Fiera Letteraria - Anno II - n. 29 - 17 luglio 1947
Discorso sulla Triennale Coli' andar del tempo va perduta, talvolto. per alc:llle parole, rorigine prima de· Imo significoto. così d1,1, trasformare in enti• .tà a K: stanL - vocobo 1 i d'un linguaggio nuovo, avulso do o.:ni etimo e da ogni ne!,50 i;lottoloaioo - : un siffatto pr0ecuo di 11 per• sanificazione f! d'un termine ai è verif'crto per la Trienna 1 e. Oggi nc::.suno pensa alb. Triennale come i:.d un1 manifestai.'one q:ial– siaS: che si ripete ad inlcrva!lo fisro di tre .anni, ma come ,aÒ un''nd v dualità i ecnlon– dibilc, a una creotu·a co:npleuJ ch"ilbbia in sè la somma di s:t1,nificai vari ed indi– vis.ibili: p,3 1 azzo dJI' a1te al Pdco, ma:1ife– .sti mullicolori, congrcs:o d'arti·ian: e d"ar· -chitelli, esposiz:one del!e arti Oecora1ive e induù"a!i italia:1e ed in'.ern::.z:onoli. E. la Triennale vuo'e -app·w:o t"Uere tU11oquesto ad un tempo. centro di studi e lie a di pro– ,clotti. c1ogiuolo d'artig"ani e d'a1ùti, peda· na sperimentale d·archit...tti e di g -afic:. Qucst"anno poi la Triennale - d)po In lung11parentesi bellica di ben scUe a:1ni che '-a • separa dalla prec~ck-etc - è, in certo senso, nuova, e - meno matura fornc - ma p:ù u pura " che per il pauJ:o: que• st'anno la Trienralc è ri~orla, <amTanfaÀcios -d'una siglo s'.)Cci11le ti T8 ,,: ~gno f ,tidico e - vogliamo .sperare - non privo d'un magico polere p1op'z·ator·o. (Ci s.i cons~·1 .anri una breve d'.g,essiouc ma~ico·scmantic:i in proposito; ecco un 8 segno delta lemni• .scatl"' e dcl 1 :mr--nito, segno provvidenziale che forse sta ad indicare la continui.à e la .non peribilità di questa man=fest;u.'one. ne• compagm,to al T, a!la sigla de\ TAO. che - daP·Or:ente all'Egitto - è s'al'> sem re simulacro di potenza e di chi11.1ovcg1enu, indice qui d':ma chi:u·zza in'z'atica devo'u• t,a ai cultori delle arti app'.icatc). E invero a chi risalga il l.ugo via 1 e al::e,ato che con. duce al rosso palazzo dc:!' arte, la .sigla T8 is.:i3.lasu pa 1 i pub½l'c:tari e ,·petula S•J in• nume,: cartelli m·1lt'colori co, caratteri gra. ficamente perfetti è il saluto riù significa.ivo. Il prevaiere d'un ttavaglio sociale anzic'-lè di astratte specu 1 az'o.,i cs.t<tiche alla base della moderna arch'tettura è ar!lorne:,to d' -cui bisogna prender 01·0 piuttos:o che ll!n• tar di di1eu1e,lo o con rÀbauerlo. E' t·oppo In. S\Jll migl'.Ofe espressio.ie ncl 1 -a creazione i, QT8 u: è ques'.o un quartiere modello, destinato a sorgere -alla perift:ria della cinà. e di cui già sono incominciaL i lavori; quar• tiere che sarà u un'unità architeltonicantcnle armonica. economicamente eqWlib,ata ed urbanfa'icamenlc autonoma nei limiti di quel. la enlità numerica di popo/azibnc che è dc• finito datl'wbanistica modcma 11, Nel ralazzo del'-a T8 ,'. può intanto ammirare :m vasto Diorama del fuluro quartie,e allestito ciag\i arch. Pea. Giordani, Bianchetti e dal pino. t~ Nizzoli. Al QT8 fanoo ri&contro altre scz'.oni de• dicate -ai problemi più vita 1 i dcll 'architetturi attuale come c1uella dedicata all'indu3tria/i;• :az;'onc dcli' archi e/tuia (curnJ.a da Ches.sa. Gardel 1 a, Gentili, Magistretti, Rusconi.Cle• ,ici) che presenta diversi elementi di $lruttu• re portanti, prodou: industrialmente su misu. re modulnri e monlnti in cantiere e altri ele, rr.c11ti prefabbricali in cemento armato pc1 una più rapida coitr:iz:one, cl,e trovano poi un·eK;mpliricazione aua'. sug~cstiva nella fe– dele riprq1uz'.Or;e r.lell'apixbim~nto d\rn:i. cas.a Oel QT8, al\es!ito e aned.:.to dall'arch. Mu..