Fiera Letteraria - Anno II - n. 30 - 24 luglio 1947

FURTO JLm:::n~:ra~:; ad~Ì1~:lba1neca;cc~i:t:~ due colpi leggeri alla porta che dava sul vi· colo del\e Cesc. A11d.nu .o.dapri,g 1 i una del· le 1erve, la più vecchia, quella che 1i al· zava alle prime luci del giorno. Entrava da quella parie per non S\'egliare i padroni che dorminmo, fino ,a t;,rdi, ne 1 1'alt,a parte della caso. Quando ,:prendeva il lavoro, di pom~· iigw;io. ulllva in\tce l'ingre11,<>nobile che da· \'lii sulla pinza perchè il giovane appart~· neva • famig'ia domeJtica di cau Carama· n'co: suo padre era ftalo tenuto a battesimo dal vecchio don Ferdinando e lui 1\esso ave– va nuto battesimo e cresima dalle mnni del· 1 a figlia di costui, Da Ire genernioni i M:lone muratori rat· loppavano e.aga Caramanico e, da due. ,ice· vevano bat1c1imo e c.re1ima dalle mani di quei ,ignori. I•IEB ,\ L~'l'1'EIUHIA E FUGA Racconto di I La donno. era. attratta irrcs'wib1lm!:nlc ne: la stnnza do,e 11 muratore lavorava; le 1uc Francesco ]ovine :::i~: ;~:i~o~uanst:;::~i : 1 J11 ::e;~i;~io~i. no: R'k allegramente e 111,itò anche l'ah,o a ridete, Ma il giovane a,cva il riso 1 ento come le le vibrazioni dell'allegria f01SC10sepolte nel suo gran cGrpo e stentassero a trovnrc la via per fo.rgli trcrn.ire la bocca e ;l'uminargli 11liocchi. , Alberto diue l~ntamcnte: - Così la 11· gnorina Albetiina noti si maritn~ L, vecchia fece un gesto vago tra la spreuante e il desolato. con t•ntrambe le mani: poi -aseiunse: Si mari111?cì voglio• no N)'di. molti soldi; lul!a la ~mie ,a che don Ferdinando ha molti so'di: ma quando ,i_ >tccorgono che ne vuol dare 1ioc.hi, quasi mente: buonn nolle. <lo·ina Albertinn. - Il muratoie r'petè con la sua 11,in :in po' :ao~;t~ld~e ~i::1;: ;:::,~. ~nna Albertina: Poi dine: Ma non lo stinno do,e il vcc· chio nasconde i toldi > Lo sanno; tuti 1 o sappiamo. M.'.l chi li tocca} - la ,·ecchia 1i chinò al/'orec.chio di Albe,to che aveva rip1e1c> ,I lavoro e m:irrnorò: - Qualche C0'3, di tnnto in tanlo, l'av- I avvocato Caranumco, .. li com~:i.icava di i ~,:!:~•:r:n:~htn~: dt~~::ti:~ii'.'°;uad:c~: mall111a al ~urato~e, po, agli am1c1;_ In sera \cdcva avvinta verso la vecchia o.I.,,dcJla cCi· ne par(a,-a In mouo vago col p:id,c, 1\ quale sa. _ And:itc vele bisogno ò 1 ,vagarvi - lo -.iscoltav~ e g!i diceva. fissandolo fredcb f.d infatti ck),~11{1 Albcrtinn oveva hi~gno mellte 1~egli oCfh 1 : . . di svagarsi. La sua giomata era veu1mente . ~•amo d accordo, tu, domn111, incomur \'10la di interesse e di lavoro. La picoola Cli· Cl a, difendere le cawe. tà dove i Carnmanico , ivevano, non aveva 10 ~n::;:; 10 e'\\'òd::~!~ Slnn 7 a dove Albe, altre fnmiglie, dcli?. stesso rango:. nè 1 d"nhra Buon ~i:..n! Alberi~ dell'Albertineide, - pao.