La Difesa delle Lavoratrici - anno IX - n. 8 - 18 aprile 192

senza ta,'arnc un ccrl_o l'a,nt-ag11~0. _O.ra I EJfoLLi,vameutc. ùa mezzo sceo}o, il nu- cupazione ùi rneuo p6!' la, <loo.na lavo– ogn1 111<1,!!Saia-la\'oratr1ccha p1u 1llte· me.ro det nstoranl-t, e de-1 cal!.e 111 t,utte ratrioe. D'aHi-it parte, labora,tori spe– '':'sse a comprarsi le calze gi-à fatte, le grandi città <l'Europa a,n<lava aumen- ciali per ripa,ra.zione d'in<lumenli, pe,·– piuttost•o cl,e peTd{;rC il_, suo t-empo a I tando ogni giorno; < "S.si r.puntM·ano metteranno relìe la\'oratmd di coosa· f~rle .. =a med,es1ma._ E ra.ro trornr I come funghi dopo un tempora!~ 1J'an- crare le loro veglie a letture isl-rnUi,·e, I ope,1,na che s occupi ancora a salare t1rnn,,. ll'la, me.nll'e, sotto J'J 1·egnne ca- a sa.ne di..trazion..i, inve<:e ùi passarle. c,etruoh o a p.rep!l,rar conserl'e, \'Ìs~o che 'pit,dist,a so'll-ant-o le pNson.e dalla borsa come [,a.rmo,ora, i11 rattoppa.ture [asti– da,l boNcga,10 v1cmo horn e cetnoh e ben fornita erano in gra<lo di pagarsi diose. T,wtochè gli ultimi q·uattro la- 001:1sene gia preparale. Anche se qtuu1- ! dei pasLi in un risturanle nellla città co- \"Ori che re.stano ancora a carie.o de]1Je to è _f~tto e ,·enduto al magazzino è tli i munisla andrà a mangia.re nclJe cucine nost.rc ma,saie. "Lanno per spari,· p1·eJSto qua.lita. rnfer10re e la mct·tc rnfcrwre dt e nei -.ristoranti centrali eh, vorrit. La a lorn ,·o•lta sotto. ;1 regime comunista fabbrica non vale qu,wto si fa in cas,a sless-a cosa av,·et-rii per i•lbu'rato e alt.ri t-rionfanlr. E l'ope1 ·a.ia non sarà certo da.Ile mani ù'nn'eeonoma massaia, non~ la,vo,ri; la lavornt1ic-e non sarà, più ob- nel caso di rimpiangerli La sO<'ietù co– :nen ,·ero ~he la la\'oralr:-,·e non ha ne bhgata a eslenuarsi in una. Jayanderia, munist.ii no.u M rii spc,1,ato i,J giogo do– ì!l temro ne le forze necessane per O'('- nè a. sciuparsi gli occhi per rammen- mestl~o de•lla donna che pc, rendere ]11, cupai:s1 mollo _deilie cose cli oasa sua. darsi le ca'lzc o per rap~ezzarsi la bi•a.n. sua vita più 1·i.cca,pii, completa, pii, gio– Ella e pnma d1,tntto una salariata,, che clrnna: la larnratrice la p_orterù, ogni j conda e pii, libera. dal suo lavoro e obolig~ta a t,·n_scurarc ro.sa larnl,a e stirata; sarà una preoc- ALESSANDRAKOLONTAV. casa sua. Comunque sia, sta. il fatt-0 I che la fa111ig.ii· a contrmporanea si eman· ====e-================================= cipa a poco a poco da tutti quei la,·ori LOTTEE PROBLEMI DEL LAVORO domestici senza i quali le nostre _donne ~~2J;~~i~1°rfL{:If 0 ~:~;sì:!f~·1;;:~ I LAVORATORI DELLO STATO comun<' la,·oro degli ope>rai e ùelle ope– raie ne:Jc fabbriche e nelle officine. . La famigiia consuma, ma non produce I Contro Le bugiarde. affc1~ma~ioni della, I o\tre Yent.i a~1ni, rna è ?Pportt~no a.g- p1ii._ I lavori cssenziaJi d~Ha massai~ ~li stampa borghese. e d1 qncJ:la gialla .. eo>n- gmngere che 1111umero d1 esse e molto ogg, sono qnatt-ro: sernz10 dt pulizia t.ro lo mrnacc,c e le lnsrnghe clelle vnne Um1t&to. . (pulitura dei pavimenti, spazzolatnra ri. cc ~clleo.zc stil, _come una sola Yo'ìontà, Q1:ante entrate coi colori della gio– sealdamcuto, _rifornimenti ùelle lar~pa- come_ uno "l'asuno solo, la resistel12:ti 1·cnti1 sul , iso, c?lla gai_ezza fidente dcll,a de, ecc.). cucina (prnparazione del dc- amnurabtle d, tutla la massa che ha !un- JHtlllil, età, a.libo.amo visto smagir1rc e;.