-:chi. ,Sul 1ema •de!la 9t"e!abbiricaziohc, della ,ua imFQrtanZ.'\e delle ,ue 1 ac:ine, cie, l°indiz.'o d'un punto di crisi che oggi stinrr.o at:ravers:indo tra il preJomin:o del'a tecnica 1utìgianale o di quella ìndustria 1 e nella co• \lruz'one della casa, il dis.-:.orsosarebbe trop. po bngo e non ci permcncre!:lbe di seguire la nostra breve rnssegna. voglio tutlavia ac• cennare al fatto che - seppure la prefab. bricaz'one e 1a costr:izione in serie conciotla a.li 'eccesso può nuocere a u·111sana fantasia cre11t1'ce - non po"iamo d·abro canto ri• nunciare o"?gi. - specie ne 1 s:::ttore dell'ahi. tazionc minimn, dcll°abitazione·tipo - ll qucsla eno1me facilitazione che ci viene ot 1 ert.i dalla precoslit,:.izione, qunntorneno par. .i;iale, dei aini()li elementi eos.truttivi. Accenniamo ro!o d'. sfugg:ta ad altre SC• i'oni della Trie'nna 1 e che illustrano J'i,rchi• tcttura in rapporto ai problemi dell'abitazio– ne delle grandi masse attraverso 1·.n·amp:a mostra fotografica ed a quella dei materiali FlEltA tE'ITEHAUIA da cos!ru,.ionc. e invece - soffermandoci brevemente a JJTia piacevole u So3ta pubb:;. ci/aria" curnta daTa,ch. Carbon: e alla si- 1temaziwie del salone delle canfecenze il cui allestimento a»ai suggeslivo è opera degli a,ch. l..atis e Albricci - pass:amo a quel 1 o che dovrebbe e»ere il nucleo cruciale del• l'esposizione ossi;, quello dell'anedamento. I nos.tri architetti - ci sp'.ace di doverlo al. fermare - ha:ino peccato in q:ie&la sezione di ,caua inventiva, di fant11siapoco ape1ta, di &ehemat:zzal.ionc 1..-cccuivae ,-:esso anche di carenza di guslo: dei mo!>ili · esposti. la m.iggior parte non sono degni di rilievo altro che come gencr'co esempio d'uno sforzo di purezza e di precis:one. Gli unici che ci sono semb:ati provvisti di qualche pregio stru.tturale c d"unn r·cerca di ·Jna nuovo co. struttiva sono alc1.ni mob'.li di Gardella. un 1 etto dell'arch. Helg, una scrivol.niadi Muc. chi, un tavolino e una poltroncina di Bottoni, un ta\·olio di Za"Juso, una scri\·ania di Gtos• si, dei 1 etti dcll'a,ch. Castelli e alcuni mo· bili di Fiatino e SottJass. Dalla sezione dell'arredamento il passo è breve a quella dcli' u Oggetto nella casa" che è in vero il settore più fiacco d.: Ulla la J 8. lt Oisco.:." sull'artigianato e sui ,uoi pro. blt'mi c1 menerebbe t·oppo \unt!,i, urebbc grnn tempo tulla. ·~ che I 'artigian.ito it..lia:io nffro,1tasse dec1samenle la battaglia per un ,innovamento della sua forma espreuiva, av• viandosi a q:ie11a serietà dell'i dagine fo,. rr,J]e che è 'a vcta bil,c d'ogni a1le deco,ati• va. Anzichè indulgere nella ueazione d.ele• 111entiancora arieggianti qu:lli d'un lontano ottocento o d'un tradiziona 1 e lolclore, l'arti– gian:i.to dovrchbe so·tostarc alla gu'd11 di ar. t'sti attuali che .!'bbian appresa la lezione d'un"arte non coritenutis.tica. Nella cerami• ca, nelle stoffe, nei vetri ecc.