La Difesa delle Lavoratrici - anno II - n. 11 - 15 giugno 19

ConfessionePasquale .~ra la .::.ettimaua degli o.~tinati: quella -e1?e che- :::.e_gue la domenica cli Pasqua. ter nnne ma::;..•rnnoper la confessione di rito. Le donne cle-1Yicinato spiavano: Lena u nebbe ben don,to andare a far pa.<qua alla parrocehia '. Da tnnpo ~i confessaya fuori paese, ella dice,a. o forse non si confe<;saxa nffatto. ~ e..,;;.,:;unafra le donne del pae~e aYeYa ll'ai rort.e le con5uetudinl: -:.oltnnto LPna da– ql a ridirt alla crentc-· - Già, non è edella. nostra razz:.1. E' una bastarcla del brefotrofio. - L"abbiam da ,edere se lascerJ pas:;ure 11.nche l'otb.,a '. - E abbiarn da vederl' ..;e il sig-nor Cluato non saprà mettere fino allo scandalo'. Que:::.te-le frasi del g'orno che ,-okn-::rn di bocca in bocca, accornpagnate da qualche .seapl)('llotto alle ragazzine curiose che -.i fic·– c~n-ano nei gruppetti a -.eut:re ... Lena dalla sua piccola loggia piena di t!eranei fiflriti. ct1piYa i mi-.terios· chiac– ('hierit·ò t> prudentemente si ritiraY:.1. Es.sa ,7.-n~·•a s.ola da una diocina di anni. Il marito, un g:o,ane rozzo e brutale dopo a>erla battub per qualche anno di matrimo– nio. se u·era andato pel mondo e non a,e,a dato più notizie di sè. Il picrolo himho nato da quell 'uuione era morto poco tempo dopo la nascib, ,--ittirua certamente delle perco.:;se paterne. La famiglia nella quale Lena c-ra entrata al dì delle nozze era degna del!'nomo brutale che l'a,e,a sposata. \i si era sottrat– ta ùopo molti litigi e dopo ah'oci sofferenze ed a,e,a così .-:issuto da sola kl\orando alla fabbrica di giorno, e ritornando la sera nella sua po>era stanzetta. senz'altra gioia che i =-uoi geranei :.porgenti.=-i rigoglio-:.i d'un ira le >ecchie sban·e della piccola logf!i::i. Da qualche anno però la sua ,:ta era un poco mutar-a.: la sua ,-icina di ca.sa era morta la--cian<lo dei bamhini. Lena i<i era incari– -:-ata di d,1r loro un'occhiata per quanto le permett.e5.5k'- il ~uo la,oro e di acc·udire a11a mef!lio le ac,:·ende nella casa del ,edorn. E ra nata così una famigliarità affettuosa: ella si era affezionata ai bambini e questi n lei. Il ,edo,o -.pe=-:;o&clama,a: - Oh Lena. ,e fo,te libera, che pron·i– denza '. lra Lena lo ,ape,a: le carte parla,ano d.1iaro. EUa era legata a quell·uomo bruta– le che l'a,t,a lasciata an<·or gio,ane e non si era curata più di lei. Xè a,e,a mai pPn– sato lontanament-f- al ,;no diritto: oh Q'uai: tutto il paese le .sarebbe .'.l-tatocontro. ~ ~Ia l'i:ill.iOre ,enne nonostante tutto. eoi T<J'-si geranei della :::-nn log-g-ia. E cominc<ò allora-la maldicenza del Yicinato e la lotta n,·l :;uo --pirito tra,aJ?liato. Lo i::;c,1nda!o: Era que=-to il peccato più "!:!Ta,e ed il curato ,i:rliel'aYe,a pur detto in conie:ssionP: non ,;j pote,a andare a,anti 1:0:;;ì. Lena a,e,a prome;;,;o al ':'urato di rav.e– rler-..:, ma la prome.::,;a non fu mantenuta. Per quesfo da tanto tempo non era più a11- dat1 a confo,~ar;;i da lui. Gli aTTebbe certa– mentf• ne::?"ata. l'a--~oluzionP e- eon un tal uo- mo non -.d1erzava. Così, nono-;tank l'amorr e,l i Q'ernnei della ~ua log-!?'i :. la ,ua Yita era tormPntata dal dubbio. )(il>~ volte an•,;-a fatto propositi e mill~ >ùlt~• vi an::-•a mancato. .Al vedrrvo intantu erano stah• fatt.P bnone offerte. ChF- diamine'. un pon:r·uorno c:on dei hamhini non puo anrlarf' a,;-anti rla -.010: E de 1 le donn&-- di.,po:;fe ad l<""~a ....rsi anche r;(Jn un vedùn> i::~ n'eran .;empre-. J1 n•do,-o p,:..rf,non .:ii era la;;.