Fiera Letteraria - Anno V - n. 18 - 30 aprile 1950

Pai;na 4 Bernano~ diC. Bo (Conthuuu. dalla J, pag) aottolineare li da\O d1 QUtst'ag– getUvo e a 1tablllre !lno a che punto il Bt.rnan01 non aveva ri– spettato le raa:lonl di una mo– rale corrente, se non avenno preoccupulonl d'ordin e rellgio– lliO, I crtUct tnOILraYano &p,trtA– mente di t':U"re dllor1entatl di fronte alla preaenu d1 quenl motivi che aecondo loro erano completa.mente Htcmt o obbli– gati nella vicenda del libro. 11 critico era quindi rerm11,to non già dalla natura dello scrittore che esnmlnava, mn da un fatto di cultura, da elemenU che erano IOl'O a staccare dal corpo 101.erodello acrtttore. In Italia non eslate propri.unente una let– teratura cauouca nooottante t molU lentaUvt che 11sono ratti in tal aen,o dall'altro dopo auu – ra. Eppure non aono mancaU movtmenu notevoli, persone at– tente, aplrltl vtvt. Tutti conosco– no la storia di Pap\n1 ml!!ntre pochi ricordano la presenu dl un noatro J)&.rt1colartsalmo acrtt– tore catlOllco, Domenico Olullot– U. D OtullotU non b un connr – tlto come PaplnJ, clo6 non b uno acrtttore che a un ct.rto pUnto della JUa carriera abb~ pensato d1 sceallere un'altra bandlen, no, egU 6 sempre 1tato cattolico e nel ,uo furore ha eletto come mustro dl Bloy: 6 un po' un modo di aceo1tarlo a Be.mano.. Glullottt non hA acrltto roman– ~ . forse non 1&prtbbe tentare neppure un racconto. b uno 1Ct1t– tore di lllumlnulonl e per tutta la aua vita non b mal uscito dall'ordine dl una pottia dura e di una ffledltulone religiosa di una atraordlnar ll\ ostlnutone. l i OlullotU ò etato fra I prlml lettori lt.nlll\nl di Bernnnoa cd 6 atato uno del plO.ferventi ani– matori del IUO IUCC~ fra di noL Un auro narratore !tallano, Nicola LlSI, ha nella aua bl– bllocrt.fla un titolo che .sembro tradotto da un Utolo famoso d.1 Bernan01, IJ diario di un per• roco di compagna, ma tutta la Vlc!nanu. b llmltata al utolo, ln realtà non al pot.rebbe trovare due scrittori p!O.dlveraL n Lisi, che fa parte del ,ruppo di acrtt– tort che non hanno paura di dlcbtararst cattoUct, ba una VI• .ion e del mondo completamente dh·era da quella del Be.rna.noa, non cbe manchino I ltll I toni acurt, le aoapeoalool dtllintelll- 1enu lucida, certi palpiti di aen– Umenll Incerti, ma c1b che le ~n. dall1nterpretaa\one Ber– nan011ana 6 pro;,rto 11nnoccnu Gel auo uomo. D mlatuo per Lisi 6 lta:ato al mondo Intero, b un fatto cH natura che la nostra anima deve l1con01cere e di fronte a cui deYepltpl'll ed ac– cettare ll aenao del mlatero, ma l'uomo b una vltUma Innocente, alla fine 6 una coea. L'Uomo non lnte"lene come In Berna• nos, per Liii !or.se non 11 tratta neppure di &alvaral o di -perder– ti . si tratta aoltanto di apparire come un numero nel gtuoco ln• tero dJ una villone. Ora chi co– noace Berna.noa aa che poalalone centrale abbta l'uomo nel auo mondo o, N •I TUole,l'anima del– l'uomo. In Llal fl amva a una conclua!One ldilllca della $U& •J• s1one. aeppure la pace che eg:11 proclama nuconda mo!