La Difesa delle Lavoratrici - anno IX - n. 20 - 24 ottobre 1

=?=== :-=======-=-....,,;:=====-===l=,,1_=·=D=l=P=E=S=A=D=--El~fff__LAT'Q/''·l7/_[!~(!.'.ccT==================== ra1lic.lau1Lit1Le, le compagno lo aspettano awsi.os ,, spcranJo <li trarre da. esso qual– t.ma cli couct·C'lo per migliorare il mo– t•ii~t,rnto fr·mrninilc. rn ha soltanto fatto !a compagna Mon– tagnana. · « Io credo che ciò sia indispensabile affinchè si possa 1,)l'endere clello delil,c– ra1.ioui Lttili e sene, trovare il modo di attirare a ILOÌtutte le donue prolcLarie e far colllnreadere. ad esso la necessità del trionfo del comunismo n. li movimen:o ~or:all~la f f mm:nil~ Rassegna ~i !ihri auravmo leuonaca delle nrganluazioni e opnscol~propaganda « lo credo c-he, se qucslo è desiderio di nc,i Lulte. il' compagne c-hc pMLccipe– l'~nu.o ai Coq\·l.•g110 debbano a,\·cro una. ic.lcn chiara dei problemi che si dovran– no trat.larc, si Uovn't prima disculcre :,.wni,u11ènlc ncl!c a::;scmblre e <lare un m«ÌHLt'l alle compagne cho p,Htccipe· tf.Hliio ,il Cor.!Ye,::;,110 come rapl1rrscntaoti. (( i\rlìuchè qm ..~to possa, H.\"\"t'•nire invi– to ia Redazione della u Difesa.,> a fai·c 1,rrs';jìone prt!ssu le e;omp[lgnc relatrici, ~:rfwrhl'. pubDJ!,rhino sul nostro giornale r,,hr.io1d dli-a.PO - ed ampie, ciò che fin'o- Per il Comitato: l'iccolato 1/ina. 111 1H·e,10 accordo colle com1w,{1ne. tli 'l.'or,:noe di U·11a/1ie,·ipre{Jh.iamo i grnp– pi jen1111i11ili a voler p,·eude,·e in serio e~~a11w i tc11l',; da discu.te1·e <t,l Co11vegno e sollccitùu110 le compar1ne re/a.t,·ici ad ù, l'iare le rdCt,n·oni. Le tessili Lo orgallizzti.zio11i cco11omiche lotta- 110 a .fianco del P.t>rlito Socialista. Fol'– se io ncssuu a.ltro paese come in lt~diu, il movimonLo sindacale hrt abban<l01rnto dccisinuucntc l.1 fotma corpoi·aLÌ\·isLa, per din•ntare uno schietto movimr,.nto di ·c11,ss~. permeato di doUrina sociali– sta e COJJfinalità socialisto. Il miglio– ramcnLo delle condiz.ioui economiche è consi<lcn.1,Lo non il 6.11ema, un mezzo por rnggiungero In, ml~la tt.ltima. LOTTE E PROBLEMIDEL LAVORO Nella mcnLc delle oqpnizzaLc alle no– stro leghe rosse, operaie e contadi ne, è difficile, q11asi impossil.iile, segnare un" lioea di demarcazione tn1, partito cd or– ga.ni.zza,zione. Si sentono socictf.isle, vo– gliono essere socialiste anchc ·se condi– zioni locali, o necessità ciel partito stes– so, non permct.lo :Jo loro di munirsi del– la oosLra tessera. Ben a ragione dun– que registr.ia .. mo con pia.cero i\ successo ùcl recente Congresso dei Tessili. lmprEssioni sull'agitazione metallurgita Clii ha Yissnto in mezzo al prolc-!ari:t– to dnrnnte lo giornate ,lcll'agitazione tnE-lallu1-gic.a ha potuto constatare au– -cm:a una ,·oltn. quanto sia profonda ù1 .etl.:--O Ja, coscienza socialista e quale sia !o spirito di sacrificio cd il senso