Fiera Letteraria - Anno II - n. 6 - 6 febbraio 1947
6 Plr.JU U'l"TVlAllU NA~R~ T~RI' I • I L I B R I • I AB B I A Mo i t a l i a n i ricevuto · i:------------------------------ Kacconti di G. Vi8entini V ALLECOII è fra i poc.h1uimieditori che " arriKhiano 1i ,Lampare racco 1 tc di no\lcllc d'autori italiani. Pare che i lcttOfi ad~nmo quc1t1 libu, mentre fanno buona accoglienza asli terilli <.hc li co,tituiscono quando ap· p..iiono 1ullc pagine del giornale o della ri• .-i,ta, Oggi, dicono gli editori, 1I pubblieo vuole ,orn.nnzi, o memorie, diari, documenti: ,oba forte, piccante. Anche a,c cui c'1lgl"tano un 1>0'. abbagliali dall'idea preconcclla che han– no del pubblico, è cc,10 pc, c&empioche sa– rebbe impresa di&pcrata rÌpt t_cre quello choa ~rcvcs rcec cQn ,ucc<uo venti, trent'anni fa: cioè_ ~na collana (come 11Le spighe11) di no-– Yell11ttca contemporanea.. Il genere è scaduto (anche presso gli autori i qunli mirano al rac• conio lungo) e dal libro aliJ rivista è ~ al 11rotoc.alco1J popolnre. Fn piacere perciò ri– vedere nella ~ignità del libro un (P'UPPo di novelle, fo piacere nel ca.o pnr11colo.rc di Gino Viscntini constatare come l 'autore a b. bia wapulo accglicrc e legare insieme i va,ri componimenti, mirando a una certa unità rii tono, a uno stile, ,aggiul'lli ebbasta.nta facil– mtnte te si considerano le qualità dell"auto– re. Visentini possiede una virtù che è del genere di quella. che la Roc.hcfoucauld dice CMCre niente altro che oices deguisés: o,- 1in la ,un virtù {misura, prudrnt.n, (tnrbo) a anche il ,uo limite; non c'è pcri5olo d1 gr0$.$1 errori, non c'è speranza di getti inco1trollati rnn r11olutiv1 e illuminnnti Scnz.a entrate nel merit~ delle si11gole no, velie {o si hanno da chiamare rncconti} Su quctta questione ddl.a differenu tra raccon· lo e novt>lla, la II Fiera 11 dovrebbe bandire un concorso a premio, e ne sentiremmo delle belle ... ). e limitandoci a richiamare l'allen· zionc del lettore su quelle intitoliite /I giomu declina, La carabina, Chiosco Liberty, Il di· vano, La l)illa, possiamo dire che il loro ca• ratiere, dove è anche la loro ambizione, al• 1'4ncircn. è il tCijuenle. Vicende di ritorni e di incontri, di intrighi n.moro,i o .cmplice• mente colloqui e scene di vita cit1ad1nn -, provinciali si trasferiscono agevol mente dalla tona rcelistica in cui 10no colti e.on intenti quui documentari in una tona lj,:vemente cc– c,tata Jovc avviene una aortn di tra&figurauv– Ae fantastica che il lcllorc avverte, chiuK> ,I libro, come una eshem.n. e vibrala eco. Ge– tti e parole usual:, scene colte, si Può dire, ,ul vivo e abi!,ncnte In.gliale, con una bra· vura un po' giomaii,tica, rimangono poi per quo.lche t-:.mpo n1 l!rt memoria per una cerln loro W:&reta febbrilità; cerio freddo delirio, sc.11';.,rc,ul punto di significare qua!che coso d'altro, o di più. Ma codNlo alludere ~ quasi ammiccare ad una realtà più 1egreta ed devata non ~ di una S{)CC,ic attiva. N.a– lC.e da esso una vaga inòulge.nza malioc.oni· e.a, !'acccttaz1onc- di Ullcl ttoncheua o di una. inutilità: inaoll',n.a una poeticità implicita in quc,to gcnerr di scducismo affc:tucso e P.C•· ciò un po" taci I~. T ultavia piena di