La Difesa delle Lavoratrici - VIII - n.1 - 12 gen 1919

La nrnflhinfl ~1· U" n:rnan Il ~~t~&:o dJ.~:fr~~1;,1J~.e~)~ f!ri 1 1n~~ ~ C!lht u u ,I a.u,unu alla mamma un poco più d1 l >onesse.re ! Se ò Yer.o quanto in~n.a la teosofi.a Qudle che. già . si inlerossa110. del~a sulla molte-plicit,à delle t~os~re.esist,c.nze, propa,ganda ~~1ahst.a, e che perciò, m cioè che in ognuna. di esse il nosi,ro Lu, I modo pttr m111imo, cooporano ad otlo.. al crngiuolo (i{'<frespcricnza si sbarazza. n.ere fra altro, anc.h~ la <lovuta prot.c– man mano dcll'anima.!llà 0 ,rigl.llana, ZIO?<? per la \ ~och,1aia, quand1?, più pe~· acquistare graclatament-e la sensi- lardi, la collett1v1ta avrà a~emp1ulo a ~il~tà, _1acosci,enza, il ragionamento, cd q ~cst_o. dovere, per q uoll~, i'. pe:llirer? mfinc il sentimento di solida,notà con d1_a\ e1~ anche sapu~o alhe.ta1e gh ult~– tutti gli csse 1 ·i che corno noi asoendono m_i anni dell1;- vecchi.a mamma, sarà 1_1 a rn ne tappe la grande scala della, più pu.ro e~ 1\ pn'l. grato ncordo e sa,ra perfezione dell'ess-ere. se ò vero che cort,o _11m1glto.re port:tfortuna, della l' l O prima <li animar~ il fi.glio del sci- loro nta-. . . . _ vaggio, per poi trasmigrare in uomini . Lo .donne soi;1altst,Ctche- nvono lll .a:11- od ambienti più ernlnti ha donilo in- b1e1~li popolari, hanno co~ì mod? d1 tr– ooscientemcnt.e assum~re b va.rie, formo radia.re la loro fede, coll·esemp10 della degli anima ii che popola.no il mondo, bont.à ~ho sol;> partendo cla-1 _contro della se è Yero tutto ciò io nelle mie ori- fa.mi :5ha J?UO dane,. garanzrn pe.r una gìni de\·o essere st'ata certame-nto un mi~lioro n!,a collcttn·a. . . cavallo! Etl ceco corno la vregl11crct cli un ca- Dico questo pcrchè i• trop.po il dispia- l'nllo_ non sa1·à stata scritta; inrnno se cere che provo pei maltra-tlamcnli di potnt ~u_ggcrirC' anche n. 1101dei buor.:i cui 1 canilli sonno ogg~tto t Quan.do, propositi pd nuo,·o anno. massi.me in .questi tempi, li vedo co,sì Rosa Cenoni. ossuti, tra,scmarc a gran sten.t-o i pe- santi veicoli, e li vedo frustare. spieta- 1H1 E 1!l I.li II Cl III m 11 1u1 Ell'l I!! m Il li! tamentc pe.rchè impossibilitali a prooe- 8 Il! !Hl II m rH, 11 lil m 111 1H1 111 lii 1:111 dere,, sia per una dura salita o per una ruota incagliata, sorge in me una tale ribelEono pel modo con cui sono trat- tati quegli a-nimali che si gùadagnano Il wdor (le Ta frn11/i a1Jaticatc così onestamente il loro cibo, che non Nell'orbe cave, 811 ro olcbc aparc, posso esimermi dal pensare aUa nost;r:i. origine fraterna. 1,c fog;•imc per l'al!a ombra 1-crsafc Ma nmiamo alla preghiera. E' un n I /orrcn!i di san.oue han fatto 1111 mare. cartello che trovai affisso in una scudc- Da irn 111ccssa11tcpa1p11o agita,te ria ; in esso si dico: P . · Grescmio '/0-111/ca1 ciel cn:vusoolare, e, adrone mio, dammi da mu.n_gia.ro Finché, di quanto sii Te terre ingrate e da. bere al1a mia ora, e quando ho finito la mia gioniata di laYoro, pro;-- T"isse un tempo e regnò, viù. nul/(t avpare. redimi cli un lotto pulito od .asciutto, !JJ.a torna Arno1·! da le sanguì(l'ne spume ed uno stallo abbastanza, la.rgo perchè Bia 11ca. cnicrr,c Afroclitc ... Ai·e, fecondo possa giacere. cc Parlami, la tua \'Occ vale tanto per &vii'i!o, che suTl'acquc r.,rride muovi! me, qun,nt-0 le redini. Ao~a1,ezzami Sentori, gli abissi i/. tuo fcrri{}.o nume, qualche volta, •perchè io ti possa, se,n·i- 1J intorno a te riiia.scer i·e-ào il moìido ro più lietament-e, ed impa.ri ad ama.r- Yuovc età, nuove gc11ti, ordini mrni;i. ti. Kon strappare le r.edini, non fru- starmi, non battermi quando vado in M!