La Difesa delle Lavoratrici - anno V - n. 20 - novembre 1916

L •\ DIFESA DELLE LA V0RHR I CI ad interess i più larghi. E· il compito nostro, ed è il compito anche degli uomini già consc i del– l'ìr.granaggio capitalistico, di far aprire gli occhi alle donne che oiventano inconsciamente le loro concorrenti sul campo del lavoro; è dovere vo– stro di assoc iarle al lavoro ed alla lotta per la redenzione comune. Si àeve continuare la pro– paganda. come ~i è sempre fatto. Le Camere del Lavoro e le organizzazioni ma~chili devono lavorare. unit e alle donne, con fervore. con fede per I~ loro emancip.szione economie.a, sociale ;;! pclitica. Chiu sa questa pare,~tes!. la Kuliscioff propo– ne c:le 2.!la riunione dei rappresentanti della Confederazione del L:1voro delle organizzazioni econoP.1iche. del Partito Soci2.lista e delle donne del Gruppo Soc. femminile. che Mariani promise di co!1\'0care per lo Studio àelle Mcda!ità con cui iniziare un movimento in tut;1 1talia, le dor,· ne socialiste ~bbiano ad esporre e S\'olgere i cri!erii r.1;:ini!'estati in quest:i. 8Cè.uta. I) Contro gli internamenti politici; 2) Per l'applicazione della legge sul lavoro delle donne e dei fanciulli; eJ in ccnnessione con q~est 'ul rima reclamare : a) Il ripristino del funzionamento del\ 'lspet · tc,rato del la•:oro: b) Il collocamemo della man::> d 'ope;a .affi· dato esc! usirnmer.te agli Uffici di collocamèn to: c) Il di"ieto dell 'appìicazione dei regola– menti milit::iri a chi non presta il servizio mi– litare. Vota:e le proposte 2d unanimità, la Zanerta dichiara che le sosterrà nella riunione che verrà convocata alla Camera del L a\"OfO, e la sedutri. si chiude colla decisione di iic-0m·ocare al più pres.to il gruppo, non 2.ppena sarà tracciato il j)rogramma di un 'azione di propaganda e di agi- t::izione. Il ~iorn o dei morti Raccolse fa schiera in.finita dei morti . la gelida terra; sogghigna. falciamio la vil1. spe=,:ando gli affetti, la guerra! O madri, che i fior non porgeste piet ose, alle ignote dimore, che il vostro do/o r racc'ziudeste nel mesto segreto del cuore, O spose già sole a soffrire nell'aspro cammin dell!J. riia, già sole nel chiuso av-i·enlre cui i•olge la mente avi·ilita 1\"el di che coi cari dejunti com.•ersan. soffrendo, le menti, stringete sz:i seni consunti dal duolo. i piccini innocenti . E dican le l1crime amare: o morti, che inttano chiedeste le piccole !~bbra a voi care o padri, che i padri ucciteste .. Oh! possano almen gli orfane.'lr. colpiti d'eguale sventura, c."ziamarsilat-•vero fratelli e amarsi. nell'ora fulura.l Una donna. La morte della compagna di Bebel Si ha da. Berlino ,·he il Vvrwauts annuncia che la ~ocialista cto·tr1re~sa .--\l'Jams Loeman, a.n1ica •li 8Pt*l, che lottiJ f,er oltre :èO anni al suo fltl.r.c<"i. ~ rnor~fl. Bob i e Toti Si .ama,·ano sincera,mente e profondamente benchè il primo fosse un mastino e il sec011- do LUl grosso sor,iano . Sen i lu1tn e due dello s,tesSo 1pa<kone, a <lifferenz.ia {lei loro oompa• gnri bipedi c:he la,"On1.J\'ano nei caimpi del lCliPO proprieta1Pio. non cerca\·,ano di rub arsi a vi– cenda la rminest.r.a ,dal piatto. mangiavano in– ,·ece , fr.aterniaimenie nella .stessa scodella.. E pure . f.ra