La Difesa delle Lavoratrici - anno V - n. 21 - 19 novembre 1

1.-\ DIFESA IJr LLe; LAVORATR ICI dizi re ligiosi e se ntimc:ntali ostacJ lano la nos tra propaganda, combattiamoli colla parola e più coli 'esempio nostro , che dev 'esser la prova della bontà del nostro idea.le che si contrappone ai fre ni rnligi osi e morali che i ,privilegiati di tutti i tempi hanno posto a sa lvagua rdia di chi dovev a esser la loro sch iava. o il loro trastullo. Dimostriam o che I·onestà e la ser ietà della l:bera pe nsa trh:e, della ribell e. super a di gran lunga quella dell e donne cattoliche, per le quali , com e dice va Moliér e: il peccato rion sta che nell'a pparen:a, ed a,Te mo I "immensa, la pura gioia di veder aumen tare le nostre Rie di com– battenti. Ali 'opera dunque, o compagne, per por– rnre la nostra sublime dottrina in mezzo alle nostre sorelle, pe r affre ttare l'avvento della re– denzione sociale. Clelia Montagnana. Processi in Germania contro compagni e compagne In un suo discorso al Reichstag, ii deputato socia lista Dittma n ha sve lato le vergog ne e le infamie de'.l 'arres:.to per coside tta misura di pub– blica sicurezza. Fu speci almente impress ionante la parte che rigua rdava le due ragazze, aries rate e tenute tre mes i e mezzo in c2rcere , per qual– che tempo anche nella stessa cella con una pro – sti tuta. Queste due ragazz e comparvero ier i da– \·anti alla Pre tura di Berlino. Si trarta dd l 'operaia diciottenne Hermine Strey e della dattilog rafa ElisJbet h Trobach , es– sa pur e di I8 anni ; ed ambedue era no accusate di avere. il giorno dell 'arrest o di Liebkn echt, di– stribuito manifes tini . con cui si invita vano sp e– cialmente le donne ad interve nire a una dimo– stra zione di pro testa contr::> la guerra. Fu ap– punto mentr e distribu ivano que i man ifest i, che la polizia le arr estò per poi tenerle dentro per tre mes i e mezzo. se nza inter rogarl e, senza dar loro un dife nsore, se nza dir loro per qual e reato fossero state arresta {e. Al processo il pr esidente osse rvò che. per giudic are il rea to di quelle due ragazz e. biso– gnava tener conto della loro giovane età, la qua– le imped iva loro di misurare tutta la portata del loro att o; ma le du e acc.1Sate rispo sero che esse erano completam ente conscie del loro operato e conoscevan o perfettament~ il contenuto e I 'im– portan za dei manifesti distribuiti. Per questa ra– gione il rappr es entante I 'acc..1s.a chie se sei mesi di carcere . Il pretore tenne conto invece della gio.-an e età , come pure de! fatro che le due ac– cusare erano già state tre mesi e mezzo in car– cere per ragioni di pubblica sicurezza. e con– dann ò ognu na di esse a sei settim ane. Davanti al tribunale penale di Lipsia si è svol– to un processo cor,rro 12 compagi e compag ne, dai 18 fino al 54 anni. 2.CC !.l.Sati di ave re distri– buito. nel dicemb re 19 I 5 e nel gennaio 1916. 