Fiera Letteraria - Anno II - n. 46 - 13 novembre 1947
.. 4 FIERA LETTERARIA FEDERICO HOELDERLIN di LOUIS WIESMANN L'amore fu la potenza fondamentale e predominante del suo mondo - Tutti gli esseri, anche le piante e i fiumi apparentemente privi di vita, furono animati· dall'anelito di abbracciarsi,_ per diventare membri di una grande comunità festevole - Egli ambiva, con tutto l'ardore del suo cuore, a portare una nuova religione mediante la sua poesia I. J L poeta tcdcS<:o F"ed.crico . HOl·~erhn, ~r lungo tempo pressochè d1menhca.to , vie. no annoverato oggi tra i fo,ici più ·notevoli della letteratura mondiWoe. Ma Ja sua op.!· ra oppor,'e grandi difficoltà nlla compren– sione. Il suo pensiero percorre vie strane e capricciose, diventa sempre più ardito nel corso del suo sviluppo, si ifa sempre meno comprensibte, per sfociare finalmente nel– la pazz.ia . L', imago mundi• di Holdcrlin è fon· data - così com.e in ogni altr~· vero poeta - r,ella propria singolarità spirituale, E.gli !'li !rentiva circondato da una indicibile sclitu– dine e si doleva di ~ntirsi come spe,-duto in una notte oscura, in1i[idito dai ghiac<:i e dal gelo. Ma, nei momenti di gTaz1a, pro. rompe in un entusiastico ebro grido di unìo· r,e col cosmo e- si fonde_' come per un felice connubio, con la natura che lo circonda. Ogni hore, ogr.i fiume, ogni raggio di sole, ogni ste'.la diventa come un essere animato e vivo. cd egli si -sente ~mmerso nell'ab– bagli.ante pier,ezza della luce: Nella oolle dolJe mi rin/re!ICCrOO la /onle, dol)e inforno a tacile pareli rocciO$C giuocaoa il oerde di Jre'IIChicdpugli e l'C'fere splcndelJa Jra la ramogl?o, e sepo/lo nelle coroll~ dei fiori ebro e IClcito ne bclJelJO il respiro e 1Jerao di mc dall'aflo scendew, la nube [d'oro circon/usa di luce e di splendore O mi appari:,li, o an ffla delia natura I E' facile comprendere come l'amore di. vcr:ti la potenz.a fondamentale e predami• nante del mondo di Holderlin. Tutti gli es iteri, anche le piante c. gli alberi. le monta· gne e i humi, apparentemente ,privi d.i vt• ta, aono pervasi d'ur,' sentimento di coesio. ne ,apirituale. sono animati dall'anc.lito di abbracciarsi per diventare membri di una grande co~uf'Utà festievole. HOld~lin patia della pianta giovane che si apre al sole mattutino alzando le braccinc verso l'ivh· nito ciclo, dc.I bosco di olmi che precipi– ta d.-.fe cime verso la valle: le stelle pen. dono dal cielo notturno come i grani dcl– l'uvr la valle, simjJe al letto di un fiume ai riempie di calda luce tutte ~e mattine e la corrente d'oro '9Conc fra i tronchi e Jam .. bisce la casa. L"amorosa n~talgia de1rli es tteri si fa· t8lvolta s'ì forte che, rinur,Ziando al loro c,si,erc, si e pèrdono » l'uno ncl~'al· tro, vorrebbero annullarti l'uno nell'altro. Questo anelito ambia.ce addirittura, come supremo compimento. la morte defa singo. la esistenza e la fusione mistica con il Tut. to infiT,ito. La nostalgia permeò di ,sè il ,poeta, il quale bramava ardent"cmcntc dt casere liberato dalla sua solitudine e di an nichl.irsi nella • pienezza della. natura », co. sì comic le acque si perdonò nell'oceano: La mo~. lo 9COrnparirc dell'io fiT.ito è la premessa di ogni e unione mistica (!l''in. tende che ciò non significa senz'altro an– che la morte fisica), La ragione pensante, che conlOf'lipla il mondo circostal\te con un drstacco riflessivo. vi-cnc cancellata. L'uomo non è più un ,e'Uere Particolare. a sè stante, m11 ai consuma, con !"intera sua esistenza in una potenza superiore - Dio cristiano: Nirvana indiano o n.aturo ir,finita. Eviden– temente, queste rnpprcscntaz.