Fiera Letteraria - Anno II - n. 7 - 13 febbraio 1947

ANNOII-X.7 ESCE Il, GIOVEUÌ Settimanale di lettere BARIA arti e scienze 110)1.1 - 1:1 Febbri1io 19+7 rxA COPI~ LIRE 20 "1-,•<-<---•<-..<-..<-,<-<-<-<---<-..<--<-..-4-,-(-. t Direttore : G. B. Angioletti ! v Oiro:io,w, Ammir1iltrazi-011e e Pubblicii6 ! SOMMARIO: M. Amado Burgos: La na=io11eitalia11u 11011 è responsabile - L. Szabo: ·<-<--.-<-..<----<--·<--·<-..<---<......,.<-..<-..<-..<-..<-~ $. Abbo11tJÌue11ti: annuo L. 940 • annuo con t i pugamcnlo 8t111e1trale L. 490 . annuo coo Ì Ho ritrovato Roma, credo nell'Europa - A. .Parronchi: Lnca G/,ise/li - L. Ghisclli: f EDIZIONI DELLA BUSSOLA " Piana Madama, 8 • Tclef. 50.919 l llOM A l • Spedl,ioal la •bbo•••ea10 po.t•I• (Gruppo %) t ·<-..<--,<-.•<-...+-,,<-.•<-..<--<--<-..<--.+-+-<--~ Poesie (i11edi1.e) - M. Tobino: Lu guerra di Libi" (V) - G. Contini : Guido Go11wto - A. Bizzarri : Carlo [,evi - Note e rassegne cli: E. de' Concini, G. Petroni, Vanessa, R. Franchi, C. J\'luscctta, ante Davide, F. Disnan, ecc. I l pagamento trimes1ralc L. 250 • Estero: an• "\' nuo L. 2000 - A vvi3i eco, wmi.ci: nl rigo L 50 l. f Pubbliciul: al mm. L 20 - Arretrala L 30 l V J ·<~<~<-,-<--.-<--.-<~~+-(--..<~--..<~~ VOCl Di AMICI STRANIERI DOPO IL TRATTATO tolto all'hal1a la simpatia e l"amicizia degli tali Uniti d'America. Che su, un grande uo· mo non lo mcl.o in dubbio: ma che dopo d1- c1ollo anni d1 pvttre sfrenalo abbia condot10 '' La Nazi o ne •. ta11· ana non e' responsah1·1e '' ~.~·:::~i'!:~ .. 1 ~ 001 ::·~: ~ ,~~:i:•.; voi pc;letc ch1cdcrv<"lo, perchè ncn foste ma, consulta11. Il popolo italiano non (u mai con- alitala nclrarmisliz,o del 1918_ Sepohi sot· tultato. Anchf' l"escrc1to non fu mai consul lo la neve delle Alpi O biancheggaonti al lato. euuno in Italia fu consultato. lòn uo Il M1n1slto degli Affari E.steri ha esposto in un 'intervista concc1sa a un importanle gior– nale del pae1e l'alleggiamcnto del Governo Jel Panama in relazione al tipo ~i pace che conviene concerlare con l'Italia. Lo Stato ri– sponde cosi all'iniziativa della Repubblica Argentina, la nobile nazione che ad onor suo e dcli' America ha s<>stenulo ti principio su· pcriore di Mariano Varela, il quale, rife• rendo.i allo vittoria riporl<ata sul Paraguay, affermò che d vincere non dà diritti. L"Uruguay e la Colombia avnnza.no pro· poste volte ad accordare all'Italia condizioni benevole. I governi degli Stati Uniti d' Ame- 11ca e del Bra1ilc, che devono rappresentare tutti gli Stal1 del Continente nelle trattative di pace, 11 10110impegnati di tener conto di tutti i punti di vista delle Cancellerie amcri· cane in proposito. Senza comp,omellere i suoi interessi na,ionali; il Go\/Crno del Panama è concorde in una propo1ta che è insieme aencrosa e prudente. Tre sono a mio avviso i fj\tlori che la con– sigliano: il primo è di ordme morale, il se– condo di ordine psicologico, il terzo di or· dine poli1ico. trar vantaggio della sua prostrazione attuale e del ,idouo 1uo coefficiente industriale che fo. problematica la sua capacità bellica, per Konccrtarlo ed avvilirlo nncor più, 1ignifica alimentare un fuoco che minaccia già di di• vampare, come un incendio, 111 altre parti. ventato un scm1·v1cmo "· E più avan11 con· elude: u Oggi r Italia ci sfugge. Cerca una sua strada indiffcrrntemenle. Hitorn~ alla pclitica di ponderata mulevoleua che dalrc– pcca dei suoi Duchi di Savoia suole spm· gerla ora veri() l'Europa centrale ora verso quella occidentale. La gueua potè darle il ca· raltere di elemento fisso. E.eco che si stacca; e ora bisogna tener conto delle 1uc oscilla· llOOI Il. Arriviamo così al 1936, all'epoca delle sanziom di Ginevra. Nicholas Sp) kman, do- e.ente