La Difesa delle Lavoratrici - anno III - n. 4 - 15 febbraio

Ann } II1 - N. ,t . 15 Febbraio . 1914. Cunlo cm-r,;,.[e col:.:,Posta. ' ON'fr?Jp, - • llo.r0s!T11}/~! .rt!,:.,a1,11- (o rz.-911 Ul("p. "j ~c~ _rg?J,1~:~Q) 9~·or1 • • ES C E LA. 1.a E LA. 3. D-0 3''.lENICA. DEL .!MESE ■ D ABBOIIA IIIEIITO, REDAZIONE ED AMMINI STRAZION E: Un num e ro Cent . 5 Anno . L 1.50 Scme::..t,re . . L. 0.80 50 copie . . L. 1.50 100 copie, , L. 3. - ESTERO IL DOP PIO Anrnra la~u~rra li~irn La. nota dom inan t,: della politica italiana T' ~.m.:-L1ra: a due anni di àis~anzu, l'imprt:S:l lib ica. La guerra ha ayuto una Tipercussio ne .iulìa viia economica ciel paes e. tutt e le clas– ~i sJc ia]i ne hanno risent ito . ).1a. come semp re, ogni crisi determinata o agQ"ra vat.:! dalla gue rra, pesa. specialmen – te. sul pr oleta ria to. La stor ia ins egna che ogni impr es;1 colo– niale costa s.:1crifici infiniti all e nazioni, sa– -crifici di sangue e di denaro. P er l'Italia i acrifici non sono an cora finiti. La coside t– ta ccn uista della Libia è ben lungi dal– l'essere un fatto compiuto. La Cirena ica . non doma. non accetta la dom inazione ita – liana. la pace conclusa non è negli animi; in Libia le malatt ie, dornte al clima, alla inaspitaiità de! suolo, serpeggiano e miet o– no ogni giorno nuov e Yittim e nell'ese rcito italiano . In gu erra non si muore solo di piombo. le malatt ie danno la mo,·te lenta e angosciosa al soldato lontano dalla patria e dalla famiglia, la mort e senza !"esa ltazio – ne che im·ade gli animi sul campo di bat– taglia. Al ricordo delle \'ile spente, del sangue Yersato e che si ,·ers ertL ancora. la gue rra aggiunge le sue conseguenze di cri– .si econom ica. L'It alia è il paese , forse, più gravato di pe,si fiscali : lo stato borghe se milita rista ha im po:;to~ in questi g iorni , nuoYi balze lli. Quelle risors e finanziari e che dovre bbero esse re dedicale !'Ilo ~Yiluppo delle oi;>ere ci– -vili e al le snctrli fa z~ ;:,te_'·-_h-...,.,rl P-' ·>,'!ali . morali. intellettuali. di I ·oro e di ,•oaura delle classi più disagiat e sono as– sorbit e dalle esigenze d' un impr esa che il popolo ha subit o come una fat alità doloro – ,1 dd rcé!ime cap italista . Accanto all'esal – tazione nazionalistica, agli accresciuti or– gog-li del militarismo, alle in fatu azioni di -·o!Oro tht . ne1la loro incosc ienza, sognano per lltalia. una politica di avventure, fio– riscono la di:;:,ccupazio ne, si accentua il di – sagio eco!lomico dei lavo ra tori , si agg rava– no le diffi~oltà gia grandi della vita pro – letaria. Contrn 1uesto stato di cose che il prole– tariato ha pr~s~ntito fin daffini zio dell'im– presa. insor.ze una volta ancora il parti to socialista italiano. La direzione del partito ha diramato a tu~te le c;Pzioni un invito perchè domen ica pro~~ima il prùlf:tariat0, in pubblici comi– zi. dica ~•,r!f:!il suo pensiero . la sua pro – te::;ta, il ::tJrJ :-:,formo. Ed è giusto che il po– polo r,rr,test1. Che ha avuto dall'impresa Jibicd.? Dan:.i. disrJcr;upazione, un ·accentua– ziont! dì mis8cria. .