425 esempla ri de~la Jugen:l-lnterna:ionale (In – ternazionale della G iove ntù), ch e si stampa a Zurigo, eccitando così la popolaz ione ad atti di ,·iolenza. Una delle imput ate poi. la commess a di negozio Maria Werrher. d'anni 19. è anche accusata di aver cantato sulla strada la Marsi – gliese O;le:-aia. Difendono gli accusati il com – pagno Haase e 1 ·avvocatJ Ewald di Lipsia. JI procuratore di Stato ha chiesto che il pro– ce:::so si facesse a porre chiuse, e, mal~rado le ;}roteste della difesa, il Tribunale ha deciso in tal senso. Cin-:ne degli ac-:usati s0no c;tati coridannati a pene va:-ianti da tre a qaattro se ttimane. la compae:ra Werther è stata condannata a tre giorni di detenzione: gli altri . assolti. Rispondiamo ll'appello Il rosso vessil lo issa to fra i popoli a difesa dei diri tti del\ 'Um anità chiama a raccolta anch e la donna. E · la voce del progr esso, è il grid o deg li oppress i. il lame nto della miser ia che chia– ma la donna a fianco <lell 'uomo che già lotta. E· il dovere. dovere della lotta per il diritto alla \ ita e di fronte a questo dove re, a que st'app ello per una soc ietà migliore, per il sollievo dei mi– seri, la donna non può rimanere inerte . Le compagne de l!'uomo esse pure compatte devono rispondere alla chiamata, devo no offrire le loro energie intellettuali e mora li, dare I 'a.p– pcggio de-Ila loro fede alla grande causa e schie– rars i ne ll 'aposmlato de'.la nuovs civiltà. E· duo– p:, progredir e e fautrice di progresso deve pur sentirfi la donn a chi~mata al p.ari dell'uomo alla , ita di lavoro e di lotta. Non a lotta antagoni sta ci chiama il soc ialismo, non alla vita tempest osa dells politica che costringerebbe la donna ad uscir fuori dalla cerchia de i dover i e della vita di famiglia. no. Il soc ialismo vuole !a donna cooperat rice nella santa impresa per la conqui sta ed il fond:ime nto del regno del!·amore fra gli 1,omini tutt i, vuole che donna abbia coscienza del!a gra ndezza e dei nobili fini della nuova lott a e sia sos tenitrice della nuova fede, inspicatri ce di generos i fen time nti. sana educatri ce dei fi– gli che s:iranno chia mati a formare la futura so– ~ietà. Se grida d' indigna zione escono dal nostro ccor e dolorante alla vista di migliaia e migliai a di infelici sfrutt ate da lla borghesia, condannate .1 1 lavoro prolungato, estenuante che neppur sal– va da!la mise ria perch è dà f.!uadagno irri sorio: se piang er ci fa la vista di un 'infìnità di fanciulli che non conosco no quas i sole, che indotti in– rianzi tempo a lavo ri sup er iori alle loro forze cresco no deformi e sono destinati a prematura mort e, rip eto, se orrore ci fa \ 'abisso del male che la mise ria apre alla donna , se ci commove la vista di tanta fanciullezza sottratta ali 'edu– cazione ed ali 'istruzione soccomben te alle fa– tiche ed al dolo re. perchè es itiamo noi a schie– rarci nelle file dei generosi e lanciare noi ,p•ure alto il _grido dei forti? Avant i ! Donne, è l'amore ,che chiama. è l'Umanità che geme e che soffre. Affrettiamo colla nostra coop erazione il trionfo del! 'Id ea e ~opratutto edu chiamoci per essere forri noi contro lo scettici smo dell'avversario , contr o le mise r.abili piccin erie de,11 'egoismo con– <::ervatore. L'anima in alto nella luce divina del- 1 '!d ~ale che ne!! 'amore affrateHa gli uomini tutti. R1.~ . Per Maria Goia La censura non è stata molto benigna - anzi è stam ad diritt ura· malign ~ .-L...