·te. dn;n -~ava ,m.ia ~cl ve~~~- a ;j1:; E rise con un rito sch10:ca'1te, infantile, :;:i. era ac men e ape, a a co, v1 I e a :1É·~:a;:' ..d,lo ·:d~p:::~:"·~: t : :~~::2:~~:0J~1 · :;·,1 rI~:·~;:~~i Continuò: Lavori poco, uomo, Eseirii di casa Cnrnmanico. e in quelle dcl 1 e innu· gli ordini dc 1 padre, uomo. e non ; miei. mcrcvoli mezzane di amore, della sua carna· - Si avvicinò semp,e ridendo al giovane e, gione di latte. della atmonia celeste c!ella all'improvvLso, gli diede un pizzico fccoce l\lla voce. de~a guizia delle ue movente sulle braccia nude. Il mu,atore 1!rin5e i denti nella do.nza. per il dolore e ii alzò di se.allo. Ma col passare degli anni, tutti i preten· L'avvocato fece un babo indielfo proten· denti condotti a casa dopo lunghe lrattntive. dcndo 1 a s~a canna da P,"11cgg10. Dine: e maneggi, 1i dilegunano ad uno ad uno, - In guardia, :iomo E. postesi in allcg· quando s.i rendevano conio che il vecchio giamcnto di due'lante,. v1~1ò l'arma ~ue ? I non aveva, _PCT i.I momet_1to,nessuna intcn1io Ire ,ohe. al vento. Poi 11se ancor~. d1ve1t1 ne di far ncco 11 p10pr10 genero. 3 schiuse le sotti 1 e ,e1tagJia che velav11 appç· na l'eno1me 1cno. Il mu,atqre 111tra1to dn quc 1 sospiro la gunrdò e si acco,se che la donna era nuda. Quondo lei gli fece cenno d'invi-' to con la mano languidamente prolcu, si nv– vicinò con il pano legato e la go'a ri111sa. Prese, nella sua, 111 mano morbida che l'in· \itavn ed entrò, ubriaco, nell'atmosfera di carne profumAta che veni, a dnl divano inondato dJ sole. Fuggirono ura mallrna çoco p,·ma de 1 l'al· ba. La notte precedenle Alber:o avcvn vuo· lato, con la debita J>rudenza, la caunfo~te di casa Guatn.111Ìco Pe,co 1ero i I iottoli che digradavaoo ver,o 1 11. valle. nell'omb,a d'. \Jna noli:: unz, I 1r'I:. ma 1-e~a e sc.ì1111llanle di stel'e. Un'autcmobilc. guidatn du u,, co,oscente di Alberto. doveva allenderli al'a Fontana dei S'gnori. ,ulln rotabile che porlnva a T. Don– nn A 1 bertina segui,a il çuso pesante e si· curo del muratore inciampiando e trnbal!M· do sugli sc.arpi11jdal lacco troppo alto. Qunlldo furono nell'interno dell 0 3:ltomobilc 1i nbbrancò alle ,pa 11c del tUo fielioc.c.io e incominc'ò a piangere a dllouo. Albe.rio p,ovau il solito imbarauo per– quelle sue grandi· mani c.he erano incapaci di Il g'o\'ane mm1to1e ,· c.hiamav.s Albe,to pcrc.hè la 1ua gio-..ane mndrina 11 chiamava A berlina: la ,ignorina Albe tina avcn ri· n~nciato a Satana per lui, l'aveva tenuto slret· IO nelle sue braccia d: adolescente e aveva detto: 11 non gli pi:icc il $llle 11 quando il prete avcvn messo sui labbrnzzi del bimbo il sale dc.'la sapicnla e aveva riso con un ri10 irrefrenabile fino ad aveine i grandi oc.· chi chiari e rotondi pie111di lacrime. ---------------------------------------, nvere un movimento carezzevole. Non la at.ringen pe,dlè temeva di farle mole, C non trovava pa,ole adatte per dipanare il IUO gro· v"':g 1 io di 1entimenti. Non gli riusciva d1 dire altro che: • Di tanto in tanlo la signo,·na Alberlina ricordava ad Alberto quel suo· riso e il pi~nto acu)o di lui bambino, mentre si facevo ba· cinre la mano g111's.aodoroaa di mugheno. Il giov,.ne murat01e l»ciava la m:mo ir: segno di ri1pelto anC.hc a <3on Ferdinando i' quale gli diceva con :.ma sorta di appren· J.1one malinconica: '· Va piar10 col, quei mattoni I ... E A 1 berlo andava piano con quei m.'ltto· ni. Gli