Ìoni d.ivengono possibili solo qualora siano state precedute e preparate da opportune esperienze spiri. tuali. Nè mancano queste esperienze prca· so HOlderlin, Quando eg:i percepiva l'ar– mo:r,ico .accordo con il mondo circostante di cui ai è parlato prima, sopravvenivano 1n lui istanti in cui si 5entiva permeare da un ebro .8Cnfimento· di felicità: in quei mo, ~nti, egli ai fondeva interamente con le cr,eriPe creatrici della natu.ra e sentiva come il battito del .suo polso ai univa a.I vivo pul. sa.re del Tutto. Ci ei chiederà se sia appropriato parlare di mistica. Ma quando HoJderlin in un a). tro brano. n~I rom..~nzo • lpcri~ne, P.,'\rla dell 'abbrncc.io della don·r,a amata dice cosi, • Qui vi è una lacuna nel mio ~sscrc. Mci. n.'i; e quando mi risvegliali. giacevo sul cuore della celeste fanciulla , . e quando. nella poesia ora ricordata, egli ode frulJciare più vive le fonti e sente il doloc prof-umo dei fiori e l'etere si china sorridente veno dì lui, vi~ne t'CAa testimonianza cor, ciò del. la morte ddl"io e di quella grande armo· nia col creato che ha costicuiro in tutti i tempi unn caratteristica eucnVale del mi– sticismo, da qU"Cllo indiano e persiano fino a quello dei romantici l'edeschi. Ed è note• vole che egli viva questa grande n.mlor,ia proprio sul petto della donna amata, lnf:..ui. l'unione mistica è quasi sempre anche una estasi erotica: ~à il mi,tico di Dioni&o $pc. riment~n•a nell'c,.'lfasi entusiastica le nozze sacre (hieros gamos) col suo dio:. il mistico cristiano forma con Cristo, sposo spiritua.lc, . UT.acoppia amorosa: i ~ti rom.1n1ic.i si raf· figurnno l'annichiliment~ estatico fra le brac. eia della Lordei e di altri dèmoni della natura. Ci manca ancora un elemento, molto im portante in Holderlin e in tutto il roman. ticismo tedesco: la musica. Null11 fa ser,tire il sentimento dell'a.rmon•a con la natura. quar.10 la musica. in ,ttaltà, nell'<entusia· emo che s'im-po!!Sessn di tutta lo persona, l'orecchio crede: di udire una musica inten. sa che sa.le fino .ai più lontani mor,di stcl· lari: e così si parlava i(!à nell'antichità di un'armonia delle '81-erc. HOlderlir, non ~ !l'tand> mai di parlarne: ma espr~e que– efo aentimcnto con efficacia ineguaglinta n.cJ. la lirica al Sole che 1ramonta: lì 'CS80 ttem. bra accompagnato da suoni di cetra e dal canto del paesaggio che lo ciiconda. Ecco come il poeta si rivolge al sole: Dooe seiì Ebro l'anima mia :,'oDu:tea dinanzi alla lua dcli::.ia, chè or~ ora mcohatJo lo stupendo Janciulto del sole, pieno di .1uoni d'oro. che intonava sulla lira ccfe.1tc i/ suo canto serale; intorno echeggiaoono I bosclii e le collrne. Ma lonlan(I egli se n'è andato oerso le pie g_enti cl,e ancor l'onoro no, {Tramonto) Sin qui, il sentimento della natura di cui toetimonia Holderlin non ci offre nulla di particolare. poichè ~sao assnmi1dia a quello che ispira ir. genere il romanlicismo tede– fl.CO; seppure in lui esso -si sviluppi in una atmosfera "Sentimentale tutta diversa. Ciò che differenzia HOlderlin dagli altri è che egli venera religiosa.meni-e i fenomeni nalurali e ai acnte come il sacerdote di cÌuel culto. Per il fatto di eentire nel paesaggio ur.'anima e di attribuire un 'amorosa nostalgia ad es– kri inanimati come i monti e i fiumi, egli li sente come potenze vive, tant... degne d.