Fiera Letteraria - Anno I - n. 32 - 14 novembre 1946

FIERA IJ,'TTERARLA TEMI-' I E LA YI O O \ UN SARTO CI ILLUDE M Al U~ poeta un pi/torc per esempio - All'indiscreta che, riuo(,endosi al sarto, dfapensa il suo genio maggiormente domandò in che maniera questa moda 1,:ole· Eroe e folla che in cerle /aue, in certe sciarade, 1 n ccr- t>a riJ/cUcre i tempi che corrono (cd era do– ti traocslimenli imprcvoisi che lo rcnd~no so- manda assai imidiosa). egli rispose, candi– spello ad ogni spirito pesante, pcrchè in e 5- do: " Per contrasto: creando un mando /il– "0 si esprime .1'.CllZa inlromis~ione di calc:oii fizio, in opposizione alla realtà: un mondo nè di alcuna di qtelle rra·c,ie rr:orle ir.dispen· basato sull'illusione che alimenta le illusio– sabili alla durata d'un'opera d'arte". Sci, ni di lulli i poeti: quella della dolcezza e .za discuterla, dedichiamo al si.rio di mo«'.J della grazia femmini!e. Anche se /oJ!e una quest a1Jermczionc di Cocteau. li quale po· leg~nda, ron sarebbe del (ulfo inutile a N El. n. 23 della « Fiera i> è etalu puhbli– lrebbe e.s.,ere il nume tutelare delle britlan· lcmperare la brutalità della oita odierna. cato un L>cllo studio di Armi'nio Jan– li inoenzioni (e Jono .speJso sciarade per Considerale dunque la mia moda come un ner sul « {,:rande arùsta nel pensiero di l' alluJione a una data, a un lipo, o, più /re- contro-veleno e sarete nel Oero ''. Pcrchè J. 13urcl ..hardt » e sul modo come lo stori– quenlemenle, a un rilralto d'autore) che han- Schuberth giuoca la groSJa caria d'una mo• co 3,+z.zero considerava o: il grande indi\i. no dato luogo a una spettacolosa J/ilata di da che porla il suo nome, dall'abito agli duo fo quanto scienziato, scopritore d, modelli. ornamenti, al cappello. nuovi mondi. o di nuovi veri. artista o E' Cocteau infatti ad accusare la nostra VANESSA i,0eta »; nello ~e550 numero, Angioletti, bonsensaia avarizia d'elogi, danda ragione a in un articoto, .-,oneva lo lib.-rtà indivi- Slendhal, perchè scrive d'una donna "che SUL VENTENNIO duale come prima condizione dcll'arlc. La .sole in carrozza con genio •·. Se aggiungia- « Fiera» ha llum1ue posto sul tappeto. (,: mo al nome di Cocteau quello del primo Gi- Replica di Montale non per lu J)rima volta ma certo con una dc, e un po' di straforo qu:llo J'Huysman, acuta 6eusibilitù, uno dei fonclnmen1aJ1 non ~•è più bisogno d in~is:~re si,l gusto dei Caro Anoioletti. problemi. « intellettuali» della noMra epO· .salcm ove eravamo conoilali per una serata d F• / . ( f L·· • ca. Ci :,iu permesso intervenire nrll~ di- della moda I UIIQJ.LC se tc 11w c r. r 1t,>ru U:tlèr-Jr111 sputa, (1011 ~erto oou (>arole 110-.lre, m, 1 Leggero,· veloce, incredibile, _ giacca I del 7 corr.~ ha 1•,1ui~~t? netl'i11'4!rpre- (°Qn due citazioni che, a noelro ;l',\'Ìl'O, con. lenta di velluto nero su cui spiccava uno lare una nua. /rase, CIO ~' deve al . /att? tribuirebbero ad illuminare il grave arj?O· grande decorazione /ra_rce3e, cam·cia bian· :~e J:i/:as,:~;~":/::a cf.)::.~;/('dpea~tr~:,rpt~ mento. lt li t l / d d Un chiaro storico nostro. G. De Sauctis, 1,a, mo o :coda a. - .' 