ìnoanti --w-ril lellorc .cnsibile. :ui nesce anche ~ra– ditn In qnnlità della pro&n: es.atta, precisa, 11n pocc, frigida, che richinmn O.Ile memoria quella, però più risentita, di Arrigo Bene– detti. E que,to nome ,i può I.are pcrchè sembra, nei riguar di di Vis entini indicativo cii una pnrticolare lende.n.za Q gu,t~. "48 Romantico,, di G. Papasogli Occorrerebbe forse 1111lunso discono per arrivare a la conclusione che tola ci in. terC1Jsnnell'occas1one fornitaci dal libro di cui breveruenie ci occupiamo, Cioè al a con clm;ione che oggi non 11 i può più scri– ~crc un romanz.o « s1orico » nel een~ tra– diz,on41e (in &enso moderno il romanzo è ~mpre ,torico); e del res1 0 anche rispar– rniaudo il dil'>Corso ai ]cuori ba.:.ta appog– giarsi al,a pratica: chi ,erive aucora roman· ~i storie,? Giorgio Papasos i, autore di • Quarantolto romantico» (Magi.Spinelli editore. Roma) è qui col ,uo volume pron. lo • ,mentirci, ma ii i,a <JUale compito -.pelli aJJ'eccezione. E nono#iumte che egli, Papasog11, dimostri di polir ucre con mo,. :a 11ge, 1 0 ez.za e disinvo tura dentro ,o sche. m11 prefissosi, c'è da dornandurgl.i se. falle le O#isa a <Juaila J>ratica, si ,cntircbbe di penisterc in una s1rada che 1>ar<1ua.siinna• 1urale. Eviden1emen1e l'idea del romnnzo tilorico non deve e.Mere casuale per Pa11a– -.og 1: etudi, letture e predi crioni ve lo hanno Epinlo, ma anche, crediamo, basan– tlosi 15u Lt sceha del particolare periodo ,torico, il gusto di porgere al leuore nu– incroSe poS8ibl, ità di par agonnrc fra sè (giacchè 1'au1ore è discrcti'- 11.mo) gli avve– nimenti che fanno da dond 0 ;;il romanzo 0 l'animo dei protagonis1i agli anenimenti e .agli .wui d'animo del presente, Che • non è J>Oi ambizione nuova, anzi ù fol'tcmenie aHcrmatn ne la )'!llerntura ili quel Rinascimento dn cui Popa!logli rica,a il suo romanzo. L'au1ore Jimo· "tra, como dic.-vamo, molta d scn:z1one nel -.uggerire i mo1ivi di raffronto: quanta aJ– l'incirca dovenero u~are g i &crillori al e 1>rC6Ccon la cern;ura l.mperiale Regia o Pontificia. Bisogna darg.1ene atto 1,crchè 11 auo internoto poteva riu!-cire pefnrue 10 un lavoro che vuol vivere princip::al-. mente come romanzo e ceJc 1u110 il si– iniftcato de l'agget1ivo • siorico » o pochi ri(er,menti di da1e e a <1ua che raro 1r.n• lath•o di « sunto storico», che po1eva an– rbe essere risparmiato i,em:a danno. Ciò 1ignifica che di là dagli av\Cnimeod mag– giori circola ne 1 1a minore cronaca del ro– rnnnzo una atmosfera, un clima 1p1>r0priati ,. «ufficiememente evocativi. Prendendo l'avvio da uu tentativo di ,·ongiura ni danni di Leopoldo di Toscana tare fortemente la fanta~a e la memoria: il '49, Cuitou, Cunatonc e Montanara, Carlo AJberto, M,auini ..• Peraltro un Uil genere di curiosità non ,;via il lettore dalla vieenda cbe più premeva al romanziere, (1uella di Giacomino llappa, il quale è un 6impaLico cam11ione d.i giove111ù quarantot• tesca, aoliardicnmente arde.nle e ragione• volmento mali11con.ico, e <1uelle 1 laterali, dei aooi genitori, di Ginevra del focoi,:o trilmno Mekhiorre Teglia. Nell'imricaro e til'iog iere la.e , icenda il Pnpasogli ei dim06\ra 6Crittorc, in po~'-e~--o cioè d"ll'arle di di-.,;imulnre la prcparuione erudita; non tanto però che la ,;t:rillura non t':oni,ervi t':ene rigidezze e 1>rOh&Sitù 1 (or&e anch~ per il \'{"1'.ZO di u.,are un linguaggio piìi viein 0 ~I 1crnp 0 C6lerno del romauzo. LmF.Ro R1c1ARJ-:::1T1 DUE LIBRI di poesia Mi<, terra è un l!