Fiera Letteraria - Anno II - n. 17 - 24 aprile 1947

FIERA LETTERA ANNO Il - N. 17 llSC•: IL GIO\'EllÌ Settimanale di lettere arti e scienze ltOMA - U Àlll"ilc 1947 UNA COPIA LlltE 36. -,(-.~--..<--<-,.(-,.(-...{-...(--<-,-(-,.~ ,i. Direttore : G. B. Angioletti t + • Dire:io11c e rcda::ione: :Ì 4, Lungotevere Tor di Nona 3 • 'fel. 55679 t 1 Ammini..sira::ione e PubbliciUl: 1-J Piaua Madama, 8 • Teler. 50.919 ~ EDIZIONI DELLA BUSSOLA ~ ROMA ! ~>-<->--~>.._>-<--->-'-><--->-+---►'-►<--►-->· j SO.l11l1ARIO: Francesco Peni: La crisi clelle ,,,,.,; - Leone Piccioni : Libertà e ~o– cia/.it.à - Alberto Sav-inio: Fine de~ modelli - U. M. De Angelis: il ci.elo è vici– no ali.e 11w1itag11e (3) - Sthepen Spender: JJoesi.e - Renato Guttuso: Uoberto J\:fel/.i.- Giorgio Caproni: Rqjfa.e/e Carrieri --1 Luigi Pareyson: Esistenzialismo a Torino - Note e ra:;seg11edi.: G. 8. AngioleuL K de' Coucioi~ G. Natoli, R. Pal– lucchini, E. Galluppi, G. Armancli, G. Cd.lò, C. V. Lo,lovici, G. Petroni, G. Trom– batore, M. Mazzocchi, I. Crem:>u:t, F. Scroppo, Vanessa, ecc. ....... <-..<-..(--.•<--•<--.•<---<---<-•·<...-<__,,<__,,<-..( ,} Abbomimcllti: aunuo L. 1500 • annuo con t \' pugnmento 11cu1e11trule L 1.100 - auuuo con t Y I J)8gamcuto trimc8lrulc L. 4l0 - Estero: ao- ç nuo L. 2500 • Quota mensile per abbo- Y f uamenti 11pccialj ( i11scg111u1ti o studenti) 1 -~ L. J 25 • Pubhliciul: al mm. L 25 ~ t copia arrctrat:a L 50 f +-<--<~~o;~~~~~~--<-,! Discussioni e polemiche sull'arte dei nost1-i giorni un rom_anziere nostra stessa espcr:cnza, e che di q:iesto n:>– stro clima stcr:co hanno asso:bito lo spirito sia nel bene .come nel male. Come vede la "crisi delle arti,, A questo punto ci si domanda: gli .ar– tisti contemporanei - e qui si parla in linea generale - questo <1ualcl1e ccsa non lo ~on::> dare. o lo dànno e il pubbl co non riesce a sentirlo ,a goderlo, ad appropriar– selo: per Ìgnoranz.a, per .incom-prcnsionc, pc, partito preso o per qualsiasi altia .Jeficien La si voglia? Ecco il problema. V 0 :!i~er~:iisu~~;: :~cu;. i~eaiia cf:izia~ tiva di Cesare Zavattini per una lotteria naz:onale dell'arte. un po' da!l"articolo di Carlo Bo pubblicato sul n. 8 della « Fiera Letteraria u del 20 febbrain col 1i1Q!o • Crisi delle lettere n. e più particolannente da alcune osservazioni di Albe,to Savinio, nell'articolo dedicato al musicista Enk Sa· tic, e apparso nel n. 9 della u Fiera " del 27 febbraio. In tutt e tre questi scrilti. anche .c in Savinio il 1iferimento è indiretto, si rico– nosce, apertamente· la frauura fra l'a,te cOn· temporanea e il pubblico. Zavattini la de– nunzia nelle arti figurative, Bo nelle lcllere. Sav· nio nella musica. Zavattini parla di isolamento delle co- scienze e allribuiscc il divorz.io tra arti fi· gurative e pubblico all'ignoranz.a, al fatto che l'opera non è pres!!nlata conveniente– mente alla intelliscnza del popolo, perchè - dice Zavatt ni - u i 1ecensori d~llc mo. stre d"arte, nella maggior parte dei casi, ~sano un linguaggio privo del desiderio di mettere l'opera esaminala a contatto con la immaginazione de:la {olla 11. E questo è purlroppo vero ... I critici. e ncn scio quelli d'arte, usano una spec.'e di ge:go preten- z.iosa.mente tcenico. di linguaggio cripto- grafico preuo a. che incomprensibile alla comune intelligenz.a del lcUore anche suf– ficientemente colto. lo rico-do di avere let– to in •Jn l'.bro d'arte hHi come qu~a: ..