L'ULTIMO BARTHES E LE NOIE DELLA «MODERNITÀ» L'onda sempre più corta della moda strutturalistica-semiologica, anzi post- o post-post-, ha fatto ancora in tempo a regalarci questo libriccino di Roland Barthes, Incidenti (Einaudi 1990, pp. 98, lire 12.000). E che altro potrebbero fare eredi cosl inetti se non campare sul nome e sul capitale del maestro, fino agli ultimi spiccioli? Uscito in Francia nell'87, Incidenti raccoglie due articoli già pubblicati in vita e due pezzi più lunghi di carattere diaristico, inediti. La luce del Sud-Ovest (« l'Humanité », '77) è una amorosa rievocazione di Bayonne, dove Barthes passò le estati dell'infanzia. Al « Palace » stasera... (« Vogue-Hommes », '78) è l'elogio di un famoso locale parigino, un ex teatro ristrutturato e adattato a night. Nonostante l'estrema soggettività del taglio barthesiano, per cui Bayonne e il « Paface » sembrano poco più che pretesti per parlare di sé, dei suoi gusti, dei suoi sentimenti, i due pezzi hanno provocato in me ·reazioni opposte: un forte desiderio di visitare Bayonne, i Pirenei atlantici, il fiume Adour, e nessuna curiosità di conoscere il « Palace » ... Beninteso, tra un luogo di natura e storia e un mero artificio di architetti e arredatori, non ho dubbi, a priori, a prescindere da Barthes. Ma vale ugualmente per Barthes: se le pagine su Bayonne risultano più seducenti di quelle sul « Palace », è perché Bayonne esercita su di lui una seduzione di ben altra qualità che non il « Palace ». I testi che giustificano, per cosl dire, il volumetto sono però quelli diaristici. Incidenti (titolo della sezione esteso anche alla raccolta) è un montaggio di annotazioni, schizzi, « cose viste », frammenti brevi e spesso brevissimi (due, tre righe), senza legame logico o narrativo, su un soggiorno del '68-69 in Marocco. A dare unità .59 Biblioteca Gino Bianco
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