Fiera Letteraria - Anno II - n. 19 - 8 maggio 1947
FIN E DE I MODELLI l'organisn:io dell'individuo n un inevitabile 1nçancrrn1ment1.,. L, condizione dell'uomo non più sonetto dall' aulorità degli alti Modelli e divenlatu solo p;:adroqe d, se stesso, è quella che ogai f;lok>fi e artisti stud.ano ed esprimono nel no– me dell'« esistenLialismo ,,. Per meglio dire. ciò che i filosofi studiano e gli sc.1i1to,iespri· mono, è il'angoscia dell'uomo abbandonato dai Modelli e diventalo solo padrone d1 Je stesso. Ecco un secondo dialogo delle , Mosche ,, di S:uhe. Ira Ore~te e Giove: (Conlinuazfone, ocdi numero p,ecedenlc) I Voci:: Le_ p~tt~re perfet(amcnte vuote degli im• preu1oms1L, danno 1I segnale di via libera. L'uomo d'ora mnanzi può andar franco, Non sarà più guidato dall'alto: s.i guiderà da sè. Libero d1 creare, inventa1e, cambia re, tuisformare senz.i obbedire nè a canoni, nè a principi prestab.liti, SCnza il dovere di ripetere alrinfinito la copia di autorevoli e imposti Modelli, Com"ncia allora rpelrero ~ec~:~gi;~cl" cu j:1;i :W 1 nl~e~~ ':"' ~:;:; creazione di l:rme in poesia, !n letteratura. in pillura, in architettura, in musica; que'. periodo di creazione dall'interno nel q:rnlc gl'ignari e i superfic'ali non hanno veduto se non un capr:ccio della. moda e un feno– meno di forzala originalità. Ecco un breve pauo dal LocuJ Jolus di Raymond Roussel: Il VOCE ,; Meravigliosamente dipinte e modellale. d.odici, figurine ~i pergamena. ahe pochi cen ltmetn, evocanti StJ un angolo del tavo!o ~;:,e l"'d!n L~~i 0si,~~:rip;;zg;~1i1d~;J~'.o';~ ~i; piattaforma quadrati l11sciava passare l'am, calda ·attraverso un'infinità di buchi piccoli e fitti. Sollevatesi senza fatica, stettero drit. le pc, effetto dei p.iccoli pesi posti sui !o,o piedi, e Sllbi10 si moa.sero seguendo il ca priccio del pazzo ,le cui dita em1vano sul !e»uto bucato. Qualche figurina privata un istante di tulle le correnti verticali, salvo quelle che sfiorandole .il dorso e l'addome la facevano oscillare attorno al proprio asre. avanzava o ind etreggiava. ·e ritornava inhne alla prima posizione con un ritmato movi• mento dt giga n. f VOCE Noj ora sappiamo che la lt.-gge del Bello è finita e scaduta la sua autorità: noi ora conok:ia.mo la ragione fisiologica delle for– ~e. d1pmte. da Cézanne, poi quelle via via dipinte dn1 /àu/Jes, dai cub.,11, dai negriz– ~nti, Chi n?n &a vedere le ragioni. scam- :~ta~i:ee Jetub;u,fo~r N;~ :s~::\i:a t~ffe::; ~ 1 :a:1~fe:~ot N:r1a 1 er:,:ute lià jj:rb~~ ne e da{ mo.le , Nietuche ha :significato la condizi.one di perfetta libertà morale; nella formula di là dal beffo e da/ brutto si può significa1e la condizione di perfetta Ùer• tà estetica. Si parla di tradi1.ione spezz.ata, di mestiere dimenticalo, di arte decadente. Er– rore. Nessuna ragione fisica nega a :m ar– tista del nostro tempo l'abilità di un suo collega del Cinquecento. ,Lo attesta la con- di~vad': ~n~à ctri~ /rl~,::~~ ti 1 ~io· ;~r co Calassi, ho veduto dei cofane1ti, delle cornici acolpite, delle coppe eseg"Jite dai no. stri arti[liani, che potrebbero egregilamente figurare nel museo del Bargello. Non si tratta di decadenza nè di perdut~ ·ab.Utà manuale. ma di un mulnto concetto dell'uni· verso, il q"Jale a sua volta ha determinato un profondo mutamento nei principii che in· formano i modi espressivi