-1-1 cbnubilazione della sua icastica a:uloc.oscien– za auivante pres,cindcva dal croma1:smo11. Carlo Bo denunzia una vera q insufh- cienza spirituale " nel lettore italiano, un.a ronna vergognosa di d s:nteressc. rJna ne– gazione aprioristica. un rifiuto addi-ittura d'incontrani tra il lett-'le e lo 5Cl'ittore n; e accusa i direttori di giorr\tlli o gl':ntellet– tm.li in gen~re di grossa .ignoranza e di eno,. me presunzione. Sono csalle quC$le motivazioni di un ma• le reale, di •.ina situaziene eh "è a cono– te.enza di lutti. e che fa della categoria degli artisti e de~li 5erit1ori nostri una del– le più povere della vita economica italiana? ~°; 1:dc,.;° ~:~;ru;;e:::~,u~: ~he 1 ~:pi~ pubblico e quasi tulle le fomie dell'arte: contemporanea esiste una incomprens'onc: presso a che assoluta, che i quadri sono gY.Jdicati saorbi, le poesie più o meno er– ~etiche '?flO soggetto di riso o di dilcg– ~o, che I romanzi sono lasciati in pile in– !atte sui banchi dei librai e che. al solo ,1cc.enno di una musica di autore conlem· poranco. tutta la famiglia si precipita sul!a radio, e devia la lancc:lta dell"apparcc.chio so un'altra stazi<'ne, alla ricerc."l d; •Jn po" di Beethoven. di Wagner. di Chopin, di Bach o di Scarlatti. E non parliamo di co· loro che cercano la canzoneua di Natalino Otto o di Nino Taranto. perchè la catezcri.:1. cui appartengono questi 'Jltimi esula dal no– llso esame. tol~f~r~eh ·~~1::~a~~hene~ i-~~l,ic:a no;j rii-Jta anche di diKuterla, e se qualche voi. la lo fa, non riesce a metterci della passio– •e. Sarebbe imponibile Of(p;iaccendere in· torno a qualsiasi forma o correnie dell'arle I o della letteratura contemporanea una d' 11aelle bauaglie ardenti e impetuose che ca– ••tterizzano il periodo ròmantico, o la ri– lorma walfneriana, o l'arte verista: battaglir. c~ riempivano .i lcatri di clamori e di pu- 1,lati e le rivisie e i giornali. per ar.ni , di polemiche appanionate e spesso anche dot– le. Oggi ,.ma cosa del genere, per r.,. ,u!I.-. poe1ia ermetica, o ,uli'arte surrealista, J.a– rebbe impoH 0 biJ..:. perchè ncwmo vi p:t'.sle– !ebbc an~n1:ione per più di un'ora: ne,uuno. intendo, che non appartenga ai ristretti cir– coli di. col010 che tal genere d'a1te praticano o leouzzano. Insomma, lutti vi dicono la stcua COi3: cotesta vostra arie sarà liCllJisita, sublime, llascendentale, aristocratica, ma a noi non ~ria. non rlico: n:Jlla, o se q:Jalche ccr.a dice noi non riusciamo nè a vedda nè a. .sent'rla. E ques!a non è &0k, l'opinione del grosso pubblico. il quale quando anche de– r..reta un 1ucceuo a 'JO lib,o con centinaia ,Jj migliaia di copie di