza, deglt eventi, di come mezzo di creazione asso- Char: nata come concentrazione accetta re Ja loro azione e di re:i• lutamente libera; la poesia co- oggettiva di una ca.riel\ emotl– glre ad essa, rifiutando, talora me esplorazione ed estrinseca • va, essa addt:nsn In questo pun– con violenza che si ripercuote tlone del subconselo; ma ognu- to d'Incontro lnflnltl legami in nell'opera, di !solarsi In una so- na di queste !orme ha vl.Muto cui tutto l'Uomo converge; da luzlone formale chiusa nella su.o. a prezzo dl un rifiuto, conqul- elò la sul\ .presenza compiuta , Intrinseca surtlclenza, o esnurl- tando la sua validità attraver• folgorante, che ha la !orta di ta nel dialogo fra sè stessa e lo so una dura eliminazione ope- un nucleo carico di tensione; spirito che l'ha generata. rata sul \'Ivo dello stesso spiri- dn ciò Il sJntet1co coincidere In La ragione essenziale do!Ja to del poct:., o di quel lep me C$SO. di un valore tmmedlata– grandezz3 di Char, quella cho esscnzln.le che è dato dalle sue mente emoU\'0 o rnppresenta • libera In sua poesia In unn ri- possibilità di comunicnt!one con tlvo. d1 un slgnlrtcato onetttvo, trovata spontaneità lirica da gli altri uomini. e di lnftnlte posslbUltà di tra.- quell'Interv ento della volontà Nessun aapetto di questo nnu - stato e di metafora. che spezza. le voci di Prévert o to è riconoscibile In Char; la Solo U surrenllsmo (al quale di Mtchaux, e ne ta nello stesso sua pocsla ha raggiunto una Char aderl nel periodo giova• tempo lo strumento ph) vivo per condizione di pureua. o dl es- ntle) riusci a conferire una ana– esprlmcre l'uomo ln tutte le senzlalltt\ lirica , sfuggendo con- Ioga enerala all'bnmagtnc; ma ~~g::f~ii:1~e~~ io I~m:~~~ ~~~rnl~e:te~~t: l~~~o ar:it~~ ~~to es~!::m:n~~~i~ :~ ta coincidenza esi&tcnte nel suo che è divenuto nuovamente 1m- quanto abbandonato alla alngo- VALEUIA LUPO CBARLES PEGUY spirito fra Ja disposizione nl pulso all'espressione, arrivando larltà dJ una reazione lndlvl- ------ -- ------- - -- ----- ------ ------- ----- -------- du:l~rdlamo un frammento di Biblioteca Gino Bianco PRETESTO su JPEGUY INSIEHE e .En,·olltemcnt à la renardlf:re > che esprime compiutamente ln es.senta dello stato lirico dl Char: e Je démeurals là, en– Uèrement. lnconnu de mol-mt – me, dans votre moulln A solei!, e:rultant à. la aucaeulon dcs rl– che.&&eS d'Un coeur qui avalt rompu son étau. Sur notre plal– .slr s'nllongealt. l'lnOue.nte dou– ceur de la roue consumable du mouvement, au terme de ses cla.sse.s. A' cc visa~ slmpllnler la beaut.6 n'apparalMalt pa.s comme une atroce 6conomto :). ta11do l'uomo elle prega, il sup– Edtpo che Elettra, c metterH a sedere con nof a discorrere df argomenti alla moda: del tea– tro di Cocteau, per uemplo, o di pslcanalf.Jf Natu ralmente mentr e si di– scorre con del Jantocci seduti ammodfno cf sf. atteggia come deglf amletl uperimcntatf da ognl delusione che questionano con dei fantasmi. E per tm 7l0- co che Il trucco ti 1copra noi cl sdoppiamo, fl nostro lo più vero, più sincero, Il nostro au– tentico lo, non è seduto tu.Ila nostra tedia, ma cl .sta alle &palle In piedi, piuttosto ma– Unco11lcamente appoggiato al– lo schienale; con un'aria trl1te sorride al getto conjl denrlale che facciamo a queut c1u ,co – prono il trucco, e a nof ,tu:l a11el1e, por indicare con Il pol– lice elle