>.ntO R,\PIS 0 \Rm, salita e quando non capisco quello che • = tu \-uoi, ma dammi il modo di in t-en- 1u1 1211 11 • 11 a 11111 e e :Il !:I 1u1 1111 derti. ,, ii!ll Il Ili l!I El • 1ìl 1!11:: D Ili llf a lUl !li Cl « Abbi pazienza, ooservami, e se non e.seguisco i tuoi ordini gua.rd ;i se non Vorso l'Intoull'à~z1·onta~a c'è qualche cosa che non va o nella bar- U 11,! UU Il · iu datura o nei rnio,i piedi ..... e finalment-0, K 11 ffi . . . . . . . . quando la mla forza. utile è finita non I e. 0 0 cine fil 111 c-0mmCJ.ano 1 lwenzi.a- l . . . . . ' 1 menti ; le Dlil.estrauze coITOilv alle c,:g-a- m~ trat~rm1. noll: ca.cc -i.armi vta, a an: nil'.zazioni per protestare contro gli indu– ,guirn d1 fame e d1 freddo, nè vende,rm1 strinli, che, clopo di aver sprc-muto le loro a qua.lche cnidele- padrone, pe.r esser fo1-bC,or-a elle la cuccagna sta rier finire lentament-e torturato fino alla mrn mor-, le gettano ,rul lastrico. El attn1.Ycrso alle te,"· loro organizw2.ioui, uomini e clonq.e recla- Nel 1eggere q ue.stc righe non potei mano da.l Governo pronU proncdimenti fare a meno di pensare a certo mamme perc:hè, con la fine dc1 mas:mcro, la fanw che danno degli strapponi da far pie- non batta nlla pertu degli umUi Lc1:voratoti. tà a dei bimbi di soli due o tre ann.1 e Le ~ounc, che 1:a~err.a l?,a chi.amato a solo perchè o non camminano presto o f><'lr ~ec.tr ~rc :!lln. nta inum,'tnalc, a subirrie • , , 1 . tutti 1 cUsag1, a gu::u:lagnarc con la proprw pia'?nt,co ano un PO?<>, e ~e-r u_n non- forza il pane per i bimbl, si ve-dono dopo nuUa dan_no loro d~1. sonon schiaffi e lunghi anni cli sacrifici, messe sul J.'lstrico delle forti. b~ per:sm~ s~ cap? ! da! signori patriotti clai _port.'lfogli gonfi E T1_ensa1a1 tanb b1mb1 sud1c.1, _col cli biglietti dn. mille, ac<.'1.l.lilulati alle sr.:.1lle naso 1mbrat.tato, senza un mou1ch1no dl chi lavora, per avete- in compenso un ed alJe loro mamme cho chiacchie.rano pezzo di pane e infiniti clololi. colla vicina anzichè badara a.a essi.. Ma le larnratrlci non intendono cli rieu- Pcr quelle mamme ci <l-0vrchbe pure tra re nel buio. de-ile quattro mura della essere dei cartelli colla vregMera aet ca~; e-.ese vogltono lavorare, son più ma– bimbn che dicesse: tert<1le d1 guer:ra, !Da un J.a_vorosano, u– c.Mamma cara lo so che -tu po,eri- ~,mo, con :etr:1buz1one suilic1entc da poter · · .· t ' . 1 · t 'tt · vivere con mclipcnùenza. n~ ~1 lll~_spn a pe,r ~ r1:5re ezzc 1 ? Lo spettacolo che ci offre la Camera del cui ti tr:on, ma &forzati_ ~1 doma.re 1] Lavoro, dopo J'armi8t!zìo, cl dà prorn le! t1;10 cat~1~·0 u~ore parche 10 ho_b:sogno fermento che s'Hgit...1. in mezzo al!.'l mnssa: d1 sorn.si o d1 dolcezza. Dammi 11 o!OO le ,::tl~ sono f(.:,mr,ra affollate di lnYoratori a.àatto al mio col'pìcino, e a.d ere rego- <' Ja-.