Fiera Letteraria - Anno IV - n. 51 - 18 dicembre 1949
Domenica 18 Dicembre 1949 LA FIERA LET TERARIA -- --- -- ---------------------- AUTOBIOGRAFIA DIGIOltGIO VIGOLO Linea della Vita * di ALDO BORLENGHl campana d'oro suona a stor– mo - Da l sole che già sfior a le monta gne})). Vigolo non cedette, rn;m dico alla lede. d'ordine tutt o particolare, di Onofri, ma nemmeno ad al- tra esperie nza, tutta let te- • 1 raria: svilupp:ita attraverso } esercizi o prove sul dato del- la cl~usura e d'altr e situa- zioni , non si irrigidl su un lavoro di scavo, anzi Io man- tenn e tutto int erno, fin chè gl! stessi schemi dapprima MAXJACOB poeta che incontròGesù al cinematografo quasi esclusivi hanno man "'"UN GIORNO di gran- Poesia auspicata un tempo, I per astratta sugg estione di pnerentoriet~ . urgenza, .han- Julicn Greeu ha scritto nel suo giornale: u 19 po di a-rti.,tt capeg giato da ·A- , de scirocco - sboc- sulle sue prose, dal Gar giu- memoria gJl accenti tradi - o all eggerito la l~ro figura genna io 1942, l'altro gior no lunga conversazione rou;::i:~t/a~~rla sint':w~~~t:. cai sulla Rotonda - lo, e ch e ha interessato co- zionali del verso ed esa ltar- ;~~i. da!. P 1 oterSid!dis 1 porreh~ con il Padre C... Egli m'ha J)arlato di Max J acob denza da loro propugnata: di- ...e un gobbetto - fermo al- me esperimento, in una zo- li. Si crea per tale via un ,si P_u ~!'De at • va_g 1• che si è Convertito in un cinema ... dot> 0 la visione vinge quadT! aua mantera cu l'angolo disse - a me che na insiem e priva dei mag- clima letterario, ma tu tto e d ordm e p1_uaperto,_diret- di Cristo, che gli apJ>arve sullo schermo ». Pica.s.soe con Apolltn aiT'e, Ja- guardavo gli imm ensJ - giori risultati individuali, tecnico, musicale, che si ri- to - non dico sempllce, ~ Questo passo è stato qualche volta citato lm- cob ai la apo.stolo fervente del- sghembi delle m uragli, : -- quanto la più feconda po- prese nta all'ispi ra zione co- non mantenen~o ali~ paro- propriamente, come se si trattasse d''una imrna- la nuova ~endenza da loro mo- « Che è la vita! _ un'affac- tenzi almente, della poesia me una pagina bianca an- la ,il valore d un n~ultato ginc ben riprodotta del Cristo sullo schermo, me n- vuunata: dipinge quad'Ti alla ciata di finest ra »- Una poe- itali ana. contemporanea, e cara, ma interamente per• attivo , e d~ non li.rmtare a tre sembra proprio che Max Jacob abbia creduto ~:f~e;a t~t~~c:,:aoue ~o;u:i~ sia che faccia credito_' a ta le che sta tr_a le _esperien,ze di_ corsa di avver timenti, di in- aulntrtoemvp,.ogop!1outhtoastmoacnhteena utn in u apparizione reale e sop rannaturale senza letterario •• libero adattamen - l e d 11 d e h iti t u alcun rapporto necessar io con il film che si pro iet- punt?, ~ una !u m1uea co _ar ~r_e i e I ecc 1, e v1 v '· con_ un suo rasporto una Sua netta indip endenza tava . Secondo André Billy, egli aveva gifì avuto to alla poe.sia e alla proaa di mumcaz1one (ma s;Ja!·sa s1 puo mcluderl e se pur solo musicale. con un lavoro di fronte alla una appariziono di Cristo, quando, il 16 dicembre qnei canoni at quali .s'adegua.- sempli~em ente nella fvit~ ) in ~arte Mont~l .e. scur! i:Z\'.