Fiera Letteraria - Anno V - n. 18 - 30 aprile 1950

Pag. 6 Nuova fortuna di Proust di LIBERO SOLAJROL][ LA FI E RA LETT E RARI A l 1\ TCfJ1' l'l.'IUJ CfJ i\ T lt ilill VZ Il ~ast,igo deilla se>intudlirme "Molti giovani pretendono di avere un 'azione marxista senza avere un pensiero marxista", dice il Danielou E' sotto' la prospettiva mora– le che 11 marxismo si r1ve'3 menzogna, e a un tempo di– sperazione. Libertà è ldentlf\. carsl con la necessità della sto– ria, col suo movimento: l'uomo è libero solo di !are la rivo– luzione, morale è solo ciò e che lavora nel senso delle !on.e sto– rlche >. Ed è lo stesso lnte-llet– tuall.smo, da Socrate al conser– \'atore e reazionario Hegel, al rtvoluz1onarlo Marx: la vlrt0 è li sapere . Basta sapere qual'è la classe a.scendente, per poter unirsi a e.ssa ed essere liberi e virtuosi. Ma come l'uomo non è solo natur a. nè solo tecnica. cosi non. è solo pensiero storico, non si risolve tutto nel movimento della e classe ascendente >. .-Ed è qui - dice li Danlelou - che troviamo !accia a facci:\ Il comunista e ,\ crlst11mo. Per ti comunista, la libertà è an– dare nel senso della forza sto– rica. Es.sa è la verità. Tutto ciò che non serve questa forza de– v·esserc spez.zato. E tutti gli al– tri \'&lori sono subordinati a es.sa . , . Per Il cristiano. ia legge della forza non è mal una glustlflcall:lone. Il fatto non crea Il dlrltto . Egll non è sntl– soclale . . . nè reazionario . Ma se essere rlvoluzlonarlo è gtu-, stlflcare tutt.o ciò che cstge Il trionfo della collettività, allora Il cristiano rifiuta di essere ur. rivoluzionarlo. o meglio. è lui Il vero rivoluzionarlo, la per– manent e protesta contro l'as– servimento della personR RIIR collet.Uvltà>. La società futu– ri!. com'è vista dal marxL~mo è unR SC('.!età senz:a contraddi– zioni. una società logicamente e razionalmente ordlnRta - non UOI\ società perfetta - . E' Il regno della giustizia, .del ri– gore, non della verità. E' ap– punto la clltà terrena, chlus;1 a ogni ulteriore Intervento, In cui - come dice Agostlno - .-si cerca la pace attraverso la guerra>. Non vi è più aliena– zione, mn solo perehè non vi è più nessuno che possa sentirsi allenato: l'uomo è tutto risolto In essere sociale. E se la sua essenza è, mò.rxlstlcamente. so– ciale. Indubbiamente qui la sto– ria ha termine. Non si capisce perchè non è finita prlma: In tutti I tipi pa&Mtl di società. con lo stesso sforzo di lmmagl– .nazlone. l'uomo avrebbe potu– to risolversi ln essere soclR.le. e sentirsi libero. Cosi Invece non accade : la libertà non è la necessità, nè la virtù è Il sapere. Non è In nome d'uno ster l!e Individualismo chr Il cristia no rivendica la persona contro la collettività, ma .-per– chè egli è Impegnato In un'al – trn storia. E' IA Il rondo del– la cosa. E' che per lui h, real– tP, economica non è che sovrastruttur a. l'epl!enomeno, mentr e la realtà " tout court ·•, l'Infrastruttura , è l'edificazione del Regno di Dio >. E veniamo cosi alla parte !orse più Importante del dia– logo Impegnato dal Danlelou col marxi.Smo: quella riguar– dante I rapporll tra Cri.Stlnne– slmo e StorlR. U rimprovero che si fa al cristiano d'essere un evaso non è di Ieri. Noi lo trovlnmo fin dalle origini del crlsUaneslmo. Ma risponde\'!\ Tertulliano. nell'Apologetico: .