di loro, non c'era <la.,·vero un me– desimo pu.nto di vista 1110.rale: Bobi, guar• dia.no fedele -della prop,rietil di pad1·ùn Giaco– mo era sen~Jre 1,r011to a difendere la -di lui casa. g';orno e notte, senza curars.i dell a pl·o• pria pelle. ~;:: uomo esbraneo a,~la famiglia, nè faina pote\"ano a\·\·iainarsi al polla.io do\·e ingras– sa\"ano ceni polli dei qua.li a lui -no11toccava– ;10 che le ossa già molto ben S'polpate e suc– chiate dal padrone. In camb'.o di tanta fedeltà, .c:li tocca\'a tma magra zup,pa e la catena. Toti, a differenza dell'amico non se,ntiva trop~),1 de\·ozione per la propr!età pri\ "a.la de i suoi padroni e se i suo i assalti a,JJa dis.pensa non si rinnova\"ano troppo di freq~ien:'.:e, a:t) era <lontto solamente a un.a certa <.cc,pa che gli '.':\·eva più \"Olte accai;·ezzato L:1. sch=ena . Di conseguenza, se non ,·ole\·a <li\ ·enta.re un pedettio ,·egetar~a110, doveYa dia.ire t1J1a caccia senza quartiere ai topi cli casa. A \·.olte, sàr.aiati tutti e dlie ai! sole, srnl- 1 'a!a . Bobi e T1obi raigion, uya.no. - Ecco, - diceva iil SOP'..ano-- io rnon rie– sco proprio a caipire le 1tue tenerezze peii~ il padrone, i tuo i sco<lin2iol.amenti q,u.a11D-0lo \"edi. - ~1a è lui che mi 111a11t-ienie..Sarei da\·– \·ero un ingra to se non l'amassi - rispo111,~. \·a il 1mastino . - Soi più asino del ciuco uhe c 1 è nella stalla - g,li d~mostraiva alJor.a il ga-tto ; ma egli lo fa pcrchè ne ha tutta l1acon•v,e11ie1na. Se 111'011 ci fossi tu .a Yegliare ~wtt e e gioa·no. non sailverebbe un capo <ie! suo bestia1111e11~ un saicco del suo grano. Gt1ard..a oome gli profitti e lui. !,n cambio, ti dà noo zuppa di brodo lun go c,ome mm qua.res1:ma e ti tiene alla caitena. Il cane, a queste ,oscse rviazioni, resh,.,a pensieroso. And1e la fame g,li s,ugge; ·iva di frequente quesbi ragionamenti, ,ma po i c, nciu– <le\"a.. - Che vuoi, s~ è sempr e fatto cr:;:-i, noi cani, <la che mondo è mondo .. - X,o - s.ogWAu11g-e...-a ,~ubito Toti - pen– sa ai u1oi aY•i, ai lbheiri, fie1·i lu!l)i della fo– resta . Era 11.n.a calma notte J 'e sta-te. La luna era nel suo periodo di 1·iposo per– ciò nella camp,a,gl1a c'era buio profo ndo. Il mastino e il soriano <lorm~vano insieme da \"Cri fratelli in bestialità 11ella cuccia co– mune: .ad un tratto s 'udì un lieve rumore. Il cane si rizzò. fece per abba~are. un solenne colpo_<ltiba,;;tpne lo fece sitra1111.azzare a terra .. . il gatto . pn1<lenternente, f ngg ì sopra un al· bero. sicuro punto <l'ossen'azione. La mattina dopo pad,ron Giacomo trovò il pollaio deserto e il grana io \·-ttoto. Bobi .!.çiaceva in terra iJ1 una pozza di sangue re– s;:>!rando a fatica_ Bestemmie, :in\·ettive del J>roprietario _ - Debbo andaYe a chiamare il veterinairio per questa po\'era bestia? - chiese un con– tadino. - Xeanche per sog-110, - rispose padron APPD/DICE lO L A G U E RRA RO.