Fiera Letteraria - Anno IV - n. 9 - 27 febbraio 1949
:.P.::ag~i.::_na~~:.._ ____ _______________________________ ~r;~· A~-~F:_;l~E~R:..:A~ -~L~E"...T~T~E"--R~A~R~I ~A~ __________________ Domenica 27 Febbraio 1949 J)UE LIRICHE di D. H. LA WR ENCE FIORI ETERNI (Everlasting Flowers) PER UNA MADRE MORTA (For a D,ad Moth,r) Chi ti fi~uri 6tia a ~uardarc le oime coperte di neve splcnclerc come rose in cielo, adesso eh' emerge da!!'oscurità ooltanio quel mazzo di fiori supremo? e chi le due ali di quc11a bnrca ~~1f.!~;r~~~a f~~ 1 a ~n:d~~J1;c:;~:a come ili una pietra una falena? Le fog:ic degli ulivi, leggere come tafani, &0no tuue divcnt:uc tenebrose, divcncatc nere. E J' anima mia, in que sta oscurità, è di nuo"o con te: con te, mia piccd1a cara, con te, fuori d 1 ha !ia- Pcrch~. che cos' b la bellezza, mia cara, 6C non ne fruisci con mc? Vedi, un carTo a buoi s'approssi ma, 001\fusamcnte ne] buio: un uo!no con una lanterna, fa dondolare una piccola luce. Che cosa vede colui, mia cara, qui prc,,o il faJZ;o scura1o.? qui, nell'ombra declive che Je montagne proicuano? Non dice parola, ma passa guard ando fiaso: quale dei nosrri due ,pi rili credi 11hbiaegli veduto qui sotto gli ulivi? Tutte le cose belle - le cose mai da te cono,ci ute - bnunnvo raccolglierc una dopo l'ahra e portare a te, E non pOHo più , adcHo, mia diletta, 11piccaredal crcpuKolo le cime montan e, ,i:igli mezzo chiusi, per acco~tarlc alle tue labbra, n~ pigliare tra ~e mani, come falena, la borea dalle du e ali che rlpota laggiù 1ul lago, per farne dono a te• Mn tilenziol io non rimpian,:o: b molto {>iÌI pcrfc110 adesso, VoHHo b1shlgliarti la spinale verità e cimi come ti so qui nel buio, 1cd111a1ul 1rono elci miei occhi . 1n paec, 11 gunrcl11rfoori dalle fine1trc in contcntu sorpresa, * PIOGGIA D'AUTUNNO (Autumn Rain) * Le foglie dei platani cadono nere e um ide ull' erba; i covoni delle nuv ole nei campi del ciclo s'a ccascian o ~~:;:;;;:;af~i~i c!~l~~ i venti il grano di lagrim c, l'accumula to raccolto di pena in co"oni tassò : covoni di morti, d' umane creature falciate, e adesso uebbinte mo:4emente eprcmend osi in chicchi 6ull' aia del ciclo: invisibile jit~a:ia; sulln mia faccia manna ;I grano celeste; riodo, con soffice battilo ugu:ilc sull'aia di tuuo iJ dolore che ci è dato quaggii 1; finemente stacciato in pioggia: 'Jlrad, Gt PIERO NAROI A mezzanotLe, nel mese dl giug no. io st o sott o la lun a v.1PO.rosa, Un 1 aura sonnole nta, rugiadosa , osour a emana dal suo alone d'oro. e stillando soave, .goccia a goccia, sulla Quieta montagna. a poco a poco. s'insi nua pigramente, e tutta invade, mustca:m ente tutta la vallata , 11 sempreverde dorme sulla tomba, pende sull'onda il giglio sonnole nto, amm antato di i1ebbla le rov1ne silenziose si sgreto lano. il lago par e beatnm en Le addol'mentato, pare slmllo al Lete: vedl, sta pago. nè si vorrebbe più destar e, Dorme ogni cosa bella! ed ecco là, Ja sua ftnesLra aperta R\ flnnam ento, là giac e fr ene, con il suo destino. Bella slgnora, ma che vuo l dire questa finestra cosl, di notte ? Scendon dagli alber i brezze leggere, scherz