7,.ro v'd'!'l, ~ sem- mia, insomnur. P,urtì strano a chi avcv,, sviscera magistralmente il problema nella ra scappa o a un mmue o. e I o _ra5'ar- capilo a voi.o, ma srrrà cosi. Debbo usere re.re con un_ pa:sso estre.~menle_ ela,lico :- stato oscuro anche ,icll'allusione ai ,. ri,. sun introduzione alla o: Storia dei Greci» p,e~heuole d collo, solli.e la v!la, ar,..egg 1 ù- suftmi co,i~ti ••. clic per tnO volot,-an-0i (l., 6), Ri1>roduciamo il brano· più impor– '?. il ge~lo - , da una. s~la ali altra,. dando dire r~co,wscimenli ta:,.gibili anche ma.le · lante: ... o: f concetti stessi d'eroe e di I .impreu,one duna faluita che, organizzando- rialmc11te, col mi,iimum di seccature e di massa non sono che concelli volgari ed ap• Jr, non ha perduto nulla della sua leggerezza. sospetti; e lo rilevo da ciò che < li.cc f"c,., prossimativi. Il processo storii-o è opera Lo spettacolo si apriva annundando ~ ,,,ti 9 uandv a/ferma che pur nel racco,ilo. interamente cli in'dividui. e nulla della sto– tre temi for:.damenlali della collezione. E 11eJ.roma11:o. nel saggio (,addome1ti.cato. ria umana esiste all'infuori dei singoli in– cioè; "i colori di Schubcr.li {un uerde al- dico io) e fi,i nella poesia tali COllcrcti di\•idui umani. S'intende 1>eraltro che que– ga marina e un oiola smorzalo, appena ten• r,ÌsuUaii furo110 1mssibiti :ne.l t.-.e-nl6,(lmo: .Sii individui non sono isolati etÌ 1 astratti, dente al grigio) presentati in due ueslit1 ciò che è vere>solo i,t 11ualc/ie caso; e 11011 11111 che anzi non sono neppur(" concreta- idenlici: gonna diritta e giaccone a sacco sempre nei ca.si più meritevoli. Basti ri mente pensabili se non nella socic1à in cui J' agnellino rasalo, su cui le due finte, il cortlure a riproi,·a i molti autori che 1161! \°i,•ono. Quanto J>Oi al problema Se nello uerde e il viola, acquistavano una maggio• periodo i11dicat() rimasero escl 'u.si ,falfo sviluppo storie-0 abbiano maggiore effica– re morbideua e profondità; " la linea d, rerz.e pagine 11iù fruttuose - e rion sol-O eia le poche personalità grandi r:d er,oi. Shuberth": pronunziala in un g,ande m.1n· da </Ue.Jte - per ragioni nori prec~(lmCrr• che o le molte minori, quec:;to è un pro– iello /rote1co, con cappuccio e manicl,e t.e letterortc ma d'indiriqo ('artistico e blema che non ammette una soluzione m1i– estremamenle ampie, da portare sopra una naturalmente politico,): le basti riftettero voca ed aprioristica. e che va risoluto PII\• ·• prince.Jsc " avana chiara- ricca di pieghe che nel. '29 'ttn roman=i.ere come .Svevo piricamente caso per caso. alla religio~. e j,·1male da un alu:J ònlu· doveva ri.stampurc a .spese propn'.e i suol C'i; un solo campo della ~toria in cui ,a; "il d appeggio di Schuberth''. E a questo romanzi, presso u,a. editore ,li quart'ord.i- l'azione della per6onalità singola è deci– punto diciarr.o subito che al pr,e.1upposto di 11e. Settza parlare d·i autori che srampava- i;iva e in w1 certo segso esclusiva: il grazio e di languore, al quale s'inl;nono que· roo a/,l'e3lero O ,çhe védevanQ sequeSlrati campo teoretico. Nell'opera !d'arte come -3ti paradisi artificiali, s'aggiunge un /orte i