<:iato lu1:;in,!?are. Ed ora ,-, er::a. "'l biYio terribile: - I.:aw•te t:rià fatta l Pa-.qua;' ehiPdP– ,ano le donn"". Xo11 r:i ')ietP r:bi• YOi n+'-1 d– cinafo fra ~li o tinati.' LPna .;;i struggf'Ta: fìnalwente- do,ettl, <le· APl'E'ifJJCf. _\",='Ja , st<1 ru,;;tica. pi;v..1.a,gremita di gentr•, la vc.,ce ~i Eli~~ -,uvn:n·a dolce, C;).Jma,virile; ur1 :.ilenzio quasi rdigio;o, si, E:ra fatL1Jsubito, dop<> l':'. -.ur>prime p~Jrt>le ; una gr<tn c;orpre~a prima, poi un'ondata calda, irrbi'-tibile di simpatia, ave– va affa...:c!naro tutta quella g:ent~. c:hr'. venuta lì per curio:,,arP. critican·, divr•rtir~i rwndr·\';:,,ora intenta e o,mm, <fallr• lalJt>ra dPll'(mHricr•, cr.,i lucciC(J!li ag'li occh: I ':rnima te-.a e il cur,re gonfio <li 1_•mozioniinfiniti·, r.<>n mai c0- no-,ciute. noLilis... inH· Era un mund,, nuO\'<JchP r,i aviva a quellr; animf:' ,emplici, igna~e as'":'lute, un nuO\'O mondo 1u1t,_, ideai,-, eh<: J,· Jflnal.zav:t al di,oprn di tut:,;- le m(•.;;chinitàdr•lh virn I di là di ogni Jimit.,7ione e li focf'va dim~ntir:-h ~ di loro ,rt-.. -,i, e ,h·ll"' lori, mi<;e,rif',o <:,f' gh•le ricordava, era solo pPr accomunarlf" ad altre mi,eriP .f" <;trap– pare ad P-.si non regoi;.,tico lamPnto p,:,1prr,pr1 m: 1 1i, ma la genE:n:r,a pro1esta per tutta. q~anta b collettività -,offerente. E li inn.:ilw\·a. h 1nnal– Zo\·a al di ~opra dell'individuo, nell'umanità. LA DIFESA DELLE lAYORATRICI cidcrsi. Si alzò un matlino al buio, Y01eva c,-.sere la prima ad entrar nella ehiesa per non esser veduta .. \ bimè ! in chie.,;;i. c'erano g-ià le zelantont:'. A..ll'npparire di Le-na m0l– te te.;:.te chine si rialzarono. si avvicinarono sospendenllo lf' preghiere. La confessiou0 fu lunga. f' la curiosità delle beghine tu me'-":\, a dura. prova. Ri Yolen1 Yeclere che faccia avrebbe nvuto Lena '-C'O.standosi dal confessionale. E difatti b sua era una faccia terrorizza– ta. Il curato in quei casi non tran-;igeva nf– foUo: scandali in paese non ce n'erano mai stati; hisognavn dunque lroncaTe. anche quel– lo, pl'nn le, fiamme imp·Incnbili dell'inferno nell'altra ""ila e l 1 anatema in questa per cui tutto il paese nvrebbc sfuggito la pecc:atrice. For:-;e &~a aYrebbe perduto anche il pane: la fabbrica OYe ella lavoraYa era cli cerli signori molto amiri dPI reYerendn i qua1i ci tene-,ano all'olle-..tà d ,Up loro opcraiP ... quan– do lo consiglia,a. il curato. J,-f',na ritornò n casa in preda allo spaven to: in eonfessione aveva do,uto promettme di lasciare la sua st..1.nza ove Yiveva .sola per ritornare nella famiglia. del marito. Il <"U rato aYrehbe provveduto a persuadere quei Yeu:hi. giacchè queTTa era 1 'unica via. di salvezza. Lena per tutto quel giorno non uscì dalla s•.1astanza: la. sera a buio fatto fu vista av· yfrtrsi verso la campagna. Le donne sospet– tarono (]ualche cosa di grave ma non osaro– no parlare ... Il mattino si sparsp L.i YOce che Lena era fuggila. ?folla giornata giunse notizi:lJ che il cada vere di una. donna. era stato scoperto nel t:.1tme. già trasportato lontano da11a corrrnte. - ChC' disonore pe1· un paese tanto reli– gi()f,O ! esci amaTono gli un i. - Vedete a che conduce la colpa 0 osser– nuono altri. - Purchè abbia avuto un buon pentimen– to iu agonia'. disse qualche anima buona. - Ohi