Fiera Letteraria - Anno II - n. 29 - 17 luglio 1947

FlEIL, LETTERAIUA 3 IL FIGLIO DELL'EROE 0011 Familiarità Anche qucsio lo inFa!iti• col loro, e mai che comunichino un'im· diva; cosi ,1ucÙa voha dir.se, smou:ic:mdu J)rcs,,ione, Er111111elladel generale una po– le 1 ,arole nella rrelta, il auo cognome; mn ~i~iouc 1olem1e che non l)Oleva cbc e,scre il J:Ìovane uffidn:e col collcllo bianco 11nr- mumirola, A Giancarlino 11011r,6tava che ve non cap.rc e sorriEc, E qu_el sor~iiio II l'imitazione: .1111chclui poteva auardure <.,; 111nct1.rliuoera par80 t;emprc t.11 comp1a1110. con supcrbiu di là clall'orizzonte e Car vi- Racconto d ;. ARIUGO BENEDETTI (Conti111111.:io,w, VCtli uumcro pr:ceclc,ite) I ~!J~cl1i ;~~~ 1 :i.~:i!~st.a ~:\·~:~::i~ 1•:d~:i;~: Girne:1rlinu a piedi si dire~ verso pinza tava a mol:e cO!e Al silenzio domenicale del Popolo, imbocco ,•i:t ,le. Babuino, pie. dei lucidi corri,loi'. Al rispeu 0 dd 1ion.e– g0 ,,er via Gesù e Maria e fu sul Corso. re. Alla pulizia dell'ascensoru col ve lu10 Oav,111ti a San CRrlo, s'accorse di diriger- rosso che s:iliva lento verso il quarto pia• ,,.i meccanicamente verso pi:1:1:.zn San Sii- no. Ed anche l'adJcbitO alla luce t.nuc vestro, EntrO in un bar. 1lcl;'amli,o. Agli ottoni luc.di dt.•.la porta - Per Favore un gellone teldonico, - della sua filanza. Dopo ru in grado di vedere eiO che auc• ua di vedere. nuche se 11011vedeva nulla. ecllc\·a con 11111111 Facilità; altre vo le l'at· Ora Ciaacar1i110 non sa11eva,e era una &CO• tesa era dura1 3 o lunao. (1110 n quundo Epll• per1a nuova, Facili1a111dn.J dormi,·eglia, o zicntllo non se n'era anduto, 111curoche 11 unu scnsa_ziune già a\1r~. volte avu111 con paJre nveva d'.mcn1icato che 1ml suo IO· u,;uale cluarcz:ta; mu gli. ,embro,·a. cbe Ira Anche i giorna!i eri:nu in ordine, Giur: volo c'era un pit'colo Foglio di caria bian- I 11e e suo padre non c1 foS&CdiHercn: carlino li sfogliava cominc ando sempre lOI ca con sopr:a il ,uo nome, c,;)Jre:.socon ull,J alcuna, Erano la s1uaa pe~na; fiOlo ~ ric.rcrire nolizie della <1Ua fam;g1ia. Nor. calligra(ia molto simile a la 11ua. lnvf'.CC lui. Ciancarl.no, ~vcva ~elcgato a Gian· per umblz.ione ma 1ier scoprire il vcle:10 reco che si trovò duv1111ti al p:idre: dappri- earlo la comprc~sione. d 1 n_tole CO&ecd dei i ;iorn:11.su, Scm1,rc pcrO rini,•11col la- mu un'immugiue 1.er nulla rns.s cura~\c. il co'.upimcn:o d1 molli .gcah. Ora, per ~– ~ri::irsi distrarre J11,le notit.ic ili cronaca. Suo padre è disteto su una pol1rona g1rc• 11c1up10.sarebhe stato CO&Ibello volAcre :' Scorse co11iil « Messaggero » e « Il Po1)()lo volo e mobile che per un congegno puO lcam ai monti, chiuder~ le fii_ 1 cs1re, cor~– di Roma»; e intanto Faceva u11 calcolo: ti ven:urc da un momento all'altro ,11mile a~ cim.i.. nuscond~re SOII? 1l_.