-Sl dice che noi slamo Inu– tili per gli alfar l. Come po– tremmo esserlo, nol che vivia– mo che viviamo con voi? Con voi mangiamo, con voi servia– mo come i'iOldatl, lavoriamo la terra , facciamo Il commercio. Polchè noi non slamo del brahmani o del glmnosoflst! dell'In dia. abitanti delle foreste ed esiliati della vita >. La posizione del cristiano non O mal facile. nè egli nsp:. ~!c1~re;{1'J~~ :~~J:e~~!1s~~= B-ibliotec a Gino Bianco ti e al tempo stesso successi~ vi, della StorlR profana e ciel– la Storia sacrn. della città ter• rena e della città divina, egli ò attore nel prologo In term e nell'epilogo In cielo. Egli sol– lecita continuamente storia ln una direzione che non è stori– ca, e che sotto una determl~ nata prospettiva può appsrlre anch e antistorica, In una dire– zione verticale, se cosi si può dire e perpend icolare al plano orizzontale su cui quella pro– cede. La Storia sacra non coin– cide con la Storia profana . Mn non è nennche estranea a es– sa. e L'essenza del messaggio cristiano concerne meno dello dottr ine nel senso astratto del– la parola che una testimon ian– za resa a degH avvenimenti, I\ delle opere di Dio nella storia: l'alleanza con Abramo. la na– scita e la Rcsurl'ezione d1 Ge– stì Cristo, la Pentecoste >. La Incarnaz ione è un anenlmen– to Irrevocabile. unico nella sto– ria, e I ritorn i ciclici come li concepiva Il rmganeslmo non sono più posslblll >. C'è, nel senso completo della parola, un passato e un avvenire •· E' ac– caju to un fatto nuovo che non si verlflcherà mii.I pl0 un'altra volta. Ma con ciò non è Inter– rotta In continuità storica: ,,1 C distinzione mn anche unità tra I due TeslRmentl; fanno ambedue part e d'un medesimo plano. Ma mentre nell'Anllco li Regno è annunciato e prepara– to, prefigurato. nel Nuovo Te– stamento è presente In miste– ro. La storia è profezln · gli avvenimenti e le Istituzioni di un'epoca sono gli abbo1.zl di quelli dell'epoca successiva. Al– lo st.es.so modo, Il secolo pre– sente è figurazione del Regno che sarà manifestato nel mon– do futuro e che esso contiene In mistero. Ma come nell'Antl– co Testamento Il Popolo Eletto è figura del Cristo ch'esso por– ta In sè, e deve venir dhtnlt• to pcrchò la nuova realtà vi- va. cosl ll mondo presente è figura del Regno futuro e do– vrà e:. passare, non nel ~uo es– sere. ma nella sua forma. per far posto al secolo futuro che si edifica quaggiù nell'opera– zione lnvls\bllc della carttA e che sarà manifestato all'ultimo giorno >. Concepire Il secolo futuro come. una eternlzzflzlone del risultati vllllblll del mon– do terreno è cndere nell'errore del Oludel. è rifiuta re li com– pimento che ha luogo con ls morte del grano> . 1 li cristianesimo concepisce la storia come progresso. Ma non come progresso Indefinito: pol– chè esso si pone al tempo stei;– so anche come termine di es– so. La. storia crlstlnna è esca– tologica: !a fine della storia è giunta con l'IncPrn11zlone. Nes– sun progresso a rlgore, è più po55\blle, polchè Cristo ?! pre– sent e. ed è li di h\ d'ogni pro– gresso. Mn. presente In sacra– mento : con ciò non si vuol di– re quindi, che la storia sia ter– minata. Questa l: la posizione barthla na che costit uisce un parallelo post - cristiano alla gnosi. .- La storia presente hn un 'contenuto reale. che è Il crescere del Corpo mistico sotto l'azione del Cristo. Ciò che è acquisito è l'unione delln na– tura divina In Gesù Cristo. Ciò che è acquisito è l'unione della natur a umana O' della natura divina In Gesù Crlllto. Ciò che è atteso escato!Oj?lc!l– mcnte è In mnnllestnz lone del– la vittoria del Cristo . . . Ciò che si compie presentemente I– l'edificazione lm•lslblle mn so– vranamente reale per 'lle:u.t• della carità del corpo lncorrnt – ttblle del Cristo che SAN\ m11- nlfestnto nell'ultimo giorno •· Dovrebbero apparir e chtnrl ora l rapporti tra Crlstlanesl~ mo e storia: d'unn p:irtc Il crl– st!Rneslmo è nello storia, è 1n avvenimento !!torico, d'nlt :a parte la storia proffl.nn è con– tenuta nella storia sacra, è - per usare ancora l'Immagine di Ireneo - 11 ramo su cui s·ar– ramplca In vita: ciò che conta è l'uva matura, non n ramo che la regge. li crlstlaneslmo si Incarna realmente nella storia: e:. come Il Cristo è stato l'uomo d'un paese, d·un'epoca, d'una clvll– tA determinata, oosl è della Chiesa. Essa s'Incarna nelle cl– viltà :successive. E que.tte ir.