d1 reiaziom 1nternaz1onali nell'U111\•e1- s1tà di Vale, fa la seguente onerva2.ionc nel• la sua opera 11 ,\merica·s 1trategy in world pol11ics II che fu pubblicata nel 1942: • L·a– t1onc anglo-francese è slata lrOPPo debole per impedire la conqui11a italiana dell'l:.110· pia. ma fu abbastanza forte per su,c.i1are in lialia un risentimento profondo che la spinse ad allearsi definitivamente con la Gt.1ma• nia 11. Ho dclibcralamcr.le evilnlo d1 fare la autopsia del fascismo. Non pouo occuparmi, dati i limill d1 que– st' arlicolo, della 1ua gene1i e del suo raffor– tamcnlo in meno ai conflitti cui ho accen– nale. Ricordiamo solo che \'Italia era no,tra &0ie sui marg11•1dei fiumi, giacciono le ossa di seicentomila Italiani. Fu questo uno dei .suoi crnlributi alla vittoria della prima guer• ra mondiale. Ricordiamo anche le forli al· iinità di sangue ,di religione, di co,tumi e di linguaggio che ci uniscono. Non fu forse tragica lll situazione che s1 trovò ad affronta· re ti popolo italiano nel 1940} Cosa aveva dinanzi a sè ~ Non le restava altra via che sopporlare la formidabile prcasione delle Na• zioni Unile, che le scaricarono addosso col~ pi demolitori per terra per mare e pc, ciclo. Contemporaneamente dovette sopportare la 1nyasione d, Attila per le vie del 13renncro. con le sue orde piene di iattanza e con I' e– norme quantilà di fun2.icnari della Gestapo che occupllrono. vessarono e depredarono il paese. E basterà. sen:r..a dubbio la testimo· 1113117.a 1ncfu1abile di \Vinston Churchill. Pa· drc della VittOfia. che il 23 dicembre del 1940 diffuse il suo messaggio lapidario: ,1 haliani io vì dirò la verità. Tullo è acca· duto a causa di un uomo. Un uomo. solo un uc.mo, ha spinto il popolo italiano in una gue,– u, mortale contro l'Impero Uritannico e ha mo, solo un uomo, ordinò ai soldati italiani d1 &acchcggiare la vigna dei vicini ... A que– sto, un uomo e solo un uomo vi ha condotti: c. qm lascio che si svolgano gli eventi f:.. giorno, che certamente verrà, nel quale la nuionc italiana pa;teciperà una volta ancora alla ricostruzione delle sue fortune 11. Lai Nazione ltaliaina non è dunque rcspon– liab1lc. Non s1 applichino sanz1cni agl"innc· ceni 1. M1c.UEL \~uoo BURCOS (Pubblicato in "Panama Americo·• il 3 luglfo 1941>). ..). t.. d. Migucl Amado l.forgos, Ministro l..,lcnipolcn:iario della J<cpubblica del J-iana ma. attualmente Jr.caricalo d' Affari a f<oma. pubblicò con il consenso del suo l.,oc,emo, i arlicolo qui da noi riprodotto . ..)uccc"iiJa· menlc euo /u trasmesso pc, rotfio in lutti gli .)lati del f....onlin::nfc Americano, ad iniziali va dello color.io italiana. Migue/ .!modo è. ollrc/utlo. valente scritfore: fra i lUOi volumi segnaliamo: T e,cc, Canio delt'/nficrno. 0,1- gen y scntido dc la doctrina dc Monroe, P,c– sursores y Rcbcldes, Democrocio e Socialismo. Le credenziali morali delr Italia, che è sta· fa sempre p,odomaln. per consenso univers,.-,le, culla delln civiltà, non polrcbbero essete• più illustri. Madre del Diritto con Roma. è ,tata poi madre della libertà ne, piccoli stati con le 1ue prime repubbliche dctrEtà Media. Si sogliono 1ico1darc dai più Firenze Genova e Venezia. ma altre ce, ne furono. 