ave,11110arfld11to il compito di ripa– rare il pavimento di alcune ,tanze nell'ala acs1111de'la ~sa di$abitata da mohi anni e ie:he dove,'tl diver1tare appart.a.men!0 privato del"avvocato Michele. che ave,.i, vaghi pro· &citi di matrimonio e di v:1.:1 indipendente. Alberto rasgiunge,-a le 1tanze da riparare e spalancava le finestre che davano 1ull'ape1· la cnmJ:,agna. Eu di majgio e il sole mow lava vÌgorolO e l'cloce nel cielo sc,cno. A quel 1 'ora i contadini erano già tulli 1paui nei campi e c'era intorno alla casa che si ereeva decrepita ed orgogliol.l fra un cumJlo di tuguri grig', un dolce silenzio. Alberto staccava i mattoni rotti che avevano per· duto. col tempo, la loro anlica nderenu con 1'im1>innti10 e 1pargeva il fondo di calcina: poi ornava d1 un orlo bianco come lalle raJ)" prc10 il mnHone nuovo e lo colloca,'tl lell' lamenle battendovi 1u leggeri col1)i d. m.,1· 1el!o. Lavorava lc11to, .:1ppcn:t fleucndo i 1 busto mutc0loso: pare\"a che penasse a trattenere, 111q:lella lieve fntic.a, il \igore del suo gran -Poesie per ( A Cristia11, 11 Elio Chinol) E li c1111s1wic,ri 11111·.do 1111//a, cvmc 1J11t1 ~1 it(z che. circola entro Jìhre tr11.tpr1rt't1li, come i rifle.ts ; di 1111 q1sso .rnll',1c1111(t, come '/Il per1Jcrsi dei 7•ettli s-opru il -;•uot 0 dei luj[hi. .lllun,, sÙlllù j•at.rhi 1 suo11i dt1!,'1.i 11/,'issi per" le tu<? 0 ure ge,wrost'. 1• gr11tilr come le rose, fatuv nme i petuli c111lc11ti, i111w111,,mlo cli tulio e. t'11ii, per 11it!11l1•, tfi.flrulto. 2 F11lto di 1m'smgu.fci11 •ott,lr, ,:l1iusC1 11df'a,1u1rr:=::;u ,lr ,w pe11sos 0 gix1rnte, /~fio, "*""' ii1i•r111c.. corpo, Il murnto1e aveva la mascel 1 n ouula. osco1Lt1 1 s11oni bocca larga e magra e 111fronte breve e.o ,Jelfe uiti1i1e troml>e lntnrPIO, tultv è ·,.,,'k, tutto l\ distante: ronala di cnpelli violenti e irrnti. e parti due giovani amici di ANTOJ."jIOBAROLINI :li,·.\'/· chiw.la p(·r s;:,111p,~: fos,q- Ji11ilt1 fo t1i:.tc om tfc/ verme . ,11l/u sii pc i11'.l1.'r1111/C': a-:·cs i ubbw1do11n/o 1I guscio, per strlscùrrc di lii da/ ciglio ~•"'de. Il ri:.o ,, li si,1ghiocco li sn11,to110 lo ali im•isib,11; e 1.·11r,,i 1tli ocelli P s<.·urgQ i J.e11I{hic111cl1i affilali tfol '-'Cll/u, j/,tccoftl) supra l'orlo ,lcf mure, il (1,•110 d, """ C.,mcl t'i11lcM ic" i polt110~1i e ••clu il rfrln intc,uo. () ,:io;•i11cttu )rnro. 11sc'11/1(1 i ~,umi d,·Jlc ultime trombe l.11J!giù, lr ~•,mc ufli dl'/lc sir1·t1c: IJlli, i fal1iri11ti t'lcmi, il fiero 1111111.·. l11cl1c lr st11:11ec1ulo11,, 1lai plinti. lo ,gwirdo all11campagna e pa.,evn ascoh.9ue ( omc 'l' ti grHl('flO poi il sule ti tradirtl Mentre lavo,ava ,,olgeva d1 lanto in 11111!0 I S11tilii l,ì dt1I ///lire, t' ,,,, : 1 vaghi rumou del''ahra parte dclln caSD. ep fl'l'i'Ur ,lu'o lo ffllltn 11 1111 i,;l'io tu{ ,foro "1/[_![ln. :: 11 ,e~~~a1m~:1c~~:•'•,,~u:u~i1~•l:c,:~: 11 :::e '---------------------------------------- te eh pa,c,11 cctto che l pÌcco\ 1 nvven1 ,oc.aio e In s1gr"10rin~prendo· o: non è ,obn tiHimn, e s1 allontanò. Il muratore ,coue lo Occone n11gnmge1eche, con 'lii ann: 