~,,{i~g mt credei mirare tradizione, aì 'ctati culturali, 1914, andò al cinema dove si dava ccLa bande des va / 0 pittrrai Ab?tUz!o;e di r qu~ 11 gobibettd, 1i la .am i- V era però già: nel ((Con- masse di luce l'una In altra di estrema sincerità, e habits noir s u, un film tratt o da l roman zo di Pau! i;e i: a~rt ur~. q~~ou!i~n~0 udf iare imm ag_ne e e sue pa- clave dei sogni)>, d'una ven- Csctoue asprezza e affidato a un ri- Fé val. Cristo gli ai>parve sullo schermo, in atto d1 nessi tra 1>eTità estrinseca e in- rol e - puo se~brare eh~ tina. d'anni fa, e raccolto ~g~l~gUa~o!~n~ j ;ff~~:?~ . suono scatto t~tt o interiore della coprire col suo mantello i quattro bambini della t-uizione,dUsociazione degli ele• ambis c~ a ragg\~nger certi ora _nel V?lume delle_ sue ispirazione, capace di soste- sua portinaia, ai quali egli si interessava. Max menti del dato realisttco e toro cont &:tt1 della p~u mo~e_rna poesie <« 1:,1nea de!la ~~ta ~>, e Onofri: nere, e muovere, indiriz za· Jacob ha raccontato il fatto in un poema: rico.stituzione aecondo esigenze esp ene nza tec1;11~a, stilisti- Mondador1) una VIa pm d1- re, im palcatu re quanto mal liriche, tra.scrizione l!limultanea ca, con ~a fl ass 1c1tà,;co~u_n- retta e agevole di lettura: Simili a melodie rapprese ~~ondo gravose, complesse, rigide e « Jc te prerids à témoin , Seigneur... ,, !~ i~~:~~zt':mvjd~~aft!~ que, per , ega_a un am lZlO· accan to alla ossessione di Quar.d'eranosull'orlo dt s/at!J.rsi. ferree ma con un moto di ... Me uoici deuenu, plcin de sens et dc raison, l r e. ~r t~cnlca un 1deal_e~st~!m10 una chiusura, le cui rottu re ne; supern\ S!len:t ar:ono j.)ace luce, d'ar ia, di musica come Donc la prcmière fois tu vins dans ma maison, fe;f.s~~r:n~~r «q::b~~ cl~~:e- vit~. una c~nquis a r - rap prese ,nt erebbero i su~i firm~ed~jg p%f.~. orr O le 0nd0 te un disegno in clusovi. Un fat- Ei la seconde fois au Cirrématographc-.. -rario •• posizione dt e.stremo sult~tl _estrem}, dov~ la. PO· miti, ma condotti con dt- to d'ispi razione, da indicare « Voua alle: donc au Cinématographc, irrazionalismo, che fa leva .suJ.. v~rta cioè I! rmU?,Cla a una stacco critico (e di qui la cri- Si torni a Vigolo: senza più riserve, e come Mc dit un confcssaur, la mine cori/ondue, la tntuizione e tenta la soa_lia ncch ez~a d esperienze st ru: si metrica e l'ispirazione E ln Qucll~ tenebra assorti eccezional mente raro . Per _ Eh! Mon Père! Le Scigncur n'y est-il paa vcnu? » del .subcosciente. menta h è fa tt a in vista d1 particolare e difficile di tale attendono il maraulglloso t:.tono, gustarne il segno il clima Nel 1909 Jacob pubblica il una ricchezza d"esperien,za J?oesia) _o accanto all~ ~<;>t~ Quando la terra s'aprird sul mora. più frequente, si gllardi alla L'edif icante fine di Max Jacob ci impone di suo PTimo r~nzo, « Saint ~~ei!~·u 6~~!• sr::~~!~~•a di~= hber_atr1ce d'una sens1b1l~ta Voci interne, che_ trasali - leggerezza delle sue parole: conscr".a~E:. l'aneddoto neiJimiti della sua rigorosa f;:f~~l d't 1::e ~~;I;ft~a e Pi~~';. fine riguardo alla vita E musicale, una_ costante in- scono nel ve~s~ su uno sche • « Sul cadere dell'ombra a utenttc1ta. , J. M. so adorna di muatrazioni. •- . · certezza metrica, un verso ma pur pac1f1co (come ap - non so quale amore ml utene . Q l . d l S f t vi s1 può far sentire qual- ricalcato sulla tradizione e punto in On ofri· « Un rag. dalle nubi, daall alberi Intorno». S IAMO in un recesso della pa e desterà echi tutt'ora vivi . ua che J?O0tna _e . « a n c~sa di appassionato, e i~- significati abbastanza Pe- gio del mattino eierno spun- ancor a: butte di.Montmartre, pre~- Max Jacob, dopo Apontnaire, :T:!r~1:at:r~~ta~~u7: :r.ng : si e!lle un diS