ho'. sentenziò in:fìn-e il {'Urato. Chi muore di sua \ 7 o1ontà va contro le leggi di dio e perciò è condannato in elen10. E il funerale si fece senza il prete, se.con <locomandano i canoni della chiesa. La buo– na g-eiite del paese dimenticando lo scandalo commiserò la poYerina mes.sa ·da così.. co– me un cane. GISELDA BuEJHHA. Proletarie, tutti vostri figli dateli alla patria. Essa lo merita. VARIETÀ I nostri bambini. Una mamma wi serive chiedendomi se ,o– O'lio aiutarla a co1Teggere il suo bambino ~he è bugiardo. bugiardo, bugiardo! 1 >. Eccomi qua, bra,a mammina; ec:co pron– t" ad aiutarla con tutte le mie forze. E veclrà (:he riusciremo'. « Se è di:-'Ìposta a farmi questo favore>> :.crive la mia gentile interpelLant( umi ri– sponda sub;to dandomi i suoi consigli ed i.o l'ubbidirò scrupol~amente 11 • Io la ringrazio, buona mamma, per la. fì-– dueia che ha in me ma è assolutamente im– possibile che poss; de~tarle un consiglio quaL,iasi così a prima vista. Ler,"'a CfJn attenzione il breYe questionario r·h'i;fe andffJ ora e.::iponendo e mi risponda <·olla massima 1-;chiettezza. E' ella u11a <..;emplice massaia che attende alla su.a casa e viYe tutto il giorno nella soa– ve r·ompaµ-nia clPl suo bambino? In que:;to caqo ella dr-ve co1J1piere un severo e scrupolo– -;o esame di cos<:ienza. }Ii dica: usa ella eol -rno p-ic<·<,lo,modi così severi da ino<·ulargli fLtint \'.;Imf'onte inconsapevolmente, si cercavano, · strin~1-vano da presso gli uni agli altri; nel!'in tuizione nuovissima dr·l legamr· che li ~lffratellava e li accr.imunava a tutti quPgli n.ltri. spar'ìi per tu to il mondo, dei qu<ili l'or:ltrice rievoca\'a le mi-,r:rif• narrava il martirio. E vivevano l'ora l)UO– na g,:nf:ro-,;i, purific:llrirr~ ,. foconda della comu– nionf~ d,-gli ,piriti. Ora l'<Jratricc non r•ra più 1·estrane:1 vC-'nutaa dirf:' coSf• nuow·, afla gf•ntr· ignara f' indiffr-rente, ma era la -,orclla, l'interprete, l'anim,1 rldl'ani– ma, attr:ivN-.O all:i qu:1h· lo spirito della folla, pas– S[.(\'a e · a!Tr·rmava sublimanrto--.i e sublimamlola. Ed Elisa 1mrlava, calma, serena, soavissima, sen– ;;1 <;form, a qur·i <.;r•mplici dt:lle cose più grand_i f! più sublimi lavianrfo..,j ira ;dnarr• f' trascinandoli nf-1mond<Jpurii~imo d<•llP altic;•·me i<foalitàumane. ~di: 1 rustica, sil<·nzios;rt pi:1aa, avvolta nella -, 0 ave pi•nombra di una noti<~di giugno, r•rn pas– sato il ~offio pur() r: rig1:nr-ratore dPlla umana so– lidarietà. .-\I campanile dell:1 chies<i suonarono 1<· venti; Eli-.a avP\':1 finitri di p:1r!Me, dic;ce'iedal tavnlino, aiutai t drt c<•ntom:ini tr1:manti, ignote <· fraterne. "\'f'.'s.;unoaw·va applaudito, nessuno aveva pro– fan~ta qu<·ll 'ora !>err•nae augusta con un batti– mano. ()uf-11("~inimi:-c;(~mplicierano troppo com– pn·~.- ~ ;ommo..,... r, per pr:-nsarea qualsiasi atto e- quel tirnorc chc- spegne la confidenza? quan– do il bambino conunette un fallo o non vuol ubbidire lo investe con minacce, costringen– dolo a rifugiarsi nella menzog1ia? La prego cli riflettere bene su questo punto perchè una frase della sua lettera («Eh'. sì che non glie– ne passo una!»), ha suscitato in me il dub hio che ]a fonte prima delle bug.ie :fì.gLiali ri– sieda nei metodi materni. Andiamo aYanti: Nei rapporti con suo fi– glio s'ispira ella alla inflessibile schiettezza? o ricorre ai piccoli inganni, ai meschini sdt– terfug-i ogni quaholfo de,e piega1110 la vo– lonUt? ~ei rapporti col 1,iarito 1 e colle altre per– sone di cui sia en?