– carna.zloni partec ipano della caducitli che è propria di que– ste civiltà. La ChlesR si com– promette nel mondo, deve com– promettersi: .-L'Incarnazione ò un dovere. Coloro che vorreb– bero un cristianesimo estraneo alla storia, d'una purezza In– temporale. s'Ingan nano sulla sua essenzn >. Marx ha raglo· ne quando vede .-nel crlstll\• neslmo originarlo un rl!lesso delle condizioni economiche della Galilea, In quello blzan– Uno un'Immagine della teocrn– zla degli lmperatnrl dl Costau • tlnopoll. In quello della Rifor– ma l'espressione dell'espansloi:ic economica del Rlnasclmen~ to . . . >. Ma s'Inganna qunn• do crede di dover ridurre tut– to Il cristianesimo a questo crfsHa,1ftà; sotto queste eso– \•ra.slrutture > egli non vede la Chiesa lncorruttlbll c e perma– nente. Polchè accanto al do– vere d'Incarnarsi, la Chiesa n.: ha uno uguale di dlslml)Cgnar– sl:· Il cristianesimo non si ri– solve mal In alcuna delle tor- me di culturn In cui s·!ncnr– na, e coloro che e voglio110 mante1crlo rfgldamcntc 11cllc s11c incarm1.:lo11i po$Sate e 11el– le forme tn cui s'C il1crostato per abit11dlnl secolari "com- 1netto110" lo stesso peccato del gilldalsmo che ha rifiutato di morire Pl!r rl$orgcrc •· La Chle– ,.n muo:e per risorgere ncll<.1 n110,·n forma, nrlln nuova el– \'lltà di cui, come delln pas~ [:ltn. P respons..,blle di fronti! a r ·c- Qunl'è dunque In fun– zione della storia profana ti- spetto a essa? La storia pro– !ann In sè non è progresso ma solo un processo di accumula – zione. Per Il marxismo , Invece, Il progresso è proprio questa accumulazione di tecniche con cui l'uomo estende Il suo do• minio sulla natura. In real tà esso è l'ulUma tecnica, con cui viene pc,sta sotto controllo qul!– sta estrema zona della natura che è l'attlvltA dell'uomo ·nl!lla storia. In sè la tecnica non ! nè bene nè male: .-Condanna– re la tecnica - ha scritto Oa- 1-~1f'J Mnrcel - è pronunc iare delle parole vuote di senso :,, D'I! !"'Jnto di vista morale, :a tecnica è neutra . Diventa ma– le quando s! erige a sola nor– •; , ,z 1 onc. a sola ·:erllà, co– me nppunto nel marxismo, eh:? al tempo stesso In cui vuofo lnterpretarP In :storia, la con– clude !''>Sando come legge quel che è II suo metodo. In que– sto 9rocesso, e lo splrtto umano non ritrova che se stesso>. La contmddl zlone della città ter• rena sta appunto nel e non po– ter cercare la pace che aura – verso la guerra>. Rispetto al– la storia ha la !unzione di olfrlre la materia che essa trasfigura con la grazia. e Pre– so • per ~- li progresso umano è ambiguo ... Il suo compito è di portare l'umanità a una maturità più !)Crtetta, allo scooo di fornire r, Ila grnzln un soggetto !)lù ricco. E In questo l'Cm;c, lavornrp per li progresso umano rlentrn nel plano prov– vldcnzlnlc t· nffr.,tta Il cresce– re della Chiesa. c.he hn bisogno del succhi del ramo che la por– tr. per ragglunciere In sun plc– l' "ZZR. Ciò definisce la 11ltun– zlonr del cristiano ln rapparto nll'orrllnc temoornle. Non sarà ur. df' nrez:r.nrlo, !}Olchè questo orrtlnr ha 11n cnm nlto nel pii'· fin P'"O"\'ldf"MlaJ.. Ma evltrn\ 11nche di m'lqp-lornrlo. ~l chè ,,,,r~,.. c1•n•p,\tn ~lm!\ne lnter a– men1e sub,..rrtlo9.10. SILVANO VILLANI Domenica 30 Apr ile ·1950' ANTOLOGI TRAMONTO DI NOVIL UNIO Ti .compiaci essere stat110, col dorso clre fa ombra al raggio d'albo. Cosi ti sognaro110 i poeti: conca elle mai lavò lo mesti.