Fiera Letteraria - Anno I - n. 15 - 18 luglio 1946

FIERA LE'ITE:RAlllA 3 L'insurrezione d'aprile Giungiamo •in oltr,._ il crocicchio di via dei Coprlelli senza inconlrare neuuno. Ma sl. I primi nolliri '10lontari in cui Cl imballiamo, intenti a .caricare ,acchetli di sabbia da un atilocarro e ad ammauarfi alle porte e olle fine,lre del pala.z.zo dei Lavori Pubblici, aono bei ,asaui: lrie•lini. Quel che devono ali'Italia La balfag/1a creace d 1nten11!d, e 1'ot>tnc1- na. Net coro, g1d uaslo, dette m1lragholnc1 crepitanti in lutti i punii della citlà, ooci nuo t.e 11 agg•ungono d1 momento in momento da ogni par-te; e ci 11 •ente, q.ui 1ul colte di c/1 .Son Vilo, sempre più slretlr' enlro un cc,. ch10 dooe l'ar,a è ancord mirocolotamente immobile. Ciò cl,c in/onde un'inquietudine, un'impa– z1en::,, crescente, è ,t non i,edere nullo dr quanto succede . ..':>ramo aopra un colle, ma lu noatra casa è baua, I dppartomento al pianterreno, e daoariti abbiamo alberi, già lulll /0111 d'uno splendido i>eTdc, e muri e tetti, Ulrre !e macerie d, uno 111Uo che c1 slava innon.:1 - •t:«'nlrata dalle bombe ca– dute a grappolo durante l'1ncur,1one aerea del ,cttc /ebbra ·o ocdiamo, di nuooo, ca– pe e lclti e, i'n fondo, il more: non piazze, non tic, non crocicclii ot.1e •i comballa. Pu– re a1 cornballe anche qui ,ollo, alla base del colle. Qua..,ù 1i ode ,ollonlo. Ma ai ode aempre di più, Sparano orGmai, in p1'eno ,uffa cii/li, oncl1c le artiglierie ledeache, probotu!menle c1uelle dei pontoni oltraccoh aftle noe. l:. il fuoco - che Ja coro, ,i ,oorappone, ai 1nler,cca - delle mitraglie:: crepitii di ogni genere e, sempre più inten,o, un lambureg– gare p·ù rodo e bauc. Ascolliamo; mcnlre ci incalzano, ormai da ore, sempre le sle:iYC domande. Come oof11c la ballogl1a;> Lom1nc1ono a dchnear11, Juorr dttl caoa cli alamane, le sue 110rli) Si ,:orrebbe poter distinguere, in que1to ,a. robanda di scoppi, lo ooce delle armi no,lrc: da quella delle armi nazi,te; e accompagnare, 1u•lc:nerc: le nostre con tullo il cuore, con t.utta ran1ma, sino a .entirlc prclXllere. Ledono, cederanno i ede,chll I:.' queslo che dobbiamo oolere; ~ que,1,-, clic a/tendiamo. .:>1amo noi trieshni, noi italiani, che dob– Liwno liberare la noalra ciii~. Cerchiamo di acordare, ormai, le preoccu– pazioni di ieri. Questo aolo imporla: /ar arrealarc i naziati, aconoo/gerc le loro difese, ridurli in pochi coposaldi, co•tringerli alld rc:•a; rea!ore, noi, padroni d1' Tric:•le, com'~ giu1lo, com'a il nostro dirilto; e, se allri poi ,opraggiungono, che trovino noi lriealini, noi 1laliani, a capo :lelta nostra cìtld. .:>parano. aoprd 1/ crepllare e ti tambttreg– grare della mdrogl1a, ,opra gli acoppi delle bombe a mano, e aopu1 il fuoco dei con( ar– mali e delle ort:glierie di bordo, i connon1· tede.chi: lenti e 1icuri, lunghi' e cupi. :>par~no conlro !e }orze d1 I 1to che pre– mono •ull' afl:piuno. Gli slav1· t Si, è que11la ancora, mall(rado r ardore cfle c'infiamma, la nostra inquietudine. flreoccu~ paz:onc sopila, rion vmlal, che a tratti' riaffio– ra, e come/ Non ,ortirit. la no•lra in•unezionc, il •olo rl•uftato di eUminare la di/e,a tede9Ca a fa. vore degl.i slaoi, di darci in mono agli 1ldl1i quando glr anglo•«nericani .ono ancora di– alanli) Ma dotJc sono que•h onglo-amencam) l:, sanno quaicosa di. noi) Le steue domande di ieri. Ma og~ la ,i– tuozione è già in molo, precipila. L'an•ia ci prendo alla gola. - 5) i1anno tu Ilo: ci riaponde qualc.u. no. - E,si avan~ono. Corrono. Ua I rieste •i dànno di mezz'ora in mez– z·ora, coaì dicono, nohzie lele/on1che a Ve– ne.r.ia •ul •uHeguirS: degli otJVen'ff'W!nti. I: .' pouibile che que,le nolizie le ,i dia a vuolo) E' poHi','le che gli an,rlCMJmericoni non ne u,ufruiM:ano) Neuuno pud crederlo. Uunquc deo'eHer t ero quello che l'ansia di tulti dii per cerio: men Ire la noalra c,icendo Negli anni della cultura censurata ai po– leoo luttavia ocquis1.are nelle librerie italia– ne un libro al LOlL, A,agon, "Pour un réa. lisme aocialiate ·•, la cui letlura avrebbe ri• •ponrn;ato ai noslri più Biouani intellettuali un lungo e pe.rigl,o.o lraoaglio attorno ai sp,opositi cslet-:ci e filc»0/ici che hanno ot:u– lo, dopo la l'.OCTaùonc, il loro momento p:ù propizio. Ma a quel lempo gli i1aliani eraTJO hoppo occupali a leggere i libri di Bene• detto Croce per dedicare una parie del loro tempo alla prosa molc,la ed 1in/oluata dello •crillore francese. ,\1a qui non vogliamo parlare di eatetica: i;oglrnmo sol1anto analizzare i titoli del $i– gnor A ragon a sgn1/ìcare in qualche modo un pertonaggio aulorerJOle nella cultura /ran• ccsc:, 1i da farne il p ù co1picuo rappre.scn. tante d; quegI,· irlfellcltuoli, che hanno fir– malo il mani/c•lo per lo cessione della V e nczia Giulia alla Jugosfavia, mettendo nel più ser:o 'mbarazzo, almeno agli occhi del mondo, i comunisti ital·ani, cOmpogni di /e. dc e deoo:1·one de/ signor A ragon. Chi ~ dunque quealo ,ignore, che regala in/ere re– gioni italiane, laccndo il g·uoco dello ,lato maggiore francese, come ha noelob quello oncsl<, galantuomo del ,ignor 8/um) E• lo alearo che nel libretto su c;lato t.uona di in– d ~nazione contra •• iì dominio ignobile del trattalo di Versa·lle• '• e contro le mitraglia. lrici d. C/emenccau, che aoeoano 11ehiacc1a– lo 1 0 Germania riooluzionar·a; i lo sles.,o d1e. duranlc la guerTO del Rifi, prende le d1Je~ dei marocch ·ni che lottac,ano per In loro ind·pendenza, p,oprio come " la ma• 11.eu ,cu,e petile Be/gique doni on nou, avail coué le, orcillc, ••. Si dirà clic la coerenza nnn è la l.lirlù dei poeti; resta da dimoslrare che il aignor Aragon aio per l'appunto un l'Cro poeta e non uno d, quei dilc11c.1,ti di– apnsli a quolu-nque conoer•ione pur di .se– derai ad un tavolo; come egli ,te...o raccon. la. con una ingcnuilà che, per una oolta tanfo ce lo rende simpafYco, allorchè in un caDè' di Monlparna»e ientl /ore il suo no– me: •' Le poele Vlodimir Maiak_oc,al,,·y l)OU-' dcmnnde de s 'as.se ,ir a sa lbofe ... •' Da <1uel momento, d:ce A ragon, doveva cambiare la C·ito. lJ, gnor Aragon, dunque, che difende l'n. l,d di P. A. Q11ara11tottiGambini incalza, gli