tiratura, noo ha mai avuto alcun peso nella determinazione dei veri valori. L'arte è il segno pili aho dell'aristocrazia dello spirito. e non è ni,1i staia popclare nel senso banale della paro· la; anzi quando •J1:a srande opera d'arlr. h, diventa per ca.so, ciò avviene qu~si sempre cc, quelli che sono i suci caratieri deterio– ri. Il guaio è che della stessa opm:cne ·son_, anche larghissimi sir.ili del mondo univers·· ra,io, del iiom.a!ismÒ, della scuola. e m gc· nere la mass., di quelL eh.! si usn chiama· re la genie colta. Del resto l:Jtti posson constal~re che senza l'a,te dei s~coli. nes suno riuscirebbe oggi nè a riaprire un tea· lro, nè ad alimentare un concerto e mag:n neppure a rimediare un programma radio sopportabile. Ma è evidente. e lo w:ntiarno tutti, che questo nou è che un rip' ego. Non è pou.i– bile v!verc in eterno ~ulle ercditì,. i:iiacent:. specie quando si ttalta della vita de'lo spi. rito. Con t•:illo il rispetto ai grandi del paSI 1.ato, siamo tutti persunsi che la 1010 'Cnsi b:Jità non è la nostra, e che il loro monde– è diverso dn quello in r.ui noi operiamo Avvertiamo tolti il bisogno di qualche COHl, che non poMiamo chiedere se non a pii ar tisti del nostro tempo a quelli che hanno del mondo, delle pauioni e delle idee la Le sPiegazioni <kite dallo Znvattini e dal Bo ncn mi paicno valide. Anch'e se la cri- ~cilm~i:1:n•:;::i~eebbe l:cn·;;r.:ai!~li~:· ~~ 1 ~ ini1:iato che tene1e, per esempio, nel pr:>– prio salollo il <padro dello spagnuolo Ju.in Mirò, riprcdo:to nel n. 6 della ,i Fiera Lei– leraria n, può rappresentare per lui. o per un normale visitatore, ana gioia dello spi1i– to; perchè la contemplazione di euo non Pl,!Ò che generare uno stato d"animo di in– cubo, o di delirio. dal quale chiunque ri• bgge. Nè si può accusare d'ignoranu "' di filislcismo mezzo mondo, solo perchè si ,:fiuta di riconoscere come belle certe ,~11· lizzazioni, che ha le oltre co&e si divoran~ 1cciprc.camente nel i:iiro di qualche. Anno in una v:ccnda febbrile di prove e riprove' incapaci come seno di mggiungere quell, pienezza e chiarezza di eaprCMione, A~nt.u la quale l'a,te non può univare al p:Jl.ibli– co_. e rimane dominio di pochi lnì'zati. lntendiamcci. qui 1wn s'intende difendere i rilardatari dell'arte ottocenteKa. cC'l'le /n,– me ccnsunle, certi rom;inz.i fot1i in serie, UN RAFFAELLO PERDUTO Tra le opere d"arte che. prese d111tedeschi in Polonia, non sono neancor.i &IO.le rintracciate. e che pertanto si teme siano i1reperibilmen1e nascmte o forse a1:d,c per– dute o disirutte, è questo famoso ritratto di fùfraello appartenente alla Galleria Czar. toryski di Cracovia. E· opera di Raffaello dell"ultimo quin<1uen11io (ISIS.)S20J e probabilmente degli anni tra il "16 e il '18. Nella grandiosità classica dcli.i poslura e del loglio, nello m•· rabile definizione di ogni particolare. nello calma profonda dcli' immagine, M' pur quell'intenai1à di carattere che .ucnuno Ira gli scolari di Raffaello seppe roggiun• gere.Ln C.illeria Cu.rto1yski era