• re:eme'.o lor. ma•colorc-rilmo deve giocare appieno. seni..., 1"<1rgiace il 1pinzaglio ò"u:i pretesto aned. dot'.co e illustra!ivo. Gli oggetti qui esposti invece sono stati sce 1 ti con un criterio che non risponde nè a un concetto di u pmezui ,, nè a lln criterio di gusto e di moda. In altu termini, me:11lc saremmo ,!ali grati agli ordi– natori per non avere.'. ammanito - come nel. le Jriennali precedenti - una conaerie C:i goffi paiabmi, di ventagli e di p·ume, di sc:i.• loie foderale di ra~. spe:chierc incrostate di madreper'a. slmmenti ciel \ul60 e della dea. denu, nbbiamo qu: una serie d·ogge:ti d·un gusto assai mediocre e wlo pochi c.scmpi di quello eh<' pure il nostro artigianato p:iò e sa ancora fare. Cosi -· menJ.re dobbiamo lo~a– re tutla I 'imposta1.'one u grafico Il e II croma. lica u della T8 (dovuta in gran parie a Max Huber che ,i è mostralo maturo interprete di codeita nuova valu,tazione d'un prec.i10 tap. porlo tra forma e colore e schema composi– tivo), tra i mol~ oggetti esposti non possiamo ricordarne che ben pochi degni di rilievo (Ira questi i pezzi d..: ceramica di Fanloni, le stof– fe di Fede Cheti, gli ottoni di Corradini, e ancorn alcuni c1'.st111!i di Erwin Burger. un servizio da caffè di Gcnni Mucchi, a 1 cune ceramiche Ungania e di Laoeno, i lantasiosJ vetri di Ver1ini, le stoffe S'..1 diteii,.nodi Van– na Burnlt:l e Hube,), mentre non av,ebbcro dovuto essere accettati, ad es. certi pezzi del• le Argenterie d' balia e della Metallarte, i 1 avori ,a sbalzo di Gucnini, le cetamiche d'Alb'ssola di Sassu, Agenore Fabbri, per non parlare dei mosaici di Cascclla o delle ceramiche disegnale da Paolo de Po 1 i ecc.. tutti !roopo !o'lt;,ni dl'! owP-i-d;r•uo che la T8 voleva impo3',are ed affermare. Un ultimo cenno alle sezioni straniere òi c:ii sono presentl. -anche se in maniera 111• qu11nlo limitala. Svezia. Svizzera, Cecoslo– vacchia. Belgio, Urugwi. Argentina. Au. stria. mentre mo 1 te altre, che avevano dato la loro adesione, non fecero in tempo ad in– lervenire La Svezia e la Cecoslov1tcchia so– no quel 1~ che hanno curato più a fondo la loro partecipazione c0struendo cl\trnmbe due comp 1 ete abitazioni e portando divcrs: esem• pla.ri ciei loro più caratteristici pTOdotti a,ti– g'ani. Ila i q:iali notiarr.o i ve.tri e le cera• miche svede,i e le ben note cristallerie e al• cune bellissime ~offe stampale ceche. La ca• 1 oro.sa partecipazione delle nazioni estere sta a dimMttar.: il favore che questa nostra Tr·ennale o:ode fuo,i d'halia dove è giusta• mente considerala una delle manifcs!azioni in cui l'arte e l'induatria italiana sono all'avan– guardia. e rilen'arro sia più importan'.e l'ade– sione delle élites e·Jropee alla nostra élile che il plauso incondizionato dei cri.tic.i locali i quali purtroppo !000 spcs.,o ancorati II un gusto e a moda decis.,mcnte s0rpaM:1ti. G1u.o Donn.r.s importante, crue'"llo addirittura. in un' CJ:OCl come la nostra l'ass'llo c!eP'esigen.i;c so:idi, igenichc. cultu,ali, che tormcnlnn:, l'uma,i· tà, perchè l'i,rch;te'to - cl..e è un arJista ma è soprallutto \"c.rte'ice dcTabitaL·o,e in IL COSTUME MUSICALE e:Ji l'uomo deve tr;1eorrere la s•1a vitn - Roma, 28 g'.ugno 1947 f 30 giu_qno C()nJe si /rattam: di due m..!'sicìsli diversi. n0n vuol es.sere la me.sa a pun'o nè la Con lu Zane/li e Zo.Jred. in un corridoio Pos.saggiu da Milano. La quesUone usca• 1 ncmmc~o pa,c~li olla lun!o.