~ parti oscure e secrete della n01tm nta, ma per Bernan01 la pace dlpen• de 101 tanto dalla preunu di Dio. Non IO fiDO a che punto sia le• cito cndeu a quello che b atato acrttto della aua -,onta, ma ad 01nl modo U dato del conrron– to, la protesta amoroaa di tto– Y&re fln&lmmte Dio 10no eJe– mentt declllYt per tuUa la flta di Bernan01.. Per quanto I suol libri alano eu tt1 aecondo una mtaura d'arte, non 11 può ne• pre che una nuova dlmendone 1ll deriva da que1ta profonda accmone 1plrltuale. La nllcHtà a.rtlat.lca 6 aalva appunto perch~ LA FIERA LETTERARIA Domenica 23 Apri le 1950 llfJ Ji'A'l ''l 'fl Vi\ 1 11 Vl'l 'A DA C,l ,\ 'l La vita è infinita1ne nte più grande e più bella di quanto non abbia creduto anche in sogno • Geort~ lkrnanOI (ConUnuaa. dalla 3. paa.> ,ran posto. S•ntlva che ,. ne: andaoa. ccrcatJa per vi• trav er, e di ,enUre come ,tai,o, e con 1'0Ce roca, che 1paventat1a. d'altronde lui attuo, Janctar,o: e DUemf, qsu1ta Genesi, a che J;fuhto ,, :t E 1lccome lo lo ttgltlDO con lo lgMClrdo, non rllpondendogll, ,, o.1Unat1e: e Con la loro abbomfnecole evoht.tlone, non l7l pare che di• wnterd: uno atorla u,a, pfattaP.H Tatt' al ptà,, potranno .aitUul re uno poufa e un'altTa PQ8• Ila , ma la 101'0 non oomt nulla, mentre l'al• tra ... s Le /ra,I 11 Jormaoono con dft11colt4, malgrado Il mootmento che tentaoo rUrooore... Lu fflorte di Bernanos rlchtamo alJtttuo,o, una prtsen:a, perchè Ti• prendo fl auo girotondo /olle. Dice: , Baata... Ohi Basta... s. Poi: e Ahi &ffH, Ahi sii ... s. Il chiru rgo viene. Temeva che /01- ,c anche peggio. Portano un carrello di oul – geno. I giorni precedenti gli aoeuano /atto fJ sfero. Btrnano, crt'de che Il tram ancora del– le steua cura. Allora et dice: e lmpou lbll.e ,tuera.H Jmpo,llblfe ltuera... t proprio lm– poUiblle :t, Poi quando l'appartcchto gtra :at– torno al letto, ,oU,m tuttada le coperte: e Afu– tatLml s, I 11to1 i,11 ffltemono l• mani. Un protettore conico lo bombarda di out~. J'ln– /erm lero che dlrir,e l'operazione 4 braccio te– .so, 1egulr4 per delle ore l'f11coaccnta tlC e t:'lent df qutlla tragica bocca della quale temiamo ,o. pratutto la dl,ten,fone briaco de/fnlvlta. PIW 1peuo, d pur DeTO, st 1entft1e 1,ftntto. U narfd cariche di croste di ,angue, p,ooententl dalle bncta:t.re deH'oufgeno, le labbra In vno 1tato anCM peggiore, la gola Ingombra, la lin– gua ,ec:ca, rolgeoc Nf'IO dl me a,n l'UO, con r. Ufflpfe lf)Orgentf, non pfit ra-10to e, O /egoto ,empra /uJUionando male, di 11:ncolore plam– bco. Un dll"1U'to ,pa~ntoao gH sallt1a. col /lato. Il 11t0acccucftunento gli 1/uggl dal cuore. An• eh.e le lacrime oiennero aglf occhf - fui che non aveoc pianto ano upolturc dl sua madre. e E' u11'fcUoda. Sto attravc , ando una /a,e di fntenerlmtnto s. Ma non può rulatere, la boc– ca. la pooera bocca pata, lf torce gemendo. Ml acehtopp6 una mano, la atrfn,e o H. Al .. loro mi awtcfnal alle ,ue pance dure e gfal– lcutr, e lo bacta:f. e Ahi aiutatemi. alutatt: • m,.H s Lui che al confiteor et tiene tanto tanto a markllare, rivolto a