~u,c11 1 0 lu le:~ <lopo i i;iornalt rom.ani, avr<bbe lelto i un divano, Si filll 11rep11rando:qualcuno gli frastorna.a dal mo1or1. Ciu clic non p.r giornali di Mi'.11110,poi ,1uelli di Torino, nv,•olge intorno alle spalle una benda; an• dona,'a a suo )ladre cru .<1uel.11011 av.erc J)Oi 110-J.i di 1\'u110li,poi si sarebbe alzato, che lii sua Fron:e gtrctta è lasciot:i, e a po- alcun gu,.10 di nascontlcriu e di ll~rdure: nvrcbbc nmngia!o la pesca, « Si, mi chia• CO U l)OCOtul!o i( t;UOcorpo_ Gi11ncarl 110 Anzi, proprio, quella vo:ta, mentre I 0 ff 1 tuo Livio» a\'cva dei.o il cameriere. E a res10 là accuniu al padre, r1.gido in quella d.ei monli Jl~1v?l.a,·ano dolc.~mcnl~. :.1ueco~ qucslo punto le sue id,e si Fecero confu~c, po,U::ione di barbieria umcricana. li gene· 1.curez.:i:11 lo irnto. li gcne~alc guulu t d cosa che del resto gli succedeva molto spcs-- r-.ale guurdava dovant.i a sè. « Caro papà •• me fie in,·ece t!i suo figho ,,,e~r u • bO S"annebbiarono. Ved.va i gCtili che a- - diceva Giancarl.no sicuro di Fargli di- ouervarlo una pinu1t ~~Ima d' · 1 'è,~ 11"· \'rcbbe compiu10. Sorcbbe sce~o in str~da, 6p:11 0 -; non ,ono venuto per sopl)Ortare « llabbo non li verg~gn,. u, 1~c.biaf;:· avrebbe risposlo al Eahuo dd portier:: un ;umile tra11nmcn10. « Eviden1eme111e,,uo carlino; ~uo l}udre glt .dette uno C' d • l'N.T. J)ia:tzn Venezia, qucl!a IH!Uona che i•adl'e .,on ama,,a udirsi chiamare« papà». segui:U nel ~uo atteggiamento, .era a ""Jk!lta die1ro la Cin .s.ra , e poi gl 1 amici. GianCllr.ino acgui.O: o; Credo che io debba g.urare ehe 1r11le parole del figlio e lo No. 11011 o,•rebbc telcfona:o a Gianandrea, dumandarti un consigl:o »; ma il padre i.daialfo de\ padre non _foifie al~un ~e_g■m.e 11011 &-isarchbe scusato. C'erano poi ahrc 11011 rispondev.11. Ora Gancarlino non ricor, e che fossero due gesll lilaccati ~e-. 11 per diSlle, . • Entnlo socchiuse le Finu;trc, ,1i tolse di - l..a calnna e 01·cu11a1n,· li boris:a ,atea 111p~sca. lu mise sul tavolo sopra un ris1,oso. candhlo foglio extra slrOng, Si 1olsc la As11et1ÌIalcuni istun1i. Un uffii•iale rolo- giot'ca, PortO la giucca in una p!ccola stan- nialc te'donava: za che scrviv11 da 1oelcne. Aprì il rubi• - Alle cin_quc. - ilice,•a-. ln~i.,1è J>ÌÙ nello. aspe,tO l'ac11ua fresc:i, ne cmpì un volle: Alle CJm1uc. . . . bicchiere e andU a prendere lo JK8Caper - lo penso, - d1~e G1ancurl.nu a \'OCe immergervela, Si l,agnO ]a fronlc. Andò aha; - che non è b11<111u ed11cn1,ione uc- u 11eJcni al ~uo 1avu[o reaango!are d 1 no- 1..uparc a lungo 1111 te\1..fono 1iuhbl:co. I cc scuro, cin(1utccntesco. ta casi,iera dicrva ucl un uomo che cr!l .A destra i tampanelli, a sinì.,tra un cc- aiJ){'tlUIOda uua donna .!,liii.a !)Ort:1: - d,- 1111110 dove in Ire raccogli1ur, erano rau• 1:1\~ 1 :tlocn/:<!