~ sacra venerazione da dover esaere adorati mme deità. Per spi-egare tutto ciò dobbiamo spinger c:i un poco più ir, là. Holdcrlin t"ta un « uomo sacerdotale» fino alle più riposte fibre del 'l:lun"'esserf:..Finchè fu sana d1 men. te amava vestirsi con somma cura, come tJe 0 dovesse recarsi ogni giorno ad una so· Jenne cerimonia. J · suoi con[emPOr3nei C"I riferiscor,o che. quand'egli ascoltava l.."\ mu. sica il ,uo volto s'illuminava com.e co!pito d~ 'una .Juce non teITene ~ ogn; suo gesto. ogni sua parola rivelavano la nob;(tà del tcm.peram.entn. Quando attraveru va una 1rrande sala, era come se passas.,.e Apollo in per90r,a. Soffriva indicibilmenlc di qualsiasi rou"Czz.a cd anche la barzelletta più inn• cente gli causava un dolore quasi. hsico 11 senso delrumorismo gli mancava comple– tamcnlc cd egli cons1denwa sen~ veruna. comprension'e 1.c varie n,ltività abiruali degli uomini. Si potrebbe quasi tflmproverarg;I; tutto ciò se ir,on ci rammentassimo che qua• si ogni p0eta soffre del mondo ed è dannato a 11cntirsi cslTanco 'Cd isolato in caso. Per converso HOlderlin 3entiva con un tremito con un' pathos quasi rclii,oso tutto ciò eh~ gli poteva recare una gioia magari piccola: ai.che il profumo d'un fiore o il sorriso d'un bim.bo. Egli distingueva in queJ. lo manifestazioni il mes.sagiPo di quel mon· do superiore, in cui aveva già trasferito tutti i suoi pensieri. Descrive la r.atura come )"interno d'un tempio ed incontriamo pres. aochè ir, ogni sua ha-se lo parole: • puro, nobile, .santo, chi.aro, aur('o, argenteo». • li ::r a:r:. i:~:at::11: 1 ere';!~i e,:::;~/ : du.ti sulla nave librantesi, abbandonavamo dietro di ,noi la terra._ come si lascin il cibo prolibato, quando VÌ'er,c offerto il sacro vi· no•· Ed. ceco come egli canta il paesaggio della Svevia in un suo inno: Ed anche tj ombreggio l'alpina montagtJa retoelica, oicina, chè presso il focolare ddla ea:a (!) di.mori e odi come nel suo interno da argentei nappi :,acrificali 11us11urrn la Jonle, IJCrsala da pure mani quando il cri•allino toccoto dm' caldi r<1cgi o quando lo cima nelJosa [ghiaccio di.scio/la dalla luce incitante sulla terra trasfondono acque purissime. A Holdcrlir. fu concessa una grande gra. Va: di trovare. una donna che corriepon· deva pienamente alle sue rappresentaz=oni ideali. Nel 1796 egli 1fu assunto dal ban– chiere Contard in qualit8 di prcdeHorc e presto si sentì legato da un pmkindo amcre verso la moglie infelice di questi. Susanna, che da allora egli chiamò Diotima n-clle -"Uc poesie, Diotima è il nome della saccrdotl"tt fin che inizia Socrate a,J i ultimi misteri del. i'Eros, nel • Convito(t di Platone HOld-erlin ravvisava in Diotirf\a un essere Ccic.11e, do· tato di perfezior,e ultraterrena come la Bea. trice di Dante; anz.i, egli l'adorava come una dea disceaa ai mortali. Nella poesia • Lamento di Mennone per Diotima 1, egli dC,8C.TÌssc in ver~i celebri, fra i ,pili belli di quanti ne abbia la lirica tedesca. c.iò che sentiva mentre stava con lei: Ma noi. Ucti in compagnia come i cigni [amOroai ouando riposano aul lago o quando. culloti {dall'onda, mirano l'acqua dolle si specchiano nubi d'or (genio. e l'a::.::.urro etereo si gonfia $0tlO ta naoe, cosf ondaoomo !n.llla terra ... L'amore di HOlderlin ebbe una fine infe. lie1e. Con !"andare del tempo, il marito di ~n~ti':cn: n::;:se edivi:r:~~c ::iò e,v~ 0 17J oocta. Ma questi conservò ~r molto tempo la sua adoraz.