Diario - anno VIII - n. 10 - giugno 1993

a qualsiasi scritto » è questa: « chi parla in queste parole? Quafo necessità parla in queste parole? » (p. 17). C'è in queste affermazioni, ma soprattutto nel modo in cui vengono riportate e commentate, un'evidente esagerazione. Nietzsche, per i suoi adoratori, è diventato, come Marx per i mancisti, non un grande pensatore fra gli altri, ma l'episodio di pensiero culminante di tutta l'epoca moderna. Ci si chiede: sarebbe davvero Nietzsche il protagonista unico di quella « abolizione della struttura permanente del pensiero occidentale »? Nietzsche era un filosofo che odiava la filosofia e che desiderava essere un poeta e un artista, come spesso è avvenuto anche negli ultimi tempi a diversi filosofi minori. Quella « struttura permanente» era qualcosa in oui è probabi,lc che solo le ,souole filosofiche avessero creduto. E quando si parla dell'avvento di Nietzsche come di un avvento straordinar.io, si desorJve semplicemente la nascita del filosofo non sistematico, del saggista: come se non fossero mai esistiti altri coraggiosi pensatori non sistematici, liberi da impalcature dottrinali e metafisiche, e grandi scrittorJ di saggi, come Montaigne, Pascal, Diderot, Leopardi, Kierkegaard. Autori che nei ,loro scritti ci hanno detto molto più chiaramente, molto meno enfaticamente di Nietzsche, chi parlava in essi. Nel suo ampio scritto, Calasso trattiene sempre un po' troppo i:1respiro e non riiesce a espellere J veleni della superbia che Nietzsche gli trasmette. Sente H bisogno di delineare scenari da brivido. Per esempio: « tutta fa vita di Nietzsche ha un aspetto voraginoso» (e quella di Rimbaud? e quella di Melville?). Nietzsche all'Jnizio di Ecce homo « ci annuncia subito che il suo scritto dichiarerà ciò che egli è », e Calasso sottolinea, con tanto di sottolineatura, che « Questo è veramente inaudito » (i pensatori estremi e supremi si riconoscono dal bisogno continuo di mettere in corsivo le parole, di marte1lare i vocaboli, come parlando ai sordi). Come se Rousseau, o Tolstoj, o Baudelai,re non avessero scritto le loro confessioni e i loro diari. Ma Calasso vuole caricare le tinte intorno a Nietzsche, che già le caricava: « sconfinato labirinto », « volontà fatale», « massima conseguenzialità e massima contraddittorietà», il niet?.SCheano voler essere «dinamite» e voler essere ((nuance», l'Ecce homo come « prodigioso compendio di un essere polimorfo ». Gli eccessi enfatici di Nietzsche vengono dilatati da Calasso e trascritti come 41 Biblioteca Gino Bianco

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