loro libri o non otìeneva11() il 11ecessario nell'opera di pensiero, per quanto 1>ossano pizzico di malizia: il drappeggio ,balza ,I imprimatur. Dopo cli che mi pare i.nutile influire l'ambiente e ; precedenti, tutto .seno, morde la vita, arricch 1 1ce il fianco e ilisistere ili una discu.s1i.one che rion 1,o, quell<> ad esempio che nell"arte ~i suole dà luogo ad una cascala di stoffa che, im· i,ii:iat.o io e che ha maso abbattwn:a in chimnuro tecnica o stile. ciò che veramen– pacciondo la caviglia, esige l'apertura as- luce i punti di con.1emo e di d~iw, te ba valore, ciò che eupera i mew;i, ofl"er- sauino di lato O davanti, col ti ocdo e non che esi st ono fra me e Fai.qui. ti dalla tecnica O le limitazioni cinte dallo Ji vedo della gamba fino al ginocch(o. Per Credi.mi, caro Angioletti, COfJ. moUi stile. ciò che costituisce la vera essenza chiart'c fecrf.came11te, do(lfe,no 'aggiunge,e ri11grariamenti per l'o.spiralità, tuo af/.ma dell'opera d'arte o dell'oper11 di p~nsiero, che al torace il drappeggio .1p~rtisce brivi, EucEN'io MONTALE i-: la personale creazione del singolo arti- danlì piefhe piatte, con e/fellt bizantini, ___ ma ~ del r.ingolo pensatore.' E \; tìono al- mentre al fianco e alla ,onna rimane molle. E allora, chiariti i punti di coose1Uo e l'incontro campi come quello ~ono_mico E' il per:odo au,eo di Lyda B01elli, ri· di dissenso. poiendo la disell88ione prolun- nello istreuo senso della parola 111 <"u1pa– preso qui escludendo ogni en/tui e ogni ie~ gar("i all'infinito. non 80 se con pjù noia O re che il fattore più efficace e fon?amen. raticilà. E/fetli p. 1 ù plastici che psico!o_iic1 divertimento del lettore. ;, preferibile la- tale 8ia !(lato daUe e5igenze e dalle azioni in questa figura sboccala dal nuovo drappe,;• bciar correre. nell"attesa çhe i o: casi più I dei molti; mentre nel cumJ.)O elico-poli• gio in una lir..ca ad anfora; e l'e1:e,iore con- meritevoli )) rimasti ieri _sacr~ficati pouano tico_, che.~ quel~o prop_rio del!a nostnt ~n– /J'(lddizione d'una sonluosi:à noncuionle. oggi finalmente trovare nsarcimento. Ci 58 • dugme, 8 mtreccian.o e 1nterfern;co110 vana- Ma questa schematicità Mcri/ica la colle- rù coi,:Ì 3nche 11101"10 di convalidarne l'e&i- mente tra loro lo azioni dei pochi mag• zione: per cui, quanto atla linea, bisogna slcnz..'l e iJ merito. 1 E. f'.L giori o dei molti tQÌnori ... ». aggiungere. per compiacere le signore: la "pellegrina", che fece la sua applaudita -----------------------------– compar1a l'anno scorso, si presenta adesso variala in virtù di due palmi di cinta che la Ira/tengono fuggetJolrr.cnte dietro; le grandi maniche alla rcligioro e alla " basca " I (così in un man/elione auana, indo:ssatQ con un abito d'un celeste ales.sandrino, tutto p.c· ghe verticali); il •· pfosé ··, che trova gran favore negli abiti da sera e da mezza-sera, Ispirandosi ai fasti della statuaria egiziano; la linea " lapi.1 " (e ci piace indicare uno tlei più eleganti in.sieme: fOnna diritla, ne: ra, con giacca a sacco d un ro.sa un po .1pento, quasi platinalo; d' astralc.an il breve colletto e le monopole): il bolero, più spagno• lo