Fiera Letteraria - Anno II - n. 18 - 1 maggio 1947
FIEHA LErl'EHAHIA 3 NO·ZZEDI SANGUE Racconto di Paola Masino insieme afferrando il frutto. G1e1ina mon. dò un ululato e cercò di non 111,..c.i.ire In preio.'l mentre le dava colpi nel fianco co.1 un ginocchio per allontJnnrln. Ln pndrona strinS:: i denti afferrò In servn per i, ciuffo. L.a terv11,, a capo torto. nngh1.1vn. L:i po– drona, sempre con unn mano tenendo!,.1 co•Ì disco&1n. credette di poter alzare con 1'11ilm Egisto e forselo 5Civolarc in braccio mn, fo53c In fretta, fosse l'ini, fos..scro iili utti che le do\•a coo lutto il proprio cor.x, In vec. chia, o un t1ntto lei cuoca ;sedia e cocomero rotolnro110 in terra dove Egisto andò in fran– tumi Quasi foue s1n10 di gesso. · LA . m~1ti1u1 presto la 1trnda è scm ,re 80 . lz1,nun. Non è una sluadu u1ilc, nello cii. là. L lmnno IMciat.11 nnaco11n nel quartiere centrale, b~.nchè J)(lrnltela nll'nrtcria più im. i:orlantc. E una vin con qualche giardino, due o tre ncJozi, case d'obiwzione assai modcs!c, e il aelcinto a piccole pietre, ma. lngevol~. Pnssnno dn questa slrodn i taxi con gl, llffll\nti ubbrnccio1i, quulche venda. !ore ombufontc, le rondi11i. i fili del tele– fono, la corla slmcciu e la polvere n ,,,1.,. Ioni quand~ tirn vento: perchè In via corre dal fi~mc 1n bn!l&O, n una piauo di mcr. ~ato, 1n nito, e l':uia vi gioca dcnl!o con,c 111un flauto. Subiro c!opo l'aurora. oJni giorno. I:. pri. ma .n. percorrerla è una vecchia donna di 1crv1z10, li nome Catc1in11. Esce da una del. le ,ulcimc case eul fiume, 1i avvia lcntiSllimn ali estremo opposto, verm la piazzo alto per fare la 1pe1,a, Andnn~o gim atlorno I~ 13uardo w1pcflw11. Scruta le ringhiere dci giardini .con le ijJ)(lhicrc di plumoo,io e di oapufogl.10 ma non ne vede i fiori. Vede che le 1nfcninte sono rugginose e tele dt ruano vi fonno vcln· Ira l'una e l'ahra vo– luln. Tutti i giardini appaiono sguolciti, J,. m.a hn11 così presto. Il ciclo :etcno è ancora «&sopilo, pieno di brnndelli notturni e rin. ct1.lia10 in giro all'orizzonte. Le rondini nc1 ni~i ai J?uli~cono il pello e le ali con pic. cola colpt di becco Ui>j()rdinc e abbondono di tonr.o nccompnijnnno la vccchin fino al. In piazzn. Sullu pio:u:11 il ciclo comincia a prendere cerio liquido splendore. - - Non per me - mu,io!o Cntcri.nn. _ Per mc r.on c'è che polvere e spazzatura e luc.:: da 11ediei candele. Per i signori pe– peroni, per quelle lu.irissimc sguuldrine di mclanznne e per i loro nmschiacci pomodori. Tutta roba tracolnntc, benehè debba fini1e porcheriu nelle ponce dei padroni. A que. sia idee. fmnlmcnle. un pqco tra sè e sè ride e anche in lei 11i fa atrndn un barlu. me di speranza. Ma 1ubito ai richiude e fa dimett<,'l nel suo natio per puura che le vcr. c!ure, in mezzo a cui ora ai aggun. avver– tano la bn1taglin. che ala per muover loro il -otlt-rfugio con cui le forà prigioniere'. Più qucl!e !Klno rigoglioac e tronrìe delln proprin bellezza, più lei ai fa umile nel\'al. lunlare la mnno a .ceglierlc Appenn