Fiera Letteraria - Anno II - n. 23 - 5 giugno 1947
DEI Uno studio O OPO gli studi e le glosse dei secoli p,e. cedenti, quando la critic.,a petra1chcsca si era esci citata in un'assidua e paziente in– dustria di analisi e di esegesi, ai cui risultati, per veto, non si potrebbe nè si saprebbe oa· gi rinunzia,e; solo la critica romantica, .n.u– spice il Foscolo è stata la prima ad aHon· dare lo sg:nrdo nel contenuto umano di que· -Mopoeta. Solo nel secolo scorso i lineamenti della sua biogmfit1, che scmbravrmo ormai lnalterabilmente fissati nella trama riua e preziosa delle rime, furono mossi e tmbati. Allo1a si scrutò pienamente la vita che è al– l'origine del Canzoniere, e si decifuuono i segreti che quell'anim.:a tormentata avevn nf· fidato all'epistolario e -alle allle opere latinf'. Certo, la critica romantic.a, che tanti me. riti ebbe ve,so il PetrJlrcn, non potè evitare -rl'essere anche alcun poco ingiulla. E mrntre era tratta ad insiste,e s'J certi M,petti dcte· -riori del Petrn1ca, o almeno su cerli lati del carattere di lui che alla mauicc·a moralità roman1ica non potevnno non apparire fiacchi o negativi; essa non riusciva a reprimere la sua esplicita o impliciln diffidenza vcrw ,quella poesia. nel cui ind:istre e forbito con· gegno le pareva che si Ione ra.ffrcddato, o addirittu,a ffllarrito, il calore del lCntimento vivente nel cllore del poeta. E,a dunque 'llccessario rimettersi allo itudio dei doc'Jmerr ·ti, era doveroso procedere a una più prcc.isa e più so1tile esplorazione dei termini di tanti problemi cosi complessi e così sfuggenti. E .n questo lavoro si è dedicata la nostra criti· ;aan1ie:e~~es'i~aai:~~ias1idlos~a~~:ri :a~;;!r::~ ,e che, se per la na tendenza ad annullare le conclusioni 1omanliche ha ,;!Chiato di im· povc:rite eccessivamente il Petrarca, ha p,o– dotto luttavii:I la sintesi originale e intelli– ~ente tracciata da Natalino Sapcgno nel suo Trecento e nel suo corso universitario del "42·"43, a cui ora s1 aggi:inge il ritrailo che del Petrarca ha dclineoto con 11udio amoro· 'SO Umberto Bosco (Torino. Utct, 1946). il feit~or~nl~ta~~~:c ps:t~~ 1/ r~~;;:;r/i~u:~ clima usolutamente diverso dal clima del 111.andcromanticismo. Alla questione delresi– stenza reale di Laura si accenna solo per <lire che es.sa è insignificante. E ogni sussi· d;o, che "ll'intelliKe111.a della poesia possa derivare alla conoscenza dei fatti, e cioè dal– la determinazione del reale amore del Pe– trarca per Lama, è respinto come incongruo. Il vero problcmn, alferma Bosco, è un altro: si !latt:a et di definire l'essenza della più va• sia speranza e disperazione, che al poe1a p:acq\le r.antare wUo la specie della sua spe· ranza e disperazione d'amor!! *· Insomma. 1..aura è un simbolo poetico di cui il Petrmr.a 1i servi per conc,etiz.zare liricamente la com· pleuilà dei suoi sent:mcnti: è il centro fan• lastico a cui egli Ieee convergere le lineo flutt:ianti di suoi stari d'animo conlraddittori. 'f. il nucleo da cui si sprigiona la forza lirica del Peharca è forse nel suo abbandonarsi al sogno per riprendeui nelrelcgia7a medita· z'.one, in un suo ga"Jdio contempla11vo, che è spesso tutt'uno con la gioia del fnntaalÌC.