Fiera Letteraria - Anno II - n. 18 - 1 maggio 1947
8 FLERA LETTERARIA SUU'ARTE DI TRADURRE Valéry Laurhaud ha visitato S. Giroltuno l'dTlc del lralurrc, d, cui Voréry /...orboud propone od:f1nr!urtt un J1toro i,ommcmcrnle comprensivo: De l'éminente dignité dcs trnducteurs dnns In République dea Lc1tres .. Come si vede, do/ traduttore trnditore ella é.mi1iente dignité: corre una certa dislan:.a: disan::a clic son ben /ungi dall'annullare i fre querl, de& lradutlori odierni di luUi paesi, per i quali unQ lradu.:ione, RCneral. mente, più che un problema di conoKen.:o di almeno due /ir1R.UC (per non dir nulla deg/1 innumer11Uli p,oblemi atl cua ineren– ti) è solo un solloprodotlo di /cc1fe smercio. Que,to contrasto fra la con~.:ione di l..-0r baud e fa cruda realtà, appare ancor pi' cuidenle alta lcltura di quesla difesa dc lradu//ore., gcncrosc.men/c intrapresa in quc• sia lnvocation: • U lraduclenr es/ mécon. nu; i/ cii ouis à la dernièrc pia«; il ne IJit pour <,insi dire que cfcum6nc1: il oc. eeple de ,emp/ir /e, plus infime, /oncfiona, lc11 rOfc, le, plus cffoc.b; x.rvir' e;1 50 de. IJi,e. e/ i/ ne dcmande ncn pour /ui-m(:me, mdlanl loute ,a gioire à Cln: /idè/e aux moi. lrcs qu'i/ ,'est c/,oisis. /idèlc ju,qu'à /'oné, enliuemcnl de = prop,e pc,u,nndilé inie/. fectuc/fe •· Caro Lorbltud, i lrcduttori lire· ranno un 1>ospiro ,/i solli<.VOa leggere l/UC• 1,lc righe co1l ,::cnerose: nu, piulto11lo dre molioo d'orgoglio, eui ,lovrebbero frame maliuo ,li acrie ri/lc:iiiani su un più p,eciso 11C,uo delle loro re1ponsabi/ità. .RIVISTA Se Vnléry L,:irbautl con~cc mirllbilmcnlc /'/la/ir. e /e lettere ifo/ianc, il •uo nome r1011 ha in lla'.ia oltrepassalo fo cerchia ris!rcllo di un certo numero di pcrwnc colle, 1cn.:o •«1u;:iun,:crc una Ocra noloricttl: cd è un pec. colo. perchè tlt veri t1mtc1 come Larbaud >:l'ito:iani, in ogni tempo, ne /uumo atJuli pocl1i nel mo,ido. E pocl,i come lui /wnno ~pufo dare alle lcllcr~ iloli,mc quel ,::rado clic .spclfo. loro nello gcrnrcliia dcflt1 leJ!c. raturu mondiolc. Uc parecchi t.nni l'oUiuilò di Vdéty Lor. baud è pro.icamcnlc i'idotla al minimo. pc, il mole che 110 colpilo incsorabi/mcnlc 1.mo degli uomini più colli, più inlclligcnli e più fini clic conii oggi fo hon(:fo, L'oppori:io. Mo, a parie ciò, q.ucs/o libro in cui ci piace rilrolXlr Ionie pagine del miglio, L.ar . b.:tud, è ,li un tnlercste eslrcmo e di una ll<lrielà e ricche.:-.:o che offre, ai cultori di buana lelleraforo, materia non di un sola, ma di porecchi uo/umi: ogni capilo/o è uno lese di slc;ria /d/erorio, o un e:oerci:.io d'in. u11eilt1dipende55c: da.Ila suggt:i<llonc d1 una erprelo:ione, o di lelteraf.ura comparale. fo1ogrnfia dell'autrice, 1n coperhna, che le ncfla ricer-ca di fondi comuni o di derilla• me.te in evidenza. nd ri,;o. i denti /orli). .:ioni $0pienti. Quel pcr/el!o conoscitore di In ogni modo è natur~le che con codeJl.fn avi. le!lerelure ncola.inc e anglosa.uoni che è ditR si lrascurino la buone cre:mze. Qu.