to, ila malattia e la morte sono impossibili, ·respinti nell'indicibile da una svelta mossa di scongiuro. Per questo in Calvino la morte non ha mai niente a che fare con la vita, né la vita con la morte. Il che è anche indubbiamente vero, è un lato della questione. Perché delle due una: si è' vivi o si è morti. Eppure questa logica dell'identità, questa razionalistka distinzione degli opposti, respinge anche fuori dehla scrittura di Calvino tutto quel negativo con cui egli ha sempre detto di battersi. Più che essere superato, il pericolo viene fatto sparire. Cosl l'area della letteratura, e della cultura in generale, è quella in cui foce è stata fatta, l'ordine è stato ristabilito, la paura non c'è più. La lotta fra gli opposti ,può essere di nuovo messa in scena dentro quello spazio. Ma, appunto, solo per gioco. Calvino dice una verità sulla condizione·,sullo statuto della letteratura, una verità che potrebbe essere formulata cosl: la letteratura è sempre al sicuro. Ma certo non era questa l'idea che della letteratura avevano i romanzieri ottocenteschi, né gli autori della poesia moderna, o gli scrittori d'avanguardia e gli scrittori impegnati. Senza che si capisse troppo, Calvino ha condotto letteratura impegnata e letteratura sperimentale in un nuovo territorio: quello della garanzia e della simulazione. Garanzia nei confronti dell'insensatezza, dell'incomprensione, del fallimento, del disaccordo con un pubblico e una cultura letteraria dominante. E simulazione di rischi già passati e neutralizzati. O, se cosl si vuole dire, non più reali ma solo ipotetici. I « mondi possibili ~ di Calvino, i suoi giochi, il suo sperimentalismo ludico vogliono dire questo: che la letteratura non avrà più traumi, e non ne avranno, quindi, neppure coloro che la leggono e la studiano. Gli accordi fra scrittori e pubblico, fra artista e critici, accordi che erano stati revocati con l'inizio deMamodernità, e che avevano fatto irrompere nella letteratura moderna torrenti di incomprensione, di nausea e di rancore, quegli accordi con Calvino sono pienamente ristabiliti. E tuttavia, mai la critica, a quanto so, ha parlato nel suo caso di conservatorismo, di restaurazione, di ritorno all'ordine, di tradizionalismo, di classicismo. Questo è avvenuto, credo, per una sorta di generale falsa coscienza della cultura letteraria degli ultimi decenni. Si è creduto, ancora con Roland Barthes e con l'avanguardia pari- ◄6 Biblioteca Gino Bianco
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