1t menti quotidiani ,i n,ebbc,o ver'hcati. loro, forse} L"avvocnlo 11 In i ve1hti e la tuta e ripreae II la\'ouuc: parevo. che anche gra1iette <!i donna Albertinn., e. 111n 0 ri~ate Quando il so 1e lo raggi:.msc, Alberto altò 1ignorìna compre 1 e acque di odore. Si lava, il 8IOC0 delravvoc.alo Caram1nico. ripetuto intatte in un cmpo che matJrM·a rapidamen il capo e ■ttct,e che qualche cosa sii giun• si lava e 1i ve1te bene. Ma a che serve se da mo'h giorni e che non lo diverti,11 più, te e s: gonfiava di line_ue succu'ente come geue dall'.aria. Dopo qUt1lche JSl■nte. 'nfat· non esce mai} lo l'aiuto a lavau1. E' bin uentraue 11d numero dei •uoi c.omp'ti quo· un fico 1eUcmbrmo. Cli uh1mi candidati alla li, udì la campanella di una chiean chiamare ca, biancn. perchè non esce m11. tidiani. •ua_ mano. diventati vin v'n 1emprc più ma· i fedeli alb seconda mcu.a. Il mu1111orc ,or La vecchia parlava ..bba11ando 1cmp-re p,ù Poc.h: minuti dopo comparve anche la 1ua lun, tro,c1v,ino lcggerln<':nte ridicole le iuc ri1e all'ui.J auuna che g 1, manda,a lo squil- la ,occ, con una so,tn di allnrmc pcccam' modrir.11. F'J anr.un :r.iala da un ncut') odo,e mouette, i suoi ~ghegg,, la s:la andatUH'l lo e al iole che ave,11 segnala l'ora dcl'o noso e le brilla,"Bno g 1 ()""..eh,e sl11nge,•3 le di mughetto e da una canzoncina d'amore, saltellante e b',ichina co11 quel gran~e 1, 11, squ'llo. l3bbra ne 1 le pau1e come an•ue voluto r3tte· in voga di.xi l\nn, pnma, canlata con \OCe boccare d1 anche e d, scr'IO. Il giovane mu- Dopo qualche i11ante :mivò Mari:wmccn· nere pen1i,m e parole che. in scereto, le ho· tenue e belante. rntore ne e:a invece mcantato, I.li, 111,cc.chia J<!rV.a, che sii apriva 1 n porta 1iva110libeu1mente nel cervello. Donna Albertina c,n una donna d; media .Quella voc~a, quel parlottare ?ucrilmentc al mn11i110.E.nhò con un fare circ.o.pctto co Q:iando Ma,•Mincenl.11 se ne fu andata. srntum, pallida e grassa. di ICTlO ed .anche ,mbroncialo e tenero, quella m'llurt di ini,o me se steue per compiere un'az.ionC p101b'ta. il muratore. penlÒ alla sua mad,ina che •• 1ibocca111i. Avcvn il ,iso minuto e grandi c~nza e di laacivia gli facenoo lrC'lUre l'c, Avevn una nuno nu::01ta s:,'•o il g1cmb111'e p,ofumava e non trovava marito. Nella 1ua melen,'. occhi. n1ma. che ai •.,ti a,-eva due b1oc.col1 d1 vaoore. Pare• mente pai.ò. per qoolche istante, r,mmagi La 1ua andatura era aggnziata e leziosa Nè da qualche g·orn;,. anche se eg•i avu va che sul vecchio g,cmbo c1 loue unn 1c;,.reta ne di quelli\ quotidiana prep1u111.ionealle come quella delle educande: 11 move,-a a se voluto ,coccinre dalln mente, le compia· fonte di calore. Semp,e gun,~audosi 'ntomo llOZZt', con del'e rapide immagini c11rnali. E. passettini e~itanl1 e 1te<:chi1i m.1 le anche e cenr.e della •ua ìmfnnginazione, nviebbc p<,· si aV\icinò al g,o,•ane muratore e gli offrì sentì come un'accen11one imp1ov\\1a nel a,!ln· 11 seno nvevano il moto pcw1le de'la carne Iulo farlo. Donna Albertina ,i recava molto un3 cuccuma piena di uffè e !111.J [!rande guc: i ,ao· mD\1mcn11 divennero più rapidi, adulta. spc1,10 da lu, e discoueva e ,;deva con il fe11a d, pane. più e..:tltamcntc coo1dinall: e vin , ia quC!to Albertir.a entrò, 11 m:natore •• alr.