Ìone per Diotima. Abbiamo visto quale sia stato il compor. lamento di Holderlir, di fronte all'amore e alla natura: abbiamo visro quanto sia stato Rius1ificato chiamarlo « uomo sacerdotale 1. Ora comprendiamo meglio anche la sua ca. ratl'eristic.a mitologia. Quando egli 8! trovava in una disposizione particolarmente felice. bastava il soffio di una mite brc:ua per commuoverlo come se FO$Sc stato toccato da un dio: e infatti, egli celebrò il dio Ete– re in uno dei suoi grar.di inni, Poichè pro· fessava un'ard-ente vcncrazjonc per i greci anlichi. dava spesso nomi greci o..lle sue di. vinllà. L'etere gli era Zeus, il sole P;,.pol~, il mare Posidonc e così via. Più tardi, dei. beò cose quanlo mai ~1rane. Chiamava il sentimento « Dio in T,oi , : considerava come un.a deità anche l'atmosfera spoc.ifica e uni. co che ,~rge dalle relaz.ioni fra due per"SOne. Semidei i fiumi, regni di segrete rivela· zioni le Alpi: n':Clla tern!)'eSta tuona Zeus e r.el vino si venera Dionisio. Non si creda però che egli si sia limitato ad accogliere, salvo qualche variazione, la mitologia grcc.n. Non sarebbe possibjle se.rivere un • Manua· le della religione HOlderlininna ». Per lui. gli dei erano ·piuttosto pol'enze di cui sen. tiva l'operare ma che restavano interamente inafferrabili .• Ess-i gli venivar.o incontro da lutt 11 la natura. Quanto vi è di grande nella vita umana aveva ~r lui origine divina: ma ignorava chi fossero quelle deità. Anti· eamente. presso i greci - così crede Ho!. derlin - esse -crano visibili e per!!onaliz– z.ate: e ritorr,eranoo certamente. Ma oggi sono lontane da noi e noi viviamo nel buio di \ma età lontana dagli dei, barbara 'Cd empia. Egli ambiva, con tutto l'ardore del suo cuore. di fondare mediante la sua poe– sia una nuova religione - ma r,on sapeva quale. La sua poicsia era intesa come una serie di laudi_ di inni agli dei - ma egli non conQ8Ceva quegli dei. Pur quando ado· rava come divinità l'etere, il mure, ,I sole, la l'ena, sapeva soltanto che queste entità lo toccavano - r.ell'ambito del sentimento della natura - con un tremito profonda. mer.tc vissutc,1, ma impreciso. E{i era un Pl'ofeta senza dio. un sacerdote senza lem· pio. Di ciò soffrì indicibilmente e questa contraddizione lo lacerava oon forza. ere· sccr,te. mentre si avvicinava alla follia. L'in· tera opera di Holdcrlin è pervasa dal com– movente dolore di non poter da.re un nome alle su'C divinità. di non conoscerle neppure, di 'Saperle soltanto pre9entirc. nella ehrictà dei so~i. lii L'operare degli dei ,..,t:Jla natura riempiva di commozione il poeta., cd ea-li venerava quell'operare con tutta la purena dcJ suo pio cuore: nè potè sfuggire alla norma gc· nerale per cui ogni profonda religiosità co– noK:c ·il dio anche sotto un aspetto tcTribile. distruttore. e guarda ad esso con occhi ti- ::r::~~:~·si e~:,~~ tr:~r:u~~;ncccps~ cologica codificata ne) dogma dcll'inf~ e d'Cl purgatorio. Cosi nella natura di HOlderlin regn;:i nn· che u~o Spirito deW1nquietud.ino; che dilania le d!l'à come agnelli e già precipitò rallo 'Olimpo e :,' agita nei monti o innal::.a /iomme, sradica le /areale e :,corre :,utl' oceano e sper::.a le nat:i. (Gli o,;) le quercie inghiotte e le roocc (Dormfoano i popoli) Nel corso del suo ~viluppo, Holderlin si persuade sempre più che le sue deità sca. tenano talvolta cn'Crgic distruggitrici e cau· sano evcnri eotastrofici. Perchè > Egli lo Ìgno. rava al pari di Cceù Cristo che noT, sapeva oerchè il suo Dio·. pur onnipotente e per fetta 't: pietoso. funesti l'umanità con guer– l'amore per Oiorima quasi lo ahbrucia, an:– che }'C divinità di Holdcrlin prendono un .aspetto i,empre più minaccioso e tcrrifican. te. NeJ 1802. egli si trattenne a Bordeaux per qualche m<eac e scrisse !