Fiera Letteraria - Anno I - n. 14 - 11 luglio 1946

POESIA CORRAOO GOVONI - Aladino, lamento ,u mio figlio morto - Mdono, Monda– dori 1946. Chi abbia fiducia - cd oggi tornano ad uau-e ancor.o. in tanti - nella piena ~ncon– bollata del ecntimento quui pegno d'inti– ma ricchcz:z.a, cd il sentimento • economi co • scambi per • sentimento lirico • potrà ricavore dalla lettura di • Aladino» qualche opportuno augger1mento di prudenza. Di,c .-sentimento .uico • non aarà sta– volta il aolito facile ricorso ad estetici for– mular-i, ma ci rimetterà ad una dichiarazio– ne dello stesso Govoni, non pcritoao di c1- mcntusi in qualche battuta polemico con Gentile -e Bertoni (, Ha paura di nom'lnar Croce• osservava non senza mali:r:iiaDc Ro– bertis): , la poesia è un sentimento lirico (cioè eccitato cd eaaltoto: ecco qui la netta diff~renza tra la poesia, nella aua eccita– zione, conc.itaz.ione, eaa.ltazione, e la proe.a, poa.nta, distesa e rogionevole I) di amore, d~lore, gioia, disperazione, Jede, meravi– Rha, cccctera, espresso efficacemente con parole calde fantastiche colorate e mu11ica– li •· Distinzione, &e pur co11ì la a,i può chia– mme, poeta nelle paai.ne introduttive allo • Splendore della J)OCl8iaitaJ.iana 1, valida a riecontrarc )"atteggiamento ingenuamente romantico di Govoni, la aun poetica, appun– to, ecntimentoliatica. Ma in questo , A ladino • il bel fervore d'immagini che accompagnò Covoni dal suo pnrno crcpuscola11iamo futuriata fino a1 Pel– legrino d'amore e al Gouonigiolto (pur con quei limiti eh astra~ barocca e di elen– cazione tensuo.le che il Gargiulo frn il '30 e il '33 meglio degli altri avvertita) &cmbra 11au1rrir1~ nella laceraz:iono disperata del– l'uomo colpito nel suo affetto più forte. Per cui gli accade d't &entire 'lntcnNlmente la realtà del proprio dolore, eenm per altro riuscire a rapprceentarla, proprio perchè tutto il resto, anche quella verità d'arte in cui 'il ~timento dovrebbe prender figura, ali è come •tina di~st<>M finzione: , ... e Iorgogliosa arte - una mania eh bimbi nati ~ •. Sempre dove il dolore non è p!o– cato, non è composto in superiore armonia la •teaea nobiltà e profondità del sentiment~ non è ancora voec comunicabik,: e l'unità indubb'ta del motivo· ispiratore riman ca.lata nella natura, in uno. lingua ortisticamcnte niuta bcnchè folta di (re.Sti te1Tibili ed ec– cCNIW. Senza dire poi eh.e, una volta en– trati nel loro raggio d'azione, è arduo a.fug– gire al dominio delle parole: e quei modi NHperati e oo.rnali de-I r'lmpinnlo, le invet– tive, gli urli e le angoec.ic e le espJoe.ioni blasfeme (inutile e1tare perchè 111corrono ad ogni pagina) che sono certo enunciazioni psicologicamente veridiche d'un irritato acn– tire, s'inseriscono d'altra parte in una tra– d_izio~e o_ntich\Mima, AJ limite. ove la poe– su,, dlfett1, la e natura •• il aenti mento e ffu– so ma )i11icamente .non ch'1ari10, astu.me le fon1~ consuete della • letteratura , . Piuttosto ci fermerà qualche immagin~ i– --,lata. acmpre recuperabile, per frommenti. •u dal fondo d'un temperamento a.ua.i do– talo come quello d1 Covoni ed a.n:z:.iforse più lucida, con membrature più eemphoi e forti di prima, nell'impeto d'una coecie.nza umano aorretta da..lla volontà di scandirsi. Già al principio, infatti: e Che fascia di papaveri tremava - al vento indifferente– mente ga_ia - sulla tua fronte, o gran Fos- 86 Cama1a •· • La notte che nascesti nevi– cava: - dai vetri ci sembrò una neve ne– ra. - Andavano e venivan lumi; e ardeva - odorando davanti alla specchiera - il cielo roeo. e riccio d'un giacinto•· , Ed il Q'.'Jovanc vento con lui giuoca - ed il ~le l'inonda di calore •· Altre· immagini parimenti felici non tofuggiranno qua e là al gusto del discreto lettore: ma non vorrei leTminarc senza far cenno di quel XXXVIII componimento che mi par riuscita n.asa.i beUa, ben di più che un frammento con quella primav-era che c1 rimanda al éovoni giovane meno penaoao e più libero. Vrrronro STELLA FILOSOFIA HENRI FOCILLON - Vita delle Forme a cura d1 Adelchi Baratono. Traduzione di Eva Randi - Alenandro Minuziano Editore, Milano, 1946, pp. 188. Dalln situa%'lone chiusa in cui ai aggira da un pezzo il dibottito dell'e•tctica con• temporanea e possibile uscire aolo a patto di sposta.re la nostra attenzione dal momen– to genetico dell'opera d'arte allo compiuta eaist,cnza di esea. Sino a quando limiteremo l'intere&SC dell"esterica al modo in cui l'ar– te ai genera nello spirito, le conclusioni :. dealiste saranno insuperabili, per quanto eperimcntata J>Ofla casicre lo loro insuffi– cienza ai fini di una concreta valutazione dell'arte, Se l'idealismo obbliga od un rin• vio oltre l'arte come realtà, a certe sue ma. trici paicolog1che, non ci resta $C non un tentativo di ind1viduorc la motivazione del– l'arte, quella che la definitcc oggettivamen– te e ci mette in condizione di nconoeccrla, tutte le vohc che abbiamo a che fare non soltanto con una composizione letteraria, ma con un quadro, con un film, con una uch1tettura: lo formo. • L'intenzione dell'opera d'artl"' non è l'o– pera d'arte. La più ricca collezione di com. mentari e di memorie scritte dagli artisti pi1'1 immed.les1mati nel loro soggetto... non potrebbe sostituirai alla più modesta opera d'arte. Per esistere bi.sogna che ai &e.pari, che rinunci ol pensiero che r-ntri nf"ll'est~n- 11one, bisogna che la forma misuri e quali. fichi lo spazio». Sono parole di Henri ro• c1llon, in questo suo volume eh vede I,, prima volta la luce in lingua italiam1, e ci collocano noel iuogo esatto m cui egli si è messo per Rllrontore il problema. delle for• me come elementi pucntori della realtà, :a. li che, se elevate a scopi di una Mtività 1e. cnica volta allo loro realiuazionc, caratteriz– zano quei prodotti dell·opera umana eh• raccoglmmo aollo la definizione di arre. A chi accett1 codesto punto di luce. riu. scirà agevole penetrare il senso di un'opc. ra come quello di cui ci occupiamo: un'o– pern, come scrive nella sua introduzione A– delc-hi Borntono, eh.e intende fondare •il cri• terio per giudic.ire l'arte unicamente ,op,11 i valori /onclomenl<Ài e stilistici, ncccrtando s che per definm: qu<..Sli valori - e1ò chr, sarebbe nppunto li compito dell'estetica - non giova dledurli, idealisticamente, dall'at. hvità pura e dal soigetto psicol•,gico (da). le es1ge1\ze •ubieuive e dalle intenzioni). in cui ai trovono eoltanto i precedenti ideali o ideativi dell'arte ma non l'arte: bensì cer– caili nelln legge i11tcrna alla formo ste!JS~, nel suo perenne sforzo per raggiungere quella concreta e realissima unità forirwlc che dcnominituno