-ntualmeute composta ]a sua famiglia, sa ella. ubbidire seillpre alle e~igenJ.e de1la lealtà o ama recitare le picco· le, volgari, accomodanti commediole fami– gliari? Pei rapporti cogli amici e i conoscenti è ~incera? o dà l'esempio al bambino di certe ipocrisie ... c'intendiamo, vero? Suo marito. sa tollerare i disagi della pa· tornità o si mostra insofferente, severo, faci1e al castig-o. E' sicura clie fra le persone della sua famig-lia non vi t,Ìa qucl1'uua che può dare al piccino l'e"iPmpio ronta11ioso della nwnzogna? skrno, pc·rturhatore. Era la prima volta che la voce:d(·ll'id(•a semplice, !>Ublime giustissima giun– gPva sino lb, nel rustico paesello dimenticato. trn i monti; e vi giungeva attmvl?r~o 1 'nnima o,wsrn, dolcisc;ima P fedele di una- donna; e quegli umili cuori l'avevan<taccolta e compn•<:a.come una religiouc novella. .\lai avevano assi-.tito, con tanto ris1wtt<J,ali,~ sacn· funzioni della chie"ic-tta usata, mai <·rano !ornati dal sermone domenicall:' con l'a– nimo cnm1Jresodi tanta n•ligiosità. Ora, gli uomini, facevano rcs<.a attorno ,1 quc·l– la donna e la guardavano attoniti, commossi, grati, t· si av\'icinavrmo, ritrosC'e timide-',anclw le donne, con i himbi. addormentati in collo. \1a nf•ssuno seppe· dirle una parola, parlavano gli occhi. parlavano i cuori. F. quando essa sall -,ulla v,·ttura, pf•r andarsene, quanclo_il cavallo len– l:1mr·nt(: si mos<.;1·, tutte le tc·sl<:si <;coprirono,tutte 1,- brncC'ia si t1•sero,e un vecchio, curvo. dalla !un g:i. barha hi:inca, f• dai neri occhi lucenti, gridò: ((Torna, torna ancora ii. E m(•ntn· lei <;ivoltava c-<I agitava il fazzoletto in !.c·gno di promessa, tutti gli occhi e negli occhi <•ra l'anima la sc·guirono, fino a che la carron::t non si confust <· sparve, lontano, nelle ombre• d(·l!:1 nntte. \llorn la folla si M""iolsr• a poco, a poco, lenta– m1·nk, wmnv·ntando. E più di un uomo. quella .. Prospettiamo un altro caso: lavora ella in r1ua.lclie officina? E mentre la mamma è as– ,.;eute doYe sta il bambino? in mezzo aHa stra– da? o presso qualche vicina? o frequenta un'istituto? e questo istituto è veramente e– ducati,o0 o ne porta solo il nome? Oppm-e il suo figliolo frequenta la scuola comunale 0 la mae.stra che ne dice? si mostra bugiardo anche a scuola 0 (Se il bambino frequenta la :-;cuola favorisc-.a interpellare la maestra pr!– ma di rispondermi. E' necessario sapere se il bimbo tiene uguale o diver.so _cont~gno. ~ casa e a scuola). Conosce ella i piccoli am1c1 del suo bambino? Ancora una. domanda: può dirmi se il suo -figliolo non ricorra alle bugie per ottenere cose che non potrebbe avere chiedendole leal– monte? Sono convinta che una fra le su-esposte domande farà scaturire dal suo cervello la. scinti11a benefica che rischiàrerà la situazio– ne e le additerà la via da seguire. Se così non fosse, esamineremo il bambino e trove· remo, ne sono certa, il modo di guarire il piccolo ammalato. è\1i duole cli non poter dare risposta più sollecita e più precisa, ma le malattie del- 1'anima esigono tatto, delicatezza e p1-uden– za. Una mossa falsa può peggiorare le cosc-. ~\,anti e coraggio! LUISA DR.