\!A,ZO DI V SEV OL OD GARTSCHIN - S1B:e sto1der1Le! •fornanrJ,J \Vr·ntv·l. - Si, ~tu :f>nt-·, Y>ignu1 eapilano. SrJ:Ti~ g,:t:an,JrJ11.1 Uf11J sg a.rrJo ir.quid<J. ~Ii ri,:·r.,JYfoi all,Jra Je dktrie di·i ~rJJiJ~J..ti5111 ~ll'"J c:ontri, ffn. in 'l ;r•l mrJrneut,, fJ11bi1ai dr•Ilu Jr,ro ~in<'.1-rita.. - P~rdJ~ rpJf:'tf11 u ~i·.!nr,r r·iJ[i,t:tnfJ? 1, sir!t~ qui fra i ;o-tri: '\'i si~t~ .ccem1,li<r••r1•nu• c,1rnP. un U<J~' O (•rt!t,, fr,1 lJ ,mini crJlti. aggiim-.t" :1. \"(11 e pltJ f',fJ((iffl'S'-H. - Istn1ilr,, rprP<.:tO f'J. gridi, Za.ikine, é uno stud::-nV:: \m,, µ-Ii st •lt-n; quar.t1 nrr11r, ~i nr> dei r·vo!1uirJ_,a_r·i. L•1 F-ar~i -;tatJ :uJ('h'ir, ~P. iJ rkstino n1Jn. ui;. l11 a r•c.;~:> irnp....-Jitn. - Qi1aiP fr1 dunq11.P il tu,, r,;ir1ir:<ila.,,~ dr•sfi– no. hrin Pla 1 r,ni 1 ch? r·hif·'-'"' il t.f.r:f'-Htr~ f',1,J(Jn. nello. - .:\-Ii Pr;1. irr.r<,s-.;iJJil~ fJ'k<::nlfLrnd al!li e,a– mi. Per J,:, m:1f ((F1tid1e. rn-•J1rJ rwtlP: f!l;l rp1an– to al r• st, n1m c·r:-r:1 rimf,~i,,_ Cr,s;l v11ùi ! La prr.,r-:oriia ... h '-in: a.sc; i! ~Pmffu~nr, all.:L ~r:111,J~ u.ilitare c.••nri , inc.dto a. sr.rherP crrr, Ua.rf!r•n'"' - S.!.!f*~ si·_•n,,r stu<Jr•d.P-,rni <fsc...- il t OPn– te cnlonnelh. shufra.wJr, d11P :zr:1n·li n1J\'<1Jr, ~i furno, r-hP nr·lla .parola ((:-:tONJJ·a u Iv;-Jr1 Ph tonitch ha ir,ca.. -.tratr, trr Prr11ri. - Andiamo, :1ndiamo, t•J e.saw•ri r.inr·cio, .-Ji<.:.osP Zf-dl ini:-.. faN•nrlrJ7Ji c;pzn() r·. Jl:t m: nr, rii tare.re. - Parola: non ~onr1 s'orie. ha srril'o <( er– c.horra n. &J il tPnenf P ~olonn~ll0 ~r-nppif> a riderP frn gcffnc:amente. - Pu,,i ri<lerr•, tu. :\Ia tu d1P pure sci ro– l<JrmelJ1Jnon !-Cri,j fors,. rumo f.'on nn'n sola! L;1. risat:1 r)eJ tr:nenle c1,JonI1el10 str:.t1·i1;ò :;P,T/1.a. f:(•no. Il s,Jttotencnt,, S'.rl,elkow ctie slu– \·11 ingiiiotfr·ndo una sorsata di l/1,P, la rigur– ;!it11 s1Jl stie, romanzo, 1-.1,<·g-ncn<lo una dellr– d1ir: cnnrlf'l1• dir! risr·hia.,·ilvano la. tenda. A11- r:ti"io wm p<itr•i tra.ttc-nr-rmi rfal ri<lern. J·.-an PI:1UJJ itd1, C<Jn!ent<, JJiù di tutti a,,J s1,o ~d:<:120, ridr:-\·a. n,·11:t sua n,,la ha~su con ·111 rumùn•in.da.r rJi tuono. \\'<•n!r,f•] S'ilfJ TI()H ridM·r1. Eta dnn<1ue la fJl'<Jsodi.i, h·an Platoriitch r·ifi••sr: a \'<Jr·p tranquilla. La ,r,rrx,;<yJia, ~ì; la pm~fJ 1 lia. rd il 1·esto. Vi <lr•vr, dirr- f'.r1rt1.<} qu:1km10 sturliiJ la gr-nvra. fi:1 fino alJ'r•r11iatorP ,. h <.,U>1·ia fino all'èrH ('.ri– t-ti:11w: .\fa non è <·iO e/1e <:onta: la vBrità i• r·!ir• !1\'t•\·r, r/r•l dPrHl.1'r1 P <:/1f' mr l:1 ~nn gn, l11t:i. Sapdt:: K:t.'-aH(JW... , <.:e11~:ttP, qwd'è il \'O:..tro w1rnP " r111PIJ0 <li w,~ti-r, p:.1.1lre? \'1:J,Jimiro ).licailr,vit<-h. \'la<Jht1irr1 .\fieailr,vit,-11! Ileni~simo. Voi ~;•p<•tr, rl1f- <la i,rirnarir ero una fosta nrntta. Cr·s:1. nrin ft•r:i mrti! M:i ~:i rfP anr:he, qud <·hf> diCf' la. f'anzonr: Hro ofo1'anP, P rir.r:o, oh m" bPalri ! {)rfl ho 'lnf"J[Jli", son nrrhio e sqvallri,wlo. ~nr1 NJtralo N1m" \·olont:,r-io in questo glo- rioso re2t:rin,n1to. f*'' ,pianto ll'<ippr, r, ,zui. mrnt'> <li fanteria. ~Ii ~i f, mandato a1la H·w,– Ja; ne c;rmo nsf'ito corne ho f1<Jjuto, ed ecco la Giaoomo. - :\ron \"o,glio certo spender soldi per un cane che è già così vecchio da non guadaig nan- p'lù neppur le ossa che gl i ge tto . La g11arisoo del tutto io 1 adesso .. S'ud ì uno sparo di fucile, un ulul aito. po i più nulla. - Ecco la soJ·te che toccherà anche a me quando non sarò più abbastanza agile per prendere i to,pi - pe nsò Toti 1 e da qnel gior– no in ,va.no i padroni lo cercairono. Una m.ra1tLiJ1a pe,rò i <Contadini vicler! nel bosco il gatto che si n1.ang~aY.a ,tna.nquilla– mente un pollo ..ntbwto nella notte dal pol- laio. Gn·sEPPIXA ~JoRo LAxnox1. l a gra nde conso lazi one I preti gongolano di gioia per .la rifioritura della fede religiosa e ne attriuiscono tutto i! merito alla guerra. 