che mai, per la dasJico frangia loreadore• Jca e i tipici ricami in pau,mane,ie. Nona1tante tutte queste acrobazie, e que• 3/j pericolosi .salti di dafa (dalle maniche medioevali, all'enlrave: dai motivi gioppone– .si a quelli egiziani} l' accolta dei modelli prc– ,cn(aU ha innegabilmente una data: autunno· invemo 1946. Quanto ai colori, oltre quelli che ci è Ue· nuto /atto di indicare /in qui, segn'.iliamo una tinta quanto mai capz:osa e se~elo /ra il blu lavagna e il viola, in una Jela opaca, pesante, che daua luoso ad un fastoso abi· lo da sera, ornato di tralci di rese scure a fermare un enorme •· chou " di stoffa, da un lato, Jul/a gonna. Sfilano le fndoJsat,ici, inl<mando ognuno la suo piccola commedia al proprio tipo e alla proprio serie di vestiti. La gaia bion· Jina, quasi danzante, alla qu;/e ver.iva fat– Jo di dedicare un cembalo, per il sesto del– le braccia sollevate nella fuggevole piroet• la che dava buon giuoco ali' ampiezza della gonna; la procace dalle labbra quasi nere, .che pro::edeva non sai se scont,010 o arro– gante con maestri colpi di spalla, cwdi co– me volta-faccia, facendo ;x:mio sul " vilin<> di ve.1pa "; la bruna dal bt:I viso alla M u– ,1illo, calrr.a e soave (cd erano suoi CJsenzial– mente i classici abiti da mattina): e la b1on· da alta, un po' astratta e serio, scelto a meraviglia per armoni::.zore quei tali avvol• genti "drappeggi che liberano e sacri/icono al Jempo stesso, con un giuoco quanto mai fen• Jalore. Fra tutte, braViJsimo il sarto di moda, .accorrenlc a sfioccare un "puff' ·, a rialza· Te l'ala d'un cappello, a sciogliere il uela d'una sciarpa. - E a complementQ' pe<-,simi ..tico di quanto precede, o ad illustrazione del come, i u molti minori» ricornpc11eano i « pochi ,uaggiQri ll, .i ricorda qu::iruo <lfoe Ga-.p3te Goui nella favola. Comè .lii 1,overtà 1.n· segni a vivere 3 spe&e altrui: « Tutto quello che è verJ utilità 1Jello 11pirito dispiace agli uomini comunemente; ondo li ~uarderai come d3J fuoco, e vuoi avere favore da loro, di proferire parole o rare opero che dieno indizio che tu vo– glia beneficiare J'iotelletto o il coelume di quelli. Diverresti allora una specie di _pe– stilenza e sare9ti da tutti aborrito, stn;,.3 tuo frutto. Per secondo, ricordati bene che gli uomini, per quanto tu oda dire: « Il la• le ha qu.uranla, cinquanta. SCf-Sant'anni o più >), non è però vero mai che .sieno in– \-CCChiati, ma gli hai a giud.icare betu1,rc funciu.lti i quali allro non fanno jn efTclto, INCONTRI Con Bocelli NoN dispiaccia ad Amaldu Hocelli se CQ• tllirmto il destro di w,',dtt>riore pm,tit.• la sull<t prosu d'artb da 11m1sua 1•.~p'rl'l!SÙ.J• 11e. Potremmo riferci d.:i 1mmerose a.Ire oc· casio11i. I.a sua ha il vamaggi<> d"essere, salvo errore. la piii recente. (Cfr. Tempo, 21 ottobre 19 1 16). Spesso troviamo clesignatt1, più o meno cleg1wtivame11te, con w1 "'prcs11ntc1" o con un ·•cosiddeua" la storia ,li quella prosa d'arte co11temp0r011ea di cui in Capitoli (1938) ci studiammo di fornirt> gli esem/Ji co11 la varietà e libertà 11,._-c:essuria. Se 11e dovrebba dedurre che in tillri s"è venuta, di, "llora, formando e