~ 0 ;~~- ilrrn~:r:ad~r:ìe11 1 :rr~'.uè 1 ~~~~~1•: 1 :ue~~erii;a~'/,ajlo "J?~:a~i;,}olo 11 d:. - lo pen~o. - ~isse Giuncurlin<! a \'Oec 1--~erano in,. nuazioui coutro suo padre: un immagini riguardan1i un mom.nto del!a dava più quale co.nsiglio voleva domand~- fore più ~ella 111vila. . . . . ,uu ,•itia che Giancarlino ave,•u empre guar, rl! ul 1,adre: m:i F1namente n~llu memoria Ora el11 hu qualche lam1liarita. cou la cl1110 con Faslitlio. Sui Lavoli i1:, i :alberghi I ci fu un ri:orno: « Voglio domandarti u1~ vila di Giancarlo puU fuci,mt.nle llll~IJ>='e• veneti era sempre qualche copta dcll'i,lu- cons p:lio: cr..di che io debba venire ~1 tare il ~ORnO.L'alb~r~o altro noD e. ehe s,ruzione i,aliana una rivi1.a che allora 1an10 in tanlo a sohunrii? •· li generale rs• la sede vcnc:o da cui il generale ~ 11111 p._r a~eva quale.be su'cccsso. e. chi. pubLlicnv~. 1poae con molla r~ci~ità: olo credo d~ no». lo i;ue imJM'_CM: p.Ù ra!no!-t:. !-a. sedi~) md~j: :~;~r;- a c~ 1 :n::\: t~J~;~:? c~,~bbj:•~: OC• ~o~~:e:;r;ib~~rJ!~:°',jf·,;~: ~:n~l~r: :~tiJ:: - ~a prego .d1 4,rusa,1111, - rispose I scriveva la casa di lui. Nonno Pie.ro, pen• ~l~t:~hl!t.olonialr u~r-ndo dallu r:ib n:i :o~: 10G~l:eca~~~~o a~\t:'~:~ 1 ;~s%• J:a~0ve:: Gianru~lino .!.i toho il cap1>ello. cn1rò per Figlio un « generale u. Accanto al ca• nella c11L1no,fece 48777. ma il 48777 risul-11111110.io cr n un 1iiccol0 ri!ralto 1lcl a maclre 1a,·u occupato .. Pro,•ò nuo,•ament~: 01·cupa- Allo ip:ille il ri1r11,to del padr-!, unii to, - For,e G11111nndr1•11 Sia 1elefonandomi, 1iit:ur:1 uuquisiatn ad unu 111os1ru. Del re&.o - tlisse Ciancarlino. - Fece il 33333 che i 111.nistri aUe 111os1resindacali ac(1uista,•a. t!ra il 1110numero 11111 non era orcup:ito. I no speuo ri:rani del generale che poi ve, d1 numero 1u numero. 1 r11ralh dei cadu11. Oppure tolto d1 se panavano prati, c?I· le, da ba, b_aer1aamer!cana, ~ il &e~ e d Ciuncarl.no ,i tro,·O ad aspettare a lungo line. 1>3CSi.Giancurlino llfil>Cttava docile l'apparecdno con CUI un .giorno 11 PII r nell'atrio ,l'uno d. quegli 11lbcq;hi. Molli in 11uella poa:zionc c;comoda. Non osscr- eonuusse il. figlio Il compiere un 111 0 1 ufficia!i !>3&s.andoglidavanti lo saluta...uno ,·ava nul'u. Sap.va che. ad un certo pun• coragg:o. 1-u u~ voi~ dir_aal~o~o. Ad dun lamiRliannellle bencbè di pochi di eu. aia- to. anche quel viaggio sarebbe 6nito. Nem- cerio punto, G1ancarhno indico 11 1 po _re peli~ il nome. Lui aspcllava A•i•e,lava con meno il dOriìo turchino dei monti avevo quakbe coia cui terreno: ~ ':!n• POl,IHJO• ad,fosso una lr<pidarione da Citami; u11 un ,enl!O per lui. Non •i domandava nui oe d'ur1ig.icria, babbo•• 1r,do: . 111 • 1 1 I!• ..en:iwtnto che spesso prov11,·u50gnando e quDnto dovesse. durare qu~lla ooiosa cori- nerale rit,pose: lt' Un ('arro agricolo. l• che poi dilcguuva col risvegl o. Arrh·ò un dizione. Il generale continuava a guar• nente -., ~~hid1~~:[.