il ~ ro lo è que( fan – tasma li dentro 111piedi, triste e sorrldc11te. Ma è biutato aco· pnr e Il trucco perchè anche quel Ja11UUma entri 11cl gioco, tf sieda, caso mat sulle giMc– chla della donna che amiamo (e quc&ta è una fortuna: fl 110- itro dolente ,pct trale fo cul– lato iulle ginocchia del 110,tro amore!), o cf abbraccJ con uno tchcrzo non troppo macabro, ma anclt 'eno df moda, o atraor– dmariamente ra/jlnato: cl ab– bracci e tf componga attorno al collo, o tulle &palle co~ una sciarpa o un fauoletto fanta,!a . e: L'homme heureu;c e,t tou– Jour, coupable. Au moln d.'étre heureu.x. Mai. c'e,t le plu, grand dc& erimu • ripete Pé– gu11, e non ha neuu11a voglia df scherzare: df far ipettacolo con ll suo fankuma. Eglt ,a, e con esperienza. Guar da con tmte.z – za l'uomo felice, o soltanto se– reno, o anche per un att imo non incerto, ma sicu ro, {I.ero della ,ua sicurezza, &tabtle nel porto che, chinà. perché, tf n– lude di e.uer,f 1cdto da solO, autonomamente, in me.::o alla bu/cra delle occculonl. Pégu11 aa bene che questa felicità pur ajuggente, che quuta terenfM e sicurezza aoM Il segno del de– litto. Un delitto tanto più od!O~ ,o quanto più quell'altro uo1M, le malheureux, quello che per Il inondo è 11crhmnale, dfve11- pllce della tragcdla. greca, è l'uomo più vtcfno agli Det, que– gli elle, dice Pi gu11, e: può af– Jro11tare IL vantaggio df e.uer stato scelto per diventa re ma– teria plastica degli Def :t ed è più innocente del più saggio e del pfù innocente degli uomini Jellef. Ma SoJocle cl viene in aiuto, e non ti può dire sfa una te– sttmon1an.t<1 df poco conto: e Nes,uno è senza affanni, felf– ee è chf ne Ila meno :t egH sen– tenzia, e a dimostrare che noi alfannt ne abbiamo più df ognt altro et at1a vtcl110 può btutare anche quel getto che indica fl fantasma che cl ita alle &palle o che et abbraccia, Ma propri o con questa teatrale di11101t1a– zlone cl leghiamo alle poatfbih occa,tont dt etser me,chinamc11- te /eUci, o di tclupare la• Jell– c1td, Il eh~ è lo ateuo . Klerkegaard clii 11011 bastava d'eucrc tm uomo mallnco11lco, ma arrischiò L'eroismo pesante df euer catth,'O con gli aUrl per 1l0n voler avere plctli df sd steaso, l11vtce dt So/ocle c1ifama hl IUO aiuto Solone C 7lC1 IUO Diari o arrnota: e: Il detto di So– lone che non et .!f può 1nai vafl– tarc d'esser felici , /tn quatido aJ vive, co11tlenc 1m profondo dolore <;lella tnta. Vuol dire che Sf è Jelfct soltanto neJ momento in cui Jo d è stati, ciò che tn un certo icn.!o è anche un et– sere tnJelfcl, pcrchè è un cono– ,eere la propria t11Jel1cltd co– me pa,uata :t. No11 ci .!I può vantare? Diamine , come farlo solo che Sf abbia la probabllitci c11e u,1 criminale fnfeUce, un iupplice, et a,comr Allora que– ,to detto co11Ue11e no11 u11 pro– fondo dolore, -ma una aoWlo tcu~•1;,:i~~a~i:J:,·10:e ~:!tr~:: ,ca ad e1prfmer,f tocca Il tra– guardo piU arduo dell'tpoerl&ia. La co11d1,do11e di felleltà con– cena all'uomo che non può a/– /ro11tarc Il uantagglo dt essere materta plattlca degli del ·può euere relath.'4, può euer lleve– menltl sostenuta su occasioni che ft df.nolvono nell'atto itc.uo fn cui queita felicità .!cmbra nascere. Ma eg11alme,1te cua dfve11ta U segno di u11a 1ervftù: che l'uomo felice è costretto ad accettare, e talora a proporre oUusamente net confro11U del– l'uomo che può