La Difesa delle Lavoratrici - anno V - n. 10 - 4 giugno 1916

Aato V - N. 10. 4 Giugno 1916. Conto corrn l-le colla Posta. • • :E.SOE LA. L" E LA. 3 ." DOM::ENIOA. DEL .MESE • ■ ABBOJUIMEJITO I Un numero Cent: . 5 Anno . L 1.50 Semesu-e . . L. O.BO REDAZIONE ED AMMINISTRAZIONE : 50 copie . . L. 1.5 0 100 copie . L. 3.- ESTEAO IL DOPPIO MILANO - Via S. Damiano, 16 - MILANO PER LEORFANE DIGUERRA Cl'ediam o di fai' cosa grata alle nostl'e let– tri ci. µubblicando questa l'elazione della compaqna Linda Malnati, p·l'esentata ctt Con– gr esso del( Educa.ion e Popolal'e, tenutosi l'ecen! cmente a Roma: L '01fano non è mai fanciullo », scrisse un giom o una persona sentimentale. E forse, nel pa alo. quando su di lui si lasciava pe– sare la s\·entura come una responsabilità <li cui non sapera nè potern rei;dersi ragione. quando. per alleriar e t:ale srentura. lo si affidara alle fom1e di una beneficenza anli– quata ed oppriment e. !°asserzione potern a– ver ragione di essere. Ma. ora non si può e non si cleYe consentire in, quella formola : l'orfan o è uc fanciullo come tutti gli altri. e come gli altri ha i suoi doreli da compie– re. i suoi diritti da far rnlere. li dolore lo colpisce quasi sempre quando non è in grado di misurarlo nella sua gra1·ità e nella sua estensione. e. sa.Ira le eccezioni dovute alla 1;recocitù del sentimento. anche !°orfano , co– me tutti i fanciulli. piange quando vede piai1gere gli alt,i e. anche per lui. la be– nefica facoltà dell'oblio Yier.e a ridarlo pre– sto alla l'ila spensierata della fanciullezza. Ed è per questo che incombe aIla società che lo a,s iste il dorere di trattarlo e di al– Je1arlo come un fanciullo normale. Pesa im·ece sugli orfa11i c1·ambo i sessi un pregiudizio fatale che paralizza.la libera rnanife,tazione delle loro attitud ini e delle loro aspirazioni . Quando la s1·entura li col– pisce. essi derono subire il domiili o di chi ~; è é:l.'>3Unto ii compito di pro,·vedere alla loro a sistenza e alla loro educmio r.e, siano essi enti pubbli ci o pri vati. individu; o col– lettività. ed erroneamente 1·engonodivisi e classificati a seconda.delle professioni e dei mestieri esercitat i da.i loro genitori. Così, sorsero gli orfanotrofi pei figli dei maestri. dei medici. degli impiegati. dei militari. dei ferr oYieri, dei malinaj e sorgeranno ora quel– li pei contadini. i soli. questi ultimi. che abbiano forse un po' di ragione di essere per la finalità sana a cui si ispirano e per l'utilità sociale che ne deliverà. Purchè si studino però anche in questi istituti i pic– coli indil'idui e. dai nati dei contau1111, si traggano i fulUJi agricoltori che hanno di– mostrato di arerne le attitudini adatte . e si av,iino gli altri al mestiere o alla professio– ne a cui si sentono inclina.li , e che avreb– bero scelto se avessero avuto ai.cora un pa– dre ed una madre amorosi e previdenti . Gli orfanotrofi specializzati rinnovano le cas!e s11periori e le selezioni infeiioii e di– sturt,ano l'aimonia della vita sociale. Co– ~Iingendo le yolontà a.seguire una via che non è la loro, si preparano delle vittim e che si logorerann o in siler:zio, dei precoci ri - 1:Rlli r·he malediranno più tardi alla vit a: gli inetti , i sposta.Li. fors'anche i delinqu en– ti del domani . che pe,eranno sulla ~ ietù, sfruttand