-lchc Valéry Larbaud ci oJ/re ç-Ji, /inalmcnle rac. C$Cmp:o: nel 111oc.onlo/eri y,cra di un uomo co/fe insieme, /e prc:.iosc. prede delle 1u0 che le si mcllc nccanto. nl cinemo, ln proln S!:(Jrribande in un mondo d1c non si finisco! gonit'i, pen,n che • è un porco• e.on un".\ mai di esplarore; e noi ,tafiani abj:illmo non cerln roddisf.1:r.ionc e " còme vorrei goder– pocl1i malivi di rallegrarci a ques.!a leUura, ne_. pensn anehe s.:ntendo unn cruezzu. In nel ucdere quanta parte abbiano le noslre c&emp'o: nel racconto /eri ~ero, di un uomo !dlcre, cnhclie & modCf'"'C, ne/te ,eopcrlC" l'IRnCO a spogh~r,,1 sembra acccntrnto su quc. di Valery Latl,aud: Do Dante a Va,ari. da 1 ,110 p rtico·n,e • ~"nli l'odore dc• suoi piedi•. dc Sancii, a Croce, /ìno ad .una noslra if. In Jl;9eensore, rncconto condotto con molta lustra contemporanea, la tignora Gianna bra\'Ura, tmn mpidn 1mpen,.1tn avvcnl\lra d'n. Mcn.:ir.i, panando per Touo, l'Achilfini. more si a,olgi,, ("Osi: una mgnzza vn II com Alfieri, Barelli e l.lio discon-endo. Si può pnrei un cnppt:l!o, il <.tppclli,io le fo un dire che lo spi ilo dello lettera/uro italiana è complimento e lei i;ubito lo ~cgue 11cl reuo. in qucs!i 11fudi onnipre,cn!c: il dieci con- boueg;,: u L'uomo cm eo"ì ,porco, snpevn sala di tan:c, di troppe omissioni a cui una di tin:urn, e anche il suo lello era nero, le inlJClerala ignoran.:a delle lettere italiane co. lcnzuo'n non dovevnno c~r st,lle !nvnte cb sliingc i cos!rulfori di panorami a ,cela intcr, mesi. Tuunvi11 be11cl1C:. i<te,l'i per dare di sto na.:ianalc. A c~oro Valéry La,haud inse. rnnco, !"uomo mi piacevn, avc,•a c1nq11nn1,111. gna an.:ilut'o quale pn:.:iox, lleico/o di cul. ni ma mi piucev:-o. Che notte pa9is;unmo •· tura può dit>enire - in munean.:a di cono- Ora in que..t1 compirlcimcnu è proprio 1 l'Ccn:::e direfle - un lraclullorc al ,erllido. •~gno che lo Milani peuiste in una fn1JCgio rion dd me,caJo librorio, non del mcslie-re ,·11..nile:non sa mellere n frutto con maggior mo dell'arte. pn::.ienz.a compo,iti,,,.-,. la propria sensu.ilità, GLAUCO NATOLI ;,:olano~bj:~noinne~t:~e':;~7 11 :::~e d::c~; li libro d'una giovane scriltricc Dopo l' '' Estate " · del Premio fu tra i vincitori Mond~dori ne, in librericr di un 110 /umc che porla j/ MCJ1he leJgevo il libretto di Milena Milani Il più ddlc, ,-olte vi h", per vin di tali fo. suo nome è stola, o/Ire clic una ;rioia per (u L'Estate 1) seppi dai giornali che In ,gio. nesti, un risultato di grande in1111itu.mlen.:1: ooloro che conoscono c,J amano l'autore di vnne scrin,ice figuravo tra i vincitori del spesso tutto ti riduce n una invertionc (o Ce vive impuni, la lecture, Aux couleuu Pre.mio Mondndori per un romanzo. (Di quel ~v~r~~o;:?g=~~li o:~mC:,.~~i 1 n;\:!