olfenderlo, del criminale che grida la sua dl– sgrazla. Lo vfta quotidiana ren– de poufblle un imerlme11to tra que,ta felicità - non sempre frivola, ma ,empre rclaUva - e Il grido del supplice: e que1ta lnscrtione mostra allora quanto ti in&tablle l'equllfbrlo tu cui operano le moralltd, e iu cui agf,cono le leggi. Su que,ta fn– atabllltà , tu que,ta precarietà ambigua, Il dealderlo di u,er Je• lici cerca con a/Janno le oc– casioni. Ma la felldtà 110n si dlmo– &tra: è tm quid i11eJJabile.Ma di que&ta felfcftil. 11 parla? C'è qualcuno che la conosca e non sia quello stesso e malheu reu% > ~:tc~f 1~!s1f1~ i~o~ifpl~~~• ~ virtù detfa 1ua 1te1sa ang01cia df non potersi districare, di 710n. poter presentare lt Suo au– tentico lo come un distinto Janta.sma, come un rflpeU abl– le tuto re della sua dignità. umana ? Que,ta Jelicltà? Dio ce ne guardi, Un brivido di timore ci prende tutti. Per averla 11011 cl .!I può frautHmarc , rompere o comunque specchiare 111 1101 tteuf con tanto teatrale ab– bandono. Q1uindo essa cl pren• de non ci la&cia plU coscienza per nol e per i nostri gesti. Sla– mo allora coal abbandonati clte U bnvldo che cl prende al pre– sentirla è un avvertimento, co– me l'urlo del i uppllce: il coro lo interpreta , la no.1tra paura lo spiega. Kierk egaard. dfue che sot10 e atomi di eternità :t quelli \n cui angoscia è tanto tesa e la /elfciM tanto .!Ottile da esser pa– rimenti h1ef/abfb, egualmente, e cor, lo ,teuo aflant10 sol/o– c1011.te , ,cor,volglmenti.. Questo diceva. Klerkcgaard, un truto uomo. L'ambiguità dell'aggetti– vo gli .1J add1ce. Tentava tutti f modi per dl,tricar.11 dal suo lo, per a zierne l'evidenza di un Janta,ma dal quale poterti scio– gliere, o con cui a1modar11, a pl.aclmento. Tutta la iua vita Ju un tentatlw In tal temo. Ogni tanto ,t accorgeva che una tifta autenti ca e un autentico atto di follia (però egualme11te ric– co di in,plegabm calcoU e di. h1esprimlbflt dtmo,tra.rlonl, co– me le ragioni di un fol – le) e allora come 11 folle Tat so dalla prig ione anche Klerkegaard poteva rivolge re simili 1upplfci J)(lTOle agli uomi – ni: e: Ora lo vorrei venire tn• contro a la grana o a le gra– tle, perch'euendo lo ,tato In– giusto contr o me ,taso, debbo te~ la prna:t. Ma quuta dlchtaraztone d.i umiltà che a,pf ra a ffl tabiltre una comunio ne tra l'uomo fn/e– lfce e l'altro che vive 1u quel– l'equ1librio instabile ove opera– no le moralità convenzto11alf deve ene r ben preceduta dalla rlbellfone c11e sconoo/ge,almeno per l'i«>mo infelice, quell'equili – brio, e che lo ha portato al di 14 df quella precaria ed lpo– crlta 'rncertezuz. Ma l' fn/e!tcc non dtce tut tavia , come Lco11a– to nella commedia scesplrla11a: e I niiei malt grlda110 co,t voce più alta dei t:o,tri precetti :t, però la tua 111fcllcltà grida per liti, e anche se iegreto , oflc11- dc con i tuoi 10/Jocott cch.t il 1lle11::foclic la nostra cditca::to- 11cdi ri1petU e ta nostra sordi– tà dl6ùmdo110 per far della vi– ta u11aodlota e accidiosa artcaa dt cose clic temiamo. E dentro a questa attesa co– ltrufamo tchemf di prudc11za, di educcui<mlnofou ed hni'ita11t1 come un vizio. Un 1urrogato di Jelidtà que,tl ,chemt pouono tempre darcelo, tanto più c1t<! cs,J Vietano enttufa.tmf e pa1- al011I, 'J)Ofch.