lt: hn in n1ano, però, dentro nelln· ce1ta pc~lnn– dolc, e.note. cc;trioli. zucchini; dentro in fuma, bieta, radicchio. piwelli: cosi pigioti che subito impurano 11,nchc loro che cosa I \uol dire e~scrc manomeS&i dai propri simili che, o parità di merito, per 1:1010arbitrio della oorte, postino su te e ti frncn15ano le spalle con i l(1lloni. - Giù, siì1, rìglioli11i cari - Rhign11 In vec.chin con una bnvn di voluttà agli nngo!i dciln bocca. - Giù tu, cipolla, carino min Era inuti'.c, per m~, profumarsi II qucslo modo. Perchè io con le mie minacce !OZZC 1i ,poglierò di tutti i tuoi vdi, io 1i spnc. cherò con u11 cohellacc10 quel culo londo ~;rcs:c~~evn~~ s~~~Cr: ~,h;ein e1,:~ 0 nfo i~1e:i~ tua casa. Invece eccomi qua n guardare an. che fe dal bnuo. Giù voi, pcrchè alui.te In tesla ,n spinre} Per voi :-.on c'è 1pcrani:a, creature malva,ie che non m'avete dato mo. do di vivere nnchc io lu mia vita. _ r cori un colpo di coltello 1pncaivn il cuore al~ T8S;di) - riprendevo poi rivolta al. l'e!etto ,che d11,vvcro tt poco n poco andava acqui11tnndo una specie di fnccin umana: con orribile frastuono entrare nclln boc-cn d'Egisto e darvisi a un'orgia impudica. Dnp. primo la vecchia. senza fogliersi dal!' Jc;. quaio, si limitò a gridar loro, qua5i fo"cro s:a1i ;(ntti o galline: - Via di lì, sciò, pn•nvio - ma vedendo che a nulla vn. levà e crescendo In sun ira: - Marocchini - sorrideva: - Carogne, non avete più femmine a casa voutrn? - e brandito un co!tel!occio s'arrampicò sulln aediu donde ai mise a sciabolare rìnchè ,non ebbe sgomi. nato gli assalitori. Allora richiuse il lnsacllo D'un ba!xo In pndrona s'era rimessn in piedi e già stava per d,1rc intero sfogo al proprio lurore quando con spavento vide Cnterina torcersi nl suolo annaspando con le moni e 11 volto lividi i.n cctrca di aria e di quei vegetnli relitti e a uno n uno strin gerscli nl pc110 e immergervi il capo 'Sempre p:ù dispcrntll.m<.:nlc ululnndo. A LOC.",RXO, FELICE FILJPPL"-'I ha:,inta il ;,;,,,o }'1rmio in Nte to1eca,so f,a autori r,;l:url ,;i lingua ,ta/iana col ,aman'O "Rag110 di sr,a". Il P,<111io compo,to 2('(lO fro11ch/ St.i~ri. li ucou do p,,mio ,li (r. 10'"0 j J/Olo aggiudìtato a l'io O,ttlli p"r il 1110roma11'0 "La eara della sabbie" * 11. (~1-US l'R~;~IIO LETTERARIO DELLA Cl1'1'A' DI l'\RIGI j Jtato aggiudicato a Uo11• Pau/ Far1:ur, µ, il (01t1plts10 d(l/c sue opuc s111 Parii•i. 11. l'RIX DU QUARTIER 1.ATIN 1 stato ag,:iudica10 al Six. T,11c, ,fa u11u iiuria P!rsìt• dMla t!al famoso .Ho,o-Giaffrri. I.'U11io11cNacio– "alc dt1li ln1rllrlf11al/ ha p,otolalo u1n1,a qurs1a ass,1,1asio11t tlec tonsidr•o ""Il 1ca11dtJ!O . • Il. T,wt, rx collobo,altJre dc I.a Gcrbe sollo l'ou11pa1io11c, :~11,11 illttr1ea10 d<,po la librrorionr. * LA lHBLIOTECA DI rALAZZO UORBO:s'E cht rra staia 1la11nr1tfa1adall'inundeo 1coppiatd dopc la l.ibrrtnion,, t stata ricostit11ila , :rac.ic SO• p,111w10 o p,rlci,ai,1c11ti di oprrc dupHcalr falle pr(sJo la 8,'bJiottta Jlll=rino ,. a q11r1/o Nario– •a/, • - Mi ti hanno nmmnunto. Egisio mio Anche questo dovevnno farmi: non gli bn: clava esser.si presa tutto la giovineua min, anche la vita tua hanno voluto. Lad,i, cnni aifam.. :i.ti Ma io non 1i lasc.10. 