ano. ridono tra le cortine. D'arte lievissime magica ronda tutta la cam era fur t.lva Inonda: agita l veli del baldacchino con certi frf'm\tl cosl 1>at.1rosi. sulle tu e µ 1lpebr e, Ce clglla chine LE 1 7 ANE DA N ZA '1 1 RIC1I Quelle che son dc' fiori leggeri !On venmc , clorate figurine e bellezze minute dove s' lrida una tenue luna ... Guarda tele I nel bo&co rischiurato fuggono melodiose. Le m,tive cd i ~ia~gioli e le nott urne ros~ son le graz ie a·,lc danze lor di notte sboce1a1e. La bella addormentai a ~ (da Edgard A llan Poe) * dove nel sonno par che s'ascoo da l'anima tua, che su e giil pul pavimento, lungo le mura come fant ashne vagano l'ombr a. Dolce signora, non hnt paura ? per chè tu sogn i ? che sagn\ Lu ? Certo venlstt tu dl lontan o. di ià da\ mare, tra lo stupore di queste piante. cer to I - Ma strana è la tua veste. strano il pallore, strane ancor pi il le trecce s1 lunghe e questa pace slle nzlosa. arcana - Amore, doNJlè! oh che I\ suo sonn o quanto è durevole, tal sia profondo ! Sotto sua guardia la tenga Il òelo ! Quando più: sacra stan,z.a l'accolga, quando più triste ve:o 1•a~rvolga, Dio voglia ch'ell a possa g:acerc sempre a occhi chiusi. senza vedere come ~ muovono quell'omb re nere ! Amore. donne oh che il suo sonno quanto è durevole. tal sia profondo ! Strisciano i venni litvi d'attorno ! Là neli'antica foresta oscu ra c'iualcheampia tom ba per Je\ si schiuda ... qualche tomba che sPesso ha spalanc ato sue nere 1>0rle lente e \ri.onra:t sopra il montuoso drappo stemmato di un a nobile gente, ai funerali ... Qua1che scpoloro remoto e solo alla cui porta ella gettò . bambina. tanti sassi per gioco ... alla cui 1>0rta pii:1 non busserà per ridestarne la sonori tà rabbrivi dendo tut.ta al J~nsie ro ch'erano i mort:t che ~mea n davvero. Trt\11. di PILIPPO OON INI ANTICHE POESIE INGLESI Queste versioni sono dedicate a Mario Praz T IL CUCULO L' esiate viene, Annunzia la voce del d1culo, Fonte e pur tregua elci sospiri miei, l\'la di chi parlo ,·oi non intende te. Mi rallegrava il viso di i\fad onna, Corpcuo e g:onna Verde. - Pcrchè il suo cor mi tolse? J\ila di chi pnrlo voi non imcndctc. Che profumi velati dàn no fo dita d'oro! Si doglia i1 dolce azzurro in que&to bosco solo, J' acqua sot1ilc htcc appcn:1, riposata . J I seme cresce, verzica il prato, li bosco h:t germog :ia10, Canta, cllculo I « Madonna, piansi, avc1c rige11a10 Un cor fida10 come un tesoro pallido cl' un'amica rugiada, cd il silenzio in fiore ne sale.., Eccole ancora mclod lo1c fug~ire nella chiara dimora. Vcr&0 i calici amati le man i 80n graziose; un po' di luna dorme sulle labbra pietose e le mcrnvi~lic braccia dai ges1i lenti amano denudare 101to i mirt i comenti : '.or fulvi lcl(aml e le carcz1 c-~Certe, meno schiave del rhmo e delle lontane arpe, vanno con passo lieve al lago scppclli10 a her l'ac qu a de' gigli o,·c l'oblio è assopito . {GaJJ'•Album O•• vers i, anctm• •) ~ ELENA Azzurro I io, sono.., Io vengo dai recessi dc' morti a ud ire il mare frangrrei ai gradini sonoro, e le galee rivedo, in sul)e aurore , forti, rina&ee dall'om bra coi loro remi d'oro, Le mie mani solinghc a11irano i monarchi, b cui barba le dita mie pure di\•crti\'a; piangevo. Essi canta vano i mam uini imbarch i verso trionfi oscuri, e il fuggir dcl :a riva. Odo le fonde conche cd i sòni1i gravi • militar.i ritm are il volo delle navi; de' rematori H chiaro ean10 a,•\•ince il tum ulto, e gli Dèi, alla pro!!a esaltata frementi, nel loro sorri10 an tico cui fa la schiuma insuho, tcodono a mc le braccia scolpite e .indulgenti, [<la.U'• .