lo stile•. S, tratta di una posizione che h,,.cerà stor. diti, se non s,c.,ndnlizza1i, quanti $01\0 usi a pensare 8Ccondu il metro 1de.a..liatico: nè ne. gheremo che cua. 1isolvcndo una certa se. ,ie di problemi che l'ideaUsmo avev.:1 la– ac1ato aperti, ne imposta altri non meno ordui. Basterebbe pensare alla necessità di ricon01Cerc il ncaao tra i valori formali e quelli etici e logici, in virtù del quale ,ol- 1anto sarebbe (>08,9iLile cvitart! una suddivi. aione Jella coscien:i.a m compnrtimenti sta. gni ovvero uno slittamento delh catetit:a verso un nuovo estetismo: otteggiamento arido e astm.11o quarlto 1\'intellettuaU.smo 5tnoseologiBtn e tutte le formt! d1 attiviamo, aianc esse, colorate di moralismo o di immo– ralismo. E. onche nlla necessità dì non abo– lire l'urgenz.a e In passionalità dei conte– nuti in uno poetico e in una critica rivohe verl!K>un bello .stat'lco e freddo nel suo for, malismo di 111ampo neoclassico. R1monc, co– munque, unn posizione feconda. come sono feconde 1uttc quelle c.hc scuotono la pigri– zia di chi ha adagiato la propria menle nel comodo lelto delle opinioni acquisite: e so. pratutto ha il mci ito di allorgare il nostro discOTso sull'arte - sia esso generale o spe– cifico abituandoci a considerarlo sul pia– no dcli' eslensione, oltre che su" quello del pensiero, nel quale fino ad oggi eravamo Abituati ad Clfaurirlo. ROSARIO ASSUNTO CRITICA GIUSE.Pl'E. DE. LUCA: Scritti au richiealo. Brescia, Morcelliana, 194C.'. Recensire un libro, ha voluto sempre d.irr pet me conoscere un uomo•, cosi Giuseppe Dc Luca, nella prefazione a qucali Seri/li s:i rK:hieala, che esconu oggi preN<l la Mor. celli.ana, alln quale egli ha dcdi .. -oto e dedi– c:, da anni una notevole attività. E davvero, in pochi casi come nel suo proprio, pren. derr- 'rn mano 11 libro significo riavvicinarli all'uomo: ritrovornc il fervort:, igh interc~i moheplici, la varia um11.1111à. E.' vero cho in alcune pagme finali, 1,,he appnrlengono ad una pubblica lcttur.a. rgli cerca di chioriu,i definitivamente ù se Mtt.so, storicizzando ,l-1 prima persona plurale•· Ma che cos'è que– sto altro che un relati-.•are, ad uao di e sto– ria•, una persona già nbbastanza profilata) Vedere la acelt:l degli aggetiv1. il piglio sintattic.o, 11 tono eloquente e caldo; una cultura vi è già ~v1dente, quella che egli addita uel :1uo rempo , dai venli ai tient'an. ni • trascorso , sempre lavorando. in quc11t,1 ricerco della verità, r.ella cultura• - t" dn questo punto d1 viala siamo qui per render. gliene otto. Vogliamo ~hrmto os-.ervore che se in al. tri quella oHervanz:i. c!el tempo e dt"lla cul– tura nel tem!.>0, sembra una aervitu este~o fine alla parte pili gelose dell'individuo. qui la formo men~dc che prepondern è par. zinlmente cronologica e per un ahra e mag gior pa1te, o dimostra un e 8,Jgiornamento » finalistico o è del tutto d1smtereuata, alla strea-ua dei euoi testi solo in appe.renzn m->n– dani, fra cui sono 1 pili bei nomi dt!lla let– ternturn rcli.gioaa di tono famiJ:ore. I tc1 · mini di defìn:zion~ sarebbero perciò aolo estensivamente cr.