di discip~iua.. Il ~roletariato itali«no dm·anle il pc– riodu dèìl'occ11paziono delle officine me– rn!lure:iche (estesosi poi auchc a<l altro i11du(,ti"ÌCJ accoppiò n1lrabilmcntc !a <.li– ""ip!iua del larnl'O coll'audacia dei pro– J•v.,iti. La produzione, in quasi tutte le fal.l,riche. fu 11guale a quclht dei perio– di normali e nello stesso tempo la dife– sJ. delle officino fu org:n1izzatn in modo da- poter facilmente l'Cspingrrc qualun– Que offe-nsint C'he industriali o D;o,·crno ~'.·t·SSl'l'O potuto progettar1..~ contro gli upt'1:ai, che a,·ent._uo saputo organizzare ~d.piet1Lt:'111ente 11 lavoro proc.1uui,·o e· l::i, dit, .. :,;t armala. Il proleiaria.to dimostrò !1: qw~.'-tl giorui cli pos~f•drrr. ripr.tia– t:10, <l.u(' qualilit css\"'nziahssinw ad una 11Ja.ssa ri,·oluziouaria: -il coraggio e la d1sciplir>a coscil'nlr, che lo n·ndono <le– gno di raggiuni,;e,·e q11ella conq11ista <lei pol.t:•1\:, ch'i.~ soguo dei lavoratori tutti. .Ni•!l'odicrna agitazione J:!1C'Lallurgica 110i \·c-dC"w1110 pure la donna OJ)i'raia, la madre di faruiglia appro\·a1·r piPnameu– tc, confortare e spronare i contlmtt"n ti d~lle fabbriche. L'occupazione delle oflicior, nelle qua– li la maestranza;: in gran p<.nte femmi– nile fte::,".>i!i. calzaturifici, ecc.), a\·yc•nno .r,·goiàrmrnte com,-. in ogni altra; Ja. di– :,ciplina fu frrma e le donne seppero attuare i compiti affidati ad esse. nei c·onsigli di fabbrica e nclìe commissio– ni intrrne, con sci·ietà cosc·ienLc. La <lou– na pt·olrtaria si niostrò <lrgna drl suo. compagno di la\·orq e contribuì con es– so alia ,·itto1,ia finale. AncbA n,·lla classe impiegatistica, nt:1· la quale piu numerose furono le defe– zioni, compa~nc e simpatizzanti sc-ppe– ro sostituire i traditori. :illollc rnlonta– rie pre,tarono il loro ausilio (anche nel– IP ore rubat" al· riposo, dopo l'opera giorn.tl iera in altre aziende) allo scopo di ; ,~gistrare regolarmente il la,·oro e– ,,-i::uito nelle officine occupate cd il lo– l'O .;1,irito <li sacrjfìcio venne riconosciu– to dagli operai che vollero. con mc<la– g! i~ co10memorali\·e 1 attestare la loro riconoscrnza \'Cl'SO chi a.vcva, dato una solidarietà aLLivtt agli operai dello of– ficine. i\Lt non solo la tlonna lavoraLriee ha <limostrnto di comprendero la giustizia della loUa combr,ttut::t dai mct,Lilnrgic1; ;inchc lo madri <li famiglia, che ancora pochi ;11u1 i fa non avrva.no che pa.role <li rimhroLt.o per i compn.g-ni che scco– <lc,·,rno in loUa rontro i capitalisti, an– che le do11no di casn questa volta si sohierarooo cou gli operai contro la prepotcnz;c padronale. I borghesi cd i loro giornali ohe s'c– >'nuo affrct.ta !,i nella prima settimana Ù 1 Gccupazio!10 a. J>rcconizzaro che il !a– ,·oro non pagato arrehbc subito stanca– lo la nassa proletaria, doYcttcro beo presto accorgo.rsi do! loro errore. An– c·hc