\lt,um Gas verse. amt ens •) * I~A CAREZZA Le mie calde mani, bagn ale nelle tue, eh~ nu :l:1 calma come tremuli d' amore ii p.tssaggi d'una palma . Qucs1i anelli a lung-he pietre per mc i:ono così "ivi!; ei confond ono nel bri ,·ido che fa chiud ere le palpebre, Ed il male si distende come una pietra si leviga, una carezz a lo stende fino a dar malinconia. l'AUL VALE RY (Gal , P,xlmes in6dus •> Tr!\11. GI IR UNO LUIAR OI Poi che al suo nato mug~e la mucca, AU' agnelli no ln pecora bela, Si sveglia H 1oro e il daino bruca , A:Jcgramente canta. o cùculo I Cùculo cùculo, oh cant a d1culo, Fine non abb ia la tua canzone: Cùculo canta, Allc~ram cntc canta , o cùculo I Anonimo intorno al 1250 II L'USI GNOLO Coi piccolo leggiadro nuignalo Nel verde brolo Tut!R lu none ararm ene vorrei. Ma di chi pnrlo voi non i111cndcte, Stava pur n, m!!ignoleuo novo Fra fo spine d'un rovo, Che ogni palpito s110 a _\'oi ri\•o:se ». l\fa di chi parlo voi non 1111endc1e, An onimo i11toruo al 1500 IV POSATE, OCCHI TRISTI Oh non pianjl;ctc pili, tris1i fonrnne; A che vj giova scnl:t posa ,co rrere? Guardate come il ~raz10!>0sole Asciu~a i monti copcn i di ne,·e: ~1a i cari occhi di lei. occhi di sole Poich' cìla donne - dolcemente dorme. n sonno riconcilia nl mallino, E' qu iete che genera pace. Non sor~c forse 60rridcnclo il sole Quando a sera 1ramontn sereno ? Posate du nque. occhi iri&ti. Non vi scio_glic1c in lacrime, Mcntr' ella dorme - clolcementc dorme. A11011in,n intorno nl 1600 'l'r llr1. lii PAOLO NOBI LI LA JIIIA CITT.4 Quand o verrò oiù a dormire la notte infi nit a della morte, r; neUa ten ebra dovrò passar la .~oulia dell'io noto, Qualo sard per me nuora la per tica più amara, Q1umdo questo radioso m011dosi osc1trerd lill a m ia dil eguante 111~ta? A vverrd che lo ,10,i 1>1tìved rò oli nlberi, Nè o<lorerò I fior l mt se,11trò cantar oli uccelli. N~ lJsserverò lamµ eoutantf torreti o utansueti or eggl? No, lo son certo che non sarà cosi. Ma ali! lo spetta colo e oU echi dt Mrw hattan, i suoi odori , L e sue folle , la sua palpilanie for za, il bnvid o che soro e Dell'esser pcirtc dl essa, i suoi sott ill incanti, L e sue s1>lc 11<1e 11itorri , le sJrade,, bossi/ on<li - O Dtof la rig id issim a lmpro fe rib tle vi età, b'ssere mor to e mli i più rim irar e la m ia citt à! J, WEL OON ,JOHNSON 'llrad. di VIRCIL IO LUDIANI .-- --------- ,1 POETI PARNASSIANI : * J~SÉ-MARIA DE HERED * II rapim ento di Androm eda D'un ,·olo -silen zioso, il gran CavaUo ala10, soffianclo dalie fr~ic l'a ria che s1ronfìa e foma, li pona -- con un lieve -ripa~pitar di piuma - \'ia per la non e azzu 'r.ra , per J'èccrc stellato. Vanno. L'Africa affonda nel gor~o fiageHato, E poi, l'Asia ... un deseno... il Libano di bruma ... Ecco: misterioso, rullo bia nco di s1>uma. il mar ch'Hclle in~hioui.