>nologici e culturali: biso– gnc1ebbe forse parlare di e vitalismo•, prag matiamo cd eticisino cristiani e infine di api, ritualismo moderato dalla cadt.nza del d1- scorac., dome,tico. come ai riscontrano nel Sant'Agostino dei 8("rmoni e delle lettere, nelle leucre di San Grcg->(10, negli scritti del B. Giova.mi Oom1n1ci e soprallutto, mn– gis11t,lmcnte, in Snnt'AIIonso e in quello -.quiaito, sorprendente scrittore che fo San France6Co di Solea. Non per nullo gli inte, ressi di Dc Luca convergono su questa im– porlanti11Sima letteratura: (chi gli saprà ri– chiedere, allo 1ootes.so Dc Lucn.. deg': scritti a proposito dcli.i lclleratura re\igiOf'a del Sei– cento, che è tutta un.- Lona do. esplorare} . A parte perciò l'attraU..iva dotta e informa• tiva di questi lavori, In acrillorc De Luca r. da recuperar,i s<.,prallullo nel tirr.bro collo– GUiale e tuttavia vivido, solerte. spesso SC(lt, tante del peri.xlo. Dicevamo di aopra che la 11ua cultura non è difficile a collocarsi in un certo periodo, sotto una certa in~gna: ma or,1, veduto come ai distendr- " come si rivolge, bisognr\ aggiungere che Jt(l esn ..rre degli effetti ori, ginali di dettnlo dalla sua sostanziale diver aità. Perciò Dr- Luca può e.sacre sempre lt: ternto e pub tra :cgliere i suoi termini, enu clearli se si vuole con una cert,1 soddisfa. uone Ma non ci &inganni ,ciò dipende to– pratt~tto da uno volontà intellettuale di chia– rezza, o addirittura da una c.:..nceuione ai tempi. Tra qut"'llo d1,corso e quello, per e– sempio, di un Papini e di altri vicini a quel gusto, vi è non soltanto più pudore verbnle, ma corre uno smc,rzato sospetto: il cristiano peas1miamo dr.JI' uomo FERRUCCIO l' LIV! FIEH \ LETTERARIA STORIA LUIGI SOMMA -- Storia della letteratura americana - Roma, ed. Corso 1946, pp. 270, L. 250. Alla vigilia della pubblicazione dell(l grossa stor.a della letteratura americana dj Luigi Berti (al quale questo volume del Somma non darà molta ombro), un 'opera diligente e divulgativa può utilmente aprire determinati 1nterelHÌ, specie verso le origi– ni e il aetteoento americano, dai due Ma– ther aLla Bradstrect, dallo A utobiogra/ia d; d1 I rankhn al Frennu, e talvoho permette– re una valutazione delle fond lettt!rarie che non si basi saltanto sui motivi etnici e linguistici del nuovo r,opo,o, quanto su una eaat1a impostaz.ione degli ru-rivì e delle in– fiuen:z:.e dellartc europea in America. Questo problema. che specie col roman– lÌc1smo si fa e»cnziale, viene eluso dol Somma, il quale (non co.locando culturnl- 1ncnte In produzione art.st.co- letteraria ame– r.cana, e appunto insialendo, anche in un,, lungn e ovvio premcSlW., su caratteri later:-1- h) ai limita ad una genertco va:utazione dell'ambiente e delle qUJlità est~rne dello poesia o della <1arrativa. Il che, se nella parte pruno può ancora andare li favore di un.i esposizione corretta e non pretenzi08<l, decade nel trattare de;la fine olloccnto e dei contemporanei, malt&ime in certi ecccasi schcmauci e d dattic1, nei quali lo aoll~– cila citazione dei giudizi di Cecchi o d'a!