ò in pie- 1 uo figlioccto, ora m.,ternn, Ofa p!0\OCtllllC. Mo. 11 gia, hglro -- gli diue: e poi ,i molo fini per ripor1nr 1 o alla quiete e 1 pen· d, e ccrse 3 baciarle devotamen•e In man~. A ,otie piangeva e.erte •ue iliuo&c lagrimuc- mi,.- 11 izuardo.rlo con le m1ini alt& cintola. ,lcri torntuono a fnrsi blnndi, ordinnti e 3 Lei 1 asciò qualche attimo la ma manina pttr ce che mellcva,'IO in orgumo il povero Al· Alberto ineoiav 3 con voracità do,-uc11.non fluire uno accanto a 1 /'nhro. senza rappo,to fumala nc 1 la grande ma.no a 1l)lltola del mu- herto che si guardava le ginndi mani a &pa· tato all'appetito quanto alla fretta. Poteva ne<:euano. ratore: poi la ritraue e gliela batte su'la tola come 11veuc ,011.110 con1ide,arne la ,mi· c.:tp'.tare da un momento a 11'alt,o il ,·cc.chio M.a Alberto saJ)"!va che sarebbe.o au)vt"le guanc'a con birichina. materna lcncreua. s~ala roaeua, inadatta a c.omolare la sua don Ferdinando e acc,org~:-si di quelra»i· altre v11itc. Pare\'8 che in caia Ca,amanico, Il muratore ho1e di a,e, paura e lei rise madrina. Un giorno la donna, alla controra, ~lenza mattutina che non entrava nei patti. b col'ocazione d1 qu~· mattoni sui ve:cltt p,1· forte. 3 scoppi, a gor.ghe~, e pre,e a dire mentre t:llli l'lella casa dormivano. condune - Stai meglio. ade110} - disse In ve<:· vimenti interelll!sse lutta 111 famiglia, tra i singulti del riso che le faceva aobbal·.ure I~ giovane .in una specie di siudiolo che eia chia quando si accorse che Al berlo ave, a li giovane mu,atore r'IOncapiva le rag oni il seno: accanto alla stanzetta dove lei era abituata finito. Sei grande e g_ro1soe dcvi man· vere di que' moto di con\erw;enza ,er10 l"ala - T:l hai paura di me; pcrchè 10110 la tua a fare le 1uc 1ie1te estÌl'e. In questo 1 1udio· giare. E la gul1dnva con un., tencreua della casa nella qua 1 e bi lavorava.. Gli ca· madrina e tì pouo anche batttre: faccio cosi lo c'erano vecchi mobili ,sanghe,ati, degli mate"n• un ro· 1gomen1n. ~ago,nando ~ pitMa di pensare che lutti gli voleuero bene e ll bano. - antichi bauli con le borchie di ferro che p,tl" SIC!sa. piccola, minuta e rin1ccchi1a con la ptrch~ era uno dei Milone. gtnle dom21tica E prese, pe, gioco, a tempe•tate di .chiaf• rcvano abbandon111i e vuoti. mole ,ig<>rosa del corpo giovane del muratore di ca,a Caramanico. e che tutt, trovns ,e.ro fetti 1ehioccanti il ,iso aspro del giovane. Donna Albc1tlna indicò al mwalOrc uno che ,·eta mesto accanto alla hnestr11 l"G era piace:e n. schertare con lui per pauare il Aggiun1e ridendo: - Se voglio ti prendo di q.ici bauli, più piccolo dev 1i ahri, e gli grand_e e fiorente nella lllCe ch1ara d 1 lempo e per dimOllrarg 1 i la loro benevolenza. anche m braccio come quando cri piccolo, disse: - Sai che c'è là dentro} Ci sono maii 10• Que'la mattina il vecchio non si fece ve- E fece l'ano, lei che era una debo'e e.arte importanti. I