· ~e? rl!s/o, su un ch'.ave di vo!.ta di qu,nte polemiche ~ncor~ di So.nla Cecilia, si p:ula della critico musi· ligera" è sempre il .,olo a,gomen/o che oi 1ctcrminalo pio.no , fu~o e lcg1tl1~ nel.lo. . fflU• po'.r11nnovenir 01dendo~i sui co ce·ti di b 1- cole. Monco una filologia a codesta crit'ca? si tro.tli. con la coda di pcllcgolc:zo. ch'c.1so .1"tca. (~ /uor della ~us:ca). Ghed1_m 1 P~1, e ~a/ lo e di uti'e di funzion·le e di razionale Mancano pobcb,'lmc11le, ncl:'impeltr so e di.1• si trascina staneomcnfe. Come .se ciò ,iguar• rmuicrSla da pote.si pcrmet:ere .,1m 1 le sp,cg,u• di cllet.'.co e di pral·co. L'archii~t'.ura _ sipato sommouimcnto del pc,i.,do odicmo. d· do.s,e la oi a mll $ico.lc. Menfrc, procedendo in dicafe:za di stile. Altroue ho se ilio che forse eonside,ata so·iratt•J.tto S'>IIO la veste di cdi- .:.ine sltu!lure fi{olosichc: le grandi U1.mc he /.g/ modo, con .1iffat10.caduta dt ocrat:i infe• si /rat:a nello st.acco Ira il u Prima II e il cc do· lizia - è alcunchè di as.sai lontano da q· 1 el r.ti: n~ll'at~~-Ulu::r /!r!,:t:, d~elge~!~zi~~t ~;:td;: ~:::::m:~ràp::·;07::::;se~;c7:ve:~ i::r. ::.. ~;icaddc1~~:;:~ 11 Za d!a ;~:,u'kc"::t;/v~~:: -concetto d'arte pura, (a!la stessa s"r~gua del- Onde. ciascuno, deoe Jar.1iuna fiL/og-: 0 p:irli• tanlo gli scopi pratici dei personaggi che con• probabilmcnle, potrà e.sse,c o non essere tro• le a 1 tre cc arti belle u), in un lr:s:cnd:nte co1ue, scauando da s:,/o Tut i uomini /30!0'.i, ducono le parlil.3. I quo.li . nemmeno sospettano 1/ala .wltanfo più avanU: o da r:oi qu(lndo sT empireo vitruv'.-anoe amman'.ato di auree S!• u:,mini della g,'ungla: e~em!fi che sminu:zon che con l'ou/cnlica vi o del costume e della remo alla vecchiaia, o, meglio, da chi oerrà zioni e di magiche triangolatu e; n)n p·1ò /ocu.s/c e succhicn radici. Non c'è do incol• pratica e dc/ gusto mtuicale nulla lwnno o d-:Jpo. lnlo.nto conviene considcra_1cle sinsale valere il discorso ò·ua E.uoalinos a dcf'nirc po, nes..mno , fa.se. Sono le cldbor.i del tcm• che fare. Intanto Vc:chic do.me /omdico'J,!i. musiche volta pc, oo.lta. in quel che sono di ~ tratti di colesta architettura odid ,a, po, i metodi di lavoro, /o di/csa dalle paure, cojti/ucnli pc, l'addietro la be!le:.:a e if fiore pc, se :slcuc. o nel raggio limitalo dello. s(orla um;namentc affaticata, mn et:came,te i lu• :1a$Jb;f; 0 ::,• ~i1ac]:~~~\o~:1::C,:jc~~iqi~~,~::b~~ 1:.c~~1r'!"Je1:p::;~~o~i:r:! 1 ~~nli: »~i:uM: 1 ::::~; ;:n~: =~~odo~; tn:i/:ci~;::ch~c:!;/cr:::!r:: minati,. Siffolla premessa mi sembra i nd i• li. anche ,· valori, Ila oito.lità di ton/e pa,olc ltaggono o,oscopt e sof/ecitano indicaz:oni dr- tani. E.1si ci richiamano gli Èchi di Napoli ,pensabile a chi vogJ:a entrare con anlrro critiche, i nerbo d,ammal.ico o /"argu:;ia o la ca il nuovo ci diretto,c o.rlit'icq u del u lem• dc//'inJimen!icabife amico e macs/10 Mcrio s.creno e Kevto dn velenos'. rancori entro 1 e vib,an e ironìo. ,li ce1te luci. pio 11. Pilati. Nel '25 la raccollG ci/ala qui wp,a sale del Palazzo dell'arte. E. del resto vià Filologi'-" sparse, Jortulli proced.'menli ano• La musico, Invece, persl."guc altri jn.