- irr'" ~ort o~ protesie delle organizzazioni ,per l 'intern amento di Maria Gaia a Firenze. Tutt i i giornali Settimanali del Parti to hann o espresso la loro solidarietà col!.a valorosa no– stra comp.agna. Noi riproduciamo qu i il seguente trafì!ett') già comparso sull'A vanti! cc La Commirnione Ese cutiva dell 'Unione nc:1- zionale delle donne socialiste comUnica che i! giorna le La Nuova Terra ha iniziato una sotto– scr izione come protesta per l'interna mento della nostra valoros a compagna Maria Goia e invita i Gru ppi femminili ed i compagni tutti ad in– viue le somme che vorran no destinate a tale sco.>o all'Amm inistrazione del periodico La Nuo– va Terra, via Trieste N. 20 - Mantova n . Il giornale L'Edilizia di Torin o scrive: 11 Il fatto iHaria Goia e internati avrà una fie– ra ripe rcuss ione in Parlamento· il compagno onorevole Dugoni ha prese ntato apposita inter– pel!anza al pres idente del Consiglio, e al mo– mento do,·u to il G r,1ppo Parlamentare Sociali– sta. come un sol uomo, tuonerà contro il fatto vergognoso. APPE:-1D !CE 11 LA GUERRA ROlfA:SZO nJ VSEVOLOD GAR T S C HIN Gli zi:::;-,,mi i.. n-f'tno sdl:1 J:.tti a s11r•s 1 • dc.I '~-ranhi: h. frr,nV- ç.rn. ba..,sa e slrP.lta, gli ()('.chi r-t,:. si di-"ini:..ri1,:.•;an,, ar,rJ•:rHt. nr,n av,~,·anfJ nf: rJ;rli•~ n.- ',•)r,ra-·dglie. SoliUJri,, r,rJffi"" Ufl fJrfa– n~il'l. un TH1 o tùnrJr, P, mif-ro-r·or,ir:o ~i driz. za.va i'1 rriPzzr, alla sua f:,vd:.1 b,nat ,,J arir>iat– tit:J ,. li ,;Jr 1 r,rlf.l f,)\·ç.,,·h1lo, in 111,J,2'(, ,Ji oon- forirF- :-i ~ ··ut.a 1m':-ir:a arrù~:rntR :.t·"t::rf:sr.Pva il 2r!Ji'e"t:r1 di<-]J:-i sua fi::,.,11rr1. In r:1rifra" 1 tJ ,.,,J nao:r,, ave,·:1 un:1 b 1>".r-flsr:,:,n– finata, fer1d1 JTa ird<>rfll~ int<JIT1r, a cui, rnal– ~r::vlfJ i -uùi '\F-nt'&rmi, JJ(Jn r,rr,gr,t:v:i fJfflb1:1 di r,,:.IrJ. L ' 1r,rnrJ ,:.r:;i J:i in r,il?Ji. la tr:-ta JJa:.~:i. Jp sp~dl,:. tre'V!, J,, bra,;da J,,:.nrJç.nt1 1 r,ir: 1 Ji rirn tr anti - È ,ma scirr.rrw1 digs,:. il <:<,lrJnni<-]J,, rubiz. ZQ P l~n fJik.nlal/.1 di~ f>rbi~rlf:va, ;1. un gi(J\'a n•,tto rn;igro dalli:i.. l,ad,a flrJr:ntR. (fJt·mbrrJ dr•J– l'a.'-~i-:1d,J.,.:1 rurali<-. - E una sdmm1a - E :,n prPzir,.o:o ,Jr.>rurnH1lf1d,:.lla IP<Jri:1 dar– win iana, riSfJ'JsP, :J mr:zza ,.,),.,~ il µ--i,Jvanr,ttfJ_ 11 Cùl0nnE:llo rno ..se il ca.f,() in :,f:711,J dt ftP· provazirJfl" ; fJf>i d,ic<-e al rna~7i<Jr": - Ebbi:-nr!, ~ abili':! ? - f:. un bulr; c:an,J cr.im ~ un cr,ralh>, ri-.JJù"iC il dot.tJ,rP,. - Ah'. ..\.h'.; rJIJn Jr, arrufJli::rann'J t.1ttada nP-i corazzieri, dis:.e il col<Jnnl':!11,, con una grrJssa ris ata, e rin,JgcndrJsi a Xikita, crm vor;ç,.brJna.- ria: Tr>rnr-rai fra Qt•,, gfor11i. l'n :1Itr0 adesso; Snttir, Lrirni11ùf, Sf)Qg]i al i. :,ikila Jirr•~P. r1 rivrsiir~i Jr 11fa.mr• ntr . Si sa. r b!,r- ,Jr·IU1 d1e i fiiPrJi " lr 1nnni si rifl nta a– no di fi>•1";irl11, ,. n,,n rinda,\'a no dove dovevano. Borb,,ttavh JHtrO]P inr·m11nn·nsilii li, ch·egli <-t,:.s,,. l"'i<-J'Ì<,, n,,n tr,rnpr,·ndP,·a. \vrva ca~ itn 1mrt fi11lt1. ,-,,sa, d,•,~ra. si:1to !?ind ir:ato ;:ùJilr, r rfir! fra. quind'd ::rhrni f! pPr molti anni lo :t\. rr!,ll•·ri, ~H~rfito Urnto lrJnl:1.no da casa sua. ,;\rm arr•·,;1. ,dtn, in •1•slH, na la sola i(foa dir si faf'na sl.rtLrfa nel suo Cf'rvr•llr) inlr,rpi d ill/. J>r,•i, fin:tlmr•ntr~ infilar<~ Jr- HI/Lfli (•!Jc, rdl ac– r·i:1r-.i la dn111ra r·d 11,;<•im ,fa llr, stan zone drl – J,, vi5if,, f'n vr,., 1Ji1!tt,, ,,o:j]r, ,. ,·uno di ~r,1.santari nrmr Hnni r·ir<·;l. lr1 r1~pe'tava pr<•ssr, In porta. · E ,-,,o:i > ti t.nnno fattr, huon11? domandò. .