t acco. Tale Vl~ rentori e diretti, da somi- ta - su dall'intima ten ebra, « Ml commuouono t .tilt d'erba, so _un mccolo e ~tTano edi- è il ptù provveduto di studi e te « con pen~a d'anaelo •• af PUO ricordare dei pr~edent1 gliar già allora e aspirare intonando»): hanno in so- t fiori della maluarosa ficio. che può ncordare l~ di letture: ir_requieto, entu.s!a~ dis.se. In -realtà qualcosa sta ac- letterar i, un vago chma Jeo- a un'esperienza dir etta, im- stanza un valore paradig- spuntati per aria, sul tetu ancestra.h. baracche su pal afit . sta, questo ~colo ebreo, pio-- cadendo nell'intimo di que•to pardia!]O, n~oyo in Vigo1C?mediata, d'aspra dolora nt e matico : tt.itto n libro si iscri- delle chle!e, sul ciglio de:::pole. !ri~ l~~: •s~n~~!i ~ 0 :~u~~~~f; vuto :!__ Pa·r;gi ~:~~tfu~o ~:;: s~i'Tito tnquieto c~e. non òru.- che d~I classici aveva quasi semplicità: « ... della mia ve sotto tale segno (e tutto Lo spirito soffia doue uuole, ubbUco Aporlinaire Max Ja- ~~ne_ ,_! 0 /!ltt~ un po' tutti i c~a solo, dt propoaltt incendia.- ~scl_us1vamente ~nche se C<;lfl bianca . pagina facevo - Onofri); ma :5i è .appena in ma LI ha do~cemente ,:o/flato,,, fob, Bra'que, Juan G;is e qual- me.stieri pur di pote,- vivere ;~ ~t~~r~e a~l:oru:t 0 r::t~n~ 1ns1s~nza partico lare rie- Specch10 de".oto alle man- una preistoria: SI veda, ca- -~ cosi, d1 tutte 1 lll_lmagme che alt-ro st riunivano or. sono nella cittd maoica, da quando, ta deUa .,capigliatura parigina. ch e~~~~to il Petrarca._ E la ta gne e al cielo». Ma non munque: pIU consueta, le chiese, D?a qua1'a?1t'anni a!torno a P1cas~o abbandonata a 23 anni t_a nati~ ta della. scapigliatura parigina. n~w1ta 1Jlustrf:Lquell_a.rmun- conta questo, è vero; o con: « sorzo come u sole a~pena.sovrasenso, specchio, per rrmette~e tn causa ab im1s va Quimpe-r, ha_,-otto t ponti lnfattt. una sera d'otto~re del Cl~ a possessi tecmc1, stru- ta più ch e nel << Conclave dei alla corsa nel cielo miraggio: le cose deH aTte. con la « borghesia» per M~ l- 1909, di ritorno dalla Btblfote- ment ali, per l'azzardo d'una sogni» il verso, gli en deca - che d'un morso abbagliante Picasso dipinge, coprendo di maTtre ~ ~ontparna.ss! . Pitto- ca Nazionide, Jacob è appena comunicazione diretta, d'u - si11abi, si succedevano qua- f,!k~~:i'afb~ monte sauuano n~:es~~:fiec~1~~~tr~; Piccole tele _lo_,tquallid~ stan- re: studia. 11 nudo al~Accad;- entrato nella -~ mi~era ,tan- na S~mplici,tà ~~nqu_istata _in SÌ aspira~do a ten~re il pas- la cresta uloletta » ma, se tmprouulsa l'ombra :~~:{zzaAPJ!~t;gir~i1~;~ 1fi:a di~ ~~~oi~H!°~~i~~e 3 ~~1~:ta~fcal~ fi f~fu!'~~ Yz18 1 ~c 0 ;1~n c~~~~ virtu_ dei ,sigmf1cat1, in vtr: so del d1sc~~SO dir etto! co~ da parti distanti del libro: ~i, di~~fi:f:e a~,,!~~o, scttte. ' l'Universitd, e per campar la del Croct/i.sso » ali appa-re li, tù di un ~~perienza Ch:e SI D?une, dell interna rifles- « Talora un tocco Ueulsslmos'ode mt' perdcul tn un t~ono ». Sotto questo mantello di mi-- vita fa il commeaso da un av- sulla parete. Morto di .spavento sente addirittura compiuta. s10ne, appena mossa _e sot• come utbratoda un martello d'oro .se-ria _ nell'orma! famoso ba• vocato. Dipinge e scrive, e rie- - così poi confessò - cade in Not evole questo risultat o tolineata dagli accent1. L'O- e la montaanaglubl_la Quelsuono e teau-Iavoir _ nasce t1'a il 1908 sce a tTOVa1'e un editore che ginocchio e .,i oetta tra le brac- non solo d'un'espr~ssi