-oratrici elle ascoltano la varola dei .ari, percliè ~e per farmi star qucto rui !01·0 dirigenti; c·ssc accorrono n rostenerc dai ad ogni tratto un po' di pan-e, una l Jr,ro clil'itti, in folla, e non i,iù !solata- castagna, od a.tt' ro, la mia digestione ne ror•nte.. . . h intralciata, f' ne provo quel malessere JJ Governo c0rca di pwcar~ i .deh1clC'rl che mi fa poi piagnucolare. d~l i,opol? con clPcretl rn-millc1c1;1t1 a so<l~ " Quando sto bene nc,n piango mai ~l!f-forn.:,~ bii'Ognl (]r-1 làYOraton; m:1 gh · · · l , 1· • ' indu.~tnxli 1,l ddono anche• cli (JUeJ. cle- ttemm1 _soru~ osamen[,() pu_1to.oos1 !10!1 crr:ti, e non li nr,plirono ueppure. ùosl p~·end0ro fa.c1lrnPnl/:; malat,tie ed avro 1 o.;-ni giornv <·he paf'sa, la disocc:upazionc nsetto roseo e non con dbile brutt, aume:nta r,m la smobllihzlon" e ta mi);(~rl.a crosto e quando piango osservami bene fii fa H<•ntiremair1d<H"lllNtté. Qu<.:om è l'ora Sf- n0n ho le: scarpine stn:tto, oo non ho in eu! IP donne: soclali~t<· debbono rPC',ir.➔l freddo od altro; e sr- i;baglio, non mi fm qur•ste: mP.s.;;e ~1 r>ortarr la loro ]Xtrola dire brutt.e; parofo, che poi io imparo r rli ff'.de; è l'<fra d<·lle riv<•nclica:;,ionlnostrP. ripeto a mia voTI:a e mi faccio da.re dd Jl r,roietariato fu pa1,s-ida g-lgunte Ycrso maJed ucato. ' l' Inlkrn.'lziorutlf'.. 8olo a llurn la pace, con- " Non 5Chiaffegrriarroi • 60 sapr>sti ('.]mn dai }avoratori, ~arà la ,era J>..1.C"(', mamma come ti giu~ica~o roafo Jo pe/- pr,rch/, ~;ara la frnt<>Jfa117.a fra tuttl 1. po- ·h' t· . ·d r · r·h·, · d poli cld mondo, i;otto unA .sola. b:llldH·w, son~ e e 1 VE -0n J pie~ u1-rm1, non ~- la bandlc:rli ro,,.aa: r~ti cert0 qur,,l brutto spe_ttacolo l ~a!, 1Jt1lano. CJ. sono ;mamme cbr, non diedero mai 11 più piccolo schiafictto ai loro bimbi; il più gran castigo fu quello di porli col Yiso contro il muro; r:, qu,;i bimbi creb– boro bene, perchè abituati alla ùolce~– za; la. uwcia severa dr~lla mamma era ,per essi il più grand.o castigo "· Ed anche alcune di que.1!.e ragazze ti:lelle gi-0vanili dovrebbe leggero la rpreghi~·a c1el cavallo, perchè penserr,b– ibero forse alla v&eehia mamma che sa.-– ,rehbe tanto felice se in luogo di la– scia.re tutto il oarioo delle faccende do– rn"Gticho rinunoia,.95e .a,cJ una. pasaog– giata. ll)er aiutarla; ed -a.noor di più si Pu·cnr Trnr:s.\, Le guerre portano l'r.,aurùnento, mai vn11, pace duratura. La forma della lot– ta cambia. E' 1ma terribile fatolita verehè arrìcchùa una minoranza rhr non arri,chia la vita, mentre la =!l– gioranza che arrischia la vita non ne trae. alcun benefizio, E' un cont-rosen °o creato da una situazione sociale basato. au-U'a~tuzia dtJgli um· e fi9noranza de– gli ottri..,. .. spera.no por vivere, mo·rTanno senza. ohe alcun si voiti indietro. Migili,a,ia,, mi. lion-i di bambini soffrono come tu, Vit;. torio, soffrivi tanto da preferir la mor• te. Miglia.in,, milioni di madri soffrono come mai hanno sofferto. Ma e.bi ci pen• sa i La guerra uccide ancora oon vio– lenza spietata al front.o, dietro il fron• te, nclln trince.'1) nella soffit,ta. Quand'() avrò. fine, questo assassinio i I figi i del popolo soo, nudi e e nidi.. E ai buttano alla morte-. Questo episodio è folio dal Lavora,., toro di Trieste del 22 novembre u, s, Sì è tenute, e.Ila Camera. del L:i.voro un Convegno Naziona·le della Federaziono tc&S"ile, nel qual() erano presenti molte com.. pague in rnppresentanza. dl Legl.le cli tc8• silrici. Il Convegno ba assunto una gran– de · irn1)0rtnnza, cHsendost occupato del grave {}roblema della sruobllit.azione gene– ra le e indu5triale, e cl.elle otto ore ili la• vc,ro. Koi n1rnwro passalo aùùiamo dato la, 110- ti::ìa della morte della compagna Le ('('t.Ulpagneavranno letto sull'Arnnti! il resoconto. ·Qui ,oglìamo notare che A.