La Difesa delle Lavoratrici - anno X - n. 20 - 14 maggio 192

LA_ DlF'E:iA DELLE LAVORATRICI NOVELLA 111 ·• Il Appoggiate al muro, colle ginocchia Lremanti, le piccole ptns,onanti guar– davano cogli occhi dilatati senza osare di muoversi ..-. E poi come alluoinata dal– lo spavento, la piccola Giovanna si stac. cò dal gruppo <' s'arnnzò ,-erso la fine– stra... e vid<', laggiù .. sopra un tetto tutta diritta nel ohia,·o di luna !'orfane]'. la picchjata nel refettorio, la bastarda ... F.lla aveva un piccolo camiciotto sotto il qua.I-,,le -,11egambe nude erano nella noit•?, chia,·e come bastoni bianc!1i... E poi ella teneva le mani davanti agli oc– clu come se avesse avuto paura di qual- • La "bastarda " Sul mecl-,,simo ripiano del dormitorio ,lel_le picc?le s'aprirn un lungo corri– clo10 nsoh1aralo al centro da una, fine-– ,lra che <larn sopra i t..etli. All'estremità eh questo. con•idoiu Yi era una porht nera. Ogn,1 sera, quando le pensionanti andavano a. durrnirc, sentivano soffiare ,la questo eornduio il Yento freddo eh~ luro giacriava la schiena. Qualcuna im- 1Janrita, Yolge,·a p'.ano piano 11 '~apo pi:-r VL'<lere se mai unn LcrriUilo bestia non fosse nascosta nel buio. E al mattino, quando si mettevano in fila per scendere le ~cale. la finest, a del ...:urridoio pareva., alle prime .luci, com'=' una rnacchi11. \ivid11.. Era p,roibito av– ,·enturan,: in questo andito rnisberioso e triste. Suor Ignazia a,·eva l'incarico di sor– ,·egliare perchè questo ordine ,·enisse ,•:spettato. La irriflessiva Anna aYeYa preso quat– tro_ cat_tive noto in con.dotta per avere arr:-schiato un passo troppo lungo in questo terreno proibito. Una volt.a la piccola Giovanna aveva chie,to a Ter<'sa informamoni: - Che ~osa .c'è là in fondo? E col dito essa mostrava la porta nera. Teresa aveva risposto: - Ci sonc, le <orfanelle,. - Ch-,, cosa sono lo orfanelle 1 . - Sono bimbe che non pagano. E Teresa aveva ,spiegato che quando nna non ha denaro è un'« orfanella». Le suore le custod·scono nel convento, per carità. Esse cuci\·ano e ricamavano, fa– cevano lavori per le signore dcllil città, lavavano i vetri, incera.vano i pavim-ent1. E pulivano anche i can<le:t:-cri degli al– tari. U;,_'altrn · rnÌta Angela'. '->~mpre · tor: mentata dal de:,iJerio cli dist:bbidire, ave,a detto alla piccola Gio,-anna: - Seguimi. Aneliamo a ndere le or– !anelle. Erano, nel cortile, dopo la colaz-ione. Le suore scn·eg]ianti prano occupate a parlare fr.a loro. Le due pensionanti si squagliarono. Anga 1 a trascina,·a Giovanna per la mano. Sa1iro.no una scala nera. spinsero :1na porta. e si trovarono in una st1.nza Gi:ena ù.i cattivo odore. Era il refettorio leile orfane. Ve ne eran0 solamente tre Ji ~queste, r$gazze lunghe magre in ·pa– landrana e ret,cella, che scopa vano le orjcciole. Angela, sempre imperiosa come una 11iccola pi incipeo.sa, <lisse. loro: - Se ,'oi ci fate la spia noi diNmo ~he yoi siete bugiarde ... Ma se voi giu– -ate di tacere noi ,·i daremo la nostra < :ioccola.ta . Ed ella fece loro vedere una piccola -ortuna: due bei pezzi rotonù.'