supplicavano Pantagruele di voler pronunciare senz'altro la sentenza: quella che a lui pareva meglio; e loro l'avrebbero accettata e ratificata uno ore e toto corde, ex nunc prout ex tunc. « Ebbene » disse Pantagruele, « giacché cosl vi piace, cosl farò. E aggiungo che il caso a me non sembra poi tanto difficile quanto lo fate voi: molto più facile, direi, del vostro paragrafo Catone e di quanto non siano '1a legge Prater, 1a legge Gallus, la legge Quinque pedum, la Vinum, la Si dominus, la Mater, la Mulier Bona, la Si quis, [ ...J, e molte altre ». Detto questo, si mise a passeggiare per la sala immerso in profondissime cogitazioni, com'era facile· vedere, perché, nell'angustia di dover rendere giustizia a tutti e due senza discriminaz>ionio fa. voti di sorta, gemeva come un asino bardato troppo stretto. Poi tornò a sedersi e pronunciò '1a sentenza come segue: « Vista, intesa e •ponderata la controversia fra il signor di Baciaculo e il signor di Fiutapeti, la corte dice loro che: « Considerata l'orripilazione del vespertillo nel mentre che declina bravamente dal solstizio d'estate, per far la corte a bolle di sapone cui diede scacco un semplice pedone, approfittando delle nefandezze e vessazioni dei ludfugi nitticòraci appigionati al clima delle vie di Roma alla vista di un crocefisso che tendeva una balestra alle reni; dichiara il querelante aver agito in conformità della legge ti-stoppando il galeone benché la brava donna lo stesse gonfiando con un piede calzato e l'altro no, e rimborsandolo basso e duro nella propria coscienza di tante lappole quanti peli vi sono in diciassette bacche nonché sul tombolo del ricamatore. « Similmente la Corte diohiara infondata ogni imputazione nella quale si poteva supporre ch'egli fosse incorso riguardo a1privilegio della scoviglia, e ciò per non essere in condizioni di stabbiare a piacere, data l'opposizione di un par di guanti profumati all'estratto di scoregge di candele di noce quaH si usano dalla gente di Mirebalays, suo paese natale; sciogliendo poi la riserva deHe boline con le palle di bronzo dei palafrenieri che le pasticciavano in modo riprovevole tra zuppe di legumi imbardellate a logoro con tutti i sonaglietti dello sparviero: quelli, si specifica, cuciti a punto d'Ungheria, che il cogn~ltoportava per memoria in una cesta limitrofa ricamata in rosso a tre scaglioni mozzi di canovaccio, proprio dalla parte del canile 72 Biblioteca Gino Bianco
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