La Difesa delle Lavoratrici - anno VI - n. 14 - 22 luglio 19

ni di usufruire della terra e dei ben i naturali. Piuttosto vi furon o dei prepotent i ohe sopraf– fecero i più deboli , s' impadroniron o di quello del vicino e dissero: u Qui noi .siamo i pa– droni! » Rosa. - Ma che e ·entra. che può fare il sociaHsmo '? Lisa. - Il Socialismo è il solo che possa sanare tante piaghe. I! Socialismo si rende conto di tante ingiustizie; studi.a i problemi che riguarda no, che agirano la classe operaia , la classe proletaria ; cerc a i rimed i atti a sanar e i gr andi mali prodott i dall'attuale disuguaglian – za sociale : Rosa. - Ma che possono gli operai in tutt o questo '? Lisa . - Tutt o possono. Bisogna che si uni se.ano nella lotta contro la borghesia , il capi ta– lismo; bisogna che comprendano di avere dei diritti. che si istru iscano e vengan o fiduciosi al socialismo. bisogna che sentano il senso di ribellione vers o l'attuale struttura social e che li oppr ime ; bisogna che faccian o della lotta di class e. Rosa. - E si diven terà tutti ricch i allora ? Lisa - Ma via! tutr i ricchi , no. Ma tutto sar à dìstr ibuico in modo ohe nessuno abbia a soffrire. Si lavorerà equamenre ed urnanamen – re. Nessun o più si abbrutirà nel vizio . perc hè il benessere e l'istru zione. ele ver ann o gli uo– mini moralmente e materialmente . Non vi saran no più nè s fruttat i nè sfr utta– tori . I nostr i bambini non crescerann o più abban– donati a sè stess i. Ogni donna potrà attendere veramente al suo compito di madre . ,di educa– trice . E gli uomini. la vira. tutto sarà migliore! Rosa. - Ma questo sarebbe troppo bello . un sogno quas i ! Lisa. - Ma appunto i! s0:gno d'oggi può di– venrare la realtà del domani, purchè lo sì vo– glia . S'incomincia dal poco e si finisce col rag– giungere la mèta . Vede re. nè voi. nè tutt e le donne dovrebb ero opporsi a che i loro mariti. frate lli. figli. facciano il loro dovere come uo– min i; anzi dovrebbero aiutarli. spin gerl i. inte– ressars i di ciò che li agita. associarsi alle loro aspirazioni e sopratutt o lasciare che gli uomini portin o il loro contribu to. il loro obolo al so– cialismo. Poi. non a,·ete voi forse ottenut o qualche cosa? Vostr o mar ita nor\ s'ub riaca più. Perchè? Pe rchè ha sentito che è indegno dell' uomo I 'abbrutirsi in modo simile, che a qualche cosa di più elevato. di più utile, di più santo è ne– cessari o dare la propria energia. Rosa. - Avete ragione. avet e ragion e! ma tutto ciò è così nuovo per me. che ne rimang o sbalordita! E ditemi un po' , come mai sapete queste cose? dove le avete imparate. Lisa. - Io. cara Rosa. son o iscritta al par– tito socialista : leggo l'Avanti! che non è pr o– pri o un giomalaccio ... ma il portavoce del po– polo. degli oppressi. della verità. Partecipo ai com izi. alle assemblee . alle conferenze . ed imparo. Leggo la Dif esa dell e Lav oratr ici . che è il giorn ale delle donne : ed ecco perchè so qual– che cosa. Rosa. - Saper e che mi tentate? Ma potr ei anc h 'io iscr iver mi a que sto par tito. come voi e come il mio uomo? Lisa. - Sicuro che lo potreste . Parlatene a vosrr o marit o. egli sarà ben lieto d 'iscri vervi. Ro.