-onlri: non ero ancor sto.lo composta. E Pilati n0n nel proiramma in:roòuu·vo al cata!ogo de 1 1a logici. L°Umane.sim:, mus:cale d,sseminolo d! quel/; drammatici o idilliaci con la Poesia. corwbbe i Conii ghediniani, inediti slno ad 1c T8 ,, l'areh. &.ttcni. com11i»ar·o strr:or /j. innumereooli frame. Ognuno pensa o Je stetw. Eoita l'alto SOC.:eti't milanese. oggi. Si /ratio di un melo, popolare rioisS'JlO t;;;:;~~ ,:vv:j~ ';,o":::tr;''/t~::: 7c,t~:: r: 1 ~~1~:r: SJe:";:,n~~=:e lÌ1ea::::J,: 1.sc; ;~;1- 3 luglio ~;,,i:;;(J: 1 ;/;;~;iut~:~:c~~;ni7:tJ;tt~;c,;:~::~ chitet.'ura rnod crna per;iè d po e~ clic d ffn~a:;~:r~o::r:,i; t:,~:n,~gul: p::";';!,;ri~~ bo~~n{p::ro 0 i~o:d'an:-t~i ~~~ae;.~i~:i iJa1TaC:; tnl Ò:dFai,~h:n::m;nVuc~a~ 0 =:.~;t:~~~rl:7. cui uas/-r cii.• pr,pr'o l'architettura, come finoe,amen!o poetico. Questo sop,alulto con• che Jegui'i a slo.mpa,e con co1oggio musiche Ire materie etnofoniche. Il oalore, nei bro.ni arte maeJfra ed immedia'o specdtio dc-tla Vi• ta. Gradualorle di musicisli più o meno gran· nuuoe). o.lcune /i,ichc per canta e pianoforte d; Ghcdini, sia nell'incontro ba questo melo• la sociale cd cconom e:,, è lu più alla a di; :storiedei n gencd 11; ui a delle n /cm1c "; di Ghedini. Recano date an:ianc: Qu·Uro e uno coscienza ormonica e un senso de/ segnare le giwle vie che le arti tulle sono anche pc, quan:i n~n /o con/essono, lui/o ciò canti su an.t1ch1testi napo 1 etam, del 1925, "timb,o" mu.sicale, così come il musicfata c',iamale a seyuire n. E a la.le rr:nei:io si reagisce in /unzione di un lç_nic:,, di un suo Quattro Stiambott1 d1 G1ust1111am. de/lo s/c.s• li porto.alla oila, Un punto di frizione, un'in• .sono 11dcguali anche i 1i resp -Jns:i.bili c:i com· valo,e, di una 3ua •linea con.sc_uen/e slrap• 30 anno, e Tre Can11 da Shelley del '34. Il cidenza. dove il pregio particolarinim:, vic"e missio·ne II Albini, B~lgio'oso, Gardella. po/a alle storie par'.icolari. Persino chi c,cd, fatto della loro odierna prima appa,izione o/Ìc fissato. Nelle "alterazioni" armoniche p,endc Rogers, Pollini, Rusco-ii-Cl<r'c'. Non biso. t~ o~~r:!.a o':;;i~; ;t 0 ~~rti~i ;h~~~i id~~;~~ :~~::~1im:~;~cn~~/°,;;'/;d~e/~'ar~:~:g~~- '1r~: :ta~:coia :t:~:i~~;~~e. r~o~i:~~=~: a:~~ d,;~~ gnerà dunq·Je che il v·sila.tOJevada cercan 10 non /:1 che in11oca1e il [:nÀuasEio. Potrcbbert. propanc qui I' enig111a non an;ora :iolulo ,/alla schez:a e uno riuscila degne di fortuna. Lo -entro il vaslo corpo lucente e - conceòia. /rame amm'lnimento ( sediccn'i lei/era/i de;'. critica: il Ghedini di adesso e i/ Ghed1ni di ,,/essa va ,letto per i Quattro S.tramboni d molo pu1c - un pò ermetico dePa 11 T8" ru/Jimo. ora? Pc, aver t:On/vma. cioè, e~, un tempo. Che .1iapo!sibile, in proposiio, ag:- G:ustiniani: un tono invcn!ivo i/oliano, /icoe e queff 11.ppa1,1to d .un guslo fas:o:o e decad.?.r,- q1111lsiasi nlere.,,e umano entra, può. enhart.' 