· e1:m';~ de R~mb:rJa~e ~le~ ,Blanc, no~ehè di/lcu. ~r;~:~recoc:;:,~;:,~ti ine~ic;n:u~~ 11 d: 1 ~~i:fft tnle inversione •i verifica curiosamente nei Jf ;;~.r: ~;,;; J:::ri'd~nle~~=;;es!:us YC~ un'a1lio,a polemic11 fr;, due ac.rittori.giorna· litoli dei giomoli (dal • Corriere Lomb.irdo, voeation de Saint Jéròme, appar1o qualche lisci presenti nlla resta). Cercando di ,vi:.re in giù) che certo debbono procurare strnnc se/limano /o dc Callimard, è un libro che l'imm11gint1zione da quest'ultim.:-o scena, ini impre»ioni ai vecchi lettori~ i qut1li leggono affronta .un pN:giudi:.io e ne /a ,riu,tizia con misi n pcm,are ozio1amcnte ,:-,\Kl probabile c<»• nelle cronache II Dal 4° piano si butta una argomentaziono più che p,ob'anle: si fisionomia del romanzo della MiInni p,.vlen· - la cameriero giovane a; non più come /rolla del ;:rob{ema del Jrodurre. Problenia do dal presuppotto' dei suoi 1 j_UC:Conti.Come I una voha ••Unn giovi,ne cameriera 1oi gella sp,etse oolte diboHulo ollraileflo i i;ecofi e arte narrativa, quello della Milani mi pare dal 4o piano ,. mafamente .i,,"slcmalo, poiehè /,a Jalo modo coa:ituirc quel che si chiam11 un Cl!.lk>-limite, lU\ erudcu., dei temi e delle e•pre111&ioni, a quella che ,i suol chiamare ~IIRCZZa po- un esempio estremamente carntteri11tico delle iipica dunque in tant11, murati\'a giov,milc polare di loggiarc una /oeudone protJcrbial tendenze delln ,mediu. l~llernturn dei a:iov11, acquista un caratte,_.. abbnstanu sin,Jokue _ 0 gi : direbbe no ,!oJnn _ che mett! ni. Alcuni anni fo, dtstlnguevn tnle leHern. negli scritti di Milena Milani. Da. un lato si Ql[ ~og •~ cn~· Jiscemimenlo coloro che tura un'arfenuosa predilezione per _i temi hn una sorta di baldanza, giovanile per l'ap· ,i ~endo:o' S::otoganislil del mia/di/o di lradu. 1 fomiliui: figure: di ::ie, di nonni e ~1 madr~ punto, daH'alt~~ unn o&tcn~zi::i~e di li~!là .:ione. Si suol dire in/alfi, ohimè spe'-Jo O entrava~o sorn!ona?"ente nelle pa,1rne dc! che ce(a un p1u .offerto des1den? fem_m1ml~ rOJlionc, traduuore trnditore .... Mo se qve, ,acconti a suscita~ at~sfer,:. crcpu_se':']t1n di venire a capo, alla br11iva, d1 quc1. tema sto dello è ,lolo /egillimafo da uno prassi e lievemente m~gl.~, I 1nfanzin e. I ùdole- c~e g~crolm.cnte impongono alle donne un~ aemprc più s/ronlGlo di commercia:i%:a.:io. scenza le 110leeia valide per e~re •I punto d1screz1one che esae suppongono capace d1 r;;,/:~:p~el~~:lu;;~a ile 1;~;1;;: !,,:'crfco:: :i!~n~o:e,in;;;c:r:t:bba~~:~:::i~e~;:~dnoci; ~:!ILd~\ ::~:~;:~:te~!;~} !i.la :~ 1~eld~r::: rebbe qui sup,er/luo c,'tare 11/uslri e•empi, in chi non lo 11,veva letto. uria tensibi itii. notevo!iuima che le fa tro. olt,e quello di Son Girolamo, pndre della Oggi rngioncvolmente, le ~eque si sono \"t1red'istinto k, chiave di unn breve vicenda Bibbia /olino e oulorc di gran parie defla mosse:• il dopoguerm nvanro i suoi diTitti e in un " pnrticolnre • d"ordinc fisico, in appu– Vu'gala. ouurto per qufslo 1uo /olica a gran ripropone il piglio ; maledetto •• la caraltc• renzn secondario Ella. 11ttnccn il rncconlo ve. patrona