\'a, 6Cr>0kro sterminato- li ,·emo gon fia, al pari di ,·,cleampie, ~emcHe, l'a:i che, .ri,·olando daHc stelle alle stelle, agli Amanti abb raccia1i culla n la gran qu iete, mem r'essi - J'occh10 aJ cie~o. ed i ginocchi proni - 1 [ \'Cdono (irradiate dall'Aqu ario a!l'Ariete) sbocciar, nel cupo azzurro , le lor costellazioni. Antonio e Cleopatrà Rimiral'ano, entramb i, da11a eccelsa 1crrazza J'l½ti110 addorment arsi ~0110 1111ciclo pesante: e - J>er i:lDelta nero - il fium e 6trnripante ,c rso Buhaste o Sais, l'O)~cr Ira limo e g"uazza. Ed il Rom ;mo, cinto dalla -,::rcwcorazza. - .~11crriC"ro in ceppi, chino a oullar c un .infante - scnt ia piegar, &\'enire, contro il &uo cuore amant e, qu el bel coq)O lasch•o sotto Ja stretut '1azzn. Pro1cso j:J ,·òho f)allido. cli tra i capelli bruni, verso di lui. già ebbro di pèrridi ,profum i, ella porxea la bocca e le pupil le chiare, E il Condotti ero ardente. ao,•ra di lei curvat o, Yiclc- in quel ,·as10 s.r:-uardo. di ,s.Ja,·illli ucl lato - mille galere in fuga vcr un imm en50 mare. La doi:ar essa Sono di marmo i pon ici, per cui- tra luci acquàt ichc- convèna no i siRnori, che dipinse T i,j ano • / Le prez iose co:Jane - mn~sicce a grano a ,e;rano - dan risaho al fulgore del le rosse da lma1iche. f Essi gua rdun , dal fondo <lcllc ln,l{une c11tà1ichc, - con occhi in cui risplende un orgoglio sovrano - i sono !a volta chiara ciel cielo vene,iano , I balu~ inar l'aziurro delle acque addàtiche , E mentre clic il brillan1c 6ciamc dei cavalier i 1,rae :a pÒl'jlOra e l'oro per ~li scalini altieri / i111risi ttmi in lumi di zaffl ri e bala!!ci, inclo1entc e superiha. una Dama in di~partc 1 - rh·olgcndo si a mezzo. tra .i broccari, con ane - .l risorridc al negr etto , che de reKge Jo nràscico. ,..., Il samourai ,j Con le dita distrail e sul!a sonora bh•a, 'f d'ohre i ~lambii consen i in \'etrn1e d'incanti , ella ha , 1 is10, pei lidi ~draiali e abharba~lianti, J ann zare i' Eroe, cu i ne' n1oi sogni ambi\'a, r E' lui! Sciabo1e al fianco, ,·ema~Iio al eole - va. Il cordiglio di pòrpora con Ja nappa ~carlaua , Egargian sul giaco fosco, E. cln l;t spalla, Katia il blasone degli Ilizen o elci Tokùngaw;\. Quel bel }.:'ucrricro in ,•cstc di lamine e cli placche, so110il bronzo e le scie, tra •uno squillar cli lacclle J sembra un crostàceo imm enso, tiu1110 venniglio e nero . L'ha vi!!la. eg}i ... Sorr ide, a fior dclla 6Ua ma schera : ed affr e1tando il passo, fa -scintillare ·_ fiero - Je antenne d'òr che, dr ilte, gli rtremano sul casco; Tre.d. GI VINOl:NlO IRRANTI 1111111u1111111 1 , ,u1111 11 , 11111111 1u, 1,1111111111 1 111111111t t 11111111 t m""""'"'"""""'"""'"'""""""''"""'"""""'"" ' '" '"'""'"""'"""""'""" ' ""'"'""'""" "'"'""""'"""'"""'"'"'""""'"''"""'"""'"""'"""'"'""'""""""''"""" ' """''""""""' '"""'""'"""'"""""'"'""""""'""""'""""'"'"""'"""' """'"""'"'"'""""''""""'"'"""'"""""""'"""'"" teca Gino Bianco
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