1e mediante strumenti es/etici 30( o.n~o) Qua! arcaistico, e il linguaggio oocafe. ancora, che te che animava gran parte delle m:is)e d'au. ne{ gioco ,tre/b e avuinccnle, purchè sia im· posto dovremo dare a gli elementi morali, si oalc sopralu'to del •·timbro•·. lrnend""" tegucrra. Allora er:1. leci10 espo re la sti,r.• p:kila la JOslenufo:za e i/ Vig<t1e ,{cl u lin• 'I/le eligenze de/ coslume? Di /ronlc a lo.fune figurazioni melodiche non ce lo generiche. Mc- l.a da letto del pr'.ncipc indi3n0. la u coso ~~u~s::,:;c:: It"1;' ~i.~r:gg{o i~11~;:1td~!';.: ::c;t;;!nf:':e~i~"l~/!:~c:i:!'ia,'::llr:v~:r:: i~c°i~nt~ 1{e~::,ti~ un /aro manierismo, l Per sabato degli sp:Jsl 11 ' il nlotto dalle pa. ralo. - /o me/le in luce. Nel caso del/e N liriche" or ora stampo.te è reti foderate di c-:Joioed intarsiate d'a,·orio: era logico compiacersi nei me:indri d'um1 fantasia ambigua. d'un ]uS.50dit.tatoria!e: al– lora 1 'ombra dcll'lmoero alegg:ava nell, sa 1 e; le grondi es;:os!zioni del Regime (an· che se spe550 di cnrlapesl.i) sorge,·a·o qoos •per moiico verbo dai suo!o, mentre inter boschi di pin'. mnriuimi vcni,·an fatti ondeg _giare al vento nel giro di ventiqu,ur'o,e .. Ritengo invece di poter affermare che 11 questa riso1ta T.8 (che p-.ntroppo la s'.am;r m'1anese si è affrettata ad nuaccare coi suo più maligni stiali) esisle uno spirito nuo < - forse t1oppo e1elu1ivista e confes.s·onale fouc privo i:i" I.Jli\ benefica fhntas Mità - ma pieno di K:ric e meditate i1\lcnzioni e pass-'.biledei migliori sviluppi. La mostra è tulta imposlaln s'.J quest'u, genta d'una ~luzionc tecnica e sociale dcl– l'architellura; ciò spiega !"ampiezza con cu· sono Hattat'. cc1ti a1gomenti come que 1 lo del. l'uni/ico=ionc e modula:ione de/1'1."di/i::io. del verde nei soggiorni (curato dagli arch. Berrone e Viganò). dcli' Abitazione e igit:• ne sociale (studiata di, Mnrescoui Diota'.· levi e Ceccucci) del Soleggiamcnlo (presen– tato da Mattioni e N:icchi. E questo sforzo dj dare a!ruomo la sua casa coi requ•siti tee· nici. igienici. economici più agp:iornati, trova Arcb. lHUCCHI; Elementi di uu appartamento prefabbricalo 5 Cherchi scultore Mi pa,e che la più apprc:.zabile date di Sandro Cherchi scullorc consi,ta in questo: nell'ave, egli .saputo rijìuJ.o.,e ogni prefab· bricala sin!aul della figura (inJcndo deJ/e ,uper/ici, dei cJolumt'e delle luci) per ten• ta, di ricostruÌle ogni oollo., Ji capisce Tiri limiti delle sue giooanili possibililà, la pii, vero sinlossi d'ogni prima p,onunefo E pensò che se Toti Scio.loia f1(1Tla, o pro.posi/o della scu/tu,a di quCJlo gi.Dane genooese, di certa Kolt.oJchka (quello dei ri– fratli del 1908) men/re a 1 /ri lo riferiscono o MeJo.,do Ro.sso (e in realtà sono due nomi che Jacilmenle ocngono alle labbra), sia pro• prio perchè Chachl ha .saputo da cui accet– tare una lezione di linguaggio precì,amcnlc in tal Jenso. T alchè. cd è naturale, rimo.M una similitudine d; mczz.l più che di rìsu!tati, anche in quanto la scullura di questo giooanc (a prescìndc,e da ogni inadeguato e ingenc· :oso con/ronlo) non lenta per sua natura di of/ri1ci la stesso immagine dc/ mando che è nel/a Jcul'ura dei due macs'ri, rimftando per c0ndi;:ionc .dorico. il segno d'una "peuona" dioersa: una per.sono. certo.men/e piena di llfOmcn!o e di pieltì - rla11vern (a pa1tr la