· ICS!:'.andro Gftlli, segretar.io - della Fèdcrn· Ne vuu/lichiamo oggi Ta fotografia. zfone, ha parlato oon energia dei diritti ..,.....,_,_ ...,,,,.,,_.,.,. __ ,,..,, _____ ,..,._.,_..., _____ .,. d,elle donne lavoratrìcl, le quali o: hanno dodici "f anniuu Dod.-ici anni ha Vitt.orio Rosso: c-u er.a Sl•anco lLÌ soffrire, ed era cuevm-at-u p,~rcllè vedeYa so-1tnrc la mamma so.J.a aobapdonata, ncHa pitt st,relta m'isena'. botlnvano msicme .o prn.ngern.uo: piun– g.evano tant-o, ogm gwrno, ogni or:a. Dono due amme miti e buone. La guer– ra., a poco a poco, li ha rid-0tti a ro– nna cu_mploca. Avevano vendu,to tut.to: no[\ avevano più nuila. La padrona d1 casa, lt avoya cacciati via, per-cnc non av-c,·ano cla pagare l'affitto l Erano sta.– ti ac1.:-olti àra, una famiglia pove-ra ma generosa., cho da1·a loro ciò che po 1 teva. l:5i trov_a,·ano un po' meglio qui, na,m– ma e figlio. :M.a la miseria si fae..:,·a. sempre più tormentosa. Vi\·cre ct1 0'1.:– m.=1na-. tJ?'Umll!azwne che 11-0npote– v~no soffnre. Vittorio non usciva più d1 casa: non aveva scarpe, le ve.st1 era– no a brancl-elli. E ru br.a\'O ed intclli– gent.e: ma oosl, alla scuola, non potie– va andaro: lo a n--ebbe,ro rimandato in– dietro. Pe,rcì1è alla scuola bisogna .an– dare con scarpe e vesti clcocnti: così vuole il rngolamento. L'altro ieri Vit– ton'? fu p11e ,ga.to dalla mamma di 1~ cars1 a prendere, alcuni soldi da lll,a cono.."-Ccnt-0. Il piccolo ,obbedì. La .nam– m:1, vokva; e doveva ancia.re- cosl co– me era, quasi ignudo, lìvido 1 di fa~e, c di freddo. Andò: ma non .tornò a utm .Nella sua pie.cola testolina &· ffacc1~ r~mo d'un tra:tt•o .le _ideo p1ù "'-',,<l. "Mo– nrc !" Ora, 11 piccino, non Yt-•crevaal– tra. soluzione. Morire, per non veder soffrir~ .atr~em.ent,o la ma,mma., per non arrossH p1u della sua miseria. Prooo un p~zetto di carta o SOTisge,: "Da.te alla, mia mamma che, sta. in vi.a Cunico– li 7, I. - ~ara mamma, io ti lascio, per– chè lo s.a1. Io so_no nudo o crudo, non poi;so ,·n-ere; m1 hlttto dunque a.li.a mort!l. - 1'1ltorio», E con·i pochi soldi ohe era .anda.to a prendere, che dovern– no sc1vne a sfamar lui· e la mammh cvmprò acido fenico ,c, lo ben-e. ' A doclici anni ha tentato di ,ui,::i. darsi. I A dodici '.1nni, ~wl'ctà ~ho appe– na 61 aprn110 gh occL1 alla nla vole– va finirla con la \'ita. Povero 'Vit:.to– iio ! Il tuo ,alto ha cl.etto al mondo quant'e grande la sofferenza e- l'amar rezza che è oggi in ogni casa. Il tuo atto ha ddt-0 che ormai si è stanclu di patir,,, e di. disperare tanto causa que– sta. gucn,i mfame. Noi non discutiamo s,, hai fatto bene, so hai fatto male. Noi pensiamo <'On t,e,rrorn alla colpa nostra, di tutti noi, ohe n-011abbiamo saputo impedire questo flag"1lo, che non sap– piamo por fin(\ a 'lucsto flagello. Il d-c– &tino non ha Ynluto che tu morissi. La tua mamma che già t,i piangeva per morto e che forse Li an-e,bbc seguito nel– la tomba li rianà. Forse il pane, non ti ma ,nchc.rà più, perch~ ora la geni:-;}si e impiE:tobita di te e di mamma t~a.. F0rse, ora, avrai le i;.carpo o le vesti 11uove pc1: an_rlaH• a scuola. Ma. quante, q_ua~te _m1s"nc, quant,,'.', quan~ dispera,.. ZJom eh mamme e d1 bambmì nm·ar– ranno oegrcte fra q uat,tro mura deso– lato I Quanti, qu1mti bambini nou po– tranno andare a scuola perchè nudi e <.:rudi!