dell'arte. Dolerse. ne o compiacersene, è ugualmente vano. s· tratta di movimenti naturali, e dunque irre· versibili e inarrestabili. (Come esempi di Jemiurgismo IW(Sicale, i •1 Pezzi, brevi per piano/arte n di Arnoldo 7tW:~!:;{• u Ji, ~lb:~· 'Be7;;.enli dell'opera .L.estremo dell'autonomia, questi demiur gici artisti lo raggiungono netl'Espressioni· smo. Non a caso l'esp1essionismo nasce in Germania, lerra d'eleL1one del demiurgico. Le guerre che la Germania per'odicamenle scalena, sono la ripet"Jta guerra di un po polo demimiico, ai popoli idealmente dipen– dent,i da 010. e la cui vita s'is.,:ra tuttavia a un repertorio di metafisici modelli. Il sen- ~:~;10,u~;i ~ft:t°;':o1f.hegJI vr::: 1 JSj:e';: Kienza della sua qualità di demi"Jrgo. 11 Po 5X?lo~letto II si può tradurre in u Popolo de– m urg1co n. Una considerazione di carattere geografi co. L'Eu·o.,a Centrale è la terra mi,dre del demiurgismO. L'uomo dell'E~ropa Centrai<' si è in ogni tempo sostituito a Dio, anchr quando. per tutto altrove, raulorità di Dio e•a indiKussa. Modello del centroeuropeo è Wagner, il fam"Jlo del dottor Faust e fab· bricatore delr Homunculus · Da qu· il co· stante squilibrio nell'anima del centroeu10· peo, gli ceceni della na indole. l'assenza in lui di ogni preordinata rei(ola, il s•10 de– monismo: e la ra~ione perchè dai poDOI' del– l'Eurooa Centrale ci ven.,ono cosi frequenti e profondi. e funesti tu1bamenti: e la ra11,io– ne assieme perchè l'Eurooa Centrale è un;, spec:e di enorme officina in cui. al,.crementr e sistem~ticamenle, si lavora a fabbricare. non dico il Male, ma un complesso di ope•a1.:on; bt1: 1;nc~:r:~~e -::~,;id~ n~n!egR:sit~dtd::; q"Jesto: un nuovo concetto dell'universo si è sostitu'to al concetto antico e si va propra. gando a poco a ipoco tra gli uomini: e que· sto concetto, del tutto orizzontale e tmH1na– mente autonomo. eKlude esso pu1e oi;tni re gola preord.innta. Non vedremo anche gli ah,; ooooli dare eui p~1e nel demiuuusmo e d!ventare a loro volta altrettanti liberi fab. brio>to,; di maIP) Oniz.io della " Metamorfosi " di 1-'ranz Ka/lco. come es,.moio lel'erario delt' estremo demiurgismo del 'Europa Centrale I· Il VocE 11 Una mattina Gregorio Sampsa. de.stan– dosi da sogni inquieti, ,i trovò mutalo in un inselto mostruoso. Era disteso sul dorso. duro come una corazza. e alzando un poco il capo poteva vedere il suo ventre bruno e convesso, solcato da nervalure a,cuate, 1ul di Alberto Savinio (Citazione dcli' u Ode a Napoleone u di Schoenberg). Arriviamo così alla situazione di oggi. Si- tuazione nettamente ,eazionat.ia. Situazione quale si reggeva a stento la coperta. e Ma• va per Kivolar~ a tena. Ul\a quantità di gambe, compas.s1onevolmente sottili fo con– fronto alla sua mole, gli si agitava davanti agli occhi u. (Citazione del it-Mandarino meraviglio· ro 11 di Bela Barloclt, come esempio musi· cale dell'estremo demiurgismo del/' l:.uropu Centrale). artificiosa. Situazione statica e falsa. Non è, ORESTE ::s~tl1~e rf!:~e~d::e g~~ df!dt:'~~ 111~ 0 N 0 ~ Straniero " me stesso, lo so. Fuori dellll è po'5ibile ridare credito e autorità a Mo- n~lura c_onlr~ la n~tu,a. Senza SCUJ?, sen· dclii la cui in1ima u ines.senza 11 è staia sco- t altro nfug10 che 111 .me. Ma non ntornerò perla. Non è possibile r meltere in vita una sotto la tua legge: 10 sono co.ndam1ato l'l I VOCF.. illusione. Non è possibile tornare a credere non a_vere altra legge che_ la mia. Non 11· . Altra con!idetazione di car'31tere geogra· alla esistenza 11 in si: 11 di prmcipii. cpnoni, 1 tornero alla tua. natura: mille slr~de condu· ficu. Tra gli esempi pres; ,a documentare il leggi che, come è stato dimostrato, non so• t<? 