anglo-americani corrono ver.o Trieste. Lolpue I nau,11, e contemporaneamente lener lontani gli s/ac,1 di Tito, reaist.endo con tutta r anima •inch~ giungano dalle pianure oc:ncte, a rtcongrungeret con t Italia, gli an– glo-dmericani: cero quello che dobbiamo fare, Nel primo pom~riggio, usciamo per sentire qualcosa. ::,j spara aunpre, ma non più con l impelo del malf1no. Vediamo, menlre imbocco lo ,alita di eia A t·ce, u-n g,oc,ane ar.mdlo, in dunsa, e {o chiamiamo e lo rrnco"iamo. Si volta, e por. la la mano al c,i.t0 o tergerai il audore. E' un odolesccnle, e ansa, arronalo, con la Jronle alll!ante. lndoasa la du.nsa dr guardia cil.lrco e al ,uo broccio spicca fa }o.scia dc, oolon– lari della libertil. Si aoUl!oa il berrei/o a dar aria alla fronte, spoata sulla spalla la cinghia de!_}'zj/:it~il e~ ;~ 11 '::~; :al Comitato e/li Libe- j razione - dice. Noi tutti combatliumo per il Comitato, ~ rl ' ...mitato che ci comanda .. .:>1 parla ormai di un ormuhz10, con r onore delle armi per I tedeschi e la restituzione dei loro prigionieri ... Ma a un traiti) un'ombra paS9a •ul l'UO oi. •o cluaro, e ci guarda con un cruccio nesh occlii, da raJfazzo che stia quasi per ron,pcre in pianlo: - Ma pcrcl1è - trabocca, e la ooce, men– lr'eg!i cerca il consenso nelle nostre pupille, 110 un'inflessione emozionolla da fanciullo; - perchd e, disarmano se combattiamo per la aleaso COUM? -Vi d,sarmano) Chi) - t..l,uelli con la stella rossa. Hanno gul fermalo - •Piega, - molti dei noafri, e han tolto loro le armi. /\'on vorrebbero che noi •• combatte•ae. Lo saluliamo, di n a poco. Ma perchè, - egli ripcle prima di ri~ p,enderc l'erta, guardandoci di nuot>O con la sfesso ango.scia, come se polea,imo darRli con/orlo o apieg,vgli chi sd coso; - p,erchè i:ogt,ono d1aormarci se combattiamo peT la aleHa cau,a) Alcuni comuni,ti, ci vien raccontalo piÌJ tardi, hanno sparalo da Piazza Unild contro i pontoni germanici attraccati n d, faccia (un 10! colpo o poco più, pare); e i fedeachi han– no islonlonemnente ri,posto prenden do di mì. ra con fc orhgl1erie d1 bordo Il p ,ata.uo del Municipio. Uro fa Piazza lJtiild è bloccala; neHuno iarri,chia ad altrat>t:r,arla, neanche rasente i muri, e nemmeno ad affti;Cciarl.lisi: i tedc:1cl1i sempre in c,edello, aparano con i mitra e cni cannoncini a ogni accenno di movimento, A i piedi del palaz.zo, calpito in pieno. iaccumu. 1 0 il pietron1e - balaustre. cariatidi, capitel~ li schianlato dai proieltili e sbriciolalo•i al suolo. Sono bei ragani, operai; e bene onnali, Mi milro, quesli comuniali; e si /anno diatin guere dalla •Ictio roua aut berretto, raccon– lano. Da ogni parte d riconfermano le notiz:e 1ull'es1to della giornata. l oolonlari delta li– berM prel.lalgono. il C. L. N. l~ne la citta, e già ai parla della reaa tedesco. Cala la ,c:ra; 1a batlaglia, ormai, sta giun~ Rendo a quelta tregua che quaai •cnipre si). pravciene col tramonto. F;sehiano e scoppia, no, quil e fd, aofo patloltote i:iof~e. e qua[. che •granarsi improotri.o e rapido di m1tra– gfa. oro vicino e oro lontano, ma come per giocO. Usciamo