\GHI MARTEGANI. Colla fine del mese scadono gli a bbo– narnenti semestrali, raccomandiamo ai compagni e alle compagne di rinno– vare sollecitamente l'abbonamento man– dando, prima del 30 giugno, cartolina vaglia di centesimi 80. La nostra Amministrazione sarà co• stretta a sospendere l'invio del giornale a chi non rinnovasse l'abbonamento entro il mese di giugno. La logica dei semplici La famiglia e il socialismo. - Ah, quel socialismo che vuol distrug– gere lai famiglia, gli affetti più puri, le vir– tù più belle! .. - Dite sul serio? Io ,eramente non so per qual motivo il socialismo, mi dovrebbe dividere dal mio buon uomo che mi vuol tanto bene e dovrebbe farmi disconoscere i miei :figliuoli Se, proprio per essi, io sogno e spero in una vita più bella. - Eppure pei socialisti le donne devono essere in comune: capite che vei·gogna? - 'Eh via: di queste cose io non ho mai sentito par]are: ho sentito dire come non sia giusto che Ja fila,nda appartenga al signor .. \._,il quale sfrutta le operaie vivendo nell'o– zio e nel divertimento; e che la campagna qui intorno sia del signor B, che tira. per il collo i contadini e regala loro la pol,e-re del– la sua automobile sullo stradone: ma che inYcce tanto la filanda, tanto la tenuta deb– bono essere esercite in comune dai la,·oratori. E ingrandite l'esempio se ,olete! Il sociali– smo mi dice sopratutto questo: che tutti de– vono lavorare e tutti godere in giusta misu– ra del loro lavoro. - Eppure il socialismo ammette il libero amore .. - C'è modo d'intendersi: Sicuro che se il mio uomo fosse un mascalzone, io avrei il diritto <li piantarlo e di cercarne un altro più braYo. Vi pare? -- 11a i figli, non ci pensate al guaio, allo scandalo? - Il guaio è quello di non a,~ere come oggi a,vjene talvolta il mezzo per sosten– tarli, in quanto a1lo scandalo poi, che scan– dalo volete chf" ci sia, è- maggior scandalo il viver di liti .... - )[a acl ogni modo la cosa è sempre im– morale. - Perchè vo1ete che _sia immorale la sepa, razione di due individui che t5entono cli non poter più convivere. Gli scandali e- le immo– ralità bisogna cercarli altrove. :llatrimoni di interesse, unioni basate ~ulla ipocrisia e sul- sera, tolse, dalle braccia dell'affaticata campagna, il bimbo addormentato; più di un amante, toglien– dosi a brnccctto la fidanzata, non i:;ussurrò le so– lite volgarità, p:u·ecchi, usi a\Posteria, le scanto– narono d 'accanto <:enzaemrarvi. ,\ccanlo ai portoni dei comuni cortili, nessuno si fermò, quella stra, a fare la solita maldicenza, e- sulle soglie delle case, ciascuno si soffermò, cor– te<:e,a dare la buona sera. )folle case, più di un giovanotto, attraversò in punta di piedi, la camera dei vecchi addormentati; pili di un mnrito, aiutò la moglie a rimboccare le coltri dei figlioli; e nel cuore di ciascuno, in quella notte, vé'gliarono i migliori sentimenti che, da tempo, vi giacevano soffocati e intorpiditi. Solo il vecchio curato, che aveva tutto ascoltate., e tutto os<;ervato da un pertugio della sagrestia, gcttando~i sotto le collri, pieno di dispetto e di malumore, non era capr1ce di prendere sonno, e voltandosi e rivoltandosi rabbiosamente, andava brontolando: (t Fin quassù è venuta a caccian,i quella mala femmina; ... e non l'hanno fatta scap– pare a sassate... e anche quelle pettegole di don– ne son venute a sentirla ... e come stavano atten– te ! E térnerà ancora di certo, e ne verranno degli altri magari .. \h ! dove andremo a finire, dove an– dremo a finire? n. (Continua).

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