Fiera Letteraria - Anno V - n. 5 - 29 gennaio 1950

_D_o_m_en_ica _ 29____.c g_en_n_ai_·o_ J_95_0 ___ ___________ ________ _ _:L~ A _F_ I_ E_R_ A_ L_ E_T_ T_ E_R_ A_ R~I _A_____ ____________ ____ ______ P_a_gi_n_a_5_ htdl? Del tutto discordi se non err o. Dicevi che il conte - ricordi? - non e:a nè eru dito, nè un allegrone. CAST. • Ah, io dicevo cosi? DI BR. - Già, sostenevi questo. Io sa• pevo allora che tu avevi torto. Il conte è tutt'altro. E' l'uomo pili ilare del mondo. SU -pJt'l cauto nei aludlz l, fl.gllo mio. CAST. • Ma è stra no, molto 11trano. Non credevo, In cosl poco tempo un uomo potesse cambia re. Tu hai rvatonc: clr• ca un'nra ra. con Sant'Otzo, ho In– contrato faccia a faccia ti c,,nte Po– liziano, In cnmpagnla del suo amico Baldaua-rre aiunto da 1)()4-u & Roma. Ah! Ah! Che raccomo m'ha tatto del suo vl11agJo.C'era da morir dalle rl– :Si!.lC.Un racconto delle avv enture e dei auol frizzi durante Il vluglo, cosi strano e•spiritoso, cosi a:enlttle e brll• lantf' .., Ahi Ah!... Messo J)n1 Jn ri– lievo dalla grinta austera del suo ami– co. Il qua.le . per dir la vcrtt à, è una discre ta mummia. DI BR. - Che t'avevo detto? CAST. • Già. non sembra vero. Che granchio ho preso, eppure ero con– vinto che Il conte rosse un :-ngnatore. DI BR. - Quind i, vedi, non irnpegna rtl mai... Ma... non è li conte che viene da noi? CAST. • li come? Ma no, non può esse– re Il conte. Ma si, è propr io lui. (En• trano Pollzian o e Baldauare ). Benve• nuto, mes.'lrrC. Permettete ,;:he vi por– ga il benvenuto a Roma nuova ment e. (Pre,entaJ . Sua grazia li duca... Pa• dre, Il conte Polìtlano ed Il suo ami• co Baldassare, duca di Suny. Padf e. Il duca ha lettere per voi. DI BR. • Benvenuto a Roma, benvenu• to In cas11mio. conte Poliziano . E voi. nobilissimo duca, son lieto di veder– vi... Conobbi vnstro padre, Cflnte. Ca– st1i::fi11n<!. chiam a tua cut t~a, vugl1o prescn:are la tua prome.ua sposa al conte Poliziano . Voi ven ite proprio In tempo qlusto per le ooz=e. POLIZ. - Delle lette re, messc-rc. cui ac– cenna vostro ft!.!llo ... se non i!rro, non sono al corrente. Forse Il 11110 amlcn Baldassare... Baldassare! ... ,\h. ecco, potrà darvi schiarimenti . !:-l'usatem ,, debbo ritira rmi. DI BR. - Ritirarvi? Cosi prest')? CAST. - Ehi, qualcuno, ehi, Benito, Rn-. berto! li conte si sente stan co. Con• ducetelo alle sue, stange. (U no entra). UGO • Pre[lo seguite. messere. ( Poli– ziano esce dopo Uuoi. DI BR. • S1 ritir a? Fo~ è Indisposto... BALD. · Temo di si. Infatti l'umidità dell'aria della sera, lo 1tr11pauo d'un vìaiiiilo cosi lungo. voi capi~e... Per – rnetlete anzi che lo segua. Terno che egli sia proprio indispost o... Scusate• ml un momento. DI BR. - « Scusa temi un momento •· Questo è lltrano. Andiamo, Castiglio– ne. ( AuvlandoaO. Tu sbaglta vl di cer– to aHerma ndo poco fa cht! Il cont e Pollz11no era pieno di vita. Chi d 1• ceva. Invece, che fosse un sngnatore ? VI SCENA Un apportamenio del pala.no . Baf– da.ssarre e Poliziano. BALD. • Anima, Polizia no, via. scaccia questo umore. Torna In te. Lascia queste fantasie e vivi, perché or.11 11embra che muoia... · POLIZ. ~ Mu no. Baldassarre. VIVO,SUI tranquillo. BALD. • M'addolora vetlertl In questo stato. POLIZ. • Nobile amico, credi. 10 sono addolorato di doverti addolorare (sorride). Ordma. su. co.sa dovrei ta– re? Per esserti grad ito tenterò di mu– tart Il caratt~re, che ho nedi: ato dal miei anlenat1. che ho succhia to dal latte materno. Non sarò plù Poll– z1an-,, ma un altra. Su, ,:omand.11, messere . BALD. • Sul campo vorrei veder.ti . Sul campo o al sena to. POLJZ. • Oh, c'è un demone che mi per seguila anche H. Un demo ne che ml ha seaultn. là. C'~... - questa vo– ce - la .senti? BALD. - Non ho sentito. Non ho sentito altra voce che !A tua e l'eco della tua. POLIZ .• Allora ho ve,negatatu. BALD. • Non abbandonarli al sogni: 11 campa di battaglia . le corti. inno pe: te. La fama ti aspetta. La gloria ti chiama. E lei. Il suo squillo di tromba, non vuol ascoltare. E Insegui sunnl Immaginari e voci di la:uumi. POL IZ. • Nessun a Vnt<" tmm:1alnarh,' Non Ja senti adeuo? BALD. • Ptr nulla. POLIZ, • Non la sentii Non ~arlamu più, di battaglie e di corti. Oh! H•, nau sea, una nau sea dll mf'>rlre dell f' vuote e roboa nt i van ità, d! quest o mondo. Abbi pazienn anco,11. Siam11 11atl raaazzl e condlscepnll ed ora slamo amici. Questo per PQCI'> Tu or,, In questa Roma Eter na. t'll 1laral un aiuto sincero e cortese e un POtere... su_premo, un regalo. ma bc~eflco, 11 sc1ogllcrà da tutti I legami d amicizia . BALD .