di nuovo; acendiumo al centro. per l.lia Tigor e per Citta Veccliia. .:>tlen:-10, desofa:;1onc. Porte ,barrale, /ine•fre chiuac. Ragazzi che doi>eoono e.sere mula,ia quando è ~piota la guerra; e oggi .ano gia uomini, ma ancora mula nell'impelo avl>Cntu. 1c»o con cui si buttano nella vicenda della ciltd. - Ci prepariamo - dicono, aollcoando dal laoorc, le /acce fervide illu.ma 'nciie come la a»ce, da non so quale lielez::.a; - peT il nuo– oo baho di domani. Domani matli11a si rico– mincio. La batlaglia è infuriata, oggi, dall'uno al– J•aflro capo della cillil; intorno a piaua Oberdan, al Punto franco, a meta del Corso, el prossimo numero "RITORNO IN EUROPA,, Racconto cli Ginui Stuparich 1ulle rii.le , e chi aa in quanli allri aili. Dopo il no,lro primo auolto del mollino, i noz.isli, pe,dJJti numerosi capoNldi e abbandonali i bunkera sparai un po' dol.lunque, si sono as. ,erragliati enlro alcuni dei po,ti maggiormen– /e /orl.Jicati: al Ca,tello, al Palazzo di Giu. shzta, alfe Yoste e nella zona portuale dal molo dei Be11aglieri a BaTcola. Ma ora giun~ ge nolizia che anche la guamigione delle Po– ste, altaccata simultaneamente da luttì i lali dai nostri oolonlari, si a arresa. Il C, L. N. ha nominato, dicono, un comandante di p1a.zza. Ecco dunque che, fuori da qttello che sla– mane parelJa un caoa, qualco,a, un ri•u 1 ìolo, il risultalo cui miraoomo, IXI nettamenl.: dcli. neando•i . Da per tutto, qui intorno, gruppi di c>olon– lari ali opera. I palazzi pubblici, occupati, deoono divenire rocca/odi. Qui e doo.1unque, a que,,l'o,a, in tulle le parti dello cillil. i\lnlgrndo J'u..,prczzo. dcllu lotta politica e gli ucc~,-.i polemici che ogni 11111toacccu– ùono Ja blallt.Va. croata e juco.Java tulla con1ro di noi re::I.U un fono troppo oe· glello, mJ d, e~nz.iale lluportauur; l"he i Croati oemp~, e anche in que!iti ultimi ar\ni, !il eono rhohi con un convinto cd affclluo~ ca,lore aUa no:.tra Jcueratura, che c••a cerio non tro, ò altrove lettori più at– h.:nli, più u, Hrtiti, e di:,ee1>0li 1 in fondo, più pronti. Quc:.to non !-Orprcndc chj tia 11uun1a J>arte ha ed abbia a,•uto aià in p:1-.ato 1a cultura italiana !:tll que:.to ramo, Wl'IÌ a noi legalo da somiglianzo o contra– ~ti, della famiglia jugo:.la,u, la ,·icinanz.a, l'irr.;ulia.tione co.,,1a1uc e.be dulia sponda n– Jriallcu c•ercitò fino uelJ'intt:rno Jei Bal– c;.ni In cultura no.-Lra e della <1uule i Croati rurono :.o,eute mediatori o diffusori. M.i un 1>1l1 bugg~Lh o segreto sarebbe cogliere pc.rcbe, '-UJ>er:mdo la dilTerc.nz,a di lingua e di razza, In no:.lra letteratura, ,•it• torio .. a in concorrenza oon l'influeuui ger. urn1111·a o .!-lu,a, offra 1>er i Croali un co6Ì C""l'Uti:1le e robu.!