\'iklt;1 r,,,n risw,-;.1~, rn:1 il ,·,•r:dli,, r:ar,j e non insl..,~t,,,_ f ·• ..,riron0 irn!la da · Il tNnpr, t•ra fr.:drlo, rn:1. lir·llo; 1mrL folla <]i r-(Jnt:i1Jini. di dr,nnr, :.:vt•vano fLr•rornprl:: ;na.to i rr,~writti. Si fH'<JCNfovn, a urtr,ni, qualcuno l,at– tr:va Jr: rn;i11i L:t rirvP ~P.Jat;l srrir-d1if, l1n-'H s11tLo Jr, sr,a,rpr r•d i '-;_111,Jrdi di scorza. di rann.pr !; }p teste in – r.&.f>1ucr·iatr• r-rf i r,ic,:r,li r:.1vall i villosi ruma..– varJfJ urdl':1.ria g-f"!lirJa: altrr1 fumo usdva dai comil{'T11,Ii dtdlr. ras,!, in rfJlrmm· alte P, dirittf'. Dun 1 fllP-, Ivé1n, k l 'l1unnrJ r,reso? chiesP. « Varranno i pistolott i patriottici a perpetuare l'ob brobrioso sis tema? La Con tede..:ni one dd Lavoro ha lanciato un appello alle organizzazio– ni pcrchè affermi no la loro f,olidar ietà con l 'in– tcr nara E la massa opera ia che il suo più ge- 1~croso sang ue versa per far una la patria, col– pita in una sua valorosa dirigent~, saprà insor– gere con dignit à e fìerezz :l •i. E la Nuova Terra: (1 L' atto odioso fatto sop ra i:l. nostra com pa– &n:i.non farà che ac uire se mpr e più ii disse nso e scavare sempre più profondo il soko di de– marcazione fra il prole tar iato campag nuolo e la borghesia terriera . 11 Il pro letar iato suzz..1rese in questo stupido sfogo reaz ionar io non avver tì che la stolta vio– lenza · sop raffatrice e provocatrice asser vita ai var ii gazze ttieri di villaggio . che ammucchian do con lunga e sistema tic~ campag na di denigraz io– ne .accuse sopr a acc use, menzogne sopra men– zogne, riusc irono a creare il prete sto e I ·argo– mento che doveva colp ire la nost ra comp agna 11- Questi due commenti bast ino a dimos trare il , ivo se nso di so'.idarietà socia lista e pro letari:! verso Maria Goia. Il lavoro a domicilio Si è riuni ta a G enova la Commissione di collocame nto di mano d 'opera del\ 'Ufficio del popo!o di Genova e Liguri.:i. ed ha trattato del problema del laYoro a dom icilio, il quale , mentre offre alle donne la poss ibilit à di attend ere alla cura della prop ria fam iglia, prese nta il dann o di sfuggir e alla osser vanza delle esistenti leggi pro– tetti ve del lavoro. La mancanza di un contr ollo dello svo lgimento dei rapporti tra gli industriali e le ope raie fa sì che per le donne che lavo– rano a domicili o non solo non vi sia alcun mi– nimo fi~ o di guadagno , ma che non usufrui scano nepp ure dei benefi ci stabiliti dalle leggi sul la– voro delle donne e dei fanciulli, sugli infortuni. sul!a maternità , ecc. E· necessario perciò che intervenga l'opera degli i~•tituti del lavoro intesa ad insistere presso i poteri dir igenti allo scopo di ottene re una sanzione di dife sa legislativa che discip lini il lavoro a domicilio. Si è infine votato ali 'unanimità il seguent e ordin e del giorno: u La Commi ssione di collocame nto di mano d 'opera del! 