110 ~ le, ,ma 10 non posso seguire che Jn ~ssaggio dall'antico <1lnuovo concetto rl~I- no se non creazioni della mente dell'uomo. m~a. I crche. sono un uomo, ~love, e ogni I universo, e gli effetti di esso passaggio Non è poss'bile serba,e vivi ed efficienti. I uomo de\·e mventa1e. lo propna strada. La sui!e arti I! sulla vita mentale, non ho trova· idee e sentimenti derivali da un concello natura ha or_iore.dcli _uomo, e anc~e tu: ~u. lo eaempi nelle ope1e degli ar,isti italiaiu. dell."universo . (~icetto tolema!co) che non .o,•rano degli dei, ha, orrore de1th •1omm1 E la r,agione è questa. Gli eHelti, del pas... cornsponde più alla cono :t eh · b saggio dell'anlico al nuovo concetto delr11- biomo oggi dell'universo.scena e noi a · GIOVE niverso, non arrivano in lt,dia se non con1e Moltissimi uomin: di mente stiao,din.t1ria• E' vero. Q!laitdo gli uomin: sono simili la eco di un tumulto lontano. L'Italia 11')n è mente ritardata, vi\'ono meccanicamente nel a te, io li odio terra di l!asformazioni. e di questa s:ra natura no~tr? tempo, . e mentalmente al tempo di n anl1s1sm1cn II dovranno tener conto anche Giulio Il o dr Leone X. Moltissimi uomini i promo!ori di trasformazioni poliliche. L'I· - e lo &co pe1chè così mi risulta da talia 1imt1nc: fedele ai Modelli. Conch usa molti esperimenti da me petsonalmente fatt' nel suu (.t1\lol1c1s1ro,come dentro un invo- - moltissiMi uomini vivono oggi come se lucro di terrestre eternità. Conchiusa nel dal secolo XVI a questa parie non foss:! suo cattolicismo, che è sentimento di un n1- intervenuto nulla di nuovo nella conoscenza dine prclllabilito; nel suo cauorcismo che dell'universo, e serbt1.no rotto superllciali co- r;ec~~S:elc:~:rca!a f;~cahzlonc:lls;ii~i ~~~ ~n~iìi•:~\v;:cac1::he~~-i~~e11! ~~~::m~: ORESTE Sta allento: hai confessato la lua debo– lezza. •lo no11 ti odio. Che abbiamo in co– mune, lu e io) Passe1emo uno accanto alraL ITo senza toccarci. come due navi. Tu ,ei un dio, io un uomo libe,o: egualmente s::,lì ed eguale è la nostra ongoscin. Chi li d cei che io non abbia ceicato il rimorto, durante questa lunga notte) Il rimorso. 11sonno. Ma io non pos.so più ;iver rimnrso. N~ 1 lormi– re. (Una pauro). gl'italiani fin dall'origine stessa dell'Italia; aveva l'uomo del Rina,c,imento. Sanno co. e C;Otto!lcier~no i rOm~ni ~i Auguslo, e ma. sto10 che 11:in il sole gira attorno alla ter· garr gli stessi compagm d, Romolo: ed è ., ra, ma la lena .intorno al sole. eppure la difesa del low caltolicismo, ossia delrord:· loro organizzazione mentale è come Se il Che co111ifa,e) ;il rt~~:t 1 :t~·sc;:~~on~·i1t: 1 1~,~~u: 0 f7r~:'t;~~I; : 1 ia g::~:;c ff~: 0 ~nc~~~ 0 Ti° c=~~~ 1 d~1Ì;u~:~ ORESTE ~~rl~ue1~~od~:~~~~~~l1e ddi q~::t;l1 l>d:~:~:~l~; di' ~:\:ve~:t'':11~od~e1~:cd~i~d~1::td~ Gli uomm1 d'Arg~ sono I m e1 IK>fflllll. uom ni dcli halia antica. Di qui l'atarassia 1111 ente supremo allogalo al r.01nmodi una Devo aprue gli occht a cosloro. mentale delrlt.alia, il suo eq~ilibrio. la sua piramide, nella quale si raccoglie tutto quan. I C10VE 11 s.iggez.ta n, il suo H esse.