ÌmfNllico piccolo libro ne) <1t111lc l'autore ba raecoho le sue poe– &ie 6Crilte dal 1936 a1 1943. La 11oeeUIdi .Meocci è una di que.Ie che ,i Canno no– tare, c.'he si 8.&(:0Lla volentieri per una cena Cucile & ciohez.za in cui 60 n 0 conelu– se, 11er unu vcmn fucile ma e nl,orata non i;olrnnto per il gu1to della parola. ~i trailo di 1>0(.'biOc:intate nede qu.ali tJUatii sem– J►re i;i trovo un accento J)OJ)Olaro e J>OpO· lurt .. '8CQ urricd1i1 0 d11 precise ncc0rt4'7.z.t> lc11erario. Sono in definitiva poesie di unu pen,oua.itù J>iullobl 0 ben decisa e ri<1ua • drala, volontaria.mente privu di fine.ne acces-tive, clae riettce ad e6pr 1men,i con la parola 1>0vcra ed or«c-hiabilo, spesso con 1muU1gi1ù che nunmenuurn un di..e1no od wui s1am1wa ben curala. Qms<lu odore di piosgw ,,uesta fiUrala m11ul.,1à ream ciclo 11c4, • animo cd a/ilo dl 111wt..'O &iovin~. Vi tòOllo poi mQ,te donne, donne non le11crario, ma figure cbe hanno un loro pew, che tt00rgi c on oom piacunenlo per un.a loro pre,,cuz.a cuna.le; ed attorno vi ò poi M:lllJ>ro tl 68pore di campagna, di pioggi.n. d, ~le e di campi dio (anno bene: Pioucva sulla sera ma odore sopilo di ,,-io/a e <1uelio cld primo giorno <lj scm>fa.•• Qucttti canti così svincolati dal facile cedimento al.e voci maggiori seppur e,ouo naLi m esfie 1 >er chi voglia uvver11rne certi valori aitu.o.li, certe move~e moderne, certi modi qua:che volta curi06i, e1>easo improntati a qualche vcr6() di poCl6.iaclu• &.ica, hanno un J)Obto ~ parte nel quadro deUa giovane poesia contemporanea, s'in– quadrano io un filone di 1>0cs1a minore italiana nella quale mai potremo trovare una invo.uzione lnteUettuale cbe avan.:O prete6e aJ di là di quante non ne chieda con misura e umpl,ccmento il verso per 1 6C t11esao. Moocci. infatti, fiJ)CSSO 1weferiece ia cnnzone al .Lavorio gratuito eoprn ~ I « tcs1i » urficiali:ua1i da tante giovanili am• bi~io111; basta aaeoltarc quesce due istro– fctte: -. Apri l'oceano voglio pas~are co– me M0tiè • A1>ri la morte e torna o vivere qui, accanto a mc ... * OrcMstro !l'f!greta di Lucia Salvatore è una racco1ta di. ceo1oset1an1a poesie 60 in. hni,i argomenti: Nc.lt'wno def ni10 cuor · Pa/Jo11cir1 0 'ilµ /i-era • Pnvato del tUQ 3QCro nutnm&uo • Eva11cscc11:ie • La cosmica voce dCl. iempo • O spirU.o.k) barb<lro, ;;ono uJ. cu.ni dei tito.i e da CS#ii si 1>uÒa.vere una p adida idea della versatilità di questa SÌ· gnora che uou ha trascurato neafiun accento e oe~un problema umano, ne6tiuo « argo• mento poetico », in50mma. il volume è presentato da Jtalo SulJioui il <1uale, in <1ucf:ta 11rcfazione, ci ov•er1e ehe i vcrs.i di Lucia Salvatore si 6laetano nettamente daJ O ,;11aventO#iogrigiore ere• pusoo.are c;erebra e dei molti « poeti d'u(. ficio » del ventennio. Dell'aulrice ci dice che essa contempera 111110quello cbo la grande ll'ttdizione lirica italiana ha di più degno, con tutto ciò cho ln vita (qucna eterna