La Difesa delle Lavoratrici - anno X - n. 19 - 7 maggio 1921

Anno X ■ N. 19 ABBONAMENTO .Ann1 Jtalln o Colo11io • • • L. S, - Ei,tero . Fr. 12.50 RJWA?./ONE ED AAIJfl1VJS1'RAZJONE: MILANO - Via S. Da:rninno, 16 MILANO 7 Maggio 1921 Giornaledel!€donne socialiste Esce il sabato ----- Un numero e :n. . Dl .E.CJ. Al UlRCOLl ED ALLE SEZlONJ, Per copie 5) L. ♦ - Por CO!lio 100 T,. 8 Vibrante affermazione ~i fe~e ~elle ~onne proletarie milanes Il nostro Comizio 11 G. F. S. aveva indetto pes la s,,ra del 3 ma.ggio un comizio {Ciinnùnile. Ora– trici designale: Lmda MalnatA, Ab1- gaille Zanetta e 1e 1·edattr1c1 della. •D1- fes,i,, E. Viola Ago~tini e Ma11a Cop- pini. · · ·1 · lt· l Le la,,oratr1c1 m1 anes1 e mo 1 a,·o• ratori i,ispoooro all'appello, con un con– corso non mai visto nel passr,to e con vibr=te entusiasmo. . Presiedo la compagna Carabelh, vete– rana accb'essa colla hlalnati, con Car– lotta. Clerici, la Brambilla, la C-Olom.oo od aJtro prese:iti, del movimento socia– lista rernminil-e. L'appJauso che accoglje Ja Malnati al suo presentarsi è la v,brante manife– stazione che le convenute, tributall<) a q:u,este donne socialòste, ancora al loro posto, ferme, serene, tenaci e vibranti a.n,cora cli fede giovanile, dopo bufere, persecuzioni e vicende. E il pensiero corro riconoscente ad Anna Kuliscioff, compagna a loro cl<?lle prime ore, ani– matdce, guidab~ce di un'opera che oggi promette più copiosi i suoi frutti. LindaMalnati Illustra l'appello ch'e,sa lancia a.lii-e, ~o:np"G'fle di fo<le alle prolot.arie, ita.– liane. l<:ccolo: Ohi noo ascolLerà ila voce cli questa donna ch•e n~ll'It11lla seUentrionaJe fu la prima. a, port.are, fra contumelie, in– giw;e e persecuzX>ni di ogni sorta bor– ghesi e clericali, Ja pa,rola dri red.enzi<:ine a.Ile operaie, a.Ile risaiole, a tutte le sfruttate, a tut.tc . le oppresse, a tut,te le anime doloranti 1 Obe fu Ja p1;ma a. lottare con rerme<zza per i diritti della dO!nna la.vora.trice 1 I convemuti dimostrarono allJa com– pagna Malnati con ripetuti applausi•, -tutta la- loro riconoscenza.. Abigail:eZanetta Nle tomoa~ne ~i le~ . alle ~roletarie il l m ! E' eara. al proJetariaoo ,mifane6e che ricorrla qua.li pate-rne premiµe. ebbe per lei Ili governo borgheoo internandola., ianprigionandola., sperando forse inutil– menw, di c,.morzare in lei la fede bat– tagl.ièra. e tenace. 11:sordisoo fa,c,ea,d{Y una ÌTonica e mor– da.ce critica al così dotto blocco fem– minil,e borghese, che tappezza di ma.– nifes,ti le vie della città, Cihe fra uu pettegol.ez :io ali Ly<:ewn e un <fhrt> a an «theo>, a.ggsunge per l'occasione a, qurete "'!e gran~, ()C()UJ)WOOÌ quella della, pi-Oj)a,gaoàa, elettorale, e si doma,n– da, oo non sa,rebbe il caso che tutt,, le lavoratrici pensassero a far rimb{l'Cca.re ìo ma.nidi., a queGte donne. E con que· ste, 1.ronia, vi S1:)n0 le «travett,e» ma.e– ;,trucole, impiegatucole che gr •ida.no pa– t, ia., pa,t,ria e invidiano ]a. pa.ga . alla spauina,; che soffiono privazioni, ::na non importa.: basta, stare coi signori. Le donne fasciste, nazionaliste,cle– ricali