ria, scienza applicata di quelle funzioni e strutture che eternamente, dai tempi più remoti, presiedono alla composizione di ogni racconto, storia, fiaba, mito. Narrare una o più teorie del narrare, rendere letterariamente commestibile una scienza della letteratura sempre più astratta e che minacciava di diventate un surrogato della letteratura: la lotta con l'aridità affascina Calvino, stimola la •sua immaginazione ludica e conciliativa. Non si trattava propriamente di una svolta. Osservazione della natura (magari, ora, nella forma della fantascienza) e uso della fiaba erano sempre stati in Calvino due modi per distanziare l'imbarazzante, faticosa, vischiosa materia offerta al narratore dalla realtà contemporanea. Calvino è sempre stato un narratore che non sente il romanzo, che perfino ne diffida. Narratore anti-romanzesco: nel senso che la problematica sociale e morale, la scienza della vita quotidiana come microstoriografia, che caratterizzano il romanzo moderno, sono sempre stati fuori del suo orizzonte. Interessato piuttosto alle forme pre-moderne e post-moderne di narrazione (fiaba, romanzo fantastico, racconto filosofico, e poi meta-romanzo, cioè romanzo che racconta come si racconta e perché è difficiile o impossibile raccontare dall'inizio alla fine una storia), Calvino è sempre stato un narratore troppo agile e fragile per sopportare iil peso di una vera e propria narrazione romanzesca. Gli è estranea la ·dimensione sociologica e moralistica del romanzo che era presente nei classici di questo genere letterario: da Balzac e Dostoievskij, fino a Proust, Mann, Musi!. L'affilata stilizzazione che caratterizza fin dall'inizio Calvino non sarebbe mai stata in g.rado di sostenere i1 l peso di troppa materia. Cosl Calvino ha lavorato ad alleggerirla la materia, ad incidere con precisione semplificante le sue forme. I suoi personaggi sono figurine lontane, profili bidimensionali e scattanti che imprimono movimento al racconto. In tutti i suoi personaggi, anche nei protagonisti dei racconti più autobiografici e realistici, c'è sempre una posa sottilmente caricaturale, una riduzione dello spessore psicologico e realistico. Questa stilizzazione contiene naturalmente, a sua volta, una propria « morale della forma». Perché nonostante le apparenze di leggerezza, il sorriso infanti.Je, la voluta innocenza inventiva, Calvino è forse anzitutto un moralista: che si batte contro le pesantezze e fo lenBiblioteca Gino Bianco 39
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