• Non capi9Co questo tuo atroce enl~ma. POLlZ. • Tuttavia Il destino batte alle port e: I> come se le ort avesseru un r"splro prorondo. Le i,:,ibbie del tempo d!veman o ljlranelll d"No e ml abbagliano, mio Ba!dadarre. Non pos• so morire e conserv ar e in me un sapore cosi vivo della ~lleu •, come quand o m'é stati'>acceso dentro. L'ari• - mi sembr a - è pili prOfumata e arm onie vibranti fluttuano col ven– to. La terr a vive vest ita d1 r;1ra bel– lezza. E' più Jucente la ·1u!Pta luna, sospesa nel cielo. Zitto! S"•lll? Nnn dire che non senti or:, BALD. - Credi, non sento. POLIZ. - Non senti? Ma .115colta! Una voce debole, la più dolce che abbia mal udito. Voce di donna che ha do– lore nel suo tono. Baldassarre, questo m'incant a! Ancora. Come la sento profonda in me. Non ho mal udito questa voce strana ... Aveu l potuto udirla - commovente ed armonica - In altri alornL BALD. - Anch' io la sento oral Taci! La voce, 1e non erro, viene da quel11,1 grata, che sl v~e chiaramen te qui dalla ftnestra. ed è sotto lo ste'50 pa– lazzo del duca, non è cosi! Costei che canta è certo sotto li no&tro 1tesso tetto . Sarà torse quella Alessandra, di cui parlava come lo promessa 1po– sa di Casl!gllano, suo fiallo er~e. POL IZ. • Zitto! Senti, di nuovo? VOCE • ~ fl ebile canta): Ma è cosl duro Il tuo cuore da abb andonarmi cosi? lo che t'ho amato tanto nella gioia e nel dolore? E' proprio duro Il tuo cuore per Jaseiarml cosi? Rispondimi no. Rispondimi. no (Pau1a) BALD. · La cantone è lntlese . L'ho &entlt a spesso nella gaia Jns:hlltern, mal cosi triste , però. Ancon1M, VOCE • (Pfri. /or teJ Ma è cosi duro li tuo cuore da 11bbandonar ml cosi? Io che t'ho amato tanlu nella gioia e ne dolore? E• propri o duro Il tuo cuore per lasciarmi eosl? Rispondimi no. Rispondim i. no BALD. • Non si ode pili null&. Tutto è In silenzio... POLlZ. • Tutt o « non è • allcnzlo... BALD. • Scendiamo, ora. POLIZ, • Scendiamo, B.11ldunrre, via. BALD. • E' tardi. li duca cl attende giù ' in sala . Ma cosa ti turba. conte l'o– llzlano? VOCE • ( Dlltlnca) .....che li ho amato tanto nella g!olu e nel dolore ? E' proprio duro Il tuo t·uore per lasciarmi cosi? Rispondimi no, Rh,pondiml no, BALD. - Andiamo, via. ?-"landa all'aria, Poliziano, le tue !ant11le. Pena quanto sei stato scortese con Il duca . Su, scuotiti c ricorda. POLTZ. • Rièordo...? SI, va 11v11n1I. (Sr ouvlano). Ricordo... certo. .Scendl.11mo. Credimi, lo d:irel le vaste tenute del• la mia contea, per vedere 1 volto che quella arata ml nasconde. Per 1,1.m. mirare queJ viso velato. e 11nf'ura una volta ascoltare la vuce, l.'he tace. BALD. - Scusa, ma Insisto, amico, per– chè tu scenda. 11 duca si offendereb– be. Scend iamo, ti prego... VOCE • (/orte) Rispondimi no. Rispondimi no. POLIZ . • Che strano. Molto strano! Mi è parso che la voce, come lu desidero. m"esortasse a restare. ( S'a vvic ina o.Ila /fnestraJ. Voce cara, ti ·ascolto; ri– mango. Non 10, sia funta.lit - santo clelo -, sia li destino, io m,n vogl\,, scendére. Scusami tu col duca, Bal– dassar re. lo non scendo stasera. BALD. • Come piace a vo,.l 1norla. Buonano tte, Follzi•no. POLIZ . Buonanotte. amlc~1. buona- VII SCENA Giardini del pala::o. Chiaro dt luna. La.lage e Poliziano. LALAGE - E tu varll d'amore • me? Tu parli d'amor~ a Lalage, J>over11 me! E' veramente una beH11cattiva . POLlZ. . Non pfllngere, vi.i, non sln– shlozz are cosi. Non pianaere. I.e tue lacrime ml umno Impazzire. Nun ti atniuere, Lalage. Rincuorati . lo so. e ti parlo uau•lmenle d'amu :e. Guar dam 1, fulgida e be.Ila U.h 1ae. 1uard :1 ml In viso. Tu pens..i.come lk'UO par• lare d'Amore, dopa •quel che ,o. dopu quel che ho visto? Questo vuol dire. lo ti rispondo, vedi, In !jlno.:chlo ti rispondo. (Si inginocchiai. Lalaae, ti amo. Nel bene e nel mate. nella 1!01• e nel dolore, ti amo! La tenerezza di una madre, cullando Il suo 1,1rimo11· allo, non e più forte della mla. Nean che su.ll 'altare di Dio, mai, In nessun 1empo, in ne~sun luogo, ha bruclatn un fuoco più puro di qu~llo che or~ arde In me. Ti amo. ( SI alza), Per la tua fortuna e per la 1ua bellezza. LALAGE · Ahimè, superbo conte, di– mentichi te, per par lare di me. Nella casa di tuo padre, fra le cute 4lova ni dellA tua nobile acnte. do– vrebbe entrare Lala ge, la d1sonorau1. Tua sposa, con l'onore perduto? PensM Hllo 1trldore fra Il mio nome sveriio• ,malo e l'onore antico della 1ua casa, della tua gloria. 