e... anche le madri e le mogli dei caduti in guerra, lavorano fervi– damente per sostenere la causa del va– riopinto e ibrido blocco, il quale non ha e in quest'anno specialmente, che ur:o scopo: abbattere il Socialismo per distruggere tutte le conquiste a cui siamo arrivati, a vantaggio della classe più sana: il proletariato! Con– quiste che sono le otto ore di lavoro, le Leghe di resistenza, ecc. Nai socialiste, noi proletarie lavo– ratricidobbiamodare tutta l'opera no– stra perchè trionfi la lista che porta i nomi dei nostri organizzatori,dei no– stri apostoli, dei nostri difensori - dob/Jiamo incitaregli uomini a non di– sertare le urne, ad affrontare - ma si sperda il vaticinio - anche il marti– rio; noi saremo, dovremo essere con loro - dobbiamooffrirci per la distri– buzione delle schede nelle Sezioni, ar– mandocidi coraggio, tenendo un con– tegno dignitoso, austero, degno del– l'aspra, ma nobile battaglia,che il So– cialismo ha ingaggiata,contro la men– zogna,l'ipocrisia, il sopruso, la fero– cia e l'ingiustizia. Lavorandoin quest'ora cosl grave di responsabilità,lavoriamoper noi e per i nostri figli, difendiamo quei di– ritti che la borghesia ci contesta, e diamo prova di essere mature per la vita politicae amministrativa;ci dimo– striamo degne del voto che ancora ci è contrastato,ma che nel prossimo av– venire dovrà esserci concesso. Noi donne, eravamo in ginocchio; il socialismo solo ci ha rialzate e ci ha assegnato il posto nella società ci– vile. non dimentichiamo che la vita non' è un banchetto per il proleta– riato, ma ancora la lotta di classe, acuita in questi ultimi tempi dai sol– dati di ventura di cui la borghesia si è provvista a difesa del suo interesse egoisticoe losco. Noi dobbiamoassumerci il còmpito che ci spetta , la collaborazionecoi nostri wmpagni. In alto i cuori, o compagne; pen– siamo che· dalla vittoria del sociali– smo dipende tutto il nostro avvenire e quello dei nostri figli e prepariamoci all'avvento'de/l'umanagiustizia. Ve lo raccomandala compagna nel cui.vec– chio cuore arde ancorà vivida; scin– tillante,animatricee ferma la fede so– cialista. CASERMA Ohe c0,-sa int,endoµo costoro per pa– tria'! Da una parte ·te parassite dd oloc– co, dall 'a.lt ,-a voi produttriici. Da que,lla parte- la. m1nora;nza, qui, voi ma.ggio– Nu1za. Ohe cosa hanno fatto durante la guerra queste blocchi.ste1 Hanno acca– rezzato le donne prdletarie, ma oggi in compenoo, mandano i fascisti a <lil;tl'ug– gere le vo~tre case, a,J. ammazzare i vo- Donne italiane, ricordate che se vinceranno, sorgerà dalle urne una nuova guerra! 