La Difesa della Razza - anno I - n.4 - 20 settembre 1938

DJE][ 4[A]RlA 1r1rJE]Rl][ RAZZA za più impressionante, la funzione della donna per la conservazione dei valori medi, e perciò fondamentali, che costituiscono gli elementi morfo-fisiologicì tipici di una specie o di una razza. Altissima funzione dunque quella riservata dalla Natura alla donna. Questa è dunque dotata, non soltanto di una forza maggiore per difendersi dagli agenti patogeni, dall'insidia delle malattie, ma è pure fornita di un eccellente patrimonio cromosomico, se questo riesce a tratt"enere i valori più caratteristici della razza e a farli prevalere nei processi ereditari per il perpetuamento del tipo medio. FORZA DEICROMOSOMI FE MINILI Constatata la validità della legge del Pieraccini e la funzione cen tralizzatrice della donna, può essere utile domandarci, quale può essere l'intimo fondamento di questa qualità, e venendo può oltre, qualll influenza e quanta può avere la madre sui caratteri della prole specialmente quando l'incrocio avvenga fra elementi lontani. La funzione centralizzatrice dei caratteri è ereditaria, perciò deve essere naturalmente depositata nell'uovo, e più particolarmente nei cromosomi. A questo proposito è bene ricordare tenendoci ad una esposizione schematica e riferendosi alla sola specie umana, che la cellula-uovo possiede coppie di cromosomi uguali (~X), mentre lo spermatozoide ha Ira le altre una coppia contenente un cromosoma diverso (XY). Non mi dilungo a ricordare che per altri scienziati la differenza sarebbe semplicemente nel numero (48 cromosomi nella femmina e 47 nel maschio). Questo corredo cromosomico resta nella discendenza delle diverse specie sempre costante. Perciò quando uno spermatozoide si unisce alla cellula-uovo (anfimissi) per poter cglservare questa costanza di numero e:itrambi devono aver già g/ovveduto a liberarsi della metà dei loro cromosomi (processo · riduzione cromatica). Compiuta questa riduzione la cellula-u o si troverà ad offrire 24 cromosomi tipo XX, mentre lo sper értozoide, secondo ciò che avrà precedentemente espulso, polr p sentore o 24 cromosomi XX oppure 24 cromosomi XY (nel caso di differenza numerica come sopra ho accen"lat0 lo spermatozoo porterà o 24 o 23 cromosomi). Nasce una femmina quando si sono Uniti 24 cromosomi XX materni e 24 cromosomi XX paterni. Questd> donna cresce, si sviluppa diventa adulta mantenendosi ancora una volta sulla linea media dei caratteri più tipici della sua razza, secondo quanto è stato constatato dagli studi che ho riferito più sopra. Poichè il suo patrimonio cromosomico è per metà materno e per metà paterno la donna ha il SOOé,di probabilità di realizzare i caratteri dell'uno e dell'altro genitore (nel caso dei caratteri razziali variabilità da parte del padre e fissità da parte della madre). Tuttavia la donna si tiene, come si è visto, sulla media, sulla fissità: evidentemente i caratteri contenuti nei cromosomi materni «dominano> quelli dei cromosomi paterni pur essendo entrambi a parità di numero. Appare perciò evidente l'importanza della donna nella conserva.zione dei caratteri razziali medi, che essa fra prevalere anche quando da parte patema lè proviene materiale ereditario contrastante. Quando nasce un maschio dall'unione di 24 cromosomi materni e 24 cromosomi patemi (fra cui il gruppo XY) oppure dall'unione . di 24 cromosomi XX materni e di 23 cromosomi XX paterni, è verosimile che l'intervento del cromosoma Y'. o la mancanza di un cromosoma X costituisca una perturbazione che stabilisce una maggiore variazione di caratteri che sono del tipo maschile. L'infìuenza materna può tuttavia farsi risentire nellct discendenza specialmente su quella femminile. · L'importanza dei cromosomi femminili può anche verificarsi durante il processo di mat4razione; ~on moltissima probabilità nella riduzione cromatica che allora avremo la cellula-uovo si libera dei cromosomi patemi. Ma vi sono anche altri elementi che stanno a dimostrare, spie- .gando ancora la legge del Pieraccin1, la superiorità e la forza genetica della donna. In essa la quantità dei cromosomi è superiore a quella dell'uomo, sia che secondo le vedute del Guyer le si attribuiscano 48 cromosomi contro i 47 maschili, sia che secondo Winiwarter si ammetta nei 48 cromosomi dell'uomo la presenza di un cromosoma Y che è più piccolo di tutti gli altri. Questa superiorità si concreta nell'atto in cui si inizia la generazione di un nuovo essere. Infatti alla femmina la madre darà 24 cromosomi come il padre, ma, come abbiamo visto, di,_qualità superiore; al maschio :invece ne dà 24 contro i 23 patemi. Oltre quella cromosomica vi è un'altra superiorità: l'uovo è più grande dello spermatozoide (onde il nome di macrogamete} e quindi reca alla coc;truzione dello zigote una quantità superiore di materiale citoplasmatico che molto probabilmente, secondo quanto pensano molti studiosi, non è una semplice sostanza plastica da costruzione, ma reca in sè anche molti elementi ereditati. Questa essenziale fondamentalità del sesso femminile ha avuto anche molte prove sperimentali fra cui quelle di N. Beccari. A questo proposito il Tìrelli ha sottolineato l'importanza di queste ricerche dalle quali appare che il maschio sia come una derivazione secondaria dal sesso femminile che resta quindi biolo.gicamente più fondamentale. E questa constatazione è appoggiata dal fatto che mentre si è riusciti artificialmente a fare sviluppare uova senza fecondarle, ma con stimoli fisici e chimici: (partenogenesi artificiale) lo stesso non si è mai potuto ottenere per lo sper~ matozoide. Da tutte queste ricerche che sono venuto via via esponendo risulta assai chiaro l'alto compito biologico che la natura ha affidato alla femmina. Essa deve difendere i caratteri tipici che formano il patrimonio distintivo della sua specie e delle sue varietà razziali. Compito assai elevato di vitale difesa che la femmina può assol- ...e una gaia contadina. 35 Una fanciulla patrizia~.

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