>Oi queste p.a· role del sole meridionale: L'elemento potcn'. le, il fuoco del cielo .•. mi ovcva a6erroto e commouo e posao ben dire di me ste»o che Apollinc mi ovetla colpilo come si narra dc gTi eroi. Quanto più si avvicina alla follia e tonto più la natura assume per lui un aspetto minaccioso, ~straneo. Quanto lo cir– c:or,dava. di~l'ava terrificante: a)lche la te;,.a sulla quale posava i piedi - prodromo questo della BChizofrcnia Spesso sentiva la vici.nanZa degli dei com'c fulmine o fuoco eh-e attraversassero il suo corpo, causando– gli dolori atroci. Egli non Tavvisava più in sè stesso soltanto il sacerdote ma anche la vittima. Ciò gli suggeriva una strana con cczione della sua attività poetica. Vedeva ir,torno a sè uomini 'Sdivinizzati e si era quindi posto il compilo di conscrvat"C neJle sue opere la memoria di mondi superiori: anzi, e meglio, sentiva che gli stessi dei ilo avevano investito di qu~I compito. Per obbedire aHa sua missione, dovette soffrire atrocemente:, e paragonò apertamenl-e. que– sto suo sacrificio col sacrificio di Cristo, aorto pure quale mediatore fra Dio e gli .1omini. In un ir.llo poderoso. na.ITa ciò che gli dei dicono a1 po'Cta fra lampi e tem• peste. Ciò va naturalmente inteso in senso figurato: ma il poeta trasforma in poesia la tremenda rivelazione di cui è staio par– tecipe ed offre lo sua poesia all'umanità. Qu~ta accoglie la novella degli dei attra verso il car,to del poeta e quindi ecnza dover sopportare le sofferenze di questi : re. contagi e malattie, Noi convinti che questi clementi deler· ... E quindi i figli delta lerra beciono .sen::.a minan°ti di una • Weltanschauung• o di una rcac oualaiasi abbiano il lnro fondam-ento n'Clranimo umano ci chiediamo come e!'a giunto Hold~rlin ~ credere in un di.strullore • spirito dell'inquietudir,e ». a cl"l"dcre nel Caos e nelle potenze dc.ali 11bis.si . ~ dnman. da contiene in sè la rispostA. Quel 1 e polcn· re si trovavano in lui !1-[ea.,o, il Juoco celcsle ... [timore Ma spelta a noi. o poeti, st.are fra turbini scoperto il capo, e cogliere con le noslre mani i rai del Padre [ditlini; e o//rirc al popolo i1 dono ccleslc ralloollo nelle pieg/1f!J del canto: chè. .re abbiamo puro il cuore quali fanci.ulli e mani :,en:t"a pcccofo il d1iaro raggio del Padre non ci con'auma: scos.&onell'inno, sofjrendo i dolori d'un dio pur fermo rimane e aaldo il noslro cuor~ [elerno (Come nei giorni di festa ... ) Ncll'• Jperionc ,. mcnlTe de9Crivc j.,. se!. vaggia. ouasi , furiosa i uhriacatura t1•cntu siiumo che lo prese ouando imparò le ac• sta d'egli eroi i:rrcci. dice così: • Chi riesce a sopport.i-.,re ciò) 111 Chi non è sconvolto. come me. dalla lerri/icanle magnificenza del· l'antichità così come l"uras:rano 8<'onvcl~e i hoschi {l'iovaniL. La grandezza dl"l'1li an– tichi mi oieltl) il capo come una 1eml)'eflta. Tutta la vita di HOlderl1n fu una tra– distms,oe i fiori rlelle m.i"" firuance ~ soesso gedia. Gra:tic ad alcune borse di studio mc ne giacevo. lont;i1no dni:rli t.cc.hi urna,.;, terminò gli studi di teologia protcstant~. M~ lag'T1mando di mille lagrim'C, come un abe- non seguì quella carric.ra , perchè si sentiva """ cadu·o. riverso su un ru9Ccllo. la corona estnmco ai dogmi della Chiesa e avrebbe dr.J fogliame nascosta Fra j flutti ». Sempre subito come una schiavitù la professione culi parla della fiamm.t che consuma il sun di pastore. Sognava la gloria, 1:ognnva gran• interno: e del suo amore per Diotima disse di gesta. Ma come poeta rimase prar\c.a– unn voln.: • Spe590 mc ne torroavo dal ho- mente sconosciuto: nè Goethe nè Schillc::r 3Ct" di Oiotima rome un vir:dtorc ubriaco, lo aiutarono. Egli avrebbe voluto destnrc soeS:90 dovc,•o allontanarmi ra!)id,.m.ente dn tutto il suo !)Opolo ad una nuova vita reli lèi oer nor, Tivelarle i m.iei cersicri: chè giosa: ma ,aj trovò. secondo la propria esp,e'!I. lo. gioia i"nfuriava In m·c... Cercavo allorn sionc .