-tO alimento fin dai 1>ri• mordi della lor_, t.loria letteraria. Ogn.i plriodo, inratti, di 1>iù intenso fcn•oro ·1et- 1crurio in Croazia, dalla fiorilura dnlmato· ragu..ea alla fine del u ì\ovecento •• d.al « Prcporod » alla 1>oesia moderna, ha alle •uc intime r.1dici un incontro con l'ha.liu; e .111d1~In nra~giore parte, e, la migliore, dq;.li uomini che ha lasciato in Croazia una i1111Jro111n nella vila nazionale s'è 1utta r..,1111a1n,almeno spiritunlmenle, fra di noi. i\lagnri 1>0li1icnme11te nvversnndoci, s'è fat– ln Mtl 11os1ro pen~iero, ha nclot111to urgo– menti e metodi ehe, al.l'origiuc ideale e 1,iù purn, t.i richiamano ul miz.1.inianesimo, nlln (( guerriglia po1>0lare » garibaldina o ul 1U11;iormli-.1110 iinliano. Unu co,ì &ingo• lore origine o 1>osizione llid ucc talrnlla i Cronti :ad una maggiore as1 >rer.za 1>0le.mica. tonlro di uoi; suggerisce infelicemente, on– de I iberart,i da lanto d'ebito, di rinnegare \ iolcnten1en1e ogni influenza i111lian1, an– cl1e ~ poi, 1>er <'hi li con06CC, biografia, ambiente e storia 5111n110n ditUostrnre ,,a– lcsemente tulio il contrario. Così i più EL BON SONO Go finì e vado i11 leto. 'N un leto gran do bianco ,ne meto, 'n. una grmuLa càmara.ciara, stanco. El cuor el xe pien pien dei ricordi, strapien de tuto tuto qllel che go 'v,1(/o cfebe,,. E i oci i xe strucol,ni di llllo qL1anto(Jllel che go vardà ,, vardado nel nostro mondo bel. Fora de le fine.tre, su, in ziel e basso in. tera sri àlbori e pra', ghe xe, quipta, la primavera. di VIRGILIO GIOITI Me bllto zo, e i oci me se sera, e in Lift bon sono me perdo senza senza sogni, e no' son più. Ben onta, una ciave, pian pian, la ga girà tre volte, e cuor e oci la ga :ita serà. E cusì dormo dornio, e in quel bon s0110, clrento (Jllelgnente, passo un tempo che :\"e Lift giorno, o xe zen.Lo, o mile, o xe par sempre. 1946. GEOGRAFIA SURREALISTA dipendenza dei poi>eri marocchini ed e,a/la finita, prudentemente molti acrillori lii dic- impugnorc le armi, le superiorri direttive) lo" ,plendidc bou/eue,.scment de la réalita" dero alla meditazione; o/e.uni, più fortunati, Noi preferiamo credere di no, che egli ab– clic furono j giorni di novembre del 1916. emigrarono. Ma il diaordine delle coaoienre b,a combotlulo per la Francia e per la de– •• allorcl1a il popolo ledesco, e non le arma- duvel.lO essere graoe ,e uomini come Giono, mocra~:ia; e d1e in codesto passaggio all'a– le Jrance:ii, mise fine alla guerra••, regala che aocva af!ronlato la prigione per le sue :ione dbbia i"n/luito non tanlo il gralwto al• intere reg:oni italiane, esalta una cioiltà ju idee pacifiste, e come Jouhandeau, •• d1e lo '' e•istenziale '• del .suo con/ral'e/lo )con gos/ava clic egli atima superiore alla cil.liftà Paul Sarlre quanto un ,incero de•iderio di italiana, e fabbrico s/Mie e geoBrafie immo- ri&eatto delle sue .stesse responNbilità: pri• gmoric per giu1tifico,c i suoi pr.ncipesd1i re• ma come poeta surrealista e teorico dadai:1110, goli, La verità è che il ~:gnor A ragon ormt1 · e q.uind: partecipe d1 quella cultura clic con- •' è seduto a ,un tal'olo (/orse, celi crede, al /r1buì non poco, per con/ess;one atcasa del• laoolo dei V'incitori, comunque a un tavolo l"aulore, allo smarrimento ,pirilualc che con- di per•onags;,i outoreooli), e si comporl 0 rA. I duue alla di!Sfatta; e po, come mihtanle c.."O• mc tuUi i Rabaga, d1 que,lo mondo il gior. mun1.sta e qu ndi naturalmente coinvolto no in cur si mettono in tighl. Tutto dc) ,cm. nella ambigua condotta del auo partilo. La pre per via della famosa pugndlata olla :.i luozione degli intellettuali francesi è auo- schiena, clic il governo /asci.sta 110 in/erto lutamenle d versa, comunque, da quella de. alla Francia democ.ra, ..