me: Et Ub1, Pater,H E, tlbl, Pater, 1lno fn fondo, ml dfr4 anche: e Pi– glio mlOs. E' ben1I vero che qutl giorno al 1uo alletto al unl anche un po' di tema: e Sono un cretino, prenderete l'afta anche voi... ml tranqulllluerete domanl :t. Incidentalmente, l'Infermiere che ,e ne andat1a.,butta : e SI te• ~ Il muahetto s. Sarebbe la JlneP S/ugglr4 allo morte, Quellt che lo amatiano moltlpllcarono r. no-– tit:nc. Un mattino andammo In pdlegrfnoggfo allo Mado1111a della Vittorie. Al nostro ritorno ,1 aulcurb che ,e lo Vergffle lo ,alvova da que– ,ta brutta uterlzfa - miracolo J)fr miracolo - gli atirebbe anche rida to l'u,o delle gambe. Perchi. qite:1ta grahdta ,peran.ui P Per una ~~/'1:=:c1::'~r~co":' :z~al!':uf:{J; la /amo,a acqua di Lourdu, pu uem)rio. Ta– lvnf amici ne aPn,1G,ao ,nu,a una bottlglletto nel cauttto del COMÒ, Ml avotrtl: e sono poco portato a qu•t• COIII :t Dow.: tra d11nq11e J'o,to– coloP Nel ,uo CMOre.e Non ,o chkdne.- non o,o chl~e- s L'o,tacolo non era ptr nrtUa ntlla ,ua mente. lo ,tu,o gli aoeoo detto : e BUOV"o rllpetta,. J diritti delle COH lgno– u s: Ribattevo: e Coppiere della Vergine, a wdro dllpo,lllonet • Prtndeco - 1c1t10blle nnorffa a parù - quat'acqua molto dlgnlto• ,amente, con un ,Incero aegno di croce. Molgrado tutto, QIU'll'M0mo ammdteDO di over Implorato du• 1mule nell'fn/a,ula. Pe, prima quata : e Signore, conctdetemJ 1empre Il neceuorfO s. Non çonchufevc, a tlJ)erftnze /aUe, che Il Signore l'ooeue abbandonato, ma ,emplfceme11te coil: 1 Non 1ape110 che Il ne• ~:!'a;,':,t~ 0'1': ;:':~1if::.: ~/~C: :~rr~!~:fa~ e~ reua, come ,e )In da quegli anni lontani avu• ,e saputo co,a Il agUat..\1 In lui : e Signore, da– temi la gloria s, Questa ,ua malattia era tale che le Il po– teca ,egulre nd IW) 1ofluppo da ndl'anlma - che 11 ,empllJlcat1e - che nel corpo - che morltia. L'uno e l'alt ra erano alla ftne. Un Bernano, non 11 lfbt'ra /acllme11te cki ,uoi giorni. Certo che Il Signore f'awebbe potuto strapparcdo bru,camenre. Non t ,toto ooal. Occo"eva che fJ malato dlciu,: ,t, 1 me– dici IC'C»tlfgllotiano I dflconf nlle qui1t Jonl del giorno. Non era baltato, poco dopo J'op,:– raztone, JJer metterlo /'uorl df ,t e tpoua rlo, che glf ~ntut ,otto gU occhi un dl1griufato giornale In cut glf paroe fntrottdere che ta 4 luni ,pt;ramno di rido.re grandeta allo Fran– cia con l'lmporta:l one di trattor:I amerlcanl1 e E l'anima del paue:P, diceva «cftandod, e l'anima dd pae,eP- Non hanno dunque capf– to nulloP.~ s Per parte mia, non ml rlu1clt1a.dlllfclle ed– tare talf dlscurtonf. Non c'e,a 11na mllura com11nealle ore che ltaNmO cioendo dinanzi a Dio e I problemt politici. Ctttl giorni t11t– tavta awebbe dufderato parlarn,. Dau, o tre oolte lnllnuò: e Vf garant t,co eh.a nonostante tutto t roba Importante. Chi dlr4 adagio al mali palli al mondo s, E addirittura una vol– ta che lo l'lnter,uppl: e La vo,tra Vita d1 Oe– aù.