[ sina.re_ p,- <l~ìla cena); bucato e- manu- gnmente e ,·anai:!lenle att.eso: 1Illl.'i8'.ti;re iHtossi.cate daf·!a. p_o:iverre, dalUa tenzione tlclla biancheria e de~li indu- Lnngamente atteso, perche lo Stato unud,ta, dal Yeleno mo'C1dia,le elle re- m<enti della fa.mi ,,lia (r.alllillcndi). è que'i1a pesante macchina burocratli'ca spira.no per alimentare urw, fonte di La ùonna·masstin aui, un be-I passar che tutti eono&ciamo e ehe ùelizia. spe- guada,gno ùello Stato e procura.re il la inornata, da matLina a sera. a pulire ei~'lmeotc i pmpTi di·pendenti, i quali minuto d'oblio e di sogno an fumatore la sua po,·era casa, a ]aYare e stirare la sono cost.rctti ad att,,ndere per me,;i, che insegue la m1rnla azzurrognola di sua biancheria, a ·consnmarsi in sforzi qual-che volla pe.r anni quE·l modesti fumol incess~nti per tener jn assetto !e sue pron·edimenti che i Yari ministeri ten- Quante si sono perdute lungo le vie \·esti consunte; a\·ri1, un bell'affannn.rsi guno allo studio e s-i pas!:iano· successi- di sofferenze. ccl hanno popolato lo cor. a preparare, con le modeste pron·i~te di \'ameJJte in eredità .. Vanament,c at·teso sie deg-l~ ospedali dopo aver tra.smesso cui ùispone, i cibi che le piacerebbero; perchì, anche la modesta indennità di un sangue avvelenato a. dei piccoli es– ma al n~nir della. noU.e, non rimarrà del carorirel'l concessffJ lo sco.rso anno non se,ri. ai quali le madri sono co,strette a sno l:,xoro dena giornata nessuna trac. ha recato soUrievo nlla ma,ssa. esasperata porgere un a-limeint-o affa,tica,to, ancora eia mat~riale., ed essa non avrit errato dal progressirn rincaro e da tutt<J le sotto 'i 'a.gitazi·one. dc'lle sa,la di lavoro con le sue iustancablli manj nulla che tasse, dirette e indirette, mediante le appeJrn lasciata p<'r passare ure,·i mi– costirnisca 11n rnlore ,;ul mercato com- quali lo Stato riprende con una mano nuti_ nella camera d'a.lla.ttamento ! merciaie. I.a donna-massaia potrebbe yi. quello che ha concesso con •l'altra. M,sero proleLanaio femminii!c, ùi Yer ella stessa mille anni, che per ess.a E di soli-lo al danno si aggiungono le quante lagri011~, di quali infinib tortiue il Mc,ndo andrebbe sempre a nn ·modo. beffe, pe,rchè i di-pendcnt.i da.Ilo Sta,to ·è int,erosuta la tua viJla ! TI larnro della massaia di,-enta ogni sono dipinti come deò sncc-hioni, comB Bene è p·erciò che qu,aJche volta. 1a giorno più inutile, più impwduttivo. dei parassiti de;le pu:tl.blichc finanze, Yiolenza di una lcHa strapp.i il velo che La t.;a,.-,nindividuale perico]a: essa è quasi non fosse lampant.