-\ro ~ ·al quale conic,isce intimità i_lripi~gare del poeta su sè steuo, per comm1serars1. Il contrasto romant!co fra la carne e lo 1pirito è da ripudiare, pc1chè la carne è as· sente- nella poesia del Petrarca; e se in ess,a c:"è qualche ve-natura di sensualità, questa va slrellamcnte connessa a quella facoltà di i\" ahazione d1'e gli è caraller:s1ic.a, ic la quale ast,azione, se da una parte cond;ce il poe- "'•=========~ I EDITRICE A VE /JIBLJOTECA DI CULTURA MASSIMO Ph"l'ROCCIII LA CON'rllORU'ORDI.A IN l'J'ALIA " • au ... ra • · . ,.,..,.,.,,., ,· oJ.,,.,. •ion• <i.Ilo f•••iJo .,;10 ,plri1ut1I• di'lu•I• I" •lii, d•tv•d,,,a ad ..,cu,anri•"'o di,poll«> dolio 1<pk, ·.,co-,,,,.,· n• d' nr111 ••o• ,i.,,afia "l<>k<>.,. pp. 286 I•. 350 GUSTAVO TIIIBON LA SCALA UI OIACOllJIE Q1<HI' op••o ••nit>/• d,I filo,ofo • po.– '" Cuuo,·o Thibon propon• ,.u• "-Il~""""• d•IJII ,..,,..;,.; di culfura la .,.,.,;,,1 ,,l .,.,;. ,,.,.,,U,11 di pu,/,.ro d•ll' u/1/,.,a &•"''"" alane di ,criuor, ,;auollci, VIA DEl,J,A CONCJLJAZ/ONE 3 HO i\l A FIERA LETl'J,;HAHIA LIBRI della letteratura con quella della poesia. li particolare è ns~i spesso esclusivo valo1e che noi abbiamo dato aHa poesia ha nolevol– mcnte impovcrit'l la nostra sensibilità ito,ic1t. La poçsia inflitti è, come si dice, senza sto· ,ia: vive lulla chiusa nel suo splendore inef– fabile e seg1eto. Ecco d:inque che 5e di uno scrh:tore come il Petrarca noi consideriamo esclusivamente l'opera poetica, e di tulto il P altra} Il Bosco, che tanto spes:.o ha la ma• 1 ,esto ci ,e1viamo semmai e.I fine di illum·· SU etra rea no così felice nell"interpretare tanti lu<>shi na1c possibilmente la sua poesia, ecco che del Petrarca III ve,~ e m orosa, ncll"illu· quello sc.rittcire ci appare fatalmente senza minare tanti aspetti di q'Jella tormentata o !loti.a. Questa è la 'China pericolosa alla sfuggente psicologia, pare che si sia smanito quale da alc'Jni decenni sembra avviala In ta alla riçosante gioia del se,eno faulast!care, nel labirinto, e che ne sia uscito per un nostra critica. dnll'ahra diventa essa !lessa tema di lirici,., allo di volontà, affermando: qui non c'è Anche In c1tiica letteraria è un .segno del in quanto gioia pe, sè, lalvoha tanto intensa stori 11• nostro ..iempc.,. e anch ·essa tradisce lo svigo, da risolversi in spasimo e strugg'.mento 11. Occorre tullavin ricordare che quello è un rirsi dei motivi polt"nti ch'C fu-ono l'orgo- L.. poesia d'amore. e cioè quella che dice labirinto in cui è tutt'altro che facile trovare glio del secolo scouo. Corrcgge,e e armon·z. concettosamcnle le lodi fisiche e spir'.tuali d1 le giuste. vie. Infatti, se la storia intima <lei za1e, smussare e concilinre le antinomie e i Laura, non è In parte mi11:lioredel Cnnzonie· Pe1ra1cn non procedette mediante c1isi vio- contrasti dmmmatici e pau:onali che diedero re, .in cui domina invece il senso della cadu· lente e radicali couversioni, es1a si svol~ ma1eria ni giudizi della crit.ica 1omanlica, cità della vita: e questo sentimenlo non fu gc· mediante progressivj sottili approfondimenti, ril.auime sui nostri sc1itto1i dei p,imi secoli: neiato nel Petrarca dalle condizioni e dalle che erano quasi sempre progressive e sottili ecco quale è staia cd è ancora la più co· vicende dCI suo amore. mn p1eesiste,•a in lui, contraddizioni. Tracciare la b:ogafia spiritua- s,ante preoccupazione delln nostra critica 1e· e si può dire solo che trovò in Laurn il ccn· le e la storia poetica del Perarca, sia pure centc. !