·ca, e .sulla quale, do- ~li intellelluali italianf, i quob:, pur lrovon, po esserci ahbondantemcnle co,parso il ca- do,i in condi:r"oni di//ici/iuime e in tra- po d1 cenere, converrà tuttavia tenere uf1 ,:icl,c alternalive di coscienza, ri,po,ero ol. ,calistico discorso: ellSCTve,o, cioè, che co- pello della libertà con una compotle:zo d desio infausta e molde,tra pugnalata, I.libro- cui non è ei,empio in altri pacai, che subi- la senza consultare nemmeno /orma/meni• iilll•iaÌlllllllil•flilllll•liiiÌIII•.. rino lo medesimo cspcr!enzo, la11ci'andoalle il parere del popolo itdiano. fu ,un alto m -,_ esigue /ile del colldbora:ioni.smo poche fir- ralmcntc ed esleticamenle scadente; essere sembrava ardere d'odio contro tullo cid che me minori, neanche lontanamente parago-ia. peraltro ugualmenle ticro che codealo /ami- è turpe ", finirono col/aborazioni•li. li cri• bili a quelle di un Mourra,, di un Monlne– geralo coup de polgnars non af!reltd di .una tico inglese Raymond Mc,limer, di cui ri. riant, di .un Drreu Lo Rod1e/lc di uno ora la sconfitta dello Francia, la quale crollò porto la /rase virgolata, non ,a ri'sp<>nderc al. Chardonnc e dei molb.simi altri che ai come un castello di corte ,otto la spinta del l'ang~cioso [nterrogolt100. scl1ierarono o fianco dei tedeachi, Tutto cid v ncilore, per una pugnalato oibralo/c dnl- Triste, oscura alagrone dello spirilo fran- :icnza menate la mi'nima parte del fracasso ::~r;r::i : ;e;::: 0 ;;?::s~:; t!;;~;o in~:; cese; J /non basta f>Cr ri'fattarla q.u~ch;. ;~; ;i/a~~o ':::doe :~i~·;~:;,1c; 1 _.u:~;; 0 ::;~ tiento. ~t,~::,/ e 0 ;::•1ch':":~;~ 0 0 c,oulp~:1:u; q::,: battuto per la FranO:a. Siamo al punto d1e LD triale ocritil (c diciamo Iris/e anche che articolo di sur,eal:$mO geografico, come uomini come Fra-icois Ma.uriac, il quale coa– per noi italiani, che, nono,tantc la •lorica quell, di cui si dilella periodicamente l'c.x de ogni Ionio dai scn,uali /anlasmi della mimié:;ia dei francesi conlinuaoomo a nu- aurreali,la Aragon. :iua provncia bordolese ,:-er dedicare qualche lrire per la. patl'l:a d1 Pa,~al e c/,i D?scorle, Ora sia ben chiaro co•I rande rimane in arl;colo. alla ~olili~a,. scri~no con la. maui• un'ammirazrone ben .super-ore ar suoi mcrill , . 1 g . . ma scnelà: E,sr (r poeh della reaulcnzo, conlemporaner1 A che nell'ora cntico del:a quesl o~a d, ?mare:zo la noslra obbrett.rc, :tà. Ira i quo/i :n prima I neo Aragon) ,crisscro f-rancia, quando la guerra ormai ,embrac.:a e~~ noi ." 