ola per r-isolvere in qualche modo il problema della li ta. Se questr, sistema di assistenza è danno<,o pei rag,azzi diver.ta un più gra ve pericolo per le fanciull e e per- le i,riovir.ette le quali hanno minor e possibilità di difend ere la pr o– pria iflili vidua lità , per le a.laviche tradizi o– ni che la eiviltà non ha ancor-a distrutto e che fanno ,della donna un essere passivo e sottomesso. L'orfan a tenuta lonta na dal campo de<,;li studi all' aperto P del lavoro in comur.e con altre fanciull e del popolo. igno– ra le aspr e P dolorose loll e per la vita d'ogni f,'Ìomo - non sa. di ecr,nomia. domestica e sociale r·he quello r·he ha tr ovato sui libri o rui: sentito da.li' !. voce di un insegnante, se pure tal e insegnamooto le fu impart ito - ha imparato che oosa sc,no i precetti rJ.ell'i– giene e li può appli care e vedere applirat i. più o meno razionalmente. finr·hè è nell 'isti – tuto - impara a cur-ire. a.r ic.'.l.marr . a sti– ra.re. a disegr.are. ma non impara il m<s/i , r> e quando esce dall' orfanotr ofio non sa vi– vere, non sa guadagnar e abba<;lanza, non sa affronta r<' gli ostacoli ,della vita, non s;a adattar si alle condizioni cli ambiente in cui tr ovasi la fa11Yiglia - quasi sempre povera - che l'ac coglie. li disagio economico P moralP ehe la cir- conda fa di lei una. vit i.ima pa.ssivamer.tc rassegnala ed imbelle , o la sµinge inc0ntro Jll e malsane ten.tazioni di cui, pur troppo , la gioventù ine&perta e mal preparata è cir– condata. La libertà, che è il sogno più fer– Yido e più affascinante delle giovinette. di– rcnta, in queste condizioni , la più perico– losa delle ir;sidie. Ho sempre pensato que– sto: il pericolo e l'onta maggiore a cui il maschio. debole e corr otto, può andare in· cont.ro è la prigione: ma per la. fanciulla ir,ella od inesperta. v·ha qualcorn di peg– gio e di irreparabile: la prostiluzion e. Le orfan e dei militari caduti in guerra che dovranno essere alfdate all'assistenza socia– le, devono essere seriament.e e razionalmente preparate alla vita che si deve vivere, de– vono anch'esse er:trar e come valor i sociali nel movimento indust.rial e, commerciale e inl ellett.uale dell'umano consorzio. E per prorvedere all a loro assistenza co· n,e giust izia, umanità e logica. esigono. non ci sono che queste vie: 1) Lasciar le. quando appena è possibil e per le condiziorn cl\ moralità e di igiene, nel– le loro famig lie. specialmer.te se hanno an– cora la madre. I sussidi concessi secondo i bisogni e le borse di studio o di lavoro. prnr– rederanno al loro ma.nleni menlo, all'educa– zione, all 'istruzione elementare, prof e io· nale e a quell a. media e superiore per le fanciulle dal robusto ingegno e dall e alti – tudini nll'urle o al l' in ,<,eg.1Ht lllt:11lo . Inutile er,urncrare qui tuUi i vaJ1taggi mo– rali ed economici clellia. convivenza in fami– glia; conforto reciproco, non interrotto il corso della vita e dell e a!Jitudirni, la fami– gli a rispet.tata e consolid ata. malgrado la s1enlur a ed il dolore. 21 li collocamento in pensione presso buone famiglie che diano solide garanzie sot1o ogni a.spetto morale, igier.ico , econo– mico. l n ]svizzera. il sistema. è in uso e dà ottimi risu ltati. 