ça. - Anche noi donne dunque . possiam o rare qualc he cosa? Lisa. - Certamente. anc he noi. poichè nes suna forza è da trascur arsi pel progresso del• l'uman ità' Nerina Gilioli VolonteritJ. { I L-l DIFESA DELLE LAVORATRICI ANGELICA B LABANOFF ca, in mezzo alla bufera che travol ge tutte I le piccole anime. il nostro saluto riv erente La compagna Angelica Balabanoff ha mandato da Pietrogrado alla Dir ezione del Parti to e all 'Avan ti! la seguente dichiarn– zione. che fu pubblicata anche nei giorna li socialisti di Pietrogrado . Non avendo la possibilità cli seguire qui ta stampa i tali ana , aut01izzo e pr eao voi, wri compagni , cli ))rotestare nel modo più energic o, e, eventualmente, ricorr ere atte vie gil,d iciarie contro chiunque in sinuasse che io 7iersonatrnent e o ta Commissione So– ciali sta l ntemac ional e siam o comunque co– i nvolti netl' att eggiamento che si attribuisce a Grimm . l o, in sieme con alt ri int ern azio, nali sli e comvagni , conoscenti personal– men/1• il compagn o Gi'imm , esclucliamo che egli possa lasciar si guidar e d4 moventi di– souesti. Se te clice1'ie, che co~rono sul conto ,ir'l/1• t,·oltat ive coi ra])pr esentanti della di-' plomcda svizzern, risultassero vere, ri terrei l'a tt eggiamento di Grimm in averto contra– sto con i ·pri ncipii e la tattica di Zimmer – wald. Essendo assolutam ente necessario stabilir e se e in quale mi sura tale trasgres– sione sia stata commessa da part e di Grim m io. nella mia qualità di memb1'0 della Com– missione /ntemazi onal e, ho ])ienamcnt e ct1)· provato che G,'imm , si sia dim esso e abbia cftfr,, to la nomina di una Commi ssionP rl'in– chil'sl11. - Angeli ca Balaba noff. Contro la nostra cara compagna i gior– nali della borghesia vanno scagliando ogni sorta cli vit uperio. dal quale non resta of– fesa la colpit a, ma che dimostr a l'abisso morale in cui sono caduti. ,per tut.ti i socialisti e le social iste d' Jtalia , L·assemblea del G!'uppo SociaVista Fem– minil e di Milan o ha votat o all 'unanimitù il seguente ordine del giorno: « Il Gruppo Femmini le Socialista, riuni – to in assemblea la sera del 14-7-1917, pro– testa contro l'indegna campagna i,liziata dalla stampa borghese e dalla canea nazio– nalista, contro la nostra cara e coraggiosa compagna Angelica Balabanoff. le manda un roto di plauso e di soli darietà, auspi– cando al tri onfo della causa sociali sta da lei str enuamente dif esa. ed alla sua opera in favore di 1111a pace generale 11. L'assemblea del Circolo giovan ile e del Gruppo Femminile di Pontedera votava la propr ia solidari età con la rom,pagna Ange– lica Balabanoff. Le Sezioni Femmini li unifi cate cli Raven– na, memori della parola piena di fede seminaLa eia Angelica Balabanoff anche• in questa regione. votarono un ordine del gior– no cli affettuosa simpati a e di consapevole solid ari età verso la valorosa compagna del– I' Internazional e, che perfide voci di calun– niator i non sfiorano neppur e. QUESTIONARIO alleSezioni edai Gruppi femminili. La nostra r . m. ci ha mandato un art i- Torniamo ad invitare le segretarie dei Grup- colo rovente di sdegno in ri sposta a tanta rpi e <!elle Sezioni femminili a rispondere con ciurmeria , e di esso vogliamò riprodurr e i sollecitudin e· ed e.sattezza al nostro u questìo- seguent i brani: nario ». ((La lurida campagna di certi innomina- E assolutamente necessario che le compagne IJili giorna li. contro A.ngelica Balabanoff. ci aiutino in que sto lavoro di formazion e dei move a schifo: ed in tutte le Sezioni nostre quadri socialisti femminili. è vivissimo il se nso di nausea e di disgusto Gio,va indicarci: verso questa geldra di paltonieri , che nella I) il numer o delle donne inscri tte nella loro infinita vigliaccheria non si peritano di Sezione unica o mista (ed irl questo sarà bene insultare una donna assente, il cui aposto- che ri sponda, e noi lo preghiamo , il segretario lato cli bontà imporrebbe riverenza a chiun- della Sezione mista o unica che dir si voglia); que non fosse sceso fino al più ,·ibutt ante ci- 2) se si tratta di una Sezione femminile, la nismo. segretaria è invitata a darci il numero delle so- " .