10 ven:;o tM1 te. ·1 i ai vole\"O mangiare, eh. qoclln ,chi. fo:1,(1,Non gli basco.no a lei , suoi amm1ti, che vuol prendersi il marito mio} l\•ln dilit'.i che ai avvicini e io me le m:ong10 il cuore I - E improvviso alla p11dron11,:- Vin, viu, cagnn acelleratn. va vta di qua! l'IU•.\110 DE:,.\'SE CLAIROUJN, fOHdalo m:1~:rani~t;t~i: :~t:i;~::a:/r~~:Udet!~~ ~!':,,J::•~:: ,~} ;;;:>;~~pc~~:;:o;~~•,;:;::::i ~ ~,";_ ~i faceva In \'occ di Caterina che ora nel ;~; {;; 1,; ";: 11 ~~:~,:;:,du!:..'"'~t :,:t;"::;:~t~t•; circolo attonito degli ospiti (ICCOfll, solitnriJ. .,tn,ìo Co11a:•ogfio 1>r1 La k:llre k:arl:ale di Na– perduto, do!cissima, materna quasi. cercnn. rlram,1 J/au1i,o,11e, p,ecN,,o,t ddlo ltlfuatu,a do di ricompor5i i resti del suo amore, oor- amrrfra.,a. Dr/lo 11i1<d11 fau,m110 p.Jrt, Som<rul ridendo lrn le uhimc lacrime su'"!uimvn: Mo1111l111n1, A,,d,t .\la/,au .:, }Nlit11 G,ccn, F,ançoh i11:;m~~ 1 :e::te>r:n cl~:g~o:t:; 1 :Ì;11::::: :~~;r::';u:~·~,~":::,cN::;Jl~~o,f'."';!c';;,:::,o'c~~:;:: :-aggio, 1,adu11,icc ,mchc di MMY ll'tbb , di E~• più nessuno Il vuole. lo e le in cima all'or. 1,.,1 11':JNJh, l1a ,accollo i suQ,agi ,urn11imi ,lupo madio di Dio a vedere gli angioletti buoni rhr .lfa1,,:h11>1r e Cruu, fo:,o,r.:oli a Charlcs Mau• mentre nffettnno 1 ,ignori per prepararci il ,on, /ratlulfo,r 1U T,is1r1111 Sha ,i.dy, di Strrnc, l1011• prunzo. Egisto diletto: poi ogni tnnto scendo "" /atto raus,1 comu11t '"" 1U 1Jltri 111tt11bri della ,mch'io in quella bdl<i cucinetta del ciclo fiNrla. a pr_eparnrli una' colazione, come oggi, che ♦ c..rn il nostro giorno 1i nozi:c, ma \nss~ la SCA.\IIUO Dl f'UBBLIC:\ZIONI NON RJSER- 11g.norn _non può. vcnue per ~rlarll VII!. e \',\TI~ AGLI STATI u:,-11'1. "L'Autbasciatu ,lrgli POI f~~la o pezzi, per':hè .la signora se ne Srali Uuiti ili Roma ha inforu,ato che il signor va ali Jllfemo, le lo dico 10. 1/arry R. Strilman, /1111:io,.ario dello prrdrlfa - Per cnrità - diceva intanto la signorn ,IHrbastiata. t stato foca,icato di p,nrdu, ton– ni .marito e agli invitati: - pc;r carità, in tolto ,o,. i ::rari .Uinist<ri rd Enti sJaloli italiani frelln un medico Caterina è impazzita allo sto/ID di pudisporre lo sca,11bio drllt pub- C:.h·lcti'.'a In uci.1 e alzò un moment~ gli ~~::7i i,::ra~:\ ":;,d~:~~;:/'a lt A,umini• oc.e I SUI presenti: • Il. BRITISII COUNCJI., allo scope ,li fadli. lare lo 1ca111biodi p11bblka:io11i r,a U1<ivcni1d, Istituii e 0,,:11ni:uitio11; tN/tu,a/i ,tsid<nti ,'tt Ila• Ila e G•a11 /Jrctu,:ua, i11vilo le o,ga11,·uatior., 11,1- /iauc che 1/csidrrfoo f'ffcllua,c tale uomblo ad Inviare al BriliJII Cou11dl due o Ire delle Ja,o pubbllta1io•1i acwmpa,:11atc da ~11a risposta af• fcrmali:·a. • - Caterina non è imp11,zzita - diNC: - Caterina se ne vn da questo m11nicomio •per p1ovorc n e1Sere felice almeno