~ quali €,ono k~ naSiconde tanto martirio e mostri apcr· sempre più sostituita dalla ca,sa ('Ol]et- adunche unghie che impimemente sfon- tamentc le piaghe del lavoro e- le men· ti--ca. I.a donna laYoratrice potrà presto dano la ca.sse dea'lo Stalo. rogne d"lla società " dei governanti, i non occuparsi pill di rio1'Clinare la casa Qna~i semprP si ritiene loglf•_o che poi- ri_ualinon hanno ancora capito la, neces– ella st-2ss:1.: nella società comuni5ta di chè a qne-st,e, lavor·atrici è ass•icurato il 81tà eh \ ·coi.re inPonliro u.i bisog.ni de.i domani. tale la.-oro sarà fatto eia una lavoro continuativo, debbano e nossano propri dip,:,n,le,tti, fra i quali continuano categoria eapecia. di operaie che non [a- appagarsi di. un compenso medio info- inrnce aù alime.11Utre il senso che sola– .raneio a,11-ro. Le mogli dei ricconi si riore alle a'ltre categorie. Ma quando si mente h forza pnò imporre il ri-eonosci– eono ema::,eìpate da tanto tempo da tali oensa che ne1le ma.Il'ifat.ture dei tabacchi menfo ù'e] dcri.tto. ·n.oiose e ingrate fatiche: Perchè la lavo- il salario massimo deille upe,ra!e, che "i E ment-re la battaglia si a\'Via verso ratrice cOOJ.tillllerebbe a compje.rle1 KeHa lav,orano magari da. venti <tnnl. ragg1un. la sua fase dccisi,·a, mentre èon rinno– Russia dei Soviet la vita delle lavora- ge raramente le dieci Ji,re al giorno e vata ener<;ia t,utte le ·1avoratrici ed i la– trici dev'esser circondata dalle stesse per sei giorni aHa settima,na: qua,i,do voratori de.Ilo Sta.to se!'rano i ranghi nel comodità, dallla stessa luce, dalla. stessa s.i tenga presente che Yi sono giovanelte pres.agio de,lla immancabile vittoria, for– igiené e dalla stes.s.a bellezza di cui fi- pagate a tre lìa·e al gio,rno e ta,]e misero mia.mo l',inguri:o che da qu,esta tappa nora si ciroondarono le donne delle clas. compenso è insidia,lo e falcidiato da•He sappiano, come nei ripetuti entusiastici ,;i ricche. In un,a, società comunista, la muHe e dal cntt,ivo rendimento che dù, com iii hanim aJformato, rip,rendere, con lavoratrice non dovrà più impiegare le la lavorazione di ma~eria: sca,dente. è fa. cenbplicata lena, i,] cammino. a fianco sue rare, troppo ra.re , ore di riposo, a cile p01rsi davanti agli r,cchi tutto 1m de'ifa cla.ss~ h,·oratrice. per la conquista cucmare, vi.sto che « ne'!.la società comn· qUB,Ùro di miseria e di sacrifici cl1r defini,tiya cli un assetto socia,le in cui ]o oista ci sa.ranno ristoranti pubblici e tormen{a una numerosa categoria di Statn. non. sia la macchina che opp,rìme <ll!CÌ!n,e centrali• ove tutti potranno an- donne, snl lavo1·0 delle quali lo Stato ha e schiac-eia. ma. sia l'espressione della dare a prendere i loro pa.s(i. Tali posti $8ffiPT<:' largamente lucrato. volo.n.tà delle mas&e lavoratrici libera- si vedevan già d'altronde diffondersi Abbiamo scriltn che vi sono operaie mente a,ssociate p<er il bene com11ne. da per tutto sotto il regime capit-abta. occupate nelle fa.obriche dei tabacchi ,la· M. Z. C. AI'PEXDICEJ LR PRRTENZR PER ILFRONTE Si era d'autunno, sui finire del ••· che l'intruso aveva imp<13to alla citta– condo anno di guerra, nel giarùino. del- dina ~embra,,a, perdurasse ancora in l'ospedale rniiita,re di una piccola, cicta permanenza la, pace, lì, aù a.ripena. 