•. s 11 ,pln1e tino a ribatter e: e Lo mia Vita d1 OeaQ, ma la gente la ligger4P Non et ,0110 neanCM arrloatl ... s, A dire U oero parlaoa contro u 1teuo. Dapprin cipio ri ,arebbe potuto crtdere che &i trattaHe di decidere quale optra 1crfoaeb– be per prima, la religiosa o la politica. DI /atto, le coae stavano altrimenti. 11 Signore gli 1uggerlva una rinuncia. Perohd l'opera po– lemica c'era gld. SI trattava df una e Enctclt– ca al Prancesl s, di ci,I aveva gl4 1crU!o l'e,or– dJo. La gltutlftcova cosi: e Sono un ottlmllta, cogUo dimostrare al gfooonl /ranccd che la Fron da ,e la coverA, e che- ,e lo coctr4 an– che Il mondo s. Aggiungt1lQ: , Enclcllca? ... Ec– co che ml metto a /are Il PapaH. Ma dopo– tutto, percht Il Papa non parlaP Ba,ta met· t.ere gli uomini In piedi perchd camminino. Hanno uno ,ola o.,plraz.lone: enere coman• doti. D'altrond e l'abbiamo llflto In guerra> . Aggiungevo: e Anch'Jo de1ldero di e11ere co– m.andato. Che li Papa porU e ,arò Il primo a aoa,u.are ». Poi, sen,lbUe come: al IOllto: e Toloolta ho Mn po' malmenato U Papa, ma non credo elle ma ne ooglfa, ,ono •k»ro che non me ue 1l1lOle >. AU'epoca dd Grandi clm.1- terl &Otto la luna auet1erict171lfO d4 Roma uM lunga letUra che tenne nel no por-ta/oglto al ::::~etol~ 11 ta1 ~~~c::~ ;u~h~r,= 1u:';;c'f:t~ tera dJ un en/ant terrlbl e, ma devo dfrwlo? gli en/ant., terrible, non ml /anno paura, anzi ho 11n certo ddx>le pu loro s, Continuava , an– che: e La rtcen1lone di Andrlf Rouueau del "Figaro " ml t umbrata molto lntereuante, la port.erò alla Stgreterla di Stato lnlfeme aJ co– stro lfbro, che ml hal\no chti,to. appena l'am> ftnJto. Che lmpreutone Jar4P Una bomba, con I suol scoppi doloroal, 11, ma col fuoco che t sempre bello. LAudiato sll, Ml al(nore, per fra– te roco, bello, Jucondo, robu1t080 e forte! s. Alla propria testlmonlanta Pfr la Franci a cl teneva, e ne era molto /fero. Il ,ogglorno nell'America del Sud gli avevo da!o, a que,to riguardo, moltl11lma, ,oddf.s/atlone. Una vl11ta d! Malra uz, che egli amava molto, gll rlnnoOO Il detlderfo di Intervenire. Poche parole di Pler– r,: Bourdan anche: e Bernano,, c'd bl,ogno di col>. Tutta via non tra dt,po,to o cloere. Non ar– rivavamo a convl•cerlo. SI 1enUva nd r1t0lo del partente. Una mattina ml buttò Ironica– mente: e Se almeno aotul la 1alute di Pt• iblioteca Gino Bianco tofnR, s poi agganciò: e La mancata Jtde di Pitaln t lncomprenllbfle ... La:col, hd, era nel• la IUO regola ..• Mo PitaJn/ P4taffl l :t, D'un trotto Il ,uo cl.so dfoenne a.,1ente. Senia teme– re di /are uno 1p,oJ)Olito leOOuna mano, /,ce un ,egno di croce e, come un agonluante: e ntaln, Laoal, li benedico •· Beninteso che dopo l'operazione I medici 10 ,ape:vono condannato. Cercar,ono almeno di blandire Il male, di p,otTarne la tcadenu. Dal ZO al JO giugno abbiamo ciuuto dd giorni t1enf. Cl ,ono talune date che l'lnKTUCOno nel dfagramml di oapedale. Ci tono delle date per Il cor-po, ma ci sono anche q11etledell'anima. Il nureoledi JO giugno non era plll lo 1teuo uomo. Ffllcament e ero ancora pltl giù, crollava. Tuttavia ml accolte traendo fJ re1pfro da mol· to lontano, quGfl cantando. Forse perchè