Diario - anno VIII - n. 10 - giugno 1993

rendiamo conto delle nostre tacite obbedienze e automatiche sottomissioni, ma ce le possono scoprire, dandoci un orrore salutare, i momenti di spassionata osservazione, quando scatta il dono di chiaroveggenza e libertà e per l'istante si è padroni, il destino sta svelato allo sguardo. Per mantenersi in questo stato occorre non avere Jnteressi da difendere, paure da sedare, bisogni da soddisfare; si raccolgono i dati, s,id1spongono nell'ordine opportuno e, al di ,là dei recinti dove si &ta rinchiusi, si spalanca ,!'immensa distesa del possibhle. Sono le parole con le quali si apre l'ultimo libro di '.Zolla, Uscite dal mondo (Adelphi 1992), un libro d,i seicento ,pagine, in cui l'autore ci propone una vasta sintesi deHe sue esplorazioni instancabili di viaggiatore e di lettore nel mondo dell'oitre~mondo. Zolla si è sempre dedicato alla ricerca dei punti in cui Ja superficie de1le apparenze si incrina, la comune percezione del tempo e detlo ·spazio, delle cause e degli effetti sembra miracolosamente sospesa, e Ja brezza delJa Meta.fisicapenetra nella prigione del mondo ,profano. Allora 1a maledizione deWillumini<smoperde il suo potere e la mente può essere finalmente e davvero Hluminata. Il libro prende nota di ogni genere di « fenditure e varchi » che oi permettano il trasferimento dai reale al possibile: perché i,l reale è schiavitù, secondo Zolla, mentre il possibile è delizia e libertà, coscienza e beatitudine. H mondo moderno, nato dal'la rivolu:l!ione industriale e dalla ra2iionalità illuministica, è un mondo dentro oui i,l genere umano ha perso Io scopo della v•ita, che è iil « trapasso » nella condizione suprema, la sola veramente desiderabile perché defil.n:itiva,indifferente alla vita e al'la morte, insensibile ad ogni dolore: Ja condizione di un essere umano in contatto stabile con l'Essere e ,perciò dominato da uno « spirito impas·sibi,le ». Allora, per chi è morto ad ogni desiderio e ad ogni bisogno, per chi ha raggiunto Jo ,stato estatico e riflette in sé .il « cosmo intero », « non sussiste più nessun condizionamento ». È la meta proposta e raggiunta dai mistici, tante ,vofte da loro descritta più o meno negli stessi termini ora usati da Zo1la. Il « liberato in vita » ha trasceso tutti ii limiti della vita comune, non ha più niente dell'« uomo normale» e deHa condizione umana: Non ha nessun desiderio, come chi dorme. Pensa che nulla esista. Agisce, ma nulla lo tocca nell'interiorità. Rinuncia interior23 Biblioteca Gino Bianco

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