cpuratrice, ,;crive SulJiotti) ha mo– dificato e aggiunto a la n06tra inquieta sensib1litì1. Es..a non è, continua il prcfa10- re, nè amica nè rnodema, la sua è poC6ia, grappo' 0 di fuochi lanciati contro i1 cielo perchè ri<:adano a fasci di 6cintille o illu– minino il povero cuore degli uomini. La signora Salvatore h.a un'anima che bruciu, e lo provano <1uesli ver6~: I crepiti ,te!l'a11im<1 combu..sla odi sonare ,ù1ll'i,uerua riva. il ve111 0 i,u,uuo ti scl,iaffeggia e fruJ.Jo nell'agonia feroceme nte viva. Se se ue tolgono t.re o quattro tutte quc– ~le 110 1>-0eEìie hanno la 18.ingolorità di ter– minare inrn.riab1lwen1e con un punto in• terroga1ivo. G UGLIEl..l\tO PE-ruo, 1 il Pnpm,og·i ,\·o'ge con abilitù il filo di una vicenda c-l1e senza cCfi,.llrc mai d 1 e1«erc fa. miliare, arnor<>s.! e per COfiÌ d1re-'pri•atn fii 1rou a dover pa~~nre J)Cr certi luoghi, per ,·erte date e fra certi nomi capaci di «ci- Mia terro, Antonio Meocci, htituto Cra– fi('O Tiberino. Roma pagg. 93, L. 50. Orclwstrf/ sogreto Lucu SALYATOR■, Airol• di Edi1ore, Verbania, pagg. 200, L. 200. o Bianco America vecchia e nuova Hermann Mefoille La iitoria letteraria di Me'vil'e è troppo nola perchè qui ~ lenti di ripercorrer a. Ma indubbiamente 1 ,;aggi del a suu .i.r1" narrativa offerti in <JUe-.to libro, f!ono tr:l i più inter~-.anli. Tanto il primo raccon- 10. ambientato nella borghe.-.ia affarisi,ra metà seco'.o, quan,to il M:C'ondo, aneora t•lla voha vivo dei misteri marini che tanto ~f"· dusscro il Mclville. Barneby lo scrivano (<1ucst0 è il ti10l0 del 11rmo racconto), ci ha intere$alo 1>er <1uel lanlo di Twain e Ji Uo111horne che c'è dentro, macinato 1>erÒin un'atmosfora più fiS1a e fone me. no lclleroria. Così il 1>adrone dcli() S<'ri. umo e i col cghi di lui sembrano tutti \C• t,lire abiti incom~ucii, come marinai sbarca– ti a 1erra, e darino un t.Cll'"O di goffo e di impreci..o, muO\'cndoa1 n,a·e al ri1mo di uno musica a loro esrra:.ea. e preordin,:ua. Bratleby, im•ece, vive 1>c.rchè non 1en111 nennnen 0 d'e.:.!!!Ue ,1i quel mondo affan– tilico metit secolo. Egli onzi, vi ai opp0:u– ribolutamente in omagg,o a certi suoi p::a– radisi mis1eri0éìi. E <'OSÌ eominc a col non ubbidiro nl J>ndrone (« preferirci cli ,w » è la sua ri!l1>osta nb tuole). ne'I~ piccol,– cose, per finire nell'a&Eoluto immobd,1à. di coq>O e d'animo. a'-trall'l solo nel pcn. !liero dc 1'ing U.:.ti:da e della morte. de~ide• roso di affermarsi per tè e per il prOJ>rio comodo celestiale. Cosi la , ua fo'a op• 1>osiz,one la udiamo quando risulto.ti vani tuui i tentativi J)er fiC'Occiar'o da una ra– ia dove s'era ill'•ed,a10 immobile, fiordo n ogni domanda, ineupact' di formulare ri• llpostn, un inquilino 15 ucce-tore del t-UO primo padrone, lo fa arreslare da 1 la J)o)i. zia. In J>rigione, l'onti"-0 padrone e Dortlt:. by 6i T1nron1rnno. L'ofllico padrone che pur ebbe il coraggio d'abhandonarlo cam– biando aPJ>&rtamento, non hn ora il cu• raggio d1 non andarlo a trovare in carcc• -<•< < < < < (-.