°0 113 ::ci: 0 t 8 ui1 11 ~:;,oil é~1~::~~ ! ;!~:~lidi:r~~~/:i J!;i~~o:\an;:n:r~li~irQ~:~~ imboccò viu Condotti, andò a 8t~er;;i rul, do Poi il ministro ICJIPe che lra i ,uoi di. un tavolo di Ran'cri. - An:i1,11s10 cd acqua: l)t!nden:i era il colonnello Giancarlino avo minerale -. romaudO. Entrato in una va diaposto che la p.i1 pr.gevole, cioè la Mansa poco illuminala, avendo ancora ne I' ù ros.o~, di t111elle Jlillure gli foise ~– g!i occhi la luce del fiume o dd Corto fieJl:DOta. non dis1ingueva le 1ttm;one. teuente col colletto bianco, ,cattò {'On mo!- dare davanti u aè ed inlorno • lui •v 0 • lL gm;to di 1111.~comlcni11vcv1111ccompa– ta o.tentazione e diue con cnfoa!: "Buon laxxav:2110le l,ende biunche. Gunrdn,·u con Anat0 C uncarlino fin J11lla nascita, e giorno, Ciancar!ino ». Tuili coloro che u- la su~rbia che banno coloro che &anno qu:11a volta in\'cce il padre parna CHert.i. sciv11no dalla stanza di auo padre lo aalu- di poter raggiungere l'On lo 1guardo luo• mefiSO in 1es1a di spogliarlo 1111tlìri1tura da– l.avano cosi: con rUpc;to tnlat.ce e insicm,. ghi che gli altri invece mai ,6oreranno vant.i a 1uui. Oppure ci fu un 11hru womc_nto 0111111• menlc Fa1;idi0iio_ U11,giurno 1h era ~•to da10 llll iucnriC'Oche g.i era par&0 piace– - Buon giorno, - tli85e il dirnllore ve– ;;tito di blu II righe hiunchu. - Oni è moh 0 culflo. - l:lo ordin:110 aut:p:mo cd at."t(Uamint, raie, - F,;ee Ciancurl.no. - Anti1>asti ed ac(Juu minerale, - il di• rellore gridO ad un eumeriere che JXISiDv:a. - Non è mio c111c;.to tavolo, - rispose il ciunerieru -- Acqua minerale ed ant:pe:~ti, - gri– dO .ancora il dircllore verso il {onJo oscuro. Giancarlino maogiO 1..-on appeti.o prosciUI• 10. alici, piccoli corc:ori, Dopo vulle {'ar– ne ai ferri. Cameriere, -. gridò - (1uesta earno e bruciata. - lnFatti il grauo gUll– la"tru c-he orlava ID bistecca mauduvu un odore dolce e nauseante. • - Non è che &.iabruciata; tulle le bi– aecche devono e,Htre colle alla Cianuna, - il cameriere rispose, - E' hruc-.i111a, - disse CiuncarHno -. Allon:anO il piallo. D01>ol'odore di brucia, 10. volle un formaggio tranqu.Jlo e ripo, unte. JI cameriere porto il carrettino dei for– maggi che furono osservali II lungo da Giiim:urli110: i colori gli piacevano. C'e– r11110vemuuro vtrdi, rosse, crema. Soprav– venne il d.renore, restò di spa le, indicò un gro,·itr:i, il cameriere 1aglio e 6CrVÌ. Ci1ncur:ino reslÒ &alo. oct111>alo • pre– mere dolcemente la forchella intorno alla crosta in modo di non perdere nulla della 1iolpa. DurO a lungo, !',JN!zzOpoi il for– maggio in piccoli pezxi ,1uaduti, ugu~li ~ xollo dj xucchcro; &0spcndc.ndo tuuaua sl taglio quando nel riqua1lro tlella pono vide le ,palle del direllore che •ubi10 ai allon:anaronu ,·en,o un ordine, un Alu10, una 1>rote111a. Ciancarl.no nu1ngiò il fom1agaio 1olos■• mente. Quando cbbo finito ullunKÒ il collo vergo il ta,·o!o 1tcorre,•ol.!. Calcolu,·a la di• 1>11nzacon in mano il cohdlo, verso il blocco comp,:1110e m11nnorco d·un fom11r.