stola fondata nella seconda metà del secolo 5COr&O dal prir.cipc Ladialno. Le altre •uc opere più imporlanti - fra cui la Doma clcll'lir. mdlino di Leonardo - sembra s:an state lune ritrovate in Ccrnumia, Speriamo ritorni alla luce anche questo miiabile Raffncllo, che ccntinuano a rappre5entare un mondo rc.l:llmente morlo. Nessuno più di me è pcr– &"Jasoche lo slon.o d, uscire dai vecchi ca 11~vacc1, d intcrpre,arc la t.ag1c:i m~LbiJ.tì,. e complet.Sità dell'anima ccnlemporanea, d, rc.•mpcre e varia.re la musicalità convenz,o– r..,lc della prosa ouocentesca. ad arti e tesi obbligate; il tormento, qualche volta sincero di d;1egna1c a nuovo, l'anelito \'erso una freachcu.a primordiale dei sentm,ent, e at:· gli ishnl'i, M>nola lorz.a più viva che operi oggi nel nostro mondo lettera1io ce;me in quello delle arti in gC{lerc. $amo lutti d'ac. c01do che nulla ,:esce a conciliarci con le pili epilettiche forme della poesia ennetica e s:Jncalista, meglio di un sonetto alla Mar radi o di un riec.heggi.lto ncvel\ario pasco- liano. - Si vuol solamente con&talarc che l'arte nuova. r.e-l .suo compleuo, non è ancora 1111- scita a trovare quelle fo,me di espreu:oni che rendono possibile al pubblico di com– prenderla. di amarla e di riconosceda comf" i,ua. interprete del suo travagl\o e guida del .suo spirito .. Una spiegazione più valida di quelto fe– nomeno d'incomprensione potiebbe essere quella del Sovinio nell'articolo sòpra citato, !I L'uomo, e sopratutto l'artista •- egli scri– ve - riflette nelle s.ue opere f immagine dell'universo, così come egli lo pensa. Per tempo i➔ngh:ssimo gli uomini pensarono I u– niverso in quella forma che noi chiamiamo aristucelica. Le scoperte di Copernico e dt Galileo mostrarono la falsità di quella im– magine. Mi.lgrado cii... gli ul)mini continua– rono, e mollissimi con~nurn<' tultora, a pcn. s.are l"univer,o "Verticale e a piramide. Nè le ~le menti bas1e, ma anche menti alte e im– bottite di cogniz:oni come Benedetto Cro– ce u. E aggi,:inge: 1< Si disse: decadenza delle ~.rii, della fo,ma. della bellezza. della -r~ 1 TJ!l1v là: e non era in\'CC.c~e n n la fo1c della imitazione di un universo morto n. Qui il problema è posto su basi pos'tive e concrete. che non sono affatto arbitrarie: scncnchè, a mio parere, la spiegazione non darebbe ragione a gli artisti. anzi giustifi– cherebbe in pieno la in,compren~obe del pubblico. E" veris.1imo che la s::ienza degli ultimi seltant'anni ha sconvolta la vcechia C?nc~zirne del mondo copcrllicaro, mezl:o " direbbe newtoniano, ma questo nuovo concetto o vis:one del mondo pcò diventate, allo stato alt,:Jale, mntèria d"arte, cioè im– magine, fantasma. rapp·cscntazione, se cno è un mistero pe, gli stessi tecnici che on– cera lo 1indagano. Può l'arte trattare •Jn.a mater'a che non sia idea. che sia fuori dal mondo sensib:Je senza oggcllivarl.:i, .sen.i.a /;:j~ril,a :t::ti~a e ,~;~:~~n~~,;~:1~ i~o~~ che non conosce) A mc pare di no. Nell'arte noi. ncn solo non abbiamo su– rcrala la concezione ncwtoniaha, ma