31 Il collocamento in istituti. collegi od orfa11otrofi, ma a queste condizioni: a le orfane sia,nomandate alle scuole comunali esterne per l'istruzi one elementare a quelle governative per l'istruzione media , e a quelle professionali ove esistono, dir ette ed amm;nist rale dai Comur.i o dagli Ent i pubblici od autonomi ; b), negli ultimi t.re anni di pennanen– za nell' Istituto. le orfan e operaie compiam il tirocinio di lavoro nei laborator i estemi , a cui accedono le operaie della. città; c) ,·enga istituita. annessa all 'or fa– notrofi o, una Cassa Pensioni per le orfa ne dell'ultim o biem1io. Tale cassa, sotto la sor– vegli anza. della Direzione e dell ' Economato dell 'Istituto. dovrebbe essere diretta od eser– cita dalle orfan e stesse,.coll'impiego clei lo– ro guarlagni . Esse dovrebbero at~nder e al– l'andamento rlella. casa, alla r ucina , alle spese orclinarir e str aordin arie indi viduali r ea-5alinghe. Sarebbe la migliore e più rra– tir·a preparazione alla vita che le aspetta: le il!u sior.i lascierebbero il posto alla realtà, il costo dc!la. vita verr ebbe cor.siderato nel suo vero valore : la necessità di una bfn in– tesa economia scaturir ebbe nat.uralmente dallo studio cli equi li brio tra i guadagni e il fabbisogno. e. tornando all e loro fami glie , o ciovenrlo viver·e sole, incontr erebbero mi– nori diffi coltà e minori delusioni; dJ fossero perme.%e frequenti visite alle loro famig lie, (se legalmente costituite ), anche improvvise, per dar loro l'esatt a r.o– zione dell 'ambiente in cui dovranno tomare , pPr guJr-irlr dalle facili illu sioni , prr sal– var-le-rlallr dolorose sorpr ese, per preparar – le ai di sagi e ai saerifizi ehr sono i! retag– gio rlr lla famig lie noTI,abbienti ; e) sopratutto curare, sia nei r-onvitti r;{,mr nelle famiglie, !a salute rlellr orfane : è il patrimonio di cui noi dobbiamo rlooarc le far.r·iulle. il eapit.ale che si !T1f'l!Rrà a frut– to per le esigenze dell a dur a vita che le aspetta esse, fut ure marlr-i cli famiglia., ÙP– stinali' a Iirmpire i doloro<i moti !nsr-inti dalla fatalità presi'nle. Sento il dovere di dire ancora una parola sui metodi di educazione che do,o·ebbero, se– condo il mio modesto parere, essere appli– cati negli I stit uti ed orfano trofi femmmili ,·be accoglieranno le orfa11ccrei mil it.ari ca– duti in guerr a. Essi dovranno avere un as– setto fami liare, ordinat o e discip linato sì, ma improntai.o all'affetto più ragionevòle e confortator e; e nel met.odoeducativo no,1re– pressioni, non pene, non sotterfu gi, r.è dif– fidenze, nè spionaggio: la libel'tà educata: la coscienza che ogni diri tto indi viduale si ferma. là dove incomincia quello di un altro. ~on venga nè oppresso nè ostacolal.o lo spi· rito di ii;iziativ a. ma diretto in modo che, rispondendo alle naturali attit udini dell'in– dividuo , possit poi recar va,1taggio a lui e alla societù. Le orfane convit.trici dovranno esseresem– pre occupai.e con vicende alterne di ·studio, cli lavoro, di svago, di esercizi ginnastici, di passeggiate istruttive in modo che non ab– biano mai a ser.t.ire il bisogno delta. solitu– dine o della esclusiva compagnia! di una da– ta convittrice . L'u na.cosa le predispone acl un lavorio di fantasiose melanconie che le travia dalla sana, bella , geniale prati cità della vita , mentr e l'altra le avvia alle morbose e scioc– che