11 Voi che re 1iete in Sardegna Ed rn Pisa c1ttadi• ni ... • cantò il Carducci tn 11 Faida di Co– mune». Col Rinascimento poi l'Italia apre al mondo In cono1eenza delrAntichità e fon– dendo la cultura greco-romana col cri1tianc· 11mo, crea la civiltà moderno. Non può a!I0· lutamente pan.ue per giuslo un alto con cui m nome della civiltà, si castighino i figli di toloto che ci deltcro la civiltà. E se per ci• viltà bisogna intendere 10pratutto umanità, questo è proprio il momento di ricordare che ogni misura di punizione e di rappres.aglia si ripercuote più c,udelmente e più indele• bilmcnte 1ui barnbini. Oltre a essere per sè ste11e ingiusle ,imili misure creano circoli , izio,i di rappresaglie e di punizioni, della cui fine .arebbe già ora di doverci ralle· grare. li terzo fattore è di ordine politico. Charles Oaniélou, antico deputalo france: lC, sostiene nella sua ope,a 1( Responsabili· tés u bul1 de la. guetre II pubblicata nel 1917 in margine ai libri diplomatici, che u il più importante di Iuli i i problemi consi- 1te nello 11abilire le responaabilità 11. Dinan· zi allo spettacolo delle forze economiche <' passionali scatenatesi in Europa, neuuno può cc.ndannare l'Italia come respensabilc della guerra che fortunatamente è ccunta, e ncp· pure come respona:ibile d1 esservi intervenuta. Le colpe principali che si possono addcb1· tark sor\o di carattere seconda.rio e risalgono alla fonna di governo che allora prevaleva. Basta esaminare un momento la situazione italiana nei riguardi del Trattato di Versail– les, per rilevate tre punti nevralgici: le sue rdazioni tc1e con la Jugoslavia nttrave,so lo amarissimo Adriatico: le sue preoccupa,ioni per !"instabile binomio Francia-C.ermania, e infine i suoi problemi coloniali. E.' la diver• sn 10luzione di que1la tre problemi che rego· lerà il corso della ,ua politica esteta per quindici anni. Il .l I luglio 1920 il quotidiano 1c La Stam– pa II faceva le seguent: dichiafl3ziom: 11 l'tr Ho ritrovato Roma, credo nell'Europa In nome della Civiltà neHuno può 01arc d1 alzare la mano contro l'Italia. li 1econdo fanorc è d1 ordine ps1c.ologico. Si tralla d1 un popolo eminentemente pa : 1fico, che athaveno tremila anni di maturità opudia il senso viole,110 della vita e non ama dan1 arie marziali. Sulla via della pace anzi il popolo italiano. posto al riparo dei to– tahtamm1 è una 1icura garanzia. Francesco Saveri~ Niui, già capo del Governo Italiano dirigeva i de1tini della sua patria alla fine della prima guerra. mondiale. Nella sua ope• ra u L'Emopa 5enza pace 11, prima di profc- 1izzare lo 1volgcni dei fatti che realmente poi avvennero a partire dal 1921. dichiara: 11 La profonda crisi politica che prepara e minaccia nuove guerre: la profonda crisi 10- ciale che prepara e mrnaccia nuove compli– cazioni interne. non sono che l'espressione di uno stato d·animo. Gli uomini di stato so· no i maggiori responsabili di aver continua· to il linguaggio della violenza; essi tra i primi dovrebbero cominciare a parlare ,I lin– guaggio della pace. 1< E. così che parla rl• talia vittoriosa. E i fatti politici, così come li precisa lo statista, confcnnano per qualche tempo le sue parole. C'è 5enza dubbio una parentesi, rappri,enlata dal fascismo; però nell'Europa congestionata di oggi, d tradi· zion.alc pacifismo del popolo italiano, offre una probabilità di relativa sosta e di laborio. sità, La carta non è certamente un aslO; mii scartarla s.arebbe trascurare una combinnz10· ne importante nella mortale partita. Esa1pe· raro il popolo italiano con misure destinato ad aggravare ancor più la 1ua triste sorte, quel che ci riguarda, la Jugoslavia è scmpli- Gli seritto 11 hanno saHerlo 1, 1 catastrofe del- rlfo europeo. E.eco dunque pcrchè 1i temevi\ cemenle l'erede dell'Austria, con in più una rEuropa io una duplice atco 1 !1171onc: l'una per Roma: trepidavamo per la no1tra ~1- circostanza nggravanlc. L Impero Austro• pervasa dal grido di dolore ddla prop,ia pa• b1l1tà di ricordare. Ungarico. grande stato dualistico che com• tria, l'altra protesa ve110 Roma. t-hinno sof· Da Machiavelli in poi gli italiani si aono fe,to di ciò che vedevano attorno a sè, e di sentiti