• gio verde. Arrh•ù il dircnorc, ad in,;.rpon,i tra lui td il carrello. - Da mollo tcm110 11011 la ,·ed,:,·umo - mormoro. GionN1rlinu t1urrisc. - Frultu - tlis,e. Il diretlore andO t1ulla pcrtu: - Fru1t:1. Arrivarono ciliege in ,thiuccio. L'altra ,·oh:i ora Ginncarlino. rioonl:w:i. 11\'C\'a grillnÌo: - Vergo11w - 1hr u1111mela., .Si eua allont:inato. Era in,•erno. Aveva r1Fm· ta1 0 l"aiuto del ragauo nelrinfi'an.i il capJKHto. 11 dircnore lo a,•e\'11 1u:co11111a• ii;nato Fino alla pona dicendo: - Ma car11 1;olonncllo, G:ancarlino 1111111giù i.~ gelitlc ciliege, poi ordinò il caffè, 11oid1iuse i.I conio, La U.· la ero deserta. il c:1111erierc1>ortò il conto che Giancurlino ,•erifirò wn. gli occliiali e la1,is. Gli pi11ee,•a u1Mizionare i numeri ': magari intcr11rc1arli quando •~~ano :\tali 1racc:a1i :i!la neltn, con e,·olazz1 du,·e er~ la eoni-ape,•olcz:r. 11 d"una colpii. Anzi gh piaceva correggere i numeri male &r.rini. Ma DOi t<Ì risCO!-!C,a\'C\'a lr0\'1110un er– rori'. O meglio in1cr11re1a,·a un rin1111e .1:cr 1111 ire. PagO. prese il resto, ~cu:r.a_lai;f:.1llre la manc:a.. c. menire il cameriere fi al\0111a– nava g'avvi<:inO 11J un ta,.,o!o, preiò uua l''-'itea, la mi.!.C ne!la tasc:i ~-i p:rnt11lo11i. - Buon ii;ion10 t•aro - d1!&e al c11111C• rie.re . Buon giorno il r:unerio;re gli ri• ~pose, • Tj ch\ami Li,..io? Mi chiamo Lh•io. •\mlU in ,•ia d.l Tritone. lo p,•n·<ir.,c fl. no 11\laH.in:i!tccnte. dove a$pctt0 rN.T. chc lo cunduu, vuoto .. .ci1illan1e. a11ra~c1i. il Corso. fino a piazza Vcnez.a. JIOI \'la drl P!cbi!.'Ci:o. cOr!o Vinorio E1111111uclc. Argentiu::a. Ar,:uula, ponte Cnrihn]tli. Son• nino con la .!tatua del Belli: ,,iale ,lcl Re; ma orn cammina,•a a 11icdi 60\to i IP'~nd~ plaiani. In piaz.:u Ma.siai .-:agaui nudi !I ba,o3\'allo nelle osche. Ci11ncor 1 ino r:ii;giunsc iJ ic:rundc 1n1lau.o Jcl minfa1cro il ponicre di••c: Buon giorno comm~ndotore, - E Gianrarlino lo ~ln10, lieto d'udirti .ulo1arc a quel mollo LE BICICLETTE dò GIORGIO CAPRONI Ballata a Libero Bigiarett.i La terra. come tlolccmente ,reme ancora, se tra l'erba un deticàto suouo di biciclette umide preme quasi un'arpa il owtlino! U,10 s11t1riato tcmw TOnzio di raggi e gomme è il lieve li~ve Lmlpo,to di pilimc che il cuore un tempo tlisse giuvù1czz,., - è il scale che co.,,,,csse la mente. E ,mclt'io ebbi ar<lore allora _ allora anch'io col mio pctiale: melodico, sui bianchi flsfalLi al bortlo ,l'uu'crba millenaria, q11tJle m,1ro se11tii s11lfa mia pelle, qtwle gorgo