- 1(1 competenti non si ~nsinua coercntemen– lt! D'altronde non è cosa nuova che. al di– Korrere dei contemporanei e venendo a mancare l'ausilio della valutazione consa– crala, si cada in omis11iom (l'aasenza di Ma- 11tcra}o in disquilibri (le due pag'mette su Eliot, il lungo discorso ,u Uildwell e b magro pagina suUa Ste1n. Ma per esser tenuto costante.mente sul tono di far cono– scere e di semplificare, non può mancare alla storiio d1 Luigi Sommlt l'au.1urio di be– ne insegnere presso quelk categorie in cui il tuo libro presumibilmente girerà. GIORGIO PETROCCHI MICHELE LA TORRE: PiCcOla storia dc.Ile rioolu;;:.ioni e dei colpi cli sloto. Ediz. dcli" Bu880lo., Roma, 1946, pp. 202 L. 240. Nel clima psicologico che atlraversiamo, in cui lutti gli stati del mondo - vinci1c,r1 o vinti - appaiono ::!isorientat· e tentano di sos1itu1re nuovi equilibri e nuovi ordina– menti a qudli travolti dalla guerra, si in. quadra e si giustifica il libro di Michele La Torre. Tre lasciamo l'esame della scf"nndn p.irte de!Popcra, 1 nvoro soprnlutlo d1 compilazio– ne, nel quale l'A. lraccia a grnndi linee, in. terprctazioni moho personali (aopiallutlo pe· qunnto rìguard,1 evvenime:1ti co111emporane1J le vicende pili dramm ... tichc dt"lla vila p<-Ji t1c11d1 tutti 1 tempi e di lutti i paesi. Il vnlore fond.\m•!ntale dcll'c, p1.rn è nell"' prima parte {che a stretto riaore metodolo– ((IC('I avrebb.! dovuto seguire e non proce– dere lo seconda, puramente espositivo , tutla di conaidernz.ioni storico-politico-fi!oeofiche se non ongmali, per lo meno profondamcnll"' l!,1ggit! e ispirai~ a una su~non• 1rJ~nli1à coca Pur essendosi fono in certo sen:,(' .. -olqa• riuatore dell.1 1ccmca delle ri\oluzioni {e In qwsto La lorre ~uccedc al Mal.1p..,rte, I., cui opera , Tecnic;uc du coup d'état • egli controb.itte in parecchie occols1011i) nn. z.i. oppunto per averne anal1zz<.1te olcune f"entmni\l I' A t! rimasto un c01wmt1> con tro11volu;ionario. ~1a non possi:lm•> condividere talune , 1. s1on 1 1roppo ottimisticht" dell'autQre, il quale ritiene {beato lui) che , i tempi sono C"\rma• maturi per una gredm.1le e prJdente arfer nu:r:ionc del principio d'interveuto <.or,tro la vic,tnza pohhcil •. DOCUMENTI ALDO Bll.Z.ARRI Maull,aus-en, città ermelico Rom.a, O. E.. I.. 19-K>, PP· 120, L. 130. Parlando d.:1 questo libro di Ald~ 81zzarr, l'amico Visenl.ni si è chiesto fra I altro .co– me mai uoin.m, app.arcntemcnte s1m1l1 11 tutti e che .in.anifestavano verso , lor~ amt• e.i e congiunti &entiment1 ed nrfeui .d1 nor– in.'lle umanità, abb:nno potulo esercitare su l.ugn scola e con metodi ~rupolosnm.cnl<: scientifici i delitti più demoninc1 contro al- ttip~~m~:~nt1 siamo stati 1)01.loposli al diia– hulico capnccio di quel vasto e perfettamen– te organizzato esercito di aguzzini. nei c_am– pi e nelle prigiom dello Ger~~m:i. n~1sta, ciò che accadeva in quelle att:à ermet.1che. per dirla con Bizzarri, era ed è 1\. trionfo dell'irrnzionak. Sarebbe stato erfett.va~ en– te più semplice e meno cos._to_so ucc1~e1~ subito, ncgh stessi paCt.Ji d'orig ne. anz::ch~ deportare {impiegando allo scopo mezz.1 ~1 trasporto più ut.li diret1_omcnt7 ai hn1 bei..1- oi) vestire (aia pure d1 cenci) nutrire (am pure con raz.ioni insufficienti a m~nte~erc ln vita). Ma fol8C in questo metod'.co ma· zionaJ.e è tutto il segreto della folLn tede· aca, in questo irrazional.c è la sos1anzn Mes– sa del mole in quanto, direbbe un tc0logo, i! be:ne è neeeasariamcnte ru1onale. Ma ~ fatti sono troppo recenti, il pulito è an~ora troppo doloroso, perchè So possi– bile \·edcrlo per trarne conseguenze d'or– dmc filosofico. In questo momento non si può fare altro che quello che ha fatto, o CIVETTERIA di 5 Confidenze di Editori Minu:.