io Dan p.irtc siam::i ancora a quella aristotch– ca pe,chç solo quella è alla porlata dei oo– slJi sen1i. Neuuno .:i.ncora01!:&i,per dcsc1i· vere il levar del .soie, dice che la h:rr.:i., col suo movimento di rivoluzione, p1cscn111 ai raggi del sole un nuovo emisfero; e cosi nessuno, due.rivendo una notte sìèllata, ri– vela che lo spettacolo este11camente slupen. do) che sia sul nostro capo. è una vision1: mlmenle sp,aventosa che il solo sfoizo d1 ..:encepirla ci schiaccerebbe ool s:JO orrore: 111 • noslra p:ccola car.a lcrrcnà ehc gira f,J sterminati cceani di luoco. Cocth.! nel pio· logo del •1 Faust 11 dà del mondo uM rap prcsenlaz:one newtoniana, ma in fondo In :sua visione dell'W1iverso ,non si d'.scosla (.!ranchè da quelt,, a piramide del paradiso dantesco: • la gloria di cobi che 111110 muove n. Anr.he lì in alto il primo motore arist_otelico, e intorno i mondi che gjrnni:, vor11cosamcnte, iu una vicenda di ombre e di luci. Tulla\ia il mondo newtoniano, se è lfl p~rle bori dall'esperienza dei ,~n,i, è ,a– zionale. mcnlle la concezione che ci da– r~be !.a ~i~nza moderna i: una incognita. Cli sc.1cnz1nll laverano ancora in bau: ad ipotesi, in fondò alle quali vi 1eno delle ~cgs1 d1e. es!i ignorano. Il De Broglie, che e uno dei più grandi fisici mode,ni confes sa che dopo trent'anni di studio i~II;, tev ria dei quanlÌ. non è riuKito n dom:n;irla. Il m?ndo macroscopico e scnsibìle isnorn le leggi di quello microscopico. e le ignore– rà chi sa per quanto ancora. Com'è pouibi. le, dunq:Jc, che questa realtà misteriosa di– venti materia d'nrle se di essa noi non ab. !,i amo ancora ncss~na cextni1:ione prer.isa) Qualunque tentativo in tal scn50 non J):JÒ ris..,h•crsi che in q~cl clic il S11vinio lamcto ln ncll'nrle di Eric Sa1ìo: in un v~lio "' noo posso; e il ~isuhato nou può essere clic quello ottenuto dn: musicista franceK-: l,1 m:Jsica r:dotta al ronzio di ua calabrone 111 una bottigl a. un'atle cioè incomprensibi. le ed esasperante. E' natu,ale q:Jindi che un'arle del gcnete non poua essere nè ac– cettala nè amata dal popolo, ~ meno cbc mai dichiarnla bella, in quanto manca del– le due doti di cui parla Julien Benda nel .,'JO articolo li Costanti dello spirito una– no n, apparso nel n. IO di questo giornale: la subord:naz'.one delle parti a una idea ccn– lrole. che Taine nella sua :, Filosofia dcl– i' arie n chiama la conve·rgcnza; e la pro• posta di una affermazione che enunCi qual– che e.osa. ,e Dalla poesia - scrive il Benda - che intende non comportare nessuna consistenz11 nè lcgica nè affettiva, dalla poesia dove la intelligenza e il cUOJc sono diso,:entati, · l'umanità eterna s.i allonlana ,1: e neuuno - aggiungo. io - può fargliene una colpa. Che Slll, d:Jnque, qui il segreto della in– «m•micabi\ 'tà de Il' arte contempcran~a? E' una domanda a cW "Varrebbe la pena di ,ispondere. FRANCESCO °PERRI Libertà e socialità C'è chi oggi mnnifcata un &enso di disagio e di insoddisfill:ione di fronte alle cose del. ,•arie, ma quando comincia un