documenti di tutti j crediti Allora alla vecchia parve di udire un ru dcre; arri,ò invece verso le undici. l'avvo· donna, più b:ma di lu, di almeno due palmi, della famiglia. E qui lo '8i che c'è) - con· more, ~ volse per un .attimo inquie1a ve,M> calo Michele che, p,ima di uscire per an· di cingerlo alla vila. 1inuò indicandogli una rozza eal.lllforte in· la porta. nascose nella tua interna della dare in pllzz.a a 1hi1,31ela polla e a diSCOf'- Il murato,e sentì il profumo di mughetto chiavardata, inhna in una parete. - Qui e.i gònna 1 a cxcuma e di11e: - rvle ne vado. rere con i suoi amici. vole\'a vedere come che l'avvolge,-a come una fumati! alcoolica. sono tutti I den11ridi don Fi:rdinando e i no- Ma il IUfflOfe si c,1in1e e Mariavincenu procedevano i lau)ri di riattamento della sua - Non elicla fai - disse - Ti prendo 11r; gioielli. rimase. fut:ua dimori,. io, invece. guarda I Dopo una pausa, aggiun&e: la \'CCch1a fino al 1 ora, era ve-iuta infor L'av,oca10 aveva qtlllranta anm e aveva E con una uso 1 uzione improvnt.a 11 ,vin· Tu &aresticapace di aprirla} mando Albcrlo 1ulle faccende della cala che, deciso. da quindici anni, di prendere mo· colò: Imprigionò la donna nelle IUC braccia 11 muralore 1i avvicinò al muro. tentò 1a del resto, e1aoo oota a lutti con un chiac· glie. oppwe di partire per la c.iuà, oppure nerborute. la sollevò e Prese a dondolarla ,p,anghetla di chiu,ura e poi soniae sornio– chiericcio scoppiettante. minuto, allusivo. fur-- di far v:11 separata da 1 vecchlo padre, rit1· tchierzosamente, Si avvicinò al 1 a finestra con ne: - Con uno tc.alpello, culo che 1i può: be-co, Riprese: randosi ncll'allfa par:c della cua. Voleva JJ suo carico e feco l"al,to d1 gettar'o nel è facile. - Tutt'e d~ vogliono i soldi del pa· mctleui a difcnde1e delle cause. euadagnlre ,uoto, Albe,tina_ faceva ISioiosi. stulleui di La donna lo guardava con :.in sorriso in· drone. Ma lui 13j come dice: I po'li si spe1r moho denaro nere dei servi suoi. costrin- paura ~ gli vellicav.a e gli· graffiava il co'lo qu,eto e ambiguo; poi 11lnmprovviso 1i 11da· nano dopo mo,1i. E quel'o campa cent'an· gere 100 p11dre a dargli 1 a par1e del patri· e· gli metteva 1 e dita a pettine tra i 1-apclli 11iò 1u un divano che eta in un angolo e ni. - mcnio che gli spettava. Tutti i 1uoi progelli. duri. inarcò le reni con un ,otpÌto. Nel moto 1i - E po,. che si combina, poi? Perchè? A che se1ve} A niente 1erve. - L"uomo che era a~ \Olanle ,i vohava di tanto in tanlo, sorrideva furbescamente e fa· ce,11 con la m11no :m gello pc, dire al suo amico che poi le sarebbero pau.ate, che 1nn~ IO tutte le donne, 1i 111,pinngono se11ln rn· gione• Via via che si procedeva donr1a Albertina ,,i fece sempre più inquieta: una volta diuc hn11nche che vo'e,'tl tornare indietro: e, docil• mente. Alberto 1 'avrebbe accontentalm e a· vrcbbe doto ordine nl conducente di inverlitc In rotta. Ma poi la donn.:1 c11mbiò parere e pc, qualche m:nulo tacque: si do,eva easère addormc11tal11,ulla sua •palla pcrchè ne ·5en•· tiva più lento e pesante il re1piro. Sì dc~ò nl:'a'bn e accolte le pnme luci, lreminti del giorno con u11 1(.m1so: i ,:io~ grnridi oc.chi bo~ini ,i illumina,ono: •i libe~ dal groviglio d.i panni che si eta stretti al seno per 11 f es:o notturno e volle aprire' il fine1trina. • · I Cunrdarn · loori cd nn1111irnv11, via vin c.