dei tradullori: • !ci.ba ., leur modè- rizzazione c,pres.sioni1tica, l'aridità delln locemente, in un: modo che rammenta \'olle le; Ju ciel /eu, prolccicur •. come scrille u cat.ivcrin • che aià (urono dei Ooeblin grn fame dei rn-Jazzi quando [omano dn /'aulorc di Bamabooth. dell'oltro dopo1uerr11. Le suggestioni nmeri . .cuo·a: qualche COMI di snno c'è dunque nel Ma il 1<1ggia inlroduUioo di ques1o CJolu- cane (romanzi e film,) intervengono poi a ■uo ,prezzo aggressivo; e vien fotto di dirle mc è lutto uno di/es.a e illti1lrruione del- suggerire un'e11trema di,ìnvolturn di modi. buon appetito. (Ma non vorrei che questa · Un·1 rccentis,;imn traduzione di ,◄ A. Story IL PROBLEMA DELLA ;i~c~;:;~a 1i 10 ;: e d~ei s:i:7CX:tcco~:'.d:'<t~~ A U T OBI O G RA F I A E.innudi) ci propone qualche -..o,~.der.;zi1•ne Anderson e che riescn sempre pii1 O!ICCnOil pmticolnrc d1e In fi,ur.1 intem. La S<:MunlitÌ\ dcltn Mi. [ani nppare però sempre sul punto di 50t tinlt.•n<~Cre unn richiesm d'ordine :,pirilunle: e quando si irrita è nppunto pcl dispello di non riuacire a toccare questo qualche cosn d'altro: che difnt1i, al'orchè è palesemente ce1c:nlo (vedi Lo pianta) non rieKe a liberar. ~i dal!(!. genericità. ma è sufficiente a dirsi quanto &-Ìa nnsioaa o lt:giuima la richiesta. Dicc\'o nU -ini:r.io clic pensavo con una cer· tn curiosi1a al roman:::o dclk, Milnni: pensa. vo che la 11ua riuscita doV1cbbe dipendere, d~I~ :',:~,:~adi r~~d?,~~e \t: : ;1i:b!z~o;!: :r.ionale la riCC4 irr:i.:r.ionnle (cioè diapeuiva) ,enllibilitA dclln scriurice. L. B. MILENA MILANI :L'E1101e, Ed. C.wt1llino, Vene:r.ia , 1947. GIIJSEl'l't: I.UOXGO h11 c.111uf1111to al/11So• ci1-tll l.!ditriu Si iUc110-, che rura la •tUcolta ddlt: t1iù $ir11lf,cctivc opere dei .,,a;:gicri ,t,artO ti/ l11tfi I dicl(tr/, "" Jr.oo Jlr.odio c,itica s.. Giamblllti,. Jla Ha.si/e, ta11 •·rr,I tlr/Ntlustrc Srccnrlsta 11aJ,o• lctOJtD 1,a11i ~ Le muse ,rapo/nane•• dalle l'glo– /(/or dtl "l'tn/a111tro,cc o C1111to lU' li tu,rtj I l dalla \' \'aiauridl' Q, i'n cr.oi il IJasilt col/abatò tau Giulio ::rsar,. Cortrsr. Il 80Jilc, cam"t' noto, l il aipo. IC"ola tlr//q lrtrr,aluM dWr11r.lr 111ipolrfa11c( co11 il "l'r11ta111rra11r • ha dillo (11/Q lrtt(l'aura "a:fo. 110/r itaUatta il 11<1, ,(lra,c libro di Jiabc, liirga. mr,11f J(lr hrg,:iol( ,fil fo:-ol.'sti di l1'110 ,·1 111011<!0, Sr,rw/ra,mo 11,•l/'im~toutr Ratcolt<1,Urrttu ,la Ca– lo11rro di .Hi,co, ul!ri Stisdi Ji Uiwsrppr 1.,wui:o sul Cor!rsr, Jr.o 1-i/ippo Si:ultr,.,tn·,, ,i,, Srnfllli, su Sol:,atnrt d, tii'1tmuo, F•,Ji1111111fu 111,sso, llo(cn (:"1,Jini, J.i/. .,.,o /Indo. F.rnr<to .lfo•ol<.1, l',,1m1ulr RulXCO cu. L'lSTRUZI0:0:E IJEE, 1'01 1 01.0 Ji t /a,i,:omtnu n-i/uppata ,tr/1,; Cl'Or/(ia dura111,·tli .a,rni dli po. Urt sovil'tico. l'r, ng11l -4.(0) abiruuti esiste una scuola mtdla, pl'r Ol{lli le,().