=ia del cielo/ E fu omore alla tef'ra il tuo sva11irc a vtli; q11asi di cor110smarri to olla notte secca. Ora i fiori ti fiutano; ,. all'aria resta il 1110 barbaglio d'antico fiamma. Un'allodola ti cerca nel cielo già deserto. P. MARL'(O PJAZZ OLLA L'ALBERO Di;LLA MIMOSA L'albero della mimosa ~-:,,{,:"~ f~·;;~~~z;;e poco Sarà giallo di polline Dalla cU11ico Esce · 1110 bianca infermiera Vorrebbe immergere tra i rana Il suo corpo Come in 1m'acqua odorosa, Di.sle11dcrsi .sollo l'albero, Ripo sa,,e, Dime11tica,,e a lungo Gli odori della corsia EMMA CALABBU. A UN SETTIMINO To11levollf! è per cedere l'anim o 01 for t1mosi riflussi del vive re che mi inalbera" come vela, e tulle, settimi110, i miei J,ettsieri ilt 1111 fascio di estremi aneliti ti cercan 11ei mea,rdri del 1110 eliso. Po1r1g11otipio,ieli breve viaçgio noviga11do, nel cielo rispecchialo d1 q11esla co,,ca liai affrenalo il te, n.po alla slagio11 dei sog11ator1. No,r come me che il boccio co11vulso discl11ude11do,le età Ira assalito e gr'emito la la.stra di mia vita di pelf!li. e t!i fo,:lie clic mai xra:;ia acccst1ro11 dt fiorirnre. Ora 11011ricordi di. leti:;ia le arie ,move disciolgono , c11è ti1H/)Ono assordato è la mia memo,-ia. Il seme che I rami innervo degli 01111i è i11a,-idi10 e pc,rd11lafronda sballo. T u cl1e /Jai sfogliato , settim ino, la rosa rugiadosa dei tltoi giorni per u11olimpico oltremondo 1n terra, nell'alone giocondo tra.sforma il mio lungo a11sito d'uomo cui l'i11fa11:;ia è sgui.sciata come anguiUa. CASIMIRO FABIIIU E DOV'ERANO SOLO FILI D'ERBA E d()1J'era110solo fili. d'erba 101 poco innamora ta e un poco stanca ti piaceva guardare il n1io paese bia11co11cl.sole i,1 cima alla collina come ,ma piccola dolce Bctlcnune ed i silc11:;iimm obili del bosco 1flag e:::,: 0 11~~!,::or/i rì "1;f e//,:~ic; e ~hiora i colpi dei fuc ili per la valle nè passare ,,et ciclo rivedremo 1 ,:O";:~fn:ioc:;.i ~:,,;of,!f:,i~~,?_alco ne. FRANCO COSTABILZ PREGHIERA Tr epide notti 11ell'i,rca11todelle parole~ ,iwlame,11i di voci lcnui 1 i1111tilc angoscia di forme i,rcomplcle trascoru di spo:;io ù1 spasio col ve11to... · M io v ita precisa d1mq11e il tuo rilmo in questo solco d'attesa! Bo.sia 1111a parola essen::iale a dfrig ere l'ansia i11co,i.s,11lta cl,e 11111/0 il sileu:;io notlur 110 i11 dis11111a11a coscie11:a del limite . L'impeto dei gi'on1i passati è on11ai sa:;io 11e!lamemo ria! Temp o è ch'io mi ritrov, mutat o e immut abile definito da 1m iutolto verbo verso 1111a foce g11ida11doalfìuc sotto cieli clementi gli o.swr i lieviti del mio desti110. GILBERTO NANETTI «DINANZI AL CAMPOSANTO• O gt!lide tom be • C'lie iii vo i raccllii,se te11ete le sJWgli, Di ta11ti poveri mortali; O luci sile11t1 Clte viva ma11t1metela memoria Di quei che {1,-0110e 1m dì ritornera nno; O cipressi ond~ggia ,1ti N ell'a,-ia te11eb,-osadella sera Clie le deboli cime i11arcale Pcl ve11lo e per lo pioggia; O voi clic 1111 dì soff ri.sie cd or ripoJo Godete i11 altro sitn per la novella vit a, Guardate mc cl,e miro la te11ebrosa pac, Che regna a ·voi d'illtor110. O /ic-.1isn1time11ti di rimm::ia Tr a squilli di camp(l11o! Cltc d1 111nlit1comaJa11110 l'eleruo gemito , Mi cfrco11dale se11.:rn pi,ì attir armi , .Yè più mi lusingate . E seggQ .rn 11110 .scoglio Cl,'è cinto da 1w mare di verde: Dina11::1 a me 11011 so11cl1e tombe e croci Si11i.ftrame11tc ifl1m1i11ate Da pallide fiammelle. Null 'altro cl,r la morte lo veggo all'or'i:;:;011e! FRANCESCO Pl CCININ l (Soriano nel Cimin o 4-~-1946). MATT INA La notte a grn11d1 falca te fugge dal mar'e ,mda, e Jruglii e scorpioni ::ampcuano a ridosso dn' monti . Due gemformi catiulca110 1111pe111u ccl,iati di ras.su. l.t· mo11golfierr dri sa11h s'afflosc1a110 mi xl,iacciai dr/ ritnwu to r1tlo. E due• gcmiformi C011(ffca110 impn 11wn·l1iat1 dr rosso, olla , "·'' rm11 stu11clti. Il g1ot·a111• ~on di so11110 reca s1igl.i occhi. FBA..'ì'CESCO Nl COSU

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