aoe– co dovuto auentarml per due o tre glornlP Dapprima lo credetti. Ml prese preno di lui e co11 gli occhi già piani di lacrime: e E' una llplrtulone ... Ho CTeduto che /011e un'llplrazlo– ne... la mtte cuaava, ho detto: ,t s, J/1 1plegò che 11 sarebbe unicamente dedicato alla Vita d1 Oesll. e Ml pare che fl Signore ml chieda df denudarmi, tutto, lo credete? s, E 1/ccome lo lo riconfermavo In quella dtctslone, che ptr me era In piena evidenza u11a grazia prima della morte, un modo per Crl1lo di attrarre a 1d queat'anfma - ml din e: e Adeno ho una ragione di tnuere s, I n/atti, dlmo.1trò di nuovo uno /erma oolontà di guarire: per primo volle combattere. Temendo che lo non caplul tutto U sao ,a. crf/lclo, o ,emplfcemente perch, aoetia bf,ogno di compcuslone, si ,pl~gò: e E' duro, terrfbfl– m~nte duro.H Credono che fo non aoeul doto grande importanza a quutc opero polemico, lo, romondere, ·acrti 1acrljlcato I mld romantl 1 Ala ho decflo, non parlerò pfll che dJ Guù Crl- 110s. Tentai: e Dopo la Vita di OtsO, J'Encl• cllca,Hs ml Interruppe: e No, d ft"lta s. Si ,cu– ,ò anche: e E no11crediate che coglia /ar, dd romandi -, s, Tenne duro: e Soltanto la Vita di OesO. D'altronde. uco•do I miei plani, ne arrb pu ""' pato d'anni s. PIO df una oolto, con IMI, ho con1totato que– sto modo fn/antfle di aree 11n'uka, di non per-lame, di lottarci con.tro, poi di mollare tutto 111 una volta. Del sacrlJlcto non ne aveca– mo mal /aUo parola. Era q"lndl un ge,t,o eml– nerite,nente nt!fla tua regola. Ne ebbe d'altron– de una cosi grande dl1ten1fonc Interiore, una tot..Tabbondanz.a di pace do fargli credere o un ritorno alla vita. Proctdetl(Zmo lnttt!Ce - I medici dJcevano e prtclpUO,lamenU s - otr,o l'al di 14, Og11Icosa CO.Spirava ptr Ingannarlo, Man– giò 11na sogliola, e, ooaa lncrtdlblle, la dlgerl. Bevo, anche una coppa di champagne: e Lo champagne/ Ah, coro mio, t fl pae,e notloo, d la Francia». 111 quanto alla 1ogllola, l'appre,– zava un po' meno: e Queata carne un po' dura, che Il df,/4 In lamelle /11ce11t1 ,otto la for– chetta s. LG vtde con vlvc::ib, con I .suol occhi utenuatl nel 11110. Il giorno dopo, co.scie di rana. altro champagne, e tutto andò bene. Ne l Jellcl11lmo. Il ,econdo wto dopo J'opera:::fo– nc. Poi rlene Il chfriuf10: cco,a manglo1 ... s. e Ciò che J.'f piace >. Non ,1 mude pfil: , Sono 1pacelato... E' proprio Jlnlta s, Tutta çta Il glo• rtdl gli amici rie,cono a ritirarlo ,u. Aul,to al e 114110della belva s, dove quarantotto ore dopo anl,te,ò l'agonia. E' appoggiato ai guan- clall, abbiamo cercato che abbia ancora vn to• no 1lgnorile, ha me,10 gli occhiali, gli diamo un pochino di trota e un po' champagne, oc• corrtt1a. che lo colo.::ione aueue molto dl,tlntfo– ne. Lo burliamo, SI abbandona al 11o.strogioco. ruttacia un dl,giuto troppo /orte lo auale, non ,a più contenerlo ... La1cta ti pasto a meuo. Dopo sar4 Il cre,centc maJa,ere , Il oomlto, • la pror,o pfW f,uopportabflc, gl'lnCMbl con 1doc– chl pe,,onaggi che ritonta110 sempre, J'Lr,eaJtd eh,: /a a