~~e~i~~n;it;Ìc~~e!t:n,i::;:rt 1 j!~~i:~tsak con approssimativa ve1ità, è imprc1oa quanto Forse è fatale. che alrin1elliger.za dei no· labilità era in lui connaturato, e si accompa· ma~e::uai~o11r:o,~1/i:rr:ut:. paradouale a,· :i feiiati s:nics~:l:r:~:!on: ae;r\u~i c:1~;_ibE gnava a quel s.en50 di stanchezza della vitn, sunto il Bosco non sia slato indotto unica· così, menlre !"età 10manticn gellò sulla bilnn· che trovò la sua lirica soluzione nel desiderio mente dai risultati del suo studio: ma che vi eia il _suo gusto ep:co e titanico della lotta, e i~~sicm~ne)la paur_a d~lla morie. . abbia concorso anche rindirizzo aene1ale delle 1?csa:iste vittorie e delle scon!iite 1110- C er~ m lui un ansia d1 ~ssolut°.· e da oym della noslf,a critica. Per l'innegabile e, nella nose, 1! suo s.enso tmgico della v~a. i suoi parte; usorgcva e 1~ angus1_1ava 11 senso. del sua misura, benefico dominio ese,citalo fra antagom,sm~ massicci e schaccianti: oo'. inve– ~clat!v°.:_ma no? b150\j:nnJn que~lo ravvisai~ noi dall'estetica crociana, è avvenuto che i cc voglio.mo rasse,enare le acque tutbatc, e 11_ d1ss1dm Ira 11.sentimento dell assol;to d1· i nostri studi critici sono 5lati prcvalcntemen. tullo ,ridurre . a quelle che ci sembrano e v_rno e ?cl conlmgente :imeno. lnfatl1 ~~Ila le studi di critica estetica: è avvenuto che gli celebr:amo giuste proporzioni, ma in fondo ::':::f~~';ì~~~al~ 1 du~! 0 .pt:i~~~:a~~e:1od~~~;~ studi piìt_ ~articolarmentc letterari ~ culturali d~;er:nop;:e 1::n ii~~erFo'~:°~~oct d:~b n~f st l: d'animo era pc1manente , era una H mala1t1a sono st ah III gran pa_rt~ .trascurati:. è avvc- diamo al11i nomi e la ~hiamiamo rigore di dello volontà 11, esso si trad'Js,e liric."mente nulo malgrado la ~ 1st1.nzio~e. teorica del metodo e ossequio alla scienza. nei toni circolari della malinconia e dcll"ele- ~roc~. che da tropp, d1 1101 s1 è trascorso _a gin. Anche questa situazione po1,ebbe scm· 1dent1ficare o almeno a confondere la stona brare 1omantica: mn occorre avvertire che li Pet.mrca non era vittimo ,non si abbandona L ;:li ~t:i::; 1 ::e p~!s:::: :e:i:t:r;~: p!d;;~: a tragedia della p,opria passione e della p1opria f_orma come è dimostralo d."llla sun nn1dua 111110- spezione. Spirito senza centro, è stato detto. Ma chi più di lui desideroso di indÌvid:iare il suo centro? Spirito araLionale; ma asse· lato di razionalità. Medinnle l'analisi dei più fuggevoli e del'cali moti del suo animo, egli tendeva (I rendcai razionalmente conte, delle sue invitte scontentezze &enlimental; e a dominarle intellettualmente. Con questa breve csposiz.ione non pres'Jmo di aver dato un'idea esamicnte del libro di Bosco. E questo. non s0lo pe,chè ogni schc· ma è per sua natura rigido e manchc\<OJe;ma g0pra l'JIIO perchè (e non paia un·e,esia I) la bontà e il pr~io di un'opera di ..:_,itican_on consistono, o almeno non i esau11scono m– lernmentc nello schema. Buona etilica di una :;: ~1 r::;!