le <lo11uesopportarono senza las·ni, anzi allcgrament.e, le prirazioni denva– lo dal mancato pa.,,;anic11to <lei salari sc-Lti_ma,pal i, .1·ico1·d~ndo con i·a?,i~no i sacr•1fiz1 od , <lolon da esse suli1t, <lu– ra11tc u11a guL~1Ta che i proletari non a,·ovano ,·oh1la, 1,rcsa.gcndone le tristi cd orril.Jili conseguenze. N"ci giol'ni clell'occupa.zione <lcllé fab– briche si ,·idcro le· donne recar() pun– lualmeJJt<' il cibo necessario. agli ope– rai chiusi nolle officino, senza che uua rampogna uscisso dalle loro labbra, lie– te <li poter aiut,ne in qualche modo i lo– ro compagni e fu \·cramcn te, pei· noi so– cia listo, una dolce e grand0 soddisfazio– ne iutcndcrc da-Ile madre tenaci propo– siti <li )'csistrm:a ad oltranza e parole di salda fiducia sulla resistenza, opc1·aia o sul buon ,ii ritto <lei combattenti. Il contegno di tutte le proletarie ita– liane, durante l'agitazione·, mctalluDg-i– ca ha dimostrat,o che la guerrn ha dato ad rssc un nuovo seutimento di ribel– lione contro lo ingiust,izie del reginic attuale cd ha foggu1,to in loro• un'anima piì, seria e piìi ferma. La lotta odierna che ha posto a prova il loro spirito di sacrificio pet S(: e por i loro cari ci dà dunque a sperare che la donna sarà u. na collaboratrice cutusia.sta e fedele nell'opera che il proletariato saprà e– splicare per il trionfo delle sue dottri– ne e della sua fede- CLELIA. MONTAGNANA, Ln relazione mol'a!o al Congrosso. rl– lcnL clw fu nori- lic,·c falica riunire io un sol faseio uua, rnnr·stra.nza compost.a. quasi esdusi1:amc11tr di donne-, dispersa. iu molti piccoli o lont.ani centri, che co111piono lavorazioni Jiv('rsc 1 abbruti– to dalle pa,ghc scarse, da lunghi orari e dai pregindi1.i religiosi. . TJ lungo e sapie11to lavorn ha dato buo11i frutti cd ora in ogni piccolo pae– se, accanto ad ogni stabilimento è sor– ta l" lega che cost.ituisce il primo nu– cleo cli resistenza ed il primo centro ir– radiatore della idea socialista. Come il Congresso riuscì una magni– fica rassegna di iorzo. così la battaglia ingag·ginLa, per il nttoYo pr!.tto di la\·o– ro1 e-i fornisce. subit:o l'impressione cho la \'itl:oria no11 può wa11ca.re . N' 011può mancnrc a chi 'lotta con frc.le per la difos" del proprio lavoro cd a nulla serYiranno lo malo art.i delle le– ghe gialle sussidiate dai padroni che già st1·ornbazzaHo sul giorna.li compia– centi i loro successi. Lavoratrici tessili guarda.te ·con fede o con disr.ipl inrt alle , ·ost.rc rosse Ca– mere del La\'ot·o. Le sigaraie hanno doYuLo ricorrere allo sciopero bianco per far vakrc !e loro rag1on1. Il materialo è ~ca<le11Le, il minimo di Ì·oll(Iiroeuto non si può raiggiungcre pei· guadagnare la grassa paga di dieci lire al rp'.otno. Ecco un' ali,ra ca.t.egoria di d.ipeudc-n– ti dallo Stato cho, nc;lla, mcnt~ degli e– conomisti o dei penuaioli della