_ Q1;1anto mamme pi.a.ng- era,nno pe;r mloE>fla o [Jer fame.! Tu che volevi morire sarai sah-ato, forse. Altri, in vece, che vorrobbero vivere 1 che si di- .'.lCQulst:ato il diritto cli partecipare alle lotte civili, col loro lungo sacrificio; hanno acquistato il dlritto ili ottenere migliora– menti sens:ìbllì, ché le strappino alla loro vita cli servitù e ili avv:illmento >,. El v-ogl.i.'truo ril1:;v:1realtresi l'accoglienz.1 fraterna e calda fatta dai convenuti àlla compagn..1. Campeggi Pierina, segret..1.ri.1. cle!l.aLega di Gravellona To('(.', ili cul parl.'\ nnn corrisponùe.nza. pubblicata in questo stesso numero. Un congressista dioeva cL.e19 donne van– no a poco a poco dimostrando un'energi.a. fattiva super•iore a quella degli uomini: noi cl compi.1.cciamo cli questa constata– zioni?' di fatto, 1lete ·che gli uomini &sen– tano dl non a vere più fu. noi un peso mor• t oda crasciMre, mn u11 corpo vivo, rteno a.t forza e ai volontà t la Società Editrice c. A1,a1Hi! >l coi qui,i• dict ocnnaio vrossimo inizlon1 la 1mlìbl;;.. oazfone l!l mia Rìi-ista. quindicinale- eia~ titolo: Compagni! P.. r la propaganda socialista Essa sarà cfjettfra,nwntf! mw Rtvtsta di pna provaoanda, pcrichò ha pe~ fint• cli rc-n: <!ere acaessibUe al Proletariato tutta, la coltura soc-ialista, senza la qu(b)e non {! possìùilc la fornia~ionc clclla oosci.enuz. dÌ Classe e dl Partito. Bieche'; la ,woi•a Rìi-ista farà, innan"1i h/.tto, opera dt 1. ·olga.rk ~anone ma•r'.Dista in tonna assolu!amcnto 1iopolare, o dan1 am piam,;>nto noti.?ia s1tlla sìtuu::rione dc~ Parti.to fo tutl~ i vacsi dei monc/o; rijaui lei storia dei congressi illtenwiionali com• mcntandoli 1ar·7amentc e quella, del sorgere e dello sriluvparsi del Partito in Italia; traftPrr.ì qi,estioril (Ji. attualità, 1ntercssant-i il Proletariato; si i-nte,·csscrà delle organi::• zazi,oni in Italia ~ in tu tli i vaesi e darà un 11ot':iario completo <10111,ol'imcnto cco• nomico all'estero. In brcrc la Rivii,la fornirc'r a tuffi'. 1. COM· pa911i e a tutti yli operai ohe amano istrni-rsi ddlc rn[lioni su c>uisi basa /'e3- srn~a del f.for:ialismo - clcllc causestoriolic cd inclut tabili clic 1·cndo?10 fataTincnt~ ir– r~,oncillobil" la lotta dt classe-· delle cìr– costaw:e ohe rendono inel11tlabilc, a più, o meno lunga scaden;a., l'attuw.:-io•w dcli' I– deale socialista, q11cllc cogni:!'iotii che csst non possono ai-ere nè dalla conferenza occasionale, nè dallo studio di libri 1ehe essi non hanno ii 11w1lo di procurarsi nò il tempo ài studiare. La mtova Rivista, ohn, come S'i è del.lo di so1wa, 1·edrù, Ta luce 1/ quindio/ g'Jn• naio prosstmo, cost"crà Centesimi 20 ogni numero L'abbonamentoannuo Lire ZJ A.bbonamcrnl e prcnotciz 1 onl per i-l-i;-cndCta, doi,-ramno essere inviate con urgenza alla l:iocietà. Ed,itr1ce Ava,wti - S. Damiano, lo - Miiano. ·

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