Diario - anno VII - n. 9 - febbraio 1991

I due episodi qui riportati sono tratti nspettivamente dai capitoli 10-13 del Pantagruel e 39-43 del Terzo Libro di Pantagruel. I diversi tagli (indicati con i tre punti entro parentesi quadre) erano necessari per ragioni di spazio. D'altra parte, la furia elencatoria, l'incontinenza e la st•rabocchevolezza di Rabelais sono tali da non temere salassi di sorta; pensiero, poetica e stile conservano il loro carattere eccessivo, a dispetto di qualunque riduzione. I testi poi sono (o dovrebbero essere) piuttosto noti e chi non li conoscesse può facilmente procurarsi il. piacere della lettura integrale. Qui interessa più che altro segnalare l'ottica, il metodo e la morale di Rabelais. Nel primo episodi.o, le perorazioni dei due contendenti sono state scorciate circa della metà, ma la sostanza degli argomenti non ne scapita. Il processo resta più che sufficientemente istruito per apprezzare la saggezza, la perfetta congruità, l'equità dehla sentenza resa dal grande Pantagruel. Nel secondo episodio, non c'è quasi proposizione di Brigliadoca che egli non si preoccupi di suffragare con l'autorità del diritto romano, ecclesiastico, medievale, e della pestilenziale genla di giuristi, canonisti, legisti, commentatori, glossatori e altri furfanti (quasi tutti italiani: antico vizio, il nostro): dopo due o tre esempi di questo grottesco modo di procedere, giusto per darne l'idea, s'è preferito alleggerire il testo da tali soffocanti bardature. Il lettore italiano dispone di almeno due ottime traduzioni integrali del capolavoro di Rabelais: quella di Mario Bonfantini (Einaudi 19.53, successivamente ristampata negli Struzzi) e quella di Augusto Frassineti (Sansoni 1980, dall'84 anche nella Bur, con testo francese a fronte). Qui ci si è serviti della seconda, non senza qualche prestito dalla prima. 64 Biblioteca Gino Bianco

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