-e a posto " più lo il creato. di qualsi11si altro popolo d'Eu,opa. Ma que Questo perduro.re di un assurdo concetto Povera gente! Stai pe, donare a questi sto vantaggio è au~eme un d.'.lnno: il danno dell'~niverso, che d-a secoli non conisponde tuoi uomini solitudine e vergogna, per strap- ~~~~i'.lci;:z:i1.. i1e0e~les:; :c~~ji~~ntt' 1 1 : 1 iiam~ 1 ;i~ 1 ~ifme~l~~~~~t°no~ 0 :!~~n:0;1!· u~~\·e~:Ìanè ~:o!:,ai:;nnd·~~n t~~;o :In lilo~;c:;is;!~~rtli~ DUE POESIE cli Girolamo Comi Spirito d'armonia Spirito d'armoniCI - se l'impossessi delfansia antica della mia persona, ogni fibra di me arde e risuona della solarità dei tuoi riflessi: e la mia voce inferiore intona inni nativi o cantici sommessi di cui l'impeto e il ritmo son rWessi dall'universo che mi fa corona. Ed ecco una magnetica .raggera di stagioni e di siti predileltl risuscitcire in me una' primavern di concordanze e d'accordi perfet/1 dove brulica la crescita e il fiore, anima, del tuo avvento ulteriore. Ansietà di purezza Ansietcì di purezza mi sollevi lino alle fonti dove Tu allevi c1bbaglianli falangi d'Angeli - e mi dia {(I consapevolezza e l'armonia dell'immortaJitQ verso cui ·salr:: segretamente il mio tronco mortale ... E gli occhi mi risplendano di pianto nella contemplazione della fiamma dei Tuoi azzurri dirotti dove l'anima cerca In Pflfriri del .•-t10 vero canto. menli• universali del nost10 tempo, poe,chè le des.idcrio che l'uomo ha di crea,e in m<:z• loro oscena e sciocca esistenza, che h11nno ca~ steua è autrice di un più antico çon-, zo al nalurale, e continuo e inarrestabilA flui. avuto in c,ambio di niente. =rsa1;:veidìle~n d~i~na :~~COer-;;:,i:e: :ed=l~'.~iv:i~·-~:s1i 01 ts1~;rio (ri:· ,:~t~: ÙRESTE to universale. Solo ch'e anche i concetti dello II stato di autorità 11che via via orga· Perché negare a costoco la dispera:uone un;ven,ali vanno riveduti di tanto in tanto n':zza la vita degli uomini e assieme 011ta· che è in me, poichè tale è la \010 sorte? e ries.'.lminati. Anche i concetti univCjlsali niz.ta la loro mente. Questa la ragione delle G10VE muoiono. Che accctdrà quando gl'Jtalinn, si monarchie temporali e delle monarchie spi- C:he ne faianno? ~~c:;;:an;:sl tdu!i!:!:~~~ a;J:{i'.i nC:~i;;,- ~~li-'i~~~à~i Qu':taia 0 ;~:~vne:sodla qs~~1;: ORESTE no più se non l'ombra dei modelli? grande illusione d,i stabilità rngRiunla e d, Quello ..:he vohanno: sono Jibeu e la v1· La fine dei Modelli porta uno scad1men• raggiunla definitività, che è il Rinasc'men· t~ dell'uomo com:ncia di là della dispera– lv della d'tgnih\ dell'"Jomo nella rappresen· to. Questa la ragione di quell'ultimo varian· zione, taz'.one dell'arte, lui che l'arte del Rina te•del monarchimto che è il cosidetto 11 stato I Voa: scimento aveva innalzato a tanta dignità. totalitario J,: questo più recente e più inna. Perchè questa anaoscia) Così spaventoso Dopo il vuoto umano della pittura impres· turale tentativo di una condizione ,tabìle, dunque è andarsene soli e non ritrovarsi alle sionista. ruomo riaware nella pittura ma definitiv.a e conchiu$a in sé. Questa la ra- coste autorevoli guide che insegnano la stra– spogl:o della primit'va digni1à. ridotto a ele- aione perchè ruomo crede trovare un cor da e ne garantiscono la sicureua) L'uo· mento del paesaggio o dell'ambiente. E non rett~vo al male e al pessimismo della v:ta mo non è solamente un ctanimale logicu 11 rt;:ia~°:\di~e~itr~~ti:heH:vrv:d~f° t~~~ ;~chèer~c~~t~:it;ul;r\i~nific;ei(1 ~dit1r~iv:::~ ~ 0 :1m!lt: ~~;ma~~~t:'.i 1 Da ~urr:a!