unn volta, con 11nn creatura almeno. Caterina potrebbe nncho perdonarvi ma gli fo fatica. Caterina hu già troppo foticalo per voi e voi del per– dono di Caterinn non sapclc cosa farvene. Si m::mgiu fonic il perdono} La. minestra di Catcri1111 ,i man'6ia. I polli anmto di Cote. riim ,i mnngi11,no. I b:.idini di Caterina an– che 10110buoni. Ma il perdono che cibo è} Ne nvelc mui 11c11tito \"Oglia} Nepimre im. E' IN l'REl'AkAZIONE /"ruo l'tdito,c Cri,lo FILIPPO PISIS - lfogmr.zo di Venczfo Jt ~n;gi;"!e eh:c ;:;_~ E~~!~~ :oJ:::/iE;~;:~ :,~:rlll•~•r~~~~:~1,:0!/n ,1:~~r,;;:u•~~us~!a;::'f't:~ mio sohnnlo. Ma non !o nvrele più. Con ~:;fa ~ •.a~,a1:"'J} A~i10:~•:\/'!,;::;":1~J;:t't~p::~~ .dt~a~ :a.vn; :~t:rfo ~rofa:::n:!~g~a u;n~~~~n~ -------------------------- ma nessuno ha mai voluto irl,lnrdnrmi per- - Vedi come mi trnllnno} Anche qui mi chè ero nern. Fncci11, ner.i e pane.io bianca spiano, neanche qui \'Ogliono che io sia pa. e per maagior oicurei:z.n coprì il cocomero lui mi potete bullorc nel bidone della 1paz. TtorlR e Stori~ dclL, kt&l:1 le;ilr.l.!e moderna t Zilturn, ma con lui resto. Per sempre. a cNra di I.11cia110 luci~"o11i, '°" prrfo::ionc di Mentre diceva queste parole In voce le si S~lllio d'Amico <1 ,011,p~rndc lt~i di Anlofoc, Sto• cm andata facendo leggerissima, nrcnna I nu/a:,ski, e.ardori .cro,lf, A~p,a, Jfcyuliold, Vo- ;e~~clae \,i~;:c~ M;n: C~,;~n:ei~~ut::r:: ~ifcn:di>i t:~~hr::~· !en 1 di :,~,èmi::hinm~ giarti per benino. lntanfo pialiati ,ulla te. massucmr!i} O forse non mi ami più} - sto queetc palale piene di terra e bitorzoli. Al!om piega.va il cnpo sollo un nmnro &c:011. Pov re creo.ture, come me, sono. J'utto il forto e per quel giorno l'inconto era 10110. peso del prn11zo lo sopporta.no loro e i com.- Lo sposo d11,ll'nlto armadio finiv11,nd secchio plimenli li ricevono sii nitri; • squiJJilo que. dclb sp:izzalura poichè Caterina mai 1ivreb.. 110 minestrone a>h il basilico•• • ottimo be avuto il coiraggio di metterlo in pentola. quclto ,formalo col formaggio•. • deliziose Si può uc.cidere In cosa che ,i affili, ""me queste polpette al l11,11e • e le palate ziuc dice il poeta, ma 11011 In si può cucino.re e io 1.ittn mentre abbinmo fotto tutto noi. Unn mottin(I, 1111'improvvieo, riapp11,r~'ero Sempre 10lto terra loro, sempre ull'ocquaio sul mercalo I cocomeri. Caterina ebbe l'or. io Ma, potolc mie, ac c'è un paradiso là dine dalltt 1un podronn di comprarne 11110 ce· ne vogliamo 11are sc:dutc in 4 ho, in ~ca- molto grande da mettere in ghinccin per l,1 gio'oni come quelli dei bimbi, con il buco sera, chè sarebbe venula gente sotto, e fa.ria sulla tcst11,dei l11giolini, dea-li La serva nndò al mercato pei tempo, girò 11sparngi e dei signori. n lun,a-o trn i bonchi, soppesò, nnnu~ò. scr.1• Co111ìmonologondo p.issava di banco in IÒ e prese l'ongurin pili lucida, tcurn, ,!e. banco, acmpte con il petto gonfio d'ira e rica e soda della piazi:a: fo11e cinque chili vendetta. e la fac.cia di verruche. Ma ap- di polpa infoCPtn e dens11,di