stampa, borghese, è considerata come una dila– pidatrice dd bilancio. Hanno il posto assicurato, hanno ottenuto qua,lché ga– ranzia in caso di ma1attia e qualche al– tra ma.gra cosa. e perciò ò ùelitto la– gnarsi; è sputare nella scodella in cui si mangia 1·ibcl1arsi a11o Stat-o padrone ancho quando tutti i bcnc,fici si riduca– no a J)oter la varare, avvelenandosi ogni giorno, e non gua<lagna.ndo tanto da ri~ p<Lrarc alla_ gra.vo fatica che logora. l'or– ganismo femminile. Non dubitiamo auindi che la giusta lotla iniziata rie&Ca in p1ono favore dellé nostre compagne· sigaraie, alle quali diamo tutta la nostra solidarietà. APPEKDIC.lll 4 L'IPOT CA Un giorno, l'àn•oca1.o tlc1la. f,a1nig1i_a - il quale ,·cckva lontano nellavYen,– re <lei Ca111po d'Oro - aV<wa. J05!IlUa– to il con~igli.o che la mardH~.sina, com– pl.ctata,;con oorti stuài sp.ociali, l:1 su~ coltn1·a, desse ·l'-e-sa1n.e d1 ma "st.ra d1 Ù<1,aegnarsi 1 Perchè j Non una forza, ma u ,a dcl:>olezza,le pa1·0,·a la rasse– gnazlon(:: una rinuncia :1'i~~ a ~in di"fi~ tr,, perche era Lene un diritto 11_ suo di 1·icur,e1·are il perduto. Pur d_, ria,·_erlo, pur di d,,re la scalala al gioioso nvere <l'una rnlta se fosse stata un uomo non .rvrélJbP esit 1 ato davanti ad alcun mezzo, puroh,_. pronto, sicuro_; n~ s.i sarohl1e ~-r- 1 %lat.a, per iscrupolt Ùl una moralita che non ~ntiva; perche JlC.'-suna legga umana parendolo a,·csse dovuto pcrmelr t.:rl> a:trni di porro le mam. sul paln· rn,,nio dPi Campo d'Oro,. lrg_itlima ere· d~rn ;, onesta,, urgente la 1·1vrnc1la, la rH)u 1 ,o,·,vàone. comunquo oltcnula. Ah, se fos. st-ata un uomo! Anebbe hel'l mostrato a, suo padre corno si a_ggu_anli per la gola la sciagura e per 11 crnffo la. fortuna. E il pover'uomo, pur fa– c.;odo-le cc,mpassione, le pa.revrt sprrge– vr,ie e lo tra.ltava, allora, cowe un ba.mhino o un vec. 'èb.io rimbambi.t,c, A.h. fo390 .,LsJ;a l11i! ll1a, er.a. una donna ; e, ctonna, che f?Oteva far , Si"' non nltrn; dere Lrn van euo che la spo<-a'se r E scuoJa. l'ave':a, a,pcll,~tc:,, l'igno.t,o r~<leulorc; - Impara l',cr(" - proverhio l'uomo ma, 1 aspettar 1 ungo era, stato rano. ùi legge. .Non gilL che nei s«lotti, <lorn la con- Non ,;e ne foc,, null.n, v-crchè Donna dt?..-:·cvaancora la inatlre a faro incon~ T(l-r-Asa.punta nel \'ivo della sua. tiigni– fcssaiJili Sfol'zi ti.i d'(,ganza, qualcuno là mMchionale, rimhcl'<X: <:omo doveva non la m11.:ass,e cou 1'00ehi0Lino di pc- Pim11e1'tinc-nte; e1 pe-r<'hl', non avoos('i sce morto, chii'd,;ndc, oo,·ì di essere io- vur dia rosl fallo, Olirnpia non s·i sa– coraggiat-0 di farsi avanti· ma, orano rebbc mui riogala all'umiltliazione di nobi\i spiantali!. i 9 uoliili bo,·i;hesi vi- quel « mestiere d,c pov1.'rcll,i ». vcntt dolla pro1es,1onc. o <lell'imi,icgo: Solt,LTito il filisllimoni-0, duoqu-c, un DJ.