\l a le loro arm i, degne dell a loro per- cie (tesserate , s'int ende): sonalit à, sono spuntate. Si additano al di- 3) se invec e tratta si di Gruppi femminili . sprezzo di tutte le donne d'Italia e del mon- la Segretaha dovrà indicar e il numer o delle do, quest i ero issimi imboscati che, a cocro'"',. co1]_1pagne tesserate inscritte nel Grup po, e di di argomenti, svillaneggiano le donne; que- quanti altri elementi il gruppo stesso è compo– ste coscienze inqui ete, che sentendosi spre- sto. Inolt re dovrà dirci in quale Sezione unica gevoli e ridicoJe e ormai inesorabi lmente o mista sono inscritte le socie tesserate del giudicate , tentano gettar sugli nlt, ·i. un po' Gruppo. del fango della loro anima ve.nduta. - A A chiar ire il H ques~ionar io 1, per quanto ri- noi. ,ù proletariato d' lt alia tutta. ad ogni guarda i! n. 3, riproduciam o la risposta invia– donna gentile, agli onesti di tutti i part iti, taci dalla compagnaClelia Montagnanadi To– destano forse più pietà che ribr ezzo, perchè rino, sono i vinti , i deboli. i rinnegat i, gli aposta- <e Il Gruppo femminile socia lista La Difesa ti , i senza caratt ere, che la bufera ha tra- conta aI1ualmente 48 socie. di cui 11 tesse– ni lto miseramente, riducendoli dei cenci. rate nella Sezione mista del Partito Socialista « Se così non fosse, potremmo sputar loro di Torino. e 37 aventi la tesseradella Federa– in faccia. o tra scinarli darant i aJla sbarra, zione Regional e Fem minile Piemontese " · perchè la nostr a nobile compagna potesse Diamo, poi, altre risposte, avere la soddisfazione che si potè concede- La segretaria Armida Allegri della Sezione re Francesco Ciccotti col denaro dei side- femminile di Caldana (provincia di Grosseto) rurgi ci- ci scr ive che le socie sono 12. tutte tessera te. « Ad Angelica Balabanoff, che come Ro- La segretar,ia Zanardi Angelina della Sezio- main Roland. persegue tenacemente corag- ne femminile di Bologna. ci scrive, giosamente. col sacrifi cio continu o di sè. ,; Il numero 'delle socie è di 22. tutte tes- incurante dell'ir onia e dello scherno dei pa- serale. gli acci ,·enduti , il suo nobile scopo di soli - {( Lo scorso anno eravamo una cinquan tina. dari età umana, di pace e di fratel lanza in• ,ma avendo costituit a una Sezion e nella fra– ternazionale fr a tuLti i proletar i del mon(jo; zione Beverara, una parte di esse passò alla alla r·omparma infinitament e-lniona ed eroi· nuova Sezione n . APP ENDICE '!:; .\ <I oriente il cie lo s'e ra fa lto grigio, il ve nto cornin ciaH.1 a diminuir e. le nub i si dis perd e– van o. le ste lle ,nor enti appari van_oqu a e là sul cielo verd e e azzurr o. A1begg iM·a. Nel ca mp o alcuni uomin i comi nci aron o a sveg liar si e, sent endo il rum ore de} comb attimento . sveg lia– van o i loro vicini. Si parla va poco e sott o vo– ce. Er avamo domin ati dall'i nre.rtezza ; nessu no sap eva quello che sa rebbe acca dut o- l'indom ani e non potev a pa rla re di questo dom ani nè pen – sa rci. LA GUERRA ROMANZO DI VSEVOLOD XJX. !L CA..',è\ù:\E. Xf•ll,.1 11uW: <Jal 1 l al 1;, ::..riugrw fui svùrtliato da F&derow. - ~ntit~, ~Iir·adovitch ·? - Cb~ cosa? - La cannonat.a.. Si pa.~a il Danubio. Tesi I orecchio. Tirav a un gran vent o r;he cacciava via le nub i ru:re e basse. La luna era velat.&: la tela dellft. tenda. si se,"Uotevacon fra– casso. JI ,·ento urlava nelle corde e ft.