1-·0LIZ. • Non parlarmi di 11.,rla. Quel nome, lo odio. Ml fa schifo: 0<110que• ~la vana cosa che non ml IOddlsfa. Non sei più Lalaie, tu. ed io Poli• zlano? Non ti amo ancora, non sei tu i>IÙbella? Cosa chiediamo di plù7 Ah, Ja gloria, taci! Per tutto quello che aedo più sacro, per quello che ora desidero I miei timori, dopo, per quello che disprezzo In tern, e 1per11 tn cielo, non c'è Msa che derider! d 1 11lù, che bef!111rmlper te di que sti) Rlorla, e calpestarla , Che Jm90rta, dimmi , che impr-tta. bellbs.lnla Lala– iie. che nol cadia mo dlrnn"ru~I. se ca– diamo Insieme? E allora C•1ne ... LALAGE • Perché di arr r!Stl, P••llziano? POLIZ . • ..allora ecco, ci leviamo. La– lage. e andl1m o vagando nella quieta terra beati, 1tmpre ... (31 Interrompe), LALAGE · Ebbene? POLIZ. • Sempre uniti. LALAGE • Ml ami molto conte Polizia- L'ultima pagina del manoscritto di Poe non fu mai rintracciata .• Manca quindi la fine della tragedia no. Sento In me che ml aml profon- damente . · POLIZ . • E tu ml ami ? LALAGE • Taci. Tra li buio di quegli alberi mt pare sia passata una flaura bianca di spettro, silenziosa, lenta e . Imponente come t tantnsml torvi della cotclenza , pesanti e allendosl. No, ho visto male. Non è che un gigan tesco ram o mosso dal vento d'au tunno, Po– liziano ... POLIZ - Lalage, mio amore, perchè sei spaventata! Perchè Impallidisci? La tua coselen1.a non dovrebbe turbar si co11. E neanche ... E neanche il fan– tasma per cui l'hai scamblat3. Questo aelldo vento nutturno da questi rami pesanti stilla tristezza su tutte le cole. LAL AGE • Polltlano, parlavi d'amore. Sai di quella lerr a nuova - ne par– lan lutti - che un genovese per caso ha scoperto! E• a mille teahe dl qui, verso Il dorato occidente , una favo– losa terr a di fiori e di frutti, di sole e di laghi e di cristall o e foreste arcate, e vette montane su cui come torri spirano i venti del t"lelo; quel soffio è ora aiola, per noi. nel giorni ruturl n rà libertà . POLIZ. • Verso quel paradiso vuol che tuuiamo? Ogni pena, oanl do– lore saranno dimenticati: sarà solo amore . La vita divenuta mia, a te de• dlche rò. E nel tuoi occhi senza veto di lacrima, le aiole radl<>1e e l'anaelo !~~a:zt~, ~~r=~i: e~~eTt'~~ ~~l:;e:6• ~r; amata, mia soltanto, mio amore spo– sa mla. Vuoi, Lalaae, dimmi se' vuol fuulr e con me. LALAGE - Non è tutto 1ereno per me. Castlall one è v!vo. POLIZ. • Morirà. ( E,ce), LALAGE • Ahimè, Cutl gllone morirà , ( Pau,aJ. Chi ha detto queste parole! Poliziano! Tu non ael andato via ... Sento che sei qui epp ure non OS('l guardar e perchè temo che tu sia an– dato via. Oh, non po_tevl andare con quelle parole 1ulle labbr a. Parla! Che io oda la tua voce. Una parola per dirmi che 1ei qui, una·parola per dire come disprezzi la mia viltà di donna. Ah, sei qui. Parlami. Ah, sapevo che non sare1t1 andato via, Sapevo che non volevi, non pOtevl osare. Vile. tu sei qui e ti burli di me. Guarda, ti prend o (/4 per abbracciare un'om– bra} E' andato, è andato via, via ... via. Dove sono? ( Pausa). Non fa nulla. Bene: sia affilata Ja lama e il colpo fermo: bene ... bene ... Oh, ohimè. (Esce), VIII SCENA Una stradB vicino al po.lazzo. Scam– panio e n,morl In di.stanza. Qualche persona aitravu sa rapidamente la scena dal due lati . Entra Benito con l)(luo rapido, seguito a J)OChl fatanti da Rober10. ROBER. - Ehi, Benito, 1eqtl, hai detto stasera? Sono 1tasera Je none ! BENlTO • Stas era, credo. (Entra Gia– cinta con uno 1trano obblaUamento, portando un cappello di caYlone. Cam– mtna svella, rallentB a. :r,oco a poco, ,tlnchè 11 ferma fn rl'lt':.to aUa ,ce no, fn contemplaz ione eitatlca delle gioie che omano la sua mano senza auantf. Ella si df'cide a deJ)ONe Il Cal'tone t dà uno .tguo.rdo aU'oroioafo appeso o.I– la cintura.). GIAC. • Mica è tardi: che mi affretto a !are? Giuro che ho te mpo da butta– re. Vediamo un pn·... li matrim onio !lrà dopo Il tram onto, e slamo appena dOpo meuo glorno __Vediamo se indo– vino quante ore cl sono ancora di qui al tramonto ... Una... due... tre_, quat- tr o... cinque ... 11el ore/ Già, 1 miei af• !aruccl... Oh, In due ore li sbrigo e me n'avanza. Chi pub stare senz• un oro- ~~t<;.;1;::;n~~~~!tl !e~~::1.::6. .~~~ no, me la prendo calma. (S i siede '" una pan china e allontano U ca,-tona col piede, con orla noncurante, B•· nito traversa ~aiè•na con po.tso .-;uel- ~~f.,f°B~~'i!