\Jc,Jte iHusion i S,.Jno ca– dut,,:;_ Parl'.--n.1. eh~ la Libia doves:-ie offrirgli lavoro. ?'t:rni~raz:(JDE: piu sicura, aprire nurJn: vit- al eomrnercio. rappn:sentarr; pt:r 1'I taha una ris::.irsa. Xc-ssuna dr-Ile SfH:::ranv· fatte balenare al pof, 1 )lrJ h:i. t,· JVal<> tonft:rma n(~lla realtà. P ~r,.ht :-i (·0nvor:ano i comizi domt!nica? E, :..,i Y:-tvono a r iprendere e svilupparr~ in mE:-ZZ•J al pVfJfJJ•J la rBquisitoria che il g-ru p – f>'"J rarJ-,m. ~.; tre• srJf•i<di~h ;--;h far,,•nrJo a ~ \1ur.tl?t" JÌf;ri,J. E la prrJtr-sfa di fJ'JGhi ,J,,risa J•:ri. rJ1;:,JJtézzat!l C(Jffi': I r::sr,ressirme di un sf:ntJmi::nt,J ar,tirH1lriùV1, ha ogi:;riun consen– time:nhJ '""f:ftlf;H; fJJIJ prùfor.d0. perc:he la ve– rit:.1 si 1~ 1mr,tJ.~tri, suffra~anrJ.J r;io chr; era 1Jna r,r,-;;js;,JTH! rJi anirn,: ehf> v,·dono la vi– ta f1t re yr•r:.·J ad un'idealità sup1:r1,Jr1•. J./i s -ziuni <: il JJrolc:tari11h i1Jf.t(J damnno rnduhbiarne-ntr, rlornr!nir-a, nei com.zi tutto I'upp0gi:dr1 morale, il r·rJns,~nso ,.:ntusiasta ai. l(Jf(J rapr,r 1 i:.ent:tnli ;..d fJarlarnc:nto .\fa. :-:r- la ;n1~rra f>fsa sr::mprr: rnag-µ-io– mf.-nte ~rJl1i=- rlassi r1iù f)Ov8rP ,, più 1,r,r,rr~s– se. b dùnna fJrùle:-taria che <~ J'PF,{Jr,~ssi(JflC più doJvrrJ'-a ,,d ull"rna rfoll'oppréSS.Of!<~ (: della Sf.·Jiia,·itu, ne risentirb. rn modo più gravt.: i dé1nni rrw.l(criali e mondi Se la crisi economica è causa di mi.>r-r·a nPlle (·;i.--::e J1r<Jlel;1rir•, se il lavoro mar:ra, SE"! i vivt!ri rincarano, la donna, che lia q: a– si st!mr,re la dir~zione del!a piccola azi,!nd;1 dornesll 1 aYvr:rh· per }:1 prim:i. r,orlr.t il , , r,iu gravo dolio sbilancio; k qur,lla ~-:.rr J:.. .., p,·r i1 suo spirito pr11fondiJ di M ILA NO - Via S. Damiano, 16 - MILANO sacrific io e d'alfruismo s·imp one le priva- . Se le donne avess ero il voto, se il loro zioni più dure. ~\arere pesasse sulle decisioni del paese 1 la L'uomo si d istrae un po' fuori di casa, guerr a scom parirebbe . Pochi uomini han– non aYvertc qualche Yolta neppui-e il si- ..no imp osto ieri , possono imporr e doma ni il lenzioso miracolo della donna che sa pat ire f 'lCrificio della vita ai figli nostri. E i fi 1 gli e s:icr ifica rsi e s:>fì'rir e per l'as sillante tor- t 1 ostri , del nostro sangue e della noSlra te– menlo del doman i, e sa con la sua eroica ,f_,e,·ezza, li abbiamo messi al mondo cu– e 1 snut a forza risparmi o.re agli alt ri que- . · i-~4..i, educ ati pel lavoro, pel bene di 'tut.ti , sto torm ento . r,rr le .battaglie civili. Non per mandarli Se u quella donna noi facess imo cap ire lJ ntano , per una guerra fratr icida , per da– che una parte di questi sac rifici, il r incru - 1 e e ri cevere la morte. Non abbiamo inse– dim ento della sua mis eria, il pane lesinalo !;,lato loro la bontà perch è altri ins egni loro ai suoi figl i, sono la cons eguenza di una an giorn o la ferocia. pol itica che favorisce le class i agi ate a di- · Nessun a donna pr oleta ria dov rebb e man- scapito di quelle lavo ratri ci, che ha voluto rar e ai comizi i di dom en ica. La