•,chiava irw.oll!d!naza fr ,1 i fasci dei ful'ili. O;:..rni tar,tfJ 111 ffif'ZZ() :.t. questj rumrJri, si di stin gu evanfJ d"'i colpi sordi. - Quanta gentP cad" iri questh momento' morm oro" Federow con un sospi ro. - Ci con– dur ra nn o là anr he noi? Che ne d it.6? Come n1- more g.zia! P a r,- il tuono. - Che non aia infatti il tempor ale? - Ma no, che temporal e? C'è tr opp a regola- rità ne i colpi ; non 1i sen tite tuon are l' un do po l'altro ? I colpi si seg ufr ano reg olarm enie e ad ugua• li intervalli. lo uscii dalla tenda e gua rd ai dal– la parte da cui veni vano le .cann ona te. Non si vedev a n~sS'Una lu ce. Solam ente ogn i tanto mi pareva di notare un chiaror e dalla pa rte del cannone, m a mi illudev o. u Ec colo finalment e ,i, pens ai. E tentai im.ma.einarm i qu el che avveni va GART S CHIN laggi11. néll'oscur ita. Ve<le\·1J u,1 lar g1J fiw,1e nero dall e -riv,~ scoscese, su cu i galle ggia vano ct:J'ltirwia di Lattell i e quei colpi misu rali e c<wt1w11 era.no dirett i su loro. Morr à molta gen te! U11 brividi, gl acial P m i scosr.;e tut to. 1t Vorresti esser là. mi dom and ai tut to i1. un trait.o, senza volerlo. Gua rd ai i sold:ui chE: dor,f iiva uo. Tu llo era tranquiJl,J. Fr a il rum<Jre lontan<J degli obici e il sibiJ(J del vent/J si distingueva il r esp irrJ ca lmo dei soldati. AHora Cui preso da un g-ran desidr~rio; avrei vol utr, che l utt o ciò n 011 csi ste-sf', et,,. l:.1 n ostra m arrin si pr olun gos:--e sempre, affln<:hè queg li uomini che drJrm iva no cosi tranquillarnentf- e i,, con loro, n•m fo;;si– Illh cost! 'et.ti ad andan· là. dove tuon av,1 il cannone. A volte il rum ore diventava più forte, a oltf> JrJ sentivo più sorrfo e me110 vicino. 1( E La. mia fucileria" pensavo, n on saoe nd o che erava mo lontani dal Oan.ubio venti chilo – met ri e che soltan to W1a contin ua, ne rvosa at– tenz ione creava quei suoni sordi ch'io avver – tivo. Ma hen chè im a.gina.rH quei r umori tene . vano tutt av ia im pr igion ato il mi o cerveJlo e mi faceva no ass istere a visioni spa ven tevo li: mi pa reva di sentire gr ida e gemiti, mi pa . reva di vedere mi gliaia di persone rotolarsi per terra, di sentire un fioco. evviva simile a un gri do dispe ra to; poi un attacco alh ba io– netta e la st = . Mi addorm entai verso l'aur ora e mi svegliai molto tardi. Il ca nn one continu ava a. tuonar e e, hencl1 ènon aNess imo ness u nri n otizia di rprnnt o avve ni va vici no a l Dnn uhio, circolava– no tr a noi, voci le un e più fnlse delle altr e. t\l cun i dice-vano che i nost ri aveva n o già at– trav ersa to il fium e e che inseg1.divan o i Tur chi , altri rit enevano che il passaggio non fosse ri u. scfto " che interi regg imenti fossero distr utti. - Pa rte sono ann ega.ti , pa rt e rim as ti uccisi diS!.f' um, im r rov,·isa ment e. - Ma sì, anco ra. un po' l'in terru ppe Vas- sili Karpitch . E perchè dovrei menti re? ~ la veri tà. - L a verit à! Chi te l' ha detta? - Che cosa ? - Questa veMtà. Chi le l'ho detta? Noi qui sap-piamo un a co~a sola ed è ch e là si battono, ecco tutto . - M a lo di cono t11tti.. I!: venuto 1111 ror;acco dal generale. - Cosacco! L'l rni visto qu esto cosacco? Co– m' è il 11!9 cosacco ? - Un cosa cco solito, come dev'esse r,e? - Sì, ~ cosi : come deve esse re. La tua lin gua baJJ a; è come un or ecchin rJ di donn a la tua Jingua ! Andai il.a Ivan Platonitch . Gli ufficiali era.– no da lui, sedu ti, pr onti per la partenza. col revolver alla r-intura. Secon do la sun ah itu- FELICITA. La vira è breve per se stessa e potrebbe es – se re più bre ve a seconda della fatalità. Quindi non pare giusto che si debba fare delle asti– nenze e imme rgers i iin tutto ciò che ha J 'appa– renza di patire . Bisogna andar e in cerca della felicità. Eppure vi è un se ntim ento che ci sprona a sca nsar e tutto ciò che è troppo bello, tutto ciò che è tropp o prome ttente . Il sen timent o con– siglia , « Scansaquella felicità che è bugiar– da >. Ma perchè se con la mor te tutto è finito? E il se ntimento continua inesorabi le, terribile : u Dopo la morte non è tutt o finito , perchè la morte dell' individuo non è la morte. La gene– razione cont inua sem pre e di questa generazio– ne che non muore mai l'individuo de ve rico– noscersi parte responsab ile, poichè la felicità che può raggi ungere l'uomo non consiste nell a pratica dei vizi. nelle abitud ini nocive alla sa– Iure; ma consiste nel! 