pugnf co11 fl vero, le alludna.zlonf, tut – ta la anc11e troppo l..'ffO decomposizione della J)traonallt4. VENERDI' - Ml parla di qu,:sta lnten,a tor– tura. Non ,oltanto Il unU morire; si otde , allo letUra . Paua e ripaua la mano sulla /,on– te per dipanare la dluoclazlone che 1ta com– piendo.li 14 dentro. In quel momenti capiamo cos'd 1trappare un uomo a se .steuo. Ma ho vùto molte morti, Ntnuna ha raggiunto qui - 1to ,toto df coscienza. BI.sogna certamente par– lare della morte dtl roma11ziere: e Pruenro a 14 ateul > e amore dJ ,t s: formule tanto am– bigue In chiunque! Ptr Il romanzft:re pfil che per chiunque altro , l'anima l la /orma del cor– po, l'ha realmente spo,ato. Durank quaranta o ,euan ta am11 1 lnevltobllmente, non hanno mal ctuato di appartenere l'uno all'altra; trlon• fauano In un'ango1clant c po,se110. L'anima rf– •ale vedova ti corso del tempo e Il corpo ,e 11e va, come ciò che 110n è plit; l'uomo, ancora prima di esser morto, comincia a plangue ciò che t stato. Pcrchè vtde non eueruJ rimedio. C'tu'n progra ,o nello Ubera.zlon,:.Ed t per– ciò che dlnan d a quanto scompare, la parte plà penoaa rl,iede nell'lnteruento del ricordo. Si potrebbero tror.:orc altri confronti, come la madre che perde Il 1110nato. Essa su.uUte, e tuttaola una parte di lei ,te,,a non è più. I! la sente ?fil civa df tutte le altre. Vuol ripre:n– denela, 1lnghioz.za. chiama. Ne tra,: e,aspera– zfone al ,uo dolore, che tutto rla,.sume pofcht non 1trlnge più nulla tra le braccia. Coal, ,e d permeuo lnurire congetture In ciò che t toltanto racconto, ,are\ pu Ja no,tra morte e, tra t1ttte, per Ja morte del romandere . SABATO - GIJ dico: e Bllopa rimettere al Signore lo 1plrlto che arete rict cuto s. E nd corpo che ,e ne ca, tra le m.cuctUe,depon• go Il corpo rlH1citato di Crllto, come pegno d'lmmortalft4, Un'Infermiera di buone Jntenzfoni menare Ieri gll rl,,utava lo morj1na, .stamani gli ha /att o l'lnlttlone 1en:a prevenirlo. E' lnva,o da 11nasonnolenuz Inevitabile che lo spaventa· t terribile vedersi morire, ma per una co1cten:a come la ,ua:, l ancora plil turfbU,: 1/ugglr, a il steuo . Que,ta t la rtra morte. Quando rie• mirge, Il dibatte p,r non ricadere nel 1011no: e No..., no... ,e danno, ,ard la ttne s. Sente Il baratro. Fino all'tstremo 111101 cono.scere ciò cl1e cerca di euere, atJerrare quuto rlma– •ugllo. Ma oramai t lmpc,ulblle. Ne sotJre, atJran• lo. Recitiamo un Pater noatro, durante Il q11a~ le e11trano la 1lgnora Dcrnanoa con dut ,,glie. Lo trorano ,cduto, le mani glunt,:, alte. E quando dico: Liberaci del male. ecco che e.,cla– ma da tolo, .sconvolgendosi l'anima e il c1t0re: e SI... Padre ... Padre... per vostro ftgllo Geli, Crt,to non ml /ate pfu male... s. La sua voce ripete, ripete. Lo /accio ricoricarsi a Jatfca. t • ,ensa re,plro. Non ne può più. Jfl chltde: e Crtdete che Il buon Dio pe,donerA I miei peccati? s. Glf faccio ugno dt ,1. SI riad – dormento. DO~tENICA MA'ITINA - Al-pettlamo fnoo– no che uenga fuori dallo morfina che è stato nectnarlo continuare