sempre amareggiati pcrchè inglc1i, prendeva n.azionnlità divezsc. aveva il pro· quello che temevano av.,.cnisse nel cuore del- francc1i, spagnuoli e olandesi hanno potuto, blema preoccupante di quattro frontiere. Ne l'Italia. Vi etano 1nc<ssantemcnle due carri prima di loro, realizzare la propria unità si/I• derivava una politicn c1tcra necenariamcnte ormaLi a portare verso di loro la morte: tale. Ma che cos-a rappresentava quelitO van• complessa, in cui \'antagonismo con l'Italia un carro - quello reale minacc1au d1 1agg10 cronologico nella realtà 1t01ica~ Al· I schiacciare il loro villaggio nalio; l'altro - cuni popoli europei poterono essere per tcm- non rappresentava a tro che un elemento, e quello della visicne - insidiava RofT'a. t.ll1 po organizzati da un potere centrale. pc, al· non il più importante, controbilanciato da altri venivano IC'rTlpre destati d1 soprassalto da' laccare gli a\111. L·es1stcnza d·uno stato ab· elementi che operavano in nostro ravorc . .t:.; ronzio d1 due apparecchi l'uno quello ve• bilOijn.t infatti di parecchie v!rlÙ, come l'r• precis..,menlc per questo che lo Stato Austria- r~ - colpiva a mofle I~ lo_ro casa .mwa: roismo, la disciplina. la tenacia, lo spirito di cc. ncno,tante le preuioni c,ercitate da al-1 6 altro - qu 1 e 1 Ilo d 1 ~11 allucma7!0ne 1- tncom- sacrificio. Ma richiede pu~c un v1z10 che vi<":• cva $li que a na 1va casa spmlua e comune ne esaltato, un difetto innalzato al ranij() di cuni influenti gruppi politici e nonostante il a tutti che ha nome Roma. Questa cas.."t è una virtù: \"egoismo. Agli 1laliani invece consiglio dei capi militari, s1 astenne sem· intana. La nostra ca1a è crollo.1a, ma la ri- rnancav.a \'esercizio collettivo dclregoi&mo: pre dal crearsi complicazioni con noi. c~struiremo, e abbiamo . il cànone, Roma. ecco perchè la loro unità stato.le ,i è attuata La Jugoslavia invece con,idcra l'Italia f:tnchè Roma sta, sappiamo che c~., con· eon tanto ritardo. Cli italiani sono r1mas1i lmuare anche se 111 nostra casa è diroccata popolo, e in un popo 1 o la voce del cunre fino .alla cantina. è sempre pili polente di quanto non lo ,ia 1 come la sua prmcipale avversaria. Possiede dalla 1>41te italiana la sua frontiera più estesa t. importanle, quella dove maggiori 10no i punti ·di attrito. Concentra contro di noi la più alta somma di passione nazionale. che riunisce in sè, sia nell'avvrrsione contro l'I– talia che nei programmi ant1taliani, le gravi divergenze dei tre popoli che la compongo· no ►1. Herbert I loover nel libro 11 Problems of Las1tng Pence 1, pubblicalo· nel 1942, fa i seguenti app1ezzamen11 che 10 cito senza condividerli per quel che riguarda la Fran– cia: u L'attitudine della Francia verso l'I– talia fece 1ì che 1·1talia 11 buttasse nelle braccia della Germania... Cominciò quando le furcno negate le terre che le erano state prcmc,se nel trallalo se~reto ptr 11quale gli Italiani enlrarono in guerra.. Si lasciò sfug– gire rcccasione propi7ia nella quale l'Italia avrebbe accctlata qunlunque 10luzionc ragie-, ncvole per I suoi problemi coloniali e nri– vali ,,. E relativamente alla, politica italiana verso la Francia e la Germanio, cui ho ac· cennato poco fa. così scrive l'accadem1co Jacques Bainv1lle nel suo lib,o Les const· quences polit1ques dc la poix 11 che apparve nel 1920: Avrà bisogno d1 mantenere le sue conquiste, che 111ma inferiori alle 1ue speranze. Cercherà di oltenere condizioni di sicurezza. Per rinfor7arsi sul Brrnnero e a I r1cste contro la secolare minaccia delle in· vas1oni tedesche seguirà il metodo che ani•· camente le 1crvì per con1ervare Vtllczia. Si alleò con l'Austria per non vedersi costret– ta a entrare in guerra con