0 ~ ~nle nd1 ~mo affollo negare I m~- f:.allal_e clic l.ultt J piccoli /ranceai un giorno perduta e j giorni dell'Inghilterra contali, I rii, P<tlrolhc1 dc~ signor A rogo~ co~c ani• , ~,C"op,eronno nei quaderni di scuola". V i ben poclii deglr in:elicttuali francesi non malore della rc,islenzo. Ma, l)IVodd,o, egli o/lriamo qualche -'aggio: ,c,riscro al secolare 11emico. r,on 110 /alto ollro d,e il auo dovere, egli Les chnrbons du poète et ses chnmbres nr- Po•, quando C"i ,i accorse d'avere ,baglio era p.ur francese, nonodanle le strelte po• [dentes to i conti e che la guerra era lutt'altro clic renlele inlern<l:.ionali; o 110 /o,sc atteso, per liattenuent trop. Lavai. ton orgueil se valet ! D é::I • dn.pcrado, :i>, quando infierU.eouo contro l'ltaha, compiono innanzi a tutto violen~ o. e.è :.los.::i ed n1 J>roprio popolo, llerchc non si acrorgono che le loro formule, i loro progranuni negano w12.itut10 cruda– mente gli wiici , a lori, , eri e 1:t-ermanenli, deUa loro culturn i11 ~en.. o europeo. Oc– l"Orre però d.ire che co,,1oro, ~pe,-•o fierit– Eimi a&ertori del più e-.al1n10 ed i'11t111mi- 1,:ente naz..ionaJi ..mo, rc,lano 1>oi nei con– rronli dei Croati di nitre regioni, e de.i Serbi, degli SloH:ni, t>Cr nou 1:x1rlare di Macedon.i o llo~niaci, .-he ~ono più t>CJlsi• bili ad influenze antro europee e orie11- 1uli (magiare, nz.s._--c, k."CleeoC.he o francese– mente d"a,·anguardia), c011\'in1i difcn:.ori di una latinità idf'ale, rice, ula in una con la , i1a, o con,1ui-.ta1a col tempo nelfam– bienle adria1ico. Que:.to l'llJ)J)Orlo :.e<'olare t'On noi, fu in• vero indebolito qur:ndv il .-entro cuhuralo dei Croati cmi~rò da Ragu-..1 11elri111crno, a Zngubria, fra l'n!-h1lt1 ù 11rgu1n genie dd, In c.ollinn ulla fine clt•I Sc11ecen10; 111!1 nn• l"he li In noSlr:t pr, ... t•nzn J~rmunc, allra– \·t-rso l'o1>cru li11gui,1irn e 1eatrale dei Ge– suiti, si , i, ifìca I unilo l'Ottocento. con i maggiori leucrati e poeti d1e tulti ,,cnlo– no, l'Olllç )lrumr.mic, Prerado, ir, \Trar, l"n• riti della du~icJ 1>0c,ia i1ali:m11, pcr J)Oi riallunliuar~i a fine ~colo J>er 01>era di alcuni adriatici come il dr:uum.11urgo e rrnrrslore I, o Vojono, ic, il critico ., 1,oe– la 1\nle TTc~i-Pa,icic; il 1>0eta e scrittore di lealro e romanzicre i\lilan Be~o,•ic: e il 1>oe1n '-' unrTnlore Vlndiruir Nn~.or. Po1>rio Nazor, pn•,entnnclo ((tmltro anni fu una sua personnle ~<'chn di Carducci, Poscoli e D'Annunzio, mngiilralmentc trn• cJ011n, 8i ~enti i,11inro a ripercorrere con intenerita me11101 in gli anni in cui la no– tolra « ultima triade». com"egli la d1iama, era la lcllura .!-U&1>rderita. Pareva anzi che la consuetudine alla nostra leneralura, alla no<.tra lingua, .!'i fo.: .. e fatta nei J>r.iiui rmni della seconda guerra mondiale, per lui come per ahri scrillori anziani, ii.neo• rn più viva e pili ll()Sln1gica. Così, suJla l'Oglia della setrnntinn e prima di darl'ii c·ome 1>arligin11i) nll11 mo11tngno d.i dove rÌ· tomerò. vitlorioso ed ncclnm.oto come nn o·Annunzio a occu1>are principesca <limo• ra col titolo di « poeta nazionale» a Za~ gabria, prepara una nuova \'ersione (13 ter– za croata) dell'Inrcrno dante:.co, eccolo ...,a • re egli EICMo \' ~5.te italiana prima al AIO fisbC$co 1>oemet10 « L'Orso Bruno». e poi nientemeno che una Kelta di «Lirici Croa.