ratliccmdo ,'e per:s1rn• sW11c clic si tratti pres1'!1 poco di u11'i11- vem:io11e, dietro la q,ffile, 11011osuu1te fo. do– cume11tazim1e degli esempi, 11111/a esi.sta di fuor che cambiare seheni con gli anni, on– de .hanno fra loro i giuocbi della fanciul– lezza de' sci anni, quelli. deJla bambine• ria dl dddici., di venti o di trenta ( di tul• ti e-ll altri; ma sono tuttavia giuochi, e ogoi età ha la fanciuJJaggine sua, sicchi– lc grinze 80no magagne det corpo, ma non dell'intelletto ». Ai lettori il giudizio e il ritrovamemo di tante, tante 3hre ci1aziooi che farebbe– ro al caso: perchè l'intelletto creatore ba avuto in ogni tempo chi3ra coscienza del– la 8113. autonomia ed unicità; in ogni tem• p 0 ha vissuto fuori del tempo, inn3nz.i al suo tempo, sentendo la sua. solitudine e la sua libertà come condizioni cssenziaJi del suo conl'ributo personale •1 corpo so– ciale di cui fa pane. l o: creatori» non marceranno mai al passo. PAOLO SANTARCANGELI E SCONTRI r:ati a 11011poter subire, o meglio: acco– iliere. che l'influ.sso, 1en::.a perallro valer– sene con minor proprietà e indipell(lenza. Dàlli e dàlli, Cammis3io-ne e l'importa11- :::<l di u11 tale cor1tribuJo dovram10 finire col 11011 incontrare più resistenza. E già Bell01lci, facendo il punto della no.<tm in– garbugliata situazione letteraria al finire della seconda immane guerra mondi«Je ("Domenic"", 13 maggio 1945), 1'è trovato fra fllltro ,, ribadire (cfr. "Giornale d'lta– li<l', IO ge11nuio 1939) che "la cosideua "pr<>sa d'arte" doveva dare ai narratori una lll(lf[giore varietà e ricche:::a di toni e di si11ta.(si percliè la parola poleue diven• tare evucativa e magie" e confcrirP nuo,,.-o .1picc() nUc fi,gure."' Con gli "Ultimi,, serio, nulla di concreto, o giusto la mafi,i. A CAU~A dell'accertata notizia che "in conica mania di millantare atl oltrw1::.a, CO· questi tempi si sotto discu.su O si stan· ;:~,:;sener~;· 4r prtxlu::.ione dl'l ''capi- 110 preparando per lauree in lettere rieUe Università italiane be,1 quattro te.1i .1ul ~ 1"011che ciuesto pos.sa cssure il cwo a11clie ra Dino Campana," nel PQ(Ografo Pazzi in cli Bocell;. (egli avrtì pitÌ rngio,1evolme11te. rialzo della rivi.sta L'ultima (settembre Ìtlteso riferirsi alla cliOicoltù i11sita in u,1 1946) si slrapa:zza e svaluta "i'i11/elice simile tentativo di sioria), ma per la stra- poeta di Marradi"; si rilancia qualche .sa.s– gramle maggioranza degli altri ••obbietto- sata contro il presumo malinte.so na:ionali– ri" sorge il dubbio che fo ragione di così smo di critici ermetici accusati di aver scf,i/iltos<t c11utcla sia. da ricercare nel timo- gorr/iato Campana "co11 l'aria- crio11fa11tedi re di 1w,i risultare abbastar,zh. be11 disJ>u.sri, chi,. dice: Anche !Italia ha il suo pod.a sollceit~, (tCC06 ,l.ie~ i 11~;,cm1_fr&1_fdi questa maudit, il SUo mentecatto, di genio." E in• prod';'-: 11~ 11 e narratn,a •~ 1 ~m, wucw~,.~ 11 te O fine, denuri::.iatv nella presente fioritura di q~tas1, si vorre~be. ogg, 7,"sco11tr<ue il pal- tesi di laurea .1u Campana ''uno dei tanti pilo della re(l/ta vivente. Non dunque per . ,. . . rifar le pltrti giuste e ristabilire w1 e11uili- fe1wme1~t d m/uui~ne lett~rorw pro~~ briv alteralQ. E se,1za tropp!