Diario - anno VII - n. 9 - febbraio 1991

delilamia indole mansueta. Con questo timore, non piacendomi guastare la festa a nessuno, ho impiegato diversamente quel pomeriggio domenicale. Non sono quindi in grado di ,riferire nulla di ciò che fu detto, né dell'atmosfera generale della festicciola cultural-mondana, né della qualità del buffet, né di come 1'l dott. Ferdinando E. Pomarici abbia recitato il suo ruolo di vincitore. Ma per sobrio che possa esser stato il suo comportamento, resta il fatto della sua partecipazione. Se esistesse un Galateo dei magistrati, dubito che vi si leggerebbe: « Ii pubblico ministero dovrà astenersi dal ,presenziare a pubblici simposi per festeggiare insieme alla parte ilesa il comune successo» ... Sarebbe supevfluo, cosl come, ·in un manuale di buone maniere per adulti civilizzati, l'espresso divieto di sputare sul pavimento e di mettersi le dita nel naso. Deplorevole sotto ogni punto di vista, e anche tale da meritare un provvedimento disciplinare, la condotta del dott. Pomarici non deve però sorprendere. In tutta la vicenda, daill'apertura dell'istruttoria al processo, il dott. Pomarici non s'è mai comportato come un pubblico ministero ma, né più né meno, come il primo patrono di parte civile. Nella mia semplicità, ho sempre pensato che compito del pubblico ministero fosse di agire nell' « interesse della legge », non di una parte in causa. Che poi, sul piano pratico, le funzioni del pubblico ministero e della parte civile possano convergere e in qualche caso perfino coincidere, ciò non toglie che la foro distinzione sia di sostanza e non di forma. In questo processo neppure lo stile è stato rispettato, e tenuto conto di come è nato, s'è sviluppato e concluso, era 'logico, coerente e conseguente che il dott. Ferdinando E. Pomarici andasse infine a brindare e a ricevere complimenti e applausi insieme ailla vedova Calabresi. H 14 dicembre Sofri aveva protestato sul «Manifesto» perché, in violazione della legge, dopo quasi otto mesi non era stata ancora depositata la sentenza. Giusta la protesta, capivo meno la sua impazienza, per non parlare della curiosità di conoscere le «motivazioni». Dal 12 gennaio ila sentenza è finalmente pubblica. Consta di 770 pagine. Pressappoco quanto Delitto e castigo, I promessi sposi, mentre 26 Biblioteca Gino Bianco

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