è u11aselva di delu– da111 è pronta a far smarrire tutte le strade che ti possono percorrere soltanto con cntu.sla– nno e con panione . Le sole vfe che non concedano soste, nè ozi, e do~ ogni pauo è pagato con una moneta preziosa: l'a– more. Un pedaggio, que,to , ln– vt,o alla prudenza e alle nostre a.,plrailon f ad ttna felicit à an– ch'es,a prudente . Restiamo per– tanto so/I col nostro delitto più grande di tutti. Quello d1 ac– contentarci di euere /effe! a que&to modo, con accidia, e con orrore pu ognt criminale che divenga il ,upplfce . Nell'attimo di incontro, d1 11- lum!nazlone degU c>ggeltl orter– t.1 nena. loro belleua rivelata, è .supernta nel poeta la stessa dimensione lndlv1duale; e In– torno Il questo punto di coin– cidenza la. realt~ scorre ln un lento movimento 1n cui tutti 1 .suol elementi si 11.ddensano In nuclei successlvl. La gtola e b. plenena di questa adesione a una realtà fatta viva si esprime nello svUuppc>lineare della stn– ta.ssl, :he talora sembra svol• eersl con andamento qua:.il de– scrittivo Intorno a ogeettl in – tensi dl luce e di scn.s.t. Ma l'a• deslone è tutta espressa In que– sta limpida voce (eppure In realtà Interiormente modulatis – sima, nello s~eca.rsl improvvi– so, nella tensione, negll stanco: allo stuso modo Che la presen– za di una decisione cosciente s1 esprime nel carattere assertlvo della slntass l di nlcunl o.!orl– sml. Ma, come In questi solo attraverso li valore Urico della parolo. la pocs.la coincide con ln verità; cosl anche quando, tn alcuni oomponlmenU, le tmma– glnl sembrino presentan l se– guendo quell'abbandono alla renltà , nulln vl è in esse che sia solo accettutone, se noo quella feltcltà ; ognuna è creulone di slgnlncaU euenalall, attraverso ciò che .d:illa realtà è stato of– ferto (lt poeta può e: Urer parti d'Une ollve>), Non c'è mal cllmlnn lone, In questo stato reuce. L'accettulo• ne della condlslone umana è !n Char tota.le. e: n n'y a pu de slège pur :t, lo sa; e d'altronde solo con unn accettu lone Inte– ramente orterta ll mondo può rivelare nlla sua esultann degll elementi finalmente vivi. D poe – ma no.scesu quella atusa e: pen– te de l'homme falte de la nau – sée de ses cendrte :t da eul sorge la sua ulone efficace: ma. sorto e: de l'appel du deveolr et de l 'angola.se de la retentlon, s'ele– vant de son putt de boue et d'é– tolles. tffllolgnern presque al– CARLO DE ROBERTO lencleusement qu•n n'est rlen f'n lui qui n'cxl.StAt. vralement atl– leurs, dans ce solltalre monde de contradtctlons >. E' ua usci– re da sè, dal proprio limite tn– dlvldunle, e Insieme dall'isola• mento dell'uomo, dal suo dlStaC• co dall'universo ; uscire da e cc manquc de l'homme mourant au. centre de la créatlon , parcc que la créatlon l'a congedlé >, <la quello stato In cui l'uomo è di– venuto e: un étranger pour J"au– rore :t, li canto che In Perse è libera. e dlstaccata modul:.zlone dell'eslllo, In Char pone ftnc al– l'esilio. Il poeta può cosl condurre e: le rétl Jusqu'à l'actlon comme une neur gllssée à la bouche a– cide dea petlt.s enrant.l :t, attra – verso una vitalità che e n'est. pas une acUvlt.6 de l'nu-delà mais un polnt dlamanté actuel de pr&ences trascendcntes et d'ora – ges pélerlns :t: In una conoscen– za. che è e connaissance lndta – ble du dJamant désespéré, la Vle:t, Il mezzo principale dl questa penetrazione , di questa lnsento – nc, è l'amore. Amore come pun – to d'Incontro, di colnclden&a