> badare quan• da cert, .speculaton che KJ.-OCattO .111l m,– lo il nostro lavoro fos.1e fondmo su. dati di stero laico" e puntano sulla carta dei mor– /att0 itle11rifi,cabili e circoscrivibili storica- ti,'' si lamenta che per certi professori e 1l1e11te. certi studenti "la letteratura italiana è CO· .lfa aJ. ri15mrrc4, è curios:,, osservare c<>me miuciata appena alla vigilia della prima ieri fossero tenuti Ùt r61110 di W1tifascismo guerra mondiale." (Ed è quella f.es.sa let– ,,ueUi .1lessi .1eriui che oggi, i,, virtù degli terawra italiana che per altri 3arebbe in.ve – stessi elementi compositivi ed espressivi, ce morta giu:Mo allora}. :~e;itf;•o ro::ia s:;f:!:lli~u~cc:~,o;'::,::m~: A parte la maggior gro::ia, ,1ualcosa di fasd~mo. E poichè <iualcosa. di simile si è analogo avevamo già /erto in una mali:io;Jll t'eri/icato e continua ad e.sserc ripetuto (I Tastiera di Antonio Baldi11i (Corriere delta proposito della poe.Jia ermetica. torna tt 6cra. l febbraio 1942). E qualco.11t di pur ,iostra volta opportuno ripctt>rc , 1ua111o in sempre mrnlogo. a parte l'accensione pole– proposito ebbe ad amiotare IJoeelli: "Ci mieti, rileggemmo più tardi, dietro imw• tmrebbe da chiedersi ,,uale fa.~:smo abbia lontaria provocazione dello, .ste.w, Campa11a. imperversato nella Frm1cia tli Mal,larmé, di 11el tomo primo della tratiazione di Luigi Rimbaud,, di Gide, di Valéry, giù giù {1110 Russo su La critica letteraria contempora- :!'!,,fe~~en;fin;h: :il,t~;r::;;rr: 17: ~~ nea (l, 136-142) Aiui, per es.sere precisi. qui agli aùri pdfl.,Si. europei): dnto. che tali l'occasio11e del .1econdo scandalo fu fornii" eresie. astrazioni e prezi<Mitù so110 comuni da noi stessi. co11 w1a ri.Jtampa degli scritti a tutta la cult.ura oontemporwiea, di .cui la di Campana uon destituita di qualche al,• nostra 110,i è succube ma partecipe. Se mai te11.;z;io11e E già allora non mancammo di il discorso ,lovrebbe investire ben altro pro- 11umife.1kl.re la nostra sorpre3a e il nrutro blema: quello della crisi che travaglfo, ap• rit1crescime11io nel vedere irrisa una, certa p111110, tale wlura" ("Tempo." 19 mag• cura fìlologica in pro della rWampa di uno 1946). E sarebbe inoltre da avrertire che la dei nostri più importanti e più laboriosi te• ~~::,:io::t/ìr~::!l:il:r:7 q~~u: }c1f~fi;!:;:e 1 ~~~ sti di poesia ~ntemporanea. (Cfr. Pri- 11u_>tica llnclie rispettt, a certe esigenze ex- malo, 1 agOSlo 1 9 4 2). trafeltPrarie. l,e stesse. ,t'altroride, che col Adesso quali MU"amw i profe.1.1ori incri• toro llpparc11tc difettare di ieri provocanmu mi,iati? Di. due crediamo -. salvo errore • accuso d'estetismo e col Wro ostentfflo ab· sapere il nome, perchè i loro traviati allievi bo11Clare cli <>ggidenotano w, .1oproppiù di lwnn.o avuto, la ,labbenaggine di. rivolgersi politicismo. Atter1iamoci ai /atti nel ginst<> a11clie a noi per qualche mag6iore everltuo– mez:o. le informazione. E'ui .sono Àchilk Pcili:- ..Ci fu w1 momcmo, treru'a1111i. /a. appe,;;, :ari dell'Università di Genova e Paolo Ar– :,go11fiato il FuturismO (.1crivf' l'am:razi 11el- cari dell'U11iver.1ilà di Friburgo. U11iti nel– la prefazio11,e alla primll serie degli Scrittori l'inculcare ali.e proprie .scolaresche che "l'O :~::~f~;, 1 ;a 1 ;;=?,~r!";i•d,::::,: ~f7r/ a~fr;::~; letteratura ital.iar1a è cominciata appe11a al· messo in quarantena il roman:o, s'erlUto ap- la vigilia della prima guena mondiale.'