'Ufficio del popolo di Genova e Li– guria, per rimediare ;ilio sfruttamento del la– voro R domicilio, stabilisce di far pratiche pres– so il Governo, perc hè, ad imitazione di quanto fu fatto da vari anni in Inghilterra e nel Belgio , sorga anche in Italia una legge protettrice che regoli il lavoro a domicilio H . Vittorie socialiste in Norvegia Il risultato delle elezioni norveges i ha segnato una strepitosa vittoria per il ipartito socialista. il qua le ha guadagnato 467 seg gi. Il Go verno ne ha perduto I 15, la des tra 83 e gli altri partiti borghe si 269. Le compagne ricorderanno le elezioni avve– nute in Finlandia. ove il nostro partito è pure rius:.cito vittorioso. Noi nbbiamo piena fiducia nell 'avvenire, del qual e queste elezioni sono s intomi rivelatori di un orientamento se mpre magg iore dei popoli verso il socia lismo. La guerra affretterà que sto moto di solidarietà e di simpatia verso di noi: ormai tutti sono conv inti che la pace nel mondo non sarà assicurata da ness uno dei partiti bor– ghes i. (i quali tutti si sono dimo strati più o meno conse nzienti nel! 'infat~azi one guerresca ). ma so– lo dal! 'Internazi::in ale soc ialista. Intanto. c' è ch i osa dire e scr ivere che il sociali~mo 'ha trovato nella gue rra la sua toJT1ba ! al vecchio un contadi no òa l tipo robuRto , col camic iotto nuovo, un pesante beretto ù astra– lum r calzato di solid e sca rpe_ - ·Me l 'ha nno pre ~o. llia Saveritc h, dio mi ha voluto punire. - E che farai ? Che vuoi r:.he facdn , nra che mc l'h:rnno nrP~o r!nche lui! ... f'ra l'unico sosteg no d ella famiglia: (> dio che lo ,·uole . E Ivan fece un gesto di disperazione. Pc•rch(J non l'hai adottato in tempo, cli"-• se f!ia Sa\·erilrh ·C'Oll1<' uno ch e s.e ne inten – da, lr l'nvreiJIJero h~ci,clo. :\l a, hi sognrnn:t Mtpf'.r lo! Ne~suno lo sai~– vn.: C'ra come rnio fhd io; era il solo rhe la vo– r:1va in famiglin, ,,,1 io p<'nsa,·o rhe qu!'i si– g-nori ne aneM /No t!'nulo conto; ma. nli ha nn o <IPtlo di<' non r ra fHJS"-ìibile; rrn. la le.i:uie r hr vr1J,.,·a ,·osi. u :\l a c-11(' Jrgge? ho ,Jom:rnda to , d1e )P,:rg-r dire n1stra si,rinoria, SP la strn don– wi i· i11<·inta! E poi, \'ostrn, g razia, :Lggi u11si, nrin h:Lc;to a me solo, 11011 basto ... ,1. Non si<'te ,·,)i dw ci do \'etC' p<·nsar<·, \'Cecilio ni io; da :nrnli alla lC'gge, C O1-f<llHJ r so lo; se ha. 1lnnna f' Jig liuolo non è colp iL no stra. ; perch è non gli nvr tP <lato owgJir a (Juinrliri a nni? Stavo por l'i sp11nrforgli : 111a non me ne ha. dato il lr mJ)O, s'P. inq11if'tato, e m'ha <IPUo II Lasc iaci in ptt– ce; iù,h iamo già. tronpo l:ivoro sr nza te n. JI tuo gifl\·anotto i• tuttavia un bravo ra g'cLZl.ù. Oh si, hravo e la vorut.on~ . ~lai che mi nh– bia dato una. dsposlW'cia. Lo posso bl'n dire, ll ia Sa..veMtch; mi era piu che un figlio rvero, rd <j appunto pl'r<'iù che rnm mi so da r pace. J I Sign,,re mr l 'IHL dato, il Signore mc l'ha tJJlto 1 Addio lli a Sav<witd1, il voslrn turno è aw:ora !on ta110. ,\J1, ciò dip end i• <lallr autorità, sol :u nt1, eh<• d rnio è inabil<!. È zoppo. Ecco una fortuna.. per voi, Jlia Saveritch. La tutela deibambini inFrancia mentre gli adulti muoiono li ,de:putato Borrel ha pres~ntato alla Camera un proge{to di legge tendente .ad acco rdare un sussidio di 20 franchi al mese dur ante l'a llatta– mento ad ogni madre che allatti essa stessa il suo figlio. tt Il problema della ripopol az ione è il più angosc ioso del dopo-guerra - così il deputa