so,:wissimo aro– pena .si nvvicinova alla mostro dei pesci O ma. Nel pollarl11, o casa sudovn, ma insieme della carne uno strano nbbuttimcnlo le Ja. con· il sudore rancido delln vccchiQiP un,. ceva rallentare il p('IIIO e 11,llnrgare le ditu. giovane felicità le correvo le membra. A.r. che lino a quel momento avevano con• tanta rivata, non mise il cocomero in ghinccio, voluttà mnlmenalo le verdure e i legumi. m11,in allo sull'nrmadio; e poichè il solito Neg.i animali ritrovava il predominio degli vn.1:10 non ~urebbe ba51nto n reggerlo. lo equi. uomini, non osavo insultarli a viso npcrto; librò su un calino rovescii,to. Il fondo del nella eamc avvertiva un inebrii,nte mistero e.alino era pii, stretto dell'anguria che, in per cui la 1ua mPno preparandosi a 1ocC11rla giro in gi10. sporgeva e ,i nii:l'.lva nrroton. ai fncci.-o Ionio trepida. da non avere più la c:lnndolii in umi curv11, pcrfelll'I su cui acin– lorza di strì'ngerla e ,trapparla. Avrebbe, ai, tillava in sp;cchi lucenti il sole come In fai. volulo .caravcnt11,re a tena il pcs.ce con i.•io- ce della luna .su un'ncqun profondn. lenza, ,battere al muro la trippa e la cor.:1l11,, Tutto il ~iorno Ù\terinn parlò nl frullo pcs!are quiutì di bue sotto i piedi, sedersi pomposo sacrirìc<tndogli e squnrtPUdogli ai aui cervelli: m.a acntiva vivi quei lacerli e piedi melanzane, rPdiche. bnrbnbietole e aveva quasi pnurn, mc111re li riponeva dcli. i:ucchini. E per meglio parlargli gli delle un c.ofnmènle nella 11porta, che l'nvvinghiau..,,u nome: Egisto. Egisto dnll'nlto pareva sorri– c lu fece11cr0 1chiavt1. Così molle, peianntc dcrlc con la bocca quadH\t4 del toncllo. Di su· d; sè, come le risultavano quelli tra le quondò in quando la donna montava su ditP, avevo sempre immaginalo l'ampll"s"O una sçdin, logliev11, quel tauello. in,inu11,va vi1ile e con eguale sentore di .sangue e pu- un dito odunco nella polpa molle, ve lo ruo. trchzione. E'. quimdo tornovu a c11s.1 per- .vcva piano piano ripetendo: tando la ce1ta pesante facev11, grandi sforzi - Egisto mio. una carena per te, un b;i. p,.r non avvicinnnela al fianCt,. cino per me, mio Eaislo . Allora un poco A casn. in frclla in frette, qu11,1in occhi si passava sulle lnbbra In piccolo cuspide chiusi, prepor11,vu e cucinava Jn come, poi, dell'<issnggio e dilacando le nari aospirnvn lavale le m1,ni con ogni cura, accglievn il e a:zava gli occhi al cielo pili belreaempkire delle verdure comprate. Tuuavia. con il pas11,,;e delle ore, Egi. Una vc/'%a rotondiaaima. dura e saldata nel. sto, lontano dall'ucqun e d11,Ighiaccio. ma• le proprie foghe, o uoa zucca arancione O lur:wa rapidamente sollo il sole di luwlio anche un ondu!oso cespo d'insalnla. Lo mcl• che lo investiva in pieno. L., vecchia ora 1eW1 in nho, aull'nrmadio dcll11,cucinP. pog. lavava i piatti e l'I ogni piallo n lui .si voi. giaro olrorlo di un vPso e, pomodoro celrio- geva sospirosa: lo ca\o:o o peperone che fosse. lavorando - Come va, Egistino} Come ti 11cnti} gli parl11,va. Per