EJ1t.NESTO Rossi DALLA GALERA 16 dicembre 1930 Mamma carissima, [ ...] da quanto tempo ormai non abbiamo più salutato neppure con un sorriso il vecchio Natale nella nostra famiglia, eh mamma? I Natali di guerra, ed il lutto per Mario, e poi per Maria, e poi per Serenella. L'ultimo Natale gioioso di cui mi ricordo è un Natale di quando ero ancora ragazzo. Andammo Pierino ed io a prendere un grosso albero, e facemmo una gran fatic~ a -tagliarlo e a portarlo in spalle fino a casa, ché era nevicato. Tempo ilontano. Anche Pierino, cosi delicato e dolce in tutti i suoi pensieri, i suoi sentimenti, ucciso come un cane arrabbiato, mentre uccideva con la sua mitragliatrice. E dopo di lui Molea, l'amico mio più intelligente e generoso, e poi il nostro Mario, e tutti gli a'ltri che ho visto morire in quella carneficina che sembrava ormai divenuta un modo normale di vita per gli uomini. Metteva conto di fare quello che facemmo? Tutte quelle sofferenze si può ora ,riconoscere che hanno una foro giustificazione? Beati coloro che possono acquietarsi nel pensiero che tutto ciò che avviene è voluto dal Signore, e non prendono in odio il loro Dio vedendo che si serve delle carneficine per raggiungere i suoi « imperscrutabili disegni». Ma noi, noi che nella guerra vedevamo una terribile necessità per fa difesa del nostro patrimonio ideale, che volevamo abbattere l'assolutismo e iii militarismo degli Imperi Centrali per creare le condizioni di una vita più umana, in cui ciascun individuo potesse iliberamente essere quello che si sentiva di essere? ... )2 Biblioteca Gino Bianco
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