one I nofri off re ~iÈi i~ più pr~- ':;,~ez,~e;,i:g ,1 :ir::z10 st rimura». su~:aclf :a~~~~cnae del colonnato; e 1909 il Cubismo pittorico e oli pubblica un « livre de priX eia di Cristo. ma d'una materia d1 espe- bante esempi o d1 come s1- come.sugli ebbri sogni lettera1'io: un movimento che JJOUrles écoles », Le roi Ka- Quella cameretta è la sua rien ze, altri disse, di eserci- mili attegg iamenti finisca~ (e, se si torni a Onofri , tra della mia gloutnezza •· in pochi annt metterd sosao1]Ta boul. via di Damasco. zi: m~tPria di questa poesia . no per forza col ricalcare gJJ infiniti esempi: « Ma una ALDO BORLENGH I le élltes di Francia P d'Euro- Lenoro.,i ri'nmicizin ,.,,, nruv- Da quella sera il corso della -------------- -- ------------------------------•------- - -----------,:, su;i v;:ec:7c~:::; a un aacerdo– ILDIALOGODELLA DIVINAPROVVIDENZA DI SANTACATERINA D SIENA Voci per oratorio, composte da Antonio Barollnt su richiesta del Maestro Arrigo PedroHo, in occasione del sesto centenario dalla morte della Santa. Sono dedicate alla memoria degli amici caduti di qua e di là dalla barri– cata durant e il recente conflitto. senza distinzione di par. te. Come fu comune la fatalità dei passati affonnl e delle passioni sofferte, cosl - di là dal sacriflcio consurriato- abbiano i morti riconseguito la fraterni tà perduta. ·resto musicale e parole premiati con altri due concor• rentt al Concorso per un Orator io o Cantata indetto a suo tempo dalla R.A.l. in occasione del sesto centenario da11a morte di Santa Caterina da Siena, La R.A.I. trasmetterà per la prima volta l'esecuzione dell'Oratorio la sera de! 20 dicembre 1949. CORO DEGLI UOMINI Gi/J so,io pallidi i segni della 11otte e an cora l'alba 11011 sorJ.:e. di' 1 AN".roNto 13:Aloi1N1 Ciù che nell 'alto fu promesso, non vien e ora meno: si veste il giglio del campo, l'uccello e la pianta del verde e gemo no i tron chi la linfa delle resine molli, l'aria spira cristallina d'incanti. La nudità è ricop erta di mia limpida veste d, grazia. Non temete per le ma11idi carne perdute. per gli occhi che non vedono, i piedi che non ca.mmi11a110 e i disp ers i nei torm enti dell'odio. Voi siet e i pesci d'ar gento che il P escator e d·iv itl() prende co11la rete la11ciata ml destro {ia11codella barca feUce, CORO DEGLI ANGEL I Più degli angel ·i benedetta, conquistat a dall'amore dei cieli, distribut rice di grazia, acolg a il 11,0 voto l'Eccelso. E voli110 le colombe della pace, immacola te nei mattini di primavera quando, agli oliv i f esta,iti, torn a la gloria di Pasqua. CORO DEGLI UOMINI Pellegrini sulla riva di un mare di saiigtte, 1,ess uu ven to div ide ·le onde, perchè il piede raggiunga , - inco ntaminato e se ,u a naufragio - uu'isola m eno aspra. te; si i.strut.sce intor no alle c<r se di Dio; si converte al Catto– lice.simo. Dopo qualche anno vie ne battezzato. Nel 1921 I.asciaParigi e st ri-– tiTCl presso L'Abbazia benedet-– tina di Saint Benoit sur Loi'Te, dove - aalvo brevi interruzio– ni per viaooi in Italia, in l.s-pa– ono, tn Bretaona e qualche sog– aiorno a Parigi - trascorre il Te.sto dei suoi giorni, .scriven– do, diPingendo, preoando, ama– to dai popolani del luogo per la sua modestia · ed U .suo .spi– rito d! carità. La conversione ed H ntiro non an-eatano, anzi moltiplica– no l'operol!litd letteraria del Poeta, nè lo deviano allatto da quella .strada dt radicalismo in– novativo - di .spi'Titie di