mente a ogni azione e nulla desidera. È colmo di gioia, non ha anrt:ipatia, dolore, emozione, ventate di piacere. Questo ideale è remoto da ciò che noi di consueto pensiamo, può sembrare perfi:no opposto e ostile, eppure è l'unioa aspirazione perfettamente definita e rispondente a una filosofia incontrovertibile. (p. 35) Strano che Zolla non si renda conto che la sua lode delJ'estasi, scritta e riscritta in molti libri dotti e 1ah011iosin,on può che risultare, nello stesso tempo, superflua e avvocatesca: si irivolgeinfatti ad un pubbLicoprivo dei presupposti culturali necessari a desiderare realmente quel fine massimamente desiderabik Il fine è la felicità più grande, più intensa, più stabile. La .sua desiderabilità è nella sua stessa definizione. L'incitamento a perseguire quel fine è perciò superfluo. Ma è d'altra parte anche avvocatesco: perché senza una cultura che interpreti la vita umana e ,il cosmo in modo da predisporre al desiderio dell'estasi, della santità e della perfezione dello « spirito impassibile», ogni perorazione è solo vacua e vanamente matoria. Come può essere desiderabile, concepibile, raggiungibile .H fine sommo delle culture religiose dall'interno di cu:lture che hanno sacrificato la religione a vantaggio della produzione, dell'amministrazione e della crescita economica? H tentativo di restaurare cultuire pre-moderne, cerimonie religiose, feste, riti magici e pratiche miistiche nel1e società moderne ha dato luogo, per lo più, a mostruose, grottesche manipolazioni e amputazioni della coscienza. Trent'anni fa, quando era più un critico della cultura che un propagandista della uscita dal mondo, Zolla sembrava cosciente di questo: 24 La festa e il rito non sono restaurabili, guai a chi voglia resuscitarli a freddo, un grottesco squallore lo colpirà per aver voluto con la volontà as,tratta destare in vita ciò che non dipende dalla volontà, ma è per essenza spontaneo. Il fascismo che altro non fu se non un tentativo di ristabilire cerimonie morte, di dare scosse galvaniche a corpi mistici di già cadaverici? ( ... ) È come se in un mondo dove per avventura fosse sparita la musica si volesse riafferrare l'incanto musicale pizzicando a caso budelle d'animali, senza poter riafferrare l'ordine che lega le note ed il rituale del concerto. Biblioteca Gino Bianco
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