~e:è ch:c 11 :cc~:~~:e,~~re~~ il lettore per tulle le segrete vie dell'autore: che sappia ;nizia1e e anche riconosce1c; ch'e ci riconduca sempre dall"ignoto al noto. coai che ogni aspeHo novello ci susciti in cuoi~ un affetto antico. Qualche spunto di dis,enso e di discussio· ne può sorgere sul te1reno delle ièce nvnn· z.ale dal Bosco. Mi limiterò a una sola os· servazione. che mi sembrn essenziale, e che non ai rivolge tanto e. Bosco personalmente, quanto piuttpsto all'indirizzo generale. della nostra critica letteraria di cui questo libro ~ un eiempio rloq!lentc. Che la crilica romantica, nel delineare la personalità del Petrarca, fosse caduta in esn· gcrazioni cd eccessi. sa1ebbc puerile neoarlo. Ma il Petrarca ch'e qui ci si presenta, filtra· to altrave1so il lavorio critico degli ubimi de· cenni. è addirittura un Pclrarca inerte e im– mobile, ienzn sviluppo, senza svolgimento, senza 1toria. Umbc,10 Bosco non se lo di"i· mulo, anzi lo iaHerma esplicitamente nella p,cmessa: u Il veio è che noi non possiamo in alcun modo ravviMi1e una linea di svilup– po, uno svolgimento, non solo nel Canzo· niere ma in tutto il Pc11arca. Egli è senza storia', se lo si considera, come si deve, nel n/ ~:li~:ir: 1 ~~• ,~~iaBoj;!Ìi s~,a~1•!7V:~: eg:i ha vissuto. insieme con tutti noi, pri• ma durante e dopo lo guerra. Venticinque nnni di vita politica hanno le loro caus~ e i loro eff'ettì. Non è i:,ossibile, dice l'A., centrarli e i1:10larlinel tempo, co· me u.n qualsiasi delitto. Il fn9CÌsmo !j()flJC in halia dalle de:usiuni dell"altra guerra e del– l'altra pace è dalle esperienze euroi>« e de– gli eccessi del giovane comunismo. Gli fu fo– cile lu conquista del polcre per i primi lar ghi consensi, di fronte alla carenl.tl dei poteri costi1uzionali dello Stato. Il partito si impa– dronì del Governo, coll'assenlimenlo del ca· po dello Sti1to, ma il Parlamento convalidò e snnò l'illegalità originale. Ancora nel !u61io 1924 per lo stesso Bc– ncdetlo Croce. del quale non si discute la fe– deltà socratica ai principi, il fasci8lll0 non poteva e non doveva essere, che un ponte dì paS,,91,iggio per In 'IJÌstemnzione di un più seve. ro regime liberale. E. invece fatalmente, dopo l'Ave,nli110, si venne "Ila ditt.l!.tura, e alla mo· struosa trosformazione totalitaria dello Stato libera•e che ovevn fotto, calcolando oneeta· hlc,nte i mezzi al fine, !"unità. e il con,olida· meoro della patria conoeto di tutta l'opera sua n. A mc pare che difficilmente si possa in questo essere d"acco1do col Bosco. Anzi· lutto, in linea di principio ,non saprei am· mettere l'esistenza di un uomo cosi rauo: nè potrei concedere che nell'opera di uno scrit– tore non ii riflettano in qualche modo le vi· cende della sua vita intimn. Che la Istoria in· terna del Petiarca non conosca crisi e rivol– pimenti radicali, anche contrariamente a quel. •1 lo che ad altri, come al Calcatcrra, semb,a perfino documentato, si p:iò anche pen!atlo. Ma altro è concedc,e questo, altro è trascor rcrc all ·estremo opposto e cioè a negargli 'lgni linea