for– me - nel quale s'era audace– mente e deliberatamente mea– so. E neppure eali deflette da certi atte goW:menti e.stertori - in quel tempo quasi connatu– rati alla individualità di molti artisti - e da certe innocenti manie, ne pone al bando /Te• quentaztoni che uno spirito oretto avrebbe disertato. Non conobbe insomma il 1'igoriffllO dei fanatici, ma non fece tran• i ,azioni di coscienza. Nel 1913 Jacob aveva pubbu.. cato il primo libro di ve-rii - « La C6te » -, sCTUto sino dal 1911 e da Lui presentato come una raccolta di antichi canti popolari. bretton i. Queate opeTe - insieme alla « Oeuvres Myatiquea et Burle• Pagina 5 POESIE di ADRIANO MAGLI * AMORE ULTIMO Non mi fuggi nè si allentò sapend o -:iv,r la tuo pe11a remota, un triste amore che ti f" mttlo ; quando, al grigio incanto del tue lago attendevi, in/in che .scossa da cose troppo sotde, la cre.scente i,iq uietudi ne 6111avi , e di più sola, per farti nuova a,idavi rimestando . .sogni e tempi rem oti in folle traccia; e quando i visi convocavi a scherno del tuo pat ire, del tuo folle, ug1«1le attender senza tempo, a qual mia voc, fi,iita, mi affidavo? Fu il mio strazic là dov'ero per pace; e invano, il lago per farmi mite fu, soffuso d'ombre di dolci ulivi, e invano a me, la nott,, gonfio di luce e immobil e: fremevo d'ultime nausee. Troppo grave, un tanto diniego, prima del mio dir: lud-ibric in me .solo, ma imn,enso. M'inudeva groaia in te no,i voluta; e ai tuoi bisbigli non so pere/tè, trema vo a mia ventura che subito era pena. Con qual folle rivolta, allora, mi volgevo al crudo dibatter con segreti, in te si degna d'ogn i dolcez11al Ma l'offesa voce in me serbavo , già recline; e cupo m'era .spavento, pel china r degli anni, di un bene chiuso, forse. E ancor m'opprim, quell'ansietà , pur se mi vanto 1.0, m ito di catastrofi e scampi, oltre quest'uso del . viver mio; ma più non sento port, nel tempo inconsumato; anch'io mi t.urbo, mia desolata; e come te fuggendo quel che ci ascolta e ci tien chini ; in-ooco;. in mia mente t'invoco, pur .se il Wgo mi si vela dì strazi.o , e il tuo bel viso trema furtivo in chiari.là di pianto. . 1.zi .. L'ALBA Nelio p,nombro nasce lo compog•o - --~-vr dal cielo appena; e in me ttdto, più Sh'OM , passo di nubi o tremito di foglie, si perpetua e mi torce; a balzi, un vento rauco mi chiama, nella lenta luce che viver ci consente, a quel ch'l grav, per tutti, forse , ma remoto. Intanto nel suon di un carro, o Lungi, ·net /,amento bas.so dei rivi, o nel trnnar dì tm'alo là sempre fuggitiva, in pena ascolto dell'universo gli umili singulti; e un'attesa m'inquieta, e m'oso invano dì più nel lungo brivido, cercando. RISVEGLIO Nel vento, fuori, o nel fragor di un treno chr si appressa al silenzio, o nel concento d'uno chiesuoÙJ, s'odono .segreti ma non per l'uomo, mai; p,ur K'ho presagio come di grida, che nel sogno udivo, attonito, poc'anai ; e uguale i questo vicenda, di sgomento. E già mi cerco tonfi più consueti , e grida umane assidue, necessarie; e per mio scampo un altro affanno, che mi sia più cieco. CERTE ZZA Nel di che nasce, ove lo fredda luno leva fugge11do l'illtìmo suo raggio, là per sapere appresserò, chiamando mia quella luce, alfine; e in sterminata spiaggia , che mi fa mite, andrò sicuro d'ogni spregio divina; e avrò più fida l'ultima brama, che di ld mi rende. Sta incerta l'ora del giorno; i.ncerte seno le stagioni la pioggia il sole, l'ansia dell'aria e il