sentimentalità che distraggono il cuore dagli affetti seri e prof ondi , che sono poi o le gioie supreme della vita , o i virili clololi che i;obilitano l 'anima umana. L'educazione eia darsi all e fanciulle , che non possono essere affidate alla loro fanli– glia, non deve essere improntata nè alla mo– rale trascendentale o filosofica, nè a quell a rigida ecl au,tera che t,·ovasi nei libri sol– tanto e che ,non è possù.bile a.d, applicar si e ad esercitarsi nè nell a fa.miglia nè nella so– cietà o per le diffi coltà cli ambiente, o per la deficienza. di intell igenza o per la man– canza.cli energia e d; volontà. No: essa de– ve essere la mora le di ogni giomo, quella. possibi le, alla mano, che deve rendere ogni giovinetta. cosciente dei suoi principa li do· ve1i e deve persuaderla che 1:ell' orcline fa– migli are, scola-stico e social e, ella. ha la sua parte di responsabilità a cui non può. nè de- 1·e sottrarsi. E' la morale fatta. di semplicità che deve entrare quasi inavrertita nell 'animo delle fanci ulle sen za impo rsi e senza scoraggiare. senza star trop po nascosta e senza far pom– pa; quell a sana morale che farà della fi– gliuola nè una viti.ima nè una saccecte, po– co simpatich e l' una e l' altra , perché ,~ve– lanti due diverse forme di debolezza di ca– ratter e. E' quella morale all a buona che esercita, più dell 'altra cattedrati ca e solen– ne. una benefica influenza su tutt.i e diffonde a poco a poco quel senso di benessere che è tanta parte deJla pace e della, felicità do– mestica. La fanciull a del popolo deve diven– tare l'ar.gelo dell a famiglia , sì, ma l'angelo della bontà che ragiona , e cl1e, insieme alla prova di .sommissione a tempo opportuno, sa. cLfen.dere in ogni caso la proplia e l 'al– trui dignità. E non manchi aJJ'orfa11agiovinetta l'edu– cazione civi le, ma sia data in, modo da riem– pire tutte le lacune rhe in fatto cli ammini – strazior.e pubblica, rii leggi civili e penali , rii st.a.t.uto, cli diritt i e dove1'i w no stat.e la– sciate nel cervell o della donna da un'istru – zione lim itata cd impcrfet.ta . Quante di esse ignorano che c'è una legge sul lavoro delle donne e del fanciullo - che vi w no Società rii Mutuo Soccor.so, Casse di Previrlenza, cli Matemità , e per gli inrortun i sul lavoro , che vi è una legge pei mir.orenni ; e vige da poco i I rl iIi ll o di disporre se non ancora della pr-opria.sostanza - almeno dei proprii guadagni, quando si-è malita.te . Se la dorma deve essere la compagna del– l'uomo e non la femmina soltant o. P',sa de– ve por si in grado di rapir e o di svegli are i IJJsogni intell ettuali rlell ' uomo e cli discor– rere con l11i1,u tutto quar.to si a!(ita. e ferve nella progredita civilt à umana. Sarà così te– nuta in maggiore ron siclerazione : l'uomo non andrà sempre fuori di rasa a cerca.re il compagino con cui discorrer e di dò che l'inter essa come cittadin o e come lavorato– re: e, {la que, to accordo di <,piriti ne trarrà van~ag~io Jn. roncordia famigliare e ]'educa– zione dei figli. ESTERO IL DOPPIO In ut periodo di vita m0no turbato ed an– goseioso del presente, si sarebbe potuto stu– diare con maggiore serenità e con più pro– fondo esame la grave e delicata questione che rig uarda Je orfane de,i nostri soldati : ma oggi è travolta, nella