di sviluppo. Tanto più che il Bo, Ma il favorevole ·succ:e!ltlo.come nella guer– ra. finisce col dar(! un crisma di 11ormnlità anche ad un operato violento ed aggrc&8Ìvo. Lo parie esteriore cd appariscente del perio– do tecnico costrultivo dc: fascismo dava a molti un'illusione euforica, Tutti gli incon– venienJi del gerarc:hismo e le restrizioni della libertà parvero dolorol50 tributo al nuovo or· dine. Anche la pace sociale e l"adesione dì tutte le categorie, e in prima '.inca delle for· zc del lavoru, indubbiamente volorizzate, contribuivano ad accrescere 5en:ia disper110 ne la potenzialità produttiva del puese, del quale all'esterno pure ero riconosc.iulo l'au– mentato prestigio, e il sentimento nazionale ne traeva motivi vori di oppagnmenlo. Per il Bozzi !'errore principale del fascism.o è l'a· ver fatto la guerra senza preparazione e pia– ni ndegun6, Allora si scoperse il pericolo della dittatura che gli spiriti ovvertili fuori di ogni illu110rio sembianza, avevano Paven– tafo. Vero è che la ditlatura non mppresen· la l'atteggiamento isolato di un uomo: feno• meno complesso al'.igno in terreni fertili e disposti od accettarlo e fecondarlo~. .:Nel tragico giugno 1940 da un lato si af· sco non può dilcndere la sua posiz'.one, 'C non· trascurando i fatti o facendo loro non leggera violenz.11. Li biografia del Pet,arca cc,noscc almeno Ire avvenimenti_di non lieve importanza: In redazione del Secrcfum. la morie di Laura, e la composizione dei Trionfi. Ora, il valore e il significato biograf:ci del Secr!.'fum sono assolutamente negletti dal Bosco; la morte di Lama gli sembra di un'importanza seconda• r.!a, tanto che egli giunge ad 11.ffe1mn1eche lli8 le rime in vita e quelle in morte non ,i saprebbe vedere alcuna g01tanzialc divcultà (p. 91): e quanto ai Trionfi, egli li spiega con \"esigenza, che nel Pe1rarca c·c,n, della opera coslruita ed 01gonica: essi dunque non rechc1ebbero alcuna novi1à, ma sarebbero sO" Jo In sistcmaz.ione formale e 1etorica d: una materia già preesistente. UGO GUANDA, Editore o,,.. io,..' - i'ARMA • Via c.,,,..u;, /J e:.•. p. 83816 " /,, <JIWjlQ libro llui:&ng(I ris– po11d• llllf1 donurndfl se oggetto della stori" è fo ,,,,,.,.,.ao la per- som,lit,ì.,. UIVlL'l'A' E S'l'ORIA "l.,b,o d'<>mpia •••pi,o. ;., ,:ui dt• cola, p~rj,,11u,,.,,.,. .,,.;.,.;11,.,0, Il ,ucco ,li ,nah• f,. ,Il c,~lhd • ,I P""' ,o •l•l 1,J;, 1vo11Ji .,.,,ici .i; ,,..,, l ,,. .. ,1 • ,u ,.,.,; ; c~mpi ,.• (Hrlu 0 •11i i111 ,110,l .. n•tl. Mileno) •• I.o ,~i/Hppo 1> •ci•n•" "'",.,,..,,/.,/lo uo,ia • Ji "e"'"· i111,llls•n1• .,,.,,.•.. Con l' .,,.;.,., ,otlJio •I poua <«I ,.,.,. ,;,.. ••••· '"Pid" "' •ffecac,, •ulla ,.,il,.ppo ,lo/I• fo,..,, ,/elfo caui,nu nooio11al, in Europa, ,1t,W a,11ichil6 olla fi"' d,I •«olo ,.,.,u ... ( Hhlot, ,Il 011uli 1,uli1icl i111~r••••foull Fi,~uu). Q'Jeslo, francamente, mi sembra u,, csem· pio palese <:liestremismo c1:l1co. Così non si spiega perchè a un cerio punto il l'etra.rea aentl di dover redigere quella g,ande e 1m– prenionan1e autoconfeuionc c\ie è iJ Secre· lum; nè si comprende q'Jal d1flerenza coua. pe,chè ce/lo uoa ce n'è, trn In ca11Lonedel– le metamorfosi e quella alla Vergine (cito intenzionnlmentc le due canzoni forse più studiosamente cesellale). E se nella com· posizione dei Trionfi enl!