~ h~'i, ricc.t! ',t~.n~?h~~!:: da che sfacciato servo; non ml ri– sponde! L'animale non si dear.a nean– che di voltarsi, per auardare. una co– me me, seduta su una panca come una 1lanora . Sono una ,1,nora sul serk>, lo !IOno. linor;1nte stupido villano. Dopo tutto, ml pare c'è una bella differen za fra dama e dama, fra la mia vecchia p11drona Lalaae , esempio, e quella di 0111, madonna Alessandra. Il cambio ~ stato per il meallo, penso. Oh, cer– to. D'alt ron de IX>Ic'era da sporcars i, restando con lei, dOPo tutti I pettejO– leu l che le han rontato Intorno . E POI, sinceramente, che razza di ma– donna era quella! Neppure un titol o... L'avre sti presa per una garzoncella di paese.. umile com'er lli. Oh. io odio ali umilif Quand o 'ti parlava cosi dal– l'alto In basro ... No, non era savia. Vero, Giacinta? Non credi che fosse un PO' malta, madonna , un po' sposta• 1a, almeno, per darti tutti quei alolel- 11? ( Anche Roberto attraverNa la .rce– na rapidamente .ten:a accorger,! di Gtaclnla). Questo 1)01 è uno 1eemo auon.ito per corr ere cosi e non fer• m.11r1I.Eh. se no si sarebbe ferma to, tolto Il cap pello e, con un profondo Inchino: « Non potrei avere certo pli1 ;ran de fortuna che que lla di veder vi. madonna Giacinta •· E poi si 1a, alcu• nl nascono scemi, ed altri hanno Il talento di diventarl o. Quen'aslno di Uao che spera che lo SIX>$1... Per ca– rità! Quello li, per l'uso che ne fa. poteva scorda re la testa dal Creatore. fTfni /uO'l'Idal seno un /oalieuo J. E questo cos'H Ah. la lista deg1l acqui– sti per la mia padrona: dieci metri di taHetà ... sedici di broccate ... vellu • lo genovese dieci (menh"e porla sirappo la carta dbtr auamente e apo.r– !le I pezzi a terraJ, Uno... due._ tre ... qua ttro... ehm, •e.hm, cinque... sei... (accenna ndo di si}, Accidenti... dieci velluto genovese, ml rlcordn, dunque .., velluto ... Anch'io blsoana che ml fac– cla un'ablllno di vellut o, pf'r eue:e il)'altuzll di madonna, Ml sembra di vederl:t: oh, che sl1nora di gran rango : aspetto. graz ia, dignità, tanta dignità . ( SI alza e si pavoneggio. Ptr la scenaJ E che voce, cielo, Dlo, che vuce! Cosi piena, da gran dama e casi imponen– te, 1Claclnta. dammi questo. Non sen- • ti? Dammi quello . DI al conte Cast1- 1lione che vorrei veder lo•. E (Ff'a i denti} SI, mad onna • e una bella rive– renza ( Esegue a/l ettotamen '.e). Oh, ancella dlstiota come me, una su un milione . Quan do sarò aran dama , quando 'avl'ò sposato lo :.peziale che ml Ca la corte... oh, allora... allora sarà tutto un'altra cosa, 1embrerò na• ta per lare la a:ran dama... Dunque , oh, che aria 10stenu ta quando dirò: • Uao - Ugo saril naturalmente Il niio v.11lletto - villano. vieni qua , pezzo di furfante, buono :.i nulla, clal trone scellerato, che ral anco ra qui? Vattene Idiota, scemo, brutto, spor• cacclone, vaue ne - ho dcttn - d1 ~r1,1.ncorsa! 1-·uorl , asino, fuori dal ~ledi, vaaabond o! •• E se oon se ne va In men che non si dica. mi volto e gli mollo ... (s1 volla e vede Ugo che è entrato inonervato da qualche istan– tt J Ohè, è lui? Dio. Iuli Lui « In s.è e per sè 11. ( ForteJ Ml volto e gli mollo uno achlaHone... Toh, tohl (Sc hlo/Jea– gla UgoJ. Meilio subito che mal ... TI mollo... (c . .i. Ugo o.rrttrand o .schiaccio. Il cartone cot JnedeJ. Lazzarone, auar • '• da con hai tatto con la tua umpa ... TI moli.o uno achiatfone _, 'l'oh, toh, toh! (Ugo /ugge di corsa fnatgu.Uo da Giacinta che aU scaglia dietro Il caYtone). IX SCENA Sobborghi, Poliziano .tolo, POLlZ. - La mia debolezza aumenta, Sono sfinit o e temo di essere malato. Sarebbe morir e senza aver vlsauto. Ferma la tua mano, cielo, ancora un poco. Pr incipe delle Ione, delle tene• bre e della tomba, pietà di mel Non farmi morir e, ora che nH c:e quest a mia dolcl11lma speranu. Lu claml vl- ì'o~rec: encg::-m~ncri:~~; PJfr~o 1rle~~'. (Entra Balda.n arreJ. Che h■ fatto 11 conte7 BALD. • Che non vede nessun a raatone di contesa fra lui e il conte Poliziano: non accetta la tua sfida, POL. • Che dici, Baldas sarre! Che 1tra• na risposta ml parti, caro amico ... Sen• ti la brezza come 1lunae a noi fra– arante da quel peraolatt. Io credo, ne&• suno avrà mal visto una 1lornata più bella In questa prezi osa. Italia! Che ha detto Il conte? B~t:' ~~si';h:lc~°r:a ~!!l1ti 1,0 ~t· 1:0;1;~ ma ragione di contrasto Ira lui e vossianorla che debba Indurlo ad ac– cettare Il duello. POLIZ . - l'.:' giusto, Infatti , tutto que sto è giusto. Quando puoi aver visto nel· la fredda e &evera In1hllterra da cui venia mo un cielo chiaro come questo, senza la minima chiazza di nubi ... E poi che ha detto? BALD. - Non più, amico, di quanto ho riferito. Il conte Castlallone rH!uta la tua sfida non vedend ovi un motivo. POLIZ. • Anche questo è vero . Esatto. Ma tu mi sei amic o, Baldauarre, e non l'ho dimenticato: tu ml renderai