lui trilava rapida, slridendo Hai monaiato bene> Sei felice della lua in u11 riso maligno, aglio, prezzemolo. basi- Cate C'lte? - E aveva uno stringerai nelle lico: a lui inneggiando 9Jrnn11,va fave o f.o.. Ep:ille, un ebb.,~aarc rapido del capo 11u]petto, gioii. mutilnva ~pinnci, strappava oi sedani I uno squittire di sorcio, e il pudico {OH<~.re le foglie da.Ha radice come 111rappassc un di una giovinetta che solleciti il primo ba. dente d11,l1'11,lvealo al peggior nernico cio. Per tul\o il tempo che le 9<1rebbe oc• - Mio tenero cespo - diceva dunque: corso a rigoverno.re e poi finchè aveue prrs. oppure olio zucca: - Mio bel c.npo rigon- salo in terra lo s1racc.io . Caterina, per nm– rìo vedi In buona 111incstrina che ti prep11-1 mirare In voluttuosa goln del\'11mnto 1enz,, ro} Co11 i tuoi aimili mio dolce sposo. Come doverlo locairc con le moni unte. avevo la. tu 11 mc. !o 80. ]~ vedo do come fanno ociato aperto il tassello. Ma ecco, t1 un lrnf. quelli che servo, con1e tu 11,me, 8C ci fos. IO, uno. primo\ '!'0~, e subito una l<Ccondn simo incontr.nti primo e. aposaci .. tritumndo e una leri:o. qu1nd1 .uno_ vespa e perfin~ \111 •enza pietà 1 1uoi fmtelh, ovresl1 prcparn·o moscone pclo,o e 10!011110come un uco, con un cancvnccio. Tornatst alle fnc.cendc, uno squallido ago. mento venné: n ba1terlc in cuore: mnlinco– nia ehe ogni tanto la obbligava a aedeni e le fece 5Cendcre due lacrime aride, cattive, per le rughe del volto. Affannavo un poco. Alte cinque ncn resistette più. 111furia tol. se il cencio, il tassello, e po_1giò lutto la faccin sull'orlo di quell'intimo squarcio L'odore del frnuo ora non era più così nla'. lo come al mnllino. il>nzi 'IÌ anduva 1fn.11cian. do_ in un che di animale, di grnuo, di llln• gutr:oso. Ca1cri1111, ne ebbe un r..apogiro. Ri. Qoondo disse; _ Per sc~pre. _ fu _np: !!~~:=~iT~•°;;;d:i',:' 0 1;:• ;n•~i;;,~:• ~ pi;;:;,,~~: pena un soffio. E ben pochi dei presenti la L., Jfritllfmf, G. ProsJ>rrl, V. /',;11dolfi, A. !,l. Ri- udirono. p.rl/ino, J •• Solee, A. Spoini e / •. Sonar:ina. I mendosi mormorò: - Giggi, ti stni facendo grande~ Anche In polpn dn cristnllinn ero dive. .nuta viscido e d'un colore filamentoso, qu:i. si un viscere aperto. La vecchia ebbe ver– gogna e richiuse il la&sello. M11alle sci do. vette 11,ncora toglierlo e pnnnnclo sul volto. Un'intima ar"Sura e come una voglia di cor. sa le facevano sudare le spalle e crescere l'affanno. A loccnre Egisto ai 1memoravn e placava: ma dovette notare che anche In s111>erficcdel cocomero. fin qui duriuima e tesa, t.i afflosciava: - Egisto mio -. Battè i denti, prCl'lndn un freddo inso!i10: - ti stai invecchiando - e sedette all'nhro ango!o delln cucir.e. mnni incrociate ,ul grembo, gambe rattrat. Per la di Ungaretti La Fiera Letterario si dichiara licia clic, in seguito agli ullimi deliberati del Mini. ~ro della Pubbfica lstr.u:r.ione. la que11lionc unu1cn11m•10 riguardante ,C...1u.seppe Ve /(o berli:, e Gi,useppc Ungarcfti sia :,Iota /ìnal. menle e /ovoreoo/menle