Ò quella ce11a esi– genza costrnttiva, perchè mai ai suoi sparsi e anteriori pensieri e sentcmcnt·i il Pelrarca credette di dover dare quell'organicità e non a::===========::lli GAETANO TROMUATORE degli italiani fermò in tuttn la eua forza. l'ego1ismo e la 11uperficinlità di un uomo, do.ll 'altro si rivelò :a scrvilit8 di co!oro che lo circondarono, e che potevano influiro sulle sue decisioni•· A nutl(l valsero i margini non indifterenti di autonomia e di competenza che lo sle"80 ordinamento dittatoriale riserbava a tanta I brava gente che mancò di dignità e di corag– gio, E. senza il funzionamento di quei freni, che Euore Ciccolli avevn invocato in un lon· tano discor110_aenntorii>'.e, si andò alla deriva. Poi vennero il 25 luglio e l'8 settembre. Cli italiani vennero posti in altemal1ve an– go11dose, vissero :a loro pili grande tragedia della storia. .: Quc:lo che qui conta è che, di regola, chi agì, chi rischiò In vita. fu sempre in buo– na fede. La tragedia degli italiani veri. one– sti. fu pouroso. in quel momento e, quando la lom condotta non degenerò in deviazioni delittuose, e perciò condonnevoli, la madre comune. ricomposta dopo tanto calacliaf!lh,, dovrà impcr ritro\'arc i suoi figli • Parole umnne, illlprootate ad 0;1esta com– prensione, fuori d'ogni generolizzazionc set. l'aria. che porla o giudìzi astratti arbitrari ed antistorici_ Occorre !ornare al ic1,..o de:Ia giustizia di .. sola può salvarci nella devastazione di t'1nti volori, nella di1falla degli spiriti che il Boz· zi considera più grave della 1teS11arovin.a maleriale operai:'.! dnl:a guerra. Onde il giu– rista .11.mmonisce conl'ro !.., deleterie conse· g:uenze delta cosiddetla epurazione, di cui denuncia il vero aspetto, tristemente nega– tivo: lo 11cnrdinamenfo dell'ordine giuridico, In devia:iione dalle regole essenzia:i di cui gli eff:etti si producono non subito, ma in profondi là. E c0sì I" AutOTe ri(lssume gli er– rori fondnmen1ali del\"epurnz.ionc: • incosti– tu:iionali1à, per aver violato garenzie ,tatuta.· rie; l'ibridismo, per 1:wer confuso mat-eria amminism11iva, politlca_ pegvio faziosa; Ja obfoeraz.ione di principii che sono a base di o6ni ordin11mento giuridico, come quello del– la ccrlc:ua del diritto, della. cosa giudiuta, della prescrizione. d~]'(lmnis1ia. l'nvvilimen– lo, infine, de:la funzione giudiziaria, co11tret. tn a indagini e a valutozioni che eaorbitano dal suo altissimo magi11ero, 0 che 'è funz.ione di lM>Vranità •· CAIO.oBozzi: La tragedia degli ila(iani oi,– .,.ula do un italiano, Leonardo editrice, Fì- 9 ABBIAMO ricevuto: ALOOUS HUXLEY: Fim e me.::.::i,Milano, Mondadori. 1947, pp. 362, L. 450. .