@ UUG ,cuoia JUpt• ,iorl' "''"''' p,,·,.,c dtlla ,i-.,olu:io11t 1ro1tobrr ,,,.,. la C(or,-lo 110,r tsistr-:'<1110 uuolr swprriorl. lo specchio intorno t11le po,!ibilità e ni limili offerti dal• l'autobioJrafia in generale. Il libro di An. dwe,on, dichia1alamt;ntc flutohiografico, rap presenta per noi uno degli eaempi. più pro. 'xin•i della impossibilità pc, u ,o 11C11,io1e di E' possibile per lo scrilore restar fedele alla propria cronaca d',u.omo ? O do"rcì piuttosto ricercare le ragi.oni e le "erità della propria storia ? de:ine;11e narrativam.cnle la propria storin cende co,i do renderle magari l"lprovcvoli.leria •• si offre sempre nllo specchio un.a mantenendosi aul binario dc\!(!. (cdeltà, L'au· Mn si tratta pur sempre di una alterazio immagine •rettificala•. legJerrncnte cortei obiografisrno as.soluto, renli11ico, veritiero, ne che in qunlche modo n1ira al risultato ta da un is:intivo desiderio di dignitÌI il qua. 1utto appoggiato su\ fntti e aui docum~nti, di citrarre d11.lln • vita,. ,m 1<cnso \>IÙ forte, le fn ai che l'inunnginc ,ifless,.:-,si moslri ac è consentito allo scrittore meno che .a chiu~- 0 più coerente. In gcner~, questa specie di ccttt.bi '.e, prouimt1 all'idea• che si ha di •e (IUe altro. Per poco che quello ~nitore 5 1a inibizione, o di aglf1un:r.ione, non si presen. ,teni. Davanti allo specchio, involontnria. l'otato di fonta,io, per ~1rnnto 1 1 , pr<;'ponga ia come unn volontaria ricercO ,ji pmf,•z•('lnn. mente e fulmineamente, qunnto c'è di ri• di chic:;derc alla memorm un r~renment~ mento: c..,. è t,\nto poco volontnrin che IAss,;ito, di 11tanco, di .non aorvcgliato nei li. puntuule, un rendiconto non aofi1t1cato, eg!• spesso lo i,crittore non 1e ne avvede e nel. neamenti e nella pertona si corregt1:c, i mu finirà per scrivere la sto,in della propria VI· l'alterare In propria memoria (o per dir mc· scoli del voho. la piegn della bocca e delle n più (o meno) qualche cosa d"oltro. L, , 6 Jio nell'accogliere le alternzioni dclln me. ooprncci.jlia si mellono per co,ì dire 11 -.ul. memoria di uno s,crittore, e in genere di moria) egli (l.gisce con la massima buona fe• l'a tenti•· Tuttavia, -dicevamo, può anche un artista, è una memoria poetica, cioè fon. dc, convinto magari di rispettare IR lincn occadeze ehc nel ri(erire il nostro passato si lastica, cioè traafi.,1uratrice: nel momento tesissima e ;,ssoluta del vero. ~in tentati di inserirvi elementi peggiorativi. sie-=> in cui essa sembro adoprar~ docil Co!ui che 11erive In propria biografia non E' quanto succede- nnche di !ronte allo spec mente ed u.n recupero _de] _tef!lpo pn11sat~. è dunque t>imi!c nll'uomo da"-anti allo spec. chio cui hl.lvolta orfriomo il viso altcr.110 Òa cccoln pronta II suggerire, insieme con 11 chio~ Lo è scnz't1ltro: egli agisce oppunto un °ii:higno. In altri te1mini, se ci menia. tt fotto•• il auo nnturnle prolungomento fan. come chium1ue 11imena volontariamente di mo a fo, boccacce allo 11pecch:o è perchè la.stico e morale; or;, so,tencndol~ con u_n nunzi II uno specchio e si os,ervi, Anche ad ,domo presi dalla lentuione di vederci •di ~iudii.io o potlcriori, ora a:t'!gij"l,lmolo e rli: eS:!