discorso in ar– gomento, che necessiterebbe d\ un rigore e pudore e 1incerità altissimi, sconfilla subito nel polemico, nel fazioso, nel politico argo– menlando in termini c:he muovono alla diffi• denza e ci fuono le&Jire. FoTSCche rea– gendo. neghiamo la verità di elementi c:he producono quel diaaJio, o non piuttosto aor– giarno C(!lllro I termini di quel discorso? Sia~ mo fuori del temp0, o ne sentiamo il rnp– porto, sentiamo che ogni eeprcssione leue- 1aria cece do.I tempo, e poi se ne libcr0? Ignoriamo che di conlJ'o allo impotenza al p109rcsso nell'arte, sia un problema sc~pre poiito come nuovo pcrchè et1ige una espres– sione rinnovala rispetto al tempo che mula. e µurc ne filtri' il caduco, tutto il caduco. e interpreta la sua epoca t; se ne toglid U) sentiumo pro~ondamc:nte e sentiamo che la nostra produzio!)e non i tnlc da concludere il suo tempo, che è cambinro e si apre a nuove eei,1cnzc, perchè qualco.so è suceesso di nuovo nella vita di tutti. A renderci conto di questa situazione, lultavia, non ci pare di eopportare indicibili travagli, non emettiamo i gridi d~lln c:amicia di Nea.so: sappiamo di essere con gli onesti nel 11-alurale.E non cor– rio.mo n raccontare in giro i nostri pretesi •drammi"· per farcene 00.ndicr.i. impudict1. Vorremmo nvcre la !!OJpresa di trovare un giorno i nuovi leali e di uscirne 60ddisfatri. A chi giova gridare? Può giovare ad un ar~i•la che trova nella posizione po.emica •pinte favorevoli alla sua creazione. Ma al etilico .... A chi piange sulle: macerie (e ehi non c:i pionJd Ma non c'è bisogno di farsi vedere in atlegghimenlo a scopi pubblicit.ui. o di c:sclusiva sentimentale), ma non va n ricostruire e TC!Jtacritico .... Cè il gusto di oppnrirc Cus.andre, nlln b.,sc del quale "i– t.le una pr?'onda rndicatn presunzione, per– ~l1è la critica ha sempre avuto la funzion" di regittrme quel che accade, di .capirlo: non impone, non creo nullu, non ha da porre inec: e limiti olla produzione. Sono i nuovi testi n creare i movimenti. Cli individui rea. giranno agli avvenimenti, so li soffrirono ., ~:U~~rn,7:°1:0:~n~ ~~i :~~ a,:~:::• ~ 1tasse a quanto già fotto} Perchè conda11nnr– lo? Sarà il se,.i:nodel suo lempo, potrà por– tare una vittoriosa &0luzione di. stile con sè ovrà u:atimonianze di alletto dai sinceri di noi C:~c:sanno di dovere o. quei lesti, di aver– vi imparato, di i,verli ntl\llli. E" inutile quin– di la leorin, aoprntullo quando pretende con– ciliare l'inconciliabile (l'amore ali.i socielà con lo •tudio delle variirnti. C'è chi orna I.i 110ciç1àe ittudia le varionti, ma ne rag:ion,1 sepnrntamentc, non mescolu, ed è nel giu– sto}. lnuti!e polemizzare, specie quando no,n ~~~f~1,1!l~l::o ,!:cl .,~!:~osi;uz!:d~~:~~,:i:~~~~ tempo ed alla società stia ~el produrr.;'";u temi che .nbbi.nno/ieon'Jif~za f:,er il po~lo~ e s_c '.'on •trn fll~ttosto n~I, ripr~porrc ,~mi nr- :~~t~a~~n ::~ro"d~1~r 1 1:::~:,1!h~d~·!1~e~~: pouate e ne r,orrino il !M:ifllO. S1iamo per la

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