-1 non moho di:,tonzo do L 0 emine11za srig'.n e mentre ii annuncia prouima la pubblicazione de • Il tempo deve fer. mrirsi, appare quealo Fini e mezzi, che ric:fl'edidone originale precede enlra,n– be /e opere. e iri cerio senso rie costi. lui1ee fo premeua ideale. Fini e mez:r.:Ì ri:JOleal '37, quando rion ir'e,ano anco– ra spcrimenlati tallii • mez.::i•: dalle camere dei gas alla bomba atomica. Ma po.uiomo auicurare c/ie i/ decenriia lrO– KOrso fra l'origin11/e ingleire e la ue,.,io. ne ilolian11 non ha 1noeccl1iolo l'opero, al conlro.,·o l'ha reM più atluole. Il pro· blema in/al/i che dà titolo al libro non è più /Jo/o osgc/lo di !pcculo:.ione c di previ:Jioni, ma è Kc,o come mai nello. vita comune e quolidiona e 1JO!sari.::.::alo a[ punii da dioenir tema di romanzi a grane/e tiraJura (vedi Buio a mezzogiorno di A rtliur Koe,ller) e da pale, essere percepito emohoamenle do lutli. Ci3 che ,opralulto fermo r attenzione di Huxfey è i/ proceuo di so~liluzione (che lii sia svolgendo !Olio i nostri occhi in tutto iJ .mondo) di q,ue/li clie ai polrcbbe. ro dire gli efemeritari principi elici del– /'umonilà civile con altri primi princi– f)fi irbocciati dalt'e,a.,pera:.ione sen.::a precedenli di passioni na.::ionalisliche e rivoluzionatie che fondano 11 moro/i nuo· ve•· Le quali, ireppur con qualche va. ,ionie a seconda dei paesi che le adol– lono . .ono ,o!lfan:::ialmenle simili: lulle a/fermano, dice Huxley, che il fine giu– stifica i me.t.:i, .sanciscono l'u,o i//imi– lalo dellG oiole,,.::o e del/'aslu.::ia, predi– cano la subordina:.ione dell'individuo a un'olisarchia regnante e deificata come • lo Italo•, incu/eono le virlù minori quali la lemperonza. i/ coraggio e ,imi· li, ma gre<fitor,o le virtù maggiori e ti::a:7 t:~:~lùe ~;~::~li!:~:~n•o "c'ìa: 0 J ,frumenti per /are il male con aumentala efficacia •• Fini e, mezzi ,eco come •°'· f(Xilo/o • Indagine Julla natura desii ideali e irui melodi adollali per realiz. zar/i II e conclude con que,le parole: 11 Ho cercalo di riferire i probfomi della politico interno e di quella inlernoziona– le, della guerra e del/' economia, de/- I' educazione, della religione e de/l'elica O una teoria della natura ullima della realtà. L.'argomenlo è vairlo e compie,• ·•o; quc.,/o volume è bre-ve e le cono– xen:c e copoeilà dc:1/'aulore irono st,d• , lomente /imitale. Inutile dire che il compilo è ,lo1o 100/10 in modo inadc– sualo. T ullavia non sono pentilo di nvcr• fo lenlalo. Anche l'abbozzo frammenla• rio di uno sinle,i è meglio che ne111u•,a .9/nléJi /f. SAMY FA YAD: El Borracho. Napo:ì. Pru· nas, 1947, PP. 268, L. 230. Scrittore in lingua i1aliana, ma liba– ne~ di origine, Samy Foyad ai Jimoelra venezuelano per voco.::ione. Almcn::> in q,ucsto suo primo roman.::o interamente ambientato nel Vel)e.::uelo, dooe l'auto· re 110 panalo dieci anni della suo g1ovi– ne.::za. E' il V cnezuela di Gomez e la vicenda appunlo prende l'aooio da un dlenlalo fallito conlro i/ famoso di/lato– re, per lroirporto,ci con due degli atlen– talori juggia:schi in ,un !)//faggio sperdulo ne/I' jnlcmo del paese in piena siuns/a. Qui fa 11Ìla dei pochi abitatori è quonlo mai misera, insidiata e xhiooa, ma la preaen:::a dei due rivoluzionari ricirce a renderfa più umana. L'amorosa figura di Frida e 'quella pofiliea de/ « Borro· c/10 • (che dà titolo al volume) oolgono a ccJlorire la narrazione, la quale proce· de &ecorodo modi che, pur non origino/i, non mancano di efficacia rappre,en– lalioa. IL 'PlGNA
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