• di cioc– çola.ta a,·volti in c.o.rta argentat<1. - Ohe cosa mangiai-e 1 - l'hie-se An- ~c1a. - Gli avanzi - Che cosa bernte? - L'acqua. - A che cosa giuocate durante la ri- treaiione 7 - Non abbiam1J ricreazione. - Non giuocate a saltar la corda 1 -Ko. - Voi allora, vi annoierete mo 1 to. - Qualche volta ... Le tre orfanelle rosicchiarono il loro pezzo di cioccolata. l' na quarta spinse la porta ~d entrò. Quattord'ci anni, p~ccola e magrolina, occhi neri e grandi come finestre aperte sulla notte. Non si capiva, vraendola, se avesse l'a5-pelto triste o cattivo. Cane percosso, o cane ringhioso? - Datemi un po di cioccolata! d'ss'ella. - Tu non ne a,·ra..i '. - ~on è per le. 15astarda 1 ... Sì, tu ,ei una bastarda ... I.'ha detto !a suora ... bast ... Colle mani c-he pare, ano artigU, la magrolina balzò in avanti e ~trappò una retioella, afferrò un ciuffo .. 1e altre clne orfanelle si slanciarono su di lei come gatte furiose. Schiaffi, percr"o~C, calci. tovaglie strappale. r n vera b11tta.g!i1. E, ,·ittoriose, !e tre orfanelle che a ,·eyano mangiata la cic,cc.olatta soffiavano ora sul viso ·alla vinta impotrnt,•: S,. l ha detto la suora ... BastHda '. B_astarda '. Angela e Gi0\'anna fui,;g1ronn. Non fnrono punite. Kessuno s'accorse d<:'Ila loro as,;,enza. Q~e_ll~se;a, ~om~ a;° co~su~to, ·,dopo 1~ preghiere le piccole si coricarono. Suor lgnazia-, come faceva ogni giorno, era. pMJSata a,ccanto ai lett:· sollevando colla scarna ma-no le bianche tende e \'eri– ficando se .\e coperte erano ben tese fino al mento e k, teste ,r.,golarmente nascost<i entrn le cuffie. Poscia il silen– zio riempi il dormitorio. D'un tratto, non appena il primo so,nno aveva ch'uso colle sue dila leggere le palpebre delìe bimbe, -si sentì un gran rumore. La porta. si spalancò come per un colpo di vento lasciundo libero j.l passo alla corta e gro.;sa suor Matilde in cor– petto senza vele,, la cuffia per traverso. Suor Matilde che sorveg.I.,a:va ·le orfa– nelle si gettò verso il .Jetto di suor Igna– zia balbettando spaventata.: - Venite sorella, presto, ·mio D:•o ... !à... sopra i tetti ... Mentre le piccine si .s,·eglaa.vano e òat– ternno i denti. suor Ignazia infilò la veste e .si precipitò nell'an.dito. La piccola. Gio,·anna s'era. levata e-ome le altre. · - .Ohe cosa c'è 1 In ca.micia, coi piedi nudi, le piccole corsero verso la porta spalancata <: si a,klollm,rono nel corr>doilo misterioso. Suor Matilde e suor Ignazia si sporge– vano dalla finestra aperta sulla notte e ~,1pplicavano qualcuno a rientrare in nome di Dio, d~lla. Vergine e di tutti 1 santi._ Faoova.no dei gran gesti di<,perati, 911ppltcp,ndo, _Promettendo. .- V1em, ti fa.remo nulla. Non ti pu– r11remo. che cosa che le stesse dinanz,i. . - La cara ma.eh- e•, la cara madre.'. .- - gridò suor Ignazia precipitandosi lungo la. scala. Allora un forte grido sembrò !a.cerare la notte e... non vi fn piì1 nessuno &ul letto. L~ c~rjssima · m~dr·e· s,u.Per:~ra· ac~om: p_a.11natada suor Emanuela, dalla por– iln1a. ·e dal vacch i.o elie!rnosiniie1~e ac– corse ai piedi d'un muro, e si chinò .so– 'pra una cosa ohe formava. come una macchia nera s11l]a.s_abbia della, piccola corle. .E .la .. lanterna. rischiarò_ un corpo di b1mba. rnsaccata come un pacc-0 di st-0f-· fa. e un piccolo viso .!::an.guinante.. - Nel_ nome del Padre, d"1 Figlio o dello Sp1r1t-0 Santo - scnt,cnziò la cara Mad,1•e. - La b;mba ha scontato la co.lpa. della ma.dre. · - Ma non la vostra 1 - d'sse rude-- mente il vec.chio elemosini:e.re . La superiora ei ra.