un servizio, Vuol tornare ancora a dire a quell'uomo che lo, conte di Lecener. lo rit engo un !urla nte? Dl questo al conte Cast111llone, ti preao. Ora. è da supporre che avrà motivo di accettare. BALD. - Rifletti, amico mio. POLIZ . • (Fra ,è) E' Iuli Viene lui in persooa! (Fortd E• giusto. Tu vor– resti dire, l'ho capito, di lasciare que– st'idea? Bene, rifletterò, And tar b come dici. Ora lasciami. Vlerie una persona con cui vorrei aald11re alcuni affari più che personali. BALD. • Vado: domani , allora, al Va• Ucano. D'accordo? POLIZ . • Al Vaticano. ( Esce Baldcusa.,._. re ed entrB Ca.sflgUoneJ. CAST. - Il conte di Leiceater qui! P~~! q~I.Sl, son io, non c'è ~ubblo , CAST. - Messer e, qualche strano erre,. re o malinteso è nalo senza dubbio fra noi; e voi nell'Ira m'avete tndl rlz- 1.ato uno scritto che non ho Cf'>mpreso, recatomi dal duca Baldassarre . Non riesco a sple1armi questo, polcM non vi ho mal recato alcun a offesa. Slamo d'accordo, 11 tratta di un errore, cer• to. Chi è che non sbaalla oanl tanto ? POLIZ . • Chiudi la bocca e nglona con la spada, furf ante. CAST. - Ah, la spada! Anche furfante! Si spinge sotto Il prode conte! ( Snuda la apadaJ. POLIZ.• Alla tomba che espie rà le tue colpe, al precoce sepnlcro, lo U spingo ne l nome di Lala·ge! (Ca,ttgHont la• scia cadeYe la. spada e al ,-ltfra. aUa. estremUd della ,cena}. CAST. - Lala ae! Indietro , ti prego , al• lontana la tua mano! Non oso bai• terml con le! POLIZ - Non vuol batterti allora, rnes• ser conte. Devo essere deluso? Ri– corda: hai detto che non -,si batterti con me. Bene. S, OZZO • Oh, benlHbno, allora an– nun zia al tuo padr one' che lt>I defun– to. Anzi. penso • sarebbe molto più dl1n1toso annunciar e: e Metser <:on– te, Il vostro vall'nte servit ore, non es– sendo morto. neanche , come dire, de– cedut o, meno che mal defunto, ma avendo avuto l'Infeli ce Idea di auiel• darai - quello vuol dire. &al, e !elo de se • - sta ora trapassand o all'al di lì. UGO • Bene, meue re. Perchè In fondo, ml pare che lo stia proprio tra– passando. S. OZZO - Ottimo , dirò cosi: vado dal ~~~te.;, Masa~~g~ os~, 0 ~fre:iP/.~~~~hect~!~ Questo i affare di riguar do, Uao, del– la muslma lmPOrtanza. No:1 pensi - tu &al quanto stimi Il tuo parere - non pensi, di, che sarebbe più cun– ven lente, meuere, più decoroso ... ml capisci , vero? ... più delicato, Più eor• tele, più ... tutto il reato, se fossi tu In persona a racconlare al conte lo accaduto? Ha! Ha! Non pare anche 3 te, messer mio, che In questo modo andrebbe meglio, no? UGO • Certo, messere . S. OZZO • Senza dubbio , hai ra1ione . Alzati, Non perdere tempo . Su, svel• to, alzati. UGO • Come taccio ad alzarmi? Sono morto da un'ora e, 1u11rdate, mes,ere , sono lrrlaldlto. S. OZZO • Già, vedo. Sei un pa' rlgl• dlno, que&to è vero, mi fai tanta pena. Piuttosto, noo p0tresti, meuer mio, con uno stra ppo disperato , riu– scir e a rlsollevartl? Vuoi che t'a iuti? Puah! Per carità, messere, forse tu non &el al corrente cheM.che Insomma, --r:'_llf'l1.- ~ ~ .. ~t~ ~'-- la giorna ta è soffocan te... e un ca– ·daver e. tu sai, non si con11erva in questo 1tato, messermlo. 11 mio ol– fatt o è delicato e tu cominci a man– dare un oleno ... Sù, !acclamo pres to. alt rimenti non rispondo '1elle conse– auenze. ae su11 qui ancora un po'... Messere , tu rischi di andartene a pezzi. UGO . Dio buono! Datemi una mano, me11sere, ve ne preao. S. OZZO - ( La aiuta ad alzar, !} Ecco, va già di meglln... Fort,i, btone com, primn tentativo. Ah, vederti In piedi sulle tue aambe. Un po' rl11:tdo.non ~aù.nu~ ~a; 11 ~o°g;~;:, 1;e~Zlac a~~~'n't~: Ecco! Dr11vinl mo, stuptfo ccnte! Ora la 1lnlstra ... Hai talen10, Uiin mio, ad allunf(lr le gambe ...' Foru, magnifi– co! Ma ques1o si chiama cammi nare : arande! Ancora un p0 '. mesrere. Oh, ricorda di Inform are Il conte di conte di quello che ho detto. Tu sei morto , deceduto, ~efunlo, e stai \ra– passando, Insomma, roba di questo aenere ... Ha! Ha! Hai XI SCENA Il Colonto. Chiaro di l11na. Polfzfano entra. do.l fondo. POLIZ - Ella verrà a lnc:ontràrml, qui i,iJ Colosseo. Immaalne di Roma an– tic.i! Ricco reliqua rio di meditnlo ne, \asciato al tempo dal secoli sepolti, di stano e di potenza. Infine - final– mente. dopo tanti alornl di noioso pellecrlnaulo e di bruciante iete del• le fonti di sapere che nascondi - ml fermo, rlnn dvato ed umi!