to Barre! nella relazione sul progetto di legge - ; ma se è bene che si cerch i, come taluni parla – n:e mari propongono , i ·aumento del numero delle :!.a&eite, si deve anche ammettere che è più fa– cile ridurre la mortalità infantile e conservare il più gran de numero ipossibiie di piccoli francesi, che oggi muoiono prematuramente. (( Le st.a1is tiche ci dicono che ogni anno muoiono in Francia circa 120.000 fanciulli in– feriori di un anno, con la proporzione di un decesso su 7 nascite. Sopra I000 morti di ogn i età, si ,ha una media di 167 fanciulli da O ad 1 anno. In certe città, questa proporzione va fino a! 50 per cento . Ora , tutti gli specialist i giudi– cano che i due terzi di queste morti premature potrebbero evitarsi facilmente , poichè la ma– lattia che distrugge più crudelmente quelle po – vere esistenze infanti li è la gastro-entev ite, ,e ,per comba ttere il terribile flagello v'è un rimedio quasi infa llibile: l 'allattamento mat erno. E poi– chè si è propo sto d'incoraggiare le nascite con sussidi o rendit e alle madri di famiglie nume– r-OSe, è giu sto usare una forma analoga d 'in– coraggiament o per sviluppare l'allattamento ma– terno >>. Anche I 'on. Barre! stud iando la grave qui– stione dell'infanzia e della maternità ha dimen– ticato un fatto capitale: la indu strializza zione della donna , ch e la guerra ha affrettat o ed es te– so in pro-porzioni allar manti in tutti i paesi bel– ligeranti . - Cosa d ici mai. Dio ti /Perdoni: un a for– tuna ave re un figlio ZOJJJ)O ?... - Cosa \'Olete l lia Sa\·,er itch. ,·eclete bene rhe ciò val megl io, poich_è CO!-:Ì ,·.e lo lasc ie– ra nno ! - Addio. e state sano. - Addio. frat ('!lo . ~el fratt<'mpo Nikita avm·a sciolto il ca– ~~1~~0. Sali rnn ~110 pa,dre nella <::.litta, e par- C' en:1.110d'.>dic-i. c-!1ilo1nelri ci rca per giunge– re al lorn \'1llag1go. li caxa lluccio Lrottava al – legram ente farf n<lo sa lta re delle zampate di n eve ·che si ~poherizza\'ano sul \"i:-;o di NikiL a. Que_sti rnc col~l' il _suo _cafLann e si sdraiù pres– so. 11_ palli \~ 111 sil<'nz1n. Due \·olte il \'ecc hi o gli I n·ol.~e la 1 aro la, ma senza ottenerne ri– sposta . PaI en:I piçfrifìcato. Guarda.va la neve come_ s,' ,·ol!'s-.p 1·icor, la.1"!:ii un cantucc io di – menticato nc•llo sta nzon e della Yisita GiUII S{·rn. ('lll1·arnno nella capanna e d iede– l'O la. notizi a.. I.a fanllg lia r he, uornini a pa r– i~, _<-0m~rC'1Hl('vn, lr,e _<lon ne e i Lr€' raq-azzi clel f1gl10 d )\·a,.1. Platon_it<-11,. niol'lo l'anno J.lll'ece- 1!ente_, si .d1('(,i_e . a s111gtllozznr<'. P1·:L<::.rovia, Ja mog-l1e rii ì'\1k1ta ~.-enne. ](' altre urlarono tutta la. setti mana. .Dio. so lo sn romr ~ikita passf) quei sette .~1on11. Jw rchè_ sta\':~ fiempre silenzioso, coll a stes..c;~ es!n't'ss _1one d1 rass egnata disp erazio n e sc0Lo1ta rn \'1-.0. Fin alm ente tutto fu fini lo• Ivan ron<lusse il cos.crittn alla città e J'ab~ J:rn.ndonò agli uffici di recluta.mento ~u~ giorni dopo Nikitu con ctuC alt r-i co– soritt1., prt!n<lev.:~I~ grande strada fra la. neve alta fin ~opra ~1 15111occhi,per rendersi al rano luogo di pm vmc1a do\e si trovava il rerr.;.i. 111ento a cu i l'avevano ag~regato. -, 0 (Continuo

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