moto del mare , vagh e e dissipate le nuvole. e s'acqu eta la ttmpesta del mare. Vive nel suo trono generoso, 110,i cade petalo dal fiore VOCE DI CATERINA E' .sceso il Dio sep aratore dell e acque, sques dc F-rère Matorel ,. ---- --- --------- -- - - - -< (1912) illustrate da Derain, e Ftt not te e {tt tem pesta di f11oco. Giacciono i11cc11d·rate le auti che città. Su quest(I scogli o inaridito si trasci11a mia vi ta senza sperat1:J,1 No, most ria mo la miser ia, com e mi temp o la ricch ezz a fu elemen to del nostro vigo re. Dal cielc non si espr im ono se 11011 voc i di dù trr,z1011e, in me.szo a lampi di nubi I! all'inf 11riare dell 'ira, signora degli eleme11ti. COR O DEGLI ANGELI So,.gono a,1cora, dove 11ivete, 11lberi pr imaveri li e, a vo lte, l'Ed en fiorisce tra i fi,1mri dell 'abbm1da.11:ia. Percltè dimenticaste dt R il Sig11ore dei c~eLi nma sempr e rivelarsi nella tempesta delle 1mbi f CORO DEG LI UOM INI Qu esta fa antica i"llll.sione e 1"/fosione f u semp re il soguo di pri maver a. No,i più mùteri nell'ari a u le uubi si stendono lampeggia11do tra gli ori:zo 11ti. Et en1a la fati ca del lamen toso morir e e m isteriosa in felici tà la ragioue che ci cous, ,ma. VOC E D I CATER INA O rig enerai,, dal sangue, dil etti nel Cristo d'amore, io vi chiamo, q1tale tenero gregge. Sgorga lo mia voce dall'i11timo dei cieli e, com e acqua pura, lav a le piaghe inenarrabili . Ciechi , non vedete clu di già. sce11do la ma1ina a sedar e le ansie: vi cibate del corpo e del sangue , del pa11e e del vin o. Già invutnerati. toccat e l'1sola dov~ si spande l'aroma sconosciu to che v, saz ia e vi 1>rofu111a, o foglia dal ramo eh Egli non sappia e veda, mmmtabile nella certeaza del Voi non sentite l'armonia, non vedete l'ordine degli spazi perfetti: siete sordi o ascoltate le terribili 1,rla delle pot enze ittfelici. Se masse di tenebrosi spiriti avvolgono a,icora la pigra crosta del mondo, le chia.re falan~i degli alati si'.gnori del cielo splendono con ali fiammanti a di.sperdere ogni mor te. T1ttto ri torna sereuo tempo. e i lam enti son o stati mia sorg e,ite aampill ata dal fondo de~li. abiss i. Il gra,ide fi1m1e della notte, con le S1,e acque sile nzio se, ha lavato il m ondo per il sole del 1movo mattino . CORO DEGLI ANGE LI Scende , portata dal veni~ delle ali ttostre bale11a1iti, tma celeste voce e/te vi ric orda un testamento div ino. CORO DEGLI UOMINI Questo non si Chi0;ma gion10 nia illus ione del g-ionio e fr ode estr ema del sole. Stran e armo>iie per l'aria a 11uove ebbre::::e destano i frag ili sogni dei morta li affatica ti. Il gusto amaro dei disinga.mii c'inar idisce le labbra. VOCE DI CATERINA l o, Caterin a, ,rel Si g nore vi c/1iam , all'ebbreEsa delle speranae . Per il patto del saug rte divi no, sono trafitti il mio costato le mi e palme e i miei pied i. N ella gloria dello spirito rip rovo l'affa nno degli .spasimi wmrni . Biblioteca Gino Bianco e la pietà e la gi11sti.:::ia sono di vise dal male : voi pass ate 11et mezs o, seuaa .sapere. CORO DEGLI ANGELI M essaggera di Pruzn/1.den::a, alla font ana lu minosa dei cieli it tuo spirito riattinge e implora misericordia dalla pietà dell'A ltissimo. Per la tua umana pa.s.s-io,u rit ornano a co11fidare nel divino le m~·nti che ltamio ilivoca to il tuo nomi . e gli iç nudi sono ricoperti di uua veste limpi da di grazie. Allora il casto fumo del sacrifici o sale gradito all'Eccelso Con le,ito volo noi racco~liam o le ali v igflan ti nelle serene ombre del cielo. CORO DEGLI UOM IN I O benedetta negli 1ta·iversi, sia pietà e misericordia per la t1ta voce che co,if orta alle v ie della speran.