~. Ira le tue ombre e beve la mia anima la tua arandezza - la tua tr l1teua - la tua gloria . Lalaae non viene e que n •arla m'oppr ime, Resolro - an• tlchltà - memorie d'una volta. De– solazione - silen zio - notte pesante ! &·rnl vestiboli - navate popolate di fantasmi, vi sento ora nella vostra rorza. O sortlleal lnfaUiblll che maJ li re aludeo lnaeanò nei a1;irdlnl di Getsemani. O fu cino potente che lo estalic o Caldeo mal trasse dalle qule• te stelle.MNon viene e la luna 6 aià. alta In cielo. Qui dove è caduto un eroe , una donna cade - qui, dove l'aquUa d'oro luceva, Il ptplstreUo prende Il turno di vt111Ia a mezza– notte, Qui dove i biond i capelll delle matron e ondeggiavano al vento, Il cardo e la canna ora ondeggiano. Qui dove Ce1are tedeva su un 1e11l0 di !~~~';;la~'!fo, 1 el~to J!e::u:~os~~u~~ dove Il monatt:a si sten deva ,uJ tro– no d'oro, scivola come uno spettro, alla tana di marmo, Juceleando alla luce della blanda luna, l'aaile e 11• lenzloso ramarro. Queste mura In ro– vina, queste arcate vestite d'edera - questi spllntl ,aretolatj, que•tl trilli anner iti tronchi dl colonna - I cor- ~~W:i ~a,:t~~1d ~;,1v!~!a~ ~~ derl - rovina - pletre. Ahimè , 1010 t~~\~ :~:tr:ra~d':_leèo1':s:1e, vl: r~~ 1parmlato 11 corrosivo ritmo del tem• po, al fato e a me. Non tutto - mi dicono a:H-- eehl - non tutto. Alte e protetlc~ voci al alzano eterne da noi, da tutte le rovine, ftno al aaaalo. come dal aranlto di Mnemone al ,o)e. Noi autdlamo I cuort di uomini 1ran• di. Dispotica mente teniamo le menti del grandi. Non 1lamo lrrn>otentl noi, pall ide pietre, Noo. tutt. l• noatra potenza è svanita - non tutta la fama - non tutto Il pro Ualo del no- 11ro nome - non tutto l'in canto che el chiu de - non tull l 1 misteri che nascondia mo - non tl.lte le mefflOl'le che sravano au noi - • aderlsc:ono ~n~ 0 ~~~ e~ ; •~ u~:ia 1~:'~~~la 7: ria ampia . (Entra. La.loge a.e~ d',ra.) Eccola, infine. LALAG:! • Questa à l'ora della 'W!D• detta. Ora, o non aarà plà. Ecco che , ritto U prete ,ull 'altare, con t pa,, ramenlt , A1 IUO fianco la lpo:11. Oh. Il vestito da ,posa; e lo apoao ll, • lato della '1POM- Dove ae.t, Poliziano? pOLIZ .• E' vero: dove aono? Non d~ vre l esaer qui! S.pr6 ben 1ua1t.are Ja testa, quando a1 ptedl dell'altare cadrà il mar Ilo, ucc1ao. ( Eict). LALAGE • Via, via! Addio, addJo, Ca• stlallone. Addio , mia sola aperanu nel Cielo... (t rad. An Ìonfo Sa.ntonf Ruotv.J Qut si Interrompe U lftGllOC1'lttO dd PollZtelAO. Lt C'Oft.ltftlll't1111• ~:c'!~:!::e:~llle~n: 1 i::;c~~ dori al temo rea.le dt c&f 1t • .io. parlato e dei tilt l'AldON lui. pre-– lO lo Sl)IUÙO. Beneh.t: nel mano- rf~tt:a~~;:n~,riu.,:cc:., -,!e~:!: no c:onre,<ere al anaafao Cln .r«ne - siano "'4ftC&ntf, l4 per,, dita ,opra.,,tun,e proprto net ao- 111e"to In cui 1111 tra.,-edl4 o..otlHL u 11110 U>llo,o. :ANTONIO SANTONI RUGIU La 1ra1edUJ al può con.,làr,,,. «ritta in •n.deotUUlabl Ubal ondN H s,-..o Poewuùicctn&lff'ddi.lUlrOMuurae a,de,.._ Tredu«ndo 1'o «raao U pià pouibile di riportan U riltno, oon --• preoccupcu:io,.. dello esl«'io,.. cor,upo,.. den,:o metritd. -codccU la .,...,. ili pro,a rua necusario d« .,;,_,. dJ 'l'f" sio • tlpogafoche non preprulka quuto del t.vso di Poe 1fo potato ...,.,_.,., CAST. - Non oso. non oso. "Leva la tua mano. Quel nome amato, appena pro– nunzlaio, m·tmpedl :,ce di battermi: non oso. POLIZ. • Oh, ti giuro che adesso ti ere• do, Vigliacco, t1 credo. CAST. - Viallacco? No! (Si alta, tmpu.• gna la spada • va vers o Polfdano, ma. poi ,•arr esla •• cade ln ginocchio ai auol piedi). E' &iusto: hai ra1Jone. Ecco, io sono il più vile del codardL Abbi pietà. DECADENZA DEL DRA POL IZ. • (Placato) · Ahimè, infatti ml fai pena . di EDGAR ALLAN POE CAST. • Per Lalage ... POLIZ. - Scelle rato,. alzatll Tu dcvi morire! CAST. • Cosi, cosi, )ascia ch'io muoia cosl, In alnocchlo. E' aiusto che muoia cosi, umiliato e dlspretzato, perchè nbn oso alzare la mano contr o di te. conte Pollzlano. Colp!sclml, (scopre H pettoJ niente, niente arre sterà la tua spada. Colpisci dritto: non ml batto con te. POLIZ. - Dio sa se io non son tentato proprio di prenderti In parola. Ma ascoltam i. me1sere. Non pensare che mi 5fugglral. Pre parati ad essere In• aultato Innanzi a tutll. nelle stra de da– vanti a11II occhi di tutti I cittadini. Ti seguirò, come Jo spirito della ven– detta li seaulrò. Fino alla mor te. !)a– vanti • quelli che ami, davanti a tutta Roma, ti provocherò, furfante . Ricorda. per viltà non vuol batterti con me. TI 1ba11li. TI batterai. L'imp0rta n1.a di que sto breve stra lcio dalle I Works In Critlclsm • di E. A. Poe. ml pare doppia, E' (.'Urloso prima di tutto mettere In evi• denza come Poe abbia composto questi piccoli &aggi,mentre In