11 terribile flagello era ne– cessario, dicono essi, perchè t.anre anime indu– rite nel peccato tornassero a Dio. C'è dunque di che rallegrarsi? Bisogna però disti nguere, e vedere se tale rinsfC!t:1 ddl::>spirito religioso derivi da convin– zione sincera, o non piuttusto dalle condizioni psichiche, eccezionalmente anormali, in cui si tre-vano ora i popoli; tanto quella parte che de\"c esporsi al cimento delle armi, quanto l 'altr!?. che ne è esente, ma che soffre e trepida per la sorte dei congiunti e degli amic i. Per i combattenti, lo spettacolo di orrori in:rn– diti e il trovarsi a faccia a faccia con la marre, nella pienezza della vita, pred ispongono la mente terrorizzata dei più. ad acc::>gliere quella pro– pag2.nda sugges tiva che preti, frat i e suore. su i campi di batt?.glia e nelle corsie degl i osp edali intensificano con uno zelo e un~ tenacia oppr i– menti. Cos icchè, vedendosi in procinto di perder .e il corpo, si attaccano, nel momento supremo , alla speranza di poter almeno salvare i ·animo; come appunto avviene dei mar inai, i quali nell 'infu– riare della tempesta si ri'lolgono a Dio mentre poco prima, a mare tranquillo e col vento di prppa, lo avevano rinnegato. Se dunque la religio ne consiste nell'ascoltar delle messe, nel por ttire candele alle madon ne e sold i a profusione nella .cassetta di sant 'Anto– nio; se consiste nel! ·~ppend ers i al collo razzate di meda glie con la effige dei santi più in voga. e riporle insieme coi cornetti di corallo. col N. 13 e altri simi li amuleti porfe-bon.,z eur enrro il por– tafogli dei cari parte nti per la guen-.a, se, dic,o, la religione è questa, allon ii ritorno ad essa è una realtà. Ma se per contro il sentimento relig ioso è !·espres sio ne vera della d_ottrina di Cri ~to, e coloro che la professa no hanno l'obbli go di se– guirne le massime di carità, d ·amore, di giu– stiz ia e di fratellanza uman.a. allora \ 'cdierno decantato risYeglio :--eligi~o è un 'illusione. Eppure, quanto più accanita si svolge la lotta cruenta, tanto più fervid e salgono da tutti i fronti, le invocaz ioni al Dio degli eserciti, per farselo ognuno propizio nella vittoria delle armi, ass::>ci.andolo coc:ì all'umana ferocia e renden– dolo re<.pan~abile di tanta strage. Vittoria Marian i Rambelli . CO R RISPONDENZE Da. T o r ino Nel Congresso Socialista. provinciale, la com– pag11a Elvira Zocca ha rifer ito sui metodi di propaganda da ffilolgersi in 1provinda. Essa dice che c_ruello cl1e occone è un lavoro as– siduo , da form ica, efficace, che rimanga. Bi– sogna 1ieca1r-si nelle piccole frazioni, nei Co– n1Juni lontani dO\e mai si è udita la J)a.:t'◊la social ismo. Ammi l'a la propa,gan da dei giova– n i, auto noma, libera, antibu rocratica. Bisogna penetrare nel1a ,rocca e svellere la superstizio– ne. in mezzo a gente sobillata dal prete. P e– netrare lentamente. Non invia r~ il grande con– ferenz iere, il