• ri » col te~o a fron1e, &edollo dal doside– rio di far conoscere in l!nlia più signìfi– ralh•e ll:t~ino di un Kcoln di po~ia croata. Coetaneo di Nnzor, nnche Milan Begovic ~ente riaffiornre lo nos1algie dell'I•nJin; e raduna .:tlcune sparse pagine di un « Via.q;– gio per l'Italia » COmJ>ÌCIOnel dopo guer• ra .:tttrnver~o le città e le campagne nostre, <"Onun i1inerario curioso che lo saln del• le solile rotte dei turiMi bighe1loni. Se i patriarchi delle letrere c.ro. :tte son ria tanto, i gio,·ani no 11 sooo certo da meno. Ancora nel 1 38, quand•o in Jugosla"ia non lirava certo venlo propizio verso l'llaJiu, due poeti allora giov,mi58irni, Olinko De– lorko e Antonio Nizcteo, lanciano con tra• duzioni JlrOJ>rie e d'ultri (risnlendo niente• meno che nl l\fa%ibradic di ragusea memci• ria!) una <' Anlologiu » di tutta la J)OC!Ìa italiana da S. Francesco fino ai conlcmpo– ra:nei. ln wt prossimo arlicolo conlinueremo lu nO!òJlra indagine su queste influenze i1a– liane. LmcI SAI.VINI tu est trop laid, tu est trop laid, 1u est trop J'éc.11$ dans cc pays où on pnrque Ics bom.. Oppure: [1,ùdi J'écrìa dans cc poys où on parquc lea bom~ [mcs dans l"ordure et le eoif. le a:lenc.e et la ([aim ... où la mère so voh mrncher son fils camme Si Herode regna,t quand Lavai est dauphin I Dopo ciò, ae alcune .scimmie nostrane spas1.mano d'euere ••spidocchiate'' (coaJ hanno scritto) da tali mae,tri niente da cc. ccpire. Noi IJOlevamo aolt~nlo informare qualche anima ingenua, che /ort,e ~• ~ la.cia– ta impreHionare dal manifesto Aragon, e i molt:. slranieri distratti ed inleressoti, ,ulla reale autorita in!cllettuolc del terribile per• aoncggio. E non è ,oltanto il suo imparatic. c,o culturale, ma tutta la sua car,.:era ar!Ì• alica a smentir/o, T utlo •omma'lo egli è una figura abbaslanw comune in ogni ambiente lellerarr'o: è il lipo turbolento e apreRi°..u1i. calo, clic cerca di sostituire all'originalità dell'ingegno la J.)arieli} degli alleggio.menti; come Figaro '' mnbi:;ioao per van·tà, labo– roso pe,- neceui!à, oratore a secondo del pc. ricolo, poela per sollaz:o ••; pronto. quando occorre. ad abracciorc una moda per ripu. duirla appena la gi.udica superata; dado'sla, surrealista, marxista, realisla, ha il suo quar– tier generale nel coffa di Monlparnasse, do. IJe, ne/ bailamme co,mopol ta, la mi,tifica– zione è a portata di mano e si colli"° con ardore l' ambizr'one di far parlare di aè e di spaoentare Id borghesia, Le circostanze sto– riche sollevano talc,olta aimili indioidui dd alle:ze inaperale. fino a farli soggetlo di po. lcm1chc r'nlerna.:ional·; di ,ol:to finiscono corr~ttori dr bozze con abili /,uor.i. moda e ge,1: commcmorotn,r. Tras/erit si oro nel ter– reno geopolitico. le radici surrealiste del no. slro eminenliui'mo nemico, vanno sognaido, d accordo con l'l~ta! Ma1or Général, sempre in r:lardo di una guerra, non si sa quo/i de– lrranli ,omaf1;:.i cullurali ai nostri confini; per questo, ,cnzo dilungarci un istante a po. le.mizzorc con l'assurdo, obbiamo ooluto /or• nire gli elementi per un giudi:io morale, Gionc10Pno PERI

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