delicato tli bri-r•idi sul -viso scolo,ato ccrcmidoti! ... Ma /11 storia cli giorni - 11ess1mo ora, più mi soccorre a. quel tempo ormai di-vi.rn . Non mi socco·rre nessuno o-ve i riami sla,ulo di pidra fermi sulla terr(I non divisa dagli uomini, io tra i pomi m11t1ua.i Cl 11110. (11cca ottobre acerba ,111com, respiravo i plct1i11rni d'improv11iso oscurati dal tuo passo d'improvviso 11wt1"ro - dai profumi immensi clic il luo corpo nudo, o sasso 111sct1sato eh 'io cl issi Alci11a, lm1bhm ,..egalarmi all.'{/perlo 11cllti . 11-01.te tllOnlUOSll, E i11lat1lo lct1la scaturivo titil sil,mcio i11/i11ito, 1m'c1Ura cortr infi,1ita di hrividi ml viso scoloralo toccatuloti: e già fu sto,ia aneli 'essa sepolta - orn. mai pii, sou svc:corso 111111cl ten1po ormai tliviso. Le rrinocd1ia d' ;llcina, tlolci e biar1cl1c più.. iél. li,a11co dell'occhio! lai pruti,::c1 spalla! quella s1M, 1111.sicanelle nncl1c streltn, alle rc,1i ,1c!l.'aria nati-::a, ,1c,111aapp,ma st111illo.ta ! ... O fu 1111a fede trnch 'esst1 - (wchc il s110 11ot11c f" certezca e (lppopgio fatuo t1llt1mia. spalla, errde dell'ingam,o pi,i {ltll.ico? Nellc1 brec;c;a delle nrmo11id1e ruote, f111 nuche Alcina. la scoperlt1. i111pro.r. 11:Sll. tl'1ml1, spi11ta perpetua 11cldolore - fu la. cl1i11a do--..ie il freno si rompe. E mUJ _ /r(lf/1" di brh•itli, c,ll'i11gam10 p1111se 1/ 'VISO logoralo d'(lt110-real grido "Tu. lwi dislmtto il mio t[ior110 - Orli """ p,ù ,; soccorso al mio tc;npo ormai tli-viso''. E ,1l1i ri11110,·alcbiciclette till'11!ba! :llii f11gl1r co,i le nli_. t1hi la ,wtrila spirita tli gio"Viue.cca ncllt,. ~Id~ . promessn, che sull'rrb., ;ll1mp1d1/11 tlnl sole oncora tc11ero ora copre 11110':tlll//CrllC lt,, torrti! Fri così. dilcttissi1110 amico, 1111icocuorr aperto al mio disastro, clic colpi In mia cit.tU lo s/cmiinat.o errore di cui teni.i 1111a storia? ... lo non so come, 0 Libero, i11 q11cst't,lba vetla. il sole frantu11111rsiper Jc111pre - i 0 110nso come nel brh•ido che mi percorre il viso ,'110,ulato di lacrime, già J1,- f11lminnto il mio giorno, ni! ora piic ho soccorso a quel tempo ormai di11iso. F11 il transi/o dei treni clic di notte vagtlno senza t,ovare 11riameta t.ra i rnmpi al 11o?Jilu11io? Nelle i,1colte brughiere, al1i il /ur1go fischio sulla pietra e i 1lct, iti Jrmesli cui la briua dà sudori di gl1iuccio! lvi se L'alba tanfo c1 portu,c 11elf!elo la prima corsa cli bicicli.llc, ecco la scialba. geografi~ ciel 1110,uloche sgomenta mentre :llcit1a è di~trwtta - mentre ruo,ita ,rcl petto la paura, e il cuore n.vve,1ta le sue foglie impossibili. E che omfo, che onda 11asta Kcrmi11a ,iel viso elle ,ion sfiora più ,m tremito _, che fu storia 01rch'essa sommersa ora clic più è soccors 0 a quel lcmpo orr,Uli di-viso! Ma, dcfica'.a111e11tc a giur110 toma il s110,io dei bicicli