La Difesa della Razza - anno II - n. 19 - 5 agosto 1939

m gn.n parte dmrutta dagli Arabi. Ma quest'impero tanto forte da resistere a Roma e a Bisanzio, questa civihà ariana sugli al. 1opiani orientali, decadde J>OCO dopo e rapidamente per corruzione interna, e dopo una st"ric di disfa1tt" sanguinose, finì per t"SSerc soggiogata dagli Arabi. Par\'C al momento che questa irwasione di un popolo fanatico dove~ sommergere complctamt"ntc la civihà dei Persiani; come a,·cva fano Omar ad Alt"ssandria, ros1 in Pt"rsia tutti gli scritti vennero bruciati, la religione mudaica fu ancor più crudt"lmt"ntc pcruguitata del giudaismo e del cristiancsi.rno, e fu imposto il Corano che si dovette imparare in arabo essendone proibita la traduzione. Per due secoli documenti cd opere letterarie vennero scritti in Arabo, ma si tratlava di una ~sia cortigiana ignota al popolo, cosicchè: quando nel 9(1() la lingua nazionale rifiori col fUsiaNo '"odrrNo, cht" pur introducendo nu. mcrosi termini arabi nel lessico, mantt":nne inaherata la strunura morfologica iranica, la civiltà persiana ebbe ben presto ragione degli invasori poco numerosi. Alla metà del liec. VII I. il califfato ommiade venne distrutto dagli Abbassidi etnicamente arabi, ma ispirato a uno spirito nazionale persiano e circondato da una corte di ministri e letterati persiani. La vecchia nobiltà iranica che si scmi,,a soffocare dalla gretta mcnta.lità scmila mussulmana, ricominciò ad es.al. tare le antiche gloriose memorie degli avi, sempre gclosamcn1e conservale, cd ebbero inizio nel nord e nell'est dell'Iran qudle brevi fantasmagoriche dominazioni di principi cht solo di nome riconoscevano l'autorità del califfo di Bagdad. Si tratta,•a, per lo più, di sovrani di rana turcoman.na, entrati in Pcnia a piccole squadre e che avevano iniziato la loro storia come mercenari, come soldatacci o briganti. Le generazioni successive di questi principi. trasfonnate completamente dalla civihà locale ancora forte e chcl anzi era in un momento di magnifico risveglio, go- ,,crnarono con spirito e carattere persiano e si eblx-:un periodo di grandioso sviluppo leuerario in cui rifior1 la lingua nazionale. E più di una ,•oh.a si vide il figlio del conquistatore che coi libri delle biblioteche aveva fallo strame pci •uoi cavalli, n.c:cogliere rcligio53mente le reliquie dei grandi poeti e curarne l'edizione con dotto commento! Per due secoli dominarono in varie parti del paese i Tahiridi, i Saffaridi, i Samanidi e altre dinastie turano-altaiche, ma fra lutti questi sonani sfarzosi cd effimeri, si distinse per potenu, 1)("rmunificenza e pçr durata il grande Mahmud di Ghazna figlio di uno schiarn 1Ja.ganotanaro, guardia del corpo di un avnnturiero ribelle. Fece grandi conquiste in Penia e in India, e a lui, mussulmano di corwusione recente e dubbia, il califfo imbelle e pavido concene il 1i10l0 di l'roldtorc dt'lfa Ft'dr. Ma breve fu questo splendore: i deboli successori non seppero far fronte ai turchi Selgiucidi che strariparono nel paese tutto saccheggiando e de,•astando, finchè il Califfo non ebbe riconosciuto come suo ,·icario il barbaro Togrul nominandolo e Colonna della Fede• e facendolo suo genero. Colla ,•enuta dei Sclgiueidi le cose cominciano a modificarsi: non si 1ra1ta più di piccole bande fac,lmente assimilabili, ma di grosse truppe, che doPo violenze e massacri si fondevano con le popolazioni autoctone modificandone la compagine razziale. Ancora una volta pcr~ questa ,•ecchia razza ariana bcnchè ,•inta e indebolita per le stragi e gli incroci, ebbe la fona di imporre la sua cultura ai ,·inci1ori, ancora una ,·olta i successori di una dinastia barbara fondata colle stragi crearono uno stato ci,•ile e potente con s,•iluppo artistico ed economico non comune. Dasterà ricordare il irrioclo splendido dell'illustre ).lelik Scià. che .soprattutto per opera del suo ministro persiano ~izam-ul.).lulk, diede grande impulso alle opere pubbliche, all'agricoltura, alle industrie, alle letteK, alle scienze, alla bencfictnta. Ma anch'essi subirono il destino comune: la dinastia decaddt":e si spense col. l'ultimo principe che mori combatt('n\lo coi ,,ersi di Firdusi sulle labbra. Poi di huovo la Persia fo sminuuata in tanti s1atcrelli retti da anenturieri di ogni o.rigine, contraddistinti dal titolo turco di ala-lng, fincM si inizi~ il periodo tristissimo dtlle rrandi invasioni mongoliche. Orde di barbari pagani, condotti da Gengiz-Khan, scesero dalle regioni del Khvarczrn e dell'Osso, 111110bruciando, saccheggiando, mas5acrando. Province intere furono rase al suolo, il Corano fu calpestato dagli ioccoli dei cavalli e pan·c che la ·vita ci\'ile della Persia do,·essc sparire, 50mmersa dalla fiumana devastatrice. lm•cce ebbe ancora la forza di fare subire il suo influsso ci,·ile al feroce Hulagu, il distruttort degli Assassini, che in un primo tempo a,·eva mas5acrato l'ultimo califfo a Bagdad, compiendo,·i tali s1ragi da riempire le acque del Tigri di cadaveri e di opere d'arte. Nelrultimo periodo della sua vita divenuto generoso mecenate, prot.rssc artis1i e scienziati e così si comportarono purt": i suoi successori che rimasero un pezzo indecisi fra il Vangelo e il Corano, finchè Ghazan si decise per

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