~a. Fors e it S ignore è passato sul frusto carro sfolgorante, come negli antichi mi ti, tra le 11uvole defl i 1,raga11i. Tramortit i eravamo codut, ml lim.ilar e delle tenebre. Ricostruiamo le 11ostre cose ti, dove la · tempesta le Ira divel te e, s"gl i altari abband onat i r-iaccend1"amo il fuoco sacro dell'ill1esio11e. Al/ara dal gregge alsa la sua belante voce l'a.g11ello sperduto e ritrovato. Il pasto,-e lo accarezza sulla riva del fiume, a11clte .se latra nell'ombra fatale dei bosclu il fer oce ca11edella mor te. ~~ ~,~ar:;~.,.!f~~ti(~9!21,e off:; ,:,,,""''""'""'""'""'""'""'""'""'""' "' ""'""'""'""'""' il ai Poemi di « Le.s AUiéa sont en Arménie » (1916) - co.sti– stituiacono • it primo nucleo del• la sua produzione; tirate in numero Umttato di eaemplari e in edizioni di Lusso, giunae-ro soltanto a conoscenza di ami– ci e di bibliofili, .Ti che in quel tempo il nome del toro autore non varcava la cerchia di una ristretta cerchia di intellet-– tualL L'inizio della sua più laTga alferrnazione e - può dirsi - della sua celebritd, si ha con « Le Carnet à Dés », poesie in prosa, u.scite net 1917 con di.!e• oni di Picasso - ma campaste alcuni. anni prima. Que.st'ope– retta - acriono di .tensazioni curiose, d'immagini nuove, di impressioni inconsuete, di eJ)i• orammi. singolari, espressi tn rapidi scorci.,con procedimenti euttici e allusivi e con sempli– cità a vo!te quasi di.scorsiva - fu '[)'resto1'iconosciuta come uno dei lib'Tt più significativ i dell'epoca: dette origine a gran paTte della letteratura cubis ta CABLO PALCONI L' lJMA.NIT A' E IL CRISTO ,(prefazione di Paolo Brezzi) Questo libro, Vifvo e moderno. ripropone alla nostra civiltà, nel momento tn cui essa più sente l'!mpor. tanza del problemi spirituali e la necessità dt un or,ientamento, quell'umanesimo cristiano che sorse con san Paole e la sua dottrina del Corpo Mistico, Una opera nuova e originalissima, che attinge dal più. puro penslero cristiano , sclentiflcamente impostata, ricca di mot1v.1sociali del phl alto interesse L. 1300 In tutte le mtgliorl libreri e e presso U EDIZIONI Dl COllIDo'ITA' llllLANO - Via del Giardini, 1l e dadaista, e preluse a quella surreali.sta. 1---------------------- Negli ultimi tempi u.sctva di rado - molestato da una clau– dicazione accidentale da cuf non e-ra mai ouarito - , scriveva, dipingeva o diaeonava. riceve– va qualche amico, teneva al corrente la sua corrispondenza episto lare, scendeva in chiesa ooni sera a medita re e pre-– gare. « Che cosa è la bellezza? » ali domandarono un giorno. « E' lo sforzo dell'uomo per u– scire dal diavolo •· Rispose co– me avrebbe risposto un misti– co del Medioevo . La vivacità e la giovinezza det suo spirito aoile ed il faaci• no della sua conver sazione non dectinaTono con gli anni. Era ofunto ai lìS, quando una sir a - il 24 febbraio 1944 - du• rante l'occupazione tede.sca in Francia, apenti della polizia germ1,mica irruppero nella .sua cameretta e lo arresta.Tonope,-– chè ebreo. Stava dfaegnando. Li segui. Imprig ionato ad Or– téans. fu condotto subito dopo nel campo di concent,-amento di Drancy. La .sua malferm a salute non sopportava H reat– me dTacnP.iano del camPo. VITTORIO ORAZI
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