quale spari sce dopo la sua bri l– lrm le con.forenza lasciando :poco nell'animo de– gli t1ditor i. Opera costante di sacrificio biso- --gna faie . . Molte \"Olte i p-ropa.ga.nd is,i non com– presi della loro missione pawlano ag li ignru ·i idi crtiestioni <lifficili. Occono no, temf semplici, comprnnsib ili da tutti. Lavoro non facile c.eTto µ1rn. che sarà proficuo. Così si sveg lieranno le co<.cienze non a\"remo più i crum iri che Yenanno .dai :oaesi ad ostacolare le lotte dei proletari delle· città. 1l lru..-oro è grande ma dobNamo compierlo: è nostro in1p.rescinclibil e dovere-! La nostra compag·na è stata molto ap– Jila.u<lita. 11 presidente ne ha messo a i '\·oti la relaz..io– nc. d1e è :::.tata appro Yata aJl 'unanimità. Da Al es sa n dr ia . La C. E. del gruppo femminile socialista con \ era sodd isfazio ne, che è condiivisa anche dai compagn i gio\·ani ed adlliti che ci sono di largo appo~gio, rende noto che in un paio di sole settima ne il gn.1ippo è più che rad– dop1piato. L"ott ima compagna Varè, che per r,rima l1a fatto ben inten dere alle inten enu(e quali sono i do·,eri ed i diritti della donna socialista nel momento attuale, JYUÒ ben es– se, e felice del risultato otten uto. mia seconda Jiecinu che termina cp1est'anno. Oggi si marcia contro i turchi. 0."·vi~rno ~ignori, beviamo sch ietto, non v(de la pena di guastar lo con del the. Beviam o si– gnora u ca rne da cannone)). - Chair à canon - t1·adusse ,,·entze l in fran cese. - Sia. pure: chair à cmwn in fr uncese, Si' \ i piace meg lio_ (Il nostro capitano è intelli– µPnlissimo Vla <limi.ro :Vlicailovit.ch, conosce le lingue e sa a mente ogn i sorta di p ec;ie te– rlrsdw). ,\-.r·oltatcmi, giovanotto, vi ho fatto chiam a,. re Jl<'l'propon i di .-enirc a stare ~otto la mia tcr1rla. Do\"ete ~tu,- mnJhs imo, e troprpo am~ muerhiali in !ìf' i, roi !ìOldati. Poi ci sono le hc~tinlinc. Starete sr-mpre meglio qui. Vi ringrazio capitano, mA. pernie,tete-nd (li rifiutare. E porchè? :\I;i sono stup idag~ini! Nikita. pnrta. q11i l;i sna roba, qual è la vostra U•ndal Ln seconda a def.itra.. Ma conr·edPtPmi di n•sta1'\ i. Ilo hi! 'l.oi: mo di formi nn poro coi !ìol– d,.ti P p-i<,v:iJTI<'.c.rlio trovnrsi con loro. 11 <·ariitano m i· grn1rdò fisso come se avef ,l.sr – v,dnto kg-_:tr-rmi negli ooc.hi , poi, <1ono over fi. flr•ttido, ,li~sr-: VolPt<' <lunqur r-s!ìf're loro amico? S,, se i• p<issiJ.ilf'. Br•nis_c.imo 1 f' nll orn rec;tate do\·e f,l.iet.e.Vi r;i:pic.:.r·-0 io. E tf)r-f'sr anrr,,·a, la mia mano nella ~ua e la .i:.qII:1~~ò f>nergiramente. ).J. STOI<IA DI 1':-1 ATTE:--IDE:,STE E DEL SUO UFFJCIALE . Si, \·, h•vl) (>e:~: e l'andco di qu.Psti soldati. Poi1·hp q111H;fr, TP,g-~i,nonto era la sola fami– i:dia d1e Ja g-nr·rrn. roi fuvef-l.se la sr-iato, nd pn,.. rrva J!insto a.\ <-r parte a tuttr I~ loro fati eh<', a tutte le hr'I ROffreneze. Donne, sve-g-liatevi; \'Oi che in (fltesto ecce– ziona lissimo momen1o ne i campi, nelle offici– ne, nelle fabbriche e persino nei pubb lici ser– viz i sost ituite l'elemento uomo perc hè, pero hè, <I.amando siete ancora rite nu te esse 1i inJer io– ri? Chiedete ugua li dir itt i ed uguali retribu– zioni, e non prestatev i al gioco di ingord i spe– cula.tori che oggi per la gue rra., doman i 1p.e.1·– ohè è tnvalsa l't1.bitudine, \"i sfruttera nn o ver – gog,1osamente pur cli imp ingn~re le pro1,1rie casse. Voi, o don ne, che ar.et.e preso il posto de1- r uomo tanto ne lla fa.miglia qun.nto nell'o ffi– cina, entrate a fa r pru.,,...