o ,ommlnllt rargll. Sono parecchie oolre che gli pruento l'eucarlitla: e Ahi 11 s, ma prima ancora che lo ml acco,u t ricaduto ntl ,onno. Un movimento plli. pro– fondo degli altri 1tmbra tuttarrla che lo llbt'rl: apre la bocca per rfcaiue Il Corpo del Signore, bnucamente lf riaddormenta; la particola t elsfblfe tra I denti e le Jfngvo ucca e ratte– nw:ta. Accerto l'ln/ermlero dl ciò che oocorre– rtbbe /are u: romlta,1e. Durante parecchie ore rimar,4 cosi con la bocca aperta, a Corpo del Signore dlnan:t gli occhJ dJ tutti. Poi, al rf– si;eglJo, ,1 comuntcher4 . DOMENICA SERA, o L'AGONIA - Ver,o le IG dice alla 1lgnora Bernano, : e Ecco che 1111 trovo ndla Santa Agonia s. Rl &oegllando.sl l'ha ripetuto un po' più tardi. Arrivo i,er,o Je U; e,itro nel/a camera: e Padre, beneditemi s, Non parlo pfW,grida (come ol Pater di atamani) con la ,ua ooce di tc,ta . Soggiunge: , Va bene... ro bene s, Rtcompalo un quarto d'oro dopo. Stes– sa rlchletta, ,tena concltulone. Chiama: e Mamma .•. Manona ...•· E siccome l'ln/ermle– ra. chfHd perchd, gli rl1ponde: e Sta bene. a,pettate,vado a chiamar/a nel corridoio...s, le replica: e Certo eia, no, perchl t morta s, e La rllroverete prc,to la,1à s, e Ctrto clic la rltro– tierò la,sll s. Aspettava certamente ,ua madre ptr po:uare con lei, la mano nello mano, attra– per,o la Santa Agonia, Entriamo nella camera v,:r,o le 19,.10, la ,i– gnora Bernanos, Mlc.l1el, Claude, Domlnlque, ,uo nli;ote Oug c lo. Ne rituclremo domatrf– na alle 5.10 - llbtratl, purtroppo, anche di hd. Le tenereue, ,taur o, attorno al 1uo letto, gli ,ono dovute. In 1'erltd, non precflamente la mia, di lentrtue; ho un motivo, dlocr,o da q11ello dell'ln/ermlera di notte ,cozuse, pt r euere là, ma tono anch'Io come lei, sono un td raneo, ho un motivo. In ogni prete c't tutta la Chle,a. L 'lnUruufone dtlla Chfua ,egue ogni crlltlano 1lno all'ultimo ruplro. lmJ)e'g11a– to ntU'aoonla pu la appllca. At piedi del letto, circondato dal suol, mentre l'Infermiera t lndo!Jarata, nella tenebra che lnrade la ca– mua, ,ono come uno che regga la lampada. Non t ancora proprio trapa,sato. LA NOTTE - Dapprima, ,In 11tr10mezza– notte, quel lungo rt 1pl,o preciplto,o, emeno In ,erte Interrotte da soapen.sfonl ,paoenteroll. Ha un cuore che tiene la carico. No" d ntanche pf(l la marcia, t una corsa Interminabile. Ma dunqu,: dove corrono I mortlP Seriza volerlo ririedo il 1940, la coccia tede1ca, Il rfpliga • mento nnl1urato per non euere prigionieri, le lunghe 1trade dnonlmo di elOdo. B quesl'uomo ln/atlcablle con Il rt1plro dJ gigante. Ct rto, lui, 11 crederd p Verdun o Ingranato In non so quale avanzata. Destino delle generiulonl . Qualche giorno gli dlnl : e Voi, con Il ooatro petto di dragone... s. Ml rispose: e Povero caro, no,i c'è più niente denfro s. Ci ,orio quelle ,o,ptn1lont. L'Inf ermiera a In• terf)Qlll prcuo cht rigo/ari tocco lo carotfde o poua una mano sulla fronte. La carica rl• prende. Non si tratta pfll df coincidenze, 11 dl– rtbbe una cawa. Ecco un uomo che a a,no ,ti – molo tanto Ile~. per quattro ore, torna a met– ter,I In marcia oont volta. SI pen1a a un /011- dullo spoJsato cui basti, di tanto In tanto, 11n Stanotte tkne gli occhi Oltfnatamente ch.ta – ef; /orse l'ultima colto che IJ ha aperti e,a 011- cora glorn.o, Saranno ,errati dno all'aurora, .._ oedranno la prima l11ce di domani, Sa che sfamo H. Inutil e di dlrgll chi lfamo . e Ma andate a riposon .