+-,+-,-<~ ......... >– PROCESSO AL •,u; f:1/L TITOLO DEL NUIIElfO ST/tENNA :»1 DICEIIBR.K MERCURIO Jl8N5fl.E DI LK1T&Re, ART ollre.1to da ALIIA DK Collaber, .. o al ••-"-.,. I pll i ➔·➔------> ))))) >·+-> I EDITRICE AVE Collana "IRIDE,. YAZOY ~TORIA DEL BRIGANTE BEUMELEC a cura di «NRICO DAMIANI Il più grende scrillor• bulg•ro, pe– lrlote e lene,110, tredollo magistrolmen- 1• • presentalo del nostro mHslmo stu. dioso di leller1tur1 bulgare, il professore Enrico Oamiani, L JJI .IIAURIAC IL MISTERO HlONTENAC (,om•-•) Un'opera di profonde penelrezlona pslcologica, in lullo degna d,ll1 miig. glori pl'ove del grande roman1ier1. L. Jlf I Quaderni di Po•izione ddl'AVt: IMlno 11,rlodkhe "alulHl011I dd maggiori probleml nulonall olla lu,:e dd• la_.1radido■e ., della dlnaftllo:a uUollc., Sono usciti: LO STATO (L. 50) LA CIIIESA (L. 50) LA SCUOlA (L. 80) LA FAMIGLIA (l. 80) V/A DELLA CONCILIAZIONE 3 ROMA re: a'io('Ontra con lui 1(1. chiama; « Oarrlcby l o• -< /,,a conosco » disse .,enza voltarsi. • e nm1 110 nulla da dirle». E ora finalmenle, Banlehy, 1cmpre più ,ml tario, può morire, Twain e Uaw1hirne, abbiamo de.110, ma per /,e /so/e, incartiate (il ... e'--ondo rur• 1•on10) ogni po!:o81bilerichiamo bi fa inuti c. I (jUarlri 1n cui sono div fe le de~eri– ~•oni, e le 61orie che ad ,.~ 1'in11ercia11 0 1 i J~Cbaggi ariJ1, e i fili arruggm 11 dcli" daghe e que. la meravig io~a Jegg~nda de. ,di urtìciali di marina. chr dor,o morii fl• salgono, falli testuggini, le ieole incanto• ,e, vivono di una Jan\asia l"he g1a ben CO• no,;c amo e che è il 6egno del narrutorc M.- ville. Si legga co.:.i della ,·cdo,a Cho. la, e ci P>iimbatta d'improni~o nc11li ..cun rti di r,ie1r• srol11iti nn 1e.m110 d:u 1>1rat1 ora verdeggianti d1 morbido muscl1io; si impari a cono~cere l'erem,ta Obt!rlus, In. dro di uomini vannglorio,;o e rnalngio; e il re creolo. Si 6Coprano infine le 1ombe ,!egli urtìciali morii in duello e le tracce dei solitari o dei reielli, per .-omprcndcre a polen~n evoca1iva de 1 1'nr1e del Mclvi le, falla di minute dt:scrizioni tuh•ol.u nb. bandonale fino a a elencazione. e 4•hc d'un tratlo s'alza a meravigliose evasio– ni puntualizzale da una fru~e, dn un iniero 1>eriodo o da tutta una pagina. E' que,;;1::1 l'a,ventura d, Me vii e; u,Hnlura del– l'uomo ,. ddJa natura, appreEa in llignifi . calo eol!-mico. Ogni terra toccata dai mera• "ig io.i marinai, ogni spermo,et 0 rag. ;iun10 e UCC..Ì.t.0 0 è un @egno del de81ino. Clarence Day Stron:-i ]o sor1e di qoe11 0 arrit1ore che una paralisi coslrin~e a · 1e11 0 per 1rcnla. tin']ue anni fin 0 alla morte, L0g iendo:o menare era ancora s111dente. QueU 0 che J)Olc, 1 a esfefe per un altro 6Criuore la fine dt>1. 0 a1ti\•itù, o la nasc ta di una Jh,•r~J attivitù (vedi Proust), (u per lui la lenta M:opcr1a di un mondo deliC'lllO, do,•e le co.lìe di America e gli uomini di America venivano rif'cttendosi sem1>re più nitida• mente in un 'oto umano e dolce, piuttosto i:eono~ciuto al a numerosa sC'hiera lici nar– ra1ori d'oltre ocwno. E sollo questi personaggi e quesro mon• do di C arcnce Day, s'avverle ~I &01lile velo della cnricatura e de 1 1a 63tira, 1em1,re conrenula ai margini di una 1>iccola ma vera umanità. In quesla Vita eor1 pap,ì, già i' titolo fa strada ::tl contenuto dell'opera. Niente accade in essa, niente si muo\'e P"r una t':oncatenazi.onc: precisn. Sono come momenti, ritralli, uno