~e d ll 'organ izzazione, prendete il poc;to dell"uomo anche ne ll'ag itato movimento politico socia le per la riven dicazio– ne dei \·oslri sacrosanti d iritt i sempre misco– nosci uti. Donne, questa è la \'Ost ra ora, sappiate re– dimerv i ! Da Biella Le sez.ioni d i Biella e Ch.iavazza riunite P'l'O– testano ene rgicamente contro l' inte n1amento della compagna Mada Gaia, approvando e app laudendo il suo opera to a fa,11, 01 e del mo- 1\'imento socìaJista: si augu rano l"hé que st o pe– J:i_odo di reazione c.lJ>biapresto a ce~saire, e in– vita no i J·rupp1 esentanti socialisti a.l parlamen– to a fan -i inter •pret i nel modo più 1pronto ,pos– LSibile dello sdegno su-5:-citato <lai d.raconiano i})ro\·vediment.o nel campo femminile, che ha ora pjù che mai bisogno di dife~ e di inc o– raggiamento. D a Ca st ·ell e t t o Ce r v o Questa Sezione Socialista fe.nuninile . pre11- •dendo atlo e-on ram m.;c,rfr-o clell'inte111amen'o della \·aiorosa cornp;:,gna 7\hU'ia Goia, .protesta cont.ro questi atti coe(·itiv i e reazio– nari del Cove1-no così detto democratico_ Pr esto, domani fo1se non mi nvrnbbeTo aiutato a morire? ' Non parlo forse dei mi ei superiori? perchè taicere dei miei ug-uah ? L'uno comanda, l'a l– tro ubb idisce su llo stesso rampo di battaglia. ~i . tr ova n?ll_a.mia compHgnia um cap potto gr 1g10 che 1n1 interessa singoformc n t.e: è quel ipo\-eTo<lim·olo che si cihruma. ?\'ikita, e che ha il grado di attendente. C'è in <1ursla disgraziata c-reatura tanta ras– segnata soffe-1:·enzn,ch'io ottenni cli farm i ra,~– contare la t-.ua stvria che ~i collega in tu tto, del resto, a quella del luog otenente Ste1>elkow. Come ave\ ano potut.p fare un ~oldato t!i quest'essern Umido e sgraziato? Ciò e·ra ft.vvl'nl1io Pi il~a <lell~ gt~ern-~. - Spogliati, dissn il ma P".criorc a Nikita, im– mobile cogli occhi Ossi in un punto crua1unquc d<>llo ~pnzìo. Nikita trasalì P si sbottonò in fretfa. ~ Più presto, fìcdinolo - g-Mdò il maggiore impazientitosi. - Ve<li bene qua.nti siele ! E moslrn:va In. folla dei c0scritti chr grem i– va la ram.era.la. - Andi nmo, 1vvltati. Sare~t.i mn la.lo? ~li dis~ s-pingendolo il sottoufficiale add etto a.Da mic:;urazione. Non so chi l' ahhin. srritto, nè' come nè quan – do: ma si i> ripPtuto sprc;so che niente è più hello del corpo umano. St- l'm1tore di questa masf-ima fo~se vissuto nel 1877 rd. ave<..se \is'o Nikita. nu do, avrel1be ceriamfnte ritratta 1a sua afferma ;done. Da\ nn fi alla rom mi?-."Sione mil itare apparve on omi(·iat!olo <la.I \e ntrr idropico e bal lonz.o– Janle, e,~edità. di clier·i g-t>nerazioni r:.hen on a\'e– vano conosciuto pan di fru.rnf\nto. Le sue bra,.._ eia lung-hr- e· cascant i erano terrminate da ma– ni enor mj, nore e rugMe. il bu ~io stretto e srarno ern. ~orr etto da. gamLe ooTte e <'Ol tnJ'– te. 11 tutto coronalo da una kstn.. ah che testa! (Continua ).

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