gue rr a libi· la guer ra senza misu rarn e le consegue nze, ca deve ave r da noi , donn e, la più severa forse noi ri usci remo a scuotere qu ella pro- cond ann a, l' im peto più profondo della no· fonda ~pat_ia !Jer_cui_la loro vita dolorosa, -. :,tra r ibellion e. Per la pietà dei mort.i, lag- e le priv azio ni d ogni genere sono accettate giùt nelle terr e inospital i - dei morti che il come una fatal ità inelutlabile 1 cont ro cui 1 0stro cuore non diment ica - per le vit time sono yan e ogni prot esta e ogn i lolla . 1 ··~iuove che la gue rr a farà indubbiam ente Bisogna clie i co~iz i di dom_eni~a abb ia-; f',l_omani , perchè la miseria batte già. sp·ie– no le donne prese nt, e consenz ,ent ,, che la . :ata, alla porta dei lavo ratori , perc hè la prot esta cont ro la guer ra susci ti nel cuore ~ionn a, esclusa dalla vita politica . dimostri d~~la donna la vibr azione più profon da e .~he ogni int eresse vitale del suo paes e, è pw umana. P erchè la donna madr e, sposa \nteresse suo, non è un'assente, un 'apata. o sorella deve vedere nella guerra , più del- ma un a creatura vigile di pensi ero e di ru omo, per la sua maggiore sens ibilit à 1 bontà. tutto il tragico orr ore. ,La Difesa delle l avoratrici. '• PARTITOSOCIALISTA ITALIANO Alle Sez ioni, ai Gr uppi fefflqninili, a i Circoli giovan lJI e alle Leghe di mestiere. Dopo il Congr ess o di Reggio Emilia, comunicandov i la costituzione dell' Unio ne Na– zio nale delle donne Socialisle, deliberata nel Convegn o femmin ile tenuto in tale occa– sione, invitammo i compagni a di r notizie dell' atti vità delle donne socialiste nelle S~zioni. e nelle Legh_e di mestiere e indicammo nel tem po stesso un programma imm e– d1~t~ d1 pro~aganda 1n mezzo alle lavora trici dei campi e in mezzo al vr oletariat o fem– mID1le nelle industrie . I seg retari delle Sez ioni, dei Cir coli e delle L eghe, ri spond endo al quest ionario in– via~o,. lamentarono .bensì l.o scarso jnt eres:samento delle donne al movimen.to prol eta rio soci alista, ma pro mise ro d1 collabor are con noi pel ri sveglio dell e lavora trici, incitan – dole nel tempo stesso ad un comune lavoro. Noi sappiamo che molti comp agni tenn ero fede alle pr omesse fatte. Sappiamo che a_ltr.e ~orze ~i ~ggiunsero ai nuclei esiste nti, sappi amo che nuo vi Gruppi femminili soci a– listi s1 cost,trnrono - che il nume ro delle L egh e femminili di mestie ri è aumentato -:- e c_he molte _di esse se_guono le dire ttiv e del Partito Socialista, Manchiamo però dt dati slati~t1c1, eh notizie particolareg gi ate e sicur e sul mov imento femminile in ogni centro d 1 Italia , che pur e venn e man mano accentL1andosj, con un cresce ndo con_ foctant e, spec ialm ente in questo ul timo periodo elettora le, _ Dopo _dieciotto mesi di propaga nda più intensa fra le donne per opera dei compa – gm , e specrnlmente a :::nezzo del nostr o peri odico u ho Dif esa delle /.;aoorafrici n ci sem– bra che si po~Ea te.