ri11ollo, re11WuCndo oi due 11criUori qoella scn:nila di monlc co. rl ncccswria Q/ buon ondomenlo del loro lavoro. La c/cci11!onc è /JCnulo o rcali:r.:.are quon· to un /o/tiNimo numero di &eriHori ilo/ioni aoeva, /in dal 1945. auspioolo in un memo– riolc prc1entato al Ministro di allora nei ler. mini che qui oppre11110 ci piace riprod,urrc: Al Ministero della Pubblica btrui:ionc le. a gunrdarlo mestamente, scotendo il ca- Ncll'imminenz,a che nuovi, definitivi e ,in• po_ Alle sette fece un srronde sforzo per iOli provvedimenti s!ono presi nel confion• riu&eire o muoversi e prepornre i\ prnni:o. \o di professori universitari nominati ta.li Ma non provò nessun11, gioia nell'affettare i per chi11r11, fama durontc il decaduco regime, ce1rioli e le carole. Non potevn neanche pnr. ri:eninmo doveroso da parie nostro richi11,. lare. Alle otto, disperata, lornò vicino n Egi. mare in modo pariicolare la Su,1 attenzione ~lo e con odio, n morsi. gli mangiò il las. toprn un pocl;i e so9ra un critico del rico· sel'o. Sugo le c,olnva dagli angoli della boe. nosciuto eccezionnle valore di Gi.useppe <"11, e lnc1ime dagli occhi Ungcrrcifi e di Giuseppe Dc Robcrlis. I qua• - T oh. piglia questo ·_ singhiozxò. - li non potrebbero nndar confu,i coi soliti Ora anche tu mi trndi,ci. te ne vni di là cori prorìttnlori senza susCÌIIHC un molo di 101. i signori, Meglio nelle loro J)(lllce che nel prc&a e di dolore nel mondo delle Lettere. mio cuore. dì. brutto screonznto? Così agendo si \'Crtcbbe i11fatti n impo nomina e De Robertis Fiduciosi neil·uccoglimenlo ch'Elln vorrà riacrbare o quealc noslre porolc, e nel sen. t.O di equitù da cui sarà ispirato ogni Suo delibe;nto, l.e porgiumo i lnostri migliori oncqui. C. Alvaro, L. Ancc11cl1i, G.B. Angiolet· li, M. Apo/onnio, F. Arcangeli, A. Baldi. ni, 8. Barilli, C. Bellonci, A. Bencddli, L. Berli, A. Bcrlolucei, P. Bigongiari, C. Bo, A. Borfcnghi, M. Bontempdfi, L. Budigno. C. Cavalli. E. Cecchi, 5. D'Amico, !J. Dal Fabbro, C. Debcncdetti, E. Emonuelli, E. Fa/qui, G. Ferralo, C. E. Goddo, A. Ccugiu· lo. A. Collo, G.A. Col)(JZ:.eni, C. Gnudi, A. Crcnde, C. Lon:.a. G. Leoni, N. Lisi. R. Longhi. M. Lu:i. O. Mocri, A. Maglia no, A. Moravia, A. Pola:.ze.schi, M. Pannon• :io, A. P'1rronchi, G. Piovenc, 5, Qoosimo– do, C. Raimondi. R. Rebara, A. Rinaldi, G.T. Ra,a, 5. Ro.sati, P. Sun1i, A. Sa-ci• oiio, V. Sereni, L. Sinisgolli, E. Sogno, S. So/mi, A. To/onclli, L. Trovcr$0, M. Va/. secchi, A. Vigcvani, G. Vigorelri. Romo, 23 ottobre •. 19 dicembre 1945. ;I quc.tfi nomi ,'e ne po!rebbero aggiunge· re oggi a"che mo/1: altri, e non ma"chcreb– bero quelli slranicri Ji primissimo piano, in qucrnlo il riconoscimenlo del l)Qlore di Un. F,:ate!li e Dc Robcrli,11 non è un /alto e.sc/11. – sivamcnle ila(iano, Egislo n sun vo!tn ,icmeva un sugo binn. verire l'inaegnnmenlo universitario dell'ori• e.ostro pieno di granuli rossi, CQme il stmguc ginolc np,:-orto che tento il Dc Robertis quando si decompone, quanto l'Ungaretti hanno recato fino