50 di prov;ncia, che app,iatata ai piedi ùi chilometri ùalla mi«chia, il cui bagliore colline boscose- come dietro un para- nelle notti chiare guizzava sull'orizzonte vento non aveva ancora deposto il sno come lume di bengà1a. aspet-to pacifiC"o sonnolento di tr:_mpi di Quando per un momento si arrestava pace. Giorno e notte li,s(•hia,·ano le lo- il passaggio delle pesanlì, rumorose comotivc e passavano rapiùi, diretti al tratlrici e dei carri fragorosi, qurundo fronte, i convogli carichi d1 soldati can- :n,es.sun treno ,rtmbombava rn1 ponLe tanti. pieni di fioi·i, di ba! ,. cnorrni di della sta,,ione e .per ,·aso a,nchc non ri– fieno. di animali ùa macello m11gr:,hian(i, suonava nessun ,;quillo ùi tromba; nes– <li lugubri, accuratamente chiusi, car- ~un sbaU-èr di spaùa., allora in1 un ba– rnzzc,ni ùi munizioni. e tornarnuo ]cn- leno la piccola osLiuAia ciUà riassumeva tamenfe iri patria i treni e<,ntra,bfrnti la sua benevola in~ipi,da e,,,prnssione pro– cfalia croce sanguinante cli e In gu'•rr,, , inciale, per nasconderla poi, ra&sogna– rnofondev11 a pient inani. li f111·c>1 guer- 1.-'l. soUo la. clisùie.,.,·olr rna3'·hera mili– reseo attrarcl'!!a',a la cittadina a pa~so lare, a.,l'apparire ùel!a prima .automo– prec-ry,itoso ~f,nr,a. poterne fugare la pace bil,; ,li stato mag,:iore eh,• &voltatise rei· come se tacitamrnte le casette basse lo ,ie ~n rapidità t.1acotant~. dalle !iute chiare, da.i ghirigori anti,-hi Brontolavano bensì in lontananza ; gi fo.,c: -;Pro accor<lat e-d ignorar,· d:gni· c;ff1noni· come se in qual<·hc pflrLr•, ,.di~ tosamcnte il rumoTo.sn prepoteule ()';pi- ~otto teTTa ,stesse a.c.wvac!'iato ,, rin te, che ogni cosa travolgeva, :!\"ei giar- _gl,ic,soun ma.;tin,, ,;igant,·sco pronlo al– di:ni eontinu,na.n<> a giaoc·a.l'r in,li. ,t.nr 1a.~salto e arriva,a flw, alla c:ILadin~ il bati i bambini collP i!r11.r,ùi fo,:l:P r·,,lor roco 1at,rare dei l(randi mortai. come il ruggine d-eì taslagni e le <1<.-nr O a r•Ìtia(:- tossi, o penoso rJp.l moribondo spaventa chierar-e dava.nti ai nrg0zi. 'lwhlgrl\rlo le c,h; lo veglia ù,wla r·,,mera virin.a coglj banrliere drg:!i oop<rL1-li ch 0 ad n;rni OC<'hirossi di pianto. J.,, l111.11(hr ba,;,c pa,,ser, sveni-,lavanc:i d3:ll_er~, ma)l(rarlo file di casette susAulta,,a('" ii,1!0,ra riso– le mnlt,. V-<vole, i.scrizt.0n1 r ord1onn1<· 111a.n,fo e aguzzM'ano t,epirla.nti le oroc· chie a q1,e,~t-0latrare dte agitava spa– smoùica,menle il terreno come se la 00r ]amità della guerra pesa~se come un in. cubo soffocante stù petto del mondo. Si gua,r<lavano meravigliate batte™1o le ci– glia assonnate al ri-flettersi ùei lumini di notte, che nclJ,e stanze rincorrernno sui, letti allineati le loro ombre guiz– zan,ti ,sulle _pareti. C:r:ida st-ridule, ge– m1t1, sosp•n emettevano i camernni so– \'erchiamenlie riempiti per necessità Ogni suono umano che sfuggiva dall~ finestre apert<, ern una furio,;a sfida a,l silenzio, una fe-rocie a,ccusa contro la guerra che compi, n lì innanzi il suo la· ,·oro, buttava diet.ro di se come ddi·ili corpi umani <J mnlilati e riempiva t,ubt~ le case coi woi· sariguiinanti rifatti. Ma le belle fontane. di ferro batit1to sulle pia..zze coniin'Ja.,·ano H mormono·e im– porturbabili, ,hiac,.