'ope rar e in maniera di far piacere in un senso eleva to, nobi le e sa– lutare agli altri prima e a sè . Con la morte l'individ uo è pili n.11\a: ma rimane l'umanità che giudica le gesia d 'ognuno. I delinqu enti, .gli oziosi disonorano tiuesta um.3.nità che mai non muore per il progresso e per ,il migliora– mento di quella vita che è perenne H . Se tutti dessero ascolto a l'e tern o oratore della propria coscienza. es trarrebbero infiniti tesori che difficilmente possono far deviare da ciò che si chiama il diritto cammino, il èammi– no del bene e della vitrù. Quindi il problema si risolve così : u Quest o patir e per I 'asrinen– za dei vizi (e chi ne è Forzato a torrto si crede rejetto della felicità) è la felicità vera. Gode l'an imo che è sem pre gaio e sempre :disposto al bene . gode il fisico e si allunga la vita n . Ida Ghirardini. - Ma se non hai più i tuo i bei denti d'oro? - Li ho offerti alla patria . 11 Auguale lavoro, uguale salario " Nuovissima pnhhlicazione: Sul! 'interessante tema A uguale lavoro, ugua– le salario, la nostra compagna C risti na Bacci ha scri tto in questi giorni ed epressamente per la società Editrice A vanti t, un opuscolo prez io– so per nob iltà di forma e per contenuto part i– colareggiato e nel med es imo tempo sintentico, se mpre inspirato ad un se nso profondo di ve– rità e giustiz ia. Leggano. i compag ni, questo opuscolo, e vi attingeranno una copiosa vena di sana e buona fratellanza , lo leg.gano le donne lavoratrici , i cui diritti vi sono superbamente rive ndicati. La Soc ietà Editrice Avanti! lo ha messo in ve ndita ai segue nti prezzi : I copia l O copie 25 50 )) 100 )) L . 0.1 5 1.40 3.25 6.– )) li .- Nei prezzi suindicati sono comprese le spese postali. Inviare ordinazioni ed importo ali' A mmini – strazione dell' ct Av anti! n . in via San Dam ia– no, 16. Milan o. din e. h 1 an Piatonit ch er a rosso, sbuffa, ·a, e si as ciuga va il collo con un fazzoletto. s udicio. Stebelkow, in piedi e rag g-iant e. si arr icciava i baJretti che aveva in cerati chi sa per.::hè. -- Guard ate come il nostro sottotene n te si è fatt o bello per andare alla testa - diceva Iv~n Pl atonit ch ammic ca nd o coll' occhi o. - Ah! Ste.belkow ! Stebe lkow! Ho ,pietà di te. non a– v·rerno piu nel nostro circolo baffi simil i. Ti spezzer ann o com e un fuscello, Stebelk O\\' - fece il cap ih1no con un tono tra il commosso e lo sc herzoso. - Ebbene! non !lai paura? -- Far ò tutto il pos sibil e per non av er ipau– ra - disse con airi a cora gg iosa Stebe lkow. - Ebbene, e vni, signor gu r rriero , n on avet e paur a? - ~on lo so. Ivnn Pl at o11itch. Non si sa null a di quello rhe a.ccru:le dell' nltrn . part e de l Danubi o? - No, nulla. Iv an Pl atonit ch sospi rtl pr ofondam ente. - Si parte a un 'or a - soggiuns e. Si aprì la t.ela della tenda e compa r 1 ve l'aiu– tante di ca mpo Lukin e. Aveva una fac cia se– ri a e pal lid a. - Siete qui Kas an ow? 13:. st atn dat o l'ord in e di cond urvi n. pr esta r giurame n to. ~o n subito (fllaf!d? p 1 nrtii:emo. Tva n Platonit ch. date ag li uomm1 11 qumt o pacc hetto di ca rtu cce. Non volle entr ar e, si scus ò dic endo ch e ave– va molto rla fa re e pn.rtl di cotsa. (Continua ). Il giornale esc e lata e la 3 a Dome– nica dl ogni m ese, ma per esigenze d'Impaginazione gli scritti debbono pervenirci rlspettlvam.ente prlm.a. dell'ultima e della 2 a Domenica d'o– gni mese .

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