(1/1,z,c~ Wl&f'-l'IO 10 gunnl,1 1 lo quaJi an·ch-- ricco, <lovizi.oso inn,trimonio pol;cya bero oertarnento potulo assic11rarle un salYarht, r.ifa.rla fc-!ioo: o quel mezw lett,o -c il r,-ane cnl companatico ma di rcdflnzion~ di,·cntò la sua idea. fissa, non eio c11'~r~ u_n bisogno, per lei, c 1,. l,a1Lt,i-vità costan~ de-l suo spirito-: una rne per lult1 I ana -e la ILrnc: voLova cli altivi.1,à c.l1e lo mut ..,,a Lo grazie inq<>– più. Lul;lo {JU!èHoclie i1t altri tempi 11t1f\in un'arte stud\os:L <li maliaroa, a,·cva a-nito, e cL;i c.lcn·cva o ,·olon, ria- presciente dcll'dfetlo d'ogni suo sgual'– ;.·e1·e per e~-cre rjut,egra.La, ne' suoi na- tl-o, de-Il.o pos(\ doi FiOrrisì, dei gc8'ri..... l!l'i <l-iritli. sull'ani1110 di clii sr,rnhoo st.:Llc>,, un 11a. Hli :u~n~ p-a.s-.,av-ano: 110 a,v<'\·n, buon pa.rtito "; con C'tti a fr,eddo ri<le- orama1 r0~l1OL1l{tt1,e ! f>~vcva dunque ra,, u. fr<'-ddo lllObLn1,va.s.i rommo.:>sa., , es4re zl ~pa, 1n ,.f';"Ch~arc e mo1·i r<'. sPmfH'<' con un contR-gno signor.ilment,e. Cl.Cli orrorn àt unn TTH~rta, che presto sbrigliato, da m<-'1,zo al. quale llai grand' v tanli l';LvreM,i; bllLLa,ta _11$li'_ullima I occhi n!'l'Ì lurnn-Li lasciava sftcggirr, 1·t>rgog-na <li .non i,ot•:-rla. p1$ 4.i ·scmu- ~rte s,1".1.m111tt[>.,, Mrn~ a1·0-,"'<' voluto ·ap– !a.ro l 01ù<..... ,:11. lllv.o .t1. bM. ouore. m.c,nt,r-e una '' L'eroe della folla,, <li LEDA HAF.11."ELLI E' pe1·messo occupa,ì·ci elci noslri cu· oiui anarchici i Leda R.a.fanellt rn que· :to romanzo semlJl'<L avel' l'intenzione di ùnflo l'a.pologia. Noi an<'mmo pcrù preferito che la Ra. fanelli., che quaudo n10!0 e non scnteL, frr-tl;t, sa seri.vere bene o con effi~ac!_a,. invece- di darci un ,·omanzo a Lesi, in– vece di parlarci dell'anima e dcllç vi– cende di un uomo, avesse cercato dt in– terpretare colla sua. m.aestria, I~ vi~en~ du i dolori i tormenti e le aspi raz1on1 dc!l'anima fem111inile. Non so perGbè le dounc dubbano a.,·crc la mania, di 1·i– pr9durrn, e arnie, la psicologia maschile quando hanno nel lorn campo, un mon– do <li esperienze e di inspirazioni. Per– chè, lanl.o 11er sta.re i11 anarc~ia, .l'eroe nna.,rchico, non potenL essere I eroina a,.. narchica.? « L'eroe della folla n non è il perso– naggio .inlorno al qn:ilc si sYolgono IG \ icrnde, talune delle quali narra.Le con profonda compreu.sionc della nntura ma non della ,·criLit. ·sebbene un rtltro. un Uomuni,rdo tisico e propaganclista <lei rtnalo sappiamo soltanto che è sta– to in carcere e prn:a:guilato. Questo sarebbe l'eroe reale, J'crne i– deale, l'eroe simbolo, è l',lnarchico io genere, cioè colui che << i ibero di teoriz– zare il mondo con la dinamite o <li pas– sare la sua, gioYinczza leggendo opere di fiJosofia nc~atrice, può ce.rcaro il suo poslo tra la folla c incitarla, eleval'!a, spronarla verso la sua mèta lontana o andare a vi ,·ere