• di f~onte a barbari insensibili. pro· i monti più alti e 1"11riache vi i,oira "" come fondamente incapaci di oualsiasi sentimèn. l"nquila c:,.1isi ,.sono guariti i vnn~i sangui• to divino, corrotti fino aile midolln, olluai no 1 er,ti. il mio spirito s"innalzava sotto il e scnu. armonia. come i cocci di un va 80 cielo 'C si ster,deva sul mondo visibile com,- but~tO via». Dove11e rinunziare a Diotima !te esso gli app,artenesse tutto. Mirabile cosa I 'C, siccome era un uomo tutt'altro che • fa· S_entivo come _se I-e cose dell.'.1 t~rm si pu• cile,. fu costretto a lasciare l'uno dopo nfi_casacro ,e s1 fondc!l3Cm n":1 m10,fuoco. a I l'ahTO i suoi posti di precettore Nel suo g_msa dcli oro e .-:ome se. ~hventa~ero, in· intemo_ era disperalo e dilaniat~: data la Sreme ~ mc atCMO .. ~oilJCdiv1nc, Co,u ~mul sua sensibilità, la min.im.a delusione diven- ~~i~:i~:o ': :e.te ~ 1 ~ 1 6J 1\$~;:e d~: 1 se~- tnva per lui un mo~i~io. Parag_onava ,aè sibilità. tnJslic.a di HOldcTlin. Egli stesso ;. st~ ad una fiera CllCCl~ta e ferita che 81 la natura intera si fondono in una unia trascina. ~tlo un sole spietato, per un mor• fiamma di natura divina. La con• um.az. -ione lo clcscrto Spesso lo spaventava persino dcll"io nel fuoco di Dio è una ~elle me il ri.so d 0 W1. bimbo. Alla fir.e. iui, che tafore più fr~uenti di ogni mistici$11\0, avrebbe voluto e'SSero i.} poeta-profeta d1 Co~ì come la bellena dell'ar.tichità as• un.a nuova religione, non !)<>leva n-eppure sume una • 9P(lventosa magnificenza » e provvedere a sè steS80 e impazzì di sè e i 1 1 I ·1 _. della sua fede. Nel 1806, t1-II" età di 36 anni precipitò neUa follia. Visac altri 37 anni, finchè la morte nor. venne a liberarlo. (Tesfo e cila::.ioni poelichc tradotti da Paolo Sqnlarcangelr) BELFAGOR Rauc111• di aria am 11i1l direitn da LUIGI RUSSO Sommario del N. 6, A. J1 (15 nov. 1947) SAGGI E STUVI, A. RUSSI, L'Arle o le arti - E. SE.STAN, Cattaneo gio- ::;i (Il). L. RUSSO, Fr011co Sad. RITRA I TI C:RfflLI DI cvN·1 l:.Ml'V• l<ANEI, E. SONORA, A. Th baudol. MISCELLANEA E VA/llETA', L. RUS SO: Viaggio in Polonia - S. KOZMA. RYN, / nuovi princ&ptJ cosiituxonal1 della Polonia - G. DEVOl O, La nuoua Polonia - G. FIOCCO, L;c-re– dità artistica della Polonia - C. MA VER, Una enciclopedia p,o,laicça e una nuoQa tradu=ionc di Vante. NOFERI::U..E E SCHEl<MAGUE, P. CALAMANOOE.l, Il Con.i!!f10 Su· pcr:Ore e le nomin~ per •• chDra /a– ma••· - L. RUSSO, Politica e culhJ. ra - E. RAGIONIERI, A11~elli nuoui dello ~ol1icisrr..o -,- S. MARtOm, Compoar'::ione lptlna ai concorsi - C, F. RUSSO, Un'Uniuersilà interna. ::ionale a Salisburgo - A, MOMI· CLIANO e F. BERNINI. Lcl!er" per Salimbene. LJBRI RlCE VUT/. Un fnsc. di 140 pp. in ti-O gr.: L. 140 BELF AGOR esce bim<estrnlmenLc dal 15 genn. 1946 in fascicoli di 120-140 pagine. Abbonamento annuo per il "fl}48 (6 fMCl· coli di o'rca 800 pagg.): L. L300 Se oa. gaio entro il 31 dicembre 1947: L. 950, Dire.rione e Redazione: Viale S. Lava– gnini (già Ma·rgherita) n. 44 F1renz: Amministrazione: Viale dei Mille <JO Firenze. · YALLECCHI EDITORE -: FIRENZE olivetti STUDIO
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