nd oggi ------------- Alle nove cominciò a )lquil!nre il cmnpn. con uno conlinuitll e probitù di lavoro su. nello del &.1lo1to.C'llerinn ,..edeva il nume10 periori a ogni clo.;io e riconoscimento. Ogni della toneria vibrnre nel suo finettrino. ml\ Governo lxn avrebbe polulo e potrebbe fnr• non 6i moveva: cominciò invece a tremare sene sostenitore senza incorrere ndla taccia d'orgasmo. Appol!aintn sulla sedia aollo in di proselhismo. cre.dcnza, con le. bmccin strette i_111omoa cl menifcstare questa nostra convinzi 0 . E,a1sto e la guancio sulla 111ngunnc1n balbe1., ne, sir.mo rimas!i. come dovevomo, estrnnei tavu: a ogni presupposto di partito oolitico e di - <?iggì ~io, non mi lascinre. GiJgì mio, s~uoln lc~lem,ia, pcrchè effettivamente sin non mi lasciare. I Ungarcltl che 11 Dc Robertis meritano di Ed ceco o un !ratio spal11nca1lli 111, porla essere considerati al di foprn di qunlsiasi e la pa.drona schizi:arc in cucinq gridando: compet:zione immediata. - ln!Omma. questo cocomero lo si può I Ma non co,, uno studioso dello Sua le. avere sì o no} E' un·om che .. , vnlurn. oggi !);cposto ;il Ministero della Pub- S'interruppe a guardare catcrrefalla Cntc. bliw htruzi,me. noi dobbiamo insistere nel rinn. Cnterina non parevo vederl:i. Cntcrina tOlfolineare il triste signifi<.nto d'ingiusta e ::~ 1 !~n::~~r:, 8 bi~~~ì:a:tir~~ij~o.,c~:sc't~~1::t ~:~~d;o::;~~=::: 1 ~cave;~ ~:n lc~:~~;1i::e~b: di furore lo spinse. Caterina barcollò e con I di .i"mnere un provvcdim.cnto che sacri. lei barcollò. ]i'I in aho. il cocomero: mo ri. licas~c due uomini corne il De Robertis e mn"&eroavvinti. La padror"'. rh,: ero giova- l'Ungareui. Esili non da oJgi nippre~nln 11e, musco!osn, nlta ed energica, mise le ro deR11nme111c, t.inio in ltolia quanto nl– mani su quelle dello icrvn scoslondoJliele e 1·e1111ero, h, 11oatra critica e In no 8 1rn poesia. c. s. t'ORESTE!-1., j/ HOIO {,111to,e i111:./tSC, l: J/lllll C1J>Hla1t11(1/o dal magistrato di Oakla11,J, C11/i– /or,1/11, a pugarc 166.3 dollari , J9 u111esimì qHle itr1/t1111i:w pc, da,111i 1cclomati t!a 1111a s11a n, pad,01111di caw pu a:•ere lo urfltorc ,o-Ji11ato 1m maK11ifico tapprto prrsia110 Ju/ (.11111/t ,:,:,r.:•o -:,rrsato una borcrtta ,t'i11thios1,o. * Wll,IIEI.~1 FURTWAENCLER che /,a follo ri- 10,,,0 i>t 1/alia dopc un'asseH:a di Jri a11ni, iu– truojato ,rlf 11110:i ·:irir11tamc111i ,l(l pubblico w,lo la musica. ha 11/ch{a,ato cht la lotte f,a ani/a, e modemo, f,u nuo-:.-o e clussico du,11 om1ai da 1,c11/'onni. si può di,c a,1.i che duri ,,,11, epoche d11 srmp,e 11011au,,.,ia dawc,a a 1111(1/tn. Cli ~~~,:. ",;,'.:;;~• /' ut1~t~ic;;,0S:;: r;~"';,o~~~ti~o:;; .,,.,.,te proprio ,,fr,.te, al111rno Pt• o,a, semb,a rssoc tauibiaro fra i cultori 1/'Euttrpc, * SI I::' RIUNITA AL \IIM INALI~. so:to la P,t– slde11:a del S01101rg,elo,io Cappa, la Co111111i,– sio11cpr, il Cillenra a passo rido/lo, la qu11/c ha (l,au '" r1a111, ( :•ari p,obltmi fotoes,a11ti ralt:: Jrltorr.
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