-ntar e una rivista dell e forze femmi nili mj1ita nti nelPese rcito del nost ro partito; non tau to ver contarci e con oscerci, quanto per valutare l'effica cia dei no stri sfr~rzi, const ~tare le jnevitabili deficienz e e sopr at utt o trovar e mezzi più adatti a disci– plrnare megh o la propaganJa, a distribuire con gi usto criterio il lavor o, on de evitare per l'_avve_nire tutti quegli errori che accom pagna no il periodo inizial e cli qua lsiasi orgamzzaz1on(• . _ A, ta,I; sco~J~ ci rivolgiélmo ai St>greta,·i delle Sezioni e dei Gruppi /C;,nn·ùiili, ai :zrrolz &trJ1:anzl1, ed alle I.er ;he di me.slit>1·e percbè ci !forniscan o gli element i necessari ad illustra re una lJreve, ma com pleta e veriti era relazion e, che noi se ntiamo il dovere di presentare alla Di reòone do] Par tito pr ima del pro ssimo Cong,·esso d'Ancona. . 8an~bbc degno comrJf'nso al com une lavo ro d i -propagan da compiuto in qu es to tom po in mez zo alle donn(:, ~e, <la1le notizie des un te, si pote sse sperare di riunir e ad Ancona un lJUùn .numer? di lavoratric i, rappresent anti auten tiche dei Gruppi social isti e dello Leghe di mestiere femmilllli, che seguo no la diret tiva del nostro Par tito . Una. raHs~gna di forzo fornminili, anim ate dal bisogno di avanzare ~empre ve r:;o la meta ,lr•~Hforata dal proleté.1.riato di tutto il mondo, ~arelJhe l'indice sicuro del cammino percorso - 8arr-bbe ~prom· a nuov(•, batt ag lie por fo civili co1H1uiste . Non vj rincresca o c0rnpagni, il sa.crjficio clw vi chie diamo per questo lavoro di rice rche e di sinte si su] movirnr.·11trJ fnnminilo ucl vm-:tro paese. La.vor ndo fJr•r lr:! ,1,m1w, lavorate pe r -voi, pc·r tutto il proh:tariato, Pd effettuate il trirmfo rk] socialisrorJ H cui w•piratr-. · CAJ/L(J'l'' I\\ CJ,1<:JtfùI - ANNA KU USCJOF F - REUTNA ~' ER.RUZZI flulirinan• Ji:, c·o11111nitaziuni ..,uJ murimento l'ernminile :1ll11 ..,t•g-rct.tria CARL OTTA CLERICI - Via!~ Garibaldi , 8 - Milano ESTERO IL DOPPIO lAPRECEDrnZA tlM TRIMONIO CIVllE Quan?o uscirà il nostro gio rnal e, il pro– gett o d1 legge sulla pr ecedenza del matri– mon io civile al religioso, che ha solleva to fra. i parli li tante ire. lungamente repress e Sc'ra stato votato o respint o alla Camera. Quanto rumor e per sì pic cola cosa ! I cardinali hanno lancialo nelle loro en– ci_cliche parol e roventi, ed i pr eti dai pul– p1t1 delle nostr e campag ne hanno accesi gli sdegn i delle nostre povere donn e per la gran de 1rnv erenza comp iuta dal Governo verso la Chiesa. E le nostre povere donn e che hanno già una sfiducia atavica verso l'organismo stata le, avr anno rafforzat o questo sent imento senza chiedersi il per– chè, qualche anno indi etro, il pul pito era cosi ben d'acco rdo colle autorità governat i– ve, _allorchè laggiù in Libia , i nostr i soldati uccideva no e si facevano ucci dere e in P iazza del Pan e, a Tripoli, s' innalza~an le forche. . Ma che ne sa nno le nostre povere folle incolte di qu est i strani fenom eni , per cu i tutta la borgh esia, in veste nera ed in ber– retto frigio , è ben d'accordo nei mom enti decisivi della vita politi ca, e si perm ette invec e lo sport di elega nti