~~o pe~~ dei Modelli: perche nel nuovo concetto del. ticalmente li, ossia opporre un punto fermv pelua o; necess tà di dramma u, la sua. pe1pe• r universQ, l'uomo non è più una imitazione al disperante fluire della vii-a. Questa la 1!11• tuo propensione a vivere o; drnmma11camen· di O:o in terra. ~i:'one 'perchè i pittori credono di salvare te 11. E poÌchè con la scomparsa dei Mo- Durante il periodo di pass. 1 igio, gli alti la pittura della decadenza, ritornando a dclii sono venuti a mancare all'uomo i per· sentimenti si sono spenti 1_1dl arie. Salvo c1uella cccosliullività u, a quella forma chiu• sonaggi con i quali egli t< giocava u an rarissime opere, tra le q_uah.mette1ò .".lfune &a, a quella composizione u a piramide» che dramma tra sé e i Modelli. l'uomo ora e opere di. mio ha)ell~ Giorgio de Chirico e non t:· se non il rispecchiamento in pitturu r,"dotto alla maniera di F1egoli a fare tulio ~lcune ~1e pr~pr1e, 11 pa(OS è per?uto nel· dell'immagine piram'dale dell'universo loie• da sé e a t< gioca10 u un dramma con se I arte e 11sentimento ~ell amore. S,. avvr.rle mair.n: che- i,, come voler fare il ritratto a un stes.so. E' qutsto dramma n interno u che .an~i. come per uria ~ 1~pettosade '"mz:,",e:.,,• 0 1n morto, di cui mancano anche le fotografie. con parole suggestive si chiama (l angoscia ms1slente eccesso del.I ando. I ......." Que~n la ragione perchè musicisti e ama dell'uomo moderno n. d.el . legnoso. del cancatuiale, del mar onel• tori di musica credono di salvare la musicn Uomini illuminati, adopera levi a illum1M· lls(cr,~zione ,Jcf IC Tonzsllick,, di i'aul Hin. ~:~l:m~:1::t 1 defi:~~izirif;gi~n1;!/\:mt~i: ~o:i':~~ee ~h:osni t:~a m,~~~l~:~i::in~ ll.ta~ i~ ~::~7;). come esempio di marioncllismo in Vivaldi e comunque nella musica prt• t::i::e~~~ester~~~~tosJ~:egifti'o':~ a,:isci;~ Un giorno però q!lesti stessi. demi~rgici a.r• ~ej!~~;::~~~~~ ::i~ra inderu~~:ce~~si;:ie:~i: Salvateli dai tentativi di rianimare le morte ~~~1.~i ;~veqn~:t~ ~;11:,n~,:~~::i~u:~~t"! r: co dell'universo, ed è nella mus'ca ciò che illus'oni. sempre fallaci e dannosissime. In· fine di ritTOvareuna certa quale sicure7.Za s· i ,. fondi "'ro li aono nella pittura. ~r~na:ndti:~t~a:li~'~a ~enjt: ~be:~ao1: n:~ t,n~ttono a ricoslmire intomo a sè le in· (Citazione del Concerto Grosso in rr, ' 11 universo che non ci pnila nè tanto meno pto. c1ocinte sbarre della gabbia. onde non mol· Vi/Jaldi). mette n~lla. lns~nate a ,iconoscere nelle no– to tempo pr;ma erano evasi. Comincia cos 1 Tentativi contrari alla naturalità della con• sire illusioni l'immagine dei nostri propri de– quel oeriodo di rea7,ione in arte che d•:ra dizione umnna e della condiz'one.