ùdrizzò come fu– stigata. - Vo, dite.. sign'or abate? - Io_ dico c_het.utt-i ,i bi11:bi sono e,guaJi davant, a D10, e che voi le, a-vete di– menticato, o mie sorelle. _ Ed egli l'C<litòla preghiera dei morti. MAnCELLE CAPY. COSE SEMPLICI Lezione di cose pane ddla monte, il pane dello st,,ma· C?: _la_refezione scolastica furono 1 &0- c1a.hst1 a volerla e se la guorrn, é I., ca- Un biglietto rosa in una. busta pro- re.stia. ch_enè è figli.a, ha distrutte tan- fnmata.. t.o pr~>vv1denze ap~a. sul nascere; r.c,n Una signorina che il caso ci fece oo- ha distrutto il principio socialista rJ,e noseore mc,si addietro, ci chiede tra l'i- vuole pane~ istruzione per tutti. _ ronico cù il risentito, se non ci aentia.- E la g1ov10ctta, volgendo lungi lo ma scrupolo ad intorbidire le umili sgua,rdo. avrà voouto nel raggio della me,nti dei lavoratori, d,elle la.voratrici, nostra fode la salvèzza di tutta. J'infan– coi nostri principi astratti di rinnova- zia misera e, tormenta.t.a. mento sociale; colle nostre assurde oon- _ Diciamo all'opera,ia. Ascolta: la– cezioni filo30fic-he, morali, re-li.giose; v~ravi dod~ci, quindici ore neg]i opifi– collc nostre teorie distruttive mancanti ci; laYorav, .ammal<1-ta,ti affaticavi an– eli un pia.no sicuro di riedificazione. che nell_e dog,iie del part-0; non aveva E conclude: « Vorrei vedervi e sentir- tres-ua ·11 tuo tormento. Sono venuti i vi parlare da un tavolo a questo donne; soc1aliat-i ad imporre un po' meno tra– vi convinccre-stc suhito che non capisco- vaglio ed un più umano sa1ario: ]o 0 .._ no, che non vi possono ca-pire"· to ore, il sa ~a.to inglese, il riposo frsti- Anche a oosto di da.re un dispiacNe vo, _,! ~uss1d10 per ma.la.tt, ia. ner infc,r– ulla. gcnt..ilo « ~i~norina n scnt..iamo di tun10 h conquistarono i socìa.listi in n– poter dire cho il popolo, che le donne .nn dura ba-tta,glia che comba.ttono da ol– rir.chC',ci capi~ono c.grcgia,m<::nte. E ci tt:e ·trent'anni, nC'il}e.fabbriche, nelll.: rompn,ndcno pcrchè non usiamo fare p,a.zze, al Pa,rlamcnto. de!le ]<,:,ioni astratte ma possjamo por- Non si commossero i preti al tuo du– ~~:~. loro dei fatti, fare delle lezioui cli ro sacrificio; non ti tesero la ma,io Je - Diciamo alla mn,dre, ascolta: i so- dame _che oggi fonda.ho le falee o:g:i.– {'ialisti vo;;liono la pa.çe tra i- popoli, ~izzazioni e ti chiamano con loro; non •t· . 1· c1· l c1· invocarono, ma. ostC'g.gHHono le 1-egrri n. tuo 1 1 popo 1, 1 qua unque razza, '· tuo favore i dcput ,a.ti che si fregi 'a.no quahiaa, reli)rione. Il figlio che tu ado- dello 1,-lemma.del blocc-0 0 dello , ,•udu ri, che difendi dalla ·rulla. contro i mi- crociato do! pipl. ' ' nimi pericoli non puoi difenderlo quan- L do, fatto uomo, la pat,ria lo vuole sol- 0 Stcsso linguaggio abbiamo parla.t-0 dato e le lo uccido, o te lo ritorna in- 0 parlornrr>o alle cont.adine. a.Ile risaiolo ·cl · h hè che bagne,rono i solchi