r'lggiorc o mino.re imparlan:a del ruolo con. cesso/e) uno •· d,amalis pe,sona " e pro• prio di qucst.o dramma. ch·è. la nos/ro. età sen:a più un punto fermo cui l' corno poua appoggiarsi. o meglio. di questo. e'à che, co– me /orse mai è o.ccaduto, cor,e ,ovinoJo.men• le a da, sOsfanza di terribile ve,ità al più di. sgrcganfe epig,amma che mai sia &/alo pr&– nunciolo: 06nde est.i la utilid.id de nuestras utilidades? Volvamos II la verdad: vanid11ddes vanidade1. Parole che in un a~lima bruccrebbtro tutto /'uniucrso dell'uomo se rimanessero defini!i(,c e che dicono in quale teat,o di ,ovine l'uomo oggi si muova senza pcrallro riuscire a /01 della diJpe,azione (quella sis'emotiea dispe– razione che alcuni p,opongono come oia d'u.1cita) /'unico condizione perchè egli pos• ut co11linua,c ad agire. Senonchè Chcrchi è. di,ei mo.lg10.docc1lt sue verbali a}Jcrma1.ionl cui dobbiamo dare un minimo peso per lo /o,o origine purafi<!nlc umo,alc, /10 quei gio– vani che non vogliono abbandonarsi a tale appio: e cioè, rr:o,a'mcntc. fra t:0l010 che o fui/i i costi vogliano superare tale dino!vcnre con.e.ettodi ., inutililà delle uii!ità ·• per po. te, ,i,:,-oporre un "fine'' all'aLionc dell'uomo Una oo/onfà che traspare, appunto. dalla scultura di Chcrchi, tu/fa tc,a nel tentativo di dire una parola di ucri/à sull'uomo (cd cc· co, nel segno Jinlattico, la definitiva ,ottura con la rcto,ica ufficiale) cr;1c:mdo d; dcline.c,nc l'anima che Jo!Jrc spesso senza una inelimi– nabile ragione. E la .sofferenza dl."lf'uomo, in~fcme a una mr-criore e, mi Ji comp·l."nda. JPicfala plc'à, è lo. quarta dimenJionc cercata da questa scultU1a. Premi all' Art Club Disparatis.simi commenti, a 5eeonda òelle varie te!lden.i;e e dei vari interessi in g uoco, ha S'.JKltalo l'assegnazione dei premi del– !' ArJ Club. ai piuor.: Tureato. lliu e Conao– l11zionc. Semb,a ;id alcuni che 1 a giuria abbia volu– to, con tale u1egnazione, favorire la tenden– za più avanzat.i, mentre il premio a Conso• laz.'onc viene interpretato come effetto di un intervento in exf,emis. A noi, in veri.là , la premiazione cii Turcato è sembrata perfetta– mente gi:Jstificola. Aniv'amo a dire che. dei quadri esposti, quello di Turcato, per impe• gno ,innoV11to1ee. a prescindere da ques.to , oer chiarezza di impost-az'o:iee per resa c0m– plessiva, aia effeuivamenle trn i migliori. 0_ s.cmbra i11negab: 1 e che con questo pae– saggio. pur claudicante nei primi piani, Tur– C3lo aia 1i:i.eilo a portare le sue nuove cape• t:enze a un punto esp, es.si \·o, realiZlancio di nuovo ciò che sempre si chiede a u., quadro: vale a dire il felice connubio tra i\ movente della scnsibi 1 ità o l'auunto formale. l.e&gia– mo ln es.so, e non è poco, persino un11parti– colare bce rumana, una mmnna fis.sità e s1;1le.ndor~. Senza coniare che. da parte della $_iur1a, ~I è certame_ntevoluto dare un pratico r1conosc1mentoal già 1 ungo e 1alvoh11penoso lavoro del nos:ro giovane amico. Qu;into ai premi ad ll'.u e a Con~lazione e•si non trovano in noi sostenitori ,altret111rit~ decisi. Riteniamo che. 11con~ fnl!i, la sce 1 t11 avrebbe potuto essere pii:1med;tat11. ENHICO GAl,l.tJPPI
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