Fiera Letteraria - Anno V - n. 2 - 8 gennaio 1950

Pag. 6 L'ULTIMO HALCONTO di lAl{tO LINA11 • TRA COLLEGHI iblioteca Gino Bianco · A f l E R fl LE T TER .c\R I A FAV OL E di MARIO l.A CAVA LA ~IUCCA • E\A ~uAJO'fVI10 \ \ , •• ,..,;, ) , _ ' ·:, "7 ~- 3:,;:i! .;.!• :...I ....,.:.;,f4..1"t--,tjt\ • ...~ ....z,.. J_.;,.r~ .... ~ _...... ~•- - .. Artu ro 'l'o si: u La Doga na 11 {19W) Il Uo,..... 8 genn aio 1950 DAVIRGIL 1'rad uzimu di ENZIO u ;TRANGOLO * IL SOGN( I UJ ENEA (Il. 268-,97) 'f ~i:1 ~rte:i: ;h; 11 1t ,:;~;':,:,:;;:~ comincia do,ro aie.sie dolcrme11le serprggit1, /11 sog110ecco mi. apparve Ett ore in largo pia11to effu.10, imbrattato di sang1i, " di polvere il viso comtt qua,,do tirc,to per te,.,,a dai cavali , uv~.;" i piedi go11/i, legato ton le briglie dietro le .-11otc dell« bigo: r11vido 11elfa barbt1. 1/ sa11g11e r-aJ!Krrm1ato tra i capelli, il corpo tutto p,rno di piaghe, quelle rhr l'avrva110 11aùo setto le mura dcliii patria Quanto er11 1111111,110 do quell'Ett ore che to,,,av.1 vestito delle spoglie di Acliille , rosso ancoro dct f11oco gcttc1to sulle "avi rnrve tlei Greci. E mi part!Vn clic anch'io piang essi r lo cliiama.rsi con voce di dolore: - O Iure dei Dòrdani, bllfoardo dello ,iostro spcrm1:;o, dove sci .aoto /i11ora! Do q11oli lo11tamm.:e ritorni , desiderato! Dopo ta,,lll morte dei tuoi, dopo tt,11re f111icl1r 11111,rnr, sta11chi 11oi ti g,mrdic,mo. Clu lia t11rbato il 1110viso srr,mof - E 11111fa risponde va. Solo "" grave sospiro mise fuori d•1l petto. poi quel sospiro si fece 11n gemito: - Fuggi, togliti alle fiammi'. Il nemico è ,re/le m11rt1. Dn,lfe .romme velle fa citt,) rovina. Abbt1slun.:a / 1 dato olla patria e a P;iamo F. seta· patria si pote.tu difc,rd erc, r.ttrto io con q,usto mio brnccio lo farei. Ti affido i Penat i di T rpia e q1este cose sacre: prè11dilc , compagnf' tfl destin o: arca pf'r loro t1ltre 11111rn: pi1l grot1di le forai di là dal mare. - Cosi mi disse : e co11le stesse sue mani mi por.re le bcn(je sante di V,esto e dal segreto del tempio il f1coco cterNO. L' ESILIO (Il , 795-8o4) l ONSU M ATA SJ la 11otte ritrovo i compagni cresci uti di n1muuo: madri, uomi11i, giovi1ni mi aspettav,1110, mise rabile f olla prorita a seg1,irm i co11tutte le lor cou in q11afunque terra io vole-'·si co11durli per il more. E dai giog hi alti dell'Ido Lucifero sorg~, stello elle apre il giorno . I Greci tenttVa'10 le porte e neppure ,ma speron.:a restava di soccorsl'I. Cosi me ,,e curdai cot podr:e sulle spalle verso il comm i110 dei mot1ti in sile11::io. LA SEPOLTURADI MISENO (VI , 212-235) s~~t~ i~fs~tf!~t./ at:~!~g;;l ~~~:::,,~:~o. MiscNo, Prima eleva110 una .pira di legna resi11osa, la cillgo,ro di frond'e ,wre e di cipressi e l'ador 110110 i11 alto di lucide armi . Alc 1111i con bro,uec anfo re d'acq11a clie gorgoglia sul fuoco lavano il corpo già rigido: e sorge il pia,1to. Poi, ol-zate le 1t1t'mbra, le adogia110s1,l/e vesti di porpora Alt ri sollevn11amesti il fèrtlro iugcnte, acce11do110 il rogo con le fiaccole e flolgo110 i,1dietro gli sguardi: ardono le offer te d'illce11so, I~ vivo 11de, i crater i colmi di olio. E qM11do og11i cosa si è fatt a di ce11ere e la fiammo si è spent ,1 bag11a110 col vi110 le reliq11ie e la broct! che stride. Corineo chfode le ossa t1ell'11rna di bron30 e con u11lieve ramo di pallido ulivo sparge di acqua pura i compt1gni e diu tre vol te il safoto. Poi coprono t'11n1acon tm gram.Jr sepolcro e mettono le armi, il remo, la tromba s11t mo11te che dri liii si chiamo Misen" e quel nome avrà sempre nel tempo. LAOC@ONTE (li , 201·224) ER:1av~:~i !::.:~t: r~ ~~~::!011 1 u;:::t~•':o::cri{ica,tt,. a Nett11110:quando da Tencdo lorg l1e di giri due idrr sull 'ampia q11iete del mare si ste11do110verso di noi: lo testa sa11g11ig11a di creste si al&a sull'acq ua, la coda indielro slitta, il dorso verde s'incur,10 vol 1mri11osoe scroscia la spuma del mare . Gid te11go110 il lido; dal f1toco degli occlti salta sa11g11e sprut:.:llto e urta la bocca lo slrid1tlo veloce vibrar dello lingua. h,ggia ,1,o esa11g11i in di.sordi11e; ma j serp e11ti dri.:.:a,, sic11ri l'"s.rnlto i11 Laocoonte: awi nco110prima i due piccoli rorp i dei figli e li slri11go110: il morso divoro le miser e rar11i. E lui, il padre, cl1e portCI 11110 $f'ada per fars i sotto l1l sorcorso , (lffcrr,mu: d'i11ge11tispire lo lega110 e due volte gli chi11da,ioil collo rol dorso di scaglie; poi,..con le olle cervic i, gli stann o fe rmi siti capo. E quello tr,id c le mt1111 pietose i,i11tilmente , mostra le i11fi1II'111trisrd, !1ava: e 111a11da orrende grida alle steli~ rome il toro i 11111ggi11 quando .fc11ppt1 fer ito dall'ciru se sfugge il colpo de/ICIsrnr e i11r.erta. PIRRC ► (Il. 4(KJ-47;) S UL limi tare del vrstibolo Pirro (1/lrgro b,i/ena d, arm i I omr q111Hlll, tu urpr rhr p(1ui111u d1 , rb11 owlig11, 1 t11mid" stm ·u sollo il f,edd, , drllo t.'rr1i d'inverno . tor1111 al solr ti, 111101•r .,fogt,~ lucida e si co11torre t' ,!àl oit, 11t'I•r•1..•rd~ t' la ling,,o trì(,da guu:a dalla bor.r11 r il prttn ìt urtluo dr gim,i11e::r1

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