stacnto da'J'ahro, e infilati tutti in una lenta, pigra narrazio– ne, cui dù vivacilà la so·a materio da cui e8&a è formo la. Ad un cer10 momcn1 o, il p<1p,ì cude da cnvallo e sembra che il mon– do ai muo\la tutto; ad un a'tro momento, 1 11 mamma 1>artc J>er l'Egitto e ancora 1Ul· 10 s'agi1a nella memoria che avvolge tutto il libro. Ma basta110 i momen1i d1 « Papà e la corte di Francia • per dìmOAtrnrc la chiareua di questo scrittore e lo sua 801• tile vena: in America è uno dei l..eniamioi de le folle, dicono. e possiamo anche cre– derci. Solo a11punto per noi è la fìemplicitò de ' 0 11ie del Day, che a poco a pol!o ei fa semplicità nel vedere il mondo e addi– rillul'O nel eoncepir!o: verità da uomo ,;1a– )ato qucsla ej-dirà, e può anche e8&ere. Ma ciò non tog io che c!ISa esisto. che inveite ogni quadro, ogni nolozione, per cui il ri– cordo viene ad agire sovente in ques1i ter• mini: « Adesso in quell'area c'è un pa– lazzo pieno di uffici, dc'1'a mole di una douina di Chiese come quella, l'ari• è impregnala di odor di benr.ioa, la !lrada t1a perduto 1pazi 0 e luce ed il trdfico in• tenso pu &a con on rumore continuo ed assordante, Ma quando io ero ragano, le case erano ba.sae, ed i marciapiedi lar,hi, c'era aria pura e mo't 0 , par.io e ,·:iei di fiori sui davanza:i, e qua e li&un po' di verde ... •· I~ brnno che abbiamo citato è lratto da e Mio padre e i auoi p,3s1ori 11 1 e in es!o, come in « Papà e il salmo veoteaimo tcr• zo » c'è tulio 11 eh ave di t:111rc11ceDay in q~e!lla sua opera: un maHnconiro sguor. do, ,orridente talvolta, ma legalo ecmpro ad uno so1tile intimità, quel a che l'ha portato a ricercare ne\le mem ... rin l'imma– gine del 1>adre, personaggi., glgnutesco di ogni infanz a. Cosicchè , 1 uanlfo finalmente il papà entra nel'a chiuia dei iedcli e gli versano l'acqua sul ..:apo, non J)Ofeiamo non aspettarci, aU'ultitna pagina, che sa'ga di gran corsa le scale gridando: • All'io• ferno•». La traduzione del •olume è atata curata da Lucilla Jacchia. •. o. c. UERMANN MELVIL.LE: Le isolo inc,m~ iene, Ccn1i:e Milal\O 1946, Pag. 186 S. P, CLARENCE DAY: Vita cOn papà .. llom– piani editore Milano, 1946. Pac, 298, L, 300. BENITO PEREZ GALOOS · e;,,.••. M,lano, llomp,ani, pp. 236, L. 160. Questo &)(>/urne non è ce,to uno noOilò {u.1cì qu:ui ino,scnJalo in tempi p,ocd– losi). ma lo rio;1Jiamo o,a e oa e la pc oo di regist,a,lo, tanto più in un nume· ro come il presente che è in patte de– dicalo aU! /elle,e spagno:e. Che cos· è Gerona} E' meno e più d'un romanzo. I:.' un f,ammento di epopea: quello elle ali' e.,:fro di JJerrito JJere:. Laldos dcli• quatanl:uci ronwm:.i pubb:ica.i tra il 1~7.J e il 1912 sotto il htolo generale di E?t• !O<iics Nac1onales, .: che compongono un ciclo dOCJe .,:i esprimono insieme la ~dilata poc1ia e I imp101Jl)is:ifo del cantastorie: un eno,me qu1drò oUoccn le.,:co dooe un guslo ,af/rn.Jto si .,:posa e.I• la o/eo{frafio. Di codesta cpopell C rona è un /tammento. a nNlto ot.Oiso il più belto, cedo il puì auton~mo, che ha i" ,è com/)ff.lte:.:a na11alioa e riau· mc le molte o,rtù dell'autore. I:.' la slorla d'ét famosissimo asse.dio della città spagnolo, IJissula all,ao,:1so un umile