Europa Il romanti cismo bruciava Il suo primo e più lucente falò. Il contruto di mentalità è cosi evide-nte, da costituire 1ncora un altro lncora1- alamento per rivalutare In 1enso meno fretoloso e idealistico 11 pe– riodo del primo ottoce nto americano , qualche volta chiamato mala• mente « romanticismo americano» (e che, In caso, ha J)lù traccie illumisliche che romantiche). Si pub confond ere Poe: can le correnti europee a lui contemporanee, quando li affermano - aenerlcame n– te - le remote origini rornanttchc della prosa e della poe.sJa •Im– bollstica .tln du ,ticte (alle qualJ Poe ha dato più che oanl altro)? E ,. quuto sea,i ( o N,,......O) dariuaa1 do uno UW'ilueca UW:..podli ullo fonaa dromffl4tica- _,..ebbe wuno ,perora ili un rimedio , dal monMAio CM no11 d i pouibU. modifico,-• la ,ua natMrO Ol'A– ttico a nello ,ie,,o lempo non .d può lau:iorla allo IIG.to e&UUIUt? Ho fià porloto prim4 dd pro,ruao utilluuio dell'arclt.h.ettw-• • della l8C1UCO mccccnka dal dramma.. Bo 411CM (Mito eh. dov• pradomillt1 lo nfio,.. d ,i CAST. • Quesh1 è la tua Hnta e aiusta vendetta. Implacabile Cielo! X SCENA Q UES7'O ar1omen 10, ,empre ricor rente, dell., Jecaden:a del dram· mo, ha w.sei11tto uno tale quantità 10 chiacchiere e JJ(Jle.miche., che una ,la:· :imi: di primi minillri riuniti - anch• /ran ce.ai - non ,11:rebbuo pouibilità di upa1li•r• · 01n i mali:ia di ra1ionam cn· lo e 01ni arlecchinula u rbale è ,tata im11iepta per il ,flcro ,capo di 11e1are ciò eh.e i, e di dimo1trora ciò che non ui,te , lnfatii, la deeodenu;J del drommo non e.siate, perchè, in ,en ,o ouoluto , non La scena è nella stanza d•I polauo è Nato e,atto dire eh.e euo .sia. decaduto. Di Brnolio. Uoo e Sant'Ozzo ,dralati. Cli e.tremi e la murale del caso mi S. OZZO . Sarebbe il colmo se lo la- pare .aiano riau umibili nei punti che cesse. Un colmo mai visto ... E lui cosi eJJH)Trò. candido, espa nsivo... cosa.. altro non Il 1rande rioole del prosre.110 è il è? Ml taglio la testa se lo fa. con.ctn'lllori,mo e, in altre parole, i.I Sen ti un POCO, lngenuone mio, che 1rande nemico delrinuen2ione è t'imittt– slgniflca questo? Hai proprio la fer- :ion e (le due propori:ioni ,ano equi· :~ l~':clf!o~~ r!~:u~ 0 t~~tof~~:1io:J1:i volenti ), Pii, uP1'orte è imi tativo e più qua l caso, ti preso di Informarmi. e»a è ,totica. o meglio proclive o non UGO • Non pntrò, crede te, Informarvi lentore innova;zioni. Nelle arri • ca,w di nulla e non senza ragione. Primo mercioli • dov, unu 110,itivo neceu ìtà perchè, me1ser e, non ho cap ito una urie, rin ven:ione (anch'e.u,a oriJinow da oaro la di vostro onore e poi, oerc hè neceuità evid•nte ) è 1ene.rafmente pra· non POSSO aprire bocca, In uessun mo- ,ente; e noi appreniamo i prodotti di do. S1rano che vi sia sfug1lto: lo ao- , 1 ue,st'arte ili rapport o al loro contenuto 3. "(jz'zf{: 0 ·Ha! Ha! Ha! Questa ~ bella: inventivo , M'è stuult o che tu sei morto! Toh, Neuuno può uccu.aare le arti « com· ma adesso vedo. ( FYa .tè) Sapev o che merciali • di decaden:a. In esse, la ra· qua!C'he cervellone avesse queste idee, 1iona (nel sento di una chiara inven· ma s dir la verllà non credevo vero... :ione di contenuto ) eh.- mai regredisce Ha! Hai Che Idea ml viene. Voalio o ripo,o, e chUm,ata ili 1ioco. andare dal conte._ Già, non ml rlcc- Riferiamoci per un mom ento alUI ,c.ul · 7ee:iàè:~~trt~\\t~a~om~t,~•ln 1 -_;1~~=l~r ~~ tura: pedantuco mente Pf'Tlando, po.sJitr da. gli ha dato del vlsllacco ... Se mo dire di non e,ue.n in/eriori a1li on• desco II f.11rln rider e dimentic a subito liciti. (la Penere d(ll Canollfl non è in· 1 guai c-,n Poll1.lano. Se 111!maQt1o feriore a queUa di Cleomenu), mo non "Ubhn questo Idiota a rac.: •ntar che ,inmo in grado di t.anlarci dì at.•er pro– ! mnrt o - scommetto - Il qlo:o è ve dita. In/atti lo Ku lt11ra è /orJe lu fatto. ( A Ugo) Skchè. tu sd m,,rtu? pi1i imitatfra di 111ue l• arti propria· :d~n ~ e~ut u~~ 0 'sc;~~~ oSl~el s~~~~~ me:"111 de(te . realmente? Nella pitturn noi potre mmo avere UGO • Ecco. messere, non "!a::ament e. que, 10 i:111110 d, prugreu o, ~rchè pi1ì ma avendo c:ommeS!o un • !elo di! se •• delln scultura ci 1/amo allontanati dalla lo sono prop riamen te a dire, un imila:io"• · Ma ai1cht1 qui il progrt!uo deceduto. e lrucuro bile. ancl1e ,e fu 11i(t11ra ntica. S. OZZO · Ah, capisco. E' vtro, purtroJ)- non certo 1ple,ulente, dovrebbe ri1olvere :~f~~e;ac ~~~~~u~gi: t~ 0v~•; 1~o 1 f'~e~ • il f'!'ra1one a ,no,t~o t'aniogsio. . . mine mlslin re. per rendere l'Idea in Ri111ordo all ~rcl111 1 el/ura. nl)" " 