malarici di tao- , ah O O ca.tt ,vo. p(>]'c è sei una, pere to, r,_ud_ore:i socialisti, solamente 1· so- c;ei sola. Uniamoci, unisciti a no1. I Noi siamo le donne italiane che vo- ci_a. hs.ti ,anr>o ~rnlito il vostro dolore, -;liamo l'unione di tutte le donne: fra.o- v, ha,nno rcc,,,nt., dal lungo servaggio, vi ccsi, inglesi, gC"rma-nichf", americane, h~n_no_fatto comprendere rhe avcf-0 dei tut!R insomma le donne ,h,., hanno c110- d,nt!,, da far va.lc.r" oltrn cho dc.i dovNi ,e di madre e c·he vogliono ovitarn a.i cln. c_ompiere. E Yi hanno difcs~ di fron– prqp1 i figli il vicendevole strazio. Non 1.'' a, padroni, nei tribunali, alla Carne– ;. rnro che le guNre ci saranno oompre 'a. dovunqne. com<' ci sono sempre state. Ci sono e ci I E qi~c.,t -0 linguaggio semplice. onc.sto sono state pcrchè noi siamo ùivisc, per- · 0 ~apis'.'!)no t.utti e tutte pcrchè è la rhi· non a,bbiamo ancora impara.lo Il· di- vorità O n03Suno potrà convincere del fonderci. contrario. Ma come cessarono le lot,to e le guerre E_docco J){'rchè noi siamo fidenti e si- tra città e città d'una stessa regione ci_,r, anc~o nr,lla dura lot.ta che soste– (parrc<bbc delitto il pC'nsare oggi Milano ma.mo . Ecco pcrrhè passiamo sorridenti in i;uN1·a con Pavia. o gue,rra con Pisa), clava.nt.i ai manifesti di tutti i rom ilati così cesseranno le guerre tra nazioni di- clç.tt ,orn,1! fomminili borghe.si ed ai fa,. vm·&"quanùo i popoli a.vranno capito a~ 1 di_ anone 1 :cligiosa, civile, 1 -ecc. Sia.mo eh~ ha,1<notutto J'inteross~ ad arna.rs1 10 Sicuri anche in qncata battaglia, "lcUo– ver-e c-hc a ocli;,rsi. r~lc della no$Lra 7~1io11edi co.,e C' sap- F. la madre,, asciugandosi gli occhi col pi omo c·lw n" 11 ln~rn!'he non minacc-ie lembo del grembiale, avrà capito rosa po~ra.nno _deviare l'animii. proletaria. da:Ì vr•~liono <lire Jr nqtrus," pa.rolo ùi pace, Sl~O cammino. Ln,clonnn. l:worat-ricc com– Ji,.'lrmo intcrna7iona]r.. p,r~. r·omc &'".mpre, il proprio dovere: -- Diciamo alla JrÌOVflncUa.. Ascolta: sata _una. sola. ~ni_ma, 11na sola passio– tu rntra,·i nolla fabhrica, n·cll'opificiD !'e e'." comp_a._gn,di lotta. o di lavoro rhe a. nove. a <lioci ~,nni 1t tnfl-<'c-rr1,re la tun il 10 mruz:_gio Y~t,(',l'~nno per H pnrtit.o infan?.ia. ~r pochi soldi. I socialisti ,ol- cho,solo li ha d1f,,s\. che solo fia.nch!'<r– lrro, imposero dt'll<' \e,!(gi protettrici, ti gcm l_eloro batt_a,g]1e per~hè è il pa.rti– ~trapp1J1·ono alla f~hbricn p<-r ri1larti rl• t,o tlni la,yorn;t<;ri. 1I part,[o <lolla paco la scuola almMo sino ni dodiri "D'll e j" della giustiz.rn . 'lero che auesta. Li demo, 1nst-rne ~J Falce, Ma,rtollo e Libro sono il aim- bolo che rni o donne capite S<'ll?n mol– k· spi_nga,1,io_11 i., prr_ehì· .~ono C'O&.