da prin.lltivo, .iu un vuoto cremo. Perchè in ognuna di que– ste ma,nifcsta.zionl l'anarchico resta ·lui ~tesso. serrn o fHL<lronc<li se stesso. cer– cando di rubare alla Yita pili gi.oia o pit, dolore che .gli e· possibile "· VcramcnLe, cerchiamo tutti <li rubare alla ,·ita la gioù, e non il dolol'c, o se volontariamente affrontiamo l'uno è so– lo per rnggiungel'e l'altro. QuanLo a.l dcsidori0 di \·i\·erc cia,scuno la propri11 ,·ila, ancho questo è desiderio di tutti . l\1a la concezione ann.l'chiea qui si ar– l'Csta. pcrchè ha. e.s;aurito il suo còmpito, mentro 11 socialismo è qui che apro la sua ,·ia, insegna,ndo co11 quali n1ezzi l'uo– mo possa e debba strappare alla socie– ti, che lo governa, il diritto cli ,-i,·cre la, propria rita. Com1rnquc, la chiusa <lei Jii,ro che è un articolo di propaganda; q ualchc de– scrizione, coruc la, bottega del fabbro; ia scena <lei clandestino trasporto del Ma~stro al cimitero; il profondo amo– re e lrt squisita sensiuilità ai ,·ari asprl-– ti <le-Ila natura che ì'autric.c manifr.s.ta. q uà e là in tocchi che s,ucbbcro sapi,,11- ti se non fossero così trasandati, ,-,t!– gono tutto il romanzo. E noi diciamo a Leda Ra.f,lnelli: sc.n– ,·etr, scriYete. nu1., gua1·tlatp\·i intorno, Lasciate. la, compreIJsione di un'anlma e di un mondo che non è nostro, dato in. :n~cc la maestria de1Ja YOfitra penna non a romanzì mal combinati. Ina all'intcr· pi'ctazionc dell'anima femminile che ha tanto bisogno, specialmenle nel nost.ro mondo so,-Yersiyo, di essere conosc~ut .. i. · La B1bliotHa. a,ppe~1a per01-tti.bile SO$piro parc\·a. vo• lcrgl1 .su.s~1r1aro: - H Sarò un tc=-010, 1wr du mi prende"· .!\la di prenderla, pcrchè appunto non a\·c,·a un lcsoro, nes:juno llHJ"traYa, p<:nsarci sul sr.rio. · Dispc_rat~. s',e,ra in~ot!?,, a. una gran– de-_ abd1caz1o·nc.: se 1 giovani non lét volc\·l\110, a Yrebbo spo& -1.lb un YC-l'•Pfllo, pnrchc d~I "stw mondu », titol.aio e ricco; poi era d1sc-.es,a.ancora; nu uo– mo _pui· ch0 fosse, gio,·ane o Ycediio: n_obilc o pleboo, purché· ric('O. Pcrcbii sera finalmente aecorta che non il nQ, n~e; non _d rnar~·ho.-:;.Rto, non la glo.ri ,-t1, d appartc1H1m aJ. Campo d'Oro '10li « il fumo''.• ma le <'nl.raLc dC'il~ tct·rt. t qualt:·1n1 le aveYano data nel suo buon _l,cmpo, la felicità. Gh~ felicità, l! )fa.ut :.:, I~ <la, va.no. ora., -e, ìl nomo o il ll.lolo: Ab, fos~e pur dunque ,·c,nulo un <lro/;"luerc, un salumaio, un conladiuo arn-cch,.to, molto ncco, gli avrtl.A,e al– la1·gatc lo braoo,a,. nfferta la bocca, ;i dc1.~a. tutta $0 m~dcsuua, anima -0 c0,rp-0. E avo,·a, sul!.:! lwl.J.lira, la smorfia di 11n sornso porfido, pcnsando che s.– n~n è una, .fi~l1a, fa~eYas,i J30n ,peggi~ di 1ft guanrlo, ,_n altn tc-.mpi, si yi;1ulc,·,c I anima. al dmvol-0 pur d'avore uu te· soro. (Conlin,1c,)_ Aooo::s ALTO!IELLl.

RkJQdWJsaXNoZXIy