e dalle mura trovmw 1m esito i treni che l'orma. ""lica dei pastori urgono - cll,ra, lamc11tcla di rt,ote sui binari obbliganti dell'uomo. E ceri.o è .4.lci,w mortti, se il cuore balza ai solitari prisseg1:eri cui s1dla pensili,1a dove appena son scesi, dal giornale umido at1cora di guar;za esce il grido eh' " E' .scoppiata la guerra 1, - che II Scompare dal mondo la picta ultimo asilo di deboli e d'appressi "· E ,wcora il 11iso trascorre ,m altro briviclo ma, più può sgorgare 11na lacrima: ciò fu., né ha più soccorso il. tempo omUJi diviso. Ed i bicicli rot1cano famcsti u,a che l'uomo s'intana la notte percliè riel so1mo l'altro 11011 lo desti di soprassalto - perc/1è alle sue porte non senta q11el.fanocca elle pcrc11otr acca11iULco,i l'alba, allorc/1è il. giro tfi tetre biciclette riperc11olc con rin brivido il vetrO nel respiro dcUa mori.e all'orecchio. E quale immcrist, distru:;io,re a quei raggi lievi - quale. ar111onia di disa.stri ora clic sct1za. c:uore 11n tallone preme .ml pcd(l(c come sull'erba l,a già calc11/o il 11iso rima.sto senza 1m tremito! ... Mcz.fu storia. ,mcli 'essa travolta - ora mai più è soccorso a q11el.l.cmpo o,nwi ,liviso. No" è soccorso net 1110,ulo infiuit.o tli nomi e nomi che nl corno di ,{[11err,., non conscr..ra,10 ,rn sruso, ma. riudito è IW/lHltllllell/e, (//ICOrfl sull(I /erra commossa i,1 {ll/ri petti q11cst'l·g11alc lc11ue ro11.J::io tli rt1ggi e gor11111c - il /ie~,c lieve trasporto di pi1m1e clic sale dal profo,ulo dcll't1lba. E se il mio piedt> ,nclodic 0 ormai tace, altro pedtl/e (11.f!gcsopra gli/sfalli bia,icl,i al bordo dell'erba. millenaria - 1111 oltro mare trer,w di a,1ticlii bri•:-idi sull'orlo leso d'oltre narici, in altro ·uiso scolorrito ccrca,1do chi non fu storia ancora c()nc/11sa, rwci tm d.i più riel tempo ancora inta.llo cd h1diviso. vole, punire con una ruotoci~letta, altra– versare la campagna primaverile, r11gg.uR' iiun1ere UD comando, ln\'ece, pre&t_o, la bca1i1ud ne dtlla campagna de&erta d111.raa– ile Giancurlino. ci fu un urlo con1ro un paracarro. Quando ai des1U era all'o1petlale trau!e i:r:r':itre gli comunicò suUi10 l'in- tcrpreiazionc che era alala da1a aJ\.'iociden• te. G.ancarlino aveva aeeeuato di percor– rere col meuo più dpido una atrada pro• vinciule della 1>rovinc1adi liell~no be,!eb_è losEe eollo il tiro dei caononl au&tna~1. Arrivò cosi la propo11a d1 una me~agha. Toni in1orno .orridcvano, anche C111ncar· lino aorrideva inebrialo dal eloroforn1io; rd ora aveva la certeua d'e,1tte veramca• 1e u11:ua!ea suo padre. Non c'era eh? ar– rendersi, mentre il pen,:;iero d'una • •f.ra\ . ta IOrlò lo avrebbe 1pa.ven111to e fallo p.ao– gere in ahri tempi, ora 1ro".ava natunl~ aver 1>ert•or&0un 1eneno IM!l'"ICO!oso lìOrTI· dcndo. Così •~penò la vi,ita d-1 1enenle con una trcpidanr.a che non era più quel– la d'un tempo: ei trattav11 d'un aentimen• to solenne. non più vile. 1l grncrale •.r– nvb. 1uardò il letto, di11c: ,:.Tcne?te, IO ~no fiero di voi• Giancarhno rupoM: « Gen ... r.ile, graaic ■. · Ma proprio men\nl &la\'11con1pi11ccndo1i d'avere detto con (a– cili,ÌI (JUcl nome ceco che ai vid~ ~dd~"!