-Cf<: ulicni da qunltiasi formo di 11 civet. versi, di vedere quali polre,nmo essere in 1 ponendolo secondo un istintivo biwogno d1 eompo,izione, Allo stesso modo che l'ogJet, lo po1:o dal pittore dint1n:ti ai 1>ropri occhi ~;:~tae ;~11:Q:~~la ca::11~:/\~n~1cimu;a;~c~ No V J T À ' , iprodotta quanto 11e11timentointerpretalo, co. , l ncc.addc allo scrittore il 1uale SI p.·:1g'"Idì fronte t1i fntti delle propria esistenza nè più 11èmeno che se si poneMe di fronte ai fotti di un'altrui esistenza Vnlc a dire caverà dt1 quei fotti un sentinienlo, un giudizio che nec.enariamentc non aono più quelli che li accompt1gnò o. determinò. GIOIA AVE C. F. HA M U Z NEL CIELO momenti ccce:r.ion1 1ili:di furore, di pnura, di ,11\egria smodn1a: oui11 in momenti durante i quoli il no811o controllo si allenta e non • ci senli11imo • come siamo. In verità, non sappiamo come 11inmo o come sinmo &tnti, e :se, ,:-oll'improvviso, lo 5pecchio di una vetrina per la lllradn, ad tsempio, çi ofhc una repentina immngine di noi, colti alla sprovvista, ne prov'inmo unn torla di raccapriccio E da quell'i11tante ci mettiamo a reni fica,.; la no11tm espreHione: pc,ahro non ~ dura a lungo nello sforzo. Rncc:ontare i cui della propria vita è esat. trmente come mcUcrsi dnvanli allo spec· chio: si opera una ~celta. la tentazione di rendere il proprio aspetto dignitoso, o ct1I. mo. o temibile, è tanto forte che fa1almente 1101 scartiamo quegli clementi che potrcb bero compromettere il ri11ulta10. Come dice. vnmo, è piìt bcilc a un individuo privo di 111ensopoetico e di fontn~n. fnre dell'autobio grafismo in senllo str~lto: 111enonchè in un indi,iduo di tal genere In dcficicnzo fnnU'I. ali<R è lutt"una ·con la deficienU\ mnemo nica, sicchè in definitiva il ,uo racconto i;arA insidinto. invece c::he dalle alterazioni e dn qJi apporti drll'immaginazione. da lncune e imprt.-cirioni: nnch'csse nalur11lmentr in\'O lont11ric Acconto a quc.ta trasliguru.ionc fontasti• cn se ne vcrificn un'ahru, morale, che più rHica.cemente ostaeolt1 In verità e ehc è: ,ug. jeritt1 cki quel naluralc i.iinto di difesa, cui ,i può dare 8enz'nhro il nome di ipocri.,;a, Si tratta della tentazione prcssochè irresi• ,tibile di rendere meglio accelle alla no.stra Con il romanzo ~ Gioia nel Cielo,. • for1u! la prova più alta di Ramuz • il noto autore di 4 Derborence • realizza la perfetta favola lirica, ineccepibile per il 1aglio, tutta tramt'!.111 di musicalissimi temi, simbolica senza astrattezze. Si h~nno perciò d,1 considernre con so. 11pet'o tutte le aulobiografie] Per conto 110 11tro, quelle degli nrtisti e degli 11erit1ori so, no, ohrechè suggestive, molto utili: t:.JSe ci dànno <1unlche cow di meJ!io di quel che è: alato un uomo: ossia ci dl\nno con una cer!a 11,pprostima.zione quel che egli avrebbe I ;:;~~ri:ss;;:n~oi;r !n!u;r~l,u~;._:~:~e~~;:-, mcute creatrice c..pperò !onta.nn da una vo. lonlft documentaria rispetto nlln verità sto rie.,; m:, nelle ,e Vite• famose, dull'Alfieri nl Goethe nl Goldoni nl!o S1endhnl (il più co1_1~pcvole, forse, dei propri !rucchi), al Ce.hru, ecc. non dobbiamo cercare una ve. coacienu le nos.lre 11zioni; il che non vuol dire che alle vicende rifcrilc si opporti Sem. prc un miglioramento capace di renderle più c;onvenienti e digni1011e Può ••ccodere per· lino il contrario: 099ia che si calchi la mnno A VE - Vi.a della pp. 108 L. 100 Co,i.ciliazione, 3 • Roma. proprio JJ.Utaluni aspetti negativi di tali vi, ''==========================i! rifà nuolutn per l'appunto storicn bensì il ri,ul :o.to di una !!'Celta operata d~llo Krit L' I IfANZIA DI UN PITTORE Di Tomn, iu ltalin 11isa (m,:-, poi davvero:?) ,hc è un grunde pillore dcll'ottoecnlo, un iso l.11.to, un elegiaco compositore di interni sc1,1I bati dfl In ,inunzin e dnlla pena: il poeln de. gli or~oni. Ma che Tom11 della sun vira d1 orfano sia stato nnchc l'nrgulo. brillante, P.•· letico de~rillorc è certome11te ignoralo da.1 più. E se non foue In buona vo!onlà degli Amici del libro di Cnlntina queste • Memorie d"un Crrano _. 'll..irebbc,o ancorn sepolte 11el buio. Chè non certo In precedente edizione napoletana hn snpulo diHonderlc. E noi .i crede invece ehe l'nccorto gusto di Pancu.zi aumenterà di queste pnjine il suo ( fiore • delln noslrn prosn dcll'ollocento. E' in questa nutobiogrnfia una cn1dczza d1 laglio nnrmti\•o, una verncitì, d'ncccnto mo– rale, non tropPo frequente nei no9tri nnrrn 1ori dell'altro ,ccolo. S'è detto accento mort1lc: chè da pastoie linguistiche e reloriche T 011111 è \'ariamente 1mp:1cciato: <1ulieismi, pcdt1n• lcrie di • &erillore per caso • non mruic~no; e a volte appesantiscono irrep.uabilmente I;, pngina. Mn quell',1r,ivt1re nll'oggetto di primo acchito (unn nmncanw come di pudore), quel. In fretta di dire che può ;,pp:uire seiaUerin e che invece è l'ndcrcnzR forte a una pro– pria. storin patitn ... Premono sulln penna d, Torna certi fotti iBOlati nell'n,in grigin del lliente del pn,sato: ln muovono a ,itaJliarli come da bnmbino 11i divcrtivn oltre che a • ri– trnrre lç incisioni del Poliornma pittoresco" a. ritagliare • de' peni di carta, a cui, gi• randoli fra le manine, riusciva a dar con le forbici conlomi delicAt-inimi ,. Il ritmo nnrrt1tivo è: rRpido, virile. tutto con. centrato in una ,ua mira pedagogica, in unii 11Unesemplifict1zione mornle: • Avvertimenli. al· figlio• 1non che si caschi mai di peso, nell'Horl11loria), eNme di coscienzn di un M• tista che ha a11puto ratificare lo. sua vow, zione al di sopra. di tutli i fnci]i inganni e i comodi richiami del austo conlemporaneo. Le • Memorie d"un Orfano _. sono la storia schematica ma intensa d'un uomo che deL l'arte fece il dialoJQ della sua vita, !"unico dialogo, no11 •l'altro•· In una !!Ocietà che 11idisgregava quando ancora