sau1gujnosa bufera che rugge intorno e !onta.no da. no-i anche Ja calma del nostro spirito·, ed è offuscata. la serer.ità dell a nostra mente. Promettia mo però a noi stessi e alla civ ilt à di assolvere al grave e appassionato compit o che ora ci vie– ne affidato dall'umana sver.tura , nel mod6 più coscienzioso che ci sarà possibile, con tutt i i mezzi più logici che l'amore e la giu– sti21ia. ci indicheranno, così che le vittime di quella. raffinata barbarie , che è la guerra, possano, fidenti e sicure, affacciarsi all 'a,v– venire di pace, di concordia, di risurrezione, di ricostruzione che t.utli n.oii nvochiamo con affannosa speran za.. LINDA MALNATI. Al di là del Confine Inghilten-~a. - Il Governo Ingùese al– l'ufficio cli se,gr,etariato a,lla L,egazione del– !'Ambasciata di Gristiania ha nomi.nato mia donna MTs. Press Smith una dei capi del 1movimento s.uffraigista ing1es.e. Canadà. - La città dri Ca.lgary a mezzo di tl!l1 pleb!Soito dei suoi proprietari fondiari , neUe uJtiane elezioni ha. eonesso un voto re– lativo ai requisiti necessani per aver diritto .al voto !1111U!lici4nule. Fjn qua solo ; proprie– tani fondiari ed i propri etari d'ima.nobilti po– tevano votare. Or a.itutti, g li uom ,ini e 1nlltte Je donne all'età di 2 1 ann.i sa.ran no amme ssi aJ voto. Ciò aiggiungerà a:Ma l1ista dei vo– tanti 500 uomini e 6o<::>o cl-onne. Norvegia. - Le donne al Ministero. Lo Stortruing à adottato a g rande ma g,gio– ranza un emendannenro alla Costit uzione che permetterà alle ·donne di divenire mem~ bri d·el Governo. . Germ ania . - Le assooiazioni suffragiste di Amburg.o , Altona, Berl in10 Monaco No– ri-mberg~ ~c. hann o indirizzaÌo al Reichstag una pet1Zllone domanda,ndo che dopo I.a guerra le dom1e ottengano il suffragio uni– ver.sale eguale, dftretto e secretio . Le finna.– tari,e appoggiano la loro domanda, d.imo– stra~o che dopo la guerra, ogn i stato sara obbh.g ato di impiegare tutt e le forze dispo- 111b,i,ipel bene della comunità . Le don ne rendono allo Sta to dei servizi !ndispe1isa,bili, l'equità esige che lo Stato accordj _l?ro in ricompensa i diritt i e le re– sponsa!nht à che egli conferisc e ad ogni uc,. mo. mag_g!orenne senza µ.;eoccupaTSi dei suoi merJU e <leli)e sue capaci tà . I pensieri del nonno. È possibil e rediinl'r e l 'umanità senza 1·edi- 11w-re la madre degli unwni ? Educate, ilitruile ed emancipate La donna e l'umanità sa,·à i·edenta. La clo,nna è un flore che cambia I aodmen– te di colore e di profumo. Se coltiva ta n.ell'ubei·loso terreno della Scienza vegeta i'i.goqliosa ed all a viv a luce de! vero, del bello e del buono assuml9coloi-. smagliant, e lrarruuuta un Jn'Ofumo che le– llflca l'uman i tà. Se colt ivate, nel putrido pantano dell '= u– rantismo vegeta ra chiti ca e flaccida e sotto la bruma della superstizio ne prrnd e colori pallidi r tetri e ti-amanda profumi vimgen ti e,l acuti ch, ammorbono l'umanità. IL NONNO. N?n dipeTide da noi che la guerra si ar – resti, ma dip.ende da noi che eisa diventi m e– no aspra. Ci sono dei medici del corpo Ce ne v_orrebbero dell'anima, per curare le ·feri– te 1 ~ rancore, di 'l.:endett a, di cui i nos tr i po– po i_ sono avvelenati. scJ/~ a,::i~1sto il nostro compito, di noi che ROM:AINR=n_

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