protagoni1ta. il soldato A nd,b, e intorno o lui un• folla di pe1s0naggi quanto mai Oln'i: dal la dolce ~i,ela o/ leggendario generale Al1Ja1ez, d1i raqa::.i IJadorel e /\fon Id a ·dcm l'aolo Nomdedeu Con la figlio / o.se/ma. H.ealism o J:Ogace e fanla3io s/tt!nalc. aJlelli se' llpf.ci e p<Jj.JiC>flf srni sutafe .,:ino alla Jr,lfia, sob,iclà espre:,– ,ioa e colorili sga,gitmli, il IJijsuto e I• arbitrario, il scnlilo e i/ mome,olo, /on no qui un impasto daOl)eto genio/e che basterebbe o scolpire il nome de/ I' •rez G idòs sc1itto1e. Cerona è un libro sita pieno di cose {c'è pe,/ino un'al:u.inonte batlagbo di topi) e che non si dimentica. OLGA PINTO • CuMa bibliog,aftca (p,. lo studente d1 Lettere e d1 Magish .. ro). Ba,di - Roma, 1947, pp.• 134, L. ~00. Il monual!, compilalo da uno dei piì, oalenli speciolisti della fll{Jleria, app:sre d'i }acile consultar.ione, ricco nelle indi cozioni e di indubbia utilità. ANDREA ODDONE S. J. - P,i•ciPI w ~sli<.Y'li per / 0 studio della sociologia, Ro– ma, Magi-Spmctti, 1946. pp. 344. L. 200. Nella ·• l'1t•senlaziane ·• del tlb,o e. J,a l'altro, dello: " A chi .,:i adopero p:, il t11onJo degli ideali della LJernc)– crozia Lr nt1 ma è ossoluNmenle fodl· 8pensabite uno cdesuata preparar.ione e formar.ione culturale e sociale... Le le• :.ioni raccolle in questo volume mitan. appunto a guidare e ad ort!nlare spe cialmente i giotJani nella lotta che e.ul oggi combatl:sno ... ·•. I ali ,x:.ole reca no la }Irma del · segrelorio prol.lincial• della Uemoc,azia C.:,istiana di J<bma e ci pare che bastino a ca,allerluar,,: Il 1Jo/ume. ANTONIO RASCHILLA' · Pagine gri giooerdi, Reggio Calabria, Tip, C. Lec. 1947, pp. 104, L. 200. LJiatio, di pensieri più che di }atti. che I.la dal 2 sel(embre 1941 al 9 ottobre 19-43, nel periodo di 3~rvi:.io militare dell'oulo,e. Molla sincerità, che in qual– che punto ,aggiunge ejjrcocio rappre sentatil)(I. A. LEROY-BEAULIEU - L"ana,chlco e il calleltioista, Roma, O.E.T., 1946, pp. 82, L. 35. E' un dialo-ro scritlo su!la fine del se colo .1cot,o dal pubbficista A nalolio Le– roy·lJeaulieu e che ha per prologonistf appunto un onorchioo e un collettitJ1t/o. La discussione, che i due }Glmlo in u• giorno di Jesla sulla tena:.:.a d"un pub blica locale e dinanzi a un btron bic– chiere, ~ l)Ìl)aciuima, pur lasc,ando na– turalmente /e cose o/ punto di primo. Lellura curio30. II. PIGNA LORENZO SICARI · O//,e il divieto (,o– nunz.q', Milnno, Ediz. Auria. 1946. pp. 270, L. 180. L'INDAGINE Quaderni di critica e filosofia d11eui da ENlllCO CASTELLI Rivis10 trimcstrnlc di 250-300 pngi11e. Og11i fa~iwlo co.11iwi'.sce un volume a Jè stm,te dedicai.o nd u,1 ddermiuato argomenio. !_)·LA FILOSOFIA NELLA LETTF.IIATUl!,I CO\'TEMl'OR. Con1iena ■rlicoll u, Il peneiero filoonfiea negli eerilli JJ H. M, Jlillta. Il. Sbaw, K. Cbee1er1ou. Uw1, 1. M■uu, Jo7er, Mauri■e, Valer7, CIJa, J'ro11o1, P,r■udall•, K.Cka e•"• Praee4a 111111 ~ola •w la leUeralara .t.al1lc.u.lall11lc:e • lf'Ueratwra o fìlo106a? di E. C.11alJI. C.llabora•o al 'l'Olame1 L., Giouo, t:. Grani, A. l'aetou,, G. 11'-aluerllaa.., F ... Pad, G. Allhui1 -• EDIZIONI DELLA BUSSOLA
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