Ìie, i~ sole montava, il rieoglio delle eibe e lo ,p/endore dei papaveri tu. margini deUa sl1ada: e le piacevn il suono dei campani che di tanto in lanto, ,i udiva ndla fragile arin. 1 Qu~ndo fmono II unn l\'Olta che aveva una fontan11 /\ lato, chi:l1a tra erbe sp:oventi, co· ronnla da un ciuffo di giovanisiime querce, con due lroogoli in legno coperto di verde mu1ehio, e tutto intorno vide I fiori se:,-.1ici e knti t odore del fieno, volle scendere. Si inerp:cò fnrico.. ,meute 1ulln 1>1od11 e rap;giun ' IO il &Ommodel rilievo, ,,prci_: la SU-3 and11·• tura lez'.o~ e dnnunte e •i diede a cogliere fiori volgendo il dso ,idente ai du~ aomtni pc! dar prova di quella sun improvvi,a gaiezza. Anche i due giouni ernr'IOsce1i. Il condu· ccnte era un ragano 1ui venli anni, picc.o 1 o di statura, di viso asciulto e Y<>lpigno con oc.· chietci pcrfid'. Quando donna Albcttina scompn,v~ per qualche nttimo dietro il fitto ce1pu11li1,1 ~ella fonte, il conducente •i 11\Yicinòad A 1 berto ,:. gli fece un gesto puntandol4 l'indice 1ulla tempia, per dire c.he 1a donna gli sembrava del lutto m111ta, Poi 1i alzò ,ulla punta dei piedi e gli mor morò, stri'Ll.nndo mnlign11mente le labbra <1ualchr C.0\8 1111'0,ecch'o ' Luciarla qui, sola)· d111eA'bcrto - e noi via col denaro? Pawa qW'llcuno e dopo due ore ci pescano. lo vado con lei, capisci. Quando snremo in Francia ci 1po,iamo, lo ho tulle le ca,te: ci ha pen,ato mio padre: mio pad,e ha pen1M1to a tutto. - L'alt,o lo guardò con un 1orri1<1Ira il ,or nione e il feroce: - A,-ete rubato tulli i soldi dei Carama nico, ho cnpito; cc l'hai tutti in quel'a va· ligia - di11e indicando l'·autet. Poi tacque; ,i vedeva che un pensiero cu po gli PUIMl\"a per la mente pcrc.hè aveva striuato 111bocca e COTJug11to le ciglia. S, voltò, con un balzo cnlrò nella macchina e con i,;c11ifu'minei ed ,avventati cercb di M– vÌare il motore. Alberto o>mpres,e, gli fu ad· do110. lo abbrancò ferocemente con le sue bra«.ia ne,borule e lo lraase giù dall'auCO' mobile. $ci traditore, figlio di cagna: ma M'l ,:1 riprOli ti strouo - e gli veniva torcendo crudelmente le br11c.cia. L"a 1 tro gemeva e andava ripetendo: - Ma .:he ti &ei mt:110 in tetta. Volevo ,o 1 o provare il motore. - No, ,elevi scappare, io lo ao; r>iantar• ci qui, volhi, figlio di cagnn. Albe,10 ,1llcntò la stretta, poi prese dtll'in· tetno ddla mac.china, 1a valigjna con il dc nuo e j gioielli e diue minaccioso: - Quando torna lei pnrliamo: e non (are acheni. L"ahro bofonc!uò che lui non polcva più Ila.re ai palli, perchè la mac.china ..,,eva un gua~o, che le loro 1porche faccende, ~ le sbriga11ero da soli, che lui vo 1 ev11 t<>rna(e in· d'.eiro e che li avrebbe lasciati alla prima stazione fcuoviaria.

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