la nuova non ~i cm costituita: e che - . anche senza l'inten• to cosciente del nnnatorc - si stacca nello. dondo del breve meconio, con una ricchezza di colore, una vivacità di profili indim.cnticn. bili. Si cerchi In 11tupenda 11,,vventuta barbo. nica alla Favorita, quella così cuprimenle nt– tu11ilcdell'arresto al caffè di Capodimonte e la tormentala lnnciullezza nell'esilio medioc, va!e del paese di Puglin . GIORGIO PETROCCHI C. TOMA: Le •Memorie d'un dr/ano• a cu– ra di A. Vullone. C11latin11 1946. !ore iu mezzo agli el~menli offertigli, i::o:, unn certa partcolnre vero11imi;i:lianza, dalla memoria: e dif.ntti non è rnro il c-ax, ch<t una \lutob:ogrnfia posi/I. e8&Cre poi amen1it1, dalla S:oria p1oprio nei ,uoi clementi 1 1 110. rici •. Il c1itico che prendesse alla lettera il ,a.e. conto in prima peraona ispi_rato allo .crillo– rc doi cnsi della propria vita, cadrebbe i11 un errore. Egli, il critico, deve lrnrre da quei casi indicazioni psicologiche non com. bacianti di neccasità con quelle pertinenti nl pcrsorwggio • io a: deve volgere la ricerc.t n ricostruire, 1111 quell'io cmblematieo e am. bizio110, il vero u io~ dello scrittore; scm. pre che si reputi conveniente ricercnre di uno scrittore quel che si dice la , per&o nttlità umana• e non ti pensi più giusta. mente, come Sninte Beuve, che !"unica bio. grafi-:i di uno scrittore è la bibliografia. Per tornare a Shcrwood Anden1011: il suo– libro è un bellissimo ercmoio di autobio. grafia cosciente, non ipocriln. non conformi sia. f..3:li conotce tanto bene la propria in. capacità ad casere u sincero • che vi rinun cin senz'nhro e 9j ntt\!!ine all'unico pnrtit(> ones·o che gli si offrn: affidnrsi ulla 11\C, moria accett-:u1done e afruttondone i ,ugge 1imenti estrosi, i 8Cdimenti fantastici. gli appig'i, le occosioni; non scart<1rc insommn le immagini estranee che il ricordo sugge– rillCc. nè sacrificnre i sentimenti che ne dc rivano solo perchè roli sentimenti, attuali. r.on fecero porle (ma chi può dirlo:?) della reahà di ieri: badare infine a ricreare so pramI:to dellu propria esperienza • I'euen u delle cose •, Il riimito che Sherwood An. derson persegue non è: 11eniplicemcnte il ,1 tratto di lui, AnderllOn, bensì que\\o pili SÌjnifieante di uno 11crit1ore americano nnt(> in una oert11 aocelA, i11 unn certa ep0('A (1670: come dire il medioevo) e crcsciut(> e invecc.hinto in certe nitre BOcietÌ\ cd epo. cn. Lo scopo del ,itrollo è p01 quello di giustificarne lo .sfondo, cavando dalla ~uo nmpia prospcttivt1 crfeni oro. ironici (clic vuol dire no1t11lgici), ora dram.nmtici, desun ti, questi uhirn.i, dt111":imarezza ehe procuri'" al vec.chio uorno deiln fase 1i pioniera• l'.w. ,•ento della fase • &111ndnrd•. M11 per questo, aspello, rimandiamo il lettore al libro egre. giamcnla tmdotto da F"em-a11.dt1 Pivano e alli, intelligente prcfo:r.ione della rnede,ima Lm1mo B1c1ARET;,,
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