-hieravano con tran· qui-Ila costan,a dt'i gio, ni della loro gio– ventù, quando gli uomini ave.-an.o an– cc,ra tempo e atLenzione pe,. le linee ar. moniosr e 1a guPna r.ra affare dei prin· cipi p <l.r{!li;i,•,<•n.'uricri. Da ogni ghirigoro, da og11i (anto sor– )!eva. la [arnia._ "I frnHrsa, a hi.sbiglian· ,lo di Jnce ~ d, br>n°s-crr !nit,' le·,inz– Zf". r i YecC'hi r.aHta.gni nr,~nt,iva.ri.0 e c0ll'omln1 dei loro mmi di.stesi rn,ssìcu– ra, ano lE' rar-tiat.,, •µa ventate. Il pas– sato nul'tùan, d1tl'e 111urascrrpolalR cosl rirro11;l ios,inir-nl L' <·hc re-r ognuno <·he ae suhirn I 'infi,i••nza il mormorare delle fprd1•1f> \·inl'('\'•• il tuon~-r rlp,j <'nnnoni: i malati f'd ì feriti a•Mltavn!lo confor- 1 ;1.ti ùc,i,l~ro 1 .. i;11;igli la nott0 lo<1unrr l"' Kit u,,m101 pa,TI1<l1 che ven,1v,mo porhti Rassegna di libri e opuscoli d propaganda cn,· i·r,i,,: dt• f,:111111c clallt; fu mNét (Una \'()(·i_: di (i(JDll.a JH.dl, 1 il •~(:li ift) ùi .M.\R– Cl'.:l.U. C.U'\. :r'fr,ltedelh· nu:::tri:, lettl'l(·i giù <:oil<>:-,<.x,ll(J ;'l.fan•0ll~ (~q1y }lt't' cs.-.c·n· !-:la1a <~ biv<,;rof~- 1.:I,, --11!n1>St1·0 g-iotu:i ic tl.·tl l:ouI1irag110 pro– t'c~~)r i\1011u.~~Ier e por c111al<•he11on:dW. tr:lf1ol!a (' put~hlk.:tt:1 ~11l 1ul•1k::-drno. Or.::1 EHn <.:·ùn·ia da l\1 riQi du<· ~11<.,i VQ. I-umi: 1.,1dcfeits.e dc lfl 1:11• 1 I.a ùif('':-..;.I dd– Jar dt:1) del qunl,c p.'1l'ICr1.)n ~J iu ;lltt:(1 11l1- rnel'0 e ('nu 1'11Cc. di tlon11{1 11cll 11 u11.'1C111a, con Ùrer,o~ion<· tli Uomnin Ho!land. l.-0 ri<:orch.1te l'autore di dl <li sopra dc•lla mi.;><.;hin. cile tanti ùibaltiti e t;,nt.i ()di .al[irù .~n di~, nel veriodo in cui pro. C'l1i-::tYCrnJJO i::-.:r-bato <:nore e rogiou,e'I Entrnw'bi i volnoçi son-0 ra<'C:olte ùi UO· n~Lle, o, piuttoRt,o che novc~l~. imr~t ~io.ni '. t.abune u,ncl1B 1 1.,e,r ~vonUlue.11ft e vJ~,ona d1 es:ipre::::sionc·, potrebl)cro <?"~~•re eh.mmat.e: HC(!Uefotti. . . Quc~tc nuYc.k1e e:-0mv:1 rv(•ro, ucg.11 uun1 dì gu(.>1T~. u11.fl do.po 1·a·1t,~a.sul'k.1. l'ayue, tri.vn11tltl .':K>Ciali~t.a femminile ùiretto dal ~ou1\p~1,~']Jo Uri?..on e del qtrnlc Mnrcelle Ca• ]'r è redattore capo. ·lmpres~ioQi. dunque, cli chl viveva il <l'olore e l'orrrore de!l.:.t guc.rra; irnJ)t't."l:,!jiO– ni u,maue, F:ei.nplici e t.:.Yl<Jr[ltrag-icbe. ap– punto pereht• ril,rodottc e-on ,:eritù da un·,:1nim:1 di <lunna e d'arlista ius-iemc. Qunndo inve<.:e Pantrìcc. per foniurw r::t.– ra.m~nte. assnnre il tono c.atteùrutic:o. l'in– tereSBe 9(..-em.a e la ,·critù ~i n.a~conde. Y0<·e di donnn e-I.le p arJ';.1 J'Joel' tutte. voce di donn,i. d1e nella Francia delirante di odJo verso 1:1 r:1Z7.Al teòeSt:a, os:1 nffermarc cJ1e « una solidarif'til nnturalo uni~'C'e le donnt' di tuLLn la t.err:1: clii ingjul'Ul un:1. oft'('11<le tutte >1. Pcrd1è un comunf' i~tinlo. che rn.1t:un1 cliE"d-e. le uni8Ce ili t.llllk le paT– t.i ilei mon<lo, da Il' l•Jc111a torr a i l'oli; le u– n i se-e o. tra,·erso tuti" le mzze. tutte le etù: la 1rn1ter11ità. l'i,stinto ùj òifes.1 <leI pro. r,rio n:!lto, che ucc-µm•uua tutte le dunnc ln 1111:1 u:,pcl(,-sima oofferenzn. Scout[)l.liono coi 9e("O}i (' 9i e,·olnmo le <·i\·11ti1. I(' :,:.