con un CMtre, che avviene oell'unl– \'ersalc. per le radici che es,;o o.fronda oell"unlvennle . e: Es-tu ma temme ? Mn temme ratte pour attelndre la rencon– tre du présent ? >. Non è il mo– dularsi Urico di un moto senU– mental c. non è l1 solitario o.b– bandono all'e mozione; è Il crear– .si nella coppia del punto d'In– contro che npre le ln!lnitc coin– cidenze. e. la possibilità di e tou– cher le rond d'un retour com– pact>: tanto più. Intenso In quanto questa congiunzione è densa. di sangue . E' Io. donn:1. che nell'amore depone nel poe– ta e: son gtvre de medium un– mlt.6 :t. Da questo valore es.senz.lale dell'amore, nasce nel suol poe– mi Il frequente vocatl\'0: è ne! tu che 61 addeiun l'oggetto di U!1 ritorno, di una fedeltà; è In esso che si ritro va e: l'amande cma – ble au lendemain neur :t. Poiché , dall'attimo pr~nte In cui si compongono le sfaccet– tature dell'universo; dalla ten– elone che si è caricata nella 1)3.– rola. l'u:lone si ,volge verso ll ruturo, come gennc implicito nel presente. appunto ln quanto li presente è movimento, è ener – gia, è volontà che tende a tra– sformare l'atUmo dl rivelazione In una. condizione untveranlc. e Poésle. la v1e future à l'lnti – rieur de l'homme requalll'ié >: e attra,'eI'IO di essa la belleua si associa all'uomo e: acharn é A. tromper son desUn ave.e son contro.tre !ndomptnb le: l'CSJ)l– rance >. e A' la pouraulte de la v1e qui ne peut paa encore !tre tmmn– gtnée, Il y a dea volontes qui f~ mlssent~des murmures qut vont , ·atrr:1nt.er et des enfan.ta snlns et sauf.s qui découvrent ~: è la. tension e oonUnua verso e l'lm• posslble v1,-ant :t, luogo della. poesta, luogo de e 11nextlngul– ble réel tncrée >. D pceta deve sempre e: étre du bond :t, e durare In questo slancio, ln una tenace reslst.en– m, nella spe.ro.nz.a e: de pouvolr enoore mleux almer un Jour ce que ses mtlns aut.retols n'nvalent !alt qu•erneurer sous l'oltvler trop Jeune :t. In questa. tensione verso Il fu. turo 11 poema può, dall 'istante dJ rivelo.alone, ritrovare U tem– po; raggiungere la. stessa. con- ~~~rne e: ~r~~e~n;rd:C~:e~ sur Ics satsons dc l'6coTcc, tan • d1s que l'!mande palplte, llbrc >. n nucleo serrato della parola. dlrama cosl da sé una linea, Il poema. e La l'3ne de ,,01 du poè• mc de,;ralt étre sen.slble à. tous ::t. Non c'è mal In Char l'ludua;lo QOmplacluto sulla parola trova • ta: e: La poésle est. de toutcs les eauclaire., celle qui g'attarde le moina nu rcnet dc se, ponta :t. I vnlorl si dispongono e: en terns – ses suCCC6Slves >; onde parallele dJ concentraU.lml nuclei cla– scuno denso della sua !olg'Oran– te prcseraa, eppure sollevantlsl uno sull'altro , 1n una. equivalen– za che nell'insistere della ,'OOe dMene e: ascenslon turleu.se >; sia. nello sviluppo di SUCCCSSt\'I a!orismt densissimi, come nel e Poème pulvérls6 :t, sia nel più. distesi poeml, come l'ammire – vole e: Vlsage nupUal :t, DI rado questo moto si chiude In un In– cantato scioglimento della ten– sione Urica: si dennlsce ln una parabola o termln& In uno alan– clo verUcale, che nell'immagine esprime un presentimento f1du• closo nel futuro - poiché la poesia è desiderio esaudito, che tutt.!lvln rlma ne desiderio, pro. aetto che ha In sè I suoi elementi dJ soluzione, e tutto.vin. rimane cnrtco del suo slancio per nt• tuarsl. LILIA NA MAGRIN I

RkJQdWJsaXNoZXIy