ìano. L'editore Minuziano, che già si è imp06to per la serietà e la cura dei suo\ volumi, annuncia come imminenti nella. collana " Eatetica • i seguenti volumi: Strenne: La 1egola del gusto: Galilei: Dia– k>go della musica antica e della moderna. Nella collana , Testimonianze di arti1oo11 • : /ngres: Note e pensieri: De ,Vitiis: Note e ricordi; Strdwmsky: Cronache dela mio vita. * Istituto di Propaganda Libraria: N~lla Collana e I Romanzi del Grappolo• d,rel. ta da F rnnccsco Cosnnti, uscirà presto: Tre cilindri e un curalo d1 Henri Chcon. mteressantc e origin,1\e romanzo di 500 pu· g:ne. ì\clla. Collana • Luci dell'Alba• usca• rà: li oollo dei figli d1 Angela Sorgato. Questo libro è il frutto di ~na grande espe• rienz:i risultanle dnl quotidiano contatto <"01 probl(:m1 e i drommi d1 uno larga cerchia giovanile, molto bene Aldo Bi:u.arri, cioè un docu– ruentaTUo. Neli'e&porre la vita (e sembro u,~·ironia ch,aman:..t c08Ì) di Mauthou8Cn e· gli ha tenuto l'obbiettivo in posizione asso– iutamente normale come 9i era prefisso nel• l'.. ccingers1 a fo1ografare. Dirò anri che lo scrupolo di essere imper.tona'.e nell'csporro gli ha fatto auumcre quel tono dli d1stocc~ che era caratteristico di tutti coloro che nei c.:imp1 e ne.le prigioni miracolosamente riu– scivano a sopravvivere e non pensavano p1l1 o, megliio, non volevano neanche pensa,e .1.d uno po!tiibile liberazione, alla fine delle loro sofferel\ze. La salvezza era tulio ~ì, in una specie d1 rassegnata apat:n o di subli– me aopportaz.ione dol dolore, se volete. Ld ribdhone. in M:, non poteva condurre cho al suicidio o nd boratro della pania. Al lettore comune perciò quel tono potrà an– che appnr,re, in certo quai modo. tlisuma· no mentre in realtà non lo è. Tanto che nelle ultime pagine, quando arriva a descri– vere ~I momen10 deUn libcraxione l'autore ritrova sè &tesso e il rucconto precipita nella fo-rmn diretta e commosso. Perchè) Perchè in quel momento, nel:la realtà effettiva e, ~I ncurdo, egli rienlra nalla vita. Ma l'ombra della morte non può non a~ vere segnato anche lui, come gli altri su• pentiti, per cui non 80rà più possibile tor– nare come si erti pruno e, &e ai hanno qua– lità d'artista, e Binarri ile ha, inevitabil– m~lt" quel tema dovrà tornare e ritor– nare a pre&enla'l"'$i alb fontasm e non po– trii esserci vero e propria catarsi se non quando sarà comp:utamente tra.sful!K>nell'o– pera d'arte. ANTONIO PETRUCCI , PEGUY d · pensa romaine asse~ petit el pcu vo/umineu f • 1 suno dei miei 0071 colloqui con Rodin, riè '· rii':° rd i t~ngo;o ~:~},/ c:~~:fdes~za del I tomme 1 /e• pa;sans du Centrc. C'étoil un di q~?/li con D'Annu~rio,, che si tr~~ a nchiamar '· pe q ,.d n• I coloro pay~an qui élait sorti dc sa moiaon parce qucll moerno anche /u1 lassu, nè degli dltr1 lullo fortuita, spesso u~ i en, ~lct"e .b ~·. qu'il avail entendu passer le cod1c II avail cun ColeUe o con Emi/e Verl1aercn. Ma defl•~lmo~:;~~ /:g;; 1 a;: e~:fi~:onia "~ '~;;/a dea paysans ce quc sans doute il~ onl de ora_ un poco, ,,ipd~, me n e r::71marico. . , ne ~ "\ . :ri •n~ preci.o motioo plus beau cel o.i, égal, ceHc égo/ilé plus in- f.d ~eco eh.e d, C.ha, lc_• I _eguy, ogg,i, dr lct1:1a. e e c1 d~ora~;a~: : uenli a lrenl'a11- omcible que la perpétuilé dc la terre. li im~row,o, m a.gg, cdrsc~ il ricordo per una :, c:d';J;;r1:,: r'l~;scitano un aspcUo un'im- éUJil lrapu. Il élmt /ahgué. Il ava'1t une as• ~~f':: ,:: :: 1 ~ :/o,::;e~ 0 ::sa~e:,;:c~: mog1ne, un parlicolare, un nostro mlenso I cggi nello mia oo/{itta romanG.