·• provriati la qua.,:i esclu.~ività della poc• Uniti nel proclamare che "al di là sunl :.ili."" Ed è n·conosci111e11to ta,ir 0 più wo,,- leon~, come nelle carte degli ig110r(lnti 1mg11abilc ove si aggiunga e precisi clic gt>ogra/i medioevali.'' quella tale "quasi esclusività'' fu conti,uw- .lici questo è piuttOSl<> il parere clegl'in– ta acl essere esercitata dalfo prosa d'arte ctrp/Xlli clelt'Ultima. E resta ~omw1que da :c; 0 !:"~~:~;!/:: 1 /S1.1"/.trcs.w. in vario modo provare che i Ruggeroui ,la Pal.erm<>, i Mei '"Nel verilCllllio che seguì il Natumli.smo Abbracciavacca e i Folcacchieri. dei Folcac– (prosegue Pancrazi), imperanclo il "/ram• cliieri tf,ell'antichilcì valgono sicuramente me11to'' 6 la "prosa. d'arte." if. ronum:o più dei Dini Campw1a della moller– era .stato tenuto da noi ,,iwsi in sospett<> ... nirà. Scrupolosi versa gli uni, J>ercliè 1wu Poi. i111wvvvisame11te si so110 spalw1ca1.e le dovremmo esserlo vers<>gti altri? Stiamo al• porre del romanzo a tutti; e cret.lo con be• te11ti che 11er reagire a tm ipotetico fa11ati- 1ie/icio di molti." smo non si voda a finire in u,1 0 ben pii, l111provvisa111c11te: ceco w, ,w1·erbio 11w, squallido. ritevolc, anzi bisog,ioso d'essere a11pro/011- dito, per non attribuire til semulicc inter• vento ciel ca.1<>. piutt,psto clic olfirrefrena• bile .~correre e svolgersi del te1111m, u11 cm11bianumt 0 di quale/io sig11i{ict110 come <1uello i11dicalo dal. prevalere (be11efico o 110) della prosa narrativa sulln pro.,o cfor– te. Noi diremmo che il cambiamento sfo ve– nuto dewmi11andosi lc11tame111e, in segui– to a u11Q1 spostamento e, se si vuole. a uno slargame11lo d'inter~si., cui forse IIOtl è ri– masta estranea la ste$sa impegnativa mol– teplicità d'indagine della prosa d'arte, so• ENRICO FALQUI Ma per finire vogliamo indicare un abi– to da 3era che era, oltre tutto, una libera interpretazione goyeJca. Tulle ner<> e rica– mi bianchi, lungo fino alla cavigli~. {?i velo, l' acpio cappello. A mmantatJa I abito una .t:nor~ sciarpa di tulle. . Uno sguardo al pubblico? Fra tante bel· le signore, la straord.n,rUJ apparizione J' una bionda dama con un cappellino az· :uno, l' oiseau·bleu della fav<>la, appoggia· Jo con grazia 1u una chioma colo, miele. \ \ \ . -. lo per polemica ma erroneamente relegabi– le in mio stretto ambito tecnicistico e con una mera portata esretisrica. Alcuni fra i ri.Jtdtati narrativi migliori 11011 sono stati. BAR GELATERIA TRATTORIA TRE SCALINI ). _...._ .\Fl'tO: Ois<.'gno 1bl1oteca 1noBianco i11fatri. raggiunti da scrittori che in pro• prio erw1<>già pmsoti atmwerso il gusto e l'esJJeric11::.adel "capitolo"? .I parte quelli che. più &fo·vani, del ''capitolo" si ,011 1ro- PIAZZA. NAVONA, U-J2 TeleCooo SSS60

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