e1sa. Una 1ituazio– ne analoga, soltanto estremamente più com· piena, le suggerisce ora di 1tabilire buone relazioni col popolo tedesco, che è già di- Questa cillà è la mcm01ia dd\'E.u,op.,. So- in un stato il quale anzi non e1ita a &acrifi– no i ricordi. e non rindole vo\ul;ilc, a e.On· care alla potenza politica il cuc.rc del popolo. tr.addistinguere l'uomo dall'uomo. Cosi anche Cli italiani sono il popolo modello. Po l'Europa s; disttngue dagli altri cont1r:en!1 in polo che non include isole slraniere o lirati virtù dei propri ricordi. Tali ricordi si lro• 111 miei, non ha seg·eti da celare dav n i a ,·znc dis!cminati da 1 la Svezia alla S1c1ha e se stel!O, ha l" ani.ma completamente libera. da Chicv a LiWona. ma si trovano n.nchc, E' come la rosa che non ha da ccmhalte1c adden1ah in uno strato alto d1cc1 o dc.dici semi slranicri nel proprio seno. E non ;\vendo pian~ ha il Ponte Milvio <d Ostia. Qual· questioni mteriori da chiarire non deve ncm– trom1la anni fa i navigatori di Creta. due- meno d1fendfrsi nè e11 re gelo10 di ne suno, mila anni fa i principi puati de!rAs,a Mi· nè tcuiere g 1 i altri per l'integrità della propria nore e mjlle anni or 10no I normanni ten· indole. L·anima italiana è compie amcnlc <levano tuh; le loro vele verso que110 e~ntro aperta l\ tutte le direzioni e ogni quahol•a le virtuale, e ancora ogg\ questo ccnlro attira gli 111..: capacità toccano 1I vertice del e,cn10 sauardi di tutti co 1 oro che intendono, nella da Dante a Ficrno e da G1ord:rno Bruno a loro patria devastata, restaurare l'eterno spi· Giambattista Vico - l'Europa si arricchisce GUIDO CONZATO: Na111rt1 morta Gino Bianco di una nuova idea universale. Altri popoli s1 creerebbero di proposito que1,to univcrsa!ismo, e lo considererebbero una mir.Jione per la quale non c1itcrcbbero a uccid re. Per gh italiani invece r universalismo è condi,ione na• turale. Ogni volta che mi trovo tra italiani, penso rauercnato, con comprensione, con af• letto a tutti gli altri popoli. Anche lo spast· mo dc'• mio animo ungher<se si discioglie e si apre ver50 il mondo. Ho letto svariati pto· gelt1, 1cdiccnti perfetti, intorno agli Stati Uniti d·Eu,opa. ma i vari Stati Uniti cfEu· ,opa non potrebbero nascere se non sollo I' m– Auss.o spintuale del popolo italiano. Vivere a Roma vuol dire anche avvici• na1Si• ,a quest'Europa in pc.tenta. E ciò in due modi. Auravcrso le pietre in cui sono raccolti quasi quattro millenni. sen"La piam prcstabilit,, senza escogitazione dì si,-temi, ma organicamente, con 1 o sforzo comune di po· poli e di secoli; e atlraver10 il popolo ita– liano che con la sua iencrosa v11ahtà ani– ma, e dt giorno in giorno rinnova queste pietre 1ii1pcr10nali. A Roma tu cerca sem· prc, in un lu<>io e ad un tempo, I' Oi&i e la e.là primlgcma. la profondità e raltezza, i' minuscolo e l'immenso, la rosa d·un giorno e i'idea senza tempo. Il simbolo di questa cinà non è un musco .bensì una piazza, una p1"a7.7aqualunque, con in basso le lcnde e 1 banchetti. il lezzo del pesce e dei rifiuti del mc1cato, e con in alto. al di $0pra delle ten· dc. la figura di Giordano Bruno che fa om– bm alle stelle. Campo dei l-io,i s1 chiama quuta piazza dove monumento e tende, popo– lo e genio, formano un insieme tullo armo· nico e dove a vicenda l'uno ,piega !:altro alranimo degli stranieri, di mc per esempio e di altre migliaia di ungheresi che dopo di mc giungeranno alla soglia di questa città. Ho ritrovato Roma, credo nelrl:.uropa e gimsco della vita. LADISLAO Cs. Sz,nò j J")(ljl. 2: XOtìiliC Slllll' 11ostrr i11iiliativc I 1><Ig. 3: Ricordo tli G hi~elli 1mg. 5: L11c·a "N U0Y0 l'0lllitllil0,, di 1111 grnJ)po cli pittori italiani

RkJQdWJsaXNoZXIy