La Difesa della Razza - anno II - n. 19 - 5 agosto 1939

ampie regioni, in gnn parte m.onluose, desertiche, tleppose del continente, isolate dalle gnndi di.stanze e da un oceano immenso, rimane, in generale, ad un livello di civiltà molto più buso e ciò non per difetto di attiludini, come lo dimostra lo !lato di una civihà agri.col4 cui è pervenuta e le ahezze raggiunte in alcune manifestazioni del pensiero. la ~o Mra, è refrauaria ad un alto sviluppo intellettuale; di però i lavoratori ideali per le cohure delle regioni caldo-umide, come quelle della canna da zucchero, del cotone, del tabacco. Ciò '!piega la vergogna della schiavitù nera che devutò per se· coli le popolazioni africane! La raua gialla è la più resistente a lutti i climi ed a.mbienli, la razza bianca meno resistente ai climi caldo-umidi ed uniformi. La razza negra, più soggdt.t. a tutte le malattie infetti,·e, ha tu• bito ormai tale selezione che è la più resistente ai climi tropicali. Vi sono delle qualità razziali congenite ed altre che si attenuano e &i modificano. Non si può negare che l'ambiente e il divcno tenor di ,•ita poMOno modificare alcuni caraUeri, ma fino ad un certo punto. Un esame denagliato degli europei di civiltà ariana ha senza dubbio notevole interesse, in quanto in suo confronto l'appor10 economico degli altri popoli appartenenti agli. altri gruppi della razza bianca (indiani. semiti ec:c.) è molto più modesto. Senza confronto ed in tutto favore è poi l'apporto degli europei-ariani ris1>ettoalle popolazioni di ~!a •gialla e di razza nera. Parlando particolarmente dell'Europa cominceremo dai po• poli comunemente conosciuti sotto la denominai.ione di La1in1. 36 PDCENTUALJ Dli DIVDSJ STATI IUROPD Notiamo che nel parla.re di popoli latini noi ci siamo attenuti, unicamenle per comodità e &emplicità di t:t1pos.izione,alle divi. &ioni 3.bituali fondate. più su criteri. linguistici, storici e u.suali, che su criteri razziali. Se ti do,•esse tener conto di questi ultimi non si potrebbe per la Francia parlare esclusivamente di latini, CMendo nel centro prevalenti i cehi e nel nord e ad oriente prevalenti elementi germanici, al sud elementi liguri. Con mag• gior r.1gione tali riserve rauiali vanpo fatte per t romeni. l Romeni risultano da un mi.sto di slavi e de.i discendenti degli antichi coloni romani. L'eterogeneità raiziale è aumentata dopo la grande guerra con l'inclusione di vasti territori abita.ti da magiari~ da slavi e da tedeschi. Considerando ec:onomicamente a parte i romeni {che prcsen• tano un'economia pre, 1alentemenle agricola e più simile a quella dei popoli 1lavi}, i popoli latini hanno dal 38 al 57% della Joro gente attiva occupata nell'agricoltura e dal 2.1 al 34% oocupat• nell'industria. In confronto fra i latini. si presenlano con maggiore carauer~tica agricola i popoli della penisola iberica e della penisola italian2 che i francesi. In Francia la percentuale di 1>opola2:ioneatth•a addetta alle industrie ed ai con\tt)erci supera complessivamente quella addelta all'agricoltura, cosa che non è in,·ec:e per la Spagna. il Portogallo e l'Italia. Ciò peraltro ha un valore relativo, in quanto, malgrado il crc.ttnte 8J>0polamcnto delle cam1>ag11e francesi, dovulo all'urbanesimo e alla denatalità - spopolamento solo in parie com1>ensato dall'immigrazione (un tempo composta di italiani e spagnoli ed in questt ultimi anni anche di elementi esotici). - l'agricoltura con1inua sempre a costi· tuire una sorgente primaria di rie• chez.za per la Francia. Per quanto riguarda la percentuale di popolazione latina impiegata nei commerci - sem,f)reC:8Cludendo i romeni - rileviamo che qtiesta va dal 10% al 16% per la Francia e per !"Italia e scende a percentuale modestissima, meno del 6% per la Spa• gna e il Portogallo. f popoli germanici, contiderati nel loro complesso, sono prevalentemcn• te occupali nelle auiviti indu1triali (30-47% circa), molto di più degli slavi e più dei latini nel commercio (]2-20% circa), molto meno degli sla,i e dei Ialini nell'agricoltura (2344 per cen10). L'Inghilterra, più ancora che la Germania (la quale ha il 41% della sua popolazione occupata nelle industrie) pfe$Cnla al massimo queste caralleri&tiche: essa infaui ha più del '7% della popolazione impiegata nelle industrie. Il 21% circa impiegato nei commerci e meno del 7% impiegato nell'ag·ricohura. Fra i popoli germanici solo gli scandinavi (notiamo che gli scandinavi in parte .&c>nofinni e non germanici) presenlftno una certa su• perioriti nelle occupazioni agrico• le (30-44% in confronto delle OC· cupazioni industriali che pure .&0110 notevoli. (29-35%,). Ma lanto gli M:andinavi quanto gli austriaci e,•i• tlentemenle nulla mulano delle coniidera.iioni ·innanzi es1>ostc, ~li• cuendo una maM&modesta di po1>0•

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