1'IIO ques!o caso. Fnr se defun to H rebbe certo parlare 111 11namnentotu 1emle11:11 mt-~lin. imitativa; 0011ta1sio relativo 11c1i,, e.nen· UGO • Messere, lo sono defunt o. do tuua l'fvo luiiqn• archit euani ca d1 carattere utilitaristico e auo ì poco (U può. attender• un prov cu o a _di//cre,ua vero valora arnam'e,uala, ~i la ~ove Il. ,epe 1ollan10 il 1iuto • Quwo è il punto: doue la raiion• • ,l .ienti~ento, ( inie.sa come ,apro ho detto) predomuta, Yorre , però or_a far present~ cA. '4· noi pouiamo proiredire i dov• il mera nuiando ~ ra11on• sul 1e~1unen10 e 1entimcnto o il ru,10 ci ,ercono do rui· •i4 1iut.o, " potrebbe lr~a il modo - do, non c'è ,toto ulam proirtuo, • ,olo questo modo - d, con&ure la Jao– . Il dramma, che pii,. ci int•r&tSa, ho derna for':'a dramm ot~ Hno q~Lc:Aa molt o pro1redi10 nello tecnica e poco o a'?preuabil• fru tto- O,., ~OfO poulGmo nulla nella ,ua spiritu alità. Poco O nullo dir,• _a ,uo ,.,,uardo?, Fra , eontcmpor"C ili più di mille 'anni. E ciò pc.rchi tutto nea il sol'! autora d, un certo noma ~ il contenuto 1pirituala è dt1 ,ecoU risolto ".oto Sh.er 1 !144 ~now~, • 1111 •ola &mb&· in una paui 11a imita:ion e dfoenuta tra- 7• 0 ~• ~e1l, ~ltr~ non • ~ ol.trt ww« di:ional e tenden:a. Proprio ~,. que.na inut!.i,one . d1 lu,,• del ,uo stile. Knt>IC'U~ f~nomevo devo conliderore it dramma P 0 ? •e1• • nd ubb,.ament• queUo eia■ Ml come Hna fra le arti più imitative e me· ch._&a'!1tamo- con molto in.dùl1eruo - tio innol.lfltTici. « ,~tinto dramm_atfeo • • cM ,i riduce Scultori , pittori e drammaturrhi ri ~ 1 ad ~™! a,rae au1Uda di ri/o.cim.end d1''1nourano nell'u10 de.Ilo loro apru,io- eli,obett~JU , ne_i . quali il. povero ,.,..,.. ne (la loro 1pirituala materia) imitatori u"'!'no vien• 11 •"~.o e IRfllltnalo co,,.. e con.sen'Otori clt• ,i oda1iano ,ul vec- ma, d~~a '!t'~ "' .'1 11 u- Proprl~ quwo 1wa chio sentimento e 1ul 11eccltio austo. auu ,-Ju? .'m•t~lll.'a i ,cambiata ,._,. la Ecco la ragione _ lo sola ragione _ PCI earatter!""1cad, un vande dramma.1ur, o. cui piUuru scultura e dramma non han· Il che e una bella pretua. e riman e tolc no progre:liio O Mnoo proir edito co.sl anche. •e d vuole_ r!durla dl molto, Mai in.sen.sibilmenle e ,e.mpre in ra1ion• in• entu.t1a1.mo /u cou infawto, come quello cersa alla loro di1po,iiione tradi:ion, con cu, molta de1n■ platee hanno •sr li,ii ca. plaudito quello 1enera dl drammi. Da tulio que,to però non è Jei ittimo Sa i princlpii che ,ono .andato •1po- rled11rre che in realtà il dramma abbia nernlo - n~n Hnio un 1Mn010 fa.,tidio regredito, L'appuren:a rii. ,-e,re»ione i -:. ,ano 11en - a noi dobbiamo ,antirU da1a dul lutto che altre arti - a carauere pu, pr~fo~d~me".te verl - e ,. '4 tian· e ra:ional e • - si. .sono, per contro etio• denza inulot1va • la real~ COUM del ri– lute co11 molta maggiore rapidità, E' lo • t a&no del dTomnia t H u accetta andMt atwo fenomeno che porta l'ini enuo da,- :.uello e~• h(! deuo ,:ul 1wto a 1ul ,en• iia1ore a cred•re che il treno NÌa /ermo iment~ e chWiro eh• ,olo con u114 aper e che gli alberi. retrocedano. Mo ili al· la rea.uon~ dello spirito a delle Alt ten· beri .sono /ermi i radicali al loro posto, denze,, no,. pouiamo ancora ,perort in Il dramma no:. è 1 1ato certo obbligato una " n osc,ta del dramma o que.tta immobilit à arboreo, anche u Il prim~ allo ~n. compiere è bruciar■ il 1uo pro1reuo P/J~na perceuibll e ~l o ,eppellire tutt , • modelli. a noi pr~ presta mollo bene ad euere con/u 80 con cedent i. Il 1~ o~do i di considffart e da eu a. Che quimlì quuta • i.mpre11ione » not.'O • qual, siano l• « capacità upre,– ,li decade11:a ,io legittima, è alrre11an1o ai.ve ~ del dramma, ,al di fuori daU• opi· inco11testabife. Stabilire ,e po,·, i11 u110 n!on, conv •n:ional1. li ter:.o e ultim o realtà a11olllta, il dramma ubbia com· riguardi, _la co'.'1po1hione del dramma piuto queSla parabola di,,cendflnle o ab· ~ha dovra reafi::.are queat• capacità e bio nrrt.Jtato con la ,tu,i la nece.s.sario inoltr e concepir e e co,1ruire con a4V1t,à– evolu::.io,1e, è onai di poco conio : tanto me.~to e CO? 1u1to, ma ancfta con Ciipi.– poco oumenterebb• la co11.ai ,lera:ione del ra:,one e il contrailo di un co,cienta pubblico t1er,o la /orrm 1 dramm atico, Sti• contenu to rHional «. Cioi , in una parola, miumo pocu il dramma - ,11,e,tta • lo co~ la suitla della lo1iea .tpontaneo; di mentalità del p 11 bbli co _ perchè non un arte naturale, merito. di eue re stimato, Ecco tutto . Biblioteca Gino Bianco

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