1, t.ri uom1"lli; li manJano alla porta del• le scuo•l'e dei vost.ri bimbi. E chcono poi, che i violenti s;amo noi socia!listi, noi che, a!lorchè si tratta dil f~re una vendetta., siamo p_roprio noi a: dire il no. No-i ogg' dobbiamo fa,·e la propaganda. di rnitezza1 Quest-i uomini già condannat' mori– ranno anche con<lann~t,i dal.!a storia. . Dobbiamo fare uun pr0pagancla di re– SJstenza e cli coraggio. Dobbtamo ricoi'– dare, di es,;e,·e uP..:i das,,e, e fare il no– stro fronte u11ico e p,·ejJarare 1I cc,nto che dovranno pagare lutti i malfattori. Quadcuna. di noi è stata disorientata. Ma La _cla6'Senon si tli,unisce: è nostra. per or1grne comune, anche quel!a parte del– la c]as&e Ja,·orat1 ice che ogg1 è contro di noi: l'impiegatuccia, le gialle, e chi.' doma01 fa.talmente Jonà nnire con nc,,:i. Causa cledlo sbandamento è la v1g,rnc– clberia. };oi socialisti abbianfo ii clo,·e·. e del cora.g-gio, noi donne, quello J.i in!on– cl.crlo agli uomini, non dobbiamo quindi tra,ttooo,:h da,! loro dovede'. Che, co,,.: n– vete fatto J>e1· trattenere gli uOinini dal– h guerra! E li traUe!'l'ete ora <la que– st-a JHUtra guerra.'I I na<;tri padni si sono illusi d'a.-,erci data uua p1rt-11a, delle, leggi, una pro– tezione. Ma dov'è- la patria1 Andate a chie– dere ov'è lo Statuto! M.a passerà ·1a reazione. lntantç, cer– c~iamo di non rita1<la,re il Socia1isa110, sia pure con le cate1ie ai \lCJ!;.i. Dobbiamo votare. Se i,l Parlamento non fa la riYolu– zione, se un deputato non fa il Soo,a,. lismo, nel _Pada.mento pèrò è 1] posto d1 OS6ervaz10ne e d1 controllo perchè la ,.;bcrtà le oonqu,sto del popclo la,·<>– ratore non voogano cancella.te . Lo ~~,o– pero dol Primo Maggio fu una nHt""r– mazÌone di fo1za. e, cli fede, fu la ,J:– mostrazionc che la forza do] laYoro è ancc,ra. in mano nostra. La no– stra parola deve ·essere: non dish ta1 e. Dobbiamo comp:ere intero il nostro c!Ò– ,se.i·e. Nessuno deve JJa.,sare dalla pane della borghesia; <lchbiamo nmancrc al nostro posto e fa,·ci scannare piuttosto c-he rinnega.re la nootra fede. Un \lll'a.gano d'appjausi accoglie la chiusa del driscorso d!"lla nostra valo– rosa compagna. Giuditta Brambilla BreveJ11ente, a.! pu~to v~lia cumpa.gn :i Ca-ppini indispo-,t:i, rie:01dn. i p1·im1 anfl1 deJJ,a propaganda socinJ1sta, ditl\ci\i ecl a.spr1, fra una rna.s~a f Pmmmile ancora. in<lifferente,. Ora lt· prc,pagn.n<li~t,c. sì sono moltiplicale e i p1imi nuclei di orga.n.izzate sono ,dJyc:uati e~erc1t1. 1\la. il nostro c:umph-0 noo t: finito anzi è appena inconuncrnto nono&tantCI quesb oLt:lllli ,;sultati. Se la dcmna la– \ oratrico ha oggi, i-nercè l'organizzazio– rur-, una. coscienza cli classe, manca an– cora in essa una coscienza poht.ica ed è r1ucsta. ,l'opera alla quale tutti dobbia– mo a.tt< n.tl ( re rcn }>in amor con ma.g– giore tenacia oggi che i nostri nemici ci serrnoo dsi ogni lato. Avanti senza p~u1·a, p<'r il Soc·iali~mo ! E. ViolaAgostini T11t!e le cumpagne cornun,sle hannu ... 'l,.·nt1t') il clo\e;·e di inten en.ire a questa a<\a11ata. l'iù dm10,tra - ella dice . che la uc.~tia t<<lc. 11uo, pa1b 1 . in quest'o1--:i. a.U·anima. cli tutti, al di sopra del~ van~ tende11ze e ddl.e ancor p1t1 vnne d,a– titibr., per diri><.strare ancora una volta la necessità cli e-ssu-e urnt,e per lottare contro il solo nemico <leLla classe pro– letaria, 11 capitaJi mo, più feroce, p,ù a~gres''.lVO e viC!lento contro di noi in quetit·ora· <li clii.;cor<lie. N,n !.fntiamo <li:

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