bisticci su delle piccol e cose che las ciano il tempo che tro· vano? .:\!oi. sia mo p ure favorevol i a qu esta leg– g,uccm che, arrivando ormai troppo tardi , le_nde a salvaguardare i casi di ignor anza e d , buona fede, pe,· cui la donna , fidand osi del. solo matrimonio relig ioso, perde i di– r,_ttidi front e alla legge; ma in realtà sap– piamo com e questi diritti sieno così pochi per la povera genle, da non val ere la pena d i tanto chiasso. Ecco un esemp10 vivo e palpi tant e : una ?pe raiél:ci scriv_e chiedendoc i aiut o perchè Il marito, fuggito all 'es~ero. l'ha las ciata nel ~Jisogno con du e figliuoli. M a poichè il marito non ha lasciato beni stabili nè ca– pital i alle banche, noi abbiamo sen tito tu\· la l'inani tà della legge. Abbiamo sentito in-– vece la mancanza di un istituto pronto ad acc.ogliere le due creature bisognose di pro– tezione! Noi che vediamo il quesito sociale in tu t– ta la sua int erezza, sappiamo che l' igno– ranza di una povera donna che non cono– sce !"importan za dell'atto civile di fronte al re,)igioso, va be~ altri menti tut elata. E sap– prnmo che per l incoscienza d i un uomo che tenta ingannare la donna sposan dola sol– tanto in chiesa, v'è l'i ncosc ienza di migliaia che non fanno il loro dovere nonostante le leggi. E perciò chiedia mo ben alLro. Chiediamo , ad esempio, piacc ia o non ~iac.cia a Sua Emin enza. che quei 36 mi– !Jom che vengono dati al bil ancio dei culti siano convertili in fondo per l'istruz ione e l'e d ucazione dei fan ciulli ; chi ediamo che tolt i i privi legi della monar chi a vengano de– voluti i palazzi e le ricchezze da essa goduti, per alt rettante opere d, assis tenza sociale . Chiediamo infin e che la borgh esia, creden– l~ o miscre dent e, rest ituis ca al prol etariato ciò che essa giorno per giorn o gli strappa del diritto suo. Chiediamo acconti oggi , il tutto ch iede– remo doman i, quando lo vorrà la storia. E la,·oriamo int anto ad eleva re il prol etar ia– t~ pcrchè\ man mano esso si eleva non ha IJrsogno cli legg i che olJJJlighino gli indivi – dui al propr io dove re. Quando la donna è forte del su o guadagno, su di fender e la sua d!gnilà davanti al marito ; e quando essa sa <h _avere pci figli suoi , suflicenti opere d i ass,slen za sociale, non ha più bisogno di trattenere J)C'r forza d i lcgge 1 l'uomo che n_onconosce il proprio dov ere per forza in– lnna della coscienza. Quand o il qu esito economico sa rà ri sol– to e la ~ocieth sa rù posla su basi di gius tizia , Ja famiglia basala sull'a mor e soltanto e non si_t all re cons iderazioni . non avrà bisogno <h legami coercitivi per mantenersi salda e potrà anche dignitosamente sciogliersi ove l'amore venisse a mancare. Sa rà allora possibile quel libero amore che spaven ta tanto un generale in ri(iro ... redattore a tem po perso del Corriere delta Sna, il quale parago nav a il libero amo re dùi socialisti agl i npprocci.. dei cani va– ~anti per le \'ie di Costantinopoli. Pov ero , n( rale ! GrsELD.1 Bnrnnu.

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