('_ vos~ ,·~• porche ospnmouo 1n ngorosa. s1nt-<'s1 il ,·ostro mondo, il mGndo'ilcl lavo1·0. Don no lavoratrici, fat,: tutte il ,:osl re: do\'<'rc-! C. M. l'nfl.lio ci rn:iornmrnto per leri,a,ole Ti'r/f,('lo .Ya.n·ouole di rollocameufr, ,hl/a /'i'ucif•ftì l-manitaria ha dirf'tfO al· f<, orya11i::.zaziu111·uno cfr,·olare la <.Jllale, du/JfJ a,·er co11111.11icrtfo a f]llt8fe d,e dtt– tu ufjir·io ,~ stato 111,·ari'coto di 711·011re– rltr1• al_collora111ento della mauo d'n)le• ra 111 r1t-:a1a, th<'e: ,, Intanto vi preghiamo di volerci se– g_nn lare se d_al v~stJo pa-rse o giuris<li– Zlone, cloye I ufficio svolge la. propria- a– zione, avete notizia c.he YÌ sia.no u o– peraio che i"nk~Hlono emi~ra1·r, <love in– tendono n!car-s1 1 ei se abbiano asuto of– ferte di rctt_e da. ca.porali, e per qua.le, pa,ese,, ca,scrnn, c. presso qua.lo .it-g-r!col- toro )). - (1 In o~ni rns-o, voi don·rt-~ tenere rcn– to che la_ prrcc-clGnia nel .collC><'amcnt.o viene ln.sc1'a.t-~, alle op-rraie pili bisogno– so, ve<lovr ù1 guerra, od a-Ycnti a ra.ri– oo molta prole, purchè siano prntichc dc,! lavoro"· Le lai·on,trin' the .1·utl'ndono rfra1•,ç1: ù,, 1·isaia s_i ril'ol!fa11o·a rfrffi 11.ffin' sù, per ~r;:f_lf{)t(J_1re olla .~pendrniune. di 1·,n JJrend1ton., sia 7,rr essr-re mrr,lio t11Je. la.te ve 1·6ò che concerne alle. ·o1'f d1: la,· ,·oro e al trcittame11to, alloygio e ritto. xxxxxxxxxxxxxxxxx~ CANTO N TTURNO 1 ul11ita. 1t-naca-rtzone ,i,z lontana111a; Voce è di donna~ calda, apjwssionata; A me giunge 11npo' fioca, "" 7,0· ,:e/ala ·- 1.'rn i melagrani in fior - da la [dist«nza Uome sac1·i twriboli d'ù,censo Olezzan gli orti ove il t110 mnt'o va, O scono~duta sotto 1:l c1:eloimmenso, O cor che pa,·li ne l'oscw·it!ÌI ••. Chi sei dunque? hai ttL errnto? ... hai [/11 sofferto? ... lieti t-u vianto giauimai 111·p~so 1111 [morente? .., Su le macerìe de le gioie s11c11 te Non t'infiammò la sete del ,ic-se1•/o r... H quale a. te mi lega a.1·ca110 ,senso Di fraterna dolcezza e di victlÌ, O sconosciuta sotto ,;z cielo immenso, O cor che 7,a1·li ne l'oscurità? ... ADA NEORi. xxxxxxxxxxxxxxxxxx Pro "Difesa dEIIE Lavcratrici .. Somma precédente L. 1184.50 Follonica: Spegneri Adina . L. 6.– Ponterlera: Fra compagne e s1m- paJ,i2zante . .' . . . » 18.- Prat-0 :- Querci ·Alberto . . » 2.- Avellino: Tango Eleon-orn . » 1.-· S. Giorgio Canave,e: Basso n » 3.70 Milano : Coop: _Sl/'ciali~ta,, » 300,- }hl,ino: Oopprn,- Maria· , · . , l.·70 Milano : Y. M. , : . . ' . • 5;:__ Milano : Maggi Elvira . . . » 5.- S. Polo d'Enza: Berteli Aldina. » 1.– Lustignano : Fra con,pa.gne I a mezzo Conti . . . . . . 10.- Meletole (Reggio Emilia: Ca.soni D. O50, Cavàlo1 ti C. 1, Bonini D. 0.80, Ch',esi M. 0.65, Soncini E. 2, Dall'Aglio L. 1.35, Ga,,lassi A. 1, Mclegari M. 1.40, Rizzi G 1, Barb1er\ P. 1.15, Bigli11.rdi A. 1, Lusuardi A. 2.20, Bonini I. 2.80, .Ferrari M. 1.40. Ferrari C. l, Rizzi L. l, Pe,ricotti A. 0.50, Mc-nozzi R Benassi· E. 1.20 Cc,rradini D. 0.80, Foritanesi E. o.50, Brighe.nti D. 2, M.olpc,li T. 0.60, Destrieri A. 0.75, Manghi V. 0.55. Jemmi A. 0.50, Benassi M. 0.65, Nasi V. 1.40, Incerti U. 1, Lusui,,rdi V. 1.20, Prati El- Yira, Rcnassi Eurasia 0.50 . n 34.40 Totale L. 1572.30 ERRA'.I'A CO~RIGE. Sull_o nole d'assistenza « Piaghe da ·dc-cub1to lcggHe: Lavare tut,te lo matti– no con sapone le i,a'>'ti•_piì, necessarie e diffusarncnl.ò la parte rndica.ta ., p,·j a, sciuga.re . - La. frru:re,- assicurandosi ,-1,e la colonua del merc,wio .-ia. aJ di .,o/lo di 36° - ,, foga.ta: alla prosaima uo– t,a II Temperatura, •·

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