\ Péguy in stupore. lmprouorsa co.c:ien:.a d, quella 111 • ~-------- qud grigio gfomo d·inocmo, là nel qua,. ler1ore r1cche:.:.a clic .ola /orse consenle rh liere se non erro dl SI. Sulpice, in quel re- contmu(lTe a oiocrc, di là d'ogni pauro,o 1, 0 l;oltega a pwnolcrra, era ra.iredclato, era assai lo dr scon/or!o, di la d' <.,gni medilazro-1 rauco. E uedcndomi per la prima (ed uni- ne ,ulla oantlà del lullo e sul gemilo lungo cfl; 1.,:olta m1 disse 1ubito: •' Sape/e, quc- àcl/'Ecclc11aslc sia non è la mia ooce ''. Oggi, atlendendo la o,sila d'uno mia l•t• Credo clic l'amico Hdévy nola"e il mio lrice sconoiciulo, e deplorando che a ca.usa .sbalordimento. Mai mi sarei Gtlesa dal SC• di .una /orlc raucedine la oisilatrie,e si sa· l'ero Péguy una simile preoccupa:::i'one, ,ebbe fatta della mia voce un'idea del lulto qualcosa ch'era come la cioelleria di un errala ecco che inopinalamcnle m'è tornn- canlante, 1 E /orse /u per quell'imprevcduti•- lu ali~ memoria Charles Peguy, e quel lon- 1oimc, inizio di conoc,,azionc, clic null'allro, tanissimo inOCTn0 parigino, 1913-14, forse nuli'altro m'è rimaslo impresso di quanlo in dicembre /orse in gennaio, non .e> più, ci dicemmo? Riocdo soltanto la tinla grigia.- in cui andai O lroCJarlonello sgabu:.zino dei st,a dell'ambiente, e lui mingherlino sotlo Cahiers de la Quinza1nc. Mi accompagnaoa il mantello. con lo sguardo limido dietro le Daniel Halévy, al quale avcuo espresso il lenti. e Haléoy, cauacur ,/eli1.":oso, che cer• deaiderio di conoscere l'autore del Myslèro cava di an muwci. de lo charité de Jeanne d·Arc, i/ /ondalore Ma era daouc.ro cic1clt~r1a 1 r1uella che co- di quei Quaderni cl1e Giuseppe P,ez.i:olini I sì m'aocva colpita in Péguy? No, e oggi /o aoct.a da qualche anno dioulgabi in Italia e ammenda della mia a,a:cntata ir.terprela:oio- lalli tJPprenare dalla giovine intelleltualifà ne. A distanza d1 tanti luslr1 1 oggi, mi epic- nosfrana. Era allratJerso i Cahiers che " 1 gu il suo imbarazzo di dooer porlare alla cran giunti i primi volumi di Jean Chriato• p;ccola straniera ch'io ero e che g/ 1 /ocew phe, quell'Aube clic aocva rioelato Romai~ ~...,_,....._;.a,.__ omaggio d'ammiraàcne m nome ddl'ltalia, Rolland a tanti e Ionie che gli /uron poi il suo imbara:::.o di du, e, ,:,a-lare ron t:oce fedeli per tulla la vita, au dcssus de I, suroncc coulumière, commode. Son assu allerata da uno slolido rt!'flreddore. mdéc. Non era apparsa nei Cahiers anche rance fui ètait /amilière. Jf al)QÌI une im- La VOce, non è /orse, oltre che il lramite l'operctla su Michelangelo, dello stesso Rol- pma1<1nce admirable à s'élonne, de cc qu'il della nostra anima, della noslra più pro/on– land, e quella su Bc.etliotJen, che rima n a faisail une cxfrao,dinaire /raicheur à s'è• du intimità, l'espressione più sd~ielta elci /10 le più noie e ama~? Ma o/Ire che coma lo"nnc; dc cc quc /'on /oisail dc laid, dc mal n05fro esserei' Pi1ì ancor cl1e lo sguardo, la crJ:torc illuminalo, e oltre che come scritto- de sale. Il lrouoail tout à Jait ordrnai're tout tioce ci rivela, qucalo ooce nostra cl1e noi re singolarissimo