- univem,- sidc1i. Insegnate a mellere nella noslra vita, tuttavia e tenta di rinsaldare In troppo d1s- le, e dunque immorali. TentaJivi illeciti Og· liberi da ogni suggerimento o jmposi1.ione su. Jaldata pocs!a. la t•oppo dissaldata pittura. szi più ,Ji quanto fossero illeciti ieri, perchè per:ori, quelle facoltà di c1iterio, di regola, la troppo dissaldata musica. Il concerto PP• r·petcndoli oggi si mentiKe sapendo di men. di giustizia. di dovere, di fantasia. di poe– due pianoforti di St111winski è ,una delle tire. Qualunque forma ~i tot~itarismo - sia, di creatività mentale. di amore di cui prime testimonian1.e di questa rea1.ione mu• o pol'tico, o a1li1tico. o mentale - come noi soli siamo gli autori e noi soli i padroni. siciole. dire qualunque volontà di fermare il fluire E di non dove, niente a nessuno, più salda (Citazione dnl concerto pe, due pi<1nolor- naturale della vita, è destinato a incancreni. I sarà la nostra coscienza, più forte il nostro ti di Slrawin.•~iì. re l'organ'.smo che vi si sottomette. La fon- animo. più pu1a la nostra soddisfazione. Lo stesso SchOnberg compie un movimen• damenlale ragione della: immoralità dello sta• E nel non aspenare premi. sarà il nostro to di ritirata. come mostra questa sua lo tolalitario, è i,;i:erchèlo stelo totalitario fer. premio. ri Ode a Napoleon,. h. che a nostra cono· ma la via dcli individuo in una innaturale Amici, coraggio! scenla è la s:.ia opera più recente. &labilità e definitività, e condanna dunque FINE Estranei e umiliati E '6~iz:i~a d;~ii 1::f1~~e tsd:f ie~er1t1: Forse melodrammatica. Ma il melodrnmma non so se qui. esasperi .o accentui la re:i,ll~ delratmosfera .n cui m, remb,a ~he essi s! muovano. Un'a1mosfe1a di estraneità e quasi di um1liazioue. La nostm società ,ta met– tendo d<1pa,te Krittori, a,tisti e leuerati. O meglio, c.oè peggio, li sta relegando nel can: tuccio della mondanità, nell'isolamento d1 una geneuca e v'JCli'Ifama. . Si l!alla di questo: sembra che; uno scnt– t01e aobia lo s1esso peso so~iaie di un can· ionelt s..a; ce1to è llattato p1r.u·a poco come si traila un cantante di canzonette. Con In stessa curiosità. In stessa incredulità e qual· che voha con In stessa s~ffic1ente sopporta· zione. Probabilme 1\e espri.mersi in questi 1ermi· n1 sigrunca caricare le tinte: devo avvet11· 1e che n<>nho intenzione di e'3gerare: la mia parte in questa situazione di r1'pporti è di cronista disintereuato. Ho vu,to acr.ttori e lellerati insieme cun prcfessìoiù1i, p0li1ici, tecnici, li ho vis1i par– lare e discutere, ma I' ,mpreuione è stata. ed è che tra ili uni e gli altri vi sia estraneità, diversità di hnguaggio. Potrei ?ire. •~com: prer,~in11f. llC non fosse che tonp I pnm1, gl! scriuori a cedere, a piegarsi, a metteu, ne, p 3 É!i b~~ 1 ~i /:~:~ compito, sl:vo per dire il loro mestiere, ma riesce il più dilhctle e 1\ piU ingrato dei compili in questo caso. Pe!– ct,.è se d1mtn'JiKe le distanze, se inlrange 11 cristalla dell'indiffe1e11za, mette ~ncor più in r"saho la estraneità della loro condizione. 'l;anlo che sembra non p,ù liberamenle ac· cellat"' come un lavoro, mli 5'Jbho come una ~ee;~;: i 1~:\\'\;j:~~s:{~~ f.e~r:vi;:~e i d~:isi;i tera.ti 111vece s.. capiscono benissimo. S,..,no F:'~ile ~i:~rs~,o~essj;;~n~i. les\or~~=~z!o~~ sono disposu li prenderai rec,proc.amente m cqnsiderazione, a rispellarsi, a dare 1mpo1· tanza ai rispeuivi punti di vista. Veramente mi sembra che la nostra 1vc1elà distingua se stessa dagli tctÌltori e dai let– terati. Più o meno consapevolmente, e con ,entimenti e convinzioui varie 1 che pollOnO andare dal disprezzo nl\'fod1fferenza, alla curiosità e perfino a !lna sorla di timore r~– ve•!'nziale. llltt d