{l'Cietù. i dove->ri e le r€'1igìoni, mn l]Uest{) i,'-ti-llto riman(' iu1wutato. "f)u.:1lc c·nnfort.o: lJ - e~c:J:_1nrnRonrnin ll-0llànò, nella su:1· p1·ef.1,ion". « Qual<' cinnforto una donna h·.arif-e-~e non <( C'or– nelb1na J>!, C'ioè noo. <1e~ider0AA di s·ncriti. f~~i.) propri fì~li :-illa gi-::1nòezz:1 <lf'II~ · 1-r quC's{.tJ il Jire.!:!:i<,mor~ilf' di qu,e!-.fo \'O· lume, klrg::1..me11te imhL'ln<·.:.1to cl.1lli1 (<.'llNU• r.a: l'nffenni1re I-a ~J.i<l.nrieth umar1,1 ~ti <li sn.pr.n d( tnltc le J);ts.:-iioni, ùi tulte le nbf"r– raziolli. li pr<..·_~.du :1r1i·-:ii(•1• lv potranno c,mRt,nr:1rc if' lcttti<·i, <bl i;:rgu('nte boz.. z<'tto: Idillio « Ln notte c--.ah1 lent... 'llllE-nte. I ntta grì;;h1. Si ÙÌ'rPbhc- <:be lllUl 1,i(•gg-ia di eeneri in1. polYc-ri hl e:itt.à. Si ac.-ccn(knw i fonuli, I<· 1ir1."Stre si lllunlina,no. L~t luna sale: << Lonk1na dal rumor-e sta Ja grande piaz– za e 13 e.it~ l!rnle ùnlle torri neute che si profilano nt!Hate sul ciclo. « Dello è il silenzio, bello t· lo Bloncio tielle linee, be1!11 è la notte. << Ke-l eontiguo gi ,ndi.no i fiori non han– no J)il) spl,en<lore, lC' air,i non ronznno pili. li profumo dolce dcl!'diotropio esa1'1, so.nu. . « Sopra. uun p..1nC<l. llne forme. Un sc1l– <lato cd una dounn. Non ~i ùistingiuono i loro lineamenti. m.a si scorge il lncciclli~, ~:;:,c~'i;;ti cli lci.•cllc sotride, col capo ro- « Xon si o<Je nulli. Partano forse? S'ak attra\'e,rso, la cittii su vacilla.nti ba~elie dimentica.vMio l'i11fem<, da cui proveni'. vano ; e perfino le ntt1me ca,riche di bagaglio, che <>filavano a marcia forzata attraverso la notte, diYentaYano mi.ti pe:r_un bre,·o spazio di temr>0 come se ncll ombra de,i pilastri e dei balcon, adorni di fìo1·i avessero incontrato la pace ed il loro proprio io ùisarmat-0 Cosl pure il fiume che proveniva daìl~ montagna ùel nod'Cl con fretta nimo– rosa, spumeggia,nte di rabbia pc,· ogni p1~t-ruzza, che gli si frapponesse nt'I cam. m1,:io, a.Il a•ltro e,;t-remo della. città, alle ult11n.e case, s1 congeda \·a rommos~o 1 del llilto. dom1,to, gorgog]ia,ndo appPna. come aPJ?tSO]ato_da tulto quel sogno <'hl· aveva rLSpoochrnto. Pl'esuutno~ament" sbocoa, a. nella vast,1, pianura desari– vendo un a.reo aito:no all'ospedale mi- 1,ta! e che (}'111brcggiato eia groesi pla– tarn. stava come su di un'isola. f),. tr" ialn Il mormorio della pigra oorrente si me~cola_va ~llo sf,onnir clellP foglie come se ,! g1a.1-d1noall'approssi,n:ir tlt'J ere· puscolo 1ntona~S>e impÌPlosilo nna nin– na-nanna per i ma ,toriat.i che I\ dent,ro dovevano s0/!ri,·,, in fila milita.rizzai.i fin nella mod <', fin nella tomba. in oui con P.rewntu°"~ sa,Jve dì fncllate venivt111 1J1fo.ssah, essi c·be pur el'llno solLanto s,·entnrati ,...,,J,,ola.i,cont,i\l1'ini, scrivani e sla«-na1. In que_l meni.re wona,·a, )& ritiraJ.a e la qua.ro1a, fa.cen_!!o la l'onda, Rcopriv& n_cll o~br-0, del viale !ire ril,ll,rdata,ri e li cacciava a, casa.

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