Charle, P~guy ero stima- ce qu"il avail /ail, lout ce qu'i/ ocnoil da non conosciamo (o.'oè. oggi possiamo cono– lo nel gruppo /iorcnlino e nelle sue pro- (aire, lout ce qu'il /croit .. ". sccrla. un poco, atltaL'Crso un d~sco ,adio/o– paRg1ni qua e là per la penisola, come un (Que1lo etdc di Pégny, clic un poco c'ir. nico, clic noi i.chbiamo facoltà, un poco, di (1c-ro coraltcre d'uomo e come animatore ,ilal.h"Iper le sue derne ripcti:.ioni, e ins1e- modulare, oolendo, ma che insomma è quel, spirituafo. Anche coloro clic non condivi- mc c'incantaoa, ha preceduto di trenl'anni lo che è, l'imogine del nostro carotiere, dcl– clct10110il suo caito/ic;(!simo e il suo g."ansc- quello clic po: ci è oenulo daglì americani, la nostra P, ti misteriosa csscn::a, e per ciò nismo, gli eran deooli per ,i/ rdro coraggto in specie eia Hemingway, e cl1e ora minoc- a,;isce, su clii asealla, con più e//icacia dellt! ch'egli dimostrava nel difendere le cau.;e eia di diùenlar "mcnicra ·• in molti fra i narole stesse d1'eua pronun:.ia, e senza della giustizio e della libertà, con un'indi noslri scritlori g,iooaniì. possibUità d; lruccl1i o d'inganni. Credono pcndenz~ pari al fervore e alla pure:..i:a as Si laa il sospel!o clic rilrallando Zola, Pci- gli ipocriti, gli istrioni, i leziosi, dl 1)(1/er: 10/ula dell'animo. La sua probita e la sua s:uy pmlassc anche di sè stesso. /o 1 10 il ,; della VOce per iedurci' e mentirci, e igno– ausleritò erano prooerbiali. I ipico '• pay- rimp,anlo di non aoer annototo quella aera rano clic la trappola non acatta, che ir san " francese, egli si CJanlava ddlc sue af..ea.w, rientrando nella poùera pensione del timbro li lraclisce, senza remissione. La l)O– origin.i ''terriennes" L'd era felice quando Boulcoord SI. Micliel, le mie impressioni. cc, inesorabile spcccliio. poleVd consfalarc la .sua parentela con eaem- 1\on lcnc/Jo diario, in quel tempo, nè /ace-' At:eoa ragione Charles Péguy, di aover– plari celebri, dalla sua /canne d 1 Arc ad E-1 t.o del giornalismo. Le mie visile padgine f•rmi cli'io non avrei, quel giorno, riceoufo mdc Zola. L'indomani del giorno in e ui non aoeùano nulla del}'inleroisla reccnlano rl, lui un'idea vcrilicro. DoV<!IJO tornare 0 LCJla preN! sulle p,oprie spalle •• l'AOaire lulte i/ suggello• d'un supremo disinlcresac lrooarlo un'altra oolta. Ma non /u ponibile D,ey/us '•, Péguy, allora lf.ol) (Jnissimo, an- 1 prohco 1 eron fotte suggerite unicamente da i<.> parlii d r. a qualche seltimana, ed egtl: dò a lrooarlo: " L'l1<'lmnie n'étllit pas un una s,mpaUd o da una curiosità ,, umane " qu,ildie_ mese ~iù l<1rdi, all'mi::io della guer• l-ourgcois, mais un paysan noir oicilli, gris, I /uor d'ogni calcolo di mcalicrc e cl'ogn~ ra mor1t1a, R,manRono : ,uoi libri e quel .:mx lraits tiré1J, cl reliré-s OCT&/e dedans, · lctlcratura ". (Chccchè ne dicano O ne che di lui, uomo, hanno lramondalo coloro u11 laboureur dc livrea, un alignc.ur de sil~ IJCnslno ct1rh' miei critici, non sono mai 1 1 0 • d,c l'hanno Gt.collofo parlare con la sua oo– loria, un solide, un robuse, un enfété, auy la "/emme de le/Ire•,, per mia buona 901 • cc sana. <'Pau/ea rondes et /odea cornmc une ooute I lcj. Cosl, non 110 steso il ruoconto cli nCJ Stult.LA ALFllA '\10

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