•• andate a letto_. ti stancate.- s, In verltd l'oppreutone al /a di pt4 fn ?ftl severa. SotJre paurosamente. Allora t1clama: e A not due s. Ptr conto mio credo che abbia .semplicemente lanciato una s/fdo olla morte, aU'oppreutone dello morte. Un poco prima di meuanoHe ti abbandona l'oulgeno, ,1 a1pdta co11angoscia. Pa,1ano le ore terribili. Rapldanunte fJ respiro molto plà breoe di– venta regolare; rlmarr4 coal sino all'alba. Dor– me. L'Infermiera cl dice che è nd coma. Dopo ln fase delle preoccupazioni e delle cure ci tro– viamo ora dlsoccupaU. Egli, ftlfcamente Cl d 1ottratto. Non c'è nulla da 10rvegllare, · .salvo che veno le 2 del mattino q11ando, di nuovo ... ma sta doppiando Il capo. Non 11 può Jar nlllla. Slamo fncc,I dallo steuo rvoto. Seduti accan– to al letto - o raggrvppatl attorno a una pol– trona, tfamo plelri/ft1Jtl. Pauano ancora circa tre ore. Abbiamo rlaluzto la tenda della /fne• ,tra e la prima luce comincia. A un tratto, l'Infermiera che ha guardato l'orologlo (l.e cin– que meno 10) ci scuote: e Sarà ora s, Neuuna domanda, BIIOgna di nuoco 1tgulrlo, aiutarlo . E' sempre nel coma. Pot verso le 5, dal piedi dt'J letto, uedo Il suo 1lf,o rcddolcinl e muo– wrsl, gli occhi 11aprono. La ,Jgnora Bernano, sf awtcina. Vuota a colpettini Il poco di rupt – ,o che glf è ri1na,to In petto. Dice molto df– stlntamente: e Gloranna. _ Gfoa,onaa_ Gtooo1t– na...s <kf nomi eh,: si perdono, poi e Giaco– mo s. Tutti l noi lo baciano, 111amoglie chino u cilO contro Il no riso. 11111 le 1J)fnoe Il capo contro di ~- La ,Ignora Bernano, recita un Pater noatro, un Dio U salvi, Maria. Egli mru>– ve le labbra. Poi rfr,rende: e Olocanna s e più In /retta: e Olooonna ... Gforonna ...s; l'Infer - miera ml dice: e, Ora t Il rijleuo ...s t giunto all'ultima parte di orla che gli rlmanera. Sen– ia che ntuuna piega del volto 11 sia moua, gli occhi dolcemente urratf, igll è morto. ArellC /anta,tlcato, prima di la1cfar Gatll,, che talrolta 'f}lr noi Il buon Dio 1baglla di mor– te e come al guardaroba cl danno un Indu– mento per un altro ... Non ,1 ,nuore ognuno per 1è, mo gli uni PI' gli altri. o anche uno al po– •to di u11 allro, chi lo .sa1 s. Egli ebbe la 1ua proprio morte. La 1traordlnarla calma del ,uo oolto ha COI• ptto quanti si ,ono accottall al lelto funebre. Prin cipe brunito dd ,onno e deU'lmmobllftli. t mtucoli non Il sono fr,fgldlll, e ,enm che apporfue la mancanza dei dentJ, te labbra ,or– rlderano con la /re,cheua ddl'1"fan:la. Di oud ,orrt,o del quali dfl•e: e Non lo U– bertrb che alla mia morte s. DANIE I, r EZEKI L

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