° ~~ o;::i J::a PD~~~~~ j.~(fe~1!!.' e:::: lin; però dis&e: « Buffone •· Il padre rnrutrava 1ià le •pe.lle, •i diri, 1eva vu10 la porta, pareva non avere ca~ pi.o, anche gli altri, 1u11i pr,uc:cupali da accompagnare con aa!u1i il grande viaita• 1ore. parevano non avere udito; on lo abbaudonavano, Le aue labbra avtvano dello veramente « buUonc? •· So lo do– mauda~ ancora là in quella 111anra al quar,o piano del minialero di _viale del Ile 1''orae no non •vevano udito, tor.e medici cd inf;rmieri avevano udito e cer• cavano di fingersi occupati in p'.ccole (ac– cendo urgenti. Allora Ciancarlino ai la, mcn10 come ile lo Ferite della tciilo &li dolcuero. Una wora ai chinò IDI auo letto con eeverilà. Giancarl.no a'alzU, enlrÒ nello stan&ino per prendere la pe,ca, bcnche il pcn1iero di doverla mangiare lo irritauc; litav,1 e~ n1UUl(UC (k!r azzannarla (1uondo lo a!!6aliun impul&o cui non poUI reai&tere. L.. c1ò ea– dtre la pesca sul pavimen,o. Potoa farlo! Dette ur. caléio .111 frullo ch 0 rcttò con una buHa espressione nel centro del pa· v:mento Gi1111carllno 11imise i.I ea11pcUo, asci. Il portiere non appane, NCMUno dia,,c, « Buona kra, co11111ndanteo commendato– re». Cli uccelli rilln11ivano le fronde dei platani, le vetture, 1ra11vi11rie atridevan11. Datla stazione Cerroviaria di Tr1111ever~ arrivò il fischio d'un merci; un fischio tranquillo du 11iccola i.tazione di cam1>11gn11. Sul via!e ai vedevano persone d1e. avevano l'aspello 11gro della domenica, Giancarli· no 1i diresse verao ponlc. Garibaldi, L'uria •i spengcva dive111undo l!CIIIJ>re più tratparcnle, Ore 20, Ciuncarlino eb~ attravert.ava il ponte, Ore 20,10, t1rriv11al largo Argentina, Ore 20,15 è in 11ia:u.K della Rotondo così consola111e 11er lui con le inSCAllt>serali che 1'acccndoo 0 ,ui bar, e i eocchicri pigri accanto ai cavalli, Era ancora giorno <1uando C:ancarlino arriva– va in piazza Colonna, dove gli uccelli non pigolavano tra le Crontlc ma Uab\'Olavano rapidi nell'aria rossastra ,·cno i giardini del QuirLna'e, o, 1eguuulo il Canale del Corso, giù fino • 11iazzutlcl Po1wlo :1 <1ucl– l'ora co1wegn 0 di lutti i volutili di ltoma. C'era molta genie, og11u11uera 11reso da qualche. 11artieolare focce11d11, i c,:nulli bat– lcvauo il tacco di Ferro sull'a&C11!to.Era un:i M:ra 11gre; :alle 20,JO Cioncarlino 1i fermò davanti alla tra1toria di via del Gambero. Hes1il lì a ~piarc. Gi1ncarlo ,'allootanO. no, non avrebbe

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