stingue e isola i letterati. Cus.J che se per assurdo essa si potesse d~ videre in due categorie, la divisione dovreb- ~~ :s~:~t~a i u;fur~? g~~,;~~eri1, m;edt~: nici th uua parola e da:ll'altra i letterati, gli scrittori. Tutto ciò sembrerà pocc- vero a 1nolti, ur,a labile e incerta impressione. Una aommari.1 anal:si dei motivi che ccmcorrono a deler• rrinarla la renderà Ione più cred,btl:. Lasciamo stare il timore reverenziale e la curiosila che pure sono sentimenti :1bba4i,111- ~~t:iffou;:ni~~~\ut~\~ .te t~:·'1:•a~:~~::~:. za di una secolare educazione liceale del ~:~;:i'iià'd~'ìfa fa;!si~nu laer~~l/:a !:~~io:: lità del fatto art:stico. E sono anche il pun· lo di tuga da CUI il superom1smo COSlltU• ZIQnale della nosha natura evade dalla realtà che lo umilia verso ipotetici campi più e,oi· ci e gloriosi. A colora che pensano alla letteratwa, al– l'arte Come all'evasione. alla "Jnica caria non gjuocata del loro mancata titan'smo è natu· raie che il letterato appaia un ulisside che he ebplorato, se 110ntutta, almeno una buona pa,te dei campi gloriosi, "Jn fortunato che CO· nasce i segreti del\'immorlalità. Gratlale uo modesto impiegatQ e v.i troverete sotto un Toistoi. Frugale nci suoi èasseui e trov~rl':lc delle ca1telle dat1Jo1eritte. Ma lasciamo stare tutto questo. li giudi· Lio su tale bovarismo, ,a volerlo dare, non colp'sce il modesto impiegato, il pubblico, la società: colpisce di più quegli scrittori, e ce ne sono, che !anno .i 11 poeti II cioè i menestrelli e sacrillcnno volentieri alla loro vanità, In dignilà dello loro funz-ione soc.inle, Dì ben altra perlata sono l'indiff_erenz11 l., inc1edul.tà. talvolta il dispreuo. Perchè mi sembra che vi si possa rintracciare una re· sponsabililà degli scrittori. noL;ll'~tit8:~ntt. 1jj~~e::t:Cb:i,~~li~àn ri:~g: una specie di graziOSorifiuto della soc:età un e55ere che si diverte a vivacdl'!are 11i ~ar– gini della vita associata, è il primo onello della catena. Il bohemien, attraver&o una teti~ di fanta– siose melamoifosi, diviene nel novecèmo il letterato puro. Le differenze fra l'uno e l'.al. tro non inlereuano qui. La sostanza della i'::enro'sttt:e ,!ci~~:~ v.ia molto affine, l'i5Q- DivetsQ e mutato è invece rambiente.-Ln società del· dic;annovesimo secolo e di pa1te del ventesimo era troppo sicur11di sè, stava lr~ppo bene perchè potesse infastidirsi della presenza di gente la cui missione era di !iJ; e~~•dt;~t'a !li toif:r:fi_ia~ *n~~rC:~: e li aiutava. Nella sua ferrea 1trultura essi ,appresentavano una neCC1$ariaespressione di dt':~n:dJt:n!n dl~ni~l~oc~iviC~~lloS t o goffo La società dei riostri giorni non può con– c~eni. lussi, n~ :illimi di respiro. nè qiuo· chi. E una soc1elà m avanzato disfacimento che deve pensare a sopiavvive,e II se sEeua. n s~lvare il s:ilvabile. E pretende perciò che og:111 suo elemento sia mobilitato per la di– fesa della sua esistenza. to.Sf1is'!~~rt~~ j;jl: 8 i~ 1 u1ili~~e:i~i~ 1 Jcl/;j~~~ fun~ione. Forse è un pregi